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La nascita di un sogno


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Località sconosciuta. 28 Luglio 2008

Sembrava il solito CDA della società: bilanci e discussioni sul da farsi. Problemi di soldi non ne avevano e di discussioni da portare avanti erano ben poche. La società era competitiva su moltissimi fronti, la migliore in quasi tutti gli sport. Era il classico CDA che finisce in poco tempo. Eppure quel Consiglio sarebbe stato molto importante per il futuro della società: si parlava di ampliare gli orizzonti. Erano giusto un paio gli sport che mancavano all'appello nella storia della Polisportiva. Le fazioni erano due ed erano molto agguerrite: che chi capeggiava per il rugby e chi per il ciclismo. Le votazioni finirono 7 a 5 per il ciclismo. Visto che nel paese nessuno era pratico di questo sport si decise di affidare la gestione ad uno straniero in attesa che il movimento ciclistico cresca.

Per ora vi chiedo di indovinare la nazione da cui si partirà :wink:

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Località Sconosciuta. 28 Luglio 2008

Antton Ikazta era nato a Vitoria-Gasteiz, nella provincia di Alava, Paesi Baschi, Spagna. Dopo una carriera ad allenare dei giovani corridori nella squadra della mia città si dimise dall'incarico perchè ricevette un'offerta importante per allenare dei professionisti. Peccato che il tutto finì in Venezuela grazie al fatto che gli sponsor gli bloccarono i conti della squadra e rimase bloccato in Sud America. Con un po di fatica riuscì a ritornare nel suo paese natale. La sua vecchia squadra giovanile non lo accolse a braccia aperte: aveva già trovato un rimpiazzo ed erano ampiamente soddisfatti di come stavano andando le cose. Trovò impegno alla BH, che ha sede a Vitoria, grazie alla sua conoscenza di ciclismo. Non si occupava di progettazione e non ne era in grado ma dava consigli utilissimi agli ingegneri e testava i prodotti anche grazie alla sua esperienza da ciclista: era arrivato a correre fino ai dilettanti ed era compagno di squadra di uno dei ciclisti baschi più forti degli ultimi 20 anni: Olano. Decise di andare in ferie per tutto Luglio. Scelse una bella località di mare, piena di vita ma allo stesso tempo piuttosto isolata dal resto del mondo. Non aveva mai visto un mare così bello e ne rimase profondamente colpito. Ma le vacanze stavano finendo ed il nostro preparò le valigie e si diresse verso il porto dove avrebbe preso il traghetto per poter poi riprendere l'aereo destinazione Barcellona.

P.S: non avete ancora indovinato. Al prossimo paragrafo darò la risposta :wink:

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Aeroporto Internazionale di Atene Eleftherios Veniezlos. 29 Luglio 2008.

Antton Ikazta era arrivato dalla sera prima in aeroporto: il traghetto lo portò al Pireo, un'ora di Pullman e veso le 21 arrivò a destinazione. L'unico fatto è che l'aereo partiva alle 10 del giorno dopo. Andò quindi dapprima a mangiare e poi a sistemarsi nell'ala dedicata al politico greco col cui nome é stato intitolato l'aeroporto. Avrebbe dormito tranquillo nel suo sacco a pelo se a mezzanotte non avessero acceso le luci dell'ala: era molto sensibile all'illuminazione. Certo che questi greci sono strani, accendono le luci a mezzanotte pensò tra se Antton. Alla fine la stanchezza ebbe la meglio e riuscì ad addormentarsi. Alle 7 la sveglia del cellulare suonò: Aveva il tempo di far colazione con calma, fare il check-in ed aspettare l'imbarco. Fece una colazione a base di brioches e succo d'arancia: aveva abbastanza esperienza per non prendere un caffé in qualsiasi aeroporto, sempre troppo acquosi per lui. L'unico problema fu che il succo iniziò a fargli acidità di stomaco; niente di preoccupante ma leggermente fastidioso. Verso le 8 si recò a fare il check-in per sbrigare il prima possibile quella che lui definiva una stupida pratica burocratica. Ebbe la sensazione che qualcosa non stesse andando per il verso giusto: la dipendente incaricata al check-in prese il telefono e chiamò qualcuno: non potè capire nulla visto che non conosceva una parla di greco. Is something wrong? chese Antton nel suo inglese base con accento fortemente basco. La donna non rispose, probabilmente perchè non capì la richiesta. Dopo due minuti arrivò un addetto della sicurezza: era alto e decisamente palestrato. Prese Antton per un braccio e disse: I'm sorry man but you have to come with me. Divincolarsi da quell'enengumero gli era impossibile e Antton, nolente o dolente, fu costretto a farsi trascinare via...

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