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-Gigilasegaperenne-

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  1. Vuelta a Espana Dennis Per la partenza forse si poteva scegliere qualcosa di più suggestivo, questa sede mi dice poco. Dal punto di vista tecnico, comunque, mi piace la sequenza crono-sprint-media montagna. Mi lascia perplesso invece la ripartenza in Spagna da un punto non prossimo a un aeroporto internazionale. Ok i due sprint alla 4a e 5a tappa. Mi piace la scelta del primo arrivo in salita. Vanno bene anche lo sprint non scontato alla 7a e la tappa intermedia all'8a. La 9a è classica ma azzeccata. Le tre tappe successive mi stanno bene prese singolarmente, forse però avrei spezzato la sequenza con una tappa per velocisti. Trovo molto moscia la 14a tappa, anche perché viene collocata prima di una frazione ben più impegnativa, e dunque finirebbe inevitabilmente per essere sacrificata. La tappa di Luz Ardiden è molto bella, però - se l'idea era di disegnare una Vuelta in stile Tour - mi sembra un po' comodo andare a fare il tappone in Francia. Tra l'altro non capisco la categorizzazione della salita finale, che è HC anche al Tour de France. La 16a mi dice poco come tappa di montagna, la 17a invece ben disegnata. La crono singola a me piace trovarla prima, comunque il disegno va bene. Molto bella la 19a tappa, salvo che secondo me c'è ancora una categorizzazione rivedibile (soprattutto la salita finale). Trovo pessima invece la scelta di far concludere l'ultima tappa di montagna su una salita all'11 e rotti percento di pendenza media, il modo migliore per scongiurare l'azione prima dell'ultima difficoltà. Nel complesso trovo il percorso sufficiente, però con alcuni errori abbastanza gravi perché commessi in tappe cruciali nell'economia della corsa. Voto: 6.5 Pr8 Mi piace molto la scelta di partire dalla Scozia, meno quella di proporre due tappe per velocisti dopo la cronometro inaugurale. Comunque recuperi abbastanza con le due tappe intermedie al ritorno in Spagna. Non sono durissime, ma vanno bene nella prima settimana. Su Pla de Beret ribadisco quanto scritto per l'altro percorso, è un arrivo che trovo moscio e l'accoppiamento con la Bonaigua non aggiunge molto. Fra l'altro anche qui viene collocato alla vigilia di una tappa più impegnativa, il che aumenta le possibilità che venga bypassata. Ok la successiva. Nella seconda settimana, mi piace la collocazione della crono, a metà Vuelta. In generale tutta la settimana mi sembra molto ben disegnata, incluse le due tappe di montagna consecutive. Bella anche la terza, dove l'unico appunto che farei è la collocazione della crono. A me piace di più messa prima delle ultime montagne, di modo da obbligare all'attacco, senza che qualcuno possa pensare di preservare energie per il giorno dopo. Comunque percorso molto buono. Voto 7.5 Subida a Santiago Dennis Bello il prologo in salita, così come la successiva tappa impegnativa a ricalcare quella della Vuelta. Bene anche le due successive, mentre anche qui gli arrivi in salita a una media superiore all'11% li risparmierei volentieri, anche se qui mi dà meno fastidio. Sulle due tappe di montagna successive nulla da dire. Forse avrei allungato un po' la cronometro conclusiva, ma il percorso è nel complesso molto buono. Voto 7.5 Pr8 Anche qui bello il prologo con arrivo in salita. Ok la tappa successiva. Quella per velocisti di per sé mi piace molto, però mi lascia perplesso la scelta di proporre un percorso così insidioso per l'unica tappa pianeggiante. Mi sarebbe stato bene se ce ne fosse stata un'altra. Trovo fiacca la prima tappa di montagna. Ok la 4a, non sono un estimatore degli arrivi sui muri ma in una tappa intermedia ci può stare se non ce ne sono altre. Ottima invece la 5a. Io francamente non trovo così terribili le ultime due. Il traguardo così lontano dall'Ancares nella 6a non mi fa impazzire ma come ultima tappa di montagna forse è collocata nell'unico punto in cui potrebbe avere senso. La scelta di una frazione intermedia come finale è coraggiosa, tanti forumisti francesi adorano queste soluzioni. Io non sono del tutto d'accordo ma per una breve corsa a tappe secondo me non è fuori luogo. Voto 6 Clasica de Andalucia Dennis Io non la trovo una corsa molto aperta agli scalatori in generale, però potrebbe essere una corsa in linea con il riferimento di San Sebastian. Il vero problema è che io detesto gli arrivi in salita nelle classiche, è il cancro che rovina da anni la Liegi-Bastogne-Liegi. Perciò finale decisamente bocciato. Voto 5 Pr8 Non fa gridare al miracolo ma mi sembra ben aderente ai parametri richiesti. E' aperta agli scalatori e ai corridori da classiche ed è ben disegnata per promuovere una corsa aperta già prima dei chilometri finali. Voto 7 Dennis: 6,5*0,6 + 7.5*0,3 + 5*0,1 = 6,65 Pr8: 7,5*0,6 + 6*0,3 + 7*0,1 = 7
