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Wanka84

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L'antidoping vince solo su contador :P (ban tra 3...2....1...)

Se devi liberalizzare sotto condizioni, allora tanto vale rimanere come siamo. Se fino a un tot puoi doparti, ci sarà il genio che supererà i limiti

No io intendo che la situazione attuale è una liberalizzazione di fatto sotto condizioni. E va anche bene, a patto di vivere il ruolo del doping e dell'anti in modo realistico e quindi un po' più sereno.
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Ian stiamo parlando di liberalizzazione del doping. Sul'anoressia dovrebbero fare come nel salto con gli sci: sei alto tot, c'è un range di peso minimo in cui stare.

Non ce la fai? A casa.

Non è il discorso grande atleta/purpettone. Prendiamo Oscar Pereiro e Landis, entrambi GRANDISSIMI ATLETI secondo il tuo ragionamento. Se non ci fosse stato l'antidoping Landis, inferiore rispetto a Pereiro, avrebbe vinto il tour. Senza merito, direi io.

Qualunque sport tu faccia, ti piacerebbe sapere che hai perso non perchè l'avversario è più forte di te (in tutto eh: testa, gambe, fiato, esplosività) o perchè tu in quel giorno sei proprio impresentabile, ma perchè lui è stato "aiutato" (doping, arbitri favorevoli, e chi più ne ha più ne metta)?

Il doping falsa quello che nello sport dovrebbe essere la regola aurea: il più forte (inteso come mix di testa, gambe e intelligenza), fortuna permettendo, vince.

Ma appunto perchè la fortuna è la fortuna, è pressochè impossibile che sul lungo non si veda vincere il migliore.

A meno che non ci sia dietro il doping.

Non è che se ti sei fatto una vita a pane e acqua e poi arrivi secondo, allora sei un grandissimo atleta e puoi doparti.

Il tuo ragionamento vale se l antidoping ci desse la garanzia di stanare tutti i dopati, o per lo meno la maggior parte. Invece colpisce piuttosto a random, poi soprattutto se parliamo di quegli anni, non mi dirai che Landis ha barato in un mondo di verginelle! Per cui sí, il buon Floyd per me é un grandissimo atleta come lo erano i vari Kloden, Sastre e Pereiro che erano sulla breccia in quegli anni. E senza ironie!

Cosí come, senza ironie e al netto del doping, Landis era davvero superiore a Pereiro! Basta vedere in che modo Pereiro si sia ritrovato a vincere quel Tour, dopo aver preso mezz'ora da Landis e soci sui Pirenei.

Modificato da smec-easyjet
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A posteriori io ho persino qualche dubbio sul fatto che la squalifica di Landis avesse qualcosa a che fare con i rapporti che aveva con Armstrong. Con tutto che poi Floyd s'è vendicato alla grande mettendo nella cacca il texano (che sicuramente, anche se in effetti non avesse mosso un McQuaid...ehm un dito! per far squalificare il connazionale, avrà goduto alla grande nel vederlo sparire dall'albo d'oro dopo il proprio nome).

Sul fatto che di per sé fosse forte (non che matto) ci sono pochi dubbi: i rapporti si sono fatti subito complicati con Armstrong proprio per quello. E, dettaglio curioso visto il soggetto, ho letto che per ripicca verso le sue intemperanze (domande continue su ammiraglie e bici vendute in nero per procacciarsi doping) spesso la squadra lo escludeva dal programma di doping (quindi suo malgrado gli capitava di correre a pane e acqua :wink: )

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Smettere di fare la lotta al doping perché ci sarà sempre qualcuno che ne farà uso e non verrà preso, equivale a dire che il Governo deve smettere di fare la lotta alla corruzione ed all'evasione perché tanto ci sarà sempre qualcuno che evadera' e non verrà preso (ah, sta già accadendo?!)

