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[PCM 2009 Story] Bob McMall non temeva il buio


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...Una tappa ricca di emozioni che si concluse con la vittoria del francese, il quale in gruppo cominciava a farsi una pessima reputazione, che non lo avrebbe certo salvato in caso di difficoltà....

Peccato perchè a me mi sta simpatico Leroy... Mi sa che ora tiferò per lui... Altro che quella squadretta irlandese...

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Capitolo XXI: "L'indomabile"

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Nikita si strinse attorno al petto il cuscino, sollevò lo sguardo al cielo, osservando attraverso l'abbaino del Qinghai Hotel, quelle centinaia di stelle, mai così vicine, mai così belle. Il pensiero volava in un attimo alla bella Lej Ji Na, che non aveva più reincontrato; prima che i pensieri sfociassero in passione e che la passione venisse sfogata in solitaria nella buia stanza, McMall piombò in camera di Pasov senza bussare e gli disse:

"Niente cazzate Nikita, domani resta in gruppo e aspetta le loro mosse..."

Ovviamente Pasov, non lo ascoltò:

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Cleber Binda divenne suo complice, Bob vide nei gesti del ragazzo tanta testardaggine ed un pò, nonostante non fosse d'accordo, si rivede nel russo, il quale non si sarebbe dato per vinto fino all'ultima tappa, seppur tutti gli altri sapevano, in cuor loro, che vincere in solitaria sarebbe stato quasi impossibile.

Voleva ad ogni costo vincere e portare quel peluche alla giovane cinese, ovviamente non sapeva nulla delle azioni del fratello nei confronti di McMall e del suo tentativo, al termine della corsa, di appoggiare il loro tentativo di emigrare dalla Cina, verso occidente.

Come previsto il gruppo si sfaldò, ma il ceco della Ab Inbev Martin Gabrancik, in maglia verde, piombò come un falco su Pasov...

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Nikita non perse la calma, rimase freddo, mentre tutti gli altri capirono che il russo aveva gettato al vento l'ennesima occasione: era lo scalatore più forte ma con questa tattica suicida mai e poi mai avrebbe portato a termine la fuga in solitaria, McMall si mise le mani nei capelli, poi si "sfilacciò" i baffi con le dita della mano, si rassegnò allo sprint che proprio Gabrancik vinse a braccia alzate:

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Nikita piegò il capo verso il basso, nemmeno la forza di battere i pugni sul manubrio, rimase seduto senza parlare.

La Morning Glory aveva piazzato un terzo ed un quinto, con Johnny Flynn, ma nessuno era in grado di rallegrarsi, per un Tour da assoluti protagonisti con una vittoria però che sembrava sempre ad un passo e al tempo stesso, così lontana...

CLASSIFICA DI TAPPA:

1 Martin Gabrancik Ab Inbev 2h50'51

2 Leon Kamenar Ab Inbev s.t.

3 Nikita Pasov Morning Glory s.t.

4 Johan Verhulst Haagen Dazs s.t.

5 Johnny Flynn Morning Glory s.t.

6 Antonín Cindak Ab Inbev s.t.

7 Alexey Dirinianov Nec - Konami s.t.

8 Mitch Hartlefood Faxe Kondi s.t.

9 Nicolas Leroy Nrj s.t.

10 David Bolì Nrj s.t.

CLASSIFICA GENERALE:

1 Nicolas Leroy Nrj 16h24'46

2 Mitch Hartlefood Faxe Kondi + 22

3 Martin Gabrancik Ab Inbev + 24

4 Johan Verhulst Haagen Dazs + 32

5 Leon Kamenar Ab Inbev + 42

6 Alexey Dirinianov Nec - Konami + 46

7 Stijn Geraerts Haagen Dazs + 48

8 Deivid Toche Inferio 11 + 50

9 Jakub Danacík Ab Inbev + 54

10 Robert Klemencz Faxe Kondi + 1'20

11 Nikita Pasov Morning Glory + 1'27

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Capitolo XXII: "Arrendersi, mai..."

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Pasov stava crescendo, di giorno in giorno, McMall lo guardava ogni mattina a colazione, la meticolosità del giovane russo sembrava spaventarlo: Nikita curava tutto nel dettaglio, ogni particolare, dal cucchiaio del thè perfettamente allineato al coltello, alla forma del pane, il quale doveva essere perfettamente circolare.

Ben presto nell'ambiente Nikita si meritò due soprannomi "Il freddo" (che nulla aveva a che fare con la banda della Magliana) e "Il pignolo", peccato o per fortuna che poi, una volta salito in sella, queste caratteristiche mutavano brutalmente, sino a renderlo impotente a sè stesso, non in grado di gestirsi. In quell'occasione cinese però il cuore di Nikita cominciava ad ardere di passione, l'amore lo aveva sopraffatto ed il russo di Novosibirsk, nella gelida Siberia, mai se lo sarebbe aspettato di perdere il controllo.