  2. GIRO BLU Intanto non sono molto convinto dell'avvio con due tappe di media montagna, al di là del fatto che la qualità del disegno sia buona. Un po' lo stesso discorso per le due frazioni siciliane: mi sta bene il disegno di ciascuna, ma nel complesso fanno sì che si debba aspettare la 5a tappa per trovare un arrivo per velocisti puri. In generale, questo è un po' il filo conduttore di tutta la prima settimana: ci sono buoni spunti, ma il totale è un accumulo a mio avviso eccessivo di difficoltà. La seconda mi sembra molto buona fino al venerdì, soprattutto per le tappe dell'Abetone, che offre una variante originale per un arrivo classico e in linea con la traccia, e di Genova. Si perde invece - in modo abbastanza clamoroso, considerando la ricchezza del territorio a disposizione - nel week-end. Tra l'altro trovo opinabile la classificazione della tappa di Aosta come media montagna, almeno se paragonata a quella del giorno prima, che avete invece considerato di alta montagna. Arrivando alla terza settimana, quello che salta subito all'occhio è l'inaccettabile stupro delle Tre Cime di Lavaredo. Molto meglio la tappa di Selva. In quella dell'Aprica io mi sarei accontentato forse di replicare la tappa del 1994, però mi sta bene anche così. OSTACOLI Molto penalizzanti i cambi alla tappa sarda, che ritarda parecchio la prima volata, e quelli del penultimo week-end. La tappa dell'Abetone è stata migliorata, e ancora di più quella di Selva, che nella versione originale trovavo raccapricciante quasi quanto quella delle Tre Cime. GIRO ROSSO Molto buona la partenza sarda, con un trittico vario e completo, ben integrato dalla due-giorni siciliana. Il problema, per quanto riguarda la prima settimana, sta secondo me nella prosecuzione sul continente: poche difficoltà, un arrivo in salita facilotto che starebbe bene solo se seguito da una frazione esigente, e soprattutto una tappa sostanzialmente pianeggiante la domenica. Punto forse migliore del tracciato è la due-giorni tra Toscana e Liguria, con Pavullo (io avrei messo il vostro ultimo GPM come penultimo, però rimane una grande tappa) e soprattutto Recco. Mi convince meno però la scelta di farle seguire immediatamente da tre tappe di alta montagna, che rischiano di anestetizzarle. Bella l'introduzione della salita di Montoso, anche se l'avrei vista bene in una tappa tipo quella di Sacile dell'altra squadra più che come penultima con arrivo a Pian del Re. Dopo il Finestre mi sarei accontentato di arrivare a Sestriere. La tappa valdostana non è male ma secondo me si poteva fare qualcosa di più ispirato. Diciamo che può essere accettabile nell'ottica di non tarpare le ali agli attaccanti nelle due piemontesi. Sulla tappa del Grappa mi verrebbero da dire tante cose ma ne dico solo due: 1. La collocazione non mi entusiasma. 2. Mi è venuto durissimo lo stesso. La crono è bella, però praticamente fanno 7 tappe dure di fila, sia pure inframezzate da un riposo. Trovo molto forzata la tappa di Valle di Cadore, malgrado lo slancio di originalità. Io poi ho un odio irrazionale per il Gavia da Bormio, quindi vi lascio immaginare quanto mi piaccia la tappa di Ponte di Legno. OSTACOLI Direi che ve la siete cavata bene nel complesso, il passaggio che mi sembra più penalizzante è Recanati.
  3. Credo che sborsi, però le località candidate sulle Alpi sono moltissime, perciò penso che si aspetti una preferenza per la sua giusto perché si chiama Alpe d'Huez. Al riguardo, radio DICI sostiene che il programma alpino preveda un arrivo a Serre Chevalier (località Salle des Alpes) dopo il Galibier e conferma l'arrivo sull'Izoard. La tappa sarebbe Briançon > Col d'Izoard, con un passaggio sulle rive del Lac de Serre-Ponçon e il Col de Vars.
  4. Confermo, ho letto anch'io della Presolana. Tra l'altro non si arriverebbe dal lato del 2004 e del 2008 (quando fu solo passaggio), ma da quello opposto, sicché niente Vivione ma salite minori e un lungo fondovalle prima della salita finale. Insomma, spero caldamente che non sia vero.
