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[Operacion Puerto] BASSO CONFESSA E COLLABORA


sateo

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Tra 2 anni non sarà cambiato niente ahimè.... e cmq Manzano non ha fatto come Millar... lui si è pentito x fare un dispetto alla sua società visto che non l'avevano convocato per la Vuelta....

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MICHELE SCARPONI MI HAI DELUSO MOLTISSIMO

credevo che tu fossi diverso dagli altri, invece anche te in questo giro vizioso che si chiama doping

l'unico modo che hai per riconquistare la mia stima è confessare (idem per basso)

e già che ci sei ti conviene non partecipare al giro

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Oramai è inutile illudersi che ci sia ancora gente onesta in questo sport che ormai non è nient'altro che puro business...

secondo me la gente onesta ancora c'è...

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"Colpire i maneggioni" quelli che circuiscono gli atleti con il doping: deve essere questo, secondo il capo della procura antidoping del Coni Ettore Torri, la nuova frontiera della lotta contro le pratiche illecite per alterare i risultati sportivi. "Scarponi ci ha raccontato certe cose su come i corridori venivano circuiti - ha detto Torri, intervistato per il Tg1 dopo le confessioni di Basso, ieri, e del suo collega, oggi - io in un certo senso sono portato a scusare gli atleti, sono giovani, spesso inesperti. Scarponi ha raccontato di questi dirigenti, di medici, di maneggioni che li allettavano. Ecco, il mio scopo è colpire questa categoria".

Torri si è detto convinto che spesso gli atleti non si rendano conto del pericolo che corrono ("non credo siano consapevoli, ad esempio la trasfusione del proprio sangue può provocare embolie"), ha parlato della paura di chi si dopa ("hanno paura di essere messi al bando se non lo fanno, e anche paura fisica: hanno raccontato che avvengono fatti gravi quando un corridore non è gradito al gruppo"), e ha lanciato un appello: "Mi auguro che dopo Basso e Scarponi, altri seguano il loro esempio: è l'unico modo per debellare la piaga del doping". Quanto alla confessione di Basso, Torri ha confermato che il vincitore del Giro 2006 ha detto "di non essersi mai dopato prima, di essere arrivato fino al prelievo del proprio sangue da conservare in sacche per un'eventuale ritrasfusione, ma, lui dice, non è mai arrivato a questa seconda fase".

Fonte Gazzetta

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  • Amministratori
Sei stato chiarissimo, ed hai ragione, in un confronto diretto Scarponi/Basso il primo ne esce da signore!

Si ma bisogna chiedersi il perchè Basso ci abbia ripensato da una sera all'altra...

Vi do 3 alternative...

1) $$$

2) €€€

3) £££

... il resto non cambia.

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Riis mette le mani avanti per non sbattere la bocca. Se Basso FOSSE veramente pentito farebbe come Sansone tirandi giù le colonne del Tempio e schiacciando sia lui che i Filistei (Riis & Co.).

Scarponi che tristezza in lui un pochino ci speravo :mrgreen:

Il problema secondo me è che è il ciclista che ci mette il sangue,

perciò alla fine le prove sono a suo carico... se basso o chiunque altro dicesse

Rijs mi ha accompagnato, xy mi teneva la mano e Fuentes mi metteva l'agocannula in vena...

che prove avrebbe la magistratura sportiva per fermare queste persone?

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  • Amministratori

Basso un eroe? Ma per favore

L'opinione di PAOLO PAGANI

basso_richiardi_visore--350_200.jpg

Adesso bisognerà correggere qualche affrettato parere. Oppure, far finta di niente e cambiare argomento: tanto il Giro è alle porte, ci sarà presto materia per altri racconti. Il riferimento va alla "grancassa retorica" (copyright di Cristiano Gatti, inviato speciale de Il Giornale, "garantista" e appassionato doc di ciclismo) con la quale, non appena Basso disse d'avere confessato i suoi misfatti al Coni, commentatori e addetti ai lavori gli innalzarono l'altare. Evviva, abbiamo il primo pentito. Evviva, il mondo marcio della bici volta pagina. Evviva, siamo all'anno zero. Quello che non festeggiò mai Capodanno all'epoca Pantani, per intenderci.

A parte il fatto che gioire per un pentimento col quale si confessa un reato è pratica quantomeno frettolosamente singolare (sì, ma del reato e della sua gravità vogliamo parlarne?), rimane agli atti che Ivan Basso, in conferenza stampa, ha confessato un bel niente. Anzi. Ha urlato la sua innocenza da cherubino delle salite: non mi sono mai dopato, pago tutt'al più una sciocchezza. E allora, come la mettiamo adesso? Basso eroe dell'antidoping? Citiamo un classico, Totò: ma ci faccia il piacere.

