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[PCM 2009 Story] Bob McMall non temeva il buio


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Questa visione dell'Irlanda nel futuro, è frutto per caso di una previsione sulla situazione economico e sociale dell'Italia tra qualche anno???

Comunque ti seguo sempre di più

Più o meno.. :mellow:

30-40 anni fa era così, e adesso la situazione sta peggiorando e politici ne stanno approfittando, vedesi trattato di Lisbona, e a quanto pare stanno rifiorendo RIRA, PIRA e via dicendo, assieme ad essi, ma sul piano politico il RSF.

Ma meglio non dilungarsi su altri contributi.

Nella seconda frase non posso che quotare.

Karpets, questa frase:

"ma qui in gioco c'era una Nazione intera, quell'Irlanda che amava più di ogni altra cosa al mondo. "

è una provocazione?

Complimenti....

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Paragrafo IV "Red is the rose"

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Jerrey Square, 6:00 del mattino.

Bob McMall non chiuse occhio per tutta la notte, era da una vita intera che non provava dentro di sè tali sensazioni, che non sentiva il fuoco sacro ardere in fondo all'anima, era allo stesso tempo emozionato dall'essersi emozionato, una spirale di pathos che si avvolgeva dolcemente attorno a lui, quasi in un clima aureo, baciato dalla sorprendente neve che nella notte era caduta a frotte, quasi come un segno del destino.

La rosticceria dei Cohen rappresentava il fulcro della piazza e Jasmine, la dolce figlia del proprietario, nata in Francia a Boulogne Sur-Mar durante un viaggio dei genitori: Rosa e Pete, uscì sfidando il freddo e la neve per portare una focaccia calda a Bob e per dirle che aveva sentito le sue parole dal padre Pete e l'avrebbe appoggiato sino in fondo.

McMall che non vedeva una creatura femminile da anni si soffermò e sciolse per un attimo il suo sguardo da duro dinanzi alla bella Jasmine, appena ventitreene, le mani calde di lei sfiorarono le dita gelide e ruvide di Bob, senza malizia alcuna, ma per lui era giunta l'alba di una nuova vita.

Attese per due ore e trentasei minuti, quando da St.Johnston Road vide giungere per primi gli amici del Morning Glory ed immediatamente dietro di loro...tutta la città di Killarney, eccezion fatta per i bambini ed i malati, rimasti orgogliosi della risposta della piccola cittadina a casa al caldo , mentre la neve fuori continuava a cadere incessante.

Poi il silenzio, tombale, solo il rumore del vento proveniente dalle coste Islandesi a far da sottofondo, Bob McMall fece un passo avanti, non parlò ma sfilò dalla giacca marrone scuro il gagliardetto del Munster, lo mise al petto del fido amico Pat Mahon, poi prese la bandiera irlandese, la innalzò al cielo e, assieme a ottantun valorosi uomini partì alla volta di Dublino.

Lungo la strada incontrarono William O'Hollins della contea di Clare, Stuart Cornell di Mayo, Patrick Reynolds di Offely e Jim Butterfly del Galway, tutti su una fiammante Rover verde scuro, chiesero stupiti del perchè stessero facendo tutti quei kilometri a piedi, Bob rispose sicuro:

"Dannazione, levate il culo da quella macchina, siamo nel 2020 ma è come se fossimo nel medioevo, la gente non ha più fame non ha voglia di lottare, noi del Munster abbiamo ancora fame di libertà, andremo a Dublino a parlare al Presidente, raggiungeremo a piedi la stazione ferroviaria di Tullamore e li prenderemo il primo treno per la capitale. I miei uomini devono vedere cosa stiamo distruggendo, le nostre distesi verdi, i pascoli di pecore, la natura selvatica e pure voi dovreste farlo, anzi lo farete...uominiiiiiii!!! Fateli scendereeeeeeee!!!"

In tre secondi un'orda barbarica di cinquanta uomini trascinò fuori i quattro malcapitati, lo spavento inziale divenne poi spirito d'avventura e cominciarono a camminare dialogando con Bob verso Tullamore, la strada era lunga ancora e la notte stava per scendere così come la temperatura, ma la luna piena illuminava il tragitto di ottantacinque irlandesi intenti a cantare "Red is the rose", per sentirsi meno soli, più forti, meno lontani da casa...

Red is the rose that in yonder garden grows

Fair is the lily of the valley

Clear is the water that flows from the Boyne

But my love is fairer than any.

Come over the hills, my bonnie Irish lass

Come over the hills to your darling

You choose the rose, love, and I'll make the vow

And I'll be your true love forever.

'Twas down by Killarney's green woods that we strayed

When the moon and the stars they were shining

The moon shone its rays on her locks of golden hair

And she swore she'd be my love forever.

Chorus

It's not for the parting that my sister pains

It's not for the grief of my mother

'Tis all for the loss of my bonny Irish lass

That my heart is breaking forever.

Chorus

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grazie, sarà rivoluzione o che altro...? :rolleyes:

Paragrafo V "86 patrioti a Dublino"

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Il Terminal 3 alla stazione di Dublino segnalò, alle 15:01 del 28 Novembre 2020, l'arrivo del treno passeggeri proveniente da Tullamore, su uno dei tanti schermi che si potevano trovare ad ogni angolo. Bob McMall ed i suoi ottantacinque compagni di viaggio non dimenticheranno mai quella data, così come mai si scorderanno di Dublino, la capitale che molti videro per la prima volta proprio quel giorno. Uscirono dalla stazione sotto una fitta nebbia, da lontano si scorgevano le luci dei lampioni già accesi, i fari delle auto sfreccianti su Lincoln Street, l'abbaiare dei cani e le grida di gioia dei ragazzi appena usciti da scuola.

Dublino sembrava così immensa per loro, gente di periferia, contadini, manovali, operai di miniera, ubriaconi comuni; quasi spaventati cominciarono a seguire il flusso di gente dirigendosi verso la piazza principale, camminarono cinquantasette minuti a vuoto, poi videro un'insegna su di un cartello stradale indicare la sede di Governo, cominciarono ad aumentare il passo, emozionati come bambini il primo giorno di scuola, giunsero dinanzi al Palazzo e si fermarono, quasi spaventati.

Bob fece un passo avanti, un'ombra scura si fece largo nella folla resa invisibile dalla nebbia sempre più fitta, entrò nel portone principale, le guardia cercarono di porre resistenza ma vennero travolte, il Premier John McCusack se ne stava li, sulla poltrona con rifiniture orate a sorseggiare un thè caldo con biscotti, Bob si fece avanti, disse al Premier di non spaventarsi e fece chiamare l'amico fidato, furono compagni di scuola, Ryan Jarvis.

Ryan rimase stupito, attonito, a tratti imbarazzato. Era Jarvis il responsabile dell'impresa di pulizie che lavorava al Palazzo di Governo, tale "Jarvis Cleaner", praticamente il suo impatto sul Premier era pari all'1%, tant'è che McCusack nemmeno lo considerava.

A dire il vero Bob aveva sempre detto agli amici che Ryan era un pezzo grosso del Governo, non certo che rappresentava un'impresa di pulizia; tant'è che i restanti ottantacinque persero per un attimo ogni speranza, McMall aveva per tutti fatto una pazzia.

John McCusack, premier da tre anni, aveva l'appoggio delle grosse aziende del paese, ma a parte queste l'intera Nazione provava un profondo odio per lui, secondo voci influenti si era arricchito speculando su più campi: dall'edilizia alle opere pubbliche, serviva solo una prova per incastrarlo. Erano però due anni abbondanti che McCusack veniva processato, controllato, seguito, ma mai nessuna prova lo incastrò, sembrava protetto da qualcuno, sembrava...

Bob inspiegabilmente si mise a ridere a crepapelle, sembrava in preda ad un raptus di follia, chiuse le porte del Palazzo, mentre nel frattempo la sicurezza cominciò ad organizzarsi, prese il Premier di forza, lo portò nel suo ufficio guidato da Ryan, il quale continuava a ripetere: "Sei un folle, solo un folle può sequestrare il Premier di un Paese intero, mi rovinerai!!!". Terrorizzato Ryan aprì e richiuse subito l'ufficio, mentre McMall rimase solo con McCusack in quella stanza.

Forse folle, forse genio, di certo con il rischio di ritrovarsi con l'etichetta di criminale appiccicata addosso per il resto della sua vita, Bob aprì una bottiglia di Jack Daniels, ne versò un poco nel suo bicchiere ed un altro pò in quello del Premier, incredibilmente cominciarono a parlare...

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Paragrafo VI "Giallo al Dublin City Hall"

Bob McMall sembrava tranquillo, continuava incessantemente a roteare il bicchiere di "Jack", la forza centrifuga ingoiava il piccolo cubetto di ghiaccio, ormai disciolto, verso il fondo, McCusack fissava preoccupato quel cubetto di ghiaccio immaginando di essere metaforicamente lui stesso, inghiottito verso il fondo, come una nave destinata ad affondare.

Un paese l'Irlanda destinato agli abissi, per questo forse una rivolta, non sanguinosa, sarebbe stata forse una soluzione non così insana, così almeno la pensavano i compagni di Bob, mentre lui, Bob per l'appunto, ostentava sicurezza pur non avendo un piano ben preciso, figurarsi un piano B, una via di fuga in caso di fallimento. Il Premier non aveva la minima intenzione di mollare la carica e di certo McMall non poteva piazzargli una pallottola in testa, essenzialmente per due motivi: un criminale non era ed una pistola non aveva... La soluzione tardava a venire...

Poi, d'improvviso quel vecchio ubriacone di Bob vide la luce in fondo al tunnel, chiamò i media, televisioni e giornali piombarono al palazzo di Governo, la Polizia era nel medesimo tempo pronta a sfondare la porta dell'ufficio e catturare McMall, ma a capo della Polizia stessa c'era Kieran Gooran, fervente ribelle dei metodi brutali imposti dal Premier, tant'è che collezionò ben tredici richiami, ma Gooran era una vera e propria star in Irlanda.

Quarantasette anni, volto giovane ma vissuto, balzò alle cronache quindici anni fa quando nel giro di sei mesi salvò il Premier di allora, Ben Glentoran, da un tentativo di aggressione e quindi liberò una bimba di sette anni ostaggio di un gruppo di criminali pronti a venderla nell'est europeo, l'intero paese ammirò quell'uomo tant'è che ricevette ogni nomina possibile da parte del Presidente della Repubblica. Qualche ambizione politica Gooran la coltivava, era anche sindaco di una piccola cittadina a quaranta kilometri da Dublino, ligio al dovere come pochi era però in forte combutta con il Premier che considerava un traditore della patria, lui che patriota lo era fino in fondo, proprio come McMall.

Bob registrò un messaggio video che mise su un dvd che passò da sotto la porta ai giornalisti presenti, in questo messaggio si rivolse al popolo irlandese:

"Popolo d'Irlanda, mi chiamo Bob McMall, cittadino di Killarney Town, uomo del Munster, lavoratore in miniera, ho sempre servito ligiamente questo paese, come tutti voi, ma ora la nostra Nazione sta per sprofondare, guidata da un potente senza ideali pronto a cancellarvi pur di arricchirsi. Vi chiedo di unirvi a me e ai miei ottantacinque, gloriosi, compagni, che ora si trovano braccati dalla Polizia. Non tengo sotto ostaggio nessuno, non sono un criminale, sono solo uno dei tanti esasperati, pronto a sacrificarsi per la patria, per le generazioni future, pensate ai vostri figli, nipoti...

Nessuna rivolta armata, vi chiedo di non versare sangue, versate birra popolo d'Irlanda, riempite i bicchieri e brindate al nuovo paese che verrà, guidato da un eroe nazionale. No, non sono io, il Premier McCusack si dimetterà se i politici che ci governano avranno la forza di far crollare questo Governo e, a guidarvi, ci sarà il capo della Polizia: Kieran Gooran.

Popolo d'Irlanda, morire oggi per vivere domani!!!"

Il messaggio andò su tutti i canali nazionali nel giro di un quarto d'ora, il capo della Polizia Gooran rimase esterefatto, McCusack si mise in contatto con i compagni politici per tentare di risolvere il caso, nel giro di un'ora la Borsa registrò un eccesso di rialzo, improvvisamente il paese sembrava rialzarsi, risorgere come l'Araba Fenice dalle proprie ceneri. Gooran ordinò a McMall di farlo entrare, egli acconsentì, nell'ufficio si ritrovarono in tre; l'intera popolazione era convinta che fosse proprio lui il nuovo capo di Governo, la gioia della gente cominciò a diventare contagiosa, feste in piazza senza sosta, gioia ed ebrezza, la bugia, o per meglio dire la speranza di un uomo stava risvegliando la nazione.

Gooran invitò McCusack a dimettersi, con la promessa di fermare le indagini sul suo conto, il Premier, con le spalle al muro, uscì dalla porta sulle sue stesse gambe, nello sporco gioco di politica e ricatti stavolta la testa la dovette piegare lui, prese il primo volo per Edinburgo e li ci rimase fino alla sua scomparsa, quattro anni dopo, stroncato da un infarto.

Si sedettero al tavolo Kieran Gooran e Bob McMall, l'ex capo della Polizia ringraziò il povero uomo di Killarney, per qualcuno la rivoluzione era conclusa, ma per lui, il minatore sempre ubriaco, era soltanto l'inizio e, quando Gooran chiese a Bob cosa volesse fare in futuro, quando gli offrì qualsiasi carica di governo lui rispose:

"Non sarò un politico, un Presidente o un Ministro, sarò soltanto un piccolo uomo che renderà di nuovo grande questo paese, non cerco gloria per me, mai l'ho fatto nella mia fottutissima vita fatta di birra e sbornie, cerco solo un motivo per non sprofondare nel vortice della depressione, cerco la luce per me ed il mio amato paese. Voglio regalare un sogno alla mia amata Irlanda, distrarre la mente oppressa della gente focalizzandola su un altro obiettivo, ce la farò...

Lei pensi a governare degnamente risolvendo ogni problema ed io riporterò la gioia in questo verde paese. Regalare un sogno, regalare un sogno..."

Uscì dalla porta dell'ufficio, braccato dai fotografi, con il suo modo rude e grezzo li allontanò, riprese i compagni di viaggio e tornò con loro a Killarney, sotto la soffocante pioggia novembrina, senza parlare, solo camminando tra le tenebre.

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Paragrafo VII "Nessun progetto"

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Le tenebre per un attimo sembravano inghiottirlo, sentiva le voci dei compagni delusi, avrebbero voluto il potere, avrebbero desiderato la gloria e se ne tornavano sotto la pioggia, cosa avrebbero raccontato alle loro famiglie?

McMall, giunti a Killarney andò da Mullins, al Morning Glory, aveva tanta voglia di bersi una pinta, per tutto il viaggio non l'aveva fatto ed era l'occasione buona per confidarsi con un vecchio amico:

"Bob, dannazione che gran casino!"

"Zitto Mullins, è stata improvvisazione..."

"C***o eri ad un passo dal potere, perchè non prenderlo?"

"Potere...mio padre amava il potere, uccise mia madre perchè si credeva onnipotente, il potere è solo m***a, quando ci finisci dentro macchia, odora..."

"Strana metafora vecchio McMall, beviti questa Guinness, capisco il tuo odio verso il potente, in fin dei conti Gooran è l'uomo giusto no?"

"E' un brav uomo, ma resta un potente..."

"Mah...e tu saresti andato fino a Dublino per nulla?"

"A te sembra nulla, a loro la fuori sembra nulla...ma il paese si sta risollevando, ora, quando il progetto decollerà di Gooran nessuno si ricorderà, sui libri di storia sciveranno di Bob McMall da Killarney!"

"E qual è il progetto"

"..."

"Non hai un progetto???"

"Arriverà da solo..."

"Dannazione Bob, non hai un progetto!"

"Serve solo qualcosa che dirotti il paese verso un'altra direzione, lo sport potrebbe esserlo che dici?"

"Sport? Ma se lo odi?!?!"

"Ho giocato a Rugby per anni..."

"Il rugby è lo sport nazionale serve qualcosa di nuovo..."

"Tutto il resto mi fa c***re! Serve qualcosa che avvicini la gente, la allontani dalle pressione, voglio riversare la gente sulle strade, sulle colline"

"Beh Bob, non vorrei dirtelo ma ci sarebbe..."

In quel momento nel locale entrò un ragazzo, sui venticinque anni, non troppo alto, carnagione scura, originario di Minas Gerais, un brasiliano in Irlanda? Un brasiliano al Morning Glory?

Che diavolo ci faceva.............?

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