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[Operacion Puerto] BASSO CONFESSA E COLLABORA


sateo

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beh mi sa che tra poco troveranno anche una mia fialetta con il nome di Jenny......

scherzi a parte: non capisco perchè nn venga imposto a tutti il controllo antidoping prima e dopo ogni gara...sarà sicuramente una cosa molto lunga e costosa ma credo che i soldi non manchino e la cosa che serve più di ogni altra in questo sport è la chiarezza. In questo momento gli spettatori hanno il forte bisogno di sapere chi ha fatto cosa. Non sappiamo più cosa pensare di nessuno.

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AIUTO!!!!!!

mio padre ha un allevamento!!!! chissà quante provette mi trovano!!!!!!

:banghead::lol:

Certo che tra Valv (il cane di Valverde) e Birillo (il cane di Basso) ne hanno di fantasia con i nomi... :lol::smilie_daumenpos:

Beh, poi c'è Chanel ( :lol: )

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:thumbup:

spettacolo così si fa!! e poi dicono che stanno ripulendo il ciclismo. Dovrebbero ripulire prima gli idioti che fanno le indagini. Sisapeva dall'anno scorso di valvpiti eppure non è stato fermato insieme a tutti gli altri. Gli spagnoli hanno coperto chi gli faceva comodo come stanno coprendo le squadre di calcio, i calciatori e nadal!

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Speriamo solo che non aspettino il prossimo tour o magari l'anno prossimo per fare uscire fuori altri nomi risonanti! questo protagonismo degli investigatori con colpi di scena al contagocce sta dando ai nervi a tutti gli appassionati...che si faccia pulizia in maniera risoluta, ed una volta per tutte

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intanto hanno confermato che si tratta di valverde...il cane dello spagnolo si chiamerebbe pitti.

Comunque credo che quelli che non sono stati ancora beccati hanno ucciso i loro cani...eheheh

Ora capisco perche il Brusa preferisce i ciuchini ai cani... :thumbup::mrgreen:

Siete pazzi.... :mrgreen::mrgreen:

Speriamo solo che non aspettino il prossimo tour o magari l'anno prossimo per fare uscire fuori altri nomi risonanti! questo protagonismo degli investigatori con colpi di scena al contagocce sta dando ai nervi a tutti gli appassionati...che si faccia pulizia in maniera risoluta, ed una volta per tutte

Su questo son daccordo, che si risolva tutto ora!

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Basso in Germania con Ullrich e Fuentes

L'incontro sarebbe avvenuto in un albergo di Friburgo alla vigilia del Giro 2006. La Procura di Roma è pronta a emettere gli avvisi di garanzia che dovrebbero riguardare Fuentes, sua sorella Yolanda e molti stranieri della lista di Operacion Puerto

Ivan Basso, 29 anni, vincitore del Giro d'Italia 2006. Ap

ROMA, 16 maggio 2007 - Diventa sempre più pesante la posizione di Ivan Basso. Questa mattina, al più tardi domani, il pm della Procura di Roma, Paolo Ferraro, iscriverà il suo nome nel registro degli indagati per violazione della legge 376/2000 (antidoping). Con lui saranno iscritti anche Michele Scarponi e Alessandro Kalc. Per Basso la vicenda sportiva (e l'eventuale riduzione di pena) si allontana dopo che la Procura di Bergamo ha fatto avere al Procuratore antidoping Ettore Torri le carte della magistratura tedesca che — con i carabinieri del Nas di Brescia — sta lavorando su un traffico internazionale di sostanze dopanti. Dalle carte emergerebbe la presenza di Ivan Basso, Jan Ullrich e del medico spagnolo Eufemiano Fuentes in un albergo di Friburgo alla vigilia del Giro 2006. E Basso di questo incontro non ha mai detto nulla.

