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Ecco la mia storia...


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E in una calda giornata di inizio Giugno era venuto il momento di correre il GP Kranij, per me era una grande emozione, era la prima volta che tornavo in slovenia a correre con la mia nuova squadra, sarei stato io la punta, cl mio fianco Arekeev, Camponogara, Proni, Bodnar e Bindi, mi faceva un effetto speciale il tifo del pubblico, trovare i ragazzini che mi chiedevano l'autografo, tanto che a un certo punto Arekeev mi chiese:< Ma tu qui sei davvero così famoso?> <La Slovenia non è un grande paese, voi russi avete campioni in ogni sport, noi siamo pochi e ogni buon corridore è conosciuto>. Sapevo che forse la tensione mi avrebbe potuto fregare lungo i 5 giri del percorso, Camponogara partì in fuga, gli altri 4 rimasero con me

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I compagni di squadra mi coprirono finche poterono, ma non erano in gran forma, Arekeev si bruciò inseguendo Coenen e Roojakkers, gli altri lentamente finirono le loro energie, ai -20 così ero solo, potevo solo contare sulle mie gambe e il tifo del pubblico per rispondere ai giochi di squadra di una Bouygues venuta per vincere, con Voecker e Trofimov a condurre le danze

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Poi ripresi i due in contropiede partì il loro capitano Rolland, io rimasi un attimo indeciso, visto che c'era poca collaborazione, i francesi sembravano avere la corsa in pugno, quando Moos, eccellente discesista svizzero partì dal gruppetto, io mi fiondai alla sua ruota

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Purtroppo fu un errore, l'attacco dello svizzero fallì, e io mi ritrovai a corto di energie quando De Waele provò a partire, risposi, ma sembrava davvero dura rientrare sui corridori davanti, mi trovai circa in 10a posizione allo scollinamento dell'ultima salitella

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Negli ultimi km mi buttai nella discesa e il falsopiano con tutta la foga che potevo avere, vedevo davanti a me De Waele, Sczawinski e Moos a tiro, a bordo strada tutti mi incitavano, saltai Rolland, Sinkewitz e Savini, ma non bastò, i primi tre erano imprendibili, chiusi ai piedi del podio

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<Dai non è andata male> mi disse Lukasz dopo l'arrivo

<Era l'unica corsa che facciamo in Slovenia, speravo di vincere>

<Non prendertela, siamo giovani, l'anno prossimo torneremo e prometto che darò tutto per farti vincere, in fondo questa è una gara che si può decidere in discesa>

<Grazie, Lukasz, l'anno prossimo saremo di nuovo qui, per prenderci la nostra rivincita>

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Il prossimo appuntamento era in Portogallo, il GP Correios, breve corsa a tappe di metà giugno, eravamo in 6 al via dei nostri, io, Arekeev, Corsini, Camponogara, Gobbi e Bindi, le tappe erano tutte mosse ma solo la seconda presentava una grossa salita.

Partivamo senza le idee ben chiare su come correre, visto che il salitone di 20km a metà seconda tappa rischiva di tagliare le gambe a tutti noi. Intanto Siro partì in fuga nella prima tappa, in un gruppetto di 6 corridori, tutti sconosciuti

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Non andò a buon fine, come previsto, ora c'era uno strappetto ai -15, che poteva tagliare le gambe a molti velocisti e favorire un corridore di fondo e con buona resistenza in salita come me, a differenza del solito lo presi davanti, scollinando con i primi

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In discesa mi raggiunse Alexandr, autore di un bel recupero

<Ehi, Jure, come ti senti?> mi disse

<Bene, non ho sofferto la salita>

<Allora te la senti di provare un anticipo?>

<Non è facile>

<Dai, seguimi, tanto in volata sei battuto, proviamoci!>

Alex con uno scatto notevole mi portò in testa al gruppo

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Si scansò a 300m dal traguardo, e io rilanciai, per fortuna ci aveva seguito solo Kyendis, uno scalatore polacco che non poteva impensierirmi allo sprint, dovevo però resistere al ritorno dei velocisti, pestai con il massimo rapporto, mentre Arekeev mi lanciava un'urlo di incoraggiamento prima di rialzarsi ed essere riassorbito dal gruppone

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Proseguii fin sul traguardo, nessune ne ebbe per riprendermi e Kyendis appena uscì dalla mia ruota rimbalzò, chiudendo comunque 2°, una grande gioia per riscattare la mezza delusione di Kranij

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Alex aveva avuto ragione, e avevo preso la maglia, il giorno dopo però mi aspettava una tappa molto dura e forse i gradi di capitano sarebbero passati al russo

