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[PCM 2009 Story] Bob McMall non temeva il buio


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Come ben sapete non ho le immagini causa errore con fraps, ne avevo fatte di spettacolari... :cry2:

Capitolo IV "Eroi d'Irlanda"

A metà Febbraio l'intera nazione guardava la squadra con meno interesse delle prime uscite stagionali, i risultati c'erano, ma serviva qualcosa che desse una sferzata all'ambiente, serviva una vittoria!

McMall questo lo sapeva bene, ma era anche conscio del fatto che vincere al primo anno sarebbe stato molto ma molto difficile, alla partenza in direzione Andalusia da Dublino Bob aveva convocato otto atleti, ma soltanto sei sarebbero partiti per la Spagna, Nikita Pasov e Trevor Mullins erano in ballottaggio con Mrdja e Fayzulin, all'ultimo il minatore irlandese decise, sotto pressione del padre di Trevor, il sig. Mullins di spedire, assieme al fido Pat Mahon, i due in cerca di gloria.

Le prime tappe erano state tranquille, senza troppi patemi, nella penultima tappa Pasov cercò invano di ringraziare McMall tentando la fuga da lontano, Mullins provò a sfruttare il forcing del compagno nel finale ma tutto si concluse con un nulla di fatto.

L'ultima tappa avrebbe deciso la Vuelta Andalucia.

Leonardo Guarìn, forte colombiano veloce sul passo conduceva con quaranta secondi sui nostri due alfieri, relativamente tranquillo il colombiano attaccava sull'ultima salita di giornata, la più lunga, a ruota si accodavano i migliori di giornata, anche i Morning Glory con la coppia Pasov-Mullins, straordinariamente in forma i due raggiungevano con grande sicurezza i primi.

Ma la voglia di vincere era talmente forte che, sentendosi battuti in volata, allungarono ad un kilometro dal termine del gpm, via a tutta in discesa a cambi regolari: 20", 40", 1'!!!

L'impresa era ad un passo, Mahon in radiolina, anch'esso in corsa ma nettamente staccato, gridò come un pazzo, si fermò al rifugio Los Greros in vetta e chiamò Bob per raccontargli cosa stava accadendo, ne approfittò poi per bere un'ottima grappa fatta in casa, quindi ripartì pennellando i tornanti in discesa, purtroppo uno di questi tornanti non lo vide affatto...

La davanti il vantaggio era rassicurante, i due si parlavano, non si sarebbero regalati la vittoria ma decisero di tirare fino ai quattrocento metri finali, qui Pasov provò ad allungare ma Mullins reagiva di nervo, grande sprint, entrambi a braccia alzate, un abbraccio commosso a traguardo tagliato, era uno-due Morning Glory con Mullins a trionfare, una doppietta in grado di risollevare il verde paese d'Irlanda!

1 Trevor Mullins Morning Glory 4h20'48

2 Nikita Pasov Morning Glory s.t.

3 Andrè Silva Vip + 45

4 David Castano Eroski - Giro s.t.

5 Sébastien Minateur Carmeuse s.t.

6 Mickael Grossli Carmeuse s.t.

7 Kosgei Baruwe Unicef for Africa s.t.

8 Andriy Holovko Alleanza Assicurazioni s.t.

9 Ricardo Nunez Galvan Eroski - Giro s.t.

10 Daniele Remoli Eroski - Giro s.t.

CLASSIFICA GENERALE:

1 Trevor Mullins Morning Glory 16h14'01

2 Nikita Pasov Morning Glory + 14

3 Leonardo Guarìn Carmeuse + 36

4 Boris Kranic Eroski - Giro + 42

5 Banga Abasi Unicef for Africa + 46

6 Ron Cheating Livestrong + 48

7 Andrè Silva Vip + 56

8 Florent Pursin Carmeuse + 1'02

9 Elio Gusmeri Eroski - Giro + 1'06

10 Sébastien Minateur Carmeuse + 1'07

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Mahon in radiolina, anch'esso in corsa ma nettamente staccato, gridò come un pazzo, si fermò al rifugio Los Greros in vetta e chiamò Bob per raccontargli cosa stava accadendo, ne approfittò poi per bere un'ottima grappa fatta in casa, quindi ripartì pennellando i tornanti in discesa, purtroppo uno di questi tornanti non lo vide affatto...

:24: che fine ha fatto poi<?

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Capitolo V "Clima nostrum"

La campagna del nord, così la chiamavano, non era un qualcosa di spaventoso per gli atleti irlandesi, a loro perfetto agio tra la pioggia, il ciotolato, l'asfalto scivoloso, così McMall convocò prevalentemente i suoi irlandesi, con O'Collins e Tearnan pronti a difendersi a denti stretti e l'unica eccezione in quanto a patriottismo rappresentata dal russo Oleg Fayzulin.