 

uhm bah... scusami ma mi pare il solito commento un po' moralista: se vogliamo fare il paragone, io penso che Cantone sarà il primo a dirti che la corruzione non si potrà MAI estirpare dalla società (e dico in generale, non solo in Italia) e che il compito dell'Anticorruzione è quello di garantire che gli appalti vengano assegnati nel modo più regolare possibile. Che non vuol dire, appunto, estinguere la corruzione.

 

Nel caso dello sport, invece, c'è ancora questa retorica ipocrita secondo la quale "sconfiggere il doping è possibile". Ma, appunto, si tratta solo di retorica; e di ipocrisia. Il doping NON lo si potrà MAI sconfiggere, tutt'al più - se si vuole - lo si può contingentare: e da questo punto di vista, mi sembra che il ciclismo abbia fatto tantissimo grazie in particolare all'introduzione del Passaporto Biologico. Così come dimostra la ricerca indipendente uscita la settimana scorsa secondo la quale, oggi, il doping incide per il 3-5% sulle prestazioni rispetto al 10-15% del passato.

 

Secondo me questo è già un ENORME risultato, oltre il quale non ci si può spingere.

 

Poi quello che contesto io è un'altra cosa: e cioè i tempi biblici che caratterizzano qualsiasi procedimento di infrazione quando un corridore viene trovato positivo e che secondo me, alla lunga, falsano lo sport come se non più del doping stesso.

 

In sintesi: si vuole "combattere" il doping?

 

Ok, va bene, ma mettiamoci d'accordo su almeno un paio di punti:

 

1) l'obiettivo deve essere appunto quello di "limitare" il doping, e non di sconfiggerlo (quindi, prima conseguenza, evitiamo di strapparci le vesti e gridare allo scandalo quando un corridore viene trovato positivo);

 

2) gli accertamenti devono essere RAPIDI, le contestazioni ai corridori devono essere IMMEDIATE e i procedimenti disciplinari devono concludersi nello spazio di POCHE SETTIMANE o  al massimo mesi; e i risultati che il corridore ottiene nel frattempo, vanno lasciati inalterati; poi semmai, se uno si merita due anni se li prende a partire dal giorno della sentenza e perde solo i risultati della corsa in cui è stato beccato, non tutto quel che ci sta in mezzo (vedi il caso Contador: vogliamo toglierrgli il Tour 2010? Ok, ma lasciamogli Giro 2011, Catalogna e tutto quel che aveva vinto nel frattempo, dato che in quelle gare ha superato i test e che in quel periodo era autorizzato a correre).

 

soprattutto il punto 2 è fondamentale, se non vogliamo affossare definitivamente la credibilità di questo sport, che è l'unico a riscrivere in continuazione i suoi albi d'oro

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Inutile dire che mi trovo pienamente d'accordo.

Il punto 1) è sacrosanto, oltretutto è penoso alla luce di questo continuare a parlare di radiazione, quando non di carcere o altro

Aggiungo una riflessione che mi pare logica, anche se non sono ferrato in medicina e qui ci sarebbe bisogno di pareri qualificati per capire se dico una cagata: a monitorare maniacalmente le deviazioni sui valori sangue/urine non c'è il rischio di non essere più certi di distinguere alla fine ciò che si deve all'apporto di sostanze esogene da ciò che è fisiologico? In fondo si parla di biologia, non di meccanica.

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  • Amministratori

 

 

 a monitorare maniacalmente le deviazioni sui valori sangue/urine non c'è il rischio di non essere più certi di distinguere alla fine ciò che si deve all'apporto di sostanze esogene da ciò che è fisiologico?

 

Per quel poco di conoscenza che ho, è possibile.

Attenzione anche a non monitorare più che altro disturbi di rilevazione quando si va in quantità infinitesimali.

 

Il fenomeno del doping va combattuto, non fosse altro perché - piaccia o no - oggi ci sono ragazzi che non passano professionisti per il solo fatto di non voler prendere nulla. 