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Nella seconda tappa partivo con la maglia di leader, difenderla non era semplice, non ero certo uno scalatore, anche se devo dire che mi ero sempre difeso egregiamente in montagna, non sono mai stato uno di quei velocisti che lottano per stare nel tempo massimo. In ogni caso se fossi saltato toccava ad Arekeev prendere in mano la situazione

Per far capire in ogni caso che non saremmo stati noi a tenere chiusa la corsa lanciammo Bindi in una fuga corposa, a noi sarebbe andata bene anche la fuga bidone, Emanuele in fondo era bravo in salita e poteva giocarsela

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Ma quando iniziò la salita subito una brutta notizia: Alex non si sentiva bene, e sicuramente non ne avrebbe avuto per giocarsi la vittoria, toccava a me provare a difendermi. Decidemmo allora di prendere noi un pò il controllo della corsa, in salita Alex e Michele si portarono in testa, senza forzare ovviamente, ma per far capire all'Euskaltel di Astarloza e all'Andalucia di Vicioso che noi eravamo lì per combattere

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La fuga sotto il forcing di Martinez, Landaluze e Hernandez perse in salita tutto il suo vantaggio, ma Emanuele con uno scatto deciso andò a prendersi i preziosissimi 20 punti GPM che c'erano in cima, battendo Vitorino, io intanto ero ancora in gruppo, ma Alex sembrava al gancio, Marco e Siro ovviamente erano già alla deriva

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In discesa vennero ripresi anche Bindi e Vitorino, e sulla salita dopo mi ritrovai da solo, anche Michele aveva finito le energie e Emanuele era troppo stanco per la lunga fuga, io allora decisi di salire regolare senza mollare, ma senza neanche rispondere alle accelerazioni

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Iniziò il lungo discesone di 35km prima dello strappetto finale, sapevo che difendermi da solo da tutti gli scatti sarebbe stato difficile, così quando Mazet e Vicioso ai -12 cercarono un allungo mi inserii nel gruppetto dei contrattaccanti, in discesa avevo recuperato e mi sentivo pieno di energie per giocarmela

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Si formò un gruppetto di 8 corridori, e ai piedi della salitella finale Oleg Chuzda provò ad allungare, Vicioso cercò senza successo di chiudere

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Allora decisi di giocarmi il tutto per tutto, partii lungo, per riprendere l'ucraino, e negli ultimi 200m riuscii a passarlo, andando a cogliere un'insperata vittoria, con la maglia di leader addosso, secondo Chuzda, terzo Vicioso

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Al traguardo non ci credevo, mi raggiunse subito Ruslan Ivanov

<Ce l'hai fatta!! Ora si corre per te nelle prossime tappe!!>

<Quanto ho guadagnato?>

<Nulla, il gruppo era sfilacciato, ma senza fratture, tutti i primi 30 con lo strsso tempo>

<Merda!>

<Hai comunqu 28" su Chuzda e 32" su Vicioso, puoi farcela se stai attento, e poi a questo punto gli altri 5 correranno per aiutarti>

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Per la terza tappa si respirava un clima da giornata campale, era la prima volta che ci trovavamo sul serio a difendere la maglia, e soltanto in 6. Ruslan e Guido avevano preparato tutto nei minimi dettagli:

<Allora, oggi dovremo stare molto attenti, visto che la classifica è cortissima e ogni distrazione può essere fatale, Siro e Marco, che in salita reggeranno poco dovranno controllare la prima metà di gara per non far prendere un quarto d'ora alla fuga, Michele e Emanuele entreranno in azione all'infiammarsi della corsa, e tu Alexandr, dovrai scortare Jure praticamente sul traguardo, ci sono domande>

<Sì> disse Bindi <Io ho la maglia GPM, posso provare a difenderla?>

<Oggi ci servono tutti gli uomini, ma potrai sprintare sul primo GPM>

<Ok, grazie>

All'avvio mi sentivo teso, cercavo lo sguardo dei miei compagni di squadra, per scoprire se avevano fiducia in me e, cosa non secondaria, le forze per scortarmi fino al traguardo. Bindi come previsto sprintò sul GPM, perdendo però da Irizar Aramburu, comunque 4 punti guadagnati, visto che il basco era lontanissimo

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Partì una fuga un pò troppo corposa, di circa 14 corridori, ma per fortuna senza nessuno in grado di impensierirmi in classifica, il più vicino aveva 5' 4", Siro e Marco si misero a scandire un ritmo regolare per tenere il distacco entro i 3'

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La situazione si complicò quando l'Euskaltel decise di muoversi, i baschi avevano molti corridori in classifica, e così lanciarono Hernandez a 60km dall'arrivo, davanti c'era Irizar, suo compagno di squadra e buon passista, quindi dovemmo prendere in mano la situazione

