Vai al contenuto

sateo

Utente Storico
  • Numero contenuti

    1962
  • Iscritto

  • Ultima visita

Su sateo

  • Compleanno 30/11/1987

Profile Information

  • Gender
    Male
  • Location
    Milano
  • Interests
    Calcio e Ciclismo

sateo's Achievements

Newbie

Newbie (1/14)

0

Reputazione Comunità

  1. Ho seguito tutte le vostre indicazioni sull'installazione, ma dopo aver giocato la cronosquadre di Torino e le prime 2 tappe, in fase di caricamento della tappa mi crasha con "Runtime error"...cosa significa???
  2. Favorito d'obbligo Joaquin Rodriguez, ma se Nibali tiene il passo del "Purito" in salita, potrebbe staccarlo in discesa.
  3. Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Questa maglia verde è merito anche dei miei compagni, grazie e complimenti a tutti loro; Danilo nel finale mi ha levato da un po' di casino ed è stato davvero bravo. Sono riuscito a mettermi a ruota di Thor perché così sapevo di poterlo battere: un po' mi dispiace perché sarebbe stato bello vincere a Parigi con la maglia verde ma Cavendish andava veramente fortissimo ed è in grande condizione. Io penso di aver fatto una grande corsa ed è bello essere qui dopo 15 anni di professionismo e dopo un grande come Bitossi. Lì sul podio più stavo sopra e più mi gustavo questo momento. M'ero ripromesso di tornare al Tour per farlo bene: sono venuto qui con l'obiettivo di vincere una tappa, poi ne sono arrivate due ed è arrivata anche la maglia, è tutto fantastico». Mauro Da Dalto (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «A questa maglia verde ci abbiamo creduto tutti fin dall'inizio e abbiamo lavorato moltissimo per arrivare qui. Anche oggi penso che abbiamo dato dimostrazione di essere una grande squadra unita e compatta». Adriano Malori (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Terminare il Tour in questo modo per un grande emozione e penso lo sia ancora di più per Ale. È stato il velocista più regolare di questo Tour e se l'è davvero meritata questa maglia: s'è tolto una grandissima soddisfazione. Io nel finale ho cercato di dare una mano e tutti i ragazzi si sono comportati benissimo: per tre settimane siamo stati tutti uniti per Ale e per Damiano». Mark Cavendish (HTC-Columbia) da Raisport «Sono molto contento di questo quinto successo. All'inizio del Tour speravo nella maglia verde e un po' ci speravo ancora oggi: purtroppo la prima settimana non era andata benissimo». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Raisport «Questo secondo posto onestamente mi ha fatto un po' male ma sicuramente il prossimo anno tornerò e sarò di nuovo al Tour de France per vincerlo, è quello che voglio». Cadel Evans (BMC Racing Team) da Comunicato stampa «Essere qui a Parigi con George e Karsten (Hincapie e Kroon) è molto piacevole nonostante la mancanza di risultati. Se riguardo a questo Tour lo faccio in modo appassionato: un grande piacere correre insieme a questi ragazzi, ho un bel gruppo di persone attorno a me. La mentalità ottimista è il cambiamento più grande dell'ambiente in cui sono ora: questo aiuta a fare molta strada quando le cose non vanno bene».
