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Aspettando il Giro


-Gigilasegaperenne-

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CRITICHE

Ancora una volta, come avevamo previsto, gli ascolti del ciclismo in televisione sono stati molto bassi. La presentazione del Giro d’Italia, in onda su Rai Tre dalle 17 alle 18, ha totalizzato 516.000 spettatori con uno share del 4,66%. L’anno scorso la presentazione del Giro fu il programma meno visto del pomeriggio e quest’anno sono riusciti a fare addirittura peggio, perdendo, rispetto all’anno scorso, 65.000 spettatori e l’1,26 % di share.

Per avere un ordine di grandezza, paragoniamo l’ascolto della presentazione del Giro d’Italia con quello ottenuto dal telefilm Perry Mason, in onda su Rete Quattro, 1.175.000 con uno share del 9,54 % e da Superman IV, in onda su Italia Uno, 1.458.000 con uno share del 9,43 %. TvTalk, programma di RaiEdu, in onda su Rai Tre poco prima della trasmissione sul Giro d’Italia, ha raggiunto 1.014.000 con uno share del 7,25 %.

Dimostrato con i numeri l’ennesimo flop del ciclismo targato RAI, non ci stupiamo più di nulla se non della manifesta ottusità creativa dei vertici di Rai Sport che dimostrano di non riuscire a vedere più in là del loro naso. Auro Bulbarelli, soporifero da commentatore, non ha abbandonato questa sua caratteristica ed ha proposto, in qualità di coordinatore, un programma d’altri tempi. La televisione del 2010 propone scenografie dai colori sgargianti, per questa presentazione si è scelto il nero, da molto tempo in televisione non si vedeva una scenografia così brutta. Stendiamo un velo pietoso sul look di Alessandra De Stefano, sempre peggio nel ruolo di conduttrice, soporifera e mai attenta alle dinamiche dello show, quando riuscirà ad abbandonare l’auricolare con il quale viene telecomandata sarà già un grande successo. A proposito, per il futuro, proponiamo una colletta per acquistarle una cartelletta come ogni presentatore serio. Un’altra “bulbarellica” creatura è Beppe Conti, ottimo giornalista, ma che con il suo “bianco e nero” non può sperare di alzare gli ascolti, o, quanto meno. interessare al pubblico di una trasmissione del 2010. Gli opinionisti sono stati tutti incolori, dai corridori, sempre scontati, agli opinionisti tecnici. Forse qualcuno ieri ha capito perché i corridori non vengono mai intervistati in trasmissioni extraciclistiche. Nessuno di loro ha dato uno spunto interessante che andasse oltre a “E’ un Giro bellissimo”. Nell’unico momento in cui si sarebbe potuto accendere qualcosa, Alessandra De Stefano ha subito fatto da pompiere spegnendo la sottile fiammella che aveva acceso Silvio Martinello provocando i corridori, in particolare i velocisti. Questa presentazione ci è sembrata più autocelebrativa che mai, con l’intervento del Direttore di RaiSport De Paoli, con il discorso del Direttore de “La Gazzetta dello Sport”, con la solita presentazione di Zomegnan e per finire con il servizio promozionale su RaiTrade.

Anche i mezzi tecnici hanno lasciato a desiderare, dal momento che per quasi metà trasmissione l’audio ha funzionato a singhiozzo, rendendo praticamente incomprensibile buona parte dell’analisi delle tappe di Francesco Pancani e Angelo Zomegnan.

L’anno scorso ci chiedemmo se gli autori di questa trasmissione seguano con regolarità la televisione, quest’anno potremmo farci nuovamente la stessa domanda e darci anche la stessa risposta. A noi, e forse a tanti altri, sarebbe piaciuto uno show, come avveniva qualche anno fa, con stacchi musicali, colori, ritmo, e po’ di verve da parte degli opinionisti. Una delle regole fondamentali della televisione contemporanea è quella di ospitare persone che sostengono tesi contrapposte, in modo tale che lo spettatore possa riconoscersi in una delle due parti e di seguire così con maggiore interesse il programma.

In questo caso sia gli opinionisti sia i corridori erano concordi nel dire che “E’ un Giro bellissimo”, perché seguire, o perché fare, un programma televisivo in cui tutti sono concordi su un’unica tesi ?

