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Giro 2009


emmea90

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andrò in controdenza, ma amio modo di vedere è un giro molto interessante...manca un tappone dolomitico, ma sarà un giro senza respiro, e non dimentichiamo che gia alla 4 e alla 5 tappa avremo i primi 2 arrivi in salita (e l'Alpe di Siusi è una salita abbastanza tosta)...l'unica tappa sprecata a mio modo di vedere è quella di Pinerolo...li probabilmente non succederà nulla o quasi.

Ps: il tappone di Monte Petrano tiene testa ad un tappone dolomitico, e non da tregua per un km. Stupendo almeno sulla carta

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un giro d'italia anonimo...ecco come la penso...si sn completamente dimenticati di calabri puglia e basilicata...oltre ke della sicilia....si dovrebbero solo vergognare...l'italia nn finisce in campania

Quoto...ma Ogni anno dimenticano qualche Regione!Sarebbe bello Un Giro D'Italia che le toccasse tutte e 21, ma credo sia Impossibile per spostamenti e Viaggi Vari!!!

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Non ho capito come mai la Lampre mancava con i suoi ciclisti alla presentazione del giro del centenario. E mi pare di aver letto che sia stato proprio Saronni che non ha lasciato andare i vari bruseghin, Ballan e Cunego. Qualcuno sa dirmi il motivo?

Che rompi che sei wanka.... :24: :24: :24:

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A dir poco delirante l' interventio di Bartoletti ieri :rotfl:

Cmq giro disegnato maluccio, se non male male.

Cioè a Roma ci si può arrivare anche partendo da una città più a sud di Venezia e facendo le Dolomiti come si deve!

Si partiva da una città del centro Italia, magari la stessa roma, 2-3 tappe pianeggianti, 1-2 tappe appeniniche per dare la prima scossetta, magari anche lo stesso Blockhaus, messo come fu messo il Terminillo qualche anno fa, poi riposo, si riparte da venezia si fa una tappa piana e poi si fanno le Dolomiti, non come in questo giro dove fanno le dolomiti.

La storia del giro si è scritta su quelle montagne!

E' un affronto al ciclismo non affrontare montagne come il Pordoi, lo Stelvio, il Gavia, il Mortirolo!

Al diavolo poi sconfinamenti in Tirolo!

Riposo e poi continua, si andava a milano e poi siseguiva il percorso del giro facendo la Cuneo-Pinerolo e si continuava inglobando quella che mi pare la novità più piacevole di qeusto giro, ovvero la cronometro nelle 5 terre.

Poi si scendeva, si andava in toscana, si faceva una tappa apepninica dura e poi Roma.

Ci si stava tranquillamente se si distribuivano bene i trasferimenti.

Poi la tappa più dura sugli appennini marchigiani, fa piangere il cuore.

Suvvia guardiamoci in faccia, questa non è roba da giro del centenario! Potevano farlo l' anno prossimo!

Un giro che si decide sul Vesuvio e non sul Mortirolo, Gavia, Stelvio, Bondone, Pordoi, Giau, Zoncolan, Colle delle Finestre, Sestriere ecc... fa schifo! Soprattuto perchè questo era il giro del ricordo, della tradizione!

Pur non essendo d'accordissimo sul commento al Giro, sai che mi hai appena dato un idea per un Fantagiro? :mrgreen:

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Non ho capito come mai la Lampre mancava con i suoi ciclisti alla presentazione del giro del centenario. E mi pare di aver letto che sia stato proprio Saronni che non ha lasciato andare i vari bruseghin, Ballan e Cunego. Qualcuno sa dirmi il motivo?

Che rompi che sei wanka.... :24: :24: :24:

Saronni si è risentito perchè tutta l'attenzione mediatica in tempi recenti è stata concentrata su Armstrong e Basso, e in pochi si sono curati dei suoi pupilli, per l'appunto Ballan e Cunego. Da qui la decisione, come gesto di protesta a mio avviso molto puerile, di far presenziare a Venezia il solo Bruseghin.

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Ho letto di gente che ha definito deludente sto Giro perchè manca il Mortirolo (che salita storica non è, e cmq ce ne sarebbero altre ben più prestigiose...) e perchè mancano i tapponi dolomitici, che erano belli soprattutto nella 3° settimana... Ma allora, questo Giro del Centenario in che cosa sarebbe stato SPECIALE? a me piace molto, nervoso, non asfissiante, aperto a tutti, e diversissimo da qualunque altro...

Unica delusione, incomprensibile, la tappa Cuneo-Pinerolo, che per quanto abbia valore storico, è una tappa che nel ciclismo moderno è improponibile; 100 km di fughe di leader non esistono più, in quella tappa non succederà nulla, se non uno spreco di 250 km e 5 salite...