AVVISI DI GARANZIA - La Procura di Roma è pronta a emettere gli avvisi di garanzia che dovrebbero riguardare anche un nutrito numero di corridori stranieri inseriti negli elenchi di Operacion Puerto. Tra questi José «Bufalo» Gutierrez (2º al Giro 2006), Botero, Sanchez, Serrano, Baranowski, Paulinho, Ribeiro, Contador e Gonzalez, più la sorella di Fuentes, Yolanda, che avrebbe avuto un ruolo importantissimo nel trasporto di sacche di sangue e nei rapporti tra il fratello e i corridori impegnati nelle gare in Italia. Per tutti, avvisi di reato in base alla legge 376/2000 per “aver commesso un reato sul territorio italiano”.

Anche Eufemiano Fuentes potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati per violazione della legge antidoping, ma nel suo caso si tratta di un reato commesso all’estero nei confronti di cittadini italiani (i prelievi di sangue a Madrid per le emotrasfusioni di Basso e Scarponi), reato per il quale è sempre competente la Procura di Roma.

DIETROFRONT DI KALC - Il dirigente Alessandro Kalc ha fatto sapere di non avere interesse di farsi sentire dalla Procura antidoping. Rischia una proposta di radiazione da parte della Procura e sicuramente il suo nome è destinato ad essere inserito nella lista delle persone con i quali i tesserati hanno il divieto di avere rapporti: sei mesi di squalifica in caso di violazione. Kalc ha probabilmente deciso di non "tradire" la fiducia che riponeva in lui il medico Fuentes che ne aveva fatto uno dei suoi corrieri.

PROCURE AL LAVORO - Il capo dell’antidoping, Ettore Torri, ha incontrato ieri il pm di Roma Paolo Ferraro che da tempo indaga sul doping nel ciclismo e che avrebbe già programmato il lavoro con i carabinieri del Nas (al suo fianco nell’operazione Oil for drugs). Ferraro dovrebbe già avere in mano le carte dell’Operacion Puerto e l’elenco delle persone da indagare. Anche la Procura di Bergamo dovrebbe partire con le sue indagini e, dopo aver già iscritto Basso nel registro degli indagati, aspetta di chiamare il corridore per sentirlo anche nell’ambito del lavoro della polizia tedesca e sulle carte che il pm Maria Cristina Rota ha ricevuto da Torri. Infine, per stessa ammissione di Torri, anche la Procura di Lucca si è attivata, ma in questo caso l’attenzione del magistrato toscano è riservata alla posizione di un medico il cui nome è fatto dallo stesso Fuentes in un fax ai suoi collaboratori: Luigi Cecchini.

Maurizio Galdi

(GAZZETTA)

-farà una doppia figura di m***a quando a breve confermeranno l'uso di doping-

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mi sa che con il ciclismo (e molti altri sport) che si è creato al giorno dopo si troverebbero sempre nuovi casi...urgono misure drastiche e MOLTI MOLTI MOLTI PIù CONTROLLI E MEGLIO CONTROLLATI!!!!

se i più controlli è riferito al ciclismo credo che l'unico modo possibile sia attaccarli una sacca al braccio collegata 24 ore su 24 collegata ad un pc che analizzi il sangue....altrimenti come si fa??.....mi sembra che il ciclismo sia più che controllato dato che si fanno i controlli già da esordienti (raramente ma si fanno, da juniores è più probabile invece).....mentre in altri sport neanche l'ombra (per esempio calcio dalla C2 in poi.....gli altri sport per dire la verità non so con precisione....)

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Leggete questo articolo per riflettere.....

Puerto: grazie al calcio, il ciclismo si sente meno solo

da Il Giornale

Anche se c’è poco da consolarsi, qualche sorriso affiora. Il Giro si sente meno solo: meglio, non si sente più nella parte dell’agnello sotto Pasqua. Nessuno conosce dettagli e particolari, ma la notizia sostanziale basta e avanza: il capo mondiale del calcio, Sepp Blatter, ha ufficialmente chiesto lumi e materiale sull’eventuale coinvolgimento del calcio nello tsunami del doping, noto col nome in codice di «Operacion Puerto». Conviene dirlo subito: il popolare Blatterone non è un giusto che muoia dalla sete di verità, ma è piuttosto un burosauro che si muove con colpevole ritardo, proprio quando non ne può più fare a meno. Cattiveria sul pover’uomo? Per giustificare la cattiveria, propongo un breve riassunto di quanto si è sentito negli ultimi mesi.

