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[PCM 2009 Story] Bob McMall non temeva il buio


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Capitolo VIII "Nella patria del Pirata"

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Il nonno di Cleber Pantani sognò tutta una vita di incontrare il "Pirata", quel Marco Pantani tanto amato dalla gente, un campione vero dal cuore fragile; avrebbe voluto stringergli la mano, fare una fotografia con lui, scambiare due parole, ma non potè farlo.

Il nipote quando lesse sul calendario che ci sarebbe stata l'opportunità di correre nelle terre del Pirata pregò in ginocchio McMall affinchè lo portò. In condizioni normali quell'ubriacone di prima categoria avrebbe detto un categorico "no!", ma con Cleber il rapporto era diverso e fu così che accettò.

Giunti in Emilia, nel cuore centrale d'Italia, McMall rimase disgustato dalla birra, non certamente all'altezza degli standard stranieri, ma si innamorò da subito della cucina mediterranea, tanto che la sera prima della tappa d'avvio della Settimana Ciclistica Internazionale Coppi e Bartali mangiò tre piatti di pasta allo scoglio, due portate di pesce spada arricchito da tre bottiglie di vino bianco.

Alterato più del solito si fece portare a Riccione, in viale Ceccarini si lasciò adescare da una ragazza mulatta, bella, bellissima, a Bob non sembrava vero, stava per andare nella camera d'albergo di lei.

L'indomani alla partenza il vecchio McMall non si presentò, i primi mugugni dei corridori vennero subito smorzati dall'amico Pat Mahon che si precipitò nell'albergo, quel povero stolto di McMall si trovava legato al letto con i pantaloni calati ed il portafoglio prosciugato, come se non bastasse la nottata era trascorsa in bianco, una vera beffa...ai ragazzi della Morning Glory sarebbe servita un'impresa per placare la sua ira funesta.

Al termine della Settimana però McMall perse il controllo e, ritornati a Dublino, obbligò i suoi a rientrare a Killarney Town in bicletta, senza illuminazione alcuna, da incoscienti...era una delle solite, atipiche, tattiche "McMalliane".

La trasferta italiana non era andata al meglio, la cronometro era risultata indigesta ai colori bianco-arancio-verdi; la seconda tappa aveva visto l'attacco di Simone Corno, assieme allo svizzero Dusat e all'italiano della Lacoste Marassi:

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con il trionfo di Corno, uomo da classiche, di casa Craft Clique.

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La tappa successiva vedeva il settimo posto di Renic in volata, mentre la più attesa, l'arrivo a Serramazzoni...

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...aveva visto naufragare la squadra irlandese, con Linderoth solo 25esimo seppur con un distacco limitato e Cleber Pantani il solo a provarci, ben distante però dalle imprese del Pirata.

Il solo Nebojsa Renic era riuscito a salvare la barca affinchè non affondasse:

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giungendo terzo nella tappa conclusiva.

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L'ira di McMall avrebbe destato la squadra dal sonno in cui era piombata?!?!

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Continua...

GP LLODIO

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Nel frattempo, in Spagna, il Sig.Mullins guidava i ragazzi nella classica di un giorno. Soltanto quattro atleti al via a causa della concomitanza di corse, il solo Nenad Mrdja sembrava in grado di reggere la forza d'urto delle altre squadre.

Sull'ultima erta l'inglese Stewart attaccava di potenza, dietro rimanevano le briciole ad un folto gruppo d'atleti e così l'inglese andò a trionfare davanti a De Maar e Ortiz:

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Undicesimo posto per il serbo Mrdja...

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...almeno per i quattro atleti "emigranti" dalla Spagna la trasferta Dublino-Killarney era scampata, ma si sarebbero comunque dovuti sorbire l'ira di Bob, prima di partire nuovamente per l'Italia, direzione Lombardia, corsa: Settimana Lombarda.

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Capitolo X "I Lumbàrd"

SETTIMANA CICLISTICA LOMBARDA

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"Teeeee...ciuchitù, che set drè a fa?!?!?! Arda de fam mia girà i turù che ta ria en scopasù che ta vedet!"

TRAD: (Ehi ubriacone, cosa stai facendo? Guarda di non farmi girare i cosiddetti che ti arriva uno sberlone che vedi)

Furuno queste le prime parole che Bob McMall udì sceso dall'aereo, all'aeroporto di Orio al Serio (BG), dopo aver spintonato a causa dei riflessi azzerati dal whiskey bevuto in volo, un giovane studente.

McMall rimase senza parole, quella lingua tanto strana lo incuriosì, forse perchè più grezza e rude delle altre, meno morbida e maggiormente spigolosa, in spiccioli certamente simile al suo carattere.

Bergamaschi e bresciani sono conosciuti per la loro cocciutaggine, il forte senso del lavoro, del sacrificio, un pò meno per la loro ospitalità, ma al vecchio Bob piacque subito quella voglia innata, dopo il lavoro, di festeggiare a tavola davanti ai prodotti tipici locali e a quel vino che amò sin da subito.