Non si sarebbero mossi in gara in maniera passiva, tutt'altro, il vecchio Pat Mahon di certo non poteva durare tutta la gara e quindi decise di tirare nei primi kilometri, per sgranare il gruppo, rendere dura la corsa era il motto dei due amici irlandesi.

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"Quel figlio di un cane..." disse Bob con tono amichevole e di grande approvazione; il suo amico Pat voleva mostrarsi alle tv, sapeva che il figlio si sarebbe messo davanti allo schermo di ritorno da scuola, a bocca aperta continuava a tirare come un matto, il cardiofrequenzimetro lo dava continuamente fuori soglia, fissava l'orologio costantemente, voleva che suo figlio, vedendolo, fosse fiero di lui, ma...ma la sorte è spesso "bastarda", come direbbe McMall: alle 14:29, un minuto prima della diretta tv, la Mapei cominciava a fare il forcing, addio visibilità, Mahon sprofondò in uno stato di delusione cocente.

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"Che c...o tirano questi!" si chiedeva McMall, poco dopo lo scoprì sulla sua pelle, così come lo scoprirono i direttori sportivi ed i telespettatori di mezza Europa. Quel giorno a Kuurne era nata una stella: Stijn De Kroijm, talento purissimo del ciclocross che smise giovane per aiutare il padre nella piccola azienda di produzione famigliare, sino alla grande occasione: il ribaltone del 2019 l'aveva proiettato in orbita Mapei dove, grazie all'aiuto di qualche amico con "il giro giusto", approdò con l'obiettivo di vincere le classiche del nord...

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Il talento, si vide sin da subito, era purissimo, una pedalata potente come poche supportata da un fisico asciutto e possente, rimasero tutti a bocca aperta, dietro il distacco divenne importante con i nostri abbastanza affaticato, il solo O'Collins sembrava poter stare nel gruppo inseguitore.

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Anche lui poi dovette cedere al forcing Barclays, Ing e Alinghi, specie dopo l'attacco del grande sconfitto di giornata, il francese della svizzera Alinghi: Aurelièn Blanchard:

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La davanti però De Kroijm giocava al gatto col topo, un vantaggio straripante, oltre quattro minuti, ridotto poi leggermente nel finale, una vittoria dominando: Stijn poteva sognare la gara amata, la "RONDE"!

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O'Collins terminava ventesimo assoluto, tutto sommato una prova d'orgoglio, trentacinquesimo Fayzulin, ultimo arrivato visto che i restanti atleti sono arrivati fuori tempo massimo, moltissimi i ritiri, una prova, quella del nord, da veri uomini, da uomini duri...

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20° O'Collins a 11'35" :blink:

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:biggrin:

con un 72 su pavè 20esimo con quei mostri è una gran prestazione e ti dirò di più, se ci fosse stato qualcuno a scortarlo sarebbe entrato vicino ai 10...

Se dicevi qualcuno che facesse il palo o qualcuno che dava una coltellata agli avversari, in squadra ne trovavi molti... Ma quando hai detto scortarlo, i più se la sono data a gambe levate!!! :rotfl:

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:biggrin:

Capitolo VI "Quel pazzo aveva un gran talento"

PARTE I: Ronde Van West Vlaanderen

Belgio, Fiandre Occidentali.

La Morning Glory era reduce da una due giorni poco edificante, Nebojsa Renic aveva fallito regolarmente l'appuntamento con le volate, lo sprint migliore lo aveva relegato in una triste settima posizione, la squadra di McMall si presentava alla cronometro individuale con pochissime speranze, il clima poi già durante la sera precedente era di ghiaccio.

O'Collins e O'Connell, i due ragazzi in cura psichiatrica, si erano rifiutati di salire sulla bicicletta da cronometro, quei due spinaci li davanti li turbavano, così come quel casco affusolato, quei body stretti stretti:

"Gli alieni, gli alieni, scappiamooooo!"

Gridarono i due, l'indomani sembrava che nemmeno il professore potè fare nulla, si stavano per ritirare.

McMall gridò come un pazzo ma non funzionò, allora si sedette al loro fianco, tirò fuori dal giubbino due lattine di birra, si guardò intorno e vide che il professore non lo osservava, la offrì ai due ragazzi che, mai e poi mai avevano bevuto della birra in vita loro, esclusi dalla vita sociale da sempre.

Ai due piacque da subito, poi Bob riprese le lattine, si stranirono e disse:

"Voi correte quest'oggi, date tutto e questa sera, a gara conclusa, ne avrete quanta ne vorrete!"

I due erano ancora titubanti ma si presentarono al via, non erano a loro agio, dopo 100 metri O'Collins si fermò, di schianto, McMall gridò:

"Gli alieniiiii, arrivano gli allieniiii Ryaaaaaaaaaaannnnn, scappaaaaaaa, noi ti staremo dietro, segui le moto, le moto...."