Vero (almeno, così sembra: gli atti della Procura restano secretati) che non si sarebbe mai dopato. Vero che il suo stesso sangue, opportunamente conservato in ghiacciaia come un prezioso Dom Perignon per i momenti giusti, altro è rispetto alle schifezze chimiche di cui ogni giorno si cantano orripilanti e miracolose qualità. Ma insomma: il sangue di Birillo, alias Ivan Basso, stava pur sempre nei frigo del dottor Emiliano Fuentes, ginecologo madrileno con un debole per gli atleti maschi. E se ci stava, elementare deduzione, è perché Ivan un pensierino al suo proibito utilizzo ce l'aveva fatto. Salvo venirci a raccontare, a babbo morto, che lui è pulito. Che lui paga "una sciocchezza" (dichiarazione testuale del Nostro), cioè l'aver messo le mani, e i pedali, avanti. Nel caso che. La morale non c'è: o forse sì. Giusto che paghi come prevedono Uci e Wada. E senza sconti all'italiana. Giusto che chi ha celebrato Basso prima di ascoltarlo stia più abbottonato e prudente da qui in avanti. Giusto per non cadere più così in Basso.

P.S. = Nella foto, Basso è in maglia Csc: quella della sua squadra, all'epoca in cui NON si è dopato.

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Si ma bisogna chiedersi il perchè Basso ci abbia ripensato da una sera all'altra...

Vi do 3 alternative...

1) $$$

2) €€€

3) £££

... il resto non cambia.

Propendo per l'Euro, ha il cambio più forte! :mrgreen:

Ma credo ci siano anche altre motivazioni..

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Il problema secondo me è che è il ciclista che ci mette il sangue,

perciò alla fine le prove sono a suo carico... se basso o chiunque altro dicesse

Rijs mi ha accompagnato, xy mi teneva la mano e Fuentes mi metteva l'agocannula in vena...

che prove avrebbe la magistratura sportiva per fermare queste persone?

Il modo lo devono trovare xchè è giusto che l'atleta che si dopa sia squalificato ma è il ds/medico/accompagnatore/etc etc che lo spinge a farlo deve essere radiato. non è nemmeno giusto che se ci sono voci su un ciclista questo venga messo alla porta mentre le squadre non si possono toccare (se ecludiamo il caso clamoroso di Saintz). Se a pagare fossero le squadre oltre che gli atleti sono sicuro che il Riis di turno si sarebbe accorto che Basso aveva fatto una capatina in Spagna. In sostanza è uno schifo :mrgreen:.

Speriamo che Scarponi vuoti tutto il sacco :mrgreen:

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secondo me chi vince le classiche è abb pulito.....perchè non hai bisaogno del recupero come nelle corse a tappe...cmq sia....vedremo più avanti.

penso che le squadre abbiano la responsabilità dei loro atleti, pertanto come è giusto che sia il corridore paga perchè è un bipede pensante e c'ha la testa per farla funzionare e non farsi abbindolare, ma anche la squadra ha le stesse responsabilità.....ha responsabilità oggettiva verso il corridore, di tutto quello che fa è tenuta a rispondere!!!!almeno per me....

in secondo luogo, se il medico delle della squadra dell'atleta positivo venisse cancellato dall'albo dei medici, e quindi perderebbe il lavoro (dopo tutto quello che ha studiato non glielo auguro proprio.......), voglio vede chi è disposto a perdere il lavoro per questo!!!!!!!!!!!!!!!lo dico perchè il medico della squadra deve sapere tutti i valori "naturali" dell'altleta e quindi in caso venissero alterati dovrebbe sccorgersene e segnalarlo. anche se qua subrentano una marea di cavilli per cui si può aggirare questo sistema (vedi l'esempio che avevo fatto del valore alto di gennaio che viene ritenuto naturale e così dev'essere per tutto l'arco della stagione).

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secondo me chi vince le classiche è abb pulito.....perchè non hai bisaogno del recupero come nelle corse a tappe

Se potessi dire quello che so su un velocista comasco che sarà al prox Giro ( e che è considerato uno dei talenti migliori d'Italia) ti renderesti conto che si bombano tutti indifferentemente....

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è vero che ci vuole onestà e pulizia da parte dei corridori ma credo che se gli organizzatori facessero le corse di 14 giorni anzichè 20, le tappe di 150, max 200km con al massimo 2 salite nelle tappe di montagna, probabilmente si ricorrerebbe meno all'uso di roba illegale.

Non credete? sarebbe un buon inizio.

Io capisco che ci deve essere spettacolo e le tappe di 300km con 20 g.p.m e pendenze del 90% facciano gola e ascolti ma sarebbe meglio per tutti fare un passo indietro.

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è vero che ci vuole onestà e pulizia da parte dei corridori ma credo che se gli organizzatori facessero le corse di 14 giorni anzichè 20, le tappe di 150, max 200km con al massimo 2 salite nelle tappe di montagna, probabilmente si ricorrerebbe meno all'uso di roba illegale.

Non credete? sarebbe un buon inizio.

