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sateo

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Tutti i contenuti di sateo

  1. Ho seguito tutte le vostre indicazioni sull'installazione, ma dopo aver giocato la cronosquadre di Torino e le prime 2 tappe, in fase di caricamento della tappa mi crasha con "Runtime error"...cosa significa???
  2. Favorito d'obbligo Joaquin Rodriguez, ma se Nibali tiene il passo del "Purito" in salita, potrebbe staccarlo in discesa.
  3. Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Questa maglia verde è merito anche dei miei compagni, grazie e complimenti a tutti loro; Danilo nel finale mi ha levato da un po' di casino ed è stato davvero bravo. Sono riuscito a mettermi a ruota di Thor perché così sapevo di poterlo battere: un po' mi dispiace perché sarebbe stato bello vincere a Parigi con la maglia verde ma Cavendish andava veramente fortissimo ed è in grande condizione. Io penso di aver fatto una grande corsa ed è bello essere qui dopo 15 anni di professionismo e dopo un grande come Bitossi. Lì sul podio più stavo sopra e più mi gustavo questo momento. M'ero ripromesso di tornare al Tour per farlo bene: sono venuto qui con l'obiettivo di vincere una tappa, poi ne sono arrivate due ed è arrivata anche la maglia, è tutto fantastico». Mauro Da Dalto (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «A questa maglia verde ci abbiamo creduto tutti fin dall'inizio e abbiamo lavorato moltissimo per arrivare qui. Anche oggi penso che abbiamo dato dimostrazione di essere una grande squadra unita e compatta». Adriano Malori (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Terminare il Tour in questo modo per un grande emozione e penso lo sia ancora di più per Ale. È stato il velocista più regolare di questo Tour e se l'è davvero meritata questa maglia: s'è tolto una grandissima soddisfazione. Io nel finale ho cercato di dare una mano e tutti i ragazzi si sono comportati benissimo: per tre settimane siamo stati tutti uniti per Ale e per Damiano». Mark Cavendish (HTC-Columbia) da Raisport «Sono molto contento di questo quinto successo. All'inizio del Tour speravo nella maglia verde e un po' ci speravo ancora oggi: purtroppo la prima settimana non era andata benissimo». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Raisport «Questo secondo posto onestamente mi ha fatto un po' male ma sicuramente il prossimo anno tornerò e sarò di nuovo al Tour de France per vincerlo, è quello che voglio». Cadel Evans (BMC Racing Team) da Comunicato stampa «Essere qui a Parigi con George e Karsten (Hincapie e Kroon) è molto piacevole nonostante la mancanza di risultati. Se riguardo a questo Tour lo faccio in modo appassionato: un grande piacere correre insieme a questi ragazzi, ho un bel gruppo di persone attorno a me. La mentalità ottimista è il cambiamento più grande dell'ambiente in cui sono ora: questo aiuta a fare molta strada quando le cose non vanno bene».
  4. Le pagelle della Gazzetta: alberto contador 9 — Ha vinto, si è dimostrato il più forte (ma non più forte del Contador di un anno fa), si è fatto staccare soltanto nella tappa del pavé (ma ha avuto anche un incidente meccanico che frenava la bici negli ultimi 20 km) e in quella di Morzine, e a crono ha limitato i danni. Ha fatto la parte del cattivo. andy schleck 8,5 — Come un anno fa: secondo nella classifica generale, primo in quella dei giovani. Ha vinto due tappe prestigiose, alpina a Morzine e pirenaica sul Tourmalet, ed è stato grande sul pavé. Male nel cronoprologo (42" da Alberto in 8,9 km), dignitoso nella crono finale (31" da Alberto in 52 km). Morale: i 39" concessi a Contador sono esattamente quelli pagati per il salto di catena. denis menchov 7 — Terzo, sul podio, il massimo raggiungibile. Ma il russo, che ha vinto il Giro 2009, si è confermato corridore invisibile. Mai una volta in testa al gruppo, tranne il giorno del "surplace" di Contador e Schleck. lance armstrong 5 — Ha un buon alibi: tre cadute in un solo giorno, quello della tappa di Morzine, che lo hanno spedito fuori classifica. A spedirsi fuori corsa ci ha pensato lui stesso. Una sola fuga, nella tappa di Pau, e basta. Il suo viale del tramonto si è trasformato in un vicolo. mark cavendish 8 — Tour cominciato male, ma finito in trionfo. La prima tappa da sprint il Cavernicolo l’ha conclusa a terra, nella seconda ha preso le misure, poi non l’ha più visto nessuno se non sul podio. Cinque vittorie e una superiorità formidabile. - alessandro petacchi 8 — Due vittorie di tappa e la conquista della maglia verde nella classifica a punti. Di più non gli si poteva chiedere. A 36 anni e mezzo, "il Peta" è ancora il secondo velocista al mondo. Non ha gradito le vicende extrasportive. Neanche noi. damiano cunego 5 — Meriterebbe la sufficienza per l’impegno. Ma i risultati sono poveri: un terzo e un quarto di tappa, il quinto nella classifica della montagna. Cunego è un equivoco: non solo non si sa più se è da giri o da tappe, ma né lui né i suoi tecnici sanno concentrare le energie scegliendo gli obiettivi giusti. ivan basso 4 — Ha l’alibi della salute. Ma il vincitore del Giro non è mai stato in corsa: ha cominciato a perdere dal primo giorno, andando sempre più piano. Però è stato bravo e umile nel voler continuare fino a Parigi in un ruolo e in una posizione che non sono i suoi. cadel Evans 5 — Un giorno in maglia gialla, poi ha pagato una frattura al gomito. Anche lui bravo e generoso nel non abbandonare la corsa. E’ sempre di più un simbolo del ciclismo onesto e leale. promossi — La carovana: 200 veicoli uno più divertente dell’altro. Il villaggio: non solo uffici e bancarelle, ma anche l’acrobata, il giocoliere, il mago, la trampoliera. Il ciclismo francese: sei successi di tappa più la maglia di migliore scalatore (Charteau) più il premio al più combattivo (Chavanel), roba d’altri tempi. Adriano Malori, ultimo in classifica, che deve saper trasformare quese fatiche in lezioni di ciclismo e di vita. E Laurent Fignon, commentatore tv nonostante il cancro. bocciati — L’australiano Mark Renshaw, che ha perso la testa prendendo a testate il neozelandese Julian Dean. Il portoghese Rui Costa e lo spagnolo Carlos Barredo, che hanno scambiato la strada per un ring. I ristoranti e le trattorie (quasi tutti), che chiudono la cucina alle 22. Poi Edvald Boasson Hagen e Brad Wiggins, mai all’altezza del loro valore. E Roman Kreuziger, nei primi 10 (nono): rimane nella categoria dei talenti, ma attenzione a non entrare in quella dei talenti inespressi. (GAZZETTA.IT)
  5. Che piaccia o no, che sia simpatico o arrogante, ha vinto ancora CONTADOR, il piu' forte e il dominio spagnolo nello sport continua ancora...
  6. Alessandro Ballan (BMC Racing Team) da Raisport «Stavo bene, nel finale ero li subito dietro ai migliori e aspettavo un rallentamento per partire e provare ad anticipare. Poi ero riuscito a prendere la ruota di Petacchi ma Dean mi ha un po' ostacolato e ho perso qualche posizione: in ogni caso va bene così anche perché le volate compatte non sono proprio i miei arrivi ideali». Daniel Oss (Liquigas-Doimo) da Raisport «Volevo provarci e siamo qui per questo. Già con i piazzamenti e il lavoro della prima settimana andava molto bene e prendere la fuga era il mio obiettivo. Quando ero lì, però, non volevo sprecare l'occasione, il casino della gente per strada mi dava una grande spinta e per un po' ci ho creduto davvero. Poi vabbè, il gruppo ha rimontato fortissimo ma è stato bello». Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «È una grande soddisfazione aver ripreso la maglia perché sono tre giorni che prendo antibiotici: oggi ho praticamente pedalato sulle ginocchia, sono stanchissimo e un po' malato. Sono partito lungo perché non volevo essere anticipato altrimenti avrei corso il rischio di rimanere chiuso. Più che alla vittoria ho pensato ai punti e ad arrivare davanti a Hushovd: c'è ancora domenica e sarà dura, ma se perderò lo farò con onore. Fino a domenica il mio pensiero è il Tour de France, sto tenendo duro con grinta e voglia di fare e sto andando bene: poi appena tornerò a casa svolterò pagina e penserò alle altre vicende».
