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[PCM 2009 Story] Bob McMall non temeva il buio


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Capitolo XIV: "A stelle e strisce"

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GEORGIA ROAD

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A fine Aprile i virgulti irlandesi partirono per quella che da sempre veniva e viene tutt'ora considerata la loro seconda casa: gli Stati Uniti d'America. Bob McMall ne approfittò per visitare le case de propri avi e fare loro visita al cimitero, non avendo fiori da poggiare sulla tomba vi mise una lattina di Guinness, la sotterrò con una dedica sottoterra, sentendosi in pace con sè stesso.

La trasferta americana cadde a fagiolo anche per il povero Kinsella che venne messo sotto stretta sorveglianza da un importante ospedale di Atlanta, nello stato della Georgia, laddove, di lì a poco, si sarebbe corso l'omonimo Tour.

Lo Stato del Sud, o meglio, l'Impero del Sud noto durante il periodo storico "dell'Unione" era pronto, con i suoi paesaggi meravigliosi, fatti di campi di mais, riso e soprattutto cotone ad ospitare la carovana in bicicletta.

Le prime due tappe scivolarono via senza intoppi e con pochi brividi, McMall aveva predisposto una squadra a trazione anteriore, pronta ad attaccare per la classifica generale, snobbando le tappe intermedie, così la tappa numero tre si prestava perfettamente a tale convinzione.

Altro attaccante nato era l'olandese Nicki Vepstra, che volle mettere subito le cose in chiaro...

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...inseguito dai "Big", tra questi la coppia Mullins-Linderoth, amici sin dalle categorie juniores, quando correvano uno contro l'altro. Divennero legati l'uno all'altro quando Trevor, primo in una corsa a tappe prestigiosa in Germania cadde rovinosamente davanti agli occhi di Kaj. Lo svedese non ci pensò un attimo e, seppur a soli sette secondi di distacco dall'irlandese, si fermò e aiutò Mullins a rialzarsi, prima che venisse trasportato in ambulanza. La corsa andò a Santos Moreno, uno spagnolo, ma da allora i due ragazzi non si sono più separati e Trevor, chiamando Kaj alla Morning Glory ha reso il favore...

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La corsa, minuto dopo minuto, diveniva sempre più dura, Linderoth perdeva contatto mentre la davanti Allback della Lynn spingeva a mille, troppo per Mullins, che riusciva comunque a limitare i danni e a piazzarsi sesto a trentatre secondi di distacco:

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Anders Allback era danese, di Odense, fisico asciutto e statuario, occhi azzurri e capelli biondi, il classico nordico, vederlo trionfare esultante e non star più nella pelle stupì molti degli addetti ai lavori, interessati dalla forte personalità del ragazzo, oltre che dal suo talento.

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Linderoth giunse ad un minuto e venti, la corsa era appena cominciata...

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La sera stessa McMall portò la squadra fuori allontanandosi dalla sede di partenza, i Morning Glories non sapevano che...

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Capitolo XV: "Sempre nei guai" (PARTE I)

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Un tipo tranquillo Bob McMall mai lo era stato, cresciuto condizionato da un'infanzia violata e violenta, giorno dopo giorno si costruì attorno un muro, fingendosi forte, prepotente, ma in realtà non essendo mai bravo fino in fondo nella parte. Con grande frequenza si cacciò nei guai nella sua vita poco costruttiva, così come tutta la banda che si era creato attorno, ora protagonista con i colori della Morning Glory: storie di carceri, furti, risse, ma mai, fino a quel giorno, c'era scappato il colpo di pistola.

Un proiettile, veloce, rumoroso, ma fortunatamente poco preciso.

La sera dopo la corsa, a quindici ore dalla partenza della cronometro, viatico importante per la classifica generale, la banda irlandese finì nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Quartiere colombiano di Columbus, ore 23:06

Qualche birra di troppo, i soliti schiamazzi, dietro l'angolo era in atto un grosso scambio di droga. Narcos colombiani armati fino ai denti stavano per concludere un grossissimo affare con la mafia russa, roba pesante, pesantissima; quasi come i pallini di piombo pronti ad essere scaricati a raffica dalla ferraglia tenuta in mano dai malviventi.

