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Da New York a Parigi: 101 cime per la 102esima storia gialla
Di Mathieu La Segue
Per la prima volta nella sua storia ultracentenaria, il Tour de France varcherà i confini europei, riservando il Grand Départ dell'edizione 2015 al Nord-Est degli Stati Uniti. Tre frazioni, dal 3 al 5 luglio, che esporteranno la più grande corsa ciclistica del pianeta in un mercato vastissimo e in espansione, ampliando ulteriormente gli orizzonti di quello che è già il più importante evento sportivo a cadenza annuale.
Non si fermeranno tuttavia all'aspetto mediatico le novità e i motivi di interesse della 102a edizione della Grande Boucle, che, soprattutto a partire dal rientro in Francia, offrirà un tracciato sempre vario ed impegnativo, che offrirà pochissime giornate di pausa a corridori che dovranno superare qualcosa come 101 GPM, record assoluto nella storia della corsa. Un percorso con il chiaro intento di rendere la corsa difficilmente controllabile, agevolando strategie d'attacco ed impedendo l'egemonia di corazzate dominanti.
Le prime pedalate del Tour 2015 arriveranno all'ombra dell'Empire State Building, da cui scatterà la cronometro inaugurale. Una prova dal profilo altimetrico quasi piatto, ma dal chilometraggio troppo elevato (17 km) per poter rappresentare un esordio morbido. Il più veloce vestirà la prima maglia gialla nello spettacolare scenario di Times Square, al termine di una prova che si svilupperà in larga parte all'interno di Central Park, e avrà ottime chance di conservare le insegne della leadership anche nelle due successive frazioni in terra americana. Tanto la seconda tappa -con partenza e arrivo ancora a New York e percorso quasi interamente cittadino - quanto la terza - da Philadelphia a Lafayette Square in Washington, di fronte alla Casa Bianca - saranno sostanzialmente prive di difficoltà altimetriche, e saranno con ogni probabilità questione fra sprinter.
Per alleggerire il peso del trasferimento transoceanico, i giorni di riposo saranno tre in luogo degli abituali due, e il primo sarà speso proprio dopo i primi tre giorni, per consentire l'approdo in Francia della carovana. La clemenza degli organizzatori, tuttavia, si fermerà qui, giacché le prime tre frazioni in terra tricolore saranno tutto fuorché riposanti. Dapprima, martedì 7 luglio, toccherà ad una cronosquadre di 29 km tra Limoges e Saint-Léonard-de-Noblat, durante la quale le formazioni meno competitivo in questo esercizio potranno accumulare anche distacchi ben superiori al minuto; quindi, l'8 e il 9 luglio, sarà la volta di due tappe sul Massiccio Centrale, che combineranno per ben 24 Gran Premi della Montagna complessivi. La prima scatterà da Châteauneuf-la-Forêt, proponendo 11 GPM sulla via del parco divertimenti di Vulcania, dove si concluderà dopo 200 km. Fra le tante difficoltà, si segnalano il muro del Col du Chevalard, ad una ventina di chilometri dal termine, e la Côte de Ternant, meno aspra ma posta a poco più di 5 km dalla conclusione. L'indomani, il Tour muoverà da Brioude alla volta di Vic-sur-Cère, offrendo addirittura 13 GPM, fra cui - in chiusura - il Pas de Peyrol e il Col du Perthus, l'ultimo dei quali a meno di 20 km dal termine.
Una rara giornata di tregua arriverà l'indomani, con i 188.5 km di quasi esclusiva pianura tra Figeac e Auch, subito seguita però dalle prime due giornate di alta montagna, dedicate ai Pirenei. Si partirà con la meno selettiva delle due frazioni: 171.5 km tra Aire-sur-l'Adour e l'inedito traguardo della Vallée d'Arrens, preceduta dalla rapida sequenza di Marie-Blanque, Aubisque e Soulor. Frazione selettiva ma lontana dal modello del classico tappone pirenaico, proposto invece in toto l'indomani: da Pau si pedalerà per 201 km fino a Superbagnères, superando Tourmalet, Hourquette d'Ancizan, Val Louron-Azet e Peyresourde prima della scalata finale, per un dislivello complessivo di oltre 5500 metri.
La cavalcata pirenaica giustifica il secondo riposo previsto per l'indomani, lunedì 13 luglio, mentre il 14, giorno della festa nazionale francese, riserverà un menù insolito: 162 km totalmente pianeggianti fra Carcassonne e Sète (esposti però alle insidie del vento), prima di 1500 metri di rampe arcigne per giungere all'arrivo, collocato sul Mont Saint-Clair, l'ascesa che domina la cittadina.