  7. Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) da Comunicato stampa «Sapevamo tutti che Andy Schleck si trovava nella condizione fisica della sua vita ed abbiamo lavorato duramente in testa al gruppo. Era anche importante mettere sotto pressione le altre squadre ed isolare i loro capitani quanto più possibile. Adesso non ci resta che guardare alla tappa di domani». Joaquím Rodríguez (Team Katusha) da Comunicato stampa «Oggi sono molto soddisfatto del mio piazzamento e della mia prestazione in generale perché era la tappa più dura di questa edizione del Tour. Il giorno di riposo mi ha fatto bene e così oggi ho provato fino in fondo a fare la mia corsa. Sono riuscito a conservare il piazzamento in classifica, e considerando che questo è il primo Tour non posso che essere soddisfatto. Ora so che un giorno potrò avere ambizioni più grandi». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da LeTour.fr «Sono soddisfatto di aver vinto la tappa, ma avrei voluto rindossare anche la maglia gialla. Sfortunatamente, questo non è stato possibile. Ci ho provato a fondo, mi dovete credere, ho imposto dei cambi di ritmo, ma il livello tra me e Contador in salita è lo stesso e nessun tentativo è andato a buon fine. Quando è scattato lui, difatti, anch'io l'ho ripreso abbastanza agevolmente ed il successo di tappa è andato a me perché, tra i due, sono stato quello che ha lavorato di più durante il Tourmalet; è stato un bel gesto da parte di Alberto, che apprezzo, e che dimostra la sua caratura di campione. L'ho guardato spesso negli occhi per cercare un suo segno di cedimento che non ho trovato mai, e la cosa mi ha un po' scoraggiato a dire il vero. In ogni caso, lo ripeto, sono super felice di aver vinto sul Tourmalet: è una salita storica, come l'Alpe d'Huez». Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini) da Comunicato stampa «Purtroppo anche questa ultima occasione per provare a vincere al Tour de France è passata. Alla luce di quanto mostrato da Schleck e Contador, risulta chiaro che oggi comunque sarebbe stato molto difficile vincere. Benché fossi conscio che l'obiettivo della vittoria di tappa era sfumato, sebbene abbia sofferto il cambio repentino di clima dal caldo soffocante al freddo pungente e nonostante abbia disputato una Grande Boucle molto dispendiosa in virtù dei numerosi tentativi di fuga nei quali sono stato protagonista, oggi ho voluto aggrapparmi alle residue energie per tenere duro sulla mitica ascesa del Tourmalet, con l'intento di onorare al meglio questa magnifica corsa».
  8. Alessandro Ballan (BMC Racing Team) da Raisport «Sto migliorando giorno dopo giorno e adesso spero proprio di trovare una vittoria. Purtroppo anche qui è arrivato un altro piazzamento: oggi ho trovato un Voeckler davvero super e la salita non era adatta alle mie caratteristiche. Adesso Evans è fuori classifica a causa della caduta e per questo motivo cerchiamo un po' tutti di andare in fuga: come squadra speriamo di centrare almeno una vittoria; ci provaremo ancora, domani è molto dura e sarebbe più adatta a uno come Cadel, in classifica ha parecchi minuti e potrebbero lasciargli un po' di spazio». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Raisport «Io il più forte oggi? Mah, sì... però non posso proprio essere contento. La corsa non è ancora finita e voglio fare di tutto per prendermi la mia rivincita». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Letour.fr «Non sono particolarmente arrabbiato. Adesso sul Tourmalet darò tutto quello che ho e ci proverò finché avrò forze. Mi sentivo molto bene ma alla fine quello che conta sono i secondi persi all'arrivo e non sono pochi: stamattina avevo promesso a mio fratello che non avrei preso rischi in discesa ma sono andato molto forte perché non volevo perdere. Tutto accade per un motivo, la gente può dire quello che vuole ma bisogna notare che Alberto è stato uno di quelli che mi ha aspettato a Spa, un segno di grande fair play: oggi era una scenario completamente diverso ma il Tour non è finito. Quello che è successo è successo: arrabbiandomi non posso cambiare le cose; in certe situazioni lanciare via la bici o colpire qualcuno può essere solo negativo, meglio stare calmi». Alberto Contador (Astana) da Comunicato stampa «Al momento la situazione è molto buona anche se 30 secondi in più o in meno non fanno cambiare molto: essere davanti, però, è importante. Non sapevo dei problemi di Andy e quanto me ne sono accorto ormai ero davanti a lui. L'unica cosa che ho visto è che lui ha attaccato e dopo ha rallentato: non mi sono accorto che aveva problemi con la bici. Io però ho attaccato prima che avesse il guaio: con Andy siamo in buoni rapporti, a Spa l'abbiamo aspettato dopo la caduta e oggi non l'ho attaccato perché aveva un problema. Sono sicuro che mi attaccherà e ho sempre paura di quello che può fare». Carlos Sastre (Cervélo Test Team) da Comunicato stampa «È stata dura, molto veloce. Nei primi 100 km sembrava di essere in MotoGP e per gli uomini di classifica è stata una giornata difficile. Ho cercato di andare più forte che potevo cercando di rimontare passo dopo passo: davanti a me c'erano alcuni corridori che s'erano staccati, mi sto avvicinando. Vedremo domani cosa succederà».
  9. Molto strano l'atteggiamento di Contador e Schleck, l'impressione è che nessuno dei due voleva scoprirsi e hanno giocato a non prenderle. Però è anche assurdo lasciare spazio in quel modo a Sanchez e Menchov. Non credo fossero in affanno, ma Contador voleva far muovere per primo Schleck e viceversa il lussemburghese voleva far scoprire il madrileno. Risultato: 0-0 noioso!!!
  10. Fuga o volatone??? Io spero nella volata vincente di Petacchi.
  11. Giuseppe Martinelli (Astana) da Raisport «Potevamo vincere, non ci siamo riusciti, pace. La salita di fatto l'ha fatta Rodríguez, con Contador a ruota. Abbiamo corso per Vino, non ha vinto, amen: avrebbe dovuto prendere la salita con qualche secondo di vantaggio in più. Riguardo alle scelte di Contador, quando la maglia gialla si stacca, come successo oggi, non puoi star tanto a pensarci su e a guardare come vanno le cose: nel momento in cui Schleck è andato in difficoltà, la corsa ha preso tutta un'altra fisionomia». Andy Schleck (Saxo Bank) da Raisport «Stamattina non ero molto ottimista, visto che quella di oggi era una tappa decisamente favorevole a Contador. Diciamo che sono contento di aver perso solo pochi secondi». Damiano Cunego (Lampre-Farnsese) da Raisport «Ho speso tanto in avvio di tappa per provare a entrare in una fuga. Poi alla fine ci abbiamo creduto, abbiamo tirato, sono arrivato a poca distanza dai primi. Comunque non bisogna arrendersi, verrà anche il nostro momento. Quando nel finale ero dietro a Petacchi e Hondo che tiravano mi pareva di far parte del loro treno: hanno fatto un grandissimo lavoro». Ivan Basso (Liquigas-Doimo) da Raisport «La mia situazione bene o male non cambia, l'arrivo di oggi era particolare. Chiaramente non ho il passo dei migliori, ma da domenica a giovedì ci saranno le tappe più dure di tutto il Tour, e conto di fare qualcosa di buono». Thor Hushovd (Cervélo Test Team) da Comunicato stampa «Ieri ero un po' arrabbiato per aver perso la maglia verde, e volevo a tutti i costi fare qualcosa per riprenderla. L'anno scorso vinsi la classifica a punti perché fui il più regolare, e anche quest'anno dovrò procedere così: allo sprint pago qualcosa, e penso che Petacchi sia il mio principale avversario, per questo devo recuperare i punti che lui guadagna in volata. I Pirenei saranno importanti, ci saranno punti da prendere anche tra le montagne, ci proverò. Comunque la lotta per la maglia verde non si concluderà che all'ultimo giorno». Serge Parsani (Team Katusha) da Raisport «L'arrivo di Mende era adatto a Rodríguez, ma purtroppo ai 40 km Purito è caduto e ha battuto il polso, e mi ha anche detto che non si sentiva sicuro e che faticava anche a tenere il manubrio. Per questo motivo non ho fatto lavorare la squadra. Comunque alla fine Joaquím si è ripreso e ha vinto, per noi il lavoro è chiaro: provare a tenere con lui, visto anche che abbiamo perso Karpets per una caduta». Alberto Contador (Astana) da Twitter «Nel finale non avevo ben chiara la situazione della corsa. Colpa anche di qualche problema alla radiolina».