 

Quello che si può fare non è fare la caccia alle streghe sulle quantità infinitesime ma tornare al 98 fissando una "soglia" di accettabilità come era quel 50 di ematocrito, ovviamente molto più bassa in modo che le prestazioni non siano falsate. E ridurre le squalifiche, non aumentare - squalificare il corridore a meno che non siano cose gravi (Riccò) non è mai la soluzione - è la soluzione in un sistema che permette alle squadre (complici) di assolversi da ogni responsabilità scaricando chi viene trovato positivo. In questo senso è molto buono l'approccio dell'UCI con l'Astana.

 

Aggiungo che oggi ci sono ragazzi che non passano pro perché non vogliono comunque prendere nulla - anteponendo la loro salute a contratti e soldi - questo rimane l'unico motivo per combattere il doping.

  • Upvote 2
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Per quel poco di conoscenza che ho, è possibile.

Attenzione anche a non monitorare più che altro disturbi di rilevazione quando si va in quantità infinitesimali.

 

Il fenomeno del doping va combattuto, non fosse altro perché - piaccia o no - oggi ci sono ragazzi che non passano professionisti per il solo fatto di non voler prendere nulla. 

 

Quello che si può fare non è fare la caccia alle streghe sulle quantità infinitesime ma tornare al 98 fissando una "soglia" di accettabilità come era quel 50 di ematocrito, ovviamente molto più bassa in modo che le prestazioni non siano falsate. E ridurre le squalifiche, non aumentare - squalificare il corridore a meno che non siano cose gravi (Riccò) non è mai la soluzione - è la soluzione in un sistema che permette alle squadre (complici) di assolversi da ogni responsabilità scaricando chi viene trovato positivo. In questo senso è molto buono l'approccio dell'UCI con l'Astana.

 

Aggiungo che oggi ci sono ragazzi che non passano pro perché non vogliono comunque prendere nulla - anteponendo la loro salute a contratti e soldi - questo rimane l'unico motivo per combattere il doping.

 

sono sostanzialmente d'accordo, senza entrare nel merito di quali parametri adottare come soglia (che siano l'ematocrito o altro) perché cmq rispetto a 15 anni fa immagino che il doping sia cambiato, e che quindi vadano cambiati anche i parametri. Ma in generale, appunto, sono d'accordo nell'indicare soglie (che giocoforza, dovranno essere arbitrarie) di determinati valori fisiologici oltre cui non ci si può spingere: vero, verissimo, che questo significa "liberalizzare il doping entro certi limiti", ma con buona pace dei ben pensanti, mi sembra proprio che riuscire a ricondurre il fenomeno "entro certi limiti" srebbe già un grandissimo successo, rispetto alla battaglia contro i mulini a vento che tanti don Chisciotte vorrebbero combattere.

 

Anche sul fatto che vadano maggiormente responsabilizzate le squadre anziché accanirsi sui soli corridori sono pienamente d'accordo, l'ho sempre sostenuto anch'io fin dai tempi di quel trionfo di ipocrisia che era il "Codice Etico" (a proposito: esiste ancoa?).

 

Quanto alle pene: sarei anch'io per ridurre quelle sportive, perché cmq, piaccia o non piaccia, a privarsi per due anni di un Valverde, di un Contador o di un Basso al top della loro carriera, è stato il ciclismo a rimetterci prima ancora che i diretti interessati. E' davvero da tafazzi, per uno sport, privarsi dei suoi migliori interpreti per una mera caccia alle streghe. Piuttosto, allora, aumentiamo le sanzioni pecuniarie a carico di corridori e squadre, e riduciamo il periodo di ban dalle gare.

 

Mi si dirà: così metti in fuga gli sponsor. Secondo me uno sponsor è più spaventato dall'idea di perdere per due anni (e anzi, adesso si parla addirittura di 4!) il suo corridore più rappresentativo, piuttosto che di mettere mano al portafoglio ma avere il corridore di nuovo disponibile dopo un anno.