Questi sono i misteri della RAI, se questo è il ciclismo in Tv, comprendiamo sempre di più perché a Mediaset il Ciclismo, neppure il Giro d’Italia, non interessa, così come a Sky. Queste due emittenti devono produrre utili attraverso le trasmissioni e così non possono permettersi il lusso di avere una trasmissione in diretta e in esterna che non raggiunge neppure l’audience di Perry Mason o Superman IV.

Il ciclismo è uno sport in difficoltà, a causa dei suoi mali, ma dalla televisione di stato è arrivato fino ad ora solo un salvagente, utile a non affogare, ma inadatto a metterlo in salvo. Fino a che il ciclismo non la smetterà di trasformare ogni flop in un successo, non potrà mai migliorarsi e non potrà capire cosa vuole il pubblico.

Uno sport, come un’emittente televisiva, che non sa andare verso il pubblico è uno sport morto.

Fonte: Ciclismo-online.it

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Beh comunque secondo me hanno ragione..

Almeno relativamente all'audio e a Beppe Conti.

Vabbé l'audio si, però non si può criticare Beppe Conti, se critica Beppe Conti vuol dire che di ciclismo non capisce una mazza, solo per farvi capire che i Belgi e i Francesi ce lo invidiano ed un piripicchio qualunque che scrive su un sito che tra l'altro ha poco successo si mette a criticare lui e tutta la RAI.

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Beppe Conti è essenziale per i discorsi, inoltre è una presenza importante perchè ne capisce di ciclismo e si fa capire, anche se a dire il vero in questo Tour non perdeva occasione per lanciare frecciatine ad Armstrong...

Comunque, in effetti, il servizio era scadente, su questo non ci possiamo nascondere. La cosa che mi ha dato fastidio è stata l'assenza delle altimetrie: continuavano a far passare le planimetrie che ti possono far vedere fino ad un certo punto.

Poi, per lo scarso share, è normale: molti seguono il ciclismo per caso, perchè accendono la tv e c'è: moltissimi italiani di certo non sapevano neanche che ci fosse la presentazione e quelli che lo seguivano per me sapevano bene che c'era.

Devo dire che comunque mi ha deluso, il segnale audio è stato veramente pessimo e poi vedere Cassani relegato lì invece di essere vicino a Zomegnan a spiegare le tappe mi ha dato fastidio.

Tra l'altro dove sono finiti i servizi di Cassani?

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E poi dai non è che puoi guardare l'audience di una presentazione il sabato pomeriggio..

La tappa dello Zoncolan, l'anno scorso, l'hanno vista milioni di spettatori in tutto il mondo. Poi adesso lamentarti di Bulbasaur :lol: e della De Stefano ci sta ma non giudicare Beppe Conti: uno dei più grandi esperti di ciclismo nel mondo :roll:

A me però mancava Sgarbozza, l'unico in grado di aprire polemiche che danno un pò di gusto in più.

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Vabbé l'audio si, però non si può criticare Beppe Conti, se critica Beppe Conti vuol dire che di ciclismo non capisce una mazza, solo per farvi capire che i Belgi e i Francesi ce lo invidiano ed un piripicchio qualunque che scrive su un sito che tra l'altro ha poco successo si mette a criticare lui e tutta la RAI.
Non si può criticare Beppe Conti per il fatto che la storia è quella e non si può modificare, certo che quando si mette a discutere della gara in corso mi verrebbe voglia di irrompere negli studi Rai con una 9mm.

Io non mi lamento di Beppe Conti, ma del ruolo che ha.

Non penso che interessi a molti, poi magari mi sbaglio, vedere gare dal passato strapassato in bianco e nero..

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E poi dai non è che puoi guardare l'audience di una presentazione il sabato pomeriggio..

La tappa dello Zoncolan, l'anno scorso, l'hanno vista milioni di spettatori in tutto il mondo. Poi adesso lamentarti di Bulbasaur :lol: e della De Stefano ci sta ma non giudicare Beppe Conti: uno dei più grandi esperti di ciclismo nel mondo :roll:

A me però mancava Sgarbozza, l'unico in grado di aprire polemiche che danno un pò di gusto in più.