Primi di giugno 2006: è il periodo in cui si parla molto dell’inchiesta spagnola sul dottor Fuentes, ginecologo maschile specializzato in autoemotrasfusione. A un cronista francese della rete Canal Plus, effettivamente dotato di buona memoria, torna subito in mente l’intervista rilasciata tre anni prima da Johnny Halliday, noto per le sue canzoni, ma soprattutto per aver impalmato il mito giovanile di una generazione italiana, la biondissima Sylvie Vartan. Domanda del conduttore di allora: scusi Johnny, ma come fa a ballare e saltare sul palco per un’intera serata alla sua età? Risposta molto tranquilla e sincera: «Faccio come il mio amico Zidane: vado in una clinica svizzera ad ossigenarmi il sangue. Lui ci va due volte all’anno. Me l’ha consigliato. Dopo aver provato, ho capito perché...».

Saltiamo a dicembre, sempre 2006. In un’intervista alla tv tedesca ZDF, gola profonda Jesus Manzano, ciclista, racconta: «Prima del Giro 2001, andai in un albergo a Torrejon de Ardox, nei pressi di Madrid, e lì il dottor Fuentes mi iniettò una serie di venti dosi d’Epo. In quell’albergo incontrai molta gente. Ricordo un calciatore della nazionale spagnola, di cui non faccio il nome perché è terrorizzato, nonché volti noti dell’atletica. Riconobbi i maratoneti Adel Anton e Martin Fiz, oltre al campione europeo dei 1500 Reyez Estevez. Ce n’erano altri, che non riconobbi...». Certo può essere che Manzano racconti favole. Ma non gli si può credere solo quando parla di ciclisti.

Ancora a dicembre, Le Monde va alla carica: nelle carte spagnole, sostiene, ci sono le prove che molti giocatori di Barcellona e Real Madrid (subito la memoria torna a Zidane), ma anche di Valencia e Betis, sono in contatto col dottor Fuentes, che fornisce tabelle di allenamento, nonché cifre in codice per coprire i trattamenti sospetti. Segue smentita dei club. Subito dopo, però, entra in scena lo stesso dottor Fuentes, che precisa abbastanza impaurito: «I nomi delle squadre non li ho fatti io. Posso solo confermare che in carriera ho lavorato con tanti calciatori, sia di prima che di seconda divisione. Ovviamente non venivano da me a titolo personale».

Si arriva verso l’estate, esplode l’inchiesta della Guardia Civil. In piena bufera, Fuentes accetta di fare chiarezza parlando alla radio spagnola Cadena Ser. Tra le altre cose, spiega testualmente: «Dicono che io ho trattato solo ciclisti. Ma questo mi indigna. Ho lavorato con atleti di vari sport, come atletica, tennis e ovviamente calcio. Purtroppo escono solo alcuni nomi, e non conosco la ragione. Io non li faccio perché sono tenuto al segreto professionale: ma non capisco perché si accaniscano solo sul ciclismo».

Servirebbe una pagina per raccontare l’intera storia. Ma sin dal primo giorno di questo scandalo epocale una cosa appare chiara: se il ciclismo deve preoccuparsi seriamente, altri sport non potevano certo stappare bottiglie di champagne. Però si sa com’è la vita: sparare sui tacchini è divertente e a rischio zero, mentre avventurarsi nella caccia grossa presenta seri rischi di finire azzannati. Dunque, tutti addosso ai tacchini, in un nugolo di polvere e di piume al vento.

