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[PCM 2009 Story] Bob McMall non temeva il buio


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INTRODUZIONE:

Irlanda, anno 2020.

In un paese devastato dalla recessione economica e dilaniato da un preoccupante crollo di ideali, dove ogni abitante vive di stenti e non ha più alcuna ambizione per il proprio futuro, una piccola speranza sembra giungere da una cittadina vicina al macero ed allo scontro interno nel bel mezzo del Munster. Quasi un paradosso che rende questa storia ancor più epica ed attraente; un viaggio verso mete ignote che saprà risollevare un intero paese sprofondato nel buio più cupo.

CAPITOLO PRIMO: “Dura vita a Killarney Town”

Paragrafo I “Un McMall qualunque”

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"E' un altro fottuto giorno di un fottuto mese di Novembre in quella città dimenticata da Dio dal nome: Killarney"

Bob McMall è sempre alticcio da quarant'anni a questa parte, praticamente dall'età di 13 anni, quando, come tanti ragazzini di questa cittadina del Munster irlandese, affogava la noia nel solito bicchiere di birra scura, rinunciando difatti ad una vita sana e tranquilla.

Da trent'anni a questa parte Bob McMall alle 5 di mattina, in punto, accende la sua vecchia Saab 900 Turbo del 1980 e si reca alla miniera di Muckross, proprio dove sorge la famosa Abbazia e li, passandole davanti, da trent'anni a questa parte, Bob impreca e bestemmia accusando Dio di essersi dimenticato di Killarney e di averle preferito Cork, assicurandole ogni privilegio di sorta.

Alle 18:00, da una vita intera, se ne torna verso casa, non prima però di aver fatto sosta da Steven Mullins. Spesso McMall esce da li alle 3 di notte, sbattuto fuori con un sonoro calcio nel sedere; dorme due ore, dove capita, e riparte verso Muckross per un’altra giornata di duro lavoro a cento metri ed oltre sotto terra.

Il Sig. Mullins ha un bar, tale Morning Glory Irish Pub, uno dei posti meno rassicuranti e consigliabili del paese, ma anche il locale dove la birra è no-stop, i boccali sono più grossi e capienti ed il malto scende direttamente dal cielo; tutto questo a detta dei clienti, i più chiassosi, ubriachi e rissosi dell’intera Irlanda.

Già, perché non c’è un uomo dai 14 ai 60 anni in tutto il Munster che non abbia partecipato ad una rissa e che non abbia rifilato un bel cazzotto dritto in faccia a qualcuno ferendolo.

A Killarney ogni uomo ha una cicatrice che mai cancellerà.

Bob la prima cicatrice se la fece a tredici anni, il 31 Dicembre del 1981, quando difese sua madre per l’ultima volta dalle botte del padre, ubriaco come sempre, ubriaco per festeggiare l’ultimo dell’anno, ubriaco per paura di vivere felice. Will McMall prese una bottiglia di birra e colpì ferendo mortalmente la moglie Dana Stewey, il povero Bob nel tentativo di difendere la madre venne ferito in volto: 23 punti di sutura sotto l’occhio destro, sino al margine laterale della bocca.

Il padre morì di ulcera in carcere.

Bob McMall in quel gelido giorno di Dicembre perse i genitori per sempre, per motivi differenti e forse, a distanza di quarant’anni lo si può dire con certezza, perse la voglia di lottare e di vivere da vero uomo.

Tantomeno a Killarney nessuno cucirà quella ferita ancora aperta.

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Premetto che questa vuole essere più che una storia di pcm, una sorta di "romanzo", come ho sempre fatto e mi ricorderete per questo negli anni precedenti e nelle mie carriere. Non scrivo da un pezzo ma spero di farvi cosa gradita tornando a raccontare, sperando di trovare il tempo.

Mi piacerebbe racchiudere il tutto in una sorta di libro, come sto facendo, quantomeno in pdf, diciamo dunque che sarà una storia molto alternativa, spero di conquistarvi, pcm entrerà in scena con parecchie novità (sto lavorando ad un db da un mesetto e passa e spero di finirlo in tempo), ma il fulcro è e deve essere la storia...

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  • Amministratori

per chi non lo conosce, Karpets è il pluridecorato vincitore delle storie, con due vittorie consecutive nelle prime due edizioni del concorso

ed. 2006: Karpets (Procym-Cym5: Karpets ci riTEN(t)AX!!!)

ed. 2007: Karpets (Procym2-Cym06: La storia non si ferma, continua... )

Grandissimo ritorno. In bocca al lupo!

