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[Uci Pro Tour] Parigi - Tours


emmea90

Messaggi raccomandati

  • Amministratori

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Parigi - Tours

Planimetria

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Altimetria

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Squadre partecipanti

Pro Tour

Gerolsteiner (GST)

Discovery Channel Team (DSC)

Predictor-Lotto (PRL)

Quick Step - Innergetic (QSI)

AG2R Prévoyance (A2R)

Bouygues Telecom (BTL)

Cofidis le crédit par téléphone (COF)

Crédit Agricole (C.A)

Française des Jeux (FDJ)

Team CSC (CSC)

Caisse d'Epargne (GCE)

Euskaltel - Euskadi (EUS)

Saunier Duval - Prodir (SDV)

Lampre - Fondital (LAM)

Liquigas (LIQ)

Team Milram (MRM)

Rabobank (RAB)

Continental

Team Wiesenhof Felt (WIE)

Chocolade Jacques - Topsport Vlaanderen (JAC)

Landbouwkrediet - Tonissteiner (LAN)

Agritubel (FRA)

Barloworld (BAR)

Skil - Shimano (SKS)

Tra le squadre Pro-Tour mancano ASTANA, UNIBET e T-MOBILE

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  • Amministratori

Presentazione

Paris-Tours is known as the sprinters classic because the race traditionally ends with a mass sprint on the long, straight boulevard finish in Tours. The 257km race usually has a fast start on the plains outside of Paris and gets faster as the sprinters’ teams chase the early attacks and work to keep the peloton together. Tail winds often help the riders speed towards Tours, with average speeds for the race usually over 45km/h. The short climbs on the outskirts of Tours act as a launch pad for late attacks and this creates the nail biting finish as the sprinters and their teams work to control the more aggressive riders looking for personal glory. In 2006 Frédéric Guesdon of the Francaise des Jeux team surprised the sprinters by joining an early attack. He stayed clear with Norway’s Kurt Asle Arvesen and then took an emotional win by beating him in a two-rider sprint. The peloton tried hard to catch the two and were only a few hundred metres behind but could only watch as Guesdon took his biggest win since Paris-Roubaix in 1997. Paris-Tours is such an unpredictable race that the 2007 could finish in a sprint and so suit previous winner Erik Zabel and his team mate Alessandro Petacchi, or yet another breakaway could snatch the glory.

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Presentazione:

Il Parigi-Tour è conosciuto come una classica sprint perchè la gara finsce tradizionalmente con uno sprint di gruppo nel lunga, pianeggiante strada dove finsce il Tour. I 257 km hanno solitamente un inizio veloce nelle pianuere fuori Parigi e diventa più veloce quando i team dei velocisti cercano di recuperare i primi attacchi e lavorano per tenere il gruppo unito. I venti che soffiano da dietro aiutano i ciclisti a mantenere un'andatura sostenuta durante il Tour, e spesso la velocità media supera i 45 km/h. Le corte salite nella parte finale del Tour fungono come rampa di lancio e "questo crea un finale da mangiarsi le unghie" mentre i team dei velocisti lavorano per controllare i corridori più aggressivi che cercano la vittoria personale. Nel 2006 Frederic Guesdon della Francaise des Jeux sorprese i velocisti unendosi ad un attacco iniziale. Lui rimase lucido con il Norvegese Kurt Asle Arvesen e conquistò una emozionante vittoria bettendo il ciclista nordico in uno sprint a due. Il gruppo provò duramente a riprendere i fuggititvi e rimase solo cento metri indietro giusto per guardare Guesdon ottenere la sua vittoria più importante dopo la Paris-Roubaix nel 1997. Il Parigi-Tour è una corsa talmente imprevedibile che l'edizione 2007 potrà finire in uno sprint che accontenterebbe il precedente vincitore Erik Zabel e il suo compagno di squadar Alessandro Petacchi, o concludersi ancora con una fuga che regalerà la vittoria.

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si si ha vinto guesdon che nell'ultimo km.... completamente rettilineo....

ha zig zagato alla grande cercando di non far sfruttare la sua scia al suo compagno di fuga

che gli succhiava la ruota... non ricordo però chi fosse... forse un CSC.....

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si si ha vinto guesdon che nell'ultimo km.... completamente rettilineo....

ha zig zagato alla grande cercando di non far sfruttare la sua scia al suo compagno di fuga

che gli succhiava la ruota... non ricordo però chi fosse... forse un CSC.....

