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Topic Doping


klaus

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Nessuna.

I diuretici aumentano la produzione di urina, per definizione. Questo comporta che sono comodi per eliminare tracce di altre sostanze compromettenti o la riduzione di massa (sentivo un'intervista in cui dicevano che un boxer in tre giorni riesce a perdere qualcosa come 8kg per rientrare nella categoria corretta alla misurazione del peso). Su un forum ho parlato con un culturista e anche lî vengono usati per definire la massa muscolare, prima del concorso, in modo da asciugarsi.

Detto questo, qualora la notizia venisse confermata, il motivo dell'uso di un diuretico per Kolobnev rientra nella prima categoria.

arrivando in fondo al tuo messaggio ho capito il senso ... ma leggendo avevo pensato che testassero i diuretici sui cani ... :tongue::stelle:

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aspettiamo prima di dirlo, mi ricordo che un pò di anni fa a metà tour venne fuori la notizia della postività di di luca

Sì.. Bulbarelli che lanciò la pubblicità dicendo: E' stato trovato positivo uno dei grandi protagonisti del Giro, dopo la pubblicità vi diremo chi è :nonnn:

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  • 2 weeks later...

Tas-Contador

c'è un altro rinvio

La decisione del Tribunale sul caso doping, prevista inizialmente a giugno e poi rimandata ai primi di agosto, slitta a novembre. Concorde la richiesta delle parti, che potranno presentare ulteriori osservazioni scritte

LOSANNA - Continua a slittare l'udienza del Tas sul caso doping riguardante Alberto Contador. L'udienza, inizialmente in programma dall'1 al 3 agosto prossimi si terrà "probabilmente per novembre 2011". Il Tribunale Arbitrale Sportivo ha infatti accolto la richiesta formulata dalla Wada, con il consenso unanime delle altre 3 parti in causa, di stabilire un nuovo calendario. Ricordiamo che il giudizio vede di fronte l'Unione Ciclistica Internazionale (Uci) e l'Agenzia Mondiale Anti Doping (Wada) contro Alberto Contador e la Federazione ciclistica spagnola (Rfec).

E' il secondo rinvio del processo che avviene su richiesta delle parti, dopo quello che aveva cancellato l'udienza inizialmente programmata fra il 6 e l'8 giugno 2011. Al Tas si erano appellati la Uci e la Wada nel marzo scorso contro la decisione della federciclismo spagnola di non sanzionare Contador dopo che il ciclista era risultato positivo ad una sostanza dopante, il clenbuterolo. E' stato altresì ammesso che le parti possano presentare una seconda volta delle osservazioni scritte. Questa seconda serie di osservazioni scritte permetterà alle parti di completare le loro prove e le osservazioni relative ad alcune questioni specifiche scientifiche.

repubblica.it

Ma quanto ci vuole per stabilire se un corridore è da squalificare o no? :rotfl:

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IGLINSKYI. Valentin a tutta birra, ubriaco e positivo alla coca

Quando l'hanno visto sfrecciare sull'autostrada A8 a 203 chilometri orari, i gendarmi francesi si sono guardati un attimo negli occhi e poi sono partiti all'inseguimento. Alla guida dell'auto, il kazako Valentin Iglinskyi, fratello del più noto Maxim, lui pure tesserato per la Astana.

Quando l'hanno fermato, i gendarmi hanno constatato come il tasso alcolico nel sangue del corridore fosse superiore al consentito e lo hanno anche sottoposto al test della cocaina al quale il buon Iglinskyi è risultato positivo. Giustificazione addotta? Aveva partecipato ad una festa dopo Tour a casa di Alexandre Vinokourov.

tuttobici web

Come avranno tirato i kazaki a casa di Vinokourov :rolleyes:

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  • 2 weeks later...

Ciao ragazzi, ho pensato di aprire questa sezione per parlare un po' (seriamente) del problema doping.

Comincio io, postando una mail che ho appena mandato ad un po' di giornali... fatemi sapere che ne pensate :smilie_daumenpos:

Le recenti sanzioni comminate all'Atalanta e agli altri club coinvolti nel calcioscommesse mi hanno fatto riflettere in merito a quello che è invece il sistema in vigore nel ciclismo. Pensiamoci: se un calciatore o un qualunque altro tesserato commettono un illecito, le loro società di riferimento ne rispondono per responsabilità oggettiva. Viceversa, nei contratti dei corridori professionisti è ormai prassi inserire una clausola che li obblighi, in caso di positività, a risarcire i propri team con un importo pari allo stipendio percepito. Senza contare il licenziamento automatico qualora le controanalisi confermino la positività.

Non vi pare una disparità di trattamento clamorosa? Dico questo perchè sinceramente non credo alla favola del corridore che "fa tutto da solo", magari conservando nel frigo di casa le sacche di sangue per la trasfusione. O almeno, non penso sia questa la regola. E comunque, se anche così fosse, se cioè i ciclisti ricorressero davvero al doping "fai da te", ciò non scagionerebbe in alcun modo i gruppi sportivi dalle loro responsabilità.

Perchè è impensabile che un team professionistico non sappia quello che fa un proprio tesserato. E se davvero non lo sa, se davvero cioè non è in grado di esercitare alcuna forma di controllo su un proprio dipendente - sia esso un corridore, un direttore sportivo o un medico -, ebbene quel team non è degno di appartenere all'èlite del ciclismo professionistico.

Ragioniamo: ma è mai possibile che, quando a cadere nelle maglie dell'antidoping sono atleti di primo piano, i loro team manager possano trincerarsi dietro un ipocrita "io non lo sapevo" e pulirsi la coscienza scaricando il corridore in questione? Non vi pare assurdo che il titolare di una squadra World Tour, ma anche Professional o Continental, non sappia cosa fa il suo capitano?

E' successo in passato con Ivan Basso, mollato da Bjarne Riis ai tempi della Csc, è successo con Di Luca, Dekker, Rebellin, Hamilton, Riccò, Landis, Frigo, eccetera eccetera. E tralascio volutamente casi più controversi, come ad esempio quelli di Contador e Valverde.

Colmo dell'ipocrisia sono poi i casi di corridori licenziati e pronti, alla scadenza dei due anni di squalifica, a sottoscrivere un nuovo contratto con la stessa squadra che li aveva allontanati: basti pensare a Vinokourov e, proprio in questi giorni, ad Astarloza che è appena ritornato alla casa madre Euskaltel. Oppure allo stesso Valverde che continua beatamente ad allenarsi con i vecchi compagni della Movistar e che, probabilmente, dal 2013 tornerà a correre proprio con la squadra di Unzue.

Premesso che si voglia davvero sconfiggere la piaga del doping - e io personalmente sarei piuttosto propenso ad una sua legalizzazione nello sport professionistico, ma questo è un altro discorso - ebbene, premesso che davvero lo si voglia sconfiggere, credo che l'unica soluzione passi per il coinvolgimento diretto dei gruppi sportivi, che devono essere riconosciuti oggettivamente responsabili del comportamento dei loro tesserati, e come tali andare incontro a sanzioni dirette da parte dell'Unione Ciclistica Internazionale: dalla semplice multa all'esclusione da una o più corse del calendario World Tour, a seconda della gravità dell'infrazione.

Credo che, di fronte a simili rischi, i team manager delle varie squadre diventerebbero improvvisamente molto più "attenti" a quel che combinano i loro corridori. Voi cosa ne pensate?

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D'accordissimo con tutto quello che hai detto, eccetto per la legalizzazione nel Mondo professionistico del doping. E' vero che almeno tutti sarebbero alla pari e che chi vuole andare più forte rischia di sua volontà di andare incontro alla morte o alle malattie, però non è il modo migliore di agire. L'antidoping, soprattutto grazie al ciclismo ha fatto passi da giganti, e il ciclismo proprio per questo, è stato preso di mira come casa del doping.

Le squadre secondo me sanno, però si sono tutelate grazie a queste clausole di per se fatte per ridurre l'uso di pratiche illecite, ma poi colpiscono solo l'assistito e non il team, il ds e lo sponsor.

Se si usasse la regola "calcio scommesse" avremmo molte ma molte meno squadre nel mondo del ciclismo, sia per mancanza di sponsor, sia per mancanza di direttori sportivi.

p.s. siccome non so come unire due discussioni, appena si collega qualcuno che lo sa fare la metto assieme al topic doping in news ciclismo :wink:

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