  4. Le pagelle della Gazzetta: alberto contador 9 — Ha vinto, si è dimostrato il più forte (ma non più forte del Contador di un anno fa), si è fatto staccare soltanto nella tappa del pavé (ma ha avuto anche un incidente meccanico che frenava la bici negli ultimi 20 km) e in quella di Morzine, e a crono ha limitato i danni. Ha fatto la parte del cattivo. andy schleck 8,5 — Come un anno fa: secondo nella classifica generale, primo in quella dei giovani. Ha vinto due tappe prestigiose, alpina a Morzine e pirenaica sul Tourmalet, ed è stato grande sul pavé. Male nel cronoprologo (42" da Alberto in 8,9 km), dignitoso nella crono finale (31" da Alberto in 52 km). Morale: i 39" concessi a Contador sono esattamente quelli pagati per il salto di catena. denis menchov 7 — Terzo, sul podio, il massimo raggiungibile. Ma il russo, che ha vinto il Giro 2009, si è confermato corridore invisibile. Mai una volta in testa al gruppo, tranne il giorno del "surplace" di Contador e Schleck. lance armstrong 5 — Ha un buon alibi: tre cadute in un solo giorno, quello della tappa di Morzine, che lo hanno spedito fuori classifica. A spedirsi fuori corsa ci ha pensato lui stesso. Una sola fuga, nella tappa di Pau, e basta. Il suo viale del tramonto si è trasformato in un vicolo. mark cavendish 8 — Tour cominciato male, ma finito in trionfo. La prima tappa da sprint il Cavernicolo l’ha conclusa a terra, nella seconda ha preso le misure, poi non l’ha più visto nessuno se non sul podio. Cinque vittorie e una superiorità formidabile. - alessandro petacchi 8 — Due vittorie di tappa e la conquista della maglia verde nella classifica a punti. Di più non gli si poteva chiedere. A 36 anni e mezzo, "il Peta" è ancora il secondo velocista al mondo. Non ha gradito le vicende extrasportive. Neanche noi. damiano cunego 5 — Meriterebbe la sufficienza per l’impegno. Ma i risultati sono poveri: un terzo e un quarto di tappa, il quinto nella classifica della montagna. Cunego è un equivoco: non solo non si sa più se è da giri o da tappe, ma né lui né i suoi tecnici sanno concentrare le energie scegliendo gli obiettivi giusti. ivan basso 4 — Ha l’alibi della salute. Ma il vincitore del Giro non è mai stato in corsa: ha cominciato a perdere dal primo giorno, andando sempre più piano. Però è stato bravo e umile nel voler continuare fino a Parigi in un ruolo e in una posizione che non sono i suoi. cadel Evans 5 — Un giorno in maglia gialla, poi ha pagato una frattura al gomito. Anche lui bravo e generoso nel non abbandonare la corsa. E’ sempre di più un simbolo del ciclismo onesto e leale. promossi — La carovana: 200 veicoli uno più divertente dell’altro. Il villaggio: non solo uffici e bancarelle, ma anche l’acrobata, il giocoliere, il mago, la trampoliera. Il ciclismo francese: sei successi di tappa più la maglia di migliore scalatore (Charteau) più il premio al più combattivo (Chavanel), roba d’altri tempi. Adriano Malori, ultimo in classifica, che deve saper trasformare quese fatiche in lezioni di ciclismo e di vita. E Laurent Fignon, commentatore tv nonostante il cancro. bocciati — L’australiano Mark Renshaw, che ha perso la testa prendendo a testate il neozelandese Julian Dean. Il portoghese Rui Costa e lo spagnolo Carlos Barredo, che hanno scambiato la strada per un ring. I ristoranti e le trattorie (quasi tutti), che chiudono la cucina alle 22. Poi Edvald Boasson Hagen e Brad Wiggins, mai all’altezza del loro valore. E Roman Kreuziger, nei primi 10 (nono): rimane nella categoria dei talenti, ma attenzione a non entrare in quella dei talenti inespressi. (GAZZETTA.IT)
  5. Che piaccia o no, che sia simpatico o arrogante, ha vinto ancora CONTADOR, il piu' forte e il dominio spagnolo nello sport continua ancora...
  6. Alessandro Ballan (BMC Racing Team) da Raisport «Stavo bene, nel finale ero li subito dietro ai migliori e aspettavo un rallentamento per partire e provare ad anticipare. Poi ero riuscito a prendere la ruota di Petacchi ma Dean mi ha un po' ostacolato e ho perso qualche posizione: in ogni caso va bene così anche perché le volate compatte non sono proprio i miei arrivi ideali». Daniel Oss (Liquigas-Doimo) da Raisport «Volevo provarci e siamo qui per questo. Già con i piazzamenti e il lavoro della prima settimana andava molto bene e prendere la fuga era il mio obiettivo. Quando ero lì, però, non volevo sprecare l'occasione, il casino della gente per strada mi dava una grande spinta e per un po' ci ho creduto davvero. Poi vabbè, il gruppo ha rimontato fortissimo ma è stato bello». Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «È una grande soddisfazione aver ripreso la maglia perché sono tre giorni che prendo antibiotici: oggi ho praticamente pedalato sulle ginocchia, sono stanchissimo e un po' malato. Sono partito lungo perché non volevo essere anticipato altrimenti avrei corso il rischio di rimanere chiuso. Più che alla vittoria ho pensato ai punti e ad arrivare davanti a Hushovd: c'è ancora domenica e sarà dura, ma se perderò lo farò con onore. Fino a domenica il mio pensiero è il Tour de France, sto tenendo duro con grinta e voglia di fare e sto andando bene: poi appena tornerò a casa svolterò pagina e penserò alle altre vicende».
