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Giochi della XXX Olimpiade - Londra 2012


emmea90

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Se l'atleta vuole rischiare sono scelte sue.

Se la squadra ti obbliga a doparti e tu lo reputi sbagliato hai due scelte:

- ti dopi (sapendo che sbagli) e se viene squalificato cavoli tuoi;

- non ti dopi, magari perdendo il posto in squadra ma trovandolo in un'altra minore e avendo la coscienza pulita (e qui la carriera la fai tutta, visto che non ti possono trovare positivo perché non hai mai preso nulla).

Se hai scelto l'allenatore sbagliato (che ti vorrebbe dopare) puoi decidere di andare da un altro. L'atleta può scegliere, non è vincolato ad essere una macchina dei preparatori o delle squadre.

È questo, a mio avviso, l'errore principale del ragionamento. Il ciclista, come il professionista in qualsiasi lavoro, non ha questo potere. Fintanto che ci sarà un bacino di ricambio non avranno questo potere. A meno di un'unità totale dei professionisti. Il professionista subisce:

- le pressioni sociali

- le pressioni economiche

- le pressioni del proprio "capo"

- bisogni supplementari creati dal sistema

- le infrazioni comesse dai colleghi

Basti pensare alla famosa votazione fatta dalla fiat o ai vari ricatti in altri ambiti lavorativi meno in vista. Credere che il ciclista sia totalmente libero di agire è purtroppo una favola.

Copre possibili. Le trovino, allora.

Non so cosa non ti sia chiaro della parola "copre". Se tu cancelli le prove di un omicidio, e ti scoprono, ti arrestano. Come giusto che sia. Se tutti assumi sostanze che "coprono" ed eliminano, tramite espulsione fisica dall'organismo, le sostanze incriminanti è difficile trovarle...

un campione ingrandito 400 volte per trovare una sostanza ridicola.

Veramente il campione non è stato ingrandito 400 volte. Casomai è stato diluito meno o concentrato e diluito nella stessa maniera, come da protocollo, altrimenti avrebbero smontato il caso in tribunale in meno di 2 minuti. Rimango dunque procedure collaudate e sicuramente non nuove. Al 95% (non conoscendo l'analisi in questione non ne ho la certezza) hanno fatto l'analisi std, hanno visto un picco minimo all'altezza del clenbuterolo, ri-iniettato il campione lavorato, confrontato i due grafici, ripetuto l'analisi partendo dal medesimo campione non lavorato, lavorato il campione e iniettato. Una volta confermato il picco avranno cambiato diluizione o quantità di campione fino a trovare un picco nella curva di calibrazione. Fatto ciò avranno dato i risultati ai burocrati. E così è il modo di lavorare che si deve tenere, mica altro. Quindi non diamo colpe a destra e a manca.

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  • Amministratori

Non so cosa non ti sia chiaro della parola "copre". Se tu cancelli le prove di un omicidio, e ti scoprono, ti arrestano. Come giusto che sia. Se tutti assumi sostanze che "coprono" ed eliminano, tramite espulsione fisica dall'organismo, le sostanze incriminanti è difficile trovarle...

Ok, ma nel caso di Schleck dove hai la prova che ha coperto?

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Undicesimo giorno di gare. Speranze in rosa per l'Italia: l'immortale canoista all'ottava Olimpiade nel K1 raggiunge la semifinale (ore 12.30), la ginnasta in finale nel corpo libero, l'amazzone nel dressage. Sensini nella finale RS-X di vela, la Caravelli cerca il pass per la finale nei 100 ostacoli. Uomini: nel triathlon sperano Fabian e Uccellari, Timoncini nella lotta. Alle 22 l'Italvolley femminile sfida la Sud Corea

P.s. 11.4 e tre stelle

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  • Amministratori

Quando atleti, anche nella marcia, non hanno talento e fanno uso del doping questo mi fa incazzare. L'unica scorrettezza nello sport e' chi usa sostante dopanti. Ho sempre disprezzato chi si dopa. Bisogna fare sport con la convinti che anche senza doping si vince

Indovinate chi l'ha detta.

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"Il mio caso è completamente diverso da quello di Schwazer. Io non sono mai risultato positivo». Anche Filippo Pozzato avrebbe dovuto essere a questa Olimpiade, anzi doveva essere il capitano degli azzurri del ciclismo su strada, ma è stato escluso dal Coni per aver ammesso di aver frequentato il discusso medico Michele Ferrari. "Sono stato trasparente, se negavo ai Giochi ci sarei stato. Mi hanno negato un sogno - dice all'ANSA -, e ciò mi ha fatto male. Schwazer? È una sconfitta per lo sport".

Leggete un po' cosa ha twittato l'ex ciclista Riccardo Riccò: "Tutti gli sport dove c'è giro di quattrini è uguale......". Non nomina Alex Schwarzer, ma il messaggio di Riccardo Riccò su Twitter suona come un riferimento alla vicenda del marciatore italiano sospeso per doping.

Gazzetta.it

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Credo che l'Italia sia la nazione che ha preso meno medaglie in proporzione agli atleti medagliabili.Se ci fosse andato tutto bene avremmo potuto portarci a casa più di 30 medaglie.