 

Poi vabeh, questo non sarà un bel messaggio per i giovani, ma lo ripeto per l'ennesima volta: ditemi voi PERCHE' CACCHIO LO SPORT DEVE ESSERE DI ESEMPIO più di quanto non lo si richieda di essere ad altri campi? Lo sport professionistico è un lavoro, CHE DA DA MANGIARE a tanta gente (e mi riferisco anche e soprattutto all'indotto, non tanto e non solo agli sportivi che, ripeto, continuo a considerare dei privilegiati, ma piuttosto ai massaggiatori, meccanici, segretari, ai magazzinieri del Parma e così via) e quindi, in quanto tale, va trattato con praticità, senza ipocrisie e senza isterismi. Dirò di più: i soldi delle multe potrebbero confluire in una "cassa" per i tanti che perdono il lavoro da una stagione all'altra; fenomeno, questo, particolarmente urgente proprio nel ciclismo dove tante squadre chiudono dalla sera alla mattina quando lo sponsor decide di fare fagotto (e il caso più clamoroso che mi viene in mente è quello della Geox di qualche anno fa).

 

Inoltre, una politica basata più sulle multe ai team che sulle pene inflitte ai corridori, potrebbe servire a mettere in riga squadre "poco chiare" come l'Astana, senza dover ricorrere a minacce destabilizzanti per l'intero ambiente (e per l'indotto di cui sopra) come la revoca della licenza; e senza dover attendere per forza la positività di un corridore per intervenire.

Modificato da smec-easyjet
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  • Amministratori

Io credo che nel ciclismo qualcosa succederà. Si stanno formando squadre molto potenti (Sky, Astana, Tinkoff su tutte) che hanno in mano il 50% dei corridori "buoni". E quando questo accade, in ogni sport, c'è sempre qualche concessione. 

 

Si arriverà prima o poi ad una diversa ripartizione dei diritti TV delle gare, coinvolgendo anche le squadre. Si arriverà quando si renderanno conto che ASO è diventata una macchina da soldi tenendosi tutto il malloppo del Tour (andate a vedere un po' i bilanci) e di quella torta loro non prendono nulla.

 

Attenti alla stessa ASO, tempo fa provò ad acquisire RCS Sport non è detto non ci riprovi. Per RCS ormai il ciclismo sembra quasi una scocciatura. (E non mi stupisco, tirreno-adriatico in diretta e sulla prima pagina gazza nemmeno mezzo riferimento)

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Io credo che nel ciclismo qualcosa succederà. Si stanno formando squadre molto potenti (Sky, Astana, Tinkoff su tutte) che hanno in mano il 50% dei corridori "buoni". E quando questo accade, in ogni sport, c'è sempre qualche concessione. 

 

Si arriverà prima o poi ad una diversa ripartizione dei diritti TV delle gare, coinvolgendo anche le squadre. Si arriverà quando si renderanno conto che ASO è diventata una macchina da soldi tenendosi tutto il malloppo del Tour (andate a vedere un po' i bilanci) e di quella torta loro non prendono nulla.

 

Attenti alla stessa ASO, tempo fa provò ad acquisire RCS Sport non è detto non ci riprovi. Per RCS ormai il ciclismo sembra quasi una scocciatura. (E non mi stupisco, tirreno-adriatico in diretta e sulla prima pagina gazza nemmeno mezzo riferimento)

 

gli scenari che ipotizzi e che penso anch'io siano probabili (l'accentramento del giocattolo nelle mani di poche corazzate, il condizionamento dei diritti tv) sono gli stessi che hanno rovinato il calcio e tanti altri sport; ma la governance del ciclismo oggi è talmente ridicola e dilettantistica, che questo scenario non potrà che fare del BENE a questo sport, almeno nel breve periodo, se sarà servito a stabilizzare la situazione di squadre e corse.