  12. È una scelta o un azzardo? - Astana tra Contador e Vinokourov Dev'esserci qualcosa, nell'animo di Alberto Contador, che non ci è dato sapere. Sarà l'istinto, la mentalità del campione, ma qualcosa non lascia tranquillo questo campione madrileno da due anni a questa parte. L'arrivo di Lance Armstrong all'Astana, due inverni fa, ha probabilmente cambiato il modo di ragionare di Alberto, che s'è trovato stretto in una morsa (Bruyneel in ammiraglia e Lance in bicicletta) dalla quale nessuno è uscito con le ossa sane, nel caso abbia provato a mettersi di traverso. Una guerra psicologica, iniziata a distanza durante la Parigi-Nizza dello scorso anno, che ha minato non tanto la forza e la capacità di vincere di Contador, ma ha intaccato la sua serenità, la sua condotta di gara. Lo scorso Tour de France, nel giorno della maglia gialla di Nocentini, Contador si produsse in un allungo negli ultimi chilometri che gli fece guadagnare 21", nonostante il "compagno" Klöden tirasse per il "compagno" Armstrong e contro il "compagno" spagnolo. Un'inezia, nello scorso Tour vinto con 4'11" sul secondo (l'attuale maglia gialla Andy Schleck), ma uno scatto che fu importante per rendersi conto che era solo - a parte Paulinho, forse - in quella squadra che già lo isolò nel ventaglio di La Grande-Motte. Scontata la squalifica, (ri)ecco anche Vinokourov. Un atto di forza, quello del kazako, che indisse una conferenza stampa proprio a Montecarlo, dove partiva il Tour de France, per "avvisare" Bruyneel e l'attuale management del team che l'Astana sarebbe tornata ad essere una questione "privata" del Kazakistan, che poi era (ed è tutt'ora) il vero motivo dell'impegno dello stato diviso tra Europa ed Asia nel ciclismo. Una squadra che non si è "arresa" dopo le positività di Vinokourov e Kasheckhin, capitano e delfino, ma che ha avuto anche il coraggio di guardarsi intorno e l'umiltà (e la convenienza, ovviamente) di bussare alla porta di un team manager vincente - anche discusso, certo, ma chi non lo è? - come il belga Johan Bruyneel. A Bruyneel, però, non piacque quella conferenza stampa di Vinokourov. Sapeva di ultimatum. E figuriamoci quanto piacque a Lance Armstrong sentirsi dire: «Siete obbligati a riprendermi, volenti o nolenti» (in soldoni, il messaggio fu questo). Difatti lo ripresero. Dal 25 agosto al 31 dicembre 2009, Contador, Vinokourov ed Amstrong sono stati compagni di squadra, pur non correndo mai insieme. Per causare rottura, e viste le ufficialità più o meno diffuse sul nuovo Team RadioShack di Lance&Bruyneel, Vino si schierò prima di subito dalla parte di Contador: «Lo spagnolo lo vorrei sempre in squadra con me». Contador, sospeso da un rinnovo contrattuale che ballava tra Spagna (Unzue con la Caisse d'Epargne, ma anche il progetto del pilota di Forumula Uno, Alonso, con il Banco di Santander) e Kazakistan, scelse di restare, convinto da un contratto di sponsorizzazione che a Unzue scadrà quest'inverno e un progetto, quello dell'amico pilota, che tarda (ancora) a concretizzarsi. Anche la scelta di Vinokourov e del governo kazako di puntare su Sanquer come team manager e - soprattutto - su Giuseppe Martinelli come direttore sportivo, convinse Contador ad accettare le lusinghe dell'est. Ora, dopo la tappa di Mende, chissà Vinokourov e Contador che pensano l'uno dell'altro. Il primo che insegue il successo di tappa, il secondo che mira a distanziare la maglia gialla. Il kazako che scatta ai meno 3 km dall'arrivo (staccando Kiryienka, Klöden e Hesjedal, compagni di fuga) e il madrileno che non insegue subito Joaquím Rodríguez e Van den Broeck, ma aspetta di capire se Andy Schleck sta bene o no prima di sferrare l'attacco. Sin qui, nulla da eccepire sulla condotta del capitano dell'Astana: il Tour de France è fatto di tanti piccoli particolari e ogni occasione per attaccare la maglia gialla e recuperare posizioni va sfruttata. Il bravo Van den Broeck non regge il ritmo di JRO, mentre Contador in tre pedalate riprende l'ex compagno di squadra. Vinokourov è avanti di poco, e Contador deve scegliere: mettersi a ruota di JRO preservando la fuga di Vino o tirare per dare quanti più secondi possibili a Schleck? Contador sceglie la seconda opzione, ed anche fin qui siamo nel campo del comprensibile, anche perché lo stesso JRO avrebbe ripreso Vinokourov. Lo "smacco" nei confronti di Vinokourov arriva però al momento del ricongiungimento: è Contador a tirare, non JRO, e il kazako se ne accorge. Lo spagnolo tira dritto, pur vedendo il compagno in difficolta, e ben sapendo che il traguardo non è in cima alla salita, bensì 1.5 km di pianura più in là. Altra scelta per Alberto: tirare avanti e sperare che Schleck salti del tutto o aspettare Vinokourov ed avere un appoggio in più nel finale? Di nuovo, Contador sceglie la soluzione personale. L'egoismo fa parte del bagaglio caratteriale di un campione, questo è vero, ma la mancanza di serenità di Contador si evidenzia una volta di più. Torniamo indietro di qualche giorno: Schleck attacca sulla Madaleine e Contador gli si incolla a ruota; dopo vari scatti del lussemburghese (allora in maglia bianca), i due si accordano per lavorare di comune accordo. Ad un tratto i due campioni raggiungono Voigt, gregario di Schleck. Il tedescone dà l'anima, tira forse troppo invece di rifiatare un attimo a ruota, e ad 1 km dal Gpm cede, complice anche uno scattino di Contador. Scattino inutile, al fine della lotta contro Schleck, anzi doppiamente inutile, visto che un Voigt - seppur stanco dopo la fuga - sarebbe potuto essere utile a Schleck (e quindi a Contador) tra discesa e pianura finale. Per non parlare della tappa di Arenberg: una ruota (pare) già rotta quando mancavano 30 km all'arrivo e 20" persi nel finale - dal gruppetto in cui tirava... Vinokourov! - per aver tralasciato il particolare di avvisare la giuria del guaio meccanico: essendo tappa di pianura, ed avvisando la giuria dentro i 3 km, allo spagnolo sarebbe stato assegnato il tempo del gruppetto in cui si trovava al momento del cambio della ruota (o della bici), pur perdendo molto più di 20 secondi. Un particolare, quello di Arenberg, che forse è pesato molto di più del dovuto a Contador che avrà visto nel compagno(-rivale?) Vinokourov un alleato, certo, ma anche un corridore che difficilmente si sarebbe votato al 100% alla sua causa. E le parole di Martinelli dopo l'arrivo di oggi: «Volevamo la tappa con Vinokourov», suonano da conferma. Il kazako ci tiene ai propri spazi personali: ci sono Navarro e Tiralongo per il lavoro sporco. Gli scatti sulla Colombière e sulla Madeleine, la fuga - con obiettivo presfissato - di oggi, l'aiuto verso Contador che è arrivato solo sul pavé di Arenberg e in qualche finale di tappa col vento laterale: Contador non sarà freddissimo, ma sa ancora contare. Ed oggi, evidentemente, non se l'è sentita di rischiare di perdere secondi per aiutare/aspettare/rispettare un "vecchio" compagno (co-capitano?) in cerca di gloria. Tanto per citare un esempio non troppo lontano: Navarro, nell'ultimo Delfinato, la sua giornata personale in avanscoperta ce l'ha avuta eccome (e l'ha sfruttata alla grande, tra l'altro). Come per dire: ognuno ha ciò che si merita, nella testa di Contador. Dai social network, Contador ha dato la "colpa" ad una cattiva trasmissione radio nel finale della tappa di oggi, ma la motivazione fa acqua da tutte le parti: il madrileno ha visto Vinokourov, forse non vedeva Schleck, ma non poteva immaginare un crollo da 40" del lussemburghese in 2 km di salita. La realtà che poco dopo il Gpm, JRO si è affiancato a Contador e gli ha chiesto qualcosa. Contador ha scosso la testa. Prima del traguardo c'è stata volata vera, e Vinokourov si è avvicinato fino a lambire i due (4" il gap del kazako). Presumibilmente, JRO ha chiesto a Contador se gli volesse lasciare la tappa in cambio, si suppone, di un ultimo chilometro fatto a tutta. Altra decisione sbagliata per Contador: mettendosi a ruota e lasciando la tappa a JRO senza battagliare, avrebbe avuto un alleato sicuro in più in salita (JRO, appunto) ed avrebbe fatto un figurone con Vinokourov ("In salita ho dato tutto, dopo il Gpm sono stato passivo per farti rientrare"), che poteva anche cascarci. Quindi, Contador cercava un successo di tappa. Il perché di questa urgenza, in fondo, non si capisce. Ansia da prestazione? La sensazione, netta, è che sotto ci sia dell'altro: spetterà a Martinelli, nell'interesse della squadra e dei corridori, dirimere le eventuali questioni. I trascorsi del direttore sportivo bresciano, in questo senso, sono piuttosto favorevoli, almeno dal punto di vista sportivo: Chiappucci-Pantani, Simoni-Cunego, di gatte da pelare Martinelli ne ha avute già parecchie. Alla fine, i risultati sono arrivati e - a lungo andare - anche i rapporti umani non sono poi stati così disastrosi. Contador e Vinokourov sapranno farsene una ragione? E, soprattutto, dal Kazakistan cosa diranno in merito al futuro del team, di Martinelli e di Contador? In gioco, forse, c'è ben più di un Tour de France. (cicloweb)
  13. Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Ieri mi sono fatto soprendere dall'attacco di Hushovd ed oggi ho voluto recuperare qualcosa. Sono in classifica per la maglia verde, a pochi punti dalla leadership, e quindi ci provo, anche se fare una volata al termine di una tappa così è faticoso. Domani c'è una tappa adatta, proverò il tris, anche se l'uomo di riferimento rimane Cavendish col suo Team HTC-Columbia. Io però continuerò a lottare, so che è tantissimo che un italiano non vince la maglia verde e già qualche volta mi è capitato di entrare nella storia, per cui... Ma siamo in tanti a tenerci, anche oggi Cavendish ha fatto la volata, ed è un segnale. Certo che sarebbe bello vincerla, salire sul podio di Parigi ai Campi Elisi, magari col piccolo Alessandro in braccio, ma sarà una dura battaglia fino all'ultimo giorno. Le critiche della gente ci saranno sempre, a me finora pare di aver fatto un ottimo Tour, addirittura mi sembra di essere tornato bambino, facendo le volate per gli sprint intermedi; ma la maglia verde è un obiettivo prestigioso che merita tutti questi sforzi». Sergio Miguel Moreira Paulinho (Team RadioShack) da Raisport «Avevo buone sensazioni sin dal mattino ed aver indovinato la fuga giusta me l'ha dimostrato. Puntavo a far selezione sull'ultima salita e ci sono riuscito, rimanendo solo con Kiryienka, che è più veloce di me, ma sono riuscito a batterlo. In squadra l'atmosfera è molto buona. Dopo aver ottenuto questa vittoria di tappa adesso l'obiettivo è far salire sul podio di Parigi grazie alla classifica a squadre». Cadel Evans (BMC Racing Team) da Comunicato stampa «Oggi mi sono sentito meglio, ma ovviamente era un tipo di tappa completamente diverso da quello di ieri. Alla fine di questa settimana effettuerò altre lastre al gomito per tenere sotto controllo la situazione della frattura». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da LeTour.fr «È stato un giorno tranquillo, niente affatto stressante nonostante un po' di vento nel finale prima dell'arrivo a Gap, ma con la fuga fuori è stato piuttosto semplice controllare la tappa. Mi sono innervosito soltanto durante l'ultima discesa: era piuttosto pericolosa e temevo qualche imprevisto. Non era un giorno adatto per inventarmi qualcosa, anche perché avevo gambe peggiori rispetto a ieri, ma questo credo sia valso per tutti coloro che ieri si sono dati battaglia o difesi al massimo delle loro forze. La strada per vestire la maglia gialla a Parigi è ancora lunga e dura».
  14. Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Era una tappa difficile, ci abbiamo provato tutto il giorno. L'arrivo era un po' insidioso, non ci aspettavamo affatto il rientro da dietro di Schleck e Contador; io non era messo male ma negli ultimi metri Casar ha avuto qualcosa in più. L'ultima curva me l'avevano spiegata e l'avevo vista anche sulla cartina: la strada era abbastanza larga e c'era molto spazio per passare per chi aveva le gambe. Comunque sarà per un'altra volta, ci saranno altre occasioni, altre montagne e ci proverò ancora». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Letour.fr «È stato un giorno drammatico per Evans ma di certo non per me. È stata una tappa molto bella, dura fin dall'inizio e ci sono stati tanti attacchi, anche Vinokourov e Klöden ci hanno provato. Noi avevamo Voigt nella fuga e ha fatto un grandissimo lavoro ma tutti i compagni sono stati fondamentali, dal primo all'ultimo: questa mia maglia gialla è anche di tutti loro. L'altro giorno mi ero detto che avrei conquistato la maglia gialla e ora che ce l'ho non voglio mollarla: sono contentissimo, è un sogno che si realizza. Sull'ultima salita ho attaccato per provare a staccare Contador: non era un test, ho dato tutto e sono contento che non abbia tentato un contro-attacco perché mi sarei potuto staccare. Nel finale poi siamo andati d'accordo: va bene così perché ora ho un solo rivale da controllare». Sandy Casar (FDJ) da Letour.fr «La mia prima settimana è stata molto difficile perché ho perso ogni ambizione di fare bene in classifica e da quel momento avevo iniziato a pensare alla tappa di oggi: era molto adatta me, le salite erano dure e preferisco quando non c'è l'arrivo in quota. Il finale l'avevo studiato bene: volevo mettermi in testa perché non ci sarebbe stato molto spazio per rimontare ma il rientro di Andy Schleck ha cambiato un po' le cose. Ho dato tutto per passarlo ma mi sono trovato davanti ai 350 metri anziché ai 200 come pensavo: in quel momento ho pensato a tutti i secondi posti che ho fatto, avevo paura di Sánchez che mi aveva già battuto l'anno scorso e sapevo che anche Cunego poteva essere molto veloce. Negli ultimi 200 metri ha dato tutto spinto dall'idea che non potevo perdere oggi».
  15. Anche io ho fatto il giro con Vino e sono arrivato 4° a 2 minuti circa da Cadel in rosa. Sono stato a lungo in maglia rosa (conquistata con la crono a squadra), ma sui tapponi alpini Vino ha ceduto.
  16. Correranno per non perdere o attaccheranno??? Contador si difenderà e proverà a vincere il Tour a crono??? Schleck avrà la forza di staccare Evans??? Riuscirà la BMC a controllare la corsa???
  17. Roman Kreuziger (Liquigas-Doimo) da Raisport «Sull'ultima salita Ivan mi ha detto che era un po' a tutta ma che se mi sentivo bene potevo provarci: ho fatto uno scatto ma quando ho visto che non guadagnavo mi sono fermato perché era inutile insistere. Quando è scattato Andy era dura seguirlo e abbiamo limitato i danni. Il Tour è ancora lungo, chi sta soffrendo sulle Alpi potrà fare meglio degli altri sui Pirenei.». Palo Tiralongo (Astana) da Raisport «Ho fatto ciò che mi è stato chiesto di fare. Ho tirato per molti chilometri: sulla Ramaz sapevamo che s'era staccato Armstrong e ho fatto un buon ritmo ma non fortissimo per non sprecare troppe energie; sull'ultima salita ho fatto i primi quattro o cinque chilometri abbastanza forte perché comunque sapevo che c'erano ancora Vino e Navarro. Sono davvero stremato, per fortuna che domani c'è il riposo. Non mi aspettavo che Armstrong si staccasse, però era anche caduto in una rotonda; in gruppo c'è molto nervosismo perché non è ancora chiaro di deve prendere in mano la corsa: ora che ha preso la maglia Evans toccherà a loro penso.». Andy Schleck (Team Saxo Bank) da Comunicato stampa «Non sono mai stato in condizioni così buone, mi ero accorto che Contador non stava benissimo e ho voluto provare a guadagnare il più possibile in questa situazione. Il mio obiettivo è la vittoria finale e questa tappa è solo un primo passo di avvicinamento ma la strada per Parigi è ancora molto lunga e può succedere di tutto. Ora so di essere il più forte in salita e guardo avanti verso altre grandi battaglie in montagna». Carlos Sastre Candil (Cervélo Test Team) da Comunicato stampa «Sono soddisfatto della tappa di oggi, sono stato sempre con i primi e non ho perso tempo in classifica anche se la tappa è stata dura: sull'ultima salita siamo andati forte ma la squadra mi ha dato un grande supporto. I primi nove giorni sono stati impegnativi per tutti: io sono felici perché tutti i problemi che avevamo all'inizio sembrano essere superati: ora va tutto bene, mi sento ogni giorno meglio e posso essere ottimista per i prossimi giorni».
  18. Mark Cavendish (Team HTC-Columbia) da Eurosport «Oggi la squadra ha fatto di nuovo un lavoro incredibile. Dopo la tappa di ieri non avremmo voluto faticare molto, ma il percorso di oggi era pieno di saliscendi e non è stato facile controllare la corsa anche per via del vento laterale. Negli ultimi chilometri siamo arrivati compatti, gli uomini che dovevano esserci c'erano ed hanno svolto il loro compito, poi Renshaw è stato bravo a portarsi a ruota prima di Hondo, poi di Hunter, così abbiamo potuto lanciare il nostro sprint. La maglia verde? Non ci penso molto, ora. Preferisco concentrarmi sulle vittorie di tappa». Cadel Evans (BMC Racing Team) da Comunicato stampa «Sono abbastanza stanco, ma domani è un altro giorno. Domani e domenica cambieranno molte situazioni in corsa, ed anche se domani Cancellara dovesse tenere la maglia gialla non sarebbe un dramma. Molto dipenderà anche dal comportamento delle altre squadre: se pensano di volerlo eliminare dalla classifica facendo corsa dura, sarà difficile per lui resistere. Detto ciò, credo sia molto più probabile vedere di nuovo Cancellara in giallo, piuttosto che vederci Thomas». Thor Hushovd (Cervélo Test Team) da LeTour.fr «Mi preoccupa che ci sia così tanta concorrenza vicina alla mia leadership della maglia verde. Se voglio vincerla di nuovo, dovrò fare delle volate migliori d'ora in avanti. Non sono certo che farò come gli anni scorsi, quando andavo in fuga nelle tappe di montagna per prendere punti ai traguardi volanti; in fondo il mio Tour de France è già positivo: ho vinto la mia tappa dei sogni ed ho vestito la maglia verde per qualche giorno. Il futuro lo decideremo giorno per giorno». Geraint Thomas (Sky Professional Cycling Team) da LeTour.fr «Mi fa piacere aver guadagnato 3" su Cancellara e sugli altri uomini di classifica al termine della tappa di oggi, ma allo stesso tempo sono consapevole che non saranno quei secondi a fare la differenza. Domani sarà dura stare nel gruppo dei migliori, ma ci proverò e conto di poterci stare almeno per un po'. Potrei anche prendere la maglia gialla, in effetti... sarebbe bello, no? Sono venuto al Tour per disputare un buon prologo e per stare accanto a Wiggins, ma la prima settimana è stata totalmente pazza ed ora sono contento di essere nella posizione in cui sono. Per domani attenderò anche indicazioni dal ds Sean Yates». Carlos Sastre (Cervélo Test Team) da Comunicato stampa «Non sto male. Non so se questo possa voler dire che sto bene, ma almeno non sto male. Non sento alcun dolore alla schiena e questo è importante. Ho un po' di dolore alle costole per via della caduta sul pavé, ma non ho fastidi quando respiro. Adesso vediamo come si andrà sulle Alpi: non ho programmato nulla di specifico, anche perché non sono stato in grado di allenarmi come volevo prima di questo Tour e quindi sono costretto a ragionare giorno per giorno». Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) da Comunicato stampa «Mi sto godendo ogni singolo giorno con questa maglia sulle spalle e domani mi appresto a festeggiare il 21esimo anniversario in giallo. Se la vestirò ancora una volta? Lo vedremo domani. Farò quello che sono in grado di fare per essere ancora in maglia gialla domenica mattina». Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Comunicato stampa «La squadra ha lavorato molto bene, siamo stati compatti e tutti i miei compagni hanno avuto le forze per tenermi nelle giuste posizioni sia nei lunghi rettilinei che hanno preceduto il chilometro finale, sia nelle tortuose curve caratterizzanti gli ultimi mille metri. Anche gli altri team si sono mossi bene e c'è stata quindi gran battaglia: volevo impostare una volata lunga, non ho trovato spazio e quindi ho provato a rimontare negli ultimi 100 metri, è arrivato il terzo posto». Robbie McEwen (Team Katusha) da Comunicato stampa «Ho visto questo ragazzo saltarmi di fronte per andare incontro a Cavendish appena tagliato il traguardo e vista la velocità elevata non ho potuto evitarlo rovinando a terra. Ho battuto violentemente la parte destra della schiena dalla spalla, fino alla zona lombare bassa».
  19. Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «All'ultima curva ho dovuto frenare leggermente, non ho voluto prendere troppi rischi. Una volta dietro era dura rimontare. Va detto che oggi non stavo come ieri, ho sofferto un po' i cambi di ritmo nel finale. Ero riuscito un po' a risalire negli ultimi metri ma quanto Dean s'è spostato Farrar mi ha un po' chiuso e quando rallenti in queste situazioni sei praticamente tagliato fuori: lui s'è piantato prima di me, io ho provato un po' ad inseguire ma era impossibile. La gamba comunque c'è, sulle salite vedremo giorno per giorno e cercheremo di salvare la gamba anche perché questo caldo lo soffro. Stamattina prima del via avevo parlato un po' con Cavendish: gli avevo detto che il suo non era un problema di gambe ma solo di testa e che a volte capite, lui le qualità le ha e oggi le abbiamo viste». Thor Hushovd (Cervélo Test Team) da Comunicato stampa «Oggi era veramente molto caldo e io l'ho sofferto parecchio: la squadra ha fatto un grande lavoro per portarmi le borracce, per proteggermi dal vento e per portarmi nella posizione buona nel finale. Io ho consumato un sacco di energie per rimanere a ruota di Renshaw e Cavendish è riuscito a vincere: è uno dei velocisti più forti. Adesso guardo già avanti verso le montagne, magari farà più fresco! Tutto sommato però sono contento della tappa di oggi perché ho preso molti punti per la maglia verde: tuttavia non gareggio solo per i punti ma anche per le vittorie di tappa». Mark Cavendish (HTC-Columbia) da Letour.fr «Nel finale mi sono messo a ruota di Renshaw, sapevo che mi avrebbe lasciato nel punto giusto e così è stato. Dalla cartina sembrava che l'arrivo fosse completamente piatto ma Erik Zabel ci ha detto che c'era una leggera pendenza così abbiamo cambiato strategia. È fantastico riuscire a ritrovare la vittoria, la squadra è stata perfetta al 100% e Kosta [siutsou, ndr] negli ultimi due giorni si sarà fatto qualcosa come 300 km davanti a tirare. Il Tour de France è la corsa più importante al mondo, tutti vogliono vincere e si sentono le pressioni quando sei atteso e non riesci a sbloccarti: ieri avevo anche dubitato di me stesso ma adesso è bello assaporare di nuovo la vittoria». Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) da Comunicato stampa «Anche se la tappa è piatta, non è necessariamente facile. Oggi è stato estremeamente caldo e il nervosismo e il passo mantenuto nel finale ha messo a dura prova vari atleti. In ogni caso, continuo a godermi la leadership e l'aver ottenuto record dei giorni di maglia gialla per un corridore svizzero». Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini) da Comunicato stampa «La tappa è stata resa dura dal caldo, le temperature erano davvero alte e ho perso il conto delle boracce bevute e usate per rinfrescarmi. Per fortuna non soffro particolarmente queste temperature, anche se un po' più di fresco renderebbe logicamente tutti più contenti. A superare queste fatiche mi aiuta il clima che si respira in squadra: c'è grande gioia per le vittorie di Petacchi e non vedo l'ora di poter riuscire a cogliere la mia occasione per regalare ai miei compagni e a tutti i componenti della Lampre-Farnese le belle sensazioni vissute i giorni scorsi grazie ad Alessandro». Martijn Maaskant (Garmin-Transitions) da Comunicato stampa «È stata una giornata lunga e molto calda. Io ho provato ad aiutare i compagni nel treno finale: mi sono messo davanti ai meno 3 km ma probabilmente era un po' troppo presto. Alla fine sembrava che Robbie, Julian e Tyler [Hunter, Dean e Farrar, ndr] fossero in ottima posizione ma Julian e Tyler stanno ancora cercando di riprendersi dagli infortuni. Continueremo a provarci, stiamo lavorando e bene in questo Tour prima o poi raccoglieremo i frutti del nostro lavoro».
  20. Welcome back Cannonball Dopo tanta attesa e tante delusioni, Mark Cavendish torna a siglare col suo nome una tappa di un grande giro, e - inatteso epilogo - a bagnare con calde lacrime dal sapore liberatorio il momento delle premiazioni sul podio. Per il britannico il successo arriva a Montargis, al termine della quinta frazione del Tour de France, da lui dominata in una volata in cui il Team HTC per una volta non impone il suo treno, ma opera all'ombra dei vagoni altrui. Per Petacchi, reduce da due bei successi, lo sprint di fatto neanche inizia, visto che lo spezzino si trova la strada chiusa da Tyler Farrar. La cronaca. Gli addetti quotidiani alla fuga da lontano sono Julien El Fares, Jurgen Van de Walle e il campione nazionale spagnolo José Ivan Gutiérrez (chissà, forse per omaggiare con la sua maglia giallorossa la nazionale di calcio che ieri sera ha monopolizzato le attenzioni degli spagnoli del Tour). Partiti al km 6, i tre guadagnano in 30 km la bellezza di quasi 7' (6'50" il vantaggio massimo), con la Saxo Bank che per prima si mette a lavorare per limitare il distacco. Sui due Gpm presenti in avvio di frazione, Orbais-l'Abbaye e Mécringes, è Van de Walle a passare in testa (in entrambi i casi con Gutiérrez e El Fares nell'ordine alle sue spalle), mentre i tre sprint intermedi se li dividono Gutiérrez e El Fares. Quando la Saxo Bank lascia spazio a Lampre (con Bole e Malori) e HTC (con Siutsou e Monfort), il margine scende vistosamente. Ma i tre corridori all'attacco non sono gli ultimi pivellini del plotone, e quando a 16 km dalla fine il distacco dal terzetto di testa è ancora fissato a 1'20", il gruppo capisce che non sarà l'operazione più banale della settimana andare a riprendere i fuggitivi. Ci si deve mettere tutta l'HTC pancia a terra (con Martin sugli scudi) per sbloccare la situazione, e in appena 6 km il distacco è dimezzato. Malgrado qualche rotonda rallenti il ritmo dell'inseguimento, il rientro del gruppo pare inesorabile. Ai 6 km, allora, Gutiérrez decide di provarci da solo e di salvare quella quindicina di secondi di margine che gli rimangono. Vano sforzo, infatti il plotone ingoia prima El Fares e Van de Walle (ai 5 km) e un km più avanti anche lo spagnolo. Ripreso Gutiérrez, i treni si riorganizzano: la Lampre prende per un attimo in mano la situazione, mentre anche la Garmin dà l'idea di potersi giocare un Farrar in condizioni migliori rispetto ai giorni scorsi, e ai 2 km passa decisamente a condurre le danze. Un gruppo ormai sfilacciato si presenta sul rettilineo d'arrivo con Hunter e Dean a fendere l'aria a Farrar, per l'appunto, mentre Cavendish lotta spalla a spalla con Hushovd al centro della strada. Lì sulla sinistra, i Garmin fanno il pasticcio: quando Dean si ritrova a tirare, non ha più spazio per farsi da parte, e così facendo chiude Farrar; il quale scarta a sinistra per scattare, ma con quello scarto a sua volta chiude Petacchi, nel momento in cui Cavendish, ai 150 metri, piazza il suo allungo. L'impeto del britannico è irresistibile, Ciolek ne prende la ruota ma non può opporre resistenza, Boasson Hagen è terzo, Rojas è quarto e Hushovd, riemerso negli ultimissimi metri, quinto. In classifica Cancellara conserva ovviamente la maglia gialla, che anche domani nella Montargis-Gueugnon non dovrebbe cambiare padrone. (cicloweb)
  21. Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Non avevo nulla perdere: l'altro giorno Freire mi ha fatto un ragionamento un po' alla spagnola e mi ha detto che a questo punto il Tour è fatto e che tutto quello che viene è tanto di guadagnato; c'è un bel po' di verità devo dire. Sapevo che se partivano Cavendish e Hushovd era dura rimontare, così quando ho visto il cartello dei 300 metri mi sono lanciato e ai 250 metri ero già davanti: con l'arrivo che sale leggermente se parti lungo o ti pianti oppure è difficile essere rimontati. Oggi avevo ottime sensazioni, per questo ci ho provato: si vede che il massaggio di ieri sul pavé mi ha fatto bene. La squadra ha fatto un ottimo lavoro: Bole ha tirato tutto il giorno per tenere vicina la fuga, poi nel finale sono entrati in azione gli altri; anche Hondo all'ultimo chilometro ha giocato di mestiere perché i Columbia erano un po' lunghi e li ha fatti faticare un po'. E poi devo dire che anche io ho fatto proprio una grande volata». Thor Hushovd (Cervélo Test Team) da Letour.fr «Non so come sia successo oggi nel finale, appena ho provato a lanciare lo sprint ho sentito le gambe svuotate: le scorse due tappe stavo molto bene e forse l'ho pagato qui. Fortunatamente ho ancora la maglia verde anche se ho perso un po' di punti da Petacchi e McEwen ma, come ho sempre detto, cerco di prenderla giorno per giorno. Il finale è stavo veloce e nervoso, all'ultima curva ero troppo indietro e Lancaster mi ha aiutato molto: quando Petacchi è partito non sono riuscito ad accordarmi. È incredibile quanto stia andato forse Alessandro: le sue qualità le sapevamo ma tornare al Tour come ha fatto lui è impressionante; se arriverà fino a Parigi sarà un bel rivale per la maglia verde». Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) da Letour.fr «Avevamo proprio bisogno di una giornata come quella di oggi: le tappe d'apertura sono state tutte stressanti, difficili e dispendiose e adesso possiamo pensare a recuperare un po' in vista delle Alpi. Noi siamo contenti perché il nostro obiettivo è di arrivare sul podio a Parigi e dobbiamo pensare positivo per le prossime settimane: abbiamo perso un uomo importante come Frank e ora dovremo dare tutti il meglio. Prima però cerchiamo di recuperare un po' di energie, il giallo è bello ma sulle Alpi sarà un'altra musica».
  22. Quanto è forte questo Petacchi? AleJet domina, male Cavendish Nonostante le molte cadute degli ultimi due giorni, tutti i corridori che hanno concluso la tappa di ieri sono riusciti a prendere il via oggi da Cambrai. La partenza è stata molto tranquilla e senza la classica battaglia per cercare la fuga buona: dopo appena un chilometro e mezzo, infatti, è scattato Dimitri Champion che è stato subito raggiunto da De Greef, Vogondy, Isasi e Mayoz. I cinque hanno proceduto per tutto il giorno di buon accordo, ma naturalmente un gruppo compatto nelle prime giornate di un GT, su un percorso facile, con le squadre ancora abbastanza al completo, non dà scampo. I cinque attaccanti non hanno potuto mettere in cascina un vantaggio troppo consistente (3'50" il margine massimo, toccato al km 48), e addirittura per lunghissimi chilometri sono stati tenuti quasi beffardamente a bagnomaria a pochi secondi di distanza da un plotone che non voleva certo riprenderli troppo presto per vedersi poi sfuggire qualche contrattaccante. Solo a 3 km dal traguardo, dopo che De Greef già si era rialzato, la tenaglia del gruppo (guidato dalla HTC) si è stretta intorno ai quattro superstiti. Il plotone ci ha messo qualche centinaio di metri per riassemblarsi, ma di fatto non è stata una sfida fra treni a decidere la tappa, ma un testa a testa tra i velocisti stessi. Il chilometro finale, dopo un'interminabile serie di rotonde, era piazzato su un lungo rettilineo sul quale la Columbia pareva in ogni caso tenere bene in mano la situazione: Cavendish piazzato molto bene, Renshaw ad aprirgli il cammino. Il problema per il britannico era la muta affamata alle sue spalle: Hushovd-Petacchi in sequenza, McEwen e Freire subito dietro: nomi da far tremare i polsi non saldissimi del Mark versione 2010. Ai 300 metri per AleJet era già tempo di fare la differenza: partito in anticipo, lo spezzino ha scartato verso sinistra, smarcandosi da Hushovd che si è imballato praticamente subito. Dietro al norvegese, Freire ha a sua volta finito anche lui la benzina abbastanza presto, mentre alla ruota di Petacchi si era portato uno che aveva capito già tutto, McEwen; dietro all'australiano, un Dean pronto a fare le veci di Farrar; a centro strada, abbandonato al suo destino, Mark Cavendish, superato in tromba da AleJet che dimostra così di non aver bisogno della caduta di mezzo gruppo per vincere, anzi! Il problema di Mark è stato comunque proprio l'anticipo strepitoso di Petacchi, che ha fatto una volata smisurata: fosse partito ai 200-150 metri, il capitano della Lampre avrebbe lottato probabilmente proprio con Cavendish; ma in uno sprint di 300 metri, in tanti scoppiano a due terzi dello sforzo: li abbiamo già citati, Hushovd, Freire, poi Cavendish. Anche McEwen, dato tutto per tenere Peta, ha finito senza fiato e superato da un tonico Dean e, a centro strada, da un Boasson Hagen che ha cilindrata un po' diversa da quella dello sprinter puro, in realtà. Quinto Hunter (forse si poteva coordinare meglio con Dean), ottavo un ottimo Oss, che precede proprio i nobili Thor e Oscar. In classifica non cambia niente, Cancellara conserva la maglia gialla che senza problemi dovrà portare domani da Épernay a Montargis, in un'altra tappa piatta in cui Petacchi metterà in palio un pezzetto dello scettro di miglior velocista del Tour 2010: fin qui, non c'è alcuna discussione su chi debba essere il possessore di tale scettro. (cicloweb)
  23. Roman Kreuziger (Liquigas-Doimo) da Raisport «Avete visto tutti che disastro che è successo. Prima del pavé è stata molto dura con strade strette e una gran ritmo per prendere le posizioni buoni: poi c'è stata la caduta e sono finiti a terra proprio davanti a me; ho speso tanto per provare a rientrare ma dopo ho preso un altro buco: mi spiace perché potevo arrivare almeno con Contador ma quando si prendono questi buchi c'è poco da fare». Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport «Il primo tratto di pavé l'ho preso un po' indietro quindi quando c'è stata la caduta io sono rimasto bloccato. Per un po' ho inseguito, ci ho provato ma alla fine va bene così. La tappa era molto dura perché prima di ogni tratto di pavé c'era una bella tirata e abbiamo tutti speso tanto». Cadel Evans (BMC Racing Team) da Comunicato stampa «Oggi tutto quello che volevo era arrivare in fondo rimanendo ancora in classifica. Nel finale ovviamente non potevo andare da nessuna parte, non sono un uomo di pavé e tra i vento e tutto il resto non c'era spazio per imprese eroiche: siamo andati d'accordo e siamo riusciti a guadagnare qualcosa. Venti secondi significano poco ora ma è sempre meglio di niente». Matti Breschel (Team Saxo Bank) da Comunicato stampa «Oggi tutta la squadra si è sacrificata e penso che abbiamo mostrato a tutti di essere il miglior team di tutto il gruppo. Io mi trovo veramente bene a correre sul pavé e penso che possiamo essere molto soddisfati per come è andata la tappa: peccato solo per la sfortuna caduta di Frank». Thor Hushovd (Cervélo Test Team) da Comunicato stampa «Vincere oggi nella tappa del pavé significa davvero molto per me. La squadra è stata perfetta e devi complimentarmi con tutti: erano molto motivati e hanno fatto un gran lavoro per lasciarmi nella posizione giusta. Io sapevo di dover rimanere più avanti possibile per evitare problemi e che se ci fossi riuscito avrei avuto grandi chance di vittoria: così è andata e così ho vinto, sono veramente orgoglioso, una tappa speciale, una bellissima vittoria. L'avevo mirata già molto tempo fa e ho lavorato molto. Ora le possibilità di portare a casa la maglia verde aumentano». (cicloweb)
  24. Con Thor ridono Andy e Evans, tappa ad Hushovd e maglia a Cancellara Tutto quello che poteva succedere, e non è successo, ieri, ce lo siamo ripresi con gli interessi quest'oggi. Uno spettacolo assoluto quello offerto dalla quarta tappa del Tour de France, con i 13 e rotti chilometri sul pavé della Parigi-Roubaix (l'ultima volta era stato nel 2004, con 3.9 km totali) che hanno premiato il campione norvegese Thor Hushovd e che fanno sorridere anche Cancellara, Andy Schleck e Cadel Evans. E dire che fino a 40 km dall'arrivo ci pareva addirittura una tappa noiosa: nessuna mancanza di rispetto nei confronti dei vari Kluge, Rolland, Augé, Erviti, Brutt, Cummings e Hesjedal, fuggitivi di giornata partiti a scaglioni tra i km 8 e 11 di corsa ed arrivati a toccare un vantaggio massimo di 4'50" al km 53. Non poteva sembrarci interessante una foratura di Petacchi, né la caduta che ha costretto al ritiro il francese Le Lay ed ha coinvolto - tra gli altri - i vari Vorganov, Kolobnev, Moreno e Pérez Moreno. È anche vero che si era a circa 100 km dal traguardo e a 60 km dai tratti di pavé importanti, quelli francesi, quelli della "Rubé". Primo tratto di pavé, in terra belga, ad Ormeignies: 85 km all'arrivo e 2 minuti tondi di distanza tra i sette fuggitivi ed il gruppo maglia gialla condotto dalla Quick Step; Chavanel è difatti un buon interprete di questo tipo di classiche (ha nel palmarès una Freccia del Brabante ed una top ten a Roubaix) e la squadra belga non intende abidcare. Ai meno 44 km - tratto di Hollain - il distacco è calato a 1'22" ed è il Team Saxo Bank, con Breschel in testa, a fare l'andatura. Ai meno 41 - tratto di Rongy - Hesjedal da davanti capisce che per combinare qualcosa di buono è giunto il momento di accelerare, mentre dietro (all'uscita del terzo tratto lastricato) Malori, Wegelius, Bellotti e Cunego sono tra i coinvolti in una caduta che manda più di qualche corridore al di là di una siepe. A 35 km dall'arrivo subentra la Cervélo ed il gruppo diventa allungatissimo: fiutato il pericolo, Armstrong e Chavanel risalgono posizioni. Tra Sars-et-Rosières e Tilloy-lez-Marchiennes - due settori da 4.9 km di pavé totale in 6.5 km di strada - succede però il finimondo: Fränk Schleck si tocca con un corridore della Garmin e picchia violentemente a terra con la spalla sinistra: il suo Tour de France finisce su quel lembo d'erba accanto ai sampietrini. Nella stessa caduta, coinvolti - pur senza toccare le pietre - anche la maglia gialla Chavanel e la maglia bianca Martin, mentre davanti Fabian "Spartacus" Cancellara ha acceso