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[STORIA CYM06] Se questo è un uomo...


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TAPPA 11 GIRO D'ITALIA

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Oggi era in programma una crono molto paitta adattissima agli specialisti contro il tempo. Vediamo subito come è andata:

Il primo che segna un buon tempo è l'australiano Rogers della T-Mobile. Per lui il Giro non sta andando nel migliore dei modi e la forma non è ancora la migliore:

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Una buona prova arriva anche da Bobby Julich. Alla fine l'americano chiuderà in quinta posizione:

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Il nostro cronoman per eccellenza, Santiago Botero, va peggio del previsto: la forma non è più quella del Romandia e lo si capisce dal 6° posto finale che ottiene:

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E veniamo al gradino più basso del podio: a sorpesa riesce a piazzarsi al 3° posto il Falco Bergmasco Paolo Savoldelli, che, con una grande crono come questa, comincia a nutrire speranze di vittoria:

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Al 2° posto chiude a sorpresa il nostro ingegner Pinotti!!!! Marco macina i 50 km ad un ritmo impressionante e chiude a soli 2" dal vincitore:

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A sorpresa la vittoria va di nuovo a Tom Danielson. Lo statunitense reduce dalla brillante vittoria della 10a tappa, fa sua anche questa cronometro, dimostrando di aver trovato la forma giusta. Per Savoldelli srà utilissimo sulle grandi salite, ma per il momento Tom si gode questa splendida doppietta:

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E veniamo ai big: il primo a partire è il Gibo Simoni. Il campione trentino compie una delle sue solite pessime cronometro e chiude staccato di 5 minuti e 11" da Danielson.

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Subito dopo Simoni è la volta di Damiano Cunego. Il campioncino veneto ha la più grande defaillance di giornata: chiude stremato a 5 minuti e 24" da Tom:

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E' la volta ora del nostro Janez Brajkovic. Lo sloveno è molto bravo su un traciato a lui non proprio favorevole e chiude stccato di 2 minuti esatti al 12°posto:

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L'ultimo a partire è il killer di Spoltore: Danilo non va poi cos' tanto male e chiude a poco più di 4 minuti da Danielson:

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Janez è ancora una volta sfortunato: I suoi sogni rosa si infrangono per soli 12", tanti quanti sono i secondi di distaco che dividono lo sloveno dalla nuova maglia rosa, Paolo Savoldelli:

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Ed ecco i risultati di una crono che è stata dominata dagli outsiders:

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TAPPA 12 GIRO D'ITALIA

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Per passare dalla pianura alle Alpi non c'è niente di meglio di una bella tappa intermedia. La frazione numero 12 infatti è l'ultima prima dell'assalto alpino e presenta un finale gustosissimo che può riservare un grande spettacolo.

Non succede nulla sino all'ascesa che porta al valico Guaitarola. Una salita di 10 km al 6% di media. Dalla vetta ci sono ancora 23 km, prima in falsopiano verso il Bracco e quindi la discesa finale di Sestri Levante dove è posto il traguardo.

Su questa salita sono i Liquigas a dettare il ritmo con Nibali in prima posizione:

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Subito dopo poche centinaia di metri ecco che arriva l'attacco della maglia blu Damiano Cunego, seguito a ruota dalla maglia rosa Savoldelli e da Pietro Caucchioli:

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Janez non mi chiede niente e parte subito al loro inseguimento, convintissimo (forse anche troppo) delle proprie capacità:

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A sorpresa desiste subito dall'attacco la maglia rosa Savoldelli, che si fa sfilare e rientra in gruppo:

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Subito dopo di lui ecco che arriv l'attacco del Killer di spoltore. Di Luca viene subito inquadrato dalle immagini tv, che ci mostrano anche come il nostro Brajkovic sia in netta difficoltà:

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La progressione di Di Luca è impressionante: in un attimo si riporta e lascia subito sul posto la testa della corsa Cauchioli & Cunego:

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E proprio mentre Janez si appresta ad attarversare una crisi ecco che per nostra foruna arriva dalle retrovie Simoni: Janez si incolla alla sua ruota e Gibo porta su Janez ad un gran ritmo:

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Danilo passa quindi sul GPM e si invola verso il traguardo:

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Alle sue spalle arrivano sul GPM Cauchioli e Cunego, mentre Simoni e Brajkovic inseguono a poche decine di metri:

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In discesa Simoni è un funambolo e, sempre con Janez a ruota, si riporta su Cunego e Caucchioli:

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Di Luca nel tratto finale incrementa pesantemente il suo vantaggio e va a vincere tuto solo a braccia alzate:

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La volata per il 2° posto è vinta da Cnego, mentre Janez si deve accontentare del 4° posto:

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Ecco Di Luca esultare sul podio:

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Janez riguadagna la maglia rosa in seguito al ritardo di Savoldelli, ma non posso essere contento per questo: senza Simoni sarebbe andato in crisi e quindi deve mettere la testa a posto e capire che non può strafare in quanto non ha le gmbe per stare con i migliori in salita:

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Ed ecco i risultati di tappa:

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Nella prossima tappa si arriva a La Thuile. Iniziano così le vere salite alpine. Il nostro obietivo è quello di limitare i danni, ceracndo di non strafare ma di andare sempre sù regolare, in modo da evitare crisi irreparabili.

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TAPPA 13 GIRO D'ITALIA

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Dopo due settimane di corsa il Giro d'Italia prende qui il suo primo contatto con le Alpi, da sempre giudice per la conquista della maglia rosa. Dopo aver lasciato la Liguria ci si ritrova ad Alessandria per la partenza di questa tappa numero 13 che anche presentando una sola salita resta una di quelle che possono fare la classifica.

A Morgex, a 17 km e mezzo dall'arrivo, i girini inizieranno a confrontarsi con il San Carlo. E' una salita che non lascia mai respiro, con tanti tornanti, strada piuttosto ampia, sempre con pendenze molto impegnative, prima in mezzo al bosco, poi tra prati e pascoli. Il tratto più duro è dopo circa 3 km con pendenze sul 15%, ma è tutta la salita che fa paura. Non ci sono tratti di recupero e questo rende questa ascesa attaccabile fin dall'inizio per chi ha gamba. Qui si può realmente fare la differenza e segnare dei distacchi già significativi. Pensiamo che sul San Carlo anche i migliori possano selezionarsi in maniera importante: oltretutto dalla vetta mancheranno solo 7 km di planata su La Thuile, una discesa molto breve e con una pendenza del 7,6% che non dovrebbe consentire di ricompattare più di tanto i distacchi accumulati su una salita tanto ostica. Quindi, anche se la tappa presenta una sola scalata, questa è già una frazione che può mettere un segno molto importante sulla conquista del Giro. Niente di definitivo, naturalmente: con tutte le salite che restano nell'ultima settimana e che sono destinate a far accumulare fatiche su fatiche, il trend si può ancora modificare, però sarà vietato sottovalutare questa tappa perchè fatta di una sola salita.

Ma veniamo al racconto!!! Non succede nulla fino all'inizio della salita. Janez è molto concentrato e sa che un minimo errore quest'oggi potrebbe vanificare lo splendido lavoro delle prime 2 settimane. Sulle prime rampe della salita ecco che si scatena il putiferio: il primo ad attaccare, dopo solo 1 km di salita è la maglia blu Damiano Cunego:

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Ala sua ruota si gettano subito tutti gli uomini di classifica: partono Di Luca, Simoni, Caucchioli, Savoldelli, Menchov e Parra:

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Questa volta Janez è molto furbo e decide di slaire molto regolare, aiutato dall'impressionante forcing di santiago Botero, sempre più a suo agio nelle vesti di gregario di Janez:

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Botero riesce a riportare Brajkovic sul gruppetto degli inseguitori, formato da Savoldelli, Caucchioli, Parra e Menchov. Poco più avanti vi è il duo Di Luca-Simoni mentre al comando c'è Damiano Cunego, con qualche decina di metri di vantaggio sui 2 inseguitori.

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Finito il suo lavoro Botero si stacca, mentre Brajkovic aumenta notevolmente il suo ritmo, riuscendo così a staccare gli altri elementi del gruppetto, tra cui un Savoldelli che appare in netta difficoltà:

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Nel frattempo davanti Simoni e Di Luca non riescono a rientrare su Cunego, riamnendo sempre una cinquantina di metri più indietro:

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nel frattempo il ritmo degli uomini al comando cala parecchio, permettendo a Janez di recuperare metri su metri:

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Con un prodigioso scatto (che gli prosciuga tutte le energie riamaste) Janez si riporta sul duo Di Luca-Simoni in vista del GPM vinto da Damiano Cunego

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Cunego si invola giù per la discesa e va a cogliere un altro successo!!!!!!!

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Janez è esausto, e, appena inizia la volata per il 2° posto, si stacca inesorabilmente:

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Di Luca ottiene l'abbuono dei 12", mentre Janez arriva staccato di una ventina di secondi dai due:

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Cunego sale sul podio felcissimo per la vittoria ritrovata:

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Janez riesce a conservare la maglia rosa con 18" su Di Luca. Cunego è a quasi 4 minuti:

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Ecco i risultati di tappa:

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TAPPA 14 GIRO D'ITALIA

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Lo scenario è anche oggi quello delle Alpi, ma con prospettive tecniche molto diverse rispetto alla tappa di ieri. Questa terza domenica di gare scopre un percorso con due salite molto lunghe e dai nomi importanti (non solo ciclisticamente) come Gran San Bernardo e Sempione, ma difficilmente vedremo qui sfidarsi i nomi più importanti della classifica. L'andamento potrebbe favorire una fuga da lontano di uomini lontani nella generale e la salita al Sempione dista quasi 50 km dall'arrivo di Domodossola. A Briga inizia la seconda scalata della tappa, il Sempione. E' una salita lunghissima, 20 km, con le pendenze più impegnative tra il 4° ed il 7° km, quando le rampe si attestano sul 10%. Più avanti invece la strada è più pedalabile con una pendenza media che resta sul 6,6%. Dallo scollinamento mancano ancora una cinquantina di km all'arrivo, tutta discesa e pianura che ci porta fino all'arrivo di Domodossola.

Ma ecco come sono andate le cose:

Ancora un'altra tappa, priva di fughe. Tutto fila liscio come l'olio sino alle prime rampe del Sempione. Qaulche uomo fuori classifica prova l'impresa, ma vengono tutti riassorbiti sino a quando, a 5 km dalla vetta, partono Gilberto Simoni e Franco Pellizzotti:

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Janez ha ancora tutte le energie a disposizione, e, vedendo che i 2 davanti non salgono a grande andatura, ma il gruppo non forza per riprenderli, decide di allungare per riportarsi sotto. Damiano Cunego non gli concede neanche un metro e i 2 si gettano all'inseguimento (con un ritmo piuttosto basso ma efficace): al GPM mancano 2 km:

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Subito scattano dal gruppo gli altri big: si tratta di Di Luca, Savoldelli e Menchov, che provano a riportarsi sotto alla maglia rosa:

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Ma ormai è troppo tardi: Janez e Cunego raggiungono Simoni e Pellizzotti e passano per primi sul GPM, mentre il terzetto al loro inseguimento non ce la fa per pochissimi secondi a rientare e incredibilmente desiste dall'inseguimento, proseguendo di buon passo, ma non forzando per rientrare:

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Mentre tutti si aspettano l'attacco di Simoni in discesa, ecco che nel tratto in pianura arriva il forcing di Damiano Cunego, che spiazza un po' tutti lasciando di sasso Brajkovic e soci:

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Il suo è un attacco da perfetto finisseur: Damiano guadagna metri su metri sugli inseguitori, dimostrando di avere mezzi tecnici incredibili:

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Cunego centra il suo secondo successo consecutivo con un'azione che nulla ha a che vedere con le sue caratteristiche di scalatore: è lui il favorito ora per la vittoria finale:

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I 12 secondi di bonus sono vinti da Simoni, mentre Janez ottiene l'ennesimo quarto posto:

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Ecco come cambia la classifica generale, con Cunego sempre più vicino: ora è a 3 minuti:

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Ed ecco i risultati di tappa:

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Oggi è stata davvero una tappa dai contenuti tecnici molto bassi: in salita ci si aspettava qualcosa di più, mentre tra i protagonisti ci sono stati 2 scalatori non certo eccezzionali come Brajkovic e Pellizzotti.

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TAPPA 16 GIRO D'ITALIA

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Prima di partire per la frazione numero 16 del Giro d'Italia bisogna prendere un bel po' di fiato. Sì, perchè da qui a Milano sarà un'interminabile sequenza di salite, tra le più dure del mondo, pronta a dare sentenze durissime.

La prima ascesa della tappa ci porta a Lodrino, una salita facile che può dare il largo a qualche iniziativa di corridori fuori classifica. La vera salita è però l'ultima asperità di giornata, la salita del Bondone. La salita ha la sua difficoltà maggiore nella lunghezza, quasi 20 km, mentre le pendenze sono costanti, quasi sempre tra il 6 e il 9% con una media di poco superiore al 7%. Il gruppo vi arriverà ancora foltissimo e quindi con gli uomini di classifica ancora forti di qualche uomo da far lavorare nei primi km. E' probabile quindi che nella prima metà della salita si salga a forte andatura con selezione da dietro e poi, verso metà, intorno alla zona di Candriai, che presenta delle pendenze abbastanza regolarmente sull'8-9%, si comincino a scatenare i Simoni, i Di Luca, i Cunego e quant'altri. A Candriai mancheranno ancora ben 10 km di salita costante per arrivare ai 1654 metri della vetta del Bondone, con tutto il tempo per fare selezione e distacchi. Ci aspettiamo un grande spettacolo da questa ascesa, che darà il primo colpo determinante di quest'ultima settimana d'inferno. Chi andrà in difficoltà qui, infatti, avrà ben poche possibilità, vista la sequenza incombente di salite dei giorni successivi, di recuperare le energie: più che con i distacchi, che potrebbero essere comunque importanti, si dovrà allora fare i conti con il trend che a questo punto sarà difficilmente invertibile.

Sull'ascesa veso Lodrino partono 2 uomini molto forti, ma ormai fuopri classifica, ovvero

Rasmussen della Rabobank e Valjavec della Lampre. I 2 accumulano minuti su minuti e,

quando sia arriva ai piè del Bondone, sembra ormai sicuro che saranno loro 2 a giocarsi

la vittoria di tappa:

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Si arriva così sul Bondone. La giornata è calda e afosa, i corridori soffrono la sete in modo

incredibile, alcuni corridori si ritirano. All'inizio della salita, sconvolgendo ogni previsione

della vigilia, arriva subito l'attacco di Damiano Cunego. La sua è una stoccata micidiale,

che mette subito in grandi dificoltà i suoi avversari:

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I capitani si guardano negli occhi e sembrano chiedersi "Che si fa?". A rispondere subito

ci pensa Savoldelli che con un attacco prodigioso si getta subito all'inseguimento, trascinandosi

dietro anche Cuacchioli e Simoni:

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Janez non vuole strafare e decide di salire su molto regolare ad un ritmo molto forte

che gli permette di staccare gli altri membri del gruppo:

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All'inseguimento di Rasmussen & Valjavec si forma un quartetto composto da Cunego,

Simoni, Savoldelli e Caucchioli. I 4 non sembrano però voler fare davvero selezione e

salgono ad un ritmo piuttosto basso:

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Alle loro spalle intanto Janez viene ripreso dagli altri uomini del gruppo, ma rimane

comunque in testa a tirare e si avvicina radicalmente ai 4 davanti:

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Janez aumenta ancora notevolmente il suo ritmo e riesce a riportarsi sui 4, cosa che

riesce anche a Danilo Di Luca: Janez c'è e può ancora giocarsela per il 3° posto di tappa:

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Davanti nel frattempo lo sloveno Valjavec stacca inredibilmente con una gran accelerata

Rasmussen, e si avvia tutto solo verso il traguardo:

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Dietro di loro però Janez paga l'impegno profuso per rientrare sul gruppo Cunego ed

entra in crisi nera: per fortuna però che manca meno di un kilometro all'arrivo: cerchiamo

quindi di limitare i danni!

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Valjavec va a vincere tutto solo davanti a Rasmussen e conferma la superiorità della Lampre:

per loro una serie incredibile di vittorie tra Napolitano, Cunego e Tadej:

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Il gruppo Cunego, regolato dallo stesso Damiano, arriva a poco più di 3 minuti di ritardo:

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Stremato giunge al traguardo anche il nostro Janez, che conclude a 4 minuti e 20" di ritardo:

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Ancora un cambio al vertice: la nuova maglia rosa è ora sulle spalle di Danilo Di Luca,

che comanda con 16" di vantaggio su Janez:

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Ecco i risultati di tappa:

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PRESENTAZIONE TAPPA 17 GIRO D'ITALIA

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Siamo ad uno degli appuntamenti più attesi di tutto il Giro. Reduci dal Bondone ci volgiamo ora all'Alto Adige per una tappa di breve chilometraggio (133 km) ma dura e spettacolare. E' infatti la frazione dello sterrato, che dopo il successo clamoroso del Finestre sembra poter trovare uno spazio se non fisso comunque riproponibile con una certa frequenza. Stavolta però, rispetto alla tappa piemontese dell'anno scorso, il tratto sterrato sarà all'arrivo e con pendenze più aggressive, ai limiti dell'umano. Ci si aspetta quindi uno spettacolo unico, mai visto nel ciclismo moderno.

Dopo circa 65 km inizia il Passo delle Erbe.

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E' una salita lunghissima ma, nella seconda parte, discontinua. I primi 16 km sono comunque abbastanza impegnativi, con una media del 7%, poi la salita si fa più facile, con tratti anche in discesa. Visto quello che ci aspetta nel finale è difficile che su questa salita qualcuno dei favoriti si muova.

Dai 1987 metri del Passo delle Erbe si scende nella verdissima Val Badia fino a Longega per cominciare la scalata decisiva, quella del Passo Furcia, che è la porta verso la Val Pusteria, che si prolunga nello sterrato di Plan de Corones. E' la salita sulla quale due anni fa Damiano Cunego si involò approfittando anche della forza della sua Saeco verso la vittoria di Falzes, decisiva per la conquista della maglia rosa finale.

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I primi 7 km dopo Longega sono piuttosto semplici, quindi la strada si fa più stretta e procede con strappi durissimi fin sul 14%. Ad 8-9 km dall'arrivo pensiamo ci possa già essere una nettissima selezione con i più forti ormai da soli.

E' però negli ultimi 5,3 km che si concentrano attese, paure e speranze: da qui la strada è sterrata e con pendenze da capogiro. I primi 3 km di fondo bianco hanno una media superiore all'11% e tratti al 14%, poi un breve intermezzo di recupero e un'ultima arrampicata da brivido di circa 1 km al 13,3% con un tornante spaccagambe al 24%. E' facile prevedere che qui anche i più forti arriveranno ad uno ad uno e che i distacchi potrebbero essere importanti, essendo anche alla fase finale del Giro, con già tante salite nelle gambe

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E' quindi uno degli appuntamenti chiave della corsa, sicuramente il più atteso dagli appassionati che aspettano di vedere cosa voglia dire un arrivo con queste caratteristiche di pendenze e fondo, sul quale nessuno ha realmente idea di cosa possa avvenire. Il fondo stradale tra l'altro sarà una novità assoluta: una cosa diversa rispetto a quello, già buono, del Finestre, che dovrebbe garantire una tenuta assoluta anche nel tempo e quindi essere utilizzato per altre strade bianche.

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GIRO D'ITALIA

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Oggi non ci sono santi che tengono, oggi Janez deve dimostrare di essere un ciclista

vero e non una semplice promessa. Molti l'hanno definita la tappa più dura mai vista

ad un Giro... Quel che è certo è che oggi solo i più forti potranno dire la loro e scrivere

il proprio nome su una delle pagine più belle del ciclismo moderno. Ci presentiamo

quindi al via con la consapevolezza che oggi sarà la giornata decisiva per questo Giro.

La tappa scorre via tranquilla sino la kilometro 65, quando inizia il Passo delle Erbe: sui

primi km d'ascesa sono i Lampre a fare l'andatura insieme agli uomini di Di Luca:

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Dopo pochi tornanti cominciano a partire una serie infinita di atleti ormai fuori classifica.

Il gruppo lascia quindi fare consapevole delle difficoltà che dovranno ancora venire.

I 3 fuggitivi al comando della corsa sono 3 uomini di un certo spessore: Joseba Beloki

dell'Astana, Bertagnolli della Cofidis e Honchar della T-Mobile. I 3 salgono di gran passo

e guadagnano secondi su secondi

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A 4 kilometri dal GPM succede l'imprevedibile: quando mancano ancora 40 km all'arrivo

parte uno dei grandi big: si tratta di Gilberto Simoni in maglia verde di miglior scalatore,

che lascia sul posto i suoi avversari increduli:

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In gruppo scoppia la bagarre: dopo una serie di incredibile di scatti e contro scatti, si

forma un gruppetto alle spalle di Simoni, tra i quali purtroppo non c'è il nostro Brajkovic:

sono Cunego, Beltran, Fothen, Caucchioli e Kloden, che, dopo aver tagliato il GPM

(Vinto da Honchar) si involano giù per la discesa che porta al Furcia:

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Alle loro spalle fortunatamente avviene l'accordo tra i vari team: a tirare ci si mettono

Rabobank, Liquigas e naturalmente noi della Kelme, con Pinotti e Botero su tutti:

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Ai piedi del Furcia la situazione è questa: Honchar in discesa ha staccato Bertagnolli e

Kloden, che inseguono a 50". Alle loro spalle, a 1 minuto e 30 da Honchar vi è Simoni,

seguito dal gruppo Cunego a circa un minuto e mezzo. Tra i 2 vi è Julich, reduce da

un tentativo di fuga non andato in porto. Il gruppo è a 1 minuto dal gruppetto Cunego:

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Sui primi tornanti del Furcia sono i Liquigas a tirare per la maglia rosa Di Luca, con Cioni

che svolge un lavoro eccezionale che consente al gruppo di recuperare secondi preziosi:

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In testa Simoni riprende e stacca Bertagnolli e Beloki e in un attimo si riporta anche

sulla testa della corsa, l'ucraino Honchar, staccandolo quasi subito dimostrando di

essere in una forma strepitosa

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Poco più dietro arriva lo scatto della maglia ciclamino Damiano Cunego, che recupera

e passa a velocità doppia tutti i fuggitivi di giornata ponendosi subito alle spalle di Simoni:

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