  7. Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) da Comunicato stampa «Sapevamo tutti che Andy Schleck si trovava nella condizione fisica della sua vita ed abbiamo lavorato duramente in testa al gruppo. Era anche importante mettere sotto pressione le altre squadre ed isolare i loro capitani quanto più possibile. Adesso non ci resta che guardare alla tappa di domani». Joaquím Rodríguez (Team Katusha) da Comunicato stampa «Oggi sono molto soddisfatto del mio piazzamento e della mia prestazione in generale perché era la tappa più dura di questa edizione del Tour. Il giorno di riposo mi ha fatto bene e così oggi ho provato fino in fondo a fare la mia corsa. Sono riuscito a conservare il piazzamento in classifica, e considerando che questo è il primo Tour non posso che essere soddisfatto. Ora so che un giorno potrò avere ambizioni più grandi». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da LeTour.fr «Sono soddisfatto di aver vinto la tappa, ma avrei voluto rindossare anche la maglia gialla. Sfortunatamente, questo non è stato possibile. Ci ho provato a fondo, mi dovete credere, ho imposto dei cambi di ritmo, ma il livello tra me e Contador in salita è lo stesso e nessun tentativo è andato a buon fine. Quando è scattato lui, difatti, anch'io l'ho ripreso abbastanza agevolmente ed il successo di tappa è andato a me perché, tra i due, sono stato quello che ha lavorato di più durante il Tourmalet; è stato un bel gesto da parte di Alberto, che apprezzo, e che dimostra la sua caratura di campione. L'ho guardato spesso negli occhi per cercare un suo segno di cedimento che non ho trovato mai, e la cosa mi ha un po' scoraggiato a dire il vero. In ogni caso, lo ripeto, sono super felice di aver vinto sul Tourmalet: è una salita storica, come l'Alpe d'Huez». Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini) da Comunicato stampa «Purtroppo anche questa ultima occasione per provare a vincere al Tour de France è passata. Alla luce di quanto mostrato da Schleck e Contador, risulta chiaro che oggi comunque sarebbe stato molto difficile vincere. Benché fossi conscio che l'obiettivo della vittoria di tappa era sfumato, sebbene abbia sofferto il cambio repentino di clima dal caldo soffocante al freddo pungente e nonostante abbia disputato una Grande Boucle molto dispendiosa in virtù dei numerosi tentativi di fuga nei quali sono stato protagonista, oggi ho voluto aggrapparmi alle residue energie per tenere duro sulla mitica ascesa del Tourmalet, con l'intento di onorare al meglio questa magnifica corsa».