  5. L'Alpe d'Huez di norma si fa ogni due anni, non è una regola scolpita nella pietra ma dal 1992 in poi è stato più o meno così (prima era ogni anno). Che le Alpi siano il primo massiccio o il secondo non conta niente. Nel 1994 fecero l'Alpe nella terza settimana; nel 1995 la rifecero e venivano prima le Alpi dei Pirenei; nel 1997 la fecero dopo i Pirenei; nel '99, 2001 e 2003 la fecero con le Alpi prima dei Pirenei; nel 2004 la rifecero a distanza di un anno, e siccome per diversi anni venne rispettata l'alternanza tra Pirenei-Alpi e Alpi-Pirenei, rimase nella terza settimana fino al 2008. Quando passò a cadere negli anni dispari (2011), si ritrovò di nuovo nella terza settimana perché l'alternanza era saltata nel 2009, quando rifecero i Pirenei prima delle Alpi. Siccome l'alternanza è saltata di nuovo quest'anno, non credo si faranno problemi a mettere l'Alpe sul primo grande massiccio. Tra l'altro il sindaco fece un casino infernale quando la stazione fu esclusa per due anni di fila, 2009-2010, quindi dubito che succederà di nuovo tanto presto, purtroppo.
  6. Se sull'HC sono in 20, vuol dire che non sono andati poi così forte, perché il Bisanne è veramente duro. E se sono in 20 sull'HC, vuol dire che al 99% ai piedi dell'ultima salita sono in 50 o più, il che vuol dire essere da capo con trecentoventi compagni di squadra della maglia gialla a proteggerla. Come diceva smec qualche post sopra, l'unico modo per provare a farli saltare è attaccare in prima persona, ovviamente premurandosi di spedire in avanscoperta compagni di squadra all'altezza per non suicidarsi nei tratti facili. Ovviamente è una tattica rischiosa, e forse davvero nessuno ha interesse a tentare qualcosa del genere (o ha gambe che rendano anche solo ragionevole provarci), però fare ritmo alto, mettendo in pratica i Kangert, i Rosa, gli Anacona o chi per loro a fare il lavoro dei Thomas, dei Nieve, degli Henao, etc., credo sposterebbe zero.
  7. Il calcio forse non dovrebbe essere sport olimpico ma lo è, perciò va preso in considerazione. Il fatto che sia riservato agli Under 23 non toglie che anche per un Under 23 è sicuramente preferibile vincere la Champions League piuttosto che l'oro olimpico. Per dire quanto siano importanti i Giochi nel calcio, considera che Messi ha appena lasciato la Nazionale per la disperazione di non aver vinto niente di importante. Indovina chi ha vinto la medaglia d'oro nel calcio a Pechino. Che le Olimpiadi siano la manifestazione sportiva più importante del mondo, in generale, non ci piove. Il che però non significa che siano automaticamente l'evento più importante per ogni singolo sport olimpico. Se non ti piace l'esempio del calcio, prendi quello del tennis. La posizione secondo cui ai Giochi debbano essere ammessi solo gli sport per i quali l'Olimpiade rappresenta l'evento clou della carriera o della stagione è difendibile ed è stata già espressa (per esempio mi pare che Rino Tommasi ne fosse un fautore), però ora come ora non è così, perciò mi baso sul programma olimpico reale, non su quello che piacerebbe vedere a te o a me (e il fatto stesso di poter fare una distinzione del genere credo provi il mio punto). Tra l'altro sospetto che stiamo scivolando OT
  8. Quoto questo messaggio fra i tanti perché il tema viene fuori ripetutamente un po' dappertutto in questi giorni. Non c'è dubbio che la Sky sia una squadra formidabile, la più forte del Tour. D'altro canto, è anche vero che l'abbiamo vista quasi sempre impegnata in un solo tipo di esercizio: scandire un passo regolare fino agli ultimissimi chilometri dell'ultima salita, dove poi i migliori fanno a gara a chi spara più forte negli ultimi 10 minuti di corsa (parlando della tappa di ieri, possiamo fare anche 5 minuti). L'unica variante è stata quella di Culoz e Finhaut-Emosson, frazioni nelle quali un'altra squadra (la Astana) ha fatto praticamente il lavoro della Sky. Ora, si dice che Froome è troppo forte e che lui e la Sky sono inattaccabili, e forse è vero. Però è anche vero che nessuno ha mai provato a farli deviare da questo canovaccio. Correre contro Froome in questa maniera mi sembra come correre i 10.000 metri contro uno che fa l'ultimo giro in 53'' e aspettare sistematicamente la volata. Se si continua a insistere su quella strategia, si perde 99 volte su 100, e la 100a è quella in cui perde perché cade, o perché ha il mal di pancia o quello che volete voi. Quello che si può fare è provare a fare una gara sul ritmo, andando forte dall'inizio, e vedere se per caso quello salta per aria. E' una tattica rischiosa, perché