Io capisco che ci deve essere spettacolo e le tappe di 300km con 20 g.p.m e pendenze del 90% facciano gola e ascolti ma sarebbe meglio per tutti fare un passo indietro.

verissimo... quoto tutti

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MILANO, 11 maggio 2007 - Sapete cosa succede a un uomo che sbaglia, nasconde il suo errore, poi torna sui suoi passi ma non riesce più a essere credibile? Succede che si ritrova nudo e insicuro. Frastornato dagli eventi, cerca una via d’uscita e rischia di sbagliare ancora. Succede così a Ivan Basso. Era la faccia più affidabile dello sport, ci ha raccontato una grande bugia, lo ha ammesso e gli abbiamo teso la mano, ma nella conferenza stampa ha deluso anche se stesso e ci soffre. "Mi sono rivisto in tv e non mi sono riconosciuto — dice Basso raccontandoci il suo disagio —. Sono sembrato arrogante? Non lo sono mai stato. Ero terribilmente a disagio. Volevo chiedere scusa a tutti quelli che hanno creduto in me. Dovevo chiedere uno 'scusa' grande così e non ci sono riuscito. E’ che mi sono sentito aggredito. C’erano 150 giornalisti, ero tiratissimo, non ero io". Lunedì Ivan Basso si è presentato, volontariamente, alla Procura antidoping del Coni, per confessare: "Birillo sono io, quelle sacche di sangue sono mie". Per molti mesi si era trincerato dietro una difesa strenua. Ha provato a nascondere a tutti la frequentazione con un medico spagnolo legato a filo doppio con la filosofia del doping.

UN PESO - Ettore Torri, il nuovo capo della Procura antidoping, è però tornato alla carica con prove così evidenti che Ivan non ha avuto scelta. "Avrei potuto evitare il confronto, avrei potuto eccepire su tutto, tirarla per le lunghe e continuare a correre, ma non ce la facevo più. Avevo bisogno di liberarmi di un peso — spiega Basso —. Anzi, avrei dovuto farlo molto prima. Avrei dovuto raccontare tutto già nel giugno dello scorso anno". La confessione di Basso è stata, comunque, un fatto clamoroso. Nessun numero uno dello sport aveva mai ammesso le sue colpe così rapidamente davanti alla giustizia sportiva. Ci è sembrato un piccolo grande passo avanti.

NON HA CONVINTO - La conferenza stampa di martedì a Milano è apparsa invece un salto all’indietro. Basso non è stato convincente. "È questo che non mi fa stare sereno. Il fatto è che ho detto esattamente quello che è nei verbali. Io quel sangue versato a Madrid non l’ho mai utilizzato. E il famoso Kalc, il presunto galoppino che portava le sacche alle corse, non so nemmeno chi sia. Al procuratore ho detto tutto quello che so, ma certi nomi io non li avevo mai sentiti nominare. Ho sbagliato, lo ammetto, ma adesso come posso fare a riconquistare la fiducia? Quello che ho detto in conferenza stampa è quello che ho detto a Torri. Io sono esattamente quello che la gente pensava che fossi. Sono soltanto un uomo che ha sbagliato. Tutto qui".

LE SACCHE - Continua a risultare poco chiaro che un atleta così, uno che fin da ragazzino dominava il suo sport, debba rivolgersi a Fuentes. "Sono stato un pirla — commenta —. Un Pirla con la p maiuscola. Ho pensato che prima poi mi sarebbero servite quelle sacche. Ho provato e solo adesso capisco quanto ho sbagliato. E’ giusto che io paghi il prezzo del mio errore. Non cerco sconti".

BRUTTA PAGINA - Perché negare l’evidenza, perché nascondersi dietro un "Birillo"? «Perché ad un certo punto negavo la verità anche a me stesso. E’ difficile crederci, ma questa brutta pagina l’ho nascosta anche alle persone che ho più care. Sono un uomo di grandi principi e forse nel mio inconscio non ho mai accettato quei viaggi a Madrid. Ecco perché voglio chiedere scusa a tutti quelli che hanno avuto fiducia in me. So che non sarà facile riconquistarla ma ci voglio almeno provare. E se possibile vorrei rassicurare quelli che si sono emozionati per me. Le mie vittorie sono vere, me le sono conquistate soffrendo per questo sport in ogni secondo della mia vita. Ho vinto e rivinto in bici da quando avevo 6 anni e nei miei risultati non c’è doping".

MISSIONE - E’ vero, Ivan ha trovato il suo talento nella culla e lo ha coltivato con impegno. Un atleta con il suo motore e la sua lucida determinazione potrebbe paradossalmente essere vittima del doping facile e poco rintracciabile. A parità di condizioni, sarebbe stato comunque il primo della classe. Proprio per questo dovrebbe essere in prima fila nella lotta al cancro dello sport. Questa dovrebbe essere la sua missione. "Mi prenderò una lunga vacanza con la famiglia. Mia moglie e i miei figli sono la mia vita. Con loro cercherò di ritrovare serenità e poi tornerò in bici, perché anche quella è la mia vita".

Fonte gazzetta

E' Una telenovela ormai....

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