Paul Renton non sapeva cosa ci fosse svoltato l'angolo, cominciò a gridare canzoni irlandesi, a raffica tutti lo seguirono poi, prese la bottiglia di Guinness e, complice una scommessa, provò a battere il suo record di lancio in lungo. Gran lancio, troppo, troppo, troppo lungo...

Castro Agena, boss dei narcos colombiani venne colpito al gomito, in una frazione di secondo sudamericani e russi esplosero i loro caricatori nel buio, mentre i Morning Glories si ritiravano dietro un cassonetto dell'immondizia, terrorizzati. Nel fragore dei colpi di sparo Oleg Fayzulin riconobbe la sua stessa lingua e gridò disperato di non sparare, che lui e i suoi amici erano ciclisti professionisti. Per grazia divina gli spari si fermarono, mentre i narcos invitavano il gruppetto ad uscire.

Fayzulin si fece capire e uno dei russi gli intimò di andarsene, che avrebbero chiuso un occhio, ma Castro Agena era un pezzo grossissimo della malavita, non li avrebbe lasciati andare tanto facilmente: prese la sua pistola, la puntò contro McMall e...

"Tre, dos, uno..."

Bob chiuse gli occhi impaurito, gridò di essere il Presidente d'Irlanda:

"El Presidente?"

"Si, lui"

Agena non gli crebbe, poi però gli disse:

"El dinero o la vita..."

McMall non aveva soldi, pochi, troppo pochi, sicchè........

CONTINUA

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(CONTINUA) PARTE II

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La paura di morire stampata sul volto di McMall, la freddezza su quello di Castro Agena, questione di stati d'animo...

Quando Mikhail Trofsky ridendo consigliò al colombiano di dargli tre possibilità alla roulette russa, Bob sbiancò e cominciò a contare le possibilità di farcela; mentre i ragazzi della Morning Glory rimanevano attoniti a guardare, con quindici Uzi puntati a mezzo busto.

Castro premette il grilletto una volta, poi due, sempre a salve, ne restava uno soltanto, con il sangue freddo di McMall ormai raggelato, quando il colombiano fece cilecca la terza volta il vecchio irlandese si mise in ginocchio, ringraziando Dio.

McMall Dio l'aveva sempre rinnegato e bestemmiato, così, per l'ennesima volta nella serata, anche i suoi ragazzi rimasero stupiti a guardarlo.

Castro Agena cominciò a ridere, ridere, ridere...

"Tu es un hombre muy afortunado, hesta es la tu noche! Tu tener en obligacion para mi nieto Francisco"

"El Nieto, el sobrino", il nipote: Francisco Agena.

Poco più che diciannovenne Francisco era l'amore dello spietato Castro, un ragazzo tranquillo, sportivo dal fisico importante ed impegnato al primo anno di Università a Los Angeles, trasferitosi li all'età di dieci anni, dopo i trascorsi in quel di Barranquilla: l'opposto dello zio.

C'era solo un piccolo particolare, Francisco Agena era muto...

...ma McMall non si trovava certo nella posizione di rifiutare, così non disse nulla e di li a poco il ragazzo firmò per la stagione successiva...

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Quella notte cambiò, per l'ennesima volta Bob, Dio gli era apparso e l'aveva tirato fuori dalle sabbie mobili, per l'ennesima volta...

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L'indomani l'atmosfera non era certo delle migliori, dopo l'arrivo de "El Muto", alla partenza dell'impegnativa cronometro la Morning Glory puntava forte sull'irlandese dalla forte instabilità psichica O'Collins, detto "Crazy O". Un tempo di tutto rilievo il suo, dopo lo choc della sera precedente d'altronde, aspettarsi di più da questi ragazzi sarebbe stato davvero troppo anche per un duro come McMall.

La classifica della giornata precedente poneva Mullins nelle posizioni di vertice, ma era chiaro che Trevor non avrebbe tenuto il passo dei migliori, così si decise che chi fosse stato, dopo la cronometro, più avanti in classifica avrebbe avuto l'appoggio incondizionato della squadra.

Kaj Linderoth prese il via alle 15:02.