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Grazie mille ragazzi, a tutti, troppo buoni! Speriamo di confermarci allora, ah...grazie Bubba per la presentazione! :biggrin:

Paragrafo II “La vita secondo Bob”

La stirpe dei McMall è durata per cinque generazioni e terminerà con Bob, il quale eredi non ha e probabilmente, visto e considerato il suo stile di vita esagerato, non avrà. Pat McMall partì, come tanti irlandesi alla volta degli Stati Uniti, in cerca di fortuna, ma fortuna non trovò, finì alle dipendenze di un italo-americano, tale Frank Marino, e rimase immischiato nella malavita fino a quarantasette anni quando, in una retata nei dintorni di Chicago venne beccato con le mani nel sacco, durante una vendita di whiskey di contrabbando, finì dunque in prigione per il resto dei suoi anni.

Andò meglio al figlio Richard che costruì famiglia nel "paese delle opportunità", tale Vinnie che fece però ritorno nel paese natio dei McMall: l'Irlanda, oppresso dai debiti negli Stati Uniti cercò lavoro a Galway come pescatore e fece un'onesta vita, procreando Teresa e Jim i quali rimasero a Galway, quindi giunse al mondo la rovina di Bob, il padre Will che si trasferì con la moglie Dana a Killarney Town dove lo stesso Bob risiede.

A guardarlo Bob non sembra propriamente il tipico irlandese: occhi chiari, pelle olivastra, capelli castano scuro lunghi fin sotto le orecchie, due baffi prominenti, quella cicatrice importante ed almeno venti chilogrammi in sovrappeso. Veste spesso camice a quadri, rigorosamente aperte fino allo sterno e perennemente fuori dai pantaloni, spesso rattoppati da Wilma, la sarta del paese; non rinuncia mai ai suoi scarponi di due taglie più grandi per non sentire dolore mentre riempie di calci i malfattori di Killarney, così è sovente dire perlomeno.

Non ha passioni Bob McMall, se non per la Guinnes, autentico oro nazionale, ed il rugby: sport che praticò fino ai quindici anni; nonostante questo odia tutti gli altri sport, non ha passioni Bob, ha smesso anche di cercare la compagnia femminile, sarà da un paio d'anni almeno, non ha voglia di cercare un amore che non potrebbe mantenere vivo.

Amici ne ha, oltre al Sig.Mullins è stato ed è compagno fedele di scazzottate di Pat Mahon, Will Martin e Gregor Evans, altri amanti del bicchiere, rigorosamente pieno di Guinness. Pat e Will sono coscritti, quarantasei anni entrambi, il primo lavora come operaio in una piccola fabbrica a nord di Muckross, mentre Will è disoccupato da tre anni e non fa nulla per cercare lavoro. Gregor Evans invece è un pescatore, spesso parte per mare e fa ritorno a casa, dopo mesi e mesi e la moglie Susana non ha la minima intenzione di aspettarlo e di starsene con le mani in tasca; a Killarney Gregor è considerato una sorta di "sfigato" ma Bob gli vuole un gran bene, da quando gli regalò la maglia autografata di Ronan O'Gara, celebre rugbysta irlandese.

Questo è Bob McMall e questa è la sua vita piatta che sembra non svoltare, ma a volte si sa, sono solo impressioni e le impressioni spesso si rivelano sbagliate.

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Karpets, purtroppo non ti ho ancora letto..:wink:

Il tuo stile mi piace, e l'ambientazione pure, sono un appassionato dell'Irlanda e della sua storia (tanto da fare un lavoro d'esame al riguardo :happy:), più e meno recente, un motivo in più per seguire questa storia.

Grande, veramente, ottimo stile e ottima scelta di tempo e luogo, curioso di vedere una storia nel 2020.

Inutile dire che ti seguirò.

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Quanta gente, vi invierò maglia e pallone di O'Gara! :D

Paragrafo III "What's the story, Morning Glory"

"Il Morning Glory ogni venerdì sera è pieno in ogni centimetro quadrato, trasuda birra e rock da ogni poro, dopo la mezzanotte le risse si presentano ad intervalli regolari di venti minuti, vige la legge del più forte, del branco, nessun buttafuori, nessuna sicurezza, sembra una vera e propria giungla, ma non è solo Killarney ad essere in questo stato comatoso, tutta l'Irlanda è vicina al baratro.

L'unico a trarre giovamento da questa situazione sembra essere il Mr. Mullins, più la gente beve e più guadagna, eppure la sua vita è sempre la stessa da una vita, mai un lusso, mai un eccesso, mai un brivido, anche se una volta ci provò: noleggiò con i soldi di un week-end pieno una Rolls Royce che finì per distruggere contro il cassonetto dell'immondizia, tradito dall'asfalto bagnato. Forse per questo che ad ogni minimo brivido Mullins diventa tachicardico, eppure un tempo...

Trent'anni fa, quando nacque il bar era un fanatico del british rock, amava gli Oasis, il gruppo di Noel e Liam Callagher, che adorava a tal punto da intitolare il locale come una celebre canzone del gruppo di Manchester il quale, entusiasta dell'idea, volle ringraziare Mullins di persona. Ovviamente il solito pretesto per fare una gran baldoria e bere senza pagare, risultato? Il locale fu letteralmente invaso dagli hooligans del City, sedie lanciate ovunque e birra a fiumi; Liam ne uscì malconcio, scazzottato dal fratello Noel, come da routine, ma il Sig. Mullins restò soddisfatto: aveva la foto con i propri idoli.

A quei tempi c'era la musica a salvare lo spirito, ora non c'è alcuna melodia che sappia infiammare la gente, che trasmetta un messaggio, c'erano gli U2 ed i Cranberries, ora non suonano più e le loro musiche sembrano riecheggiare troppo lontane.

La situazione del paese sembra essere tragica, il tasso di disoccupazione è altissimo, la gente, stanca e arrabbiata, ha preso di mira i politici, i borghesi e sembra pronta ad un golpe, guidata da un certo Fred Duffy, armatore della contea di Limerick pronto a spodestare l'attuale premier John McCusack.

Sembra di essere tornati indietro di qualche secolo, le contee ora sono in mano a differenti personaggi, affamati di vendetta nei confronti del "Governo ladro" ed i cittadini senza speranza alcuna si affidano a loro, quasi fossero Santi da adorare.

Bob McMall di politica mai si era interessato prima d'ora, ma la situazione stava per crollare da un momento all'altro, in un attimo di lucidità pensò che, in fondo, a lui era sempre interessato soltanto di sè stesso, ma qui in gioco c'era una Nazione intera, quell'Irlanda che amava più di ogni altra cosa al mondo. Bob patriottico lo era sempre stato, ma il tricolore per un pò se n'era stato nei bassifondi dell'anima, offuscata dal tunnel alcolico, ma ora sembrava pronto a lottare come da bambino, per un ideale.

Lanciò il bicchiere colmo di Guinnes per terra, Mullins e tutto il "Morning Glory" si girarono stupiti verso di lui, si avvicinò alla televisione e, indicando Duffy che rilasciava interviste da star al telegiornale disse queste esatte parole:

"Fanc**o, Fanc**o, Fanc**o. Predicatori...

Serve gente con le palle, che ami l'Irlanda, che sia pronta a sacrificarsi per la propria patria, gente...non si tratta di voi, ma si tratta dei vostri figli, dei vostri nipoti, di chi ci seguirà quando noi saremo seppelliti tre metri sotto terra, quando i più fortunati si ritroveranno un fiore sulla fotografia ed i più sfortunati invece resteranno soli come lo sono sempre stati, l'unica compagnia che riceveranno sarà quella di un gatto e dei suoi bisogni. Ma qui non si tratta di voi c***o, si parla di ciò che c'è dopo, io amo questo paese e non servono più le parole, stiamo sprofondando nella m***a a suon di parole, il nostro paese ha bisogno di fatti, serve una guida. Domani mattina, se queste parole vi saranno comparse anche in sogno vi aspetto tutti a Jerrey Square, davanti alla rosticceria dei Cohen, forza gente, è tempo di reagireeeee!!!"

Per due minuti esatti tutti restarono muti, mai avevano visto McMall così lucido, mai lo avevano sentito parlare, seppur con qualche volgarità indispensabile, così bene. Due minuti, due lunghissimi minuti...

Poi si alzarono tutti in piedi, Mullins offrì Guinness per tutti, Bob uscì dal locale in quello stesso frangente, infilò le chiavi nella sua vecchia Saab e si recò verso casa, come non faceva da giorni.

Qualcosa stava per accadere nel cuore verde d'Irlanda.

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