il promotore dell'azione rischia di far saltare per aria in primis se stesso, ma l'alternativa è una sconfitta pressoché certa. Del resto, Poels e soci di solito escono di scena quando davanti rimangono 8-10 corridori. E' chiaro che se rimangono in 8-10 non prima dei 2 km al traguardo, Froome verrà sempre scortato fino a quel punto. Se poi si vuole dire che nessuno ha la forza di attaccare per ridurre il gruppo a 8-10 corridori, può anche darsi, ma questo allora ha a che vedere più con la pochezza di chi dovrebbe lanciarsi che con lo strapotere (innegabile) del Team Sky. Ieri da più parti (non sul forum, ma riporto giusto perché mi sembra in tema) si diceva che non si può attaccare Froome perché i suoi gregari impongono un ritmo infernale. Ora, io tutto questo ritmo infernale non l'ho visto, tanto che su una doppia scalata durissima, a 1500 metri dall'arrivo, c'erano una dozzina di corridori assieme, alcuni dei quali a dispetto di una gamba tutt'altro che eccezionale (vedi Mollema). La forza della Sky è evidente, ma mi sembra altrettanto evidente che i tentativi di impensierirla sul serio ammontino finora a zero. Poi possiamo discutere su quale sia la ragione, ma trovo eccessiva la filastrocca secondo la quale contro una squadra del genere nessuno potrebbe fare qualcosa di più. Beh, mi pare evidente che non è vero neanche un po'. L'Olimpiade è una corsa prestigiosa e con il bonus di svolgersi ogni quattro anni anziché ogni anno come praticamente tutte le altre gare del calendario, ma mai nella vita può essere considerato l'evento più importante dell'anno. Che poi ci siano corridori che per un motivo o per un altro ne hanno fatto l'obiettivo centrale della loro stagione è un altro conto (c'è anche gente che ha incentrato la sua stagione sul Giro e non sul Tour, ma non per questo diciamo che il Giro è più importante). Tanto per dire, nel 1996 sia il Tour sia l'Olimpiade ebbero dei vincitori a sorpresa: dimmi tu se hai sentito parlare più del Tour di Riis o dell'Olimpiade di Richard. Poi posso essere d'accordo sul fatto che l'Olimpiade stia acquisendo prestigio con il passare delle edizioni, ma il giorno in cui diventerà più importante del Tour (o del Mondiale, ad esempio) è ancora molto lontano, se mai arriverà. Ecco, se poi diamo al discorso un valore assoluto, valido per il tutti gli sport, sconfiniamo apertamente - con rispetto parlando - nel campo della minchiata conclamata. Come si faccia a dire senza scoppiare a ridere che per un calciatore (esempio più lampante, ma non unico) è più importante vincere un oro olimpico piuttosto che un Mondiale o una Champions League, è una cosa che sfugge alle mie capacità di comprensione.
  9. Sono d'accordo sul fatto che nel 2009 c'era poco da fare contro quel Contador, e tutto sommato Schleck non fu nemmeno particolarmente attendista: provò un attacco sull'Agnès nella tappa di Saint-Girons (abbastanza lontano dal traguardo fra l'altro); nella tappa di Verbier mise a tirare la squadra e aveva probabilmente intenzione di attaccare ma venne tritato dal miglior Contador di sempre; sul Piccolo San Bernardo tentò una specie di attacco, anche se la salita era quel che era; nella tappa di Le Grand-Bornand attaccò abbastanza a fondo col fratello, tentando anche di dare un seguito all'azione. Non sono particolarmente d'accordo sul 2011, nel senso che effettivamente nelle ultime due tappe alpine fu inappuntabile e coraggioso, ma sui Pirenei non si limitò a "mostrare un certo attendismo", fu proprio da sberle. Tre scatti in croce, fatti già con la testa voltata per vedere la posizione del fratello, in tappe durissime come quelle di Luz Ardiden e di Plateau de Beille. Tappe in cui dava la sensazione di avere più benzina degli altri (e anche se non si può avere la verifica definitiva, le Alpi non fecero che rafforzare la supposizione). Lo sono ancora meno sul 2010, dove tutto fece fuorché "attaccare dove poteva". In particolare, perse il Tour proprio perché non attaccò dove poteva nella prima tappa alpina, ad Avoriaz, quando Riis gli ordinò di partire a 6 km dal traguardo, lui preferì aspettare l'ultimo chilometro, salvo poi scoprire che Contador era alla frutta. Guadagnò 10'' marci, in una giornata in cui poteva rifilare un colpo pesantissimo all'avversario. E pure sui Pirenei, il famoso surplace di Ax-3-Domaines fu frutto soprattutto del suo incollarsi alla ruota di Contador, giustificando l'atteggiamento dicendo che "lui aveva la maglia gialla e quindi non stava a lui attaccare", il tutto con una cronometro di oltre 50 km in programma il penultimo giorno.