I velocisti, già privati in extremis del traguardo della 10a tappa, dovranno stare a guardare anche in occasione dell'undicesima, che obbligherà il gruppo a superare altre 10 asperità degne di GPM, l'ultima delle quali - il Mont Aigoual - sede anche del traguardo. Nove delle dieci salite non provocheranno particolari patemi ai grandi della corsa, ma la penultima - l'inedito Col de la Lusette -, con i suoi oltre 18 km al 6.4% di media, potrebbe generare una selezione insolita per una frazione di media montagna della seconda settimana. Le ruote veloci potranno finalmente tornare di scena nella 12a tappa, che da Florac porterà il Tour in quel di Salon-de-Provence, ma già l'indomani, il 17 luglio, si tornerà a fare sul serio, con altre 10 salite tra Salon-de-Provence e Toulon. Il traguardo sarà posto in cima alla salita di Fort Coudon, preceduto di una ventina di chiometri dall'ancor più impegnativo Mont Faron e di una quarantina dal muro della Côte des Croix, con le sue rampe al 16%.
L'approdo sulla costa precederà l'atteso ritorno del Tour de France in Corsica, questa volta collocata non in apertura ma nel cuore della Grande Boucle, dando così modo all'organizzazione di sfruttarne appieno il territorio montuoso, ricchissimo di spunti. Sabato 18 luglio si affronteranno così nove Gran Premi della Montagna lungo i 192.5 km da Calvi ad Ajaccio, con l'ultimo dente - la breve ma ostica Côte du Salario - collocato a 2 km e mezzo dalla conclusione. L'appuntamento clou, tuttavia, sarà quello dell'indomani, quando dal capoluogo della regione si farà rotta verso il cuore dell'isola, per arrampicarsi ai 1369 metri dell'arrivo della Vallée de la Restonica: si tratterà della terza tappa di alta montagna, la prima situata in Corsica nella storia del Tour.
Il terzo ed ultimo giorno di riposo offrirà ai corridori l'opportunità di ricaricare le pile in vista di uno degli snodi decisivi della corsa: per martedì 21 luglio, infatti, sono infatti in programma 52 km e mezzo contro il tempo nella cornice della Costa Azzurra, con partenza da Nice e finale a Cannes, che potranno riscrivere da cima a fondo la classifica generale, dando modo agli specialisti di scavare solchi anche di molti minuti.
Gli scalatori, in ogni caso, avranno ben presto modo di rifarsi, subito dopo la probabile volata di Tallard, il 22 luglio. Dal 23 al 25, infatti, il Tour respirerà quasi esclusivamente aria di alta montagna, a cominciare da una 18a tappa che offrirà l'unico sconfinamento dell'edizione numero 102, Grand Départ a stelle e strisce escluso: dopo il via da Barcelonnette, si valicherà il Col de Larche (Colle della Maddalena) per entrare in Italia, dove ci si manterrà per circa 170 km, superando un'altra novità del Tour 2015, il Colle di Sampeyre, e il Colle dell'Agnello. Con ancora 60 km circa da percorrere, si rimetterà piede in territorio francese, dirigendosi verso il traguardo di Briançon; non prima, però, di essersi arrampicati anche sul Col d'Izoard, e di aver percorso la stretta e ripida rampa di La Chaussée, teatro dell'arrivo.
L'ombra del Col du Jandri comincerà ad allungarsi sulla corsa, ma, prima di avventurarvisi, i corridori dovranno concentrarsi sui tre colli della 19a frazione: il breve Col de la Forclaz, e soprattutto i durissimi (e anch'essi inediti) Col de Bisanne e Col du Pré, quest'ultimo a circa 16 km dal traguardo di Beaufort. Solo allora la testa potrà andare alla salita più attesa del 102° Tour de France, preceduto dalle scalate a Iseran, Télégraphe e Galibier. Gli oltre 23 km di scalata (al 9.5% di media), che su strada sterrata porteranno per la prima volta un Grande Giro a sforare quota 3000 metri, rappresenteranno il giudice inappellabile della corsa, scolpendo una classifica generale che ben difficilmente potrà essere scalfita dai 100 km e spiccioli della ventunesima ed ultima tappa, da Orsay agli Champs Elysées parigini.

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