Beppe Conti uno dei più grandi esperti di ciclismo nel mondo? :dubbio:

Beppe Conti, se non ci fosse wikipedia, sarebbe finito :lol:

Che poi non credere che sappia tutte quelle cose, sa già i video che mandano e quindi si studia la particina da dire prima della messa in onda :lol:

Però, è abbastanza bravo, quello sì, e non si merita quelle critiche

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Beppe Conti uno dei più grandi esperti di ciclismo nel mondo? :dubbio:

Beppe Conti, se non ci fosse wikipedia, sarebbe finito :lol:

Che poi non credere che sappia tutte quelle cose, sa già i video che mandano e quindi si studia la particina da dire prima della messa in onda :lol:

Però, è abbastanza bravo, quello sì, e non si merita quelle critiche

Vabbé dai ti giustifico solo perché sei giovane e parecchie cose non le capisci

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CRITICHE

Ancora una volta, come avevamo previsto, gli ascolti del ciclismo in televisione sono stati molto bassi. La presentazione del Giro d’Italia, in onda su Rai Tre dalle 17 alle 18, ha totalizzato 516.000 spettatori con uno share del 4,66%. L’anno scorso la presentazione del Giro fu il programma meno visto del pomeriggio e quest’anno sono riusciti a fare addirittura peggio, perdendo, rispetto all’anno scorso, 65.000 spettatori e l’1,26 % di share.

Per avere un ordine di grandezza, paragoniamo l’ascolto della presentazione del Giro d’Italia con quello ottenuto dal telefilm Perry Mason, in onda su Rete Quattro, 1.175.000 con uno share del 9,54 % e da Superman IV, in onda su Italia Uno, 1.458.000 con uno share del 9,43 %. TvTalk, programma di RaiEdu, in onda su Rai Tre poco prima della trasmissione sul Giro d’Italia, ha raggiunto 1.014.000 con uno share del 7,25 %.

Dimostrato con i numeri l’ennesimo flop del ciclismo targato RAI, non ci stupiamo più di nulla se non della manifesta ottusità creativa dei vertici di Rai Sport che dimostrano di non riuscire a vedere più in là del loro naso. Auro Bulbarelli, soporifero da commentatore, non ha abbandonato questa sua caratteristica ed ha proposto, in qualità di coordinatore, un programma d’altri tempi. La televisione del 2010 propone scenografie dai colori sgargianti, per questa presentazione si è scelto il nero, da molto tempo in televisione non si vedeva una scenografia così brutta. Stendiamo un velo pietoso sul look di Alessandra De Stefano, sempre peggio nel ruolo di conduttrice, soporifera e mai attenta alle dinamiche dello show, quando riuscirà ad abbandonare l’auricolare con il quale viene telecomandata sarà già un grande successo. A proposito, per il futuro, proponiamo una colletta per acquistarle una cartelletta come ogni presentatore serio. Un’altra “bulbarellica” creatura è Beppe Conti, ottimo giornalista, ma che con il suo “bianco e nero” non può sperare di alzare gli ascolti, o, quanto meno. interessare al pubblico di una trasmissione del 2010. Gli opinionisti sono stati tutti incolori, dai corridori, sempre scontati, agli opinionisti tecnici. Forse qualcuno ieri ha capito perché i corridori non vengono mai intervistati in trasmissioni extraciclistiche. Nessuno di loro ha dato uno spunto interessante che andasse oltre a “E’ un Giro bellissimo”. Nell’unico momento in cui si sarebbe potuto accendere qualcosa, Alessandra De Stefano ha subito fatto da pompiere spegnendo la sottile fiammella che aveva acceso Silvio Martinello provocando i corridori, in particolare i velocisti. Questa presentazione ci è sembrata più autocelebrativa che mai, con l’intervento del Direttore di RaiSport De Paoli, con il discorso del Direttore de “La Gazzetta dello Sport”, con la solita presentazione di Zomegnan e per finire con il servizio promozionale su RaiTrade.

Anche i mezzi tecnici hanno lasciato a desiderare, dal momento che per quasi metà trasmissione l’audio ha funzionato a singhiozzo, rendendo praticamente incomprensibile buona parte dell’analisi delle tappe di Francesco Pancani e Angelo Zomegnan.

L’anno scorso ci chiedemmo se gli autori di questa trasmissione seguano con regolarità la televisione, quest’anno potremmo farci nuovamente la stessa domanda e darci anche la stessa risposta. A noi, e forse a tanti altri, sarebbe piaciuto uno show, come avveniva qualche anno fa, con stacchi musicali, colori, ritmo, e po’ di verve da parte degli opinionisti. Una delle regole fondamentali della televisione contemporanea è quella di ospitare persone che sostengono tesi contrapposte, in modo tale che lo spettatore possa riconoscersi in una delle due parti e di seguire così con maggiore interesse il programma.

In questo caso sia gli opinionisti sia i corridori erano concordi nel dire che “E’ un Giro bellissimo”, perché seguire, o perché fare, un programma televisivo in cui tutti sono concordi su un’unica tesi ?