  8. Alessandro Ballan (BMC Racing Team) da Raisport «Sto migliorando giorno dopo giorno e adesso spero proprio di trovare una vittoria. Purtroppo anche qui è arrivato un altro piazzamento: oggi ho trovato un Voeckler davvero super e la salita non era adatta alle mie caratteristiche. Adesso Evans è fuori classifica a causa della caduta e per questo motivo cerchiamo un po' tutti di andare in fuga: come squadra speriamo di centrare almeno una vittoria; ci provaremo ancora, domani è molto dura e sarebbe più adatta a uno come Cadel, in classifica ha parecchi minuti e potrebbero lasciargli un po' di spazio». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Raisport «Io il più forte oggi? Mah, sì... però non posso proprio essere contento. La corsa non è ancora finita e voglio fare di tutto per prendermi la mia rivincita». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Letour.fr «Non sono particolarmente arrabbiato. Adesso sul Tourmalet darò tutto quello che ho e ci proverò finché avrò forze. Mi sentivo molto bene ma alla fine quello che conta sono i secondi persi all'arrivo e non sono pochi: stamattina avevo promesso a mio fratello che non avrei preso rischi in discesa ma sono andato molto forte perché non volevo perdere. Tutto accade per un motivo, la gente può dire quello che vuole ma bisogna notare che Alberto è stato uno di quelli che mi ha aspettato a Spa, un segno di grande fair play: oggi era una scenario completamente diverso ma il Tour non è finito. Quello che è successo è successo: arrabbiandomi non posso cambiare le cose; in certe situazioni lanciare via la bici o colpire qualcuno può essere solo negativo, meglio stare calmi». Alberto Contador (Astana) da Comunicato stampa «Al momento la situazione è molto buona anche se 30 secondi in più o in meno non fanno cambiare molto: essere davanti, però, è importante. Non sapevo dei problemi di Andy e quanto me ne sono accorto ormai ero davanti a lui. L'unica cosa che ho visto è che lui ha attaccato e dopo ha rallentato: non mi sono accorto che aveva problemi con la bici. Io però ho attaccato prima che avesse il guaio: con Andy siamo in buoni rapporti, a Spa l'abbiamo aspettato dopo la caduta e oggi non l'ho attaccato perché aveva un problema. Sono sicuro che mi attaccherà e ho sempre paura di quello che può fare». Carlos Sastre (Cervélo Test Team) da Comunicato stampa «È stata dura, molto veloce. Nei primi 100 km sembrava di essere in MotoGP e per gli uomini di classifica è stata una giornata difficile. Ho cercato di andare più forte che potevo cercando di rimontare passo dopo passo: davanti a me c'erano alcuni corridori che s'erano staccati, mi sto avvicinando. Vedremo domani cosa succederà».
  9. Molto strano l'atteggiamento di Contador e Schleck, l'impressione è che nessuno dei due voleva scoprirsi e hanno giocato a non prenderle. Però è anche assurdo lasciare spazio in quel modo a Sanchez e Menchov. Non credo fossero in affanno, ma Contador voleva far muovere per primo Schleck e viceversa il lussemburghese voleva far scoprire il madrileno. Risultato: 0-0 noioso!!!
  10. Fuga o volatone??? Io spero nella volata vincente di Petacchi.
  11. Giuseppe Martinelli (Astana) da Raisport «Potevamo vincere, non ci siamo riusciti, pace. La salita di fatto l'ha fatta Rodríguez, con Contador a ruota. Abbiamo corso per Vino, non ha vinto, amen: avrebbe dovuto prendere la salita con qualche secondo di vantaggio in più. Riguardo alle scelte di Contador, quando la maglia gialla si stacca, come successo oggi, non puoi star tanto a pensarci su e a guardare come vanno le cose: nel momento in cui Schleck è andato in difficoltà, la corsa ha preso tutta un'altra fisionomia». Andy Schleck (Saxo Bank) da Raisport «Stamattina non ero molto ottimista, visto che quella di oggi era una tappa decisamente favorevole a Contador. Diciamo che sono contento di aver perso solo pochi secondi». Damiano Cunego (Lampre-Farnsese) da Raisport «Ho speso tanto in avvio di tappa per provare a entrare in una fuga. Poi alla fine ci abbiamo creduto, abbiamo tirato, sono arrivato a poca distanza dai primi. Comunque non bisogna arrendersi, verrà anche il nostro momento. Quando nel finale ero dietro a Petacchi e Hondo che tiravano mi pareva di far parte del loro treno: hanno fatto un grandissimo lavoro». Ivan Basso (Liquigas-Doimo) da Raisport «La mia situazione bene o male non cambia, l'arrivo di oggi era particolare. Chiaramente non ho il passo dei migliori, ma da domenica a giovedì ci saranno le tappe più dure di tutto il Tour, e conto di fare qualcosa di buono». Thor Hushovd (Cervélo Test Team) da Comunicato stampa «Ieri ero un po' arrabbiato per aver perso la maglia verde, e volevo a tutti i costi fare qualcosa per riprenderla. L'anno scorso vinsi la classifica a punti perché fui il più regolare, e anche quest'anno dovrò procedere così: allo sprint pago qualcosa, e penso che Petacchi sia il mio principale avversario, per questo devo recuperare i punti che lui guadagna in volata. I Pirenei saranno importanti, ci saranno punti da prendere anche tra le montagne, ci proverò. Comunque la lotta per la maglia verde non si concluderà che all'ultimo giorno». Serge Parsani (Team Katusha) da Raisport «L'arrivo di Mende era adatto a Rodríguez, ma purtroppo ai 40 km Purito è caduto e ha battuto il polso, e mi ha anche detto che non si sentiva sicuro e che faticava anche a tenere il manubrio. Per questo motivo non ho fatto lavorare la squadra. Comunque alla fine Joaquím si è ripreso e ha vinto, per noi il lavoro è chiaro: provare a tenere con lui, visto anche che abbiamo perso Karpets per una caduta». Alberto Contador (Astana) da Twitter «Nel finale non avevo ben chiara la situazione della corsa. Colpa anche di qualche problema alla radiolina».