la bocca di fuoco e sta relegando ogni corridore ad ogni angolo di strada. In dieci chilometri, la situazione si stravolge. Siamo ai meno 22 km dall'arrivo e Hesjedal è sempre al comando della corsa con 37" su un quintetto composto da Cancellara, Andy Schleck, Thomas, Hushovd ed Evans (diventato poi sestetto con l'ex fuggitivo Cummings, che si lascerà staccare nel finale), 1'01" sul gruppo di Armstrong (che comprende Van den Broeck, Vansummeren, Popovych e Roelandts, tra gli altri) e 1'41" sul gruppo di Contador (con Wiggins, Ballan, Petacchi, Samuel Sánchez e Chavanel), mentre Basso sembra navigare in acque peggiori. Contador capisce che non è il caso di scherzarci su, ed attua un bel forcing per riportarsi su Armstrong e compagnia. Il ricongiungimento avviene ai meno 16.5 km, proprio nel momento in cui Armstrong fora la ruota anteriore. Il texano, nella sfortuna, ha comunque accanto Popovych, ma da quel momento in poi il gruppetto di Contador - forte della presenza di Menchov, Vinokourov, Wiggins, Roche, Vansummeren e Van den Broeck - gira alla perfezione ed il texano può al massimo riportarsi sul gruppo di Petacchi, Cavendish e SSG. Dice decisamente peggio a Chavanel, che fora un paio di chilometri dopo Armstrong e poi fora di nuovo a 10 km dalla conclusione: per lui 3'58" da Hushovd e soci all'arrivo, ed addio alla maglia gialla ottenuta ieri. Davanti Cancellara prova l'allungo ai meno 13, poi - saggiamente - capisce che è più conveniente lavorare per Andy Schleck e torna nei ranghi, anche perché Hushovd e Thomas non sembravano molto d'accordo con il suo tentativo d'evasione. Ai meno 10 - nel momento del secondo "dramma" di Chavanel - il gruppetto di Cancellara è a 20" dalla testa della corsa, con 19" sul gruppetto di Contador e 1'22" su quello di Armstrong. A 6000 metri da Arenberg, il sogno del canadese Hesjedal - una delle più belle sorprese di oggi - svanisce per mano della locomotiva svizzera, che continua imperterrita la sua strepitosa marcia. A 2 km dalla conclusione, i secondi su Contador sono diventati 56, mentre Armstrong è distante 2 minuti. 3'36", invece, la distanza da Chavanel, del cui distacco finale vi abbiamo già dato conto. Hesjedal prova l'anticipo sul rettilineo finale e lo stesso fa Andy Schleck, ma Hushovd è troppo più forte e più veloce degli altri per pensare di poterlo impensierire. Il podio - con la maglia di campione norvegese davanti a quella di campione britannico, col campione del mondo al terzo posto - recita Hushovd, Thomas, Evans, con l'australiano e Schleck junior che rifilano 53" a Menchov, Wiggins, Van den Broeck e Vinokourov, 1'13" a Contador (rallentato nel finale da un problema alla ruota posteriore), 1'46" su Luís León Sánchez e Kreuziger, 2'08" su Armstrong, 2'25" su Basso (ripresosi nel finale), Gesink, Joaquím Rodríguez, Martin e Sastre. Non doveva fare classifica, ma balza agli occhi il quart'ultimo posto di Cunego (a 17'03"), per il quale speriamo di non dover registrare brutte conseguenze dopo la caduta. In classifica, è ovvia la rivoluzione, con Cancellara che torna in giallo con 23" su Thomas e 39" su Evans, con Chavanel 5° a 1'01" e Schleck jr 6° a 1'09". Vinokourov e Contador sono 8° e 9° rispettivamente a 1'31" e 1'40" dallo svizzero ed anche Menchov (a 1'49") non ha di che lamentarsi. Va un po' peggio ad Armstrong (18esimo a 2'30") e va molto peggio a Samuel Sánchez (32esimo a 3'04"), Sastre e Basso (48 e 49esimo a 3'19" e 3'20"), per non parlare di Cunego (174esimo a 23'11"). La maglia verde passa sulle spalle di Hushovd, con la maglia bianca di miglior giovane che prende la strada della Gran Bretagna per posarsi sulle spalle di Geraint Thomas. Domani, da Cambrai a Reims, si torna interamente sulle strade di Francia a vedere i velocisti sprintare. Non ci sarà Fränk Schleck, il grande sconfitto di oggi, ritirato e portato in ospedale a Valenciennes per una sospetta frattura della clavicola. Sul pavé, si sa, succede anche questo. Soprattutto al Tour de France. (cicloweb)
  25. Un cadeau pour Sylvaine, a Chavanel la tappa delle cote È un peccato, perché la bella vittoria di Sylvain Chavanel sarà offuscata dalle tante polemiche che - a mezzo stampa, comunicati, interviste, eccetera - nasceranno da questa seconda tappa del Tour de France 2010, quella che ricalcava le côte della Liegi-Bastogne-Liegi, con la Stockeu e la Rosiere negli ultimi 40 chilometri. Ed è proprio la discesa susseguente alla côte de Stockeu ha scatenato il putiferio che scatenerà le polemiche ed ha scatenato la protesta. Il primo a cadere, dalla fuga, il bresciano Gavazzi; qualche istante dopo, in circostanze non troppo chiare, il capitombolo generale del gruppo della maglia gialla, che fin lì viaggiava a circa un minuto dal quel che era rimasto della fuga di giornata, promossa al km 8 dallo stesso Chavanel e che ha visto protagonisti Roelandts, Matthew Lloyd, Burghardt, Pineau, Turgot e Taaramäe, oltre al già citato Gavazzi. Nei chilometri precedenti non era successo granché, a parte una foratura di Van den Broeck (ai meno 75 km) e una caduta ai meno 56 che ha coinvolto Spilak, Barry, Elmiger, Dean, Lang, ancora Van den Broeck e - il più sfortunato - Delage, ritiratosi di lì a breve. Sulla côte d'Aissomont si staccavano intanto Turgot e Lloyd - intento a raccimolare punti per la maglia a pois dopo aver vinto la maglia di miglior scalatore all'ultimo Giro d'Italia - e il gruppo si apprestava a riportarsi, di lì a breve, sui vari fuggitivi sparsi tra salite e discese. Ed invece quella scivolata di Gavazzi è stata solo la punta di un iceberg; nel gruppo maglia gialla sono caduti praticamente tutti, a parte una ventina di corridori: da Terpstra a Dean, da Vande Velde a Le Mével, da Kreuziger a Fränk Schleck, fino ad arrivare a Petacchi ed Andy Schleck, e chissà quanti ne tralasciamo. Si creava un parallelo quasi paradossale: davanti, Chavanel che prima attacca in solitaria e poi viene ripreso da Roelandts; dietro, Cancellara, Hushovd e Gutiérrez Palacios che si guardano e si domandano che fare. Aspettare, ok, ma chi? E per quanto tempo? Ci si mette un po' a capire e a far la conta di presenti ed assenti: davanti c'è Menchov, c'è Evans, c'è LL Sánchez, oltre all'attuale maglia gialla che però da una parte deve vedere Chavanel allontanarsi - da davanti - e dall'altra deve capire come sta Andy Schleck (che si toccava spalla, gomito e polso sinistri in maniera preoccupante, a caldo) e quanto tempo di ritardo ha, nonostante Voigt e il fratellone Fränk siano lì a fargli da angeli custodi. A poco meno di 20 km dall'arrivo Chavanel stacca di nuovo e definitivamente Roelandts, mentre Armstrong e Wiggins mettono i loro gregari alla frusta per recuperare i 70 secondi che li separano dal gruppetto buono; Basso e Contador, lì con loro, ringraziano sentitamente. Andy e Fränk sono più dietro, anche se i 50" di distacco accusati ai meno 16.5 km da Spa, quando Armstrong & co. si riportano su Cancellara, fanno molto meno male di quanto ci si potesse immaginare. Il loro inseguimento, complice il fair play (?) dei compagni-avversari, si completa un paio di chilometri dopo, quando Chavanel è già lontano 2'47" da tutti. Anzi, da tutti tranne Monfort, che nel frattempo si è lanciato all'inseguimento del francese e viaggia con circa 30" di vantaggio sul gruppo. Il finale è un no-contest sul quale capiremo di più in serata, dopo le dichiarazioni dei diretti protagonisti. A Spa, in Belgio, festeggia comunque la Quick Step, squadra belga, che porta due francesi in cima a due classifiche: Pineau vestirà domani la maglia a pois, Chavanel la maglia gialla con 2'57" su Cancellara, che nel finale - nonostante i modi da sceriffo, che han portato alla neutralizzazione dei punti per la maglia verde dalla seconda alla ventesima posizione dell'ordine d'arrivo - vede sfuggirsi il non sveglissimo francese Bouet per il secondo posto, con conseguente bestemmione (come da labiale) da spedire ai vari blob di tutto il mondo. Tra i maggiormente attardati, segnaliamo Cunego a 8'51", Hincapie, Vande Velde e Cavendish a 9'59", Petacchi e Malori a 13'37" e Farrar a 19'03". Domani, col pavé, sarà comunque tutto relativo. (cicloweb)
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