Se non ricordo male era Arvesen...

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Bennati si arrende

Il velocista chiude in anticipo la sua esperienza con la Lampre-Fondital per una microfrattura allo scafoide del polso destro. Nella prossima stagione correrà con la Liquigas

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MILANO, 7 ottobre 2007 - Bennati si ferma qui. La Lampre-Fondital ha ufficializzato la conclusione anticipata della stagione agonistica del velocista che quest'anno ha vinto 9 volte. Al corridore è stata riscontrata una microfrattura allo scafoide del polso destro rimediata in una caduta in cui è rimasto coinvolto durante l'ultima edizione della Vuelta. Bennati, 27 anni, porterà un'ingessatura sino al gomito per i prossimi venti giorni e si ripresenterà alle gare a inizio 2008 con la casacca del suo nuovo team Liquigas.

In questa stagione il corridore ha trionfato due volte al Tour de France, compresa la prestigiosa frazione conclusiva agli Champs Elysees di Parigi, e tre alla Vuelta (inclusa l'ultima tappa di Madrid). Le ultime settimane sono state difficili per Bennati anche per la mancata convocazione in nazionale, per il secondo anno consecutivo, per il mondiale. La Lampre punterà ora forzatamente le sue chances su Danilo Napolitano, che domenica prossima sarà al via della Parigi-Tours.

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Milano, 12:15

CICLISMO, DOPING: T-MOBILE SI SOSPENDE DA GARE SINO AL 2008

La T-Mobile chiude in anticipo la sua stagione in applicazione delle norme del Codice Etico in caso di positività al doping dei propri atleti. La formazione tedesca ha registrato nel 2007 due casi (Sinkewitz al Tour de France e Bernucci alla Vuelta di Spagna) e non sarà al via della Parigi-Tours di domenica prossima e del Giro di Lombardia del 20 ottobre. (Nic. Api) (08/10/2007) (Spr)

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Milano, 12:15

CICLISMO, DOPING: T-MOBILE SI SOSPENDE DA GARE SINO AL 2008

La T-Mobile chiude in anticipo la sua stagione in applicazione delle norme del Codice Etico in caso di positività al doping dei propri atleti. La formazione tedesca ha registrato nel 2007 due casi (Sinkewitz al Tour de France e Bernucci alla Vuelta di Spagna) e non sarà al via della Parigi-Tours di domenica prossima e del Giro di Lombardia del 20 ottobre. (Nic. Api) (08/10/2007) (Spr)

mi pare che era già stata anticipata questa notizia se nn sbaglio durante il mondiale...

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Progressione mostruosa di Petacchi e rimonra incrdibile di Chicchi che negli ultimi 50 metri ha saltato un bel pò di gente.

PS: Pozzato, Kroon e Gilbert hanno buttato via la vittoria, se si accordavano fino a 500 metri dal traguardo potevano farcela...mal per loro

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Petacchi, tuono a Tours

Come faccia Alessandro Petacchi, col suo visino da bravo ragazzo, il suo carattere mite, e le decine di vittorie che accumula stagionalmente, ad essere uno dei corridori più discussi d'Italia, a qualcuno parrà un mistero. In realtà allo spezzino molti imputano un'ipocondria di fondo che lo fa star giù quando non dovrebbe, e che lo demoralizza in vista di qualche traguardo che pure potrebbe essere nelle sue ambizioni.

In passato, per esempio, uno dei cavalli di battaglia dei suoi detrattori è stato: perché non punta con più decisione alla Parigi-Tours, la classica per eccellenza dei velocisti? Soprattutto dopo il Mondiale di Madrid 2005, toppato clamorosamente da AleJet, tutti si sarebbero aspettati una pronta rivincita (o perlomeno la ricerca della medesima) a Tours, e invece Petacchi si defilò e rinviò la rinascita a giorni migliori.

E quei giorni migliori, nel senso del plurivittorioso indemoniato del triennio 2003-2004-2005, non sono più arrivati, con la continuità di un tempo: persa la Sanremo 2006 per l'invenzione di Pozzato, perso il resto della stagione per un ginocchio fracassato al Giro, Alessandro è tornato in gara quest'anno, ma sembrava avviato a una sorta di declino, visto che alla Classicissima non è stato competitivo, e al Giro faticava. Poi il momento dello sblocco, a Cagliari, dove il ritorno al successo fu bagnato da calde lacrime di rabbia e liberazione. Sembrava che per il velocista della Milram dovessero riaprirsi le porte del Paradiso: da lì, 5 vittorie nella corsa rosa e chiare ambizioni anche nei confronti del Tour.