 

Il rovescio della medaglia, però, sta in una omologazione di cui si vedono già i sintomi, e di cui la polemica sul maltempo è solo l'ultimo esempio: per la cronaca, condivido in pieno anche questa volta quel che dice Marco Grassi (giuro che non sono pagato da Cicloweb per parlarne sempre bene)

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  • Amministratori

Rovinato il calcio? Il calcio ha decuplicato il suo giro di soldi. Semmai ha rovinato quello italiano, che ci è arrivato troppo tardi quando altre leghe avevano già monopolizzato il grosso degli orari e di conseguenza delle abitudini mondiali a guardare partite ad un orario diverso. 

 

L'Eurolega di basket, nata da una centralizzazione di diritti TV e da un accordo di leghe, sta crescendo in maniera esponenziale - non è da escludere tra 25-30 anni una convergenza tra FIBA ed NBA. Oggi ci sono squadre come Maccabi e CSKA che possono permettersi di prendere giocatori NBA di media caratura pagando stipendi da giocatori NBA facendoli giocare in Europa, impensabile solo 10 anni fa quando molte squadre italiane non si iscrivevano alle coppe europee per paura di rimetterci soldi.

 

La stessa Premier League inglese è diventata quello che è diventata nel momento in cui i club si sono imposti sulle federazioni.

 

Continuo a ripetere che il problema principale del ciclismo è che le corse sono in sostanza organizzazioni sporadiche di privati. E' come se nel calcio si desse spazio ai trofei Birra Moretti, Tim e compagnia bella per tutto l'anno (ognuno contento di quello che ha vinto - sto facendo un discorso di logica, non di importanza sia chiaro) per poi fare il campionato di serie A in un Weekend ed il mondiale in un altro. Questo ne fa una situazione non governabile e non controllabile.

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Rovinato il calcio? Il calcio ha decuplicato il suo giro di soldi. Semmai ha rovinato quello italiano, che ci è arrivato troppo tardi quando altre leghe avevano già monopolizzato il grosso degli orari e di conseguenza delle abitudini mondiali a guardare partite ad un orario diverso. 

 

L'Eurolega di basket, nata da una centralizzazione di diritti TV e da un accordo di leghe, sta crescendo in maniera esponenziale - non è da escludere tra 25-30 anni una convergenza tra FIBA ed NBA. Oggi ci sono squadre come Maccabi e CSKA che possono permettersi di prendere giocatori NBA di media caratura pagando stipendi da giocatori NBA facendoli giocare in Europa, impensabile solo 10 anni fa quando molte squadre italiane non si iscrivevano alle coppe europee per paura di rimetterci soldi.

 

La stessa Premier League inglese è diventata quello che è diventata nel momento in cui i club si sono imposti sulle federazioni.

 

Continuo a ripetere che il problema principale del ciclismo è che le corse sono in sostanza organizzazioni sporadiche di privati. E' come se nel calcio si desse spazio ai trofei Birra Moretti, Tim e compagnia bella per tutto l'anno (ognuno contento di quello che ha vinto - sto facendo un discorso di logica, non di importanza sia chiaro) per poi fare il campionato di serie A in un Weekend ed il mondiale in un altro. Questo ne fa una situazione non governabile e non controllabile.

 

parlo di calcio "rovinato" in tutti i sensi tranne quello economico, ovvio: perché è indubbio che, al di là del declino del calcio italiano, anche negli altri paesi ormai assistiamo a campionati dove si sa già in partenza che la lotta per la vittoria è limitata a 2-3 squadre, e la stessa Champions League è un discorso tra 4-5 squadre.