Ora, al limite del fuori tempo massimo, arriva il vecchio Blatter. Comincia la caccia grossa? Al Giro lo sperano, anche solo in nome della pari dignità. Però ogni ottimismo esagerato appare fuori luogo: certi cacciatori, davanti alla grossa preda, rinculano velocemente.

Cristiano Gatti

da Il Giornale del 16 maggio 2007

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Sembra ci sia anke Pereiro in OP.....

16/05/2007 Puerto: il cane Urko inguaia anche Oscar Pereiro

Vita da cani, quella dei ciclisti. Vite registrate sotto sigle da decrittare con nomi canini: ecco il filo conduttore. Prima Birillo, adesso Piti, poi Urko, ma ce ne sarebbero altri, come altri sono i corridori ancora nascosti in quella montagna di carte che l’Uci non ha ancora avuto modo di leggere e visionare, ma altri sì.

Vita da cani fare l’organizzatore, sperando di arrivare ad un vincitore, almeno uno. Il Tour lo sta attendendo da un anno. Dopo aver rispedito a casa un anno fa da Strasburgo Ullrich, Basso e compagnia, tenendosi bene stretto Valverde, il volto pulito del ciclismo, e acclamando l’americano mennonita Floyd Landis, il fachiro della fatica, che pedalava con una gamba sola, perché l’altra era quasi in necrosi e necessitava di operazione, adesso attende di sapere se Landis è davvero da considerare un corridore dopato, come i referti del laboratorio di Chatenay Malabry hanno detto, oppure no.

Se Landis è considerato anche dalla Usada e da tutti i tribunali sportivi realmente colpevole, la vittoria passerà automaticamente a Oscar Pereiro, compagno di squadra di Alejandro Valverde, che dopo il ritiro per caduta del capitano murciano, sbalordì tutti con una gara strepitosa, tanto da ottenere un secondo posto che potrebbe valergli la vittoria. Il condizionale è però d’obbligo, non solo per l’affaire Landis che è ancora in piedi, visto che è in corso il processo, ma perché il nome di Pereiro figurerebbe nel dossier dell’Operacion Puerto e a tirarlo in ballo sarebbe sempre il nome di un cane: questa volta Urko.

Lo scorso mese di gennaio Le Monde scosse il mondo del ciclismo e del Tour con la notizia di una doppia positività, proprio di Oscar Pereiro, al Tour de France. Il vincitore in pectore della corsa francese, se e quando arriverà la squalifica di Landis, è risultato positivo a due controlli: il 17 luglio al termine della 14ª tappa Montélimar-Gap e due giorni più tardi, dopo la Bourg d’Oisans-La Toussuire.

La sostanza ritrovata nelle urine di Pereiro è il salbutamolo, generalmente prescritto a chi soffre di asma, ma vietato dalle norme antidoping. L’Uci, che ha rilasciato a Pereiro un’autorizzazione all’assunzione del prodotto, ha archiviato il caso senza problemi. Ma l’Agenzia francese di lotta al doping (Afld) è convinta che non ci sia alcuna giustificazione medica per tale autorizzazione.

Poi la giustificazione arrivò, tardiva, via fax e la questione fu chiusa. Adesso però le attenzioni si poserebbero su di lui per quel nome di cane nel dossier «Puerto», per diversi indizi che non lascerebbero dormire sonni tranquilli nemmeno al secondo classificato, che sogna di arrivare primo e che lo scorso mese di dicembre disse a gran voce: «Se non mi diranno prima del prossimo Tour chi ha vinto quello dell’anno scorso, io la Gran Boucle non la vado a correre». Forse non la correrà. Ma non sarà lui a deciderlo.

da Il Giornale del 16 maggio 2007

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cmq paradossalmente se son tutti dopati i risultati non son falsati....

in nessuno sport...

e poi si parla tanto di sport europei....

ma pensate che in america le cose vadano meglio?

i giocatori dell'NBA quante partite giocano a settimana?

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