Da notare soprattutto l'ultima parte:

Una beffa colossale e inedita per la ginnastica azzurra. Fuori dal podio del corpo libero con lo stesso punteggio complessivo, ma per tre decimi in meno di un parametro di valutazione, quello relativo all'esecuzione dell'esercizio, che alle Olimpiadi è quello che fa la differenza e, in questo caso, decide le medaglie. Vanessa Ferrari finisce in lacrime, un pianto misto di delusione, sconforto e rabbia. Ci aveva messo l'anima per riprendersi dal flop di Pechino. Voleva una medaglia a Londra a tutti i costi, perderla per un niente è una mazzata terribile. Un'amarezza smisurata, che a caldo farebbe venire voglia di mollare tutto. "Potrebbe fare questa scelta, ma spero non lo faccia" ammette il presidente della Federginnastica Riccardo Agabio. A un'Olimpiade questi colpi "si sentono di più - spiega ancora Agabio - e si assorbono con meno facilità". Inconsolabile Vanessa. A Londra erano arrivati il papà, il fratellino e il fidanzato Andrea. Volevano vederla finalmente sul podio olimpico, perché se lo meritava. Una piccola farfalla in mezzo a tante 'valchirie', la più bassa della finale che contava un vero "parterre de roi": tutte campionesse olimpiche o iridate. Anche lei campionessa del mondo lo è stata nel 2006, ma al confronto sembrava una formichina. Come musica aveva scelto la colonna sonora del film 'L'ultimo dei Mohicanì e un esercizio ad alto coefficiente di difficoltà. Peccato che l'esecuzione contasse di più. "Ho perso la medaglia per questo", ammette lei.

"A Pechino ero infortunata. Ti sbatti per poter arrivare a medaglia e per soli tre decimi in meno ti fregano il posto". A rovinarle la festa la russa Aliya Mustafina, che ha fatto un esercizio tutt'altro che impeccabile. Malgrado questo ha preso lo stesso punteggio dell'azzurra (14.900), ma a fare la differenza il punteggio non di difficoltà, bensì di esecuzione: 8,70 per la Ferrari e 9,00 per la russa. "L'esercizio di Vanessa doveva essere superiore come punteggio - recrimina il ct Enrico Casella - Solo due hanno fatto meglio di lei, però la medaglia non è arrivata e purtroppo qui è l'unica cosa che conta". "E' una regola incomprensibile - commenta Agabio - Ai Mondiali non è così. I giudizi delle giurie sono troppo soggettivi, la gente non capisce. Forse servirebbe la moviola". Quando c'é di mezzo una giuria le polemiche sono dietro l'angolo. Abagio parla di regole "incomprensibili" non a torto. Difficili da decifrare anche per il pubblico, che infatti in molti casi è in disaccordo. Ieri l'oro del brasiliano Zanetti, pur regalando il bronzo a Morandi, è sembrato un 'regalo'. "Non meritava di vincere - dice Casella -, e lo pensano tutti". E oggi nella preambolo della finale del corpo libero c'é stato un'altra decisione discutibile delle giurie: la romena Catalina Ponor, che si era piazzata terza nelle eliminatorie, è stata retrocessa dopo il reclamo degli Stati Uniti a favore della loro ginnasta, Alexandra Raisman, che era quarta. "Preferivo che la Ponor restasse terza..." ironizza il tecnico azzurro, facendo intuire che i giudici potrebbero averla "risarcita" in finale: il suo 15.200 è parso abbastanza generoso, tant'é che è stato fischiato. "Sono diverse gare che faccio che prendo la medaglia di legno - si lamenta la Ferrari - Qui mi sono detta 'questa volta ce la faccio'. Non mi è sembrato di aver fatto un esercizio peggiore della russa. Io mi sarei data il punteggio della Ponor". "Resta il fatto che Vanessa resta tra le migliori al mondo" la consola il suo tecnico. Ma forse questa convinzione non basterà a farle cambiare idea.

Fonte: ansa.it

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Un saluto al campione olimpico di salto in alto Ivan Ukhov :ave:

MILANO, 5 settembre 2008 - Ivan Ukhov è un nome che ai non appassionati di atletica dirà poco. Eppure il russo 22enne in carriera vanta un personale di 2.33 nel salto in alto (che sale a 2.39 indoor) e un passato da lanciatore del disco. Martedì era tra i partecipanti al meeting di Losanna, quello in cui il giamaicano Asafa Powell si è divorato i 100 metri in 9"72 e Usain Bolt ha avvicinato strappato applausi sui 200 correndo in 19"63.

UBRIACO - A Ukhov di Powell e Bolt probabilmente importava assai poco. Il russo aveva rotto con la fidanzata, e per dimenticare si è attaccato alla bottiglia nonostante dovesse saltare l'asticella. "Lui beveva vodka-Red Bull, mentre noi solo Red Bull" ha confidato Linus Thörnblad, penultimo nell'alto, aggiungendo che Ukhov si è attaccato alla bottiglia per tutta la sera. Il risultato è stata l'eliminazione a 1.80, misura che il russo riusciva a superare anche nel 2004, appena lasciato il disco per l'alto, condita da un esilarante tentativo di superare l'asticella, reso comico dal tasso alcolico elevato. Ukhov il giorno dopo è stato rispedito a Mosca sul primo aereo, ma non rischia nulla in termini sportivi, visto che il regolamento della Iaaf, la federatletica mondiale, non prevede sanzioni per questo tipo di comportamenti.

fonte: http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Atletica/Primo_Piano/2008/09/05/simeonijr.shtml

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Ok, ma nel caso di Schleck dove hai la prova che ha coperto?

Le prove sono le analisi positive al diuretico. Un diuretico si usa per coprire. E vietato usarlo, lui lo aveva nel corpo. O prova che lo ha preso da una contaminazione alimentare o ambientale oppure sconta la pena. È il regolamento. Altrimenti chiunque prenderebbe diuretici per coprire altre sostanze e nessuno troverà "la prova che ha coperto".

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