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Era quella una delle ultime occasioni per tentare l'impossibile, tappa numero sei: arrivo a Menyuan.

Pasov si mantenne calmo poi, appena la strada cominciò a drizzarsi verso il cielo, sfruttò lo splendido lavoro dei compagni di squadra, in primis di Cleber Binda, e accelerò deciso. In scia rimasero soltanto Gabrancik della Ab Inbev e Mitch Hartlefood della Faxe Kondi. Sarebbe stata la volta buona?

Solo la maglia gialla mancò all'appello, quel Nicolas Leroy dato per grande favorito.

Questione di impercettibili istanti, in men che non si dica il forte francese si riportò sui fuggitivi, tutti cominciarono a darsi cambi regolari. Gli sguardi tra il russo ed il transalpino sembravano infuocati, di un rosso vivo, acceso...

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Il gruppo dietro non riuscì a chiudere, si aggiunsero altri tre corridori, stavolta Pasov non potè attaccare in salita, tentò di anticipare il gruppo, sentendosi battuto in partenza dal ceco Gabrancik, ma proprio il portacolori della Ab Inbev gli si mise a ruota deciso, si lanciò sul traguardo di Menyuan, per poi trionfare a braccia alzate, davanti a Legear e Hartlefood, con Pasov quinto.

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Dietro arrivarono attardati di un minuto due gruppetti di corridori, con Cleber Binda presente, Nikita aveva risalito la china, dopo tanti attacchi finalmente qualche esito positivo. Non avrebbe vinto il Qinghai Lake Tour, ma certamente si mostrò un ottimo corridore.

Per il motto "arrendersi mai" però, approfittò della tappa intermedia con il nostro Renic sesto, prima di sferrare l'attacco finale, l'ultimo...

CLASSIFICA DI TAPPA:

1 Martin Gabrancik Ab Inbev 3h47'05

2 Geert Legear Haagen Dazs s.t.

3 Mitch Hartlefood Faxe Kondi s.t.

4 Deivid Toche Inferio 11 s.t.

5 Nikita Pasov Morning Glory s.t.

6 Nicolas Leroy Nrj s.t.

7 Antonín Cindak Ab Inbev s.t.

8 Johan Verhulst Haagen Dazs + 1'03

9 Alexey Dirinianov Nec - Konami s.t.

10 Santos Cleber Binda Morning Glory s.t.

CLASSIFICA GENERALE:

1 Nicolas Leroy Nrj 24h49'41

2 Martin Gabrancik Ab Inbev + 4

3 Mitch Hartlefood Faxe Kondi + 14

4 Deivid Toche Inferio 11 + 50

5 Nikita Pasov Morning Glory + 1'27

6 Geert Legear Haagen Dazs + 1'34

7 Johan Verhulst Haagen Dazs + 1'35

8 Alexey Dirinianov Nec - Konami + 1'43

9 Antonín Cindak Ab Inbev + 1'48

10 Leon Kamenar Ab Inbev + 4'47

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Capitolo XXIII: "La resa dei conti"

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L'ultima tappa prima del ritorno in Europa, una resa dei conti sui campi di gara, ma anche alla dogana, passaggio forzato e al tempo stesso da evitare per i Glories, i quali avevano l'ingrato compito di favorire la clandestinità della famiglia cinese.

McMall erano giorni che pensava ai modi da utilizzare pur di raggiungere il fine, Pasov ignaro di tutto, come i restanti corridori, prese il via con il solito piglio deciso, pronto a conquistare una soddisfazione.

La gara si mise subito bene, Johnny Flynn, prese in mano la situazione e fece un forcing deciso, fin quando Pasov non gli diede l'ok ad allungare...

...un vantaggio risicato il suo, ma un lavoro eccellente: in tanti erano rimasti "al vento". Così Nikita Pasov tentò una prima sortita:

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In un attimo, su di lui, piombarono il leader Leroy, Toche, Hartlefood, Gabrancik e Zouanard: sei uomini al comando.

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Nikita affrontò la discesa concentrato, sapeva bene che contro Hartlefood e Gabrancik avrebbe avuto poche, pochissime chance di farcela, attese pazientemente gli ultimi quattro kilometri poi attaccò, ma di qualche decimo di secondo Hartlefood, australiano promettente della Faxe Kondi, lo anticipò, i due diedero tutto loro stessi pur di staccare il gruppo...

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Nikita sapeva in cuor suo di essere al fianco di un osso veramente duro, ci fosse stata una salita dove sfogare i cavalli in dote al suo motore l'avrebbe probabilmente staccato, ma Mitch allo sprint era nettamente superiore, inoltre in quel periodo ebbe un picco di forma eccezionale. Lo sprint cominciò e il russo lottò come un leone, avrebbe voluto regalare quel maledetto orsetto a Lej Ji Na, prima di vederla per un'ultima volta, avrebbe...il peluche andò all'australiano, al russo l'ennesima beffa dopo una corsa vissuta da assoluto protagonista.