Riguardo i transiti al SUD, anch'io so deluso, ma d'altronde si fanno solo 21 tappe...:wink:

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andrò in controdenza, ma amio modo di vedere è un giro molto interessante...manca un tappone dolomitico, ma sarà un giro senza respiro, e non dimentichiamo che gia alla 4 e alla 5 tappa avremo i primi 2 arrivi in salita (e l'Alpe di Siusi è una salita abbastanza tosta)...l'unica tappa sprecata a mio modo di vedere è quella di Pinerolo...li probabilmente non succederà nulla o quasi.

Ps: il tappone di Monte Petrano tiene testa ad un tappone dolomitico, e non da tregua per un km. Stupendo almeno sulla carta

Vabbè si può fare anche una tappa in Valle d' aosta e sarà durissima, ma non ha lo stesso fascino di una tappa come quella del fedaia l' anno scorso, dove c'è stato spettacolo puro!

Cioè le montagne le trovi ovunque se le cerchi, anche in una tappa della pianura padana puoi metterci l' arrivo su un cavalcavia e trasformare un pò la tappa.

Cmq il giro non è malissimo, ma non è un giro del centenario, è un giro che andava bene per il 101esimo anno!

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Ho letto di gente che ha definito deludente sto Giro perchè manca il Mortirolo (che salita storica non è, e cmq ce ne sarebbero altre ben più prestigiose...) e perchè mancano i tapponi dolomitici, che erano belli soprattutto nella 3° settimana... Ma allora, questo Giro del Centenario in che cosa sarebbe stato SPECIALE? a me piace molto, nervoso, non asfissiante, aperto a tutti, e diversissimo da qualunque altro...

Unica delusione, incomprensibile, la tappa Cuneo-Pinerolo, che per quanto abbia valore storico, è una tappa che nel ciclismo moderno è improponibile; 100 km di fughe di leader non esistono più, in quella tappa non succederà nulla, se non uno spreco di 250 km e 5 salite...

Riguardo i transiti al SUD, anch'io so deluso, ma d'altronde si fanno solo 21 tappe...:wink:

ma sulla carta è bello, ma nessuno ha le pa**e di andarsene su salite come il Rolle, che è lontano dall' Alpe di Suisi, che non è sto grande salitone.

Poi le tappe in Austria solita delusione con arrivo della fughetta.

A bergamo c'è il "cavalcavia finale", ma all' imbocco ci arrivano in 20.

Sugli appenini, se non si attacca non si stacca nessuno.

Cuneo-Pinerolo anche lì, non so, magari viene bene.

Bellissima la crono.

Bene Blockhaus.

il vesuvio come ultima salita, non mi convince per nulla.

Poi Petrano ok.

Ma è un giro più facile degli altri, perchè nelle tappe con salitelle non durissime, dove si deve attaccare e non si fa selezione, nessuno attacca!

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  • Amministratori
Quoto...ma Ogni anno dimenticano qualche Regione!Sarebbe bello Un Giro D'Italia che le toccasse tutte e 21, ma credo sia Impossibile per spostamenti e Viaggi Vari!!!

Abbiamo 21 Regioni????

Io sapevo 20... (poi in Sardegna la vedo dura....)

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Dai ragazzi, analizziamo il Giro dell'anno scorso:

-Tappa dell'Alpe fatta solo gli ultimi 4 km, con spreco del Manghen

-Tappa del Fedaia gli ultimi 6 km, con spreco del Giau

-Tappa di Monte Pora, che se non fosse per Di Luca, buonanotte!!!

-Tappa dell'Aprica con Mortirolo sprecato...

Nel ciclismo moderno è inutile fare sti tapponi, interessano solo gli arrivi in salita, e l'anno prossimo ce ne saranno 5.. quanto meno si battaglierà di più, ormai sono gli arrivi in salita che interessano i ciclisti (Alpe di Siusi e il Vesuvio non è malaccio per niente...), d'altronde sono loro a fare le corse, e non il contrario... :wink:

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Avete perfettamente ragione!L'ultimo giro è stato un pò "triste"dal Punto di vista dello spettacolo!Oramai Tutti hanno paura e si coprono per comparire negli ultimi km!!!questo di certo non giova a chi Guarda le Tappe!

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un giro d'italia anonimo...ecco come la penso...si sn completamente dimenticati di calabri puglia e basilicata...oltre ke della sicilia....si dovrebbero solo vergognare...l'italia nn finisce in campania

Hanno scorso hanno cmq fatto 3 tappe in Sicilia.. e altre in quelle zone che hai citato..