  10. Io penso di essermi sentito come te sul momento, e a caldo, come scrivevo sopra, ho reagito invocando subito qualche provvedimento. Però è anche vero che la giuria dovrebbe evitare di decidere in base al sentimento, facendo riferimento al regolamento. Purtroppo quest'ultimo ha delle falle e può non prevedere circostanze come quelle di ieri, però quello che va evitato in ogni caso è prendere decisioni arbitrarie senza appigli regolamentari, che creano precedenti pericolosi. In questo caso decidere in base alle buone intenzioni ha portato ad una riscrittura della classifica che può essere considerata onesta nell'ottica di rispecchiare più o meno le forze in gioco, però in altre circostanze la zona grigia delle decisioni in base al buon senso o al rispetto di valori validi ma definiti in modo piuttosto nebuloso, come quello del rispetto dei valori degli atleti, può essere sfruttata per scopi meno nobili. EDIT: siccome scrivo una riga difendendo una posizione e una riga difendendone un'altra, riassumerei dicendo che se penso a questo Tour de France il compromesso tutto sommato mi soddisfa abbastanza e restituisce alla classifica una fisionomia più vicina a quella che avremmo avuto senza il disastro organizzativo di ieri. In un'ottica più ampia, considerando il precedente che questa decisione crea, sono un po' preoccupato dalle conseguenze che potrebbe avere nel lungo periodo l'introduzione della possibilità di decisioni così arbitrarie da parte della giuria. Quello su cui invece penso siamo tutti d'accordo è che se questa cosa fosse successa al Giro d'Italia, i corridori, i DS e compagnia cantante avrebbero chiesto di appendere Vegni e tutta RCS in Piazzale Loreto. In questo caso, vedo invece che tutti quelli che a maggio sono leoni, a luglio diventano pecore, e perdono tutta la loro vis polemica nei confronti degli organizzatori oppressori che calpestano i loro diritti.
  11. Penso anch'io che se l'incidente fosse avvenuto 5 minuti dopo, coinvolgendo corridori di rincalzo, o magari anche di medio-alta classifica, nessuno si sarebbe dato più di tanta pena. Quello che io contestavo era l'affermazione secondo la quale la decisione della giuria sarebbe stata dettata dal danneggiamento di Froome e della Sky anziché di altri. Penso che più o meno la stessa cosa sarebbe successa se in maglia gialla ci fosse stato un altro corridore di pari livello e di un'altra squadra. Fra l'altro, tra gli esempi di corridori maltrattati dal poco buon senso delle giurie, veniva citato Richie Porte al Giro dello scorso anno, e Porte era proprio il capitano della Sky in quella occasione. Pure io con il passare delle ore divento un po' meno entusiasta della decisione della giuria, però devo dire che la mia reazione a caldo era stata quella di auspicare che in qualche modo si potessero aggiustare le conseguenze dell'incidente. Quello che via via mi sembra più chiaro è che la decisione sia stata presa a sentimento più che con il regolamento in mano, e questo modo di procedere non mi piace, per quanto io sia tutto fuorché un fanatico di regolamenti e commi e cavilli. D'altro canto, non riesco ad essere eccessivamente critico, perché, benché imperfetta, la classifica riscritta si avvicina comunque molto di più a quella che avremmo visto in una giornata di ciclismo normale. A conti fatti, penso che comunque, anche con la nuova graduatoria, la discrepanza tra la nuova classifica e quella che avremmo visto senza incidente sia comunque a sfavore di chi si trovava davanti in quel momento, che avrebbe con ogni probabilità continuato ad incrementare il vantaggio e avrebbe guadagnato più di 19''.
  12. Ecco, sì, che prima avevo quotato il messaggio di emmea con l'idea di rispondere prima di tutto sulla questione dell'organizzazione, ma poi ho risposto a tutto tranne che a quello. Comunque volevo scrivere sostanzialmente questo.
  13. Sì ecco, diciamo che il fatto che una cappella organizzativa del genere finisca a tarallucci e vino, con i corridori che si prostrano di fronte al senso di giustizia di ASO, è probabilmente la conseguenza più fastidiosa della tappa di oggi. (Cito questo messaggio rispondendo anche alla prima parte del messaggio di ian) Hanno in effetti neutralizzato anche i secondi persi da Quintana nei confronti del gruppo di Aru. E questo francamente non me lo spiego, perché dopo la fermata dietro la moto Quintana era indubbiamente nel gruppetto, perciò i secondi che ha beccato se li è presi per i fatti suoi. Non credo che abbiano applicato la regola della neutralizzazione ai -3, penso abbiano preso la regola UCI sugli incidenti in gara o qualcosa del genere. I raffronti con i casi presi ad esempio sono fuori luogo, perché non hanno né esteso il termine della neutralizzazione andando a braccio (cioè massì, 3.1 o 3 km, che sarà mai), né hanno modificato l'ordine d'arrivo, che credo fosse quello che interessava a Van Avermaet e Bongiorno. Comunque credo che Porte abbia perso il Giro per motivi che vanno molto al di là dei minuti presi per la foratura. Siccome la situazione mi sembra già contorta di per sé, eviterei anche delle sparate sul fatto che la decisione sia stata dettata dalla squadra di appartenenza di Froome, in mancanza di controprove.