La corsa lombarda divenne sin da subito il pretesto per svolgere un viaggio eno-gastronomico tra: polenta, spiedo, uccellini, casoncei, selvaggina e tanto vino della Franciacorta, invidiata anche dai cugini francesi.

La prima tappa McMall la passò con Mahon e Mullins in una trattoria, i tre restarono seduti dalle 12 alle 17, vennero serviti e riveriti e persero il quinto posto di Nebojsa Renic durante la prima tappa. I tre sarebbero rientrati in nottata in albergo, i ragazzi ne approfittarono, senza controllo alcuno, per fare serata in un pub della zona, c'era però una corsa l'indomani e, a parte i velocisti Renic, Gralan e Kinsella, gli altri rientrarono non troppo tardi, l'indomani li aspettava una tappa impegnativa.

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La seconda tappa presentava un bel dislivello, con uno strappo finale che avrebbe certamente deciso la corsa. Il padre di Trevor, Mr.Mullins, consigliò al figlio di andare in fuga, ma lui si rifiutò, un no categorico, tant'è che il padre gli piazzò un ceffone diretto in volto, ma il giovane non avrebbe ascoltato il padre.

Trevor era un ragazzo come tanti, un fisico esile, definito, una passione sfrenata per i rally e tanti sogni nel cassetto; uno dei suoi pregi era certamente quello di non considerarsi mai già battuto, era un combattente, un ragazzo disposto a tutto per raggiungere il suo sogno: entrare nella storia del ciclismo irlandese e non, meglio di Stephen Roche, meglio di Sean Kelly.

Così, la tappa non vedeva alcun Morning Glory in fuga, per somma rabbia di McMall, alquanto adirato, poi però la corsa svoltò, sull'ultima erta Oleg Fayzulin dimostrava di non perdere il vizietto e, avvicinandosi ai grandi favoriti di giornata Savino e Martano soffiò di tasca qualunque cosa: rifornimenti, barrette, gel e perfino cinquanta euro...?!?!?!...forse Savino voleva fare acquisti?

L'attacco di Mullins e Pasov fu eccellente e si formò subito un gruppetto comprendente: Hannu Kaasinen, Fabio Savino,

Mateusz Iwanski, Enrico Martano, Francesco Bianchi, Andrè Thomert e Pierpaolo Muratelli.

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A seguire, distanziati di non molto: Johnny Flynn, Alessandro Scorbuto, Florenz Ficknauer e Andrea Romanzi:

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McMall se la prese con Mullins per aver detto al figlio di andare in fuga, sarebbe stato tutto talento sprecato. I Morning Glory erano in coppia, Martano e Savino due jet in volata, c'era solo una via d'uscita: Mullins lo ben sapeva...

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CONTINUA...

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CONTINUA

Sembrava danzare Trevor Mullins, si muoveva elegantemente, premendo forte sui pedali, prima a destra, poi a sinistra, poi ancora destra, ancora sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra, destra.

Un'azione splendida, da campioncino vista la giovane età, dietro stavano tentando in tutti i modi di rientrare...

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Deciso come pochi, testardo come il padre, bello come la madre, Trevor aveva già vinto in Andalusia, battendo il compagno di squadra Nikita Pasov che, anche quest'oggi, era in fuga con lui.

Nikita era molto stanco nel finale, sicchè con un cenno d'intesa fece capire a Mullins che doveva attaccare e che, se fosse andata male, avrebbe provato lui, il russo, a chiudere in bellezza.

Ma l'azione di Mullins era troppo bella per andare svanita, bella come un affresco su tela da osservare...

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Ancora lui, ancora Morning Glory, tre vittorie tre per la squadra di McMall, la stagione era appena agli inizi e Bob, che mai si sarebbe aspettato un inizio del genere, era orgoglioso dei suoi ragazzi.

Nel frattempo in Irlanda la gioia divenne un'onda pronta a travolgere d'ottimismo qualsiasi cosa: il turismo stava subendo una forte impennata, in salita le borse, il settore commerciale, in molti avevano deciso di aprire negozi dedicati alle biciclette, non avrebbero commesso una follia...

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CLASSIFICA DI TAPPA:

1 Trevor Mullins Morning Glory 4h38'03

2 Hannu Kaasinen Felt International + 21

3 Fabio Savino Lacoste s.t.

4 Enrico Martano Fiat - Alitalia s.t.

5 Francesco Bianchi Craft Clique s.t.

6 Nikita Pasov Morning Glory s.t.

7 Mateusz Iwanski Itera s.t.

8 Pierpaolo Muratelli Colnago s.t.

9 Andrè Thomert Orange Team s.t.

10 Johnny Flynn Morning Glory s.t.

11 Alessandro Scorbuto Specialized s.t.

12 Florenz Ficknauer Fedex Deutschland s.t.

13 Andrea Romanzi Alleanza Assicurazioni s.t.

14 Dado Subotic Lacoste s.t.

15 Fabio Finin Craft Clique s.t.

16 Gilbert Simòn Peugeot Sport s.t.

17 Diego Antognoni Craft Clique s.t.

18 Mikhaylo Dimanentyev Specialized s.t.

19 Federico Marè Specialized s.t.

20 Eric Sylvestre Orange Team s.t.

CLASSIFICA GENERALE:

1 Fabio Savino Lacoste 12h18'56

2 Hannu Kaasinen Felt International + 2

3 Dennis Kohler Fedex Deutschland + 5

4 Luke Walken Fedex Deutschland s.t.

5 Meme Van Cottingem Fedex Deutschland s.t.

6 Florenz Ficknauer Fedex Deutschland s.t.

7 Marko Bertling Fedex Deutschland s.t.

8 Trevor Mullins Morning Glory + 6

9 Dado Subotic Lacoste + 14

10 Lorenzo Pasini Felt International s.t.

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grazie Pell, grazie anche agli altri, diciamo è una storia non facile che spero vi possa conquistare giorno dopo giorno, certamente è meno immediata delle altre, occorre più lettura, ma spero e son sicuro vi colpirà, specie avanzando... :blush:

@rick, gioco sempre a livello difficile, alcune corse riesco a gestirle molto bene altre è più dura e faccio fatica..

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si ho capito ma un conto è giocare ad estremo con gente che ha 80 in salita o pianura, un conto con gente che ha 70-71 in quelle caratteristiche, poi sinceramente a me piace raccontare una storia, non mi interessa fare una storia per far vedere se sono bravo o no a giocare, non sono un fenomeno ma me la cavo...il mio obiettivo è fare una storia romanzata che sia realmente tale...

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Capitolo XI "Il giorno della paura"

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La tappa di Vertova aveva lanciato definitivamente Trevor Mullins ed il suo talento; dal canto suo il padre si augurava che tutto andasse per il meglio, cioè che il figlio sarebbe diventato un "big" e non si perdesse come tanti talenti sprecati suoi coetanei, autentiche meteore.

Il banco di prova del Monte Maddalena, montagna simbolo della città di Brescia avrebbe certamente dato uno scossone alle ambizioni del giovane Mullins, in positivo o in negativo lo si sarebbe deciso di lì a poco.

La sera prima della corsa McMall con l'intenzione di fare gruppo decise di portare i ragazzi quasi in vetta al Monte Maddalena, a cena, ma ad aspettarli non c'era la solita porzione di pasta in bianco e qualche fetta di bresaola, bensì qualcosa di molto, molto succulento, una vera e propria bomba calorica: lo spiedo.

Chili e chili di carne intrisa di burro e sale, polenta gialla come le stelle di quella nottata di inizio Aprile, vino rosso sangue di Franciacorta; Mahon, Mullins e McMall si diedero alla pazza gioia, il guaio è che pure i ragazzi lo fecero e l'indomani sarebbero stati alquanto appesantiti.

I tre decisero di dormire in rifugio, avrebbero assistito alla corsa direttamente sul posto, ne approfittarono per fare baldoria sino all'alba, mentre gli otto ragazzi impegnati alla corsa partirono alle ore 10 in punto da Flero per il via della tappa decisiva.

Dopo sette kilometri di gara e centododici possenti "rutti" Christ Kinsella si fermò a bordo strada e vomitò, una, due, tre, quattro, cinque volte, poi, giunto ai piedi della Maddalena cominciò a vedere uccellini in padella volare, carne di coniglio ritornare in vita, in un niente si ritrovò per terra, senza sensi.

I soccorsi furono immediati, venne portato immediatamente in ospedale per le visite del caso, era chiaro però che c'era sotto qualcosa di oscuro e di certo poco felice...

La squadra venne tenuta all'oscuro di tutto, McMall volò al seguito dell'ambulanza mentre la corsa, seppur tacitamente, entrava nel vivo.

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Pasov e Mullins a seguire: Savino, Corno, Romanzi, Martano, Kaasinen e Muller; a poche decine di metri Johnny Flynn.

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Mullins perdeva lentamente contatto assieme a Pasov, come un folle si gettava in discesa all'inseguimento dei big, a quel punto imprendibili, con Romanzi a trionfare a braccia alzate...

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...e Mullins a battagliare allo sprint con Muller della Nec-Konami a duecento metri dai primi.

Una prestazione convincente, l'ennesima, ma i ragazzi di li a poco sarebbero stati informati del malore di Christ....................

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credo che il primo valore di una storia e' piacere a chi la fa ...

Quoto in pieno!

Quando chi la racconta ci mette passione, tutto il resto passa in secondo piano!

Comunque questa è una grandissima story.

Bellissimo il modo di raccontarla (oltre ovviamente al già pluri-riconosciuto lavoro sul database!!!)

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si ho capito ma un conto è giocare ad estremo con gente che ha 80 in salita o pianura, un conto con gente che ha 70-71 in quelle caratteristiche, poi sinceramente a me piace raccontare una storia, non mi interessa fare una storia per far vedere se sono bravo o no a giocare, non sono un fenomeno ma me la cavo...il mio obiettivo è fare una storia romanzata che sia realmente tale...

Permaloso :mrgreen: anche perchè io non vinco mai :lol:

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