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Hanno visto che nel giro di quest'anno...uno dei giri più duri degli ultimi 25 anni, erano tutti morti e c'erano sempre vittorie in fuga, e nessuno dava lo spettacolo degli altri anni, nessuno staccava tutti e i corridori di classifica arrivavano più o meno assieme, invece con un giro molto più facile ci sarà più spettacolo... secondo loro

Poi diciamo che tutti quei grandi corridori non penso sarebbero venuti con un giro duro come quello dell'anno scorso, quelli hanno tutti come obiettivo il Tour, che non è neanche un granchè si salva solo il ventoux (un grande ritorno)

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  • Amministratori

Dov’è la tradizione? Così la Scala del ciclismo è diventata un teatrino

di Cristiano Gatti

Per la serie «famolo strano». Dovendo festeggiare i cent'anni, i perversi creativi del Giro saccheggiano tutte le più ardite acrobazie del kamasutra. Niente è tradizione, nulla è classico, in questo nuovo percorso. Le Dolomiti all'inizio, il che è come aprire una grande cena italiana con dessert, caffè e ammazzacaffè. Non ci sono montagne griffate, prima fra tutte il Mortirolo, il che è come continuare la prestigiosa cena italiana senza proporre i nostri grandi primi. Infine, segato lo storico arrivo a Milano: il che è come chiudere la cena «made in Italy» senza lo spumantino. Nel complesso, proponiamo una grande cena italiana servendo sushi e cuscus: può risultare ugualmente buona, ma non c'entra nulla con l'anima italiana.

Mi scuso se ci ho dato dentro con le metafore erotiche e gastronomiche, ma la la nascita di un nuovo Giro stimola la fantasia. È come ritrovarsi tutti davanti alla sala dei neonati, sbirciando con il resto della famiglia l'ultimo arrivato: ciascuno ci vede, o crede di vederci, quel che in futuro diventerà. Sarà uguale al nonno, sarà tale e quale la mamma. Ecco, questo nuovo Giro non sarà tale e quale a nessuno. Sarà un tipo strambo, stravagante, eccentrico. Ma non evidenzierà il minimo legame con il suo albero genealogico. Molti, guardandolo, sommessamente si chiederanno: ma di chi è figlio, questo sgorbio?

Alla domanda si può rispondere così: non si sa di chi sia figlio, ma si sa per certo che è un figlio del peccato. Delle tentazioni ormai irresistibili di questi tempi difficili. È figlio del mercimonio. Anche se gli organizzatori cercano di presentarlo come una creatura unica e irripetibile, meglio sarebbe andare via lisci e spiattellare la semplice verità. Senza vergogne e senza imbarazzi. Basta dire così: per mandare avanti l'azienda, il Giro va dove lo pagano bene. Certo bisogna tutelare alcuni requisiti fondamentali: per esempio, mica si può pensare di fare un Giro tutto di pianura, per soli velocisti. Qualche montagna, qualche cronometro, qualcosa di tutto deve esserci. Ma una volta salvati i requisiti minimi, a decidere è la cifra che i Comuni mettono sul piatto. In sé, niente di scandoloso: tutto, al mondo d'oggi, Gira così.

Qualcosa però si può dire sugli effetti a lungo termine di questa politica: se è vero che oggi e domani il Giro imbarca denaro, dopodomani potrebbe trovarsi nelle condizioni di risultare meno appetibile. Cioè: a forza di calpestare mito e tradizione, ultime prerogative rimaste in esclusiva al ciclismo, il Giro finirà inesorabilmente per diventare meno glorioso e meno aristocratico. Il Tour è il Tour perché da cent'anni ci martellano con Tourmalet, Mont Ventoux, Alpe d'Huez e Campi Elisi, tanto da farli diventare espressioni comuni persino nei linguaggi di altri settori della vita quotidiana. Se un'impiegata dice «sono sul Tourmalet», le sue colleghe capiscono quanto stia annaspando. Il Giro prova una strada diversa. Non vuole più essere la Scala del ciclismo. Sono scelte. Sarà una sagra annuale fondata sul trullalero-trullalà, ogni volta un po' strano e un po' svalvolato, ma senza più una fisionomia e una reputazione inconfondibili. Per quanto i manager la raccontino, un Giro senza Mortirolo, Gavia, Stelvio, un Giro senza la sfilata finale di Milano, un Giro che evita le assolate scorribande nel profondo Sud, è un Giro forse nuovo, ma resta un Giro senza prestigio, fuori dalla leggenda. L'unico giorno in cui ci sembrerà di respirare una certa atmosfera resta quello del 19 maggio, tappa Cuneo-Pinerolo. Chissà perché, basta dire Cuneo-Pinerolo: non c'è bisogno di aggiungere altro. Tutti sanno già tutto. Tutti già si preparano a gustare.

Allora mettiamoci il cuore in pace. Questo Giro del Catria, del Blockhaus e del Vesuvio (montagne comunque rispettabili, non è questo il punto), finirà per divertire moltissimo non tanto per il tuffo nella sua storia centenaria, brutalmente ignorata, ma per la presenza al via di tanta gente altolocata. Il ritorno del nuovo Basso, il ritorno del vecchio Armstrong, l'arrivo di Sastre (vincitore dell'ultimo Tour), più il festival mondiale dello sprint con i vari Petacchi e Cavendish, tutto conferisce al cartellone il massimo del prestigio. Ma questo, a voler vedere, rende ancora più eclatante la gravità del peccato originale: facciamo recitare una simile compagnia di Giro dentro uno scalcinato teatrino di borgata.

(il Giornale)
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