  14. Non voglio assolutamente prendermela con quelli che hanno scritto il regolamento e che non hanno previsto un'eventualità del genere; voglio solo dire che spero che nel regolamento ci sia almeno un articolo generico che si riferisce all'eventualità di strada occupata, di interventi di persone esterne alla corsa, o qualcosa del genere, e che non sia una decisione animata dal buon senso e dalle migliori intenzioni ma priva di appigli regolamentari. Perché in questo caso non c'è dubbio che la decisione abbia rispettato l'andamento della corsa e abbia fatto sì che la classifica tornasse a rispecchiare maggiormente (anche se non esattamente) i valori in campo, ma in generale non mi fiderei troppo a permettere alle giurie di prendere decisioni arbitrarie secondo il sentimento del momento, e questo diventerebbe un precedente piuttosto pericoloso. A voler essere proprio pedanti, oggi Porte e Froome non sono stati riportati nelle posizioni che avrebbero dovuto occupare nell'ordine d'arrivo, è stato modificato soltanto il loro distacco. Perciò, applicando rigidamente lo stesso metro, avrebbero dovuto lasciare GVA nella posizione in cui ha tagliato il traguardo, ma accreditandolo di un tempo inferiore a quello del vincitore Più o meno questo post è vicino al mio pensiero, con la sola differenza che forse non mi sbilancerei nel dire che non la condivido, ma che ho le riserve che ho espresso sopra. Non mi piace fare l'ignavo della situazione, ma non credo di avere ancora deciso se condividerla o no. Giusto perché oggi sono in vena di essere bastardo e pignolo (cit.), uno sport in cui esiste qualcosa di simile ad una correzione a posteriori del risultato è la pallacanestro, nel senso che in caso di errore arbitrale nel valutare se un tiro sia da 2 o da 3 punti, o nel considerarlo arrivato prima o dopo lo scadere dei 24 secondi, si può modificare il punteggio a fine quarto, se non sbaglio. E' vero che la cosa non viene fatta a fine partita per modificare il risultato finale ma solo a partita in corso, però è anche vero che potremmo anche considerare le tappe delle frazioni di una corsa in svolgimento, nel caso delle gare a tappe.
  15. Froome e Porte riclassificati col tempo di Mollema. Istintivamente dico che sono contento perché la classifica torna a rispettare i valori espressi dai corridori in strada. La mia unica preoccupazione è che la giuria abbia però trovato un appiglio regolamentare per motivare la decisione. Se così non fosse, e se si ammettesse la possibilità per la giuria di decidere in maniera arbitraria, secondo il proprio sentimento (anche se giustissimo, in questo caso), si entrerebbe in un campo minato.
  16. La conferma della superiorità organizzativa dell'infallibile ASO, insomma
  17. Secondo me oggi Froome non ha fatto tanti calcoli, non penso abbia neppure ragionato sull'eventualità della cancellazione del Ventoux (del resto la salita fino a Chalet Reynard è comunque un Hors Catégorie, per cui il discorso di non volersi spremere troppo prima di un arrivo in salita poteva restare in piedi). Ha visto partire Sagan e Bodnar, era appena dietro, siccome gli costava relativamente poco (cioè, non metto in dubbio che abbia dovuto fare una tirata pazzesca, ma appunto era un singolo scatto, non perderà certo il Tour per quello) ha chiuso il buco, si sono trovati soli e ci hanno provato. Del resto era con tre compagni di viaggio che hanno collaborato pancia a terra, quindi avrà speso, ma non credo si sia ammazzato. Probabilmente, se avesse saputo che avrebbe guadagnato 12'' tra distacco e abbuono nei confronti di Quintana, non si sarebbe mosso, ma ad un certo punto si è avuta l'impressione che il divario potesse dilatarsi e che lo sparpaglio potesse continuare, ben vengano i corridori che in circostanze del genere provano a cogliere le occasioni che si creano nelle pieghe della corsa. Per quanto riguarda la questione Mont Ventoux, sono d'accordo che queste cancellazioni preventive hanno grandemente sminuzzato il glande. Non ho notizie di altri annullamenti del Ventoux per vento, ma anche ammesso che le condizioni siano veramente estreme e senza precedenti al Tour, non capisco la fretta di prendere decisioni del genere. Non vedo quale problema avrebbe comportato attendere domani mattina, avendo in mano previsioni più attendibili e ravvicinate all'evento in mano. Un arrivo di fortuna può essere allestito anche in poche ore (mi viene in mente la tappa del 2006 del Furcia, ma anche quella di Chianale del '95). Credo che gli spettatori tengano più a provare fino alla fine a fare il Ventoux vero piuttosto che ad avere l'arco dell'ultimo chilometro gonfiabile.
  18. Confermo che Richard aveva fatto il Tour de France. Solo per precisione, le Olimpiadi di Sydney erano a settembre, perciò fare o non fare il Tour de France aveva un valore relativo. La prova olimpica mi pare fosse pochi giorni dopo la conclusione della Vuelta, perciò la posizione del Tour rispetto alle Olimpiadi nel 2000 era assimilabile a quella del Giro rispetto a Rio quest'anno. Ullrich in quel caso disputò circa 2 settimane di Vuelta per poi ritirarsi, se non sbaglio. Ad ogni modo credo che il Tour sia considerato un po' da tutti come il viatico ideale per preparare i Giochi. Nel caso di Nibali, il Tour è stato inteso esattamente come corsa di preparazione all'Olimpiade, preferendolo quindi ai vari Polonia, Austria e compagnia.