  12. È una scelta o un azzardo? - Astana tra Contador e Vinokourov Dev'esserci qualcosa, nell'animo di Alberto Contador, che non ci è dato sapere. Sarà l'istinto, la mentalità del campione, ma qualcosa non lascia tranquillo questo campione madrileno da due anni a questa parte. L'arrivo di Lance Armstrong all'Astana, due inverni fa, ha probabilmente cambiato il modo di ragionare di Alberto, che s'è trovato stretto in una morsa (Bruyneel in ammiraglia e Lance in bicicletta) dalla quale nessuno è uscito con le ossa sane, nel caso abbia provato a mettersi di traverso. Una guerra psicologica, iniziata a distanza durante la Parigi-Nizza dello scorso anno, che ha minato non tanto la forza e la capacità di vincere di Contador, ma ha intaccato la sua serenità, la sua condotta di gara. Lo scorso Tour de France, nel giorno della maglia gialla di Nocentini, Contador si produsse in un allungo negli ultimi chilometri che gli fece guadagnare 21", nonostante il "compagno" Klöden tirasse per il "compagno" Armstrong e contro il "compagno" spagnolo. Un'inezia, nello scorso Tour vinto con 4'11" sul secondo (l'attuale maglia gialla Andy Schleck), ma uno scatto che fu importante per rendersi conto che era solo - a parte Paulinho, forse - in quella squadra che già lo isolò nel ventaglio di La Grande-Motte. Scontata la squalifica, (ri)ecco anche Vinokourov. Un atto di forza, quello del kazako, che indisse una conferenza stampa proprio a Montecarlo, dove partiva il Tour de France, per "avvisare" Bruyneel e l'attuale management del team che l'Astana sarebbe tornata ad essere una questione "privata" del Kazakistan, che poi era (ed è tutt'ora) il vero motivo dell'impegno dello stato diviso tra Europa ed Asia nel ciclismo. Una squadra che non si è "arresa" dopo le positività di Vinokourov e Kasheckhin, capitano e delfino, ma che ha avuto anche il coraggio di guardarsi intorno e l'umiltà (e la convenienza, ovviamente) di bussare alla porta di un team manager vincente - anche discusso, certo, ma chi non lo è? - come il belga Johan Bruyneel. A Bruyneel, però, non piacque quella conferenza stampa di Vinokourov. Sapeva di ultimatum. E figuriamoci quanto piacque a Lance Armstrong sentirsi dire: «Siete obbligati a riprendermi, volenti o nolenti» (in soldoni, il messaggio fu questo). Difatti lo ripresero. Dal 25 agosto al 31 dicembre 2009, Contador, Vinokourov ed Amstrong sono stati compagni di squadra, pur non correndo mai insieme. Per causare rottura, e viste le ufficialità più o meno diffuse sul nuovo Team RadioShack di Lance&Bruyneel, Vino si schierò prima di subito dalla parte di Contador: «Lo spagnolo lo vorrei sempre in squadra con me». Contador, sospeso da un rinnovo contrattuale che ballava tra Spagna (Unzue con la Caisse d'Epargne, ma anche il progetto del pilota di Forumula Uno, Alonso, con il Banco di Santander) e Kazakistan, scelse di restare, convinto da un contratto di sponsorizzazione che a Unzue scadrà quest'inverno e un progetto, quello dell'amico pilota, che tarda (ancora) a concretizzarsi. Anche la scelta di Vinokourov e del governo kazako di puntare su Sanquer come team manager e - soprattutto - su Giuseppe Martinelli come direttore sportivo, convinse Contador ad accettare le lusinghe dell'est. Ora, dopo la tappa di Mende, chissà Vinokourov e Contador che pensano l'uno dell'altro. Il primo che insegue il successo di tappa, il secondo che mira a distanziare la maglia gialla. Il kazako che scatta ai meno 3 km dall'arrivo (staccando Kiryienka, Klöden e