Questi sono i misteri della RAI, se questo è il ciclismo in Tv, comprendiamo sempre di più perché a Mediaset il Ciclismo, neppure il Giro d’Italia, non interessa, così come a Sky. Queste due emittenti devono produrre utili attraverso le trasmissioni e così non possono permettersi il lusso di avere una trasmissione in diretta e in esterna che non raggiunge neppure l’audience di Perry Mason o Superman IV.

Il ciclismo è uno sport in difficoltà, a causa dei suoi mali, ma dalla televisione di stato è arrivato fino ad ora solo un salvagente, utile a non affogare, ma inadatto a metterlo in salvo. Fino a che il ciclismo non la smetterà di trasformare ogni flop in un successo, non potrà mai migliorarsi e non potrà capire cosa vuole il pubblico.

Uno sport, come un’emittente televisiva, che non sa andare verso il pubblico è uno sport morto.

Fonte: Ciclismo-online.it

ma chi è che scrive questi articoli? è sempre quello che ha criticato il processo alla tappa per le scenografie e il registra del Giro?

sabato pomeriggio alle 5 la gente esce di casa e va in giro dopo una settimana di lavoro,il Giro 2010 è stato uno dei giri più seguiti,lo Zoncolan ha sbancato,in tutta europa la rai è l'unica emittente pubblica che trasmette un sacco di eventi sportivi negli altri paesi paghi invece; è normale che fino a quando la rai è pubblica non gli si potrà chiedere di più

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Beppe Conti uno dei più grandi esperti di ciclismo nel mondo? :dubbio:

Beppe Conti, se non ci fosse wikipedia, sarebbe finito :lol:

Che poi non credere che sappia tutte quelle cose, sa già i video che mandano e quindi si studia la particina da dire prima della messa in onda :lol:

Per una volta ti do pienamente ragione...

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CRITICHE

Ancora una volta, come avevamo previsto, gli ascolti del ciclismo in televisione sono stati molto bassi. La presentazione del Giro d’Italia, in onda su Rai Tre dalle 17 alle 18, ha totalizzato 516.000 spettatori con uno share del 4,66%. L’anno scorso la presentazione del Giro fu il programma meno visto del pomeriggio e quest’anno sono riusciti a fare addirittura peggio, perdendo, rispetto all’anno scorso, 65.000 spettatori e l’1,26 % di share.

Per avere un ordine di grandezza, paragoniamo l’ascolto della presentazione del Giro d’Italia con quello ottenuto dal telefilm Perry Mason, in onda su Rete Quattro, 1.175.000 con uno share del 9,54 % e da Superman IV, in onda su Italia Uno, 1.458.000 con uno share del 9,43 %. TvTalk, programma di RaiEdu, in onda su Rai Tre poco prima della trasmissione sul Giro d’Italia, ha raggiunto 1.014.000 con uno share del 7,25 %.

Dimostrato con i numeri l’ennesimo flop del ciclismo targato RAI, non ci stupiamo più di nulla se non della manifesta ottusità creativa dei vertici di Rai Sport che dimostrano di non riuscire a vedere più in là del loro naso. Auro Bulbarelli, soporifero da commentatore, non ha abbandonato questa sua caratteristica ed ha proposto, in qualità di coordinatore, un programma d’altri tempi. La televisione del 2010 propone scenografie dai colori sgargianti, per questa presentazione si è scelto il nero, da molto tempo in televisione non si vedeva una scenografia così brutta. Stendiamo un velo pietoso sul look di Alessandra De Stefano, sempre peggio nel ruolo di conduttrice, soporifera e mai attenta alle dinamiche dello show, quando riuscirà ad abbandonare l’auricolare con il quale viene telecomandata sarà già un grande successo. A proposito, per il futuro, proponiamo una colletta per acquistarle una cartelletta come ogni presentatore serio. Un’altra “bulbarellica” creatura è Beppe Conti, ottimo giornalista, ma che con il suo “bianco e nero” non può sperare di alzare gli ascolti, o, quanto meno. interessare al pubblico di una trasmissione del 2010. Gli opinionisti sono stati tutti incolori, dai corridori, sempre scontati, agli opinionisti tecnici. Forse qualcuno ieri ha capito perché i corridori non vengono mai intervistati in trasmissioni extraciclistiche. Nessuno di loro ha dato uno spunto interessante che andasse oltre a “E’ un Giro bellissimo”. Nell’unico momento in cui si sarebbe potuto accendere qualcosa, Alessandra De Stefano ha subito fatto da pompiere spegnendo la sottile fiammella che aveva acceso Silvio Martinello provocando i corridori, in particolare i velocisti. Questa presentazione ci è sembrata più autocelebrativa che mai, con l’intervento del Direttore di RaiSport De Paoli, con il discorso del Direttore de “La Gazzetta dello Sport”, con la solita presentazione di Zomegnan e per finire con il servizio promozionale su RaiTrade.

