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Topic Doping


klaus

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ma mi spiegate cos'è quest'odio per Rasmussen che serpeggia sul forum? :mrgreen:

Allora, tutto iniziò lo scorso anno nella mia story quando stavo facendo le liste per il Tour Down Under. Joker scelse il famigerato DRasmussen come outsider ma lui pensava fosse lo scalatore, invece s'è ritrovato, testuali parole "l'omonimo pippa". da quel giorno Rasmussen è entrato nei nostri cuori. :mrgreen:

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Allora, tutto iniziò lo scorso anno nella mia story quando stavo facendo le liste per il Tour Down Under. Joker scelse il famigerato DRasmussen come outsider ma lui pensava fosse lo scalatore, invece s'è ritrovato, testuali parole "l'omonimo pippa". da quel giorno Rasmussen è entrato nei nostri cuori. :mrgreen:

Ma credo tu abbia sbagliato, chi è DRasmussen; io conosco Michael ed Alex... :mrgreen:

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Si torna a parlare di doping...

Fra i ciclisti finiti sotto inchiesta ci sono nomi illustri. A partire dal russo Denis Menchov, vincitore di due Vuelta di Spagna e di un Giro d'Italia, quello del centenario. A Menchov sono già stati bloccati 2,4 milioni, in soldi e titoli. Sul suo conto è in corso una rogatoria con la Spagna per far luce sull'apertura di vari conti di deposito. «Una pratica resa possibile — scrivono — grazie al metodo della valigia che consente a molti ciclisti, in virtù dei frequenti spostamenti garantiti dalla disciplina praticata, di muovere capitali occulti all'interno di valigie nascoste nei mezzi di trasporto usati anche in occasione delle gare ciclistiche». Fra gli italiani c'è Michele Scarponi, l'aquila di Filottrano, secondo all'ultimo Giro d'Italia e primo degli italiani dietro lo spagnolo Alberto Contador.Nell'indagine è finito pure Lance Armstrong, il texano delle sette vittorie al Tour de France, più di tutti, di Merckx, di Indurain, di Hinault. Per i francesi, le Roi Americain.

Armstrong non è indagato in Italia per il semplice fatto che la sua società ciclistica ha sede negli Stati Uniti, ad Austin.

Qui l'articolo completo http://www.spaziociclismo.it/?action=read&idnotizia=14027

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Inchiesta Ferrari, tremano in 90

Di Rocco: "Ma Visconti resta"

COPENAGHEN (Danimarca), 22 settembre 2011

Il presidente federale: "Come Paolini al Mondiale 2006, non va cacciato". Fondi neri e contratti: ecco la rete del medico

È l'indagine che sta facendo tremare il mondo del ciclismo. Sono passati 14 mesi dall'incontro di Lione, 19 luglio 2010, tra le polizie di Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e l'Interpol: obiettivo Lance Armstrong e il suo storico preparatore, Michele Ferrari. Le accuse-doping di Landis al texano sono state il "carburante", l'agente federale Novitzky l'ha messo nel mirino per il presunto uso di fondi pubblici della Us Postal per l'acquisto di sostanze vietate. Ma la svolta arriva dal p.m. di Padova, Benedetto Roberti, che ha avuto il coordinamento giudiziario. Ed è vicinissimo a smascherare le trame internazionali che legano il preparatore a corridori, procuratori, insospettabili professionisti.

Fondi neri — In un paio di mesi l'inchiesta si chiuderà. Intercettazioni e perquisizioni, soprattutto analisi di tabulati bancari e conti correnti. Che, come aveva già scritto la Gazzetta in aprile, hanno fatto salire di livello l'indagine: non solo doping, ma denaro, tanto denaro. I soldi, il tesoro, il fatturato del doping, 20 milioni di euro, nascosto in un dedalo di società svizzere e monegasche, con bonifici estero-su-estero che incastrano corridori, procuratori e squadre. Soldi che partono dai corridori e arrivano al preparatore Ferrari, e poi ai team, e tornano indietro. Fondi neri. Una rete che rivela complicità totale. Le ipotesi di reato non sono solo l'uso di sostanze vietate o lo smercio o il traffico. No: sono associazione a delinquere, riciclaggio, truffa, evasione fiscale. La Svizzera ha collaborato enormemente a livello bancario. Niente privacy.

Associazione — Nomi, tanti nomi. Armstrong, con tracce di pagamenti che attraversano l'Atlantico e finiscono in Svizzera; il russo Menchov, vincitore del Giro del Centenario, e il suo procuratore Scimone, come ha scritto ieri il Corriere della Sera. Scimone si è definito "estraneo ad illeciti rilevanti sotto il profilo professionale" e pronto "a denunciare la violazione del segreto istruttorio". Una trentina di persone, secondo la Procura, avrebbero messo in piedi l'associazione a delinquere. E poi i corridori, visti, ascoltati, filmati, mentre parlano con Ferrari. Una piccola parte italiani. Perché in tutto sono una novantina, pesci piccoli e grossi. Ferrari è inibito dal 2002: basta anche una tabella di allenamento, e chi lo frequenta, come Di Luca con Santuccione, può essere squalificato da 2 a 6 mesi.

Caso Visconti — Tra i coinvolti ci sono anche Michele Scarponi e il tricolore Giovanni Visconti. Entrambi indagati dalla Procura di Padova nel momento in cui Nas dei Carabinieri e Guardia di Finanza hanno perquisito le loro abitazioni. Esattamente il 14 aprile nel caso di Scarponi, il 21 aprile per Visconti: ipotesi, frequentazione di Ferrari. Sequestrati agende, contratti e cartelle cliniche. Da allora, hanno sempre corso. Il marchigiano 2° al Giro, il palermitano è qui a Copenaghen per il Mondiale: uno dei punti fermi della Nazionale. Il presidente federale, Renato Di Rocco, che ha imposto a giugno norme esemplari per vietare la maglia azzurra a chi ha subito squalifiche per doping dai 6 mesi in su (fuori Petacchi, Basso e Di Luca, per esempio), è molto chiaro su Visconti: "Non è stato rinviato a giudizio, siamo soltanto in una fase istruttoria. Non possiamo assolutamente giudicare e condannare un ragazzo, Visconti resta qui al Mondiale. E' nella stessa situazione di Luca Paolini a Salisburgo 2006 (per l'inchiesta di Bergamo, ndr): adesso, dopo 5 anni, non si sa più nulla di quell'indagine, proiettata verso l'archiviazione".

Banca a Locarno — Ma come hanno fatto gli uomini del pm Roberti a scoperchiare il pentolone? Sono partiti dai contratti di lavoro e di immagine dei corridori intercettati con Ferrari. Poi i conti correnti bancari. Quasi sempre uno lecito, l'altro svizzero. E hanno visto dove andavano a finire questi flussi di denaro e a chi erano intestati i contratti. Guarda caso, i pagamenti finivano tutti nella stessa banca di Locarno, in Svizzera, su un conto che si è rivelato essere nella disponibilità di Ferrari, coperto da alcuni prestanome.

Contratti d'immagine — Le squadre, poi, non sono immuni da questo sistema. Con il trucco dei diritti di immagine, estero-su-estero, si creano facilmente fondi neri e si truffa il fisco. Tutto grazie a una società di Montecarlo alla quale, guarda ancora un po', fanno capo tutti i contratti di immagine dei corridori del gruppo-Ferrari. A questa "scatola" il corridore cede la sua immagine e incassa dei soldi; la società poi cede il contratto di immagine dell'atleta alla squadra, per una somma molto maggiore, prende i soldi, ma una parte di questi tornano all'atleta (per gran parte) e al team. Risultato: la Procura di Padova ha chiesto all'Uci, la Federciclo mondiale, di avere i contratti di immagine degli ultimi 5 anni stipulati dai migliori 18 team mondiali. Vuole vederci chiaro. Non tremano solo i corridori.

dal nostro inviato Luca Gialanella

ecco cancellara :)

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riguardo Scarponi e Visconti sono notizie di mesi fa,nei confronti di Armstrong si parla di frode alle poste americane ed è già da un'anno che si parla di questo...l'unica novità riguarda questi ''escamotage'' sui diritti d'immagine,se no si tratta di notizie di mesi fa che sono già risapute.

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  • 3 weeks later...

Riccò e l'autotrasfusione

Giallo sulla confessione

Vicenda Riccò, ennesimo capitolo. Il corridore modenese Riccardo Riccò - secondo l'Ansa - avrebbe ammesso nei giorni scorsi alla procura antidoping del Coni di aver effettuato un'autoemotrasfusione a inizio febbraio prima di essere ricoverato per un malore, ma ha sostenuto di averlo fatto solo su prescrizione medica. Un'ammissione che cambierebbe la versione del ciclista, che inizialmente aveva negato di aver compiuto quella pratica che gli è costata la sospensione dalle gare. I contenuti delle dichiarazioni del corridore sono stati trasmessi alla procura di Modena, che indaga a sua volta sulla condotta del 28enne formiginese. Entro due giorni Riccò sarà ascoltato dal sostituto procuratore Pasquale Mazzei, che sta chiudendo l'inchiesta.

SMENTITA — L'avvocato difensore del corridore, Fiorenzo Alessi, ha però smentito. "La notizia è priva di fondamento"

fonte : Gazzetta.it

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Doping: Procura Coni,12 anni stop Ricco'

(ANSA) - ROMA - Il ciclista Riccardo Ricco' e' stato deferito dalla Procura antidoping del Coni al Tribunale nazionale antidoping (Tna) per la vicenda, risalente allo scorso febbraio, del ricovero in ospedale a Modena in seguito ad un malore, che sarebbe dovuto a una pratica di autoemotrasfusione. Per il ciclista emiliano, che e' recidivo, la Procura ha chiesto dodici anni di squalifica.

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