Ma qui entra in gioco Torri, il terribile procuratore antidoping del Coni, che non ha digerito l'uso eccessivo di Ventolin dell'asmatico Alessandro nel corso della tappa di Pinerolo, e allora pronta la sospensione, il deferimento, ciao Tour e si ricomincia ad annaspare. L'assoluzione non basta all'ineffabile Torri (che fa ricorso al Tas, aspettiamo la sentenza), ma basta affinché Petacchi possa tornare a pedalare in gruppo. Alla Vuelta, dove dopo un comprensibile avvio difficoltoso, lo spezzino trova una doppia vittoria che lo rilancia. Ballerini non lo chiama, il percorso mondiale non è troppo adatto ai velocisti. Ma dietro l'angolo c'è lei, la Parigi-Tours.

E stavolta non c'è spazio per ipocondrie, paure, timidezze di sorta: stavolta bisogna vincerla.

Anche perché manca quello che sarebbe stato il favorito principale, Bennati, che alla Vuelta ha mazzolato tre volte Petacchi ma poi si è infortunato, non potendo venire in Francia a scatenare la voglia di riscatto per la mancata convocazione in Nazionale. Quanto agli altri, Freire è uscito dal Mondiale abbattutello nel morale; McEwen non è mai stato un drago nelle grandi classiche, Hushovd pare lontano dai suoi momenti migliori, Boonen non c'è proprio e Zabel (che nel 2003 inflisse al lanciatissimo Alessandro Dinamite un'amara sconfitta) ora è compagno di squadra.

Insomma, nella categoria dei velocisti Petacchi non dovrebbe temere grossi confronti. Rimane tutto il resto del gruppo, da tenere a bada con molta attenzione, perché la Parigi-Tours è una corsa che si presta a colpi di mano e soluzioni a sorpresa (non occorre star qui a fare l'elenco di tutto quel che è successo nelle ultime edizioni, tra fughe infinite e rasoiate da finisseur).

La gara, iniziata a ritmo sostenuto per via di alcune grosse fughe che ne hanno animato la prima parte, ha visto il gruppo perdere pezzi strada facendo: tra un ventaglio e un'accelerazione, un terzo dei contendenti hanno salutato la compagnia quando al traguardo mancava ancora molto. A 140 km dalla fine è partita una fuga di comprimari che rischiava di diventare decisiva: protagonisti, Boucher, Pauwels e il nostro Quinziato, il più forte dei tre, come confermato anche dal fatto che, a 31 dal traguardo, se ne è andato da solo (Pauwels aveva mollato poco prima, Boucher era attaccato con lo spago alla ruota dell'altoatesino) a inseguire una vittoria che ne avrebbe segnato - ovviamente in positivo - la carriera. In quel momento il vantaggio sul gruppo (che ai meno 80 era stato di quasi 8'), era di 3'10", e fino ai 15 km Quinziato ha tenuto anche abbastanza bene, contenendo il ritorno del plotone (che era stato tirato fin lì da Crédit Agricole [Hushovd], Quick Step [steegmans-De Jongh] e Rabobank [Freire]).

Ma le trenate dei Bouygues Telecom hanno sciolto in breve le speranze di Manuel, che all'abbrivio della Côte de l'Epan, a 8 dal traguardo, è stato risucchiato dal gruppo anche con una certa violenza.

In quello stesso momento Gilbert è scattato in testa. Un bel corridore, il belga, a cui però manca ancora un successo importante. Kroon è stato il primo ad accodarsi, ma presto è arrivato anche il sorriso per i tifosi italiani, visto che Pozzato, con uno sforzo non indifferente, si è riportato tutto solo sulla coppia al comando. I tre, esibendo un invidiabile accordo, hanno superato di slancio le altre due salitelle che li separavano dal traguardo, gestendo una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo, da cui erano fuoriusciti Flecha in caccia e Cancellara (compagno di Kroon) in veste di stopper, e poi alle loro calcagna anche Gutiérrez Palacios.