Hesjedal, compagni di fuga) e il madrileno che non insegue subito Joaquím Rodríguez e Van den Broeck, ma aspetta di capire se Andy Schleck sta bene o no prima di sferrare l'attacco. Sin qui, nulla da eccepire sulla condotta del capitano dell'Astana: il Tour de France è fatto di tanti piccoli particolari e ogni occasione per attaccare la maglia gialla e recuperare posizioni va sfruttata. Il bravo Van den Broeck non regge il ritmo di JRO, mentre Contador in tre pedalate riprende l'ex compagno di squadra. Vinokourov è avanti di poco, e Contador deve scegliere: mettersi a ruota di JRO preservando la fuga di Vino o tirare per dare quanti più secondi possibili a Schleck? Contador sceglie la seconda opzione, ed anche fin qui siamo nel campo del comprensibile, anche perché lo stesso JRO avrebbe ripreso Vinokourov. Lo "smacco" nei confronti di Vinokourov arriva però al momento del ricongiungimento: è Contador a tirare, non JRO, e il kazako se ne accorge. Lo spagnolo tira dritto, pur vedendo il compagno in difficolta, e ben sapendo che il traguardo non è in cima alla salita, bensì 1.5 km di pianura più in là. Altra scelta per Alberto: tirare avanti e sperare che Schleck salti del tutto o aspettare Vinokourov ed avere un appoggio in più nel finale? Di nuovo, Contador sceglie la soluzione personale. L'egoismo fa parte del bagaglio caratteriale di un campione, questo è vero, ma la mancanza di serenità di Contador si evidenzia una volta di più. Torniamo indietro di qualche giorno: Schleck attacca sulla Madaleine e Contador gli si incolla a ruota; dopo vari scatti del lussemburghese (allora in maglia bianca), i due si accordano per lavorare di comune accordo. Ad un tratto i due campioni raggiungono Voigt, gregario di Schleck. Il tedescone dà l'anima, tira forse troppo invece di rifiatare un attimo a ruota, e ad 1 km dal Gpm cede, complice anche uno scattino di Contador. Scattino inutile, al fine della lotta contro Schleck, anzi doppiamente inutile, visto che un Voigt - seppur stanco dopo la fuga - sarebbe potuto essere utile a Schleck (e quindi a Contador) tra discesa e pianura finale. Per non parlare della tappa di Arenberg: una ruota (pare) già rotta quando mancavano 30 km all'arrivo e 20" persi nel finale - dal gruppetto in cui tirava... Vinokourov! - per aver tralasciato il particolare di avvisare la giuria del guaio meccanico: essendo tappa di pianura, ed avvisando la giuria dentro i 3 km, allo spagnolo sarebbe stato assegnato il tempo del gruppetto in cui si trovava al momento del cambio della ruota (o della bici), pur perdendo molto più di 20 secondi. Un particolare, quello di Arenberg, che forse è pesato molto di più del dovuto a Contador che avrà visto nel compagno(-rivale?) Vinokourov un alleato, certo, ma anche un corridore che difficilmente si sarebbe votato al 100% alla sua causa. E le parole di Martinelli dopo l'arrivo di oggi: «Volevamo la tappa con Vinokourov», suonano da conferma. Il kazako ci tiene ai propri spazi personali: ci sono Navarro e Tiralongo per il lavoro sporco. Gli scatti sulla Colombière e sulla Madeleine, la fuga - con obiettivo presfissato - di oggi, l'aiuto verso Contador che è arrivato solo sul pavé di Arenberg e in qualche finale di tappa col vento laterale: Contador non sarà freddissimo, ma sa ancora contare. Ed oggi, evidentemente, non se l'è sentita di rischiare di perdere secondi per aiutare/aspettare/rispettare un "vecchio" compagno (co-capitano?) in cerca di gloria. Tanto per citare un esempio non troppo lontano: Navarro, nell'ultimo Delfinato, la sua giornata personale in avanscoperta ce l'ha avuta eccome (e l'ha sfruttata alla grande, tra l'altro). Come per dire: ognuno ha ciò che si merita, nella testa di Contador. Dai social network, Contador ha dato la "colpa" ad una cattiva trasmissione radio nel finale della tappa di oggi, ma la motivazione fa acqua da tutte le parti: il madrileno ha visto Vinokourov, forse non vedeva Schleck, ma non poteva immaginare un crollo da 40" del lussemburghese in 2 km di salita. La realtà che poco dopo il Gpm, JRO si è affiancato a Contador e gli ha chiesto qualcosa. Contador ha scosso la testa. Prima del traguardo c'è stata volata vera, e Vinokourov si è avvicinato fino a lambire i due (4" il gap del kazako). Presumibilmente, JRO ha chiesto a Contador se gli volesse lasciare la tappa in cambio, si suppone, di un ultimo chilometro fatto a tutta. Altra decisione sbagliata per Contador: mettendosi a ruota e lasciando la tappa a JRO senza battagliare, avrebbe avuto un alleato sicuro in più in salita (JRO, appunto) ed avrebbe fatto un figurone con Vinokourov ("In salita ho dato tutto, dopo il Gpm sono stato passivo per farti rientrare"), che poteva anche cascarci. Quindi, Contador cercava un successo di tappa. Il perché di questa urgenza, in fondo, non si capisce. Ansia da prestazione? La sensazione, netta, è che sotto ci sia dell'altro: spetterà a Martinelli, nell'interesse della squadra e dei corridori, dirimere le eventuali questioni. I trascorsi del direttore sportivo bresciano, in questo senso, sono piuttosto favorevoli, almeno dal punto di vista sportivo: Chiappucci-Pantani, Simoni-Cunego, di gatte da pelare Martinelli ne ha avute già parecchie. Alla fine, i risultati sono arrivati e - a lungo andare - anche i rapporti umani non sono poi stati così disastrosi. Contador e Vinokourov sapranno farsene una ragione? E, soprattutto, dal Kazakistan cosa diranno in merito al futuro del team, di Martinelli e di Contador? In gioco, forse, c'è ben più di un Tour de France. (cicloweb)
  13. Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Ieri mi sono fatto soprendere dall'attacco di Hushovd ed oggi ho voluto recuperare qualcosa. Sono in classifica per la maglia verde, a pochi punti dalla leadership, e quindi ci provo, anche se fare una volata al termine di una tappa così è faticoso. Domani c'è una tappa adatta, proverò il tris, anche se l'uomo di riferimento rimane Cavendish col suo Team HTC-Columbia. Io però continuerò a lottare, so che è tantissimo che un italiano non vince la maglia verde e già qualche volta mi è capitato di entrare nella storia, per cui... Ma siamo in tanti a tenerci, anche oggi Cavendish ha fatto la volata, ed è un segnale. Certo che sarebbe bello vincerla, salire sul podio di Parigi ai Campi Elisi, magari col piccolo Alessandro in braccio, ma sarà una dura battaglia fino all'ultimo giorno. Le critiche della gente ci saranno sempre, a me finora pare di aver fatto un ottimo Tour, addirittura mi sembra di essere tornato bambino, facendo le volate per gli sprint intermedi; ma la maglia verde è un obiettivo prestigioso che merita tutti questi sforzi». Sergio Miguel Moreira Paulinho (Team RadioShack) da Raisport «Avevo buone sensazioni sin dal mattino ed aver indovinato la fuga giusta me l'ha dimostrato. Puntavo a far selezione sull'ultima salita e ci sono riuscito, rimanendo solo con Kiryienka, che è più veloce di me, ma sono riuscito a batterlo. In squadra l'atmosfera è molto buona. Dopo aver ottenuto questa vittoria di tappa adesso l'obiettivo è far salire sul podio di Parigi grazie alla classifica a squadre». Cadel Evans (BMC Racing Team) da Comunicato stampa «Oggi mi sono sentito meglio, ma ovviamente era un tipo di tappa completamente diverso da quello di ieri. Alla fine di questa settimana effettuerò altre lastre al gomito per tenere sotto controllo la situazione della frattura». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da LeTour.fr «È stato un giorno tranquillo, niente affatto stressante nonostante un po' di vento nel finale prima dell'arrivo a Gap, ma con la fuga fuori è stato piuttosto semplice controllare la tappa. Mi sono innervosito soltanto durante l'ultima discesa: era piuttosto pericolosa e temevo qualche imprevisto. Non era un giorno adatto per inventarmi qualcosa, anche perché avevo gambe peggiori rispetto a ieri, ma questo credo sia valso per tutti coloro che ieri si sono dati battaglia o difesi al massimo delle loro forze. La strada per vestire la maglia gialla a Parigi è ancora lunga e dura».
  14. Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Era una tappa difficile, ci abbiamo provato tutto il giorno. L'arrivo era un po' insidioso, non ci aspettavamo affatto il rientro da dietro di Schleck e Contador; io non era messo male ma negli ultimi metri Casar ha avuto qualcosa in più. L'ultima curva me l'avevano spiegata e l'avevo vista anche sulla cartina: la strada era abbastanza larga e c'era molto spazio per passare per chi aveva le gambe. Comunque sarà per un'altra volta, ci saranno altre occasioni, altre montagne e ci proverò ancora». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Letour.fr «È stato un giorno drammatico per Evans ma di certo non per me. È stata una tappa molto bella, dura fin dall'inizio e ci sono stati tanti attacchi, anche Vinokourov e Klöden ci hanno provato. Noi avevamo Voigt nella fuga e ha fatto un grandissimo lavoro ma tutti i compagni sono stati fondamentali, dal primo all'ultimo: questa mia maglia gialla è anche di tutti loro. L'altro giorno mi ero detto che avrei conquistato la maglia gialla e ora che ce l'ho non voglio mollarla: sono contentissimo, è un sogno che si realizza. Sull'ultima salita ho attaccato per provare a staccare Contador: non era un test, ho dato tutto e sono contento che non abbia tentato un contro-attacco perché mi sarei potuto staccare. Nel finale poi siamo andati d'accordo: va bene così perché ora ho un solo rivale da controllare». Sandy Casar (FDJ) da Letour.fr «La mia prima settimana è stata molto difficile perché ho perso ogni ambizione di fare bene in classifica e da quel momento avevo iniziato a pensare alla tappa di oggi: era molto adatta me, le salite erano dure e preferisco quando non c'è l'arrivo in quota. Il finale l'avevo studiato bene: volevo mettermi in testa perché non ci sarebbe stato molto spazio per rimontare ma il rientro di Andy Schleck ha cambiato un po' le cose. Ho dato tutto per passarlo ma mi sono trovato davanti ai 350 metri anziché ai 200 come pensavo: in quel momento ho pensato a tutti i secondi posti che ho fatto, avevo paura di Sánchez che mi aveva già battuto l'anno scorso e sapevo che anche Cunego poteva essere molto veloce. Negli ultimi 200 metri ha dato tutto spinto dall'idea che non potevo perdere oggi».
  15. Anche io ho fatto il giro con Vino e sono arrivato 4° a 2 minuti circa da Cadel in rosa. Sono stato a lungo in maglia rosa (conquistata con la crono a squadra), ma sui tapponi alpini Vino ha ceduto.
×
×
  • Crea Nuovo...