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Una prestazione di livello la sua, nella top 10 assieme a Crazy O e nonostante lo strapotere Monster-Energy con la coppia Spencer e Chasey a dominare la scena, anche se difficilmente sarebbero riusciti a fare la voce grossa nelle giornate successive. La classifica diceva allora:

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Quinti e sesti gli alfieri di casa Morning Glory, con Linderoth a sperare nella top 5:

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Occhio perchè potrebbero esserci sorprese! :D

Paragrafo XVI: "Scoprire la fede"

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McMall non chiuse occhio nemmeno durante la seconda notte, lo shock era stato talmente forte da cancellare la stanchezza, l'irlandese viveva in un continuo stato di sovraeccitazione, una scarica di adrenalina a getto continuo.

Poco prima di mezzanotte sentì il bisogno di uscire a respirare un pò d'aria finchè non transitò dinanzi ad una Chiesa aperta, era la terza volta in vita sua che vi metteva piede: Bob era stato Battezzato e aveva fatto la Comunione, ma non era stato mai Cresimato. Si sedette al secondo banco, mise le mani giunte poggiandole sulle coscie e si guardò attorno, osservando gli affreschi, il Cristo in Croce e tutti quei fiori, fin quando non sentì alle sue spalle dei passi avvicinarsi a lui.

Padre Jack Cross gli mise una mano sulla spalla e gli si sedette in parte, senza parlare per qualche minuto poi si rivolse a Bob dicendo lui di raccontare, partire dall'inizio; così parlarono un'ora senza sosta fin quando Bob, resosi conto dell'ora tarda e forse stupito di sentire un calore sacro provenire dal cuore, rincasò ringraziando il Padre e rassicurandolo sul fatto che le loro strade si sarebbero ricongiunte presto.

Il Padre lo vide uscire dal grande portone e riconobbe in lui l'ennesima pecorella smarrita...

L'indomani McMall non seppe se rallegrarsi o vergognarsi dell'accaduto, stette zitto tutto il tempo della gara, lasciò all'amico Pat Mahon le redini del comando:

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Mahon, dopo la caduta fortunatamente indolore di Mullins, mise i suoi ragazzi a tirare per lo svedese in maglia bianca Kaj Linderoth, che aveva nel frattempo conquistato i galloni di capitano.

L'ultima salita si avvicinava sempre più, interminabile, oltre 25 kilometri di salita temuti da tutti tranne forse dal forte 23enne tedesco Alexander Allofs, leader della corsa, che decideva di attaccare a salita appena cominciata.

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Dietro la maglia a pois Allbaeck in buona compagnia tentava di ricucire, mentre nel frattempo Pat Mahon, complice una disattenzione, giunse al settimo kilometro con il freno a mano completamente tirato e il motore al limite della fusione, l'ammiraglia venne salvata dal direttore sportivo della Ab Inbev che fece notare il danno al quarantaquatrenne irlandese. Resosi conto dell'incapacità dell'amico Bob McMall prese il comando dell'ammiraglia e si mise a tallonare da dietro i suoi corridori per spronarli...

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...finchè non chiusero il buco sui primi e si formò un gruppo molto folto:

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Almeno fino al forcing di Vepstra (Alinghi) e Osorio (Firefox), con Linderoth attento ed in discreta forma, mentre il giovane Mullins seguiva ad una cinquantina di metri, incapace di rientrare sul gruppetto.

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Poi il colombiano Osorio mise il turbo, una progressione ad un kilometro e mezzo dall'arrivo che sfaldò il gruppetto, con tutti ad annaspare eccetto il portacolori del team americano, un attacco deciso, da scalatore pure, un arrivo sul traguardo da atleta eccelso: tappa e maglia!

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Anzi no, stesso tempo e maglia ancora sulle spalle di Allofs, giunto ad 1'04" di poco davanti a Kaj Linderoth della Morning Glory, ora nella top 10. A fine corsa Mahon si avvicinò al giovane tedesco e cominciò le prime manovre per metterlo sotto contratto per la stagione a venire essendo in scadenza...

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Il tedesco prese tempo e disse comunque che avrebbe voluto un ruolo da leader, ruolo che probabilmente meritava viste le prestazione stagionali ed il margine di crescita che avrebbe potuto avere. Era però troppo presto per parlare di mercato, c'era una corsa da finire e qualche mese prima delle trattative.

La classifica del Giro di Georgia parlava chiaro:

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