Come un pazzo, ed in parte lo era, cominciò a fuggire, perennemente in acido lattico Ryan tagliò il traguardo:

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Primooooo!!!!

Terrorizzato salì sul podio, i fotografi erano tutti per lui, prese la bottiglia e se ne scolò metà, dal basso McMall, ebbro di gioia gli diede la restante parte della lattina che aveva consumato in mattinata.

Il Dottore se la prese con McMall per il metodo, ma questo ragazzo, così come Devin, non avevano avuto una vita fortunata come altri, meritavano di conoscere meglio questo mondo...

PARTE II: Nokere Korse

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Nel frattempo alla Nokere, poco distante dalla straripante vittoria di Ryan O'Collins, Pat Mahon guidava i ragazzi nella classica vallonata: uomo di sacrificio, Kipki Tanui, era subito all'attacco. Con lui grossi calibri, tra cui il campione svizzero della Mapei: Scheissle, uomo-faro della squadra di De Kroijm.

La fuga era di quelle valide, almeno fino a che la ING Dutch non lasciò scappare la mina vagante: De Maar.

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Nenad Mrdja non attese un solo attimo e si precipitò alle sue spalle, assieme a due compagni di fuga, il serbo era uomo da "o tutto o niente" e lo dimostrò anche quel giorno, un attacco deciso, il traguardo ancora lontano.

Dietro però la moto 2 controllava gli Haagen Dazs, un treno bianco-oro-amaranto pronto a risucchiare qualunque cosa, o quasi.

Già, quasi, poichè De Maar quel giorno dimostrava di essere il numero 1, nessuno era stato in grado di contrastarlo...

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Nemmeno Nenad Mrdja, risucchiato come tanti da Huysegems il velocista Haagen Dazs, il serbo nell'ultimo kilometro si era letteralmente piantato così, da probabile podio si dovette accontentare di un DECIMO posto...

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"O tutto o niente", parola di Nenad Mrdja.

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Capitolo VII "Il guanto della sfida"

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Era un giorno freddo a Kortrijk quel 26 Marzo 2020, il cielo però splendeva sulle teste di 160 corridori impegnati nell'ennesima lotta sul pavè, erano in tanti pronti a fare la voce grossa all'arrivo di Waregem, i famosi pezzi da novanta: Blanchard, Vanbonne, Voigl, Sandonà, Bools, Wacker e lui, il Re, Stijn De Kroijm.

La Mapei come al solito controllava la gara e lui, il Re, quasi scherzava, una pedalata elegante, da vero campione.

In tanti avevano imparato a conoscerlo, Bob McMall lo stimava ma voleva metterlo alla prova, a lottare sarebbe stata la punta di diamante della Morning Glory: Ryan O'Collins.

Dopo la vittoria alla Ronde Van West molti occhi erano puntati su di lui, McMall sapeva di non poter ripetere il trucco della cronometro, Ryan dal canto suo non aveva ancora smaltito i postumi della sbornia dopo il trionfo belga, ma sul pavè era a suo agio. De Kroijm lo fissò, erano uno di fianco all'altro, il Re e "Crazy O'", questo il soprannome, poi Stijn si rivolse a lui:

"Calmo eh...calmooooo...ora che fai? Scatta dai, scatta che la vinci, forza, scattaaaaa!!!"

Crazy O' sorrise, De Kroijm ricambiò, poi Ryan smise di ridere, si alzò sui pedali e se ne andò...

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Bagarre! Stadler, Bools, Blanchard e O'Collins all'attacco.

McMall sapeva benissimo che il ragazzo non era a livello di quei "mostri", ma apprezzava il carattere del giovane, i suoi problemi mentali sembravano attuirsi giorno dopo giorno in sella a quella bicicletta.

Il guanto di sfida al Re era lanciato, tutta la Mapei si strinse attorno al suo capitano:

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Poi il crollo, inevitabile, sicuro, calcolabile, il Re era uscito dal gruppo, Ryan faticava sempre più sino a perdere la pedalata, De Kroijm lo affiancò, inaspettatamente, da grande campione quale era, mise una mano sulla schiena di Crazy O', gli diede la sua borraccia e gli disse:

"Crazy, un giorno ci riuscirai pure tu..."

Ryan vide in quel momento Stijn come un amico vero, sorrise, si lasciò sfilare...

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...poi all'arrivo, quando il Re aveva trionfato a braccia alzate, lo abbracciò e gli sussurrò..."Amico!".

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La pazzia divenne umanità a Kortrijk, Ryan si commosse, un poco, forse, anche il cuore ruvido di Bob subì uno scossone.

Quel giorno il risultato non era davvero importato a nessuno in casa Morning Glory.

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