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Deluso lanciò il casco a terra, il quale si spezzò in due, nonostante una serie infinita di piazzamenti non poteva essere soddisfatto, così prese l'ammiraglia della Morning Glory, vestito ancora da gara, sudato fradicio, corse al villaggio di Lej Ji Na, tra le urla di McMall...

Giunto al villaggio scoprì quale sorpresa il fato gli aveva riservato...

CLASSIFICA DI TAPPA:

1 Mitch Hartlefood Faxe Kondi 3h59'35

2 Nikita Pasov Morning Glory s.t.

3 Martin Gabrancik Ab Inbev s.t.

4 Deivid Toche Inferio 11 s.t.

5 Nicolas Leroy Nrj s.t.

6 Steven Zouanard Faxe Kondi s.t.

7 Alex Nygaard Faxe Kondi + 2'05

8 Alexey Dirinianov Nec - Konami s.t.

9 Johan Verhulst Haagen Dazs s.t.

10 Santos Cleber Binda Morning Glory s.t.

CLASSIFICA FINALE:

1 Mitch Hartlefood Faxe Kondi 28h49'10

2 Martin Gabrancik Ab Inbev + 2

3 Nicolas Leroy Nrj + 6

4 Deivid Toche Inferio 11 + 56

5 Nikita Pasov Morning Glory + 1'21

6 Johan Verhulst Haagen Dazs + 3'46

7 Alexey Dirinianov Nec - Konami + 3'54

8 Antonín Cindak Ab Inbev + 4'51

9 Steven Zouanard Faxe Kondi + 6'03

10 Geert Legear Haagen Dazs + 6'25

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Capitolo XXIV: "Il giro del mondo in venti giorni..."

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Giunto al villaggio di Gijnhanhg Pasov si accorse subito di ciò che era accaduto.

Un'aria spettrale si era abbattuta sul piccolo villaggio cinese, aria di desolazione, di vuoto, di fuga. La baracca smantellata, all'interno solo i materassi sguarniti da lenzuola e coperte; Pasov venne colpito dallo sconforto più totale, ma non sapeva...non sapeva che, Bob McMall aveva preso accordi con il fratello dell'amata per portarli sani e salvi in occidente.

Questo non era riuscito a dire l'irlandese al russo che, disperato, fece ritorno al campo base di Qinghai, prima di partire verso l'Europa.

Nessuno però si sarebbe mai aspettato di partire dal porto di Mazhuang, dove una nave cargo cinese li aspettava prima di mollare gli ormeggi e giungere in Islanda nel giro di un mese. Un vero e proprio giro del mondo che lasciò tutti interedetti ed imbufaliti, ad eccezione di Pasov che, nel vedere l'amata Lej Ji Na, fece salti di gioia, si abbracciarono fortissimo e, per la prima volta, si baciarono.

I Glories vennero accolti in malo modo dalla capitaneria cinese e vennero invitati a scendere nella stiva, tra i grossi container contenenti svariati tipi di metalli, laddove sarebbero rimasti, nascosti, sino al passaggio dalle coste irlandesi.

La nave cargo rappresentava l'unico modo per giungere in Irlanda portando con sè i clandestini cinesi con minori possibilità di essere scoperti poichè, da sempre, la tratta della "Shung Fen" (questo il nome della nave) godeva di una sorta di pass lungo i porti che incontrava lungo il cammino.

McMall sentì per venti giorni gli improperi dei suoi ragazzi, costretti a cibarsi nell'ordine di: tonno, merluzzo e tonno. Cambiare piatto avrebbe voluto dire accettare di mangiare il...gatto...

Il ventesimo giorno, ai limiti dalla sopportazione umana, quando il capitano scese nella stiva, prelevò il contante rimanente dalle tasche di McMall, tutti scoppiarono in un grido di gioia misto dolore: erano arrivati a Cork, o almeno a quattrocento metri dalle rive. Dal ponte vennero scaraventati in mare, la fortuna volle che ad Agosto le acque non erano poi così fredde e si misero a nuotare, nuotare, nuotare...fin quando videro la riva ed il vecchio amico Mahon, accompagnato da altre quattro persone: chi erano?

Mahon aveva fatto bingo, mentre il vecchio McMall si trovava in quella stiva, così, i prossimi arrivi sarebbero stati:

Eduardo Sabrosa: (POR, 20 anni). Scalatore portoghese, bravo anche nelle classiche di un giorno.

Bobby Joormans: (OLA, 20 anni). Uomo da classiche, sogna l'Amstel.

Javi Rojas: (SPA, 23 anni). Velocista di altissimo livello, bravo anche sulle salite meno dure.

Alexander Allofs: (GER, 23 anni). Scalatore cresciuto moltissimo, uomo da corse a tappe, forse già al suo massimo.

McMall mise una mano sulla spalla dell'amico Pat, si fidava ciecamente di lui, sbarcato sulla terra aveva soltanto voglia di tornare ad aprire l'amata porta di casa...

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