  19. Intanto mi rammarico di non aver cominciato prima a seguire la discussione, perché avrei avuto piacere di rispondere ad alcune nefandezze che ho letto nella pagina precedente. Evito di rivangare visto che non sono più attuali, e sono comunque abbastanza sicuro che torneranno ad esserlo prima o poi, visto che sempre lì si va a parare. Per quanto riguarda il discorso Tinkoff, secondo me la ragione del forcing di Valgren e Kreuziger è che in squadra hanno dato per scontato che Contador avrebbe perso terreno e che qualcuno si sarebbe preso la briga di pilotare il gruppo a forte andatura sulla Glacerie e sullo strappo finale. Ragion per cui hanno deciso di prendere direttamente in mano loro la situazione, visto che perdere 40 secondi o 45 o 50 o 35 poteva anche non fare enorme differenza, o almeno farne meno rispetto a vincere una tappa e prendere la maglia gialla, cosa che dà già un senso al loro Tour. Sul ruolo del DS in squadra, io tendo a concordare con smec. Ovviamente parlo senza avere alcuna informazione al riguardo, per cui diciamo che mi immagino la cosa un po' come lui: dall'alto arriveranno delle direttive generali da seguire durante il Tour, magari anche in una specifica tappa, ma non penso che Tinkoff sia incaricato di prendere le decisioni minuto per minuto. Ad esempio, è possibilissimo che la tattica della Tinkoff a Cherbourg fosse stata studiata a tavolino, ma penso che spettasse al DS decidere al momento come comportarsi alla luce di una situazione di corsa imprevista come la seconda caduta di Contador. Mi sembra giusto anche rimarcare - come del resto già è stato fatto - l'andatura turistica della tappa di ieri. Non che ci sia qualcosa di sbagliato o che il gruppo vada biasimato per non aver tirato alla morte per il gusto di farlo, visto che poteva risparmiarselo. Però va sottolineato che la filastrocca che abbiamo sentito per anni, cioè che la difficoltà principale del Tour è che si corre alla morte tutti i giorni sin dalla prima tappa, in queste ultime edizioni sta diventando sempre meno vera.
  20. Contador ha dimostrato di stare già bene, e non era scontato considerando che non gareggiava dai Paesi Baschi. La prova era adattissima a lui, per cui la vittoria (netta) va presa con un minimo di cautela, anche se da Froome mi sarei aspettato qualcosa di più. E' da inizio stagione, comunque, che ho la sensazione che Froome non si ripeterà al Tour e che sarà una lotta soprattutto tra Contador e Quintana. Ovviamente è ancora troppo presto per saltare alle conclusioni, però la prova di oggi rafforza un po' (ma giusto un pochino) la mia impressione. Su Aru invece non so francamente come commentare, ha fatto una cronometro semplicemente inqualificabile. Sono il primo a dire che non è il caso di presentarsi al 100% al Delfinato, ma tra non presentarsi al 100% e beccare 1'08'' in 4 km si può anche trovare una via di mezzo. Ho il sospetto che abbiano preparato il Tour in maniera simile a Nibali negli ultimi due anni, ma forse la prova di oggi è ancora più scadente di quelle di Nibali negli ultimi due Delfinati (e l'asticella era a quote piuttosto basse).
  21. Magari prima aspettiamo di vedere la gara e poi ce la prendiamo con l'ego di Nibali, no? Poi non mi sembra che Nibali si sia trovato recentemente nella situazione di dover fare da gregario ad uno più forte di lui in un GT. L'ultimo caso fu quello del Giro 2010, e in quella occasione non si tirò certamente indietro. Se poi al Tour va la metà di Aru e si rifiuta di aiutarlo allora è un altro conto, ma l'attacco preventivo all'ego di Nibali prima ancora della partenza, senza sapere quale sarà il rapporto di forza tra i due, non ha alcun senso. Ad ogni modo non so come si faccia a dire che Nibali ha speso poco al Giro, quando era talmente in controllo che a tre tappe dalla fine l'aveva praticamente perso. Potrei capire se ne facessi un discorso di forma, nel senso che forse erano meno tirato a lucido di quanto lo fosse Contador lo scorso anno, ma se Nibali è andato piano per due settimane e mezzo non è certamente perché andava al risparmio e spendeva poco, ma solo perché non ce la faceva ad andare di più.
  22. Tutto giustissimo, e sulla questione della BMC aggiungo che non solo hanno due potenziali uomini di alta classifica e li spediscono entrambi al Tour, ma hanno dirottato sulla Grande Boucle anche Damiano Caruso e Samuel Sanchez, che non erano certamente materiale da top 5, ma che almeno avrebbero dato una parvenza di dignità alla compagine presentata al Giro e avrebbero potuto curare la classifica. E fra l'altro, col senno di poi, nemmeno una classifica orrida, probabilmente, visto che in un modo o nell'altro, approfittando di ritiri e crolli assortiti, dietro il sesto posto di Jungels si trova in top 10 gente che è andata bene solo nell'ultima settimana (Uran), o solo nelle prime due (Amador), o che è rientrata tramite fughe (Atapuma e Siutsou).