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Ma l'Euskaltel non aveva finito, quando il distacco dei fuggitivi fu ridotto a circa 1' partì Astarloza, il loro capitano, che si riportò sui fuggitivi, Alex, Michele e Emanuele erano troppo stanchi per andare a riprendere il trio basco, così partii io in prima persona a ricucire

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Riportai una quindicina di corridori sulla testa della corsa, ma ora ero solo, a sfruttare la situzione fu il polacco Detko, corridore che in sincerità non avevo mai considerato. Toccava ora a me in prima persona chiudere, visto che nessuno era disposto a collaborare

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Detko purtroppo arrivò al traguardo da solo, Vicioso regolò il gruppetto inseguitore, io chiusi al 7° posto, stremato

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il primo istinto fu cercare Ruslan

<Allora quanto ha preso il polacco?>

<Mi dispiace. 25", la maglia è andata>

<Ma non è possibile!!!> urlai col fiato che mi rimaneva <Ieri gli avrò dato un minuto e hanno neutralizzato tutto!! >

<Purtroppo è così, hai 5" di distacco, ancora si può recuperare>

<Vediamo domani se avrò recuperato, oggi è stata davvero una faticaccia>

<Già, gli altri man mano che arrivano Guido li sta mandando in albergo, la stanchezza rischia di farsi sentire>

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Prima dell'ultima tappa si sentiva ancora la delusione per il risultato del giorno prima, ma il polacco, che era Komar e non Detko, era a solo 5" e tutto era in gioco, visto anche che con il mio spunto veloce potevo andare a caccia di abbuoni. Ruslan e Guido erano intenti a preparare la strategia per la corsa

<Allora, c'è uno sprint a abbuoni a 25km dalla partenza, vale 6", se lo prendi passi in testa> disse il moldavo

<Se scatti al momento giusto puoi farcela, la DHL non ha grossi passisti, anche se tireranno a morte> aggiunse Trentin

<Ok, e se non ce la faccio?>

<Se non ce la fai giocatela nello sprint finale, anche lì ci sono abbuoni importanti>

Così dopo 10km partii all'attacco con Bindi a darmi una mano, tirando a tutta fino a 2km prima dello sprint

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Mi lanciai verso il traguardo volante, con alla ruota il solo Rebiewski, che non riuscì ad impensierirmi: i 6" di abbuono erano miei

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Ora il più sembrava fatto, ci rialzammo e ritornammi in gruppo, ma occhio a non distrarsi, visto che avevo 1" su Komar, e solo 26 su Vicioso e Kyendis, Marco e Siro, impagabili uomini di fatica, si misero a imporre un ritmo tranquillo, visto che i fuggitivi, Pohl e Bonsergent avevano in generale distacchi pesanti, ma a scombinare tutto ci si mise di nuovo Aitor Hernandez, che scattò a metà corsa, il suo distacco era nell'ordine del minuto e mezzo, quindi il pericolo era serio

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Marco, Siro e Emanuele si misero a tirare più forte, ma la fatica accumulata pesava molto, e il basco volava davvero, il suo vantaggio era sempre sui 2' e i nostri erano stanchi. Ma all'improvviso ecco arrivare un aiuto inatteso vista la tappa precedente, le due squadre polacche, CCC e DHL, per difendere i piazzamenti di Komar e Kyendis si misero a tirare, per poi giocarsi tutto nella volata finale

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Hernandez ai -20 venne ripreso, ma non c'era un attimo di respiro, in contropiede si mosse Vallejo, anche lui con poco più di un minuto di distacco, i miei compagni erano sfiniti, toccava ai polacchi chiudere, ma il vantaggio dello spagnolo, affiancato da Glasner era ormai sul minuto

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Arekeev, l'ultimo gregario che mi era rimasto, si portò in testa, ma Vallejo perdeva pochissimo, pur essendo uno scalatore, ai -4 fu Vicioso a giocarsi le sue carte, io non potei che segurlo, con a ruota anche Komar, la partita era apertissima

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I due davanti erano irraggiungibili, Glasner vinse la volata a due, io da dietro però feci una gran rimonta, annullando il distacco, e andando a rinforzare la leadership con l'abbuono del terzo posto: era fatta!!!

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Dopo il traguardo esplosi in un urlo liberatorio di felicità, erano stati quattro giorni di fuoco, avevo fatto di tutto, da un'azione da finisseur a una strenua resistenza in salita, per poi giocarmi tutto per pochi metri nell'ultima tappa, dovevo molto ai miei gregari che avevano dato tutto, nonostante non fossero dei fenomeni, Marco e Siro avevano chiuso penultimo e ultimo, per la fatica che avevano fatto ogni giorno a metà corsa, li aspettai tutti dopo il traguardo per festeggiare insieme, in particolare Emanuele, che dopo anni di gregariato puro si prendeva una piccola soddisfazione con questa magli GPM. Le maglie erano tutte nostre, visto che io avevo anche quella a punti e dei giovani, nella classifica a squadre invece chiudevamo terzultimi, a dimostrazione del grande impegno profuso da tutti per aiutarmi. Ora mi aspettava un pò di riposo prima del campionato nazionale.

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In effetti è stata una delle corse più combattute da quando gioco a cycling manager, controllare la corsa con solo 5 corridori nessuno dei quali con 70 in pianura è veramente dura, tanto che alla fine le castagne dal fuoco me le hanno tolte i polacchi (per fortuna il computer non considerava che con il traguardo volante avevo soffiato la maglia a Komar).

In ogni caso in continental i passisti veloci come Kocjan sono utilissimi, vincono sia le classiche che le brevi corse a tappe più morbide grazie agli abbuoni, purtroppo in PT raccolgono molto di meno.

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Mi piaceva sempre tornare a correre il campionato nazionale, era un modo per rivedere vecchi amici con cui avevo corso nelle categorie inferiori e le cui strade poi si erano divise dalla mia, c'era Janez Brajkovic, eterna promessa del nostro ciclismo, Matej Mugerli, Miha Svab e Grega Bole, che poi si portò a casa la maglia di campione, era un modo per fare quattro chiacchiere su come andavano le nostre carriere, Janez era l'unico con un contratto in una grossa squadra, ma non ne era molto felice, visto che i vari Contador, Leipheimer, Kloden, Armstrong e Zubeldia gli chiudevano molti spazi, Matej invece era direttamente senza contratto professionistico, proposi ad entrambi di raggiungermi qui alla Gentilini, visto che volevamo ingrandirci per provare il salto nel PT.

Luglio iniziava di nuovo con una corsa portoghese, il GP Torrese Vedras, dedicato a Joaquim Agostinho, il più grande ciclista che quel paese avesse espresso, giunto negli anni 70 sul podio di Tour e Vuelta. Io dopo l'emozionane finale del GP Correios ero diventato una mezza celebrità qui, e tutti gli organizzatori mil volevano al via delle loro corse, con me c'erano Arekeev, Camponogara, Bindi, Gobbi, Bertuola e Bodnar, chi mancava era Trentin, rimasto in Italia a concludere trattative di mercato, ci avrebbero raggiunto l'anno successivo Eros Capecchi, uomo da media montagna e fenomenale discesista, Maurizio Biondo, cronoman da brevi gare a tappe, Mauro Facci, passistone e ottimo gregario e anche Matej Mugerli, che aveva accettato la mia offerta. La corsa comunque partì con un caldo soffocante, che a me non piaceva molto, ma conunque avremmo corso al meglio, Bodnar attaccò subito, portandosi dietro altri 6 corridori

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Io ero molto atteso, e così mi toccava prendermi le mie responsabilità, poichè comunque Lukasz in un arrivo su uno strappetto non dava garanzie, Bindi e Gobbi iniziarono ad accelerare sulla penultima salita

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Lo schema tattico era il solito, Arekeev si sarebbe mosso prima, io, più veloce, sulla seconda ondata, ai -10 partì Van Huffel, Kairelis rilanciò, e il nostro russo si accodò al gruppetto

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Io rientrai ai piedi della salita, mentre Menzies, ultimo fuggitivo superstite veniva ripreso, Saramotins e Garcia Etxegibel (che nomi che avevano in queste corse!) fecero un forcing micidiale, che sgranò il gruppetto

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Rimanemmo in 5, io Arekeev, Blanco, Garcia e Saramotins, gli altri erano tutti scalatori, così ebbi buon gioco a vincere la volata, ripartendo da dove avevo lasciato, la maglia di leader

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Stavolta i cronometristi furono più benevoli con me, visto che dopo i 5 gli altri presero tutti 32" di ritardo

La seconda tappa era da volata, noi avremmo controllato le fughe, e poi io mi sarei buttato nella mischia a caccia di abbuoni, un lunga fila di maglie azzurrine guidava il plotone per tenere i 4 fuggitivi di giornata a tiro

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Con l'aiuto delle squadre degli sprinter portammo la corsa in volata, io mi accodai ai PSK di Hondo, mentre anche Contentpolis e Xacobeo provavano il treno

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Io alla fine chiusi ottavo, la spunto Herrero Llorente, non una buona cosa, avrei preferito un velocista puro senza ambizioni di classifica, comunque la maglia rimaneva tranquilla sulle mie spalle

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