Ma il gruppo non ci stava e, con Milram, Quick Step e Predictor ha impedito che gli attaccanti prendessero il largo. E in effetti il secondo terzetto è stato ripreso a 2 km dalla conclusione, ma a quel punto i battistrada avevano ancora 10", un margine che è rimasto più o meno immutato fino al triangolo rosso dell'ultimo chilometro. Poi, come a volte succede in questo sport, l'egoismo e la non lungimiranza hanno prevalso. E così Gilbert e Kroon, battuti sulla carta da Pozzato, hanno smesso di collaborare. Il vicentino, dal canto suo, non ne ha fatto una malattia, visto che pensava di poter dire la sua eventualmente anche nello sprint generale. E così, col traguardo a un passo, i tre si sono fatti deliberatamente riprendere dal gruppo: piuttosto che fare da damigelle d'onore sul podio, hanno pensato che fosse meglio non rischiare proprio di vincere. Problemi loro.

Nel momento in cui, ai 700 metri, i fuggitivi venivano reinglobati dal plotone, la volata era bella e lanciata. Milram sugli scudi, ovviamente: Zabel, pesce pilota di assoluta garanzia, ha scortato Petacchi fino ai 200 metri, lanciandolo meglio che poteva. E Alessandro non si è fatto pregare, esplodendo la carica delle sue gambe e piazzando una di quelle volate che non ammettono repliche né rimonte.

Ad ogni buon conto, per evitare problemi allo spezzino, McEwen ha pensato bene di farne una delle sue: che Magic abbia urtato col piede alla transenna, o che abbia perso l'aggancio col pedale, o che abbia voluto offrire al pubblico un'inattesa mattana, fatto sta che l'australiano si è praticamente buttato all'interno su Freire, frenandone il prepotente ritorno (che comunque non sarebbe stato sufficiente a togliere il primo posto a Petacchi). Il miracolo è che i due (e De Jongh, che si è trovato sfiorato dalla carambola) siano rimasti in piedi. Mentre l'adrenalina da rischio-caduta congelava il sangue nelle vene dei tre, Francesco Chicchi, da tutt'altra parte della strada, faceva il suo bravo sprint e veniva fuori talmente bene da andare a prendersi un secondo posto che lo riproietta in cima alle griglie di rendimento dei giovani sprinter.

Petacchi, più avanti di una decina di metri, bello e beato, esultava. Proprio come nei giorni migliori... Abbiamo detto giorni migliori?

(cicloweb)

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  • Amministratori

I pagelloni

Petacchi: 10 e lode ha visto che c'era la possibilità di fare la volata e non si è tirato indietro, la sua specialità. Cinico, vince nettamente nonostante parta in anticipo.

Chicchi: 9 approfitta della spallata di Freire con McEwen e lo batte, si aggiudica un ottimo secondo posto. Casualità? Solo il tempo potrà dircelo.

Freire: 7- Un buon terzo posto ma che non corrisponde alle sue aspettative.

De Jong: 8 Un altra sorpresa. Manca il podio di poco ma si piazza davanti a Davis, Mc Ewen, Hushovd, Clerc e Feillu.

Napolitano: 4 Dovrebbe essere tra i velocisti, ma si piazza 40°. Delusione.

Quinziato: 6,5 A lui va il merito di averci messo l'anima in fuga. Crolla nel finale.

Kroon e Gilbert: 3 Non collaborano con Pozzato e perdono giustamente il podio.

Pozzato: 2 Non riesce a convincere gli altri a collaborare dopo una buona fuga e perde una gara già vinta. Probabilmente avrebbe dovuto scattare nel finale.

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  • Amministratori

Classifica Pro-Tour

1 DI LUCA Danilo (ITA) 242

2 EVANS Cadel (AUS) 227

3 CONTADOR VELASCO Alberto (ESP) 191

4 VALVERDE BELMONTE Alejandro (ESP) 190

5 FREIRE GOMEZ Oscar (ESP) 182

6 REBELLIN Davide (ITA) 172

7 MENCHOV Denis (RUS) 172

8 KIRCHEN Kim (LUX) 165

9 KARPETS Vladimir (RUS) 145

10 BALLAN Alessandro (ITA) 135

Squadre

1 Team CSC DEN 372

2 Liquigas ITA 340

3 Caisse d'Epargne ESP 330

4 Ag2r Prevoyance FRA 315 (meno male che i francesi erano scarsi...)

Nazioni

1 Spain 814

2 Italy 784

3 Australia 500

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