  23. A parziale giustificazione della Sky, va anche detto che il fatto di correre sempre nello stesso modo è secondo me in parte dovuto alle caratteristiche dei capitani che si è sempre trovata a dover supportare. Wiggins traeva indubbiamente beneficio da una corsa tranquilla, lineare, magari condotta anche a ritmi alti, ma con il minimo quantitativo possibile di strappi. Lo stesso Froome, che pure è più scalatore e ha un cambio di passo spaventoso, però tende a dare il meglio quando la battaglia si concentra nello spazio di pochi chilometri e pochi minuti, in una sfida insomma a chi spara più forte e non a chi resiste di più e ha più benzina nel serbatoio. Se vogliamo possiamo aggiungere Richie Porte, anche lui uomo più adatto alla battaglia su salita secca che a quella su più colli (questo anche sorvolando sul fatto che in pratica poi è sempre scoppiato prima che i GT in cui doveva essere il capitano arrivassero alla fase decisiva). In più tutti e tre avevano il più delle volte convenienza a far scivolare via le tappe di montagna nella maniera più pacifica possibile per mere questioni di classifica. Insomma, raramente è capitato di vedere la Sky dover inscenare delle rimonte clamorose, partendo con molti minuti di ritardo, e di doverle al contempo tentare con corridori adatti ad azioni da lontano. Poi sono il primo a trovare che esagerino con quel modo di correre sempre uguale a se stesso, però era anche la prima volta che si trovavano con un capitano con le caratteristiche di Landa.
  24. Concordo sulla questione degli uomini di classiche. Sulla questione squadre, anche secondo me la Astana era decisamente superiore alla Sky, anche se poi non tutti hanno reso al massimo (penso ad esempio a Capecchi, che due anni fa tirava un plotoncino di 20 corridori sullo Stelvio, e quest'anno si volatilizzava alla prima pendenza; a questo si aggiunge il ritiro anzitempo di Agnoli). Sul confronto Movistar-Sky, non so quale delle due fosse più forte in assoluto, ma secondo me la Sky era un pelo più equipaggiata per sostenere Landa sulle grandi montagne. Ad esempio, Amador ha fatto un Giro in assoluto migliore di Nieve (perlomeno nel senso che è stato protagonista più a lungo e in più occasioni), che però credo che sarebbe stato un gregario più utile in salita rispetto al costaricense. Anche Lopez Garcia ha fatto un buon Giro nella seconda parte, mentre la Movistar è andata secondo me un po' scemando, Visconti a parte (Betancur ad esempio ha fatto una corsa nettamente al di sotto di quello che il suo mese di aprile autorizzava a sperare, secondo me). Voglio dire, in tappe tirate e combattute, secondo me Valverde sarebbe rimasto da solo prima di Landa, il più delle volte. EDIT: E aggiungo che proprio il fatto che la Sky avesse una buonissima squadra a supportare un altrettanto valido capitano rende ridicola la critica mossa dalla combriccola del Processo alla Tappa, secondo la quale gli Sky snobberebbero il Giro d'Italia. Come se non avessero pagato fior di quattrini per assicurarsi Landa quest'inverno e provare a vincere il Giro, o come se fosse sintomo di mancanza di interesse il cagotto dello stesso Landa, o come se la pattuglia a sostegno del basco fosse stata di secondo ordine.
  25. A favore del Giro 2005 depose anche il fatto di venire dopo un'edizione dal percorso raccapricciante (2004), che a sua volta era il punto più basso di una serie di tre tracciati scadenti (a parte singole tappe molto belle, come quella di Chianale del 2003, di Folgaria del 2002 o di Sant'Anna di Vinadio del 2001, quella mai disputata). Non tanto per la qualità delle tappe di alta montagna (comunque modesta, salvo appunto le eccezioni di cui sopra e poche altre), quanto perché quasi tutto quello che non era alta montagna era volata. Quello che mi è rimasto impresso di quel Giro non è tanto la battaglia per la classifica generale (che pure fu molto avvincente, ad eccezione dell'orribile tappa dello Stelvio, crisi di Basso a parte), ma la parte iniziale infinitamente più varia rispetto agli anni precedenti, con Bettini e Di Luca sugli scudi e intenti a palleggiarsi la maglia rosa in tutte le tappe mosse (e lo erano quasi tutte; fino alla cronometro di Firenze della seconda domenica ci furono due volate soltanto, pur senza salite clamorose). Abituato com'ero alle orde di volate che giusto l'anno prima avevano permesso a Petacchi di vincere 9 tappe e che davo per scontate anche al Tour de France, quel Giro fu una novità piacevolissima.
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