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Karpets

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Su Karpets

  • Compleanno 26/08/1985

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    Male
  • Location
    Brescia
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    cycling manager

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    davidezek@hotmail.it
  • ICQ
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  • Website URL
    http://spaces.msn.com/matejaspace/

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Newbie (1/14)

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Reputazione Comunità

  1. perfetto! ci saranno anche le skin dei corridori che non ho capito? i file visage intendo...
  2. hahaha vladimiro di diritto! Siamo una squadra un pò hippie e un pò naif non dimenticarlo... Ok pack ita ma quando esce? Se anticipa il daily magari...
  3. del daily è uscita solo la beta quindi?
  4. attendo o il pcm daily (non la beta) o il pack ita per poi cominciare!
  5. hahahahahahah pure io! Non ho ancora capito che squadra guida...
  6. lui non dorme mai...è meglio di Chuck Norris!
  7. Un anno dopo Ci volle un altro lungo anno per ritornare verso Fairbanks, dopo aver attraversato montagne, laghi, pianure e foreste, città...vedemmo quanto c'era da vedere senza perderne ogni minima essenza presente nell'atmosfera. Stanchi, stremati ma soddisfatti: al termine del viaggio calcolammo di aver percorso circa 1200 miglia di cammino e oltre 3000 in bicicletta. Eravamo ALLENATI! Pronti a tutto, forgiati dal gelo, dalla fatica quotidiano e dal "nulla ti è dovuto, devi conquistartelo". I giorni successivi al nostro ritorno "alla base" ci accorsimo di non essere più in grado di rimanercene con le mani in tasca (a dire il vero non lo eravamo mai stati). Io, Tom, Kinai, Jeff e Carter continuavamo a ricercare l'avventura, la fatica...Pedalavamo, correvamo ogni santissimo giorno, quasi fossimo ormai dalle macchine programmate per soffrire al fine ultimo di provare piacere. Con gli amici Gregor e Pat ci sentivamo ogni settimana, gli raccontavamo quanto ci stava accadendo, ci stavamo drogando di sport, accorgendoci di quanto i nostri limiti si stavano sempre più spostando verso l'alto. Gregor, che folle era ma scemo no e un pizzico di senso del business l'aveva per davvero, si sbilanciò. Per sei mesi non si fecero sentire nè lui nè Pat (MaCstill), fino a quando non si presentarono un bel giorno a Fairbanks, poco prima della nostra partenza verso le Falkland con questo fax accettato dall'UCI... Tutti illustri sconosciuti, eccetto uno...quel Vladimir Karpets voluto in squadra per motivi burocratici con la Russia (la storia dell'Alaska parla anche sovietico), il quale però, eterna promessa mai sbocciata si sarebbe messo a completa disposizione della squadra. Oltre ai russi anche qualche canadese e tanti americani, noi Alaskiani eravamo si un miscuglio di popoli ma ci imposimo di rimanere uniti nel corso degli anni... Avevamo ancora sei mesi prima di cominciare... ma... intanto... ero un ciclista professionista...
  8. Heheheh si in effetti qui c'è più da leggere che da scrivere...ultimo post ora e poi presentazione!
  9. ma in quel caso tiri di pallino o tirare brevemente?
  10. giusto un pelo... dai che tra poco si comincia con la carriera e ci sarà la presentazione della maglia e volti...
  11. Dieci mesi dopo Quasi un anno dopo giungemmo a Ekwok, piccolo agglomerato di case popolato dagli indigeni "Inuit", dopo un lungo periodo trascorso in sella a delle mountainbike prestateci dall'amico Pat MaCstill, che però non ci seguì nel nostro viaggio. Lui e Gregor si offrirono però di sponsorizzare la nostra spedizione, rifiutammo ogni tipo di aiuto economico, ma accettammo di buon grado il prestito delle biciclette, sapendo che ci avrebbero fatto comodo, almeno fino a quando non ci saremmo esposti alle correnti gelide del nord. Salutammo gli amici canadesi commossi, promettendo loro che saremmo tornati per riportare le mountainbike si, ma soprattutto per raccontare ogni particolare del nostro viaggio. Un viaggio che continuava a regalarci emozioni immense, come quando ci addentrammo nella cultura di questi Inuit, conoscendo usi, costumi, persino la lingua, o meglio qualche parola del loro indecifrabile linguaggio. Prak Nanuk, padre di Kinai, divenne nostro grande amico, ci spiegò tutto, ma proprio tutto dell'Alaska, rapendo le nostre menti sognanti ogni notte, quando ci fermavamo fino a tardi dinanzi al fuoco acceso ad ascoltare i racconti di un uomo vissuto. Prak aveva solo 34 anni quando lo incontrammo, mentre il figlio Kinai era soltanto un bambino, rapito quanto noi dalle parole del padre. In realtà nemmeno noi potevamo considerarci grandi, dal basso dei nostri diciassette anni nemmeno compiuti: Kinai era solo più giovane di noi, dotato di una grande intelligenza e spirito di sacrificio. Ogni mattina infatti si alzava alle cinque per andare a comprare il pane, quindi andava a scuola in bicicletta o a piedi a seconda del periodo dell'anno, per poi tornare a casa ad aiutare il padre nelle faccende di casa, considerato che la madre se n'era andata sposandosi un ricco canadese conosciuto anni prima. Restai senza parole quando, qualche mese dopo, Prak decise di partire con noi e il figlio verso il nord, nelle terre inospitali, estreme...nelle terre di nessuno... La sua esperienza ci avrebbe aiutato probabilmente a superare i momenti difficili della spedizione; lui e Kinai parevano marinai esperti in mezzo al mare in tempesta, nulla sembrava disturbare la nostra corsa verso nord. Incontrammo ogni tipo di condizione sfavorevole, ma giungemmo, l'anno successivo, a Barrow, la mia casa... Mi guardai attorno e vidi il solito ammasso di baracche, il buio attorno come sempre, a rendere il tutto ancora più inospitale. Trovai i miei genitori invecchiati: la lontananza da un figlio, seppur complessato e difficile come lo ero io, logora dentro e fuori, tant'è che è difficile nasconderlo. Li abbracciai, ci guardammo per un attimo e loro capirono di non potermi trattenere; non ci parlammo nemmeno, i nostri occhi si fecero intendere. Ritornammo verso il cuore dell'Alaska, in direzione Anchorage... Quando arrivammo al momento dei saluti Prak si fermò, mise la propria mano sulla testa del figlio e gli disse in lingua inuit: "Kinai...ho atteso questo momento a lungo, il mio unico e amato figlio è pronto; pronto a partire e cercare fortuna. Non è l'età che fa di un bambino un uomo, ma il suo spirito forte, da guerriero: tu sei un uomo ora, loro saranno i tuoi compagni di viaggio. Torna da me quando sarò vecchio e stanco, perchè così in questi anni avrai il ricordo di tuo padre nel pieno delle forze, mandami una lettera una volta all'anno, pensami sempre...e cerca quella fortuna che io, restando qui non ho avuto. Come me cerca di essere un uomo d'onore, dal cuore buono e di non dimenticare la tua terra, pensa semmai ad allargare i tuoi orizzonti, a non limitarti come noi qui a Ekwok. Buona fortuna figlio mio..." Kinai abbracciò il padre e partì con noi, aggregandosi a me, Tom e Carter: ancora non capivo quale fosse la meta, lo scopo: ben presto lo avrei scoperto.
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