 

In questo senso parlo di calcio "rovinato", e di deriva che rischia di imboccare anche il ciclismo con 3-4 squadre cannibali che prendono il meglio su piazza e anestetizzano la competizione in due modi: tenendo cucita la corsa fino agli ultimissimi km; eliminando dal campo dei contendenti tanti corridori che fino a 10-15 anni fa erano ciascuno il capitano di una squadra, e che oggi preferiscono fare il gregario di lusso, meglio pagati e con meno pressioni: e il caso di Popovych è emblematico, proprio perché quando è passato prof c'erano ancora piccole squadre costruite attorno ad un unico leader anche se questo non era ancora un corridore di primo livello (e mi riferisco proprio alla sua Landbouwkrediet, perché uno come Pantani ce l'avrebbe anche oggi una Mercatone tutta per lui) ma appena ha avuto la possibilità di andarsi a spaparanzare alla Discovery, non ci ha pensato su due volte.

 

Al netto di tutto questo, cmq, hai ragione quando dici che uno dei limiti più grandi del ciclismo sta nella sua dispersione tra tanti organizzatori grandi e piccoli, con tutto quel che ne consegue in termini di difficoltà ad accentrare i diritti televisivi e a sfruttare le economie di scala. Quindi è logico che si andrà in questa direzione anche nel ciclismo, che non può continuare a funzionare a pane e salame. E che una sua omologazione e riduzione a pochi colossi è il prezzo che dobbiamo pagare per vederlo sopravvivere (mentre, in tutto questo, il calcio avrebbe potuto continuare a sopravvivere anche alla vecchia maniera "romantica", o quantomeno facendo meno concessioni al business, proprio perché il calcio È il calcio ed è popolare in tutto il mondo)

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Il fenomeno del doping va combattuto, non fosse altro perché - piaccia o no - oggi ci sono ragazzi che non passano professionisti per il solo fatto di non voler prendere nulla. 

 

.....

 

Aggiungo che oggi ci sono ragazzi che non passano pro perché non vogliono comunque prendere nulla - anteponendo la loro salute a contratti e soldi - questo rimane l'unico motivo per combattere il doping.

Cinicamente mi viene una riflessione, che assocerei ai concetti di analisi / gestione / accettazione del rischio

Esempio

C'è un uomo che un giorno ha dovuto fare una scelta:

a) scatto di carriera e lavoro a 50 km da casa

b) lavoro da impiegato sotto casa

Scegliere l'ipotesi a) lo ha portato a lavorare di più, ad aver molte più responsabilità, a stressarsi in modo enormemente più alto, a fare almeno 40.000 km ogni anno in macchina, in mezzo al traffico. Se uno guarda le statistiche sugli incidenti in auto c'è da aver paura, almeno quanto all'idea di "prendere qualcosa". Naturalmente questa scelta lo ha anche portato a guadagnare il doppio rispetto all'ipotesi b).

Quello che voglio dire è che alla fine chi non passa professionista perché non gli va di prendere nulla fa una scelta. Ed è ingiusto che la imputi unicamente al sistema e non al proprio libero arbitrio, sarebbe come se l'uomo di cui sopra pretendesse lo stipendio doppio continuando a lavorare sotto casa e senza grandi pressioni.

Lo so è un discorso cinico, ma in fondo sono scelte che chiunque di noi fa o farà.

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E intanto, per dire della cialtroneria con cui si conduce la lotta al doping, a differenza della totalità degli ex squalificati per doping, Rebellin non può prendere il via alla Milano-Sanremo.

 

no no ma.... è stata "una sua scelta"!... così come è stata una sua scelta, per maggio, privilegiare il Tour of Azerbaigian al Giro d'Italia. E quella testa di cavallo recapitatagli da Rcs non ha avuto nulla a che fare sulla sua decisione: chi pensa il contrario, è un gombloddista! :P

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Il fatto che una corsa non trovi collocazione forte nel calendario è appunto un segnale di quanto vale. In ogni modo con lo spostamento di marzo la startlist ne ha guadagnato rispetto alla precedenza concomitanza con il Giro (tanto anche allora era una gara di preparazione o per accumulare km).

L'Eneco Tour questa settimana? E come si fa da mercoledì si comincia a correre nelle Fiandre... poi credo che quella gara, invero abbastanza inutile, credo serva come richiamo ciclistico in una regione che altrimenti in quella fase dell'anno non avrebbe gare di spicco.

 

Al di là di inventarsi possibili incastri, bisogna accettare che nel calendario, indipendentemente dalle classificazioni dell'UCI, esistono gare minori. Poi loro possono assegnare gli stessi punti a chi vince questa gara o la Roubaix, il che mi spinge a chiedermi, come già nell'altra discussione, a cosa servano questi punti.

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fra l'altro pensavo al paradosso del ciclismo spagnolo: ai minimi storici per numero di squadre e di corse, ma con il maggior numero di giorni-gara nel calendario WT: i 21 della Vuelta, i 7 del Catalogia, i 6 dei Paesi Baschi e San Sebastian, totale 35. Contro i 31 della Francia (PariNizza, Tour, Roubaix e Plouay) e i 30 dell'Italia (Tirreno, Sanremo, Giro e Lombardia).

 

Come dire che la Volta a Catalogna, proprio, nun ze po' vedé nel World Tour!

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  • Amministratori

fra l'altro pensavo al paradosso del ciclismo spagnolo: ai minimi storici per numero di squadre e di corse, ma con il maggior numero di giorni-gara nel calendario WT: i 21 della Vuelta, i 7 del Catalogia, i 6 dei Paesi Baschi e San Sebastian, totale 35. Contro i 31 della Francia (PariNizza, Tour, Roubaix e Plouay) e i 30 dell'Italia (Tirreno, Sanremo, Giro e Lombardia).

 

Come dire che la Volta a Catalogna, proprio, nun ze po' vedé nel World Tour!

 

L'italia dovrebbe promuovere una corsa nel WT ma quale? Tolta RCS non ci sono organizzatori seri.

 

Le corse spagnole tra l'altro finiscono per avere anche corridori mediamente migliori rispetto al loro valore. E non solo perché molti dei migliori del mondo sono spagnoli. 

 

Hai dimenticato il Delfinato per la Francia, smec.

 

Sulla corsa di oggi Froome ha detto che gli sono giunti i distacchi errati

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L'italia dovrebbe promuovere una corsa nel WT ma quale? Tolta RCS non ci sono organizzatori seri.

 

Le corse spagnole tra l'altro finiscono per avere anche corridori mediamente migliori rispetto al loro valore. E non solo perché molti dei migliori del mondo sono spagnoli. 

 

Hai dimenticato il Delfinato per la Francia, smec.

 

Sulla corsa di oggi Froome ha detto che gli sono giunti i distacchi errati

Vista l'organizzazione,può essere vera la cosa.

 

Anche perchè il gruppo oggi era peggio di un gregge e la cosa è un po strana.

Modificato da MK2011
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La corsa da promuovere in Italia è quella del primo fine settimana di marzo, c'è poco da fare: raduna grandi campioni (che oltre a presentarsi al via la vincono), piace un casino all'estero e comincia ad avere anche tanto pubblico per strada.

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L'italia dovrebbe promuovere una corsa nel WT ma quale? Tolta RCS non ci sono organizzatori seri.

Le corse spagnole tra l'altro finiscono per avere anche corridori mediamente migliori rispetto al loro valore. E non solo perché molti dei migliori del mondo sono spagnoli.

Hai dimenticato il Delfinato per la Francia, smec.

Sulla corsa di oggi Froome ha detto che gli sono giunti i distacchi errati

Ah giusto, il Delfinato. Rimane il fatto che la Spagna é sovradimensionata per quel che é oggi il suo movimento, dove i migliori peraltro sono prox alla pensione. Quanto all'Italia, a parte che anche noi siamo sovradimensionati, cmq sí: Strade Bianche tutta la vita

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  • Amministratori

Secondo me invece Ian l'italia le classiche le ha. Una strade bianche in più cambia poco. Bisognerebbe aggiungere una corsa a tappe, impensabile averne solo una oltre al giro nel WT contro le 2 francesi e le 2 spagnole.

 

Il problema è che il World Tour si allargherà verso l'estero, quindi al massimo saran tolte, non aggiunte. A questo proposito vorrei capire perché non farlo diventare World aggiungendo Dubai, Oman, Qatar e altre corse di febbraio con big, tappando di fatto il "buco" tra il Down Under e marzo. 

 

Qua si va più off-topic, quindi nel caso proseguiamo nel bar.

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Corsa a tappe da promuovere WT? Il GIRODIPADANIA! :P

D'accordo con Emmea sul riempire il buco di febbraio con le corse arabe, cosa che d'altra parte immagino accadrà presto, e con il fatto che per le nazioni storiche é già tanto riuscire a difendere quel che c'(Emmea sposta pure tutto :wink: )

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  • Amministratori

Corsa a tappe da promuovere WT? Il GIRODIPADANIA! :P

D'accordo con Emmea sul riempire il buco di febbraio con le corse arabe, cosa che d'altra parte immagino accadrà presto, e con il fatto che per le nazioni storiche é già tanto riuscire a difendere quel che c'(Emmea sposta pure tutto :wink: )

 

Il Padania era un bel progetto, peccato sia stato boicottato. Servirebbe cmq una corsa a tappe da 7-8 giorni, non da 4. Magari una corsa a tappe che parta il lunedì dopo la vuelta e termini il sabato prima della TTT mondiale, soluzione perfetta per attirare nomi. 

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Personalmente baratterei una corsa di una settimana (che sarebbe oltretutto un pasticcio da collocare nel calendario, che sia WT o meno... ed è il problema fondamentale che ha incontrato il Giro di Padania, oltre alle difficoltà esterne incontrate dal promotore politico) con 2-3 corse di un giorno lanciate o rilanciate alla grande.

- Strade Bianche appunto

- Giro del Lazio (o Roma Maxima, come volete voi, fatto che uno scenario del genere deve essere sfruttato come si deve) o se proprio quello è un morto rilanciare l'Appennino ai livelli che gli competono

- Terre Rosse del Montello (o altre novità che abbiano comunque negli sterrati il tratto distintivo*)

 

*la possibilità di creare magari una piccola settimana delle gare con sterrati, a inizio di marzo, secondo me sarebbe molto attraente

Un GT, una corsa a tappe, 2 monumento, 3 gare di un giorno ad alto potenziale e si va in culo a tutti (ovviamente ci andrebbero i danari :wink: )

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Riis sospeso da Tinkov per risultati scadenti

 

buahaha, che vordì? mica è come nel calcio che c'è un unico allenatore a rispondere della guida tecnica della squadra... vabeh...

 

tornando al discorso corse, il calendario italiano mi sembra possa essere potenziato solo in due finestre temporali: la settimana che porta al Giro (in cui potrebbero trovare spazio un rilanciato Giro di Toscana - magari l'Appennino, Ian, magari! ma quello è già tanto se lo corrono -, una Roma Maxima o anche una nuova corsa: ma dove? e organizzata da chi? pochi cazzi, il ciclismo non tira più! l'unica speranza di avere nuove corse è di agganciarle alla promozione del territorio come è successo per le Strade Bianche, o di una qualche eccellenza produttiva in terre di tradizione ciclistica: e penso alla Valpolicella, al Trentino, al cuneese, alla stessa Toscana dove però mi sembra di aver capito che di sponsor non se ne trovino più) e quella che porta al Lombardia, e da questo punto di vista mi sembra si stia andando nella direzione giusta, con lo spostamento della Tre Valli ed il rilancio (o almeno così ha detto Rcs) del Giro del Piemonte. Altri buchi, sinceramente, non ne vedo...

 

p.s.: anche l'idea di un'altra corsa sugli sterrati da abbinare alle Strade Bianche in effetti non è male

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