Anche i mezzi tecnici hanno lasciato a desiderare, dal momento che per quasi metà trasmissione l’audio ha funzionato a singhiozzo, rendendo praticamente incomprensibile buona parte dell’analisi delle tappe di Francesco Pancani e Angelo Zomegnan.

L’anno scorso ci chiedemmo se gli autori di questa trasmissione seguano con regolarità la televisione, quest’anno potremmo farci nuovamente la stessa domanda e darci anche la stessa risposta. A noi, e forse a tanti altri, sarebbe piaciuto uno show, come avveniva qualche anno fa, con stacchi musicali, colori, ritmo, e po’ di verve da parte degli opinionisti. Una delle regole fondamentali della televisione contemporanea è quella di ospitare persone che sostengono tesi contrapposte, in modo tale che lo spettatore possa riconoscersi in una delle due parti e di seguire così con maggiore interesse il programma.

In questo caso sia gli opinionisti sia i corridori erano concordi nel dire che “E’ un Giro bellissimo”, perché seguire, o perché fare, un programma televisivo in cui tutti sono concordi su un’unica tesi ?

Questi sono i misteri della RAI, se questo è il ciclismo in Tv, comprendiamo sempre di più perché a Mediaset il Ciclismo, neppure il Giro d’Italia, non interessa, così come a Sky. Queste due emittenti devono produrre utili attraverso le trasmissioni e così non possono permettersi il lusso di avere una trasmissione in diretta e in esterna che non raggiunge neppure l’audience di Perry Mason o Superman IV.

Il ciclismo è uno sport in difficoltà, a causa dei suoi mali, ma dalla televisione di stato è arrivato fino ad ora solo un salvagente, utile a non affogare, ma inadatto a metterlo in salvo. Fino a che il ciclismo non la smetterà di trasformare ogni flop in un successo, non potrà mai migliorarsi e non potrà capire cosa vuole il pubblico.

Uno sport, come un’emittente televisiva, che non sa andare verso il pubblico è uno sport morto.

Fonte: Ciclismo-online.it

Questi, lasciatemelo dire, sono veramente dei cani.

Grazie al cazzo hanno fatto pochi ascolti, non andava l'audio, anch'io che sono un appassionato stavo per spengere stizzito. Non è una giustificazione (comunque è colpa loro) però un'attenuante sì, e hanno perso solo 65 mila spettatori in fondo, sembra il finimondo.

Tutto si può dire di Bulbarelli tranne che sia soporifero. Incompetente, inappropriato, ma soporifero proprio no.

Si parla di Beppe Conti come se ogni 5 minuti ci fosse 1 minuto di bianco e nero, invece mi pare che in ogni tappa faccia vedere uno o due spezzoni di imprese epiche del passato. Aldilà del fatto che un programma sportivo non deve rivolgersi a chi a

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Ancora una volta, come avevamo previsto, gli ascolti del ciclismo in televisione sono stati molto bassi. La presentazione del Giro d’Italia, in onda su Rai Tre dalle 17 alle 18, ha totalizzato 516.000 spettatori con uno share del 4,66%. L’anno scorso la presentazione del Giro fu il programma meno visto del pomeriggio e quest’anno sono riusciti a fare addirittura peggio, perdendo, rispetto all’anno scorso, 65.000 spettatori e l’1,26 % di share.

Per avere un ordine di grandezza, paragoniamo l’ascolto della presentazione del Giro d’Italia con quello ottenuto dal telefilm Perry Mason, in onda su Rete Quattro, 1.175.000 con uno share del 9,54 % e da Superman IV, in onda su Italia Uno, 1.458.000 con uno share del 9,43 %. TvTalk, programma di RaiEdu, in onda su Rai Tre poco prima della trasmissione sul Giro d’Italia, ha raggiunto 1.014.000 con uno share del 7,25 %.

Dimostrato con i numeri l’ennesimo flop del ciclismo targato RAI, non ci stupiamo più di nulla se non della manifesta ottusità creativa dei vertici di Rai Sport che dimostrano di non riuscire a vedere più in là del loro naso. Auro Bulbarelli, soporifero da commentatore, non ha abbandonato questa sua caratteristica ed ha proposto, in qualità di coordinatore, un programma d’altri tempi. La televisione del 2010 propone scenografie dai colori sgargianti, per questa presentazione si è scelto il nero, da molto tempo in televisione non si vedeva una scenografia così brutta. Stendiamo un velo pietoso sul look di Alessandra De Stefano, sempre peggio nel ruolo di conduttrice, soporifera e mai attenta alle dinamiche dello show, quando riuscirà ad abbandonare l’auricolare con il quale viene telecomandata sarà già un grande successo. A proposito, per il futuro, proponiamo una colletta per acquistarle una cartelletta come ogni presentatore serio. Un’altra “bulbarellica” creatura è Beppe Conti, ottimo giornalista, ma che con il suo “bianco e nero” non può sperare di alzare gli ascolti, o, quanto meno. interessare al pubblico di una trasmissione del 2010. Gli opinionisti sono stati tutti incolori, dai corridori, sempre scontati, agli opinionisti tecnici. Forse qualcuno ieri ha capito perché i corridori non vengono mai intervistati in trasmissioni extraciclistiche. Nessuno di loro ha dato uno spunto interessante che andasse oltre a “E’ un Giro bellissimo”. Nell’unico momento in cui si sarebbe potuto accendere qualcosa, Alessandra De Stefano ha subito fatto da pompiere spegnendo la sottile fiammella che aveva acceso Silvio Martinello provocando i corridori, in particolare i velocisti. Questa presentazione ci è sembrata più autocelebrativa che mai, con l’intervento del Direttore di RaiSport De Paoli, con il discorso del Direttore de “La Gazzetta dello Sport”, con la solita presentazione di Zomegnan e per finire con il servizio promozionale su RaiTrade.

Anche i mezzi tecnici hanno lasciato a desiderare, dal momento che per quasi metà trasmissione l’audio ha funzionato a singhiozzo, rendendo praticamente incomprensibile buona parte dell’analisi delle tappe di Francesco Pancani e Angelo Zomegnan.

L’anno scorso ci chiedemmo se gli autori di questa trasmissione seguano con regolarità la televisione, quest’anno potremmo farci nuovamente la stessa domanda e darci anche la stessa risposta. A noi, e forse a tanti altri, sarebbe piaciuto uno show, come avveniva qualche anno fa, con stacchi musicali, colori, ritmo, e po’ di verve da parte degli opinionisti. Una delle regole fondamentali della televisione contemporanea è quella di ospitare persone che sostengono tesi contrapposte, in modo tale che lo spettatore possa riconoscersi in una delle due parti e di seguire così con maggiore interesse il programma.

In questo caso sia gli opinionisti sia i corridori erano concordi nel dire che “E’ un Giro bellissimo”, perché seguire, o perché fare, un programma televisivo in cui tutti sono concordi su un’unica tesi ?

Questi sono i misteri della RAI, se questo è il ciclismo in Tv, comprendiamo sempre di più perché a Mediaset il Ciclismo, neppure il Giro d’Italia, non interessa, così come a Sky. Queste due emittenti devono produrre utili attraverso le trasmissioni e così non possono permettersi il lusso di avere una trasmissione in diretta e in esterna che non raggiunge neppure l’audience di Perry Mason o Superman IV.

Il ciclismo è uno sport in difficoltà, a causa dei suoi mali, ma dalla televisione di stato è arrivato fino ad ora solo un salvagente, utile a non affogare, ma inadatto a metterlo in salvo. Fino a che il ciclismo non la smetterà di trasformare ogni flop in un successo, non potrà mai migliorarsi e non potrà capire cosa vuole il pubblico.

Uno sport, come un’emittente televisiva, che non sa andare verso il pubblico è uno sport morto.

Fonte: Ciclismo-online.it

Questi, lasciatemelo dire, sono veramente dei cani.

Grazie al cazzo hanno fatto pochi ascolti, non andava l'audio, anch'io che sono un appassionato stavo per spengere stizzito. Non è una giustificazione (comunque è colpa loro) però un'attenuante sì, e hanno perso solo 65 mila spettatori in fondo, sembra il finimondo.

Tutto si può dire di Bulbarelli tranne che sia soporifero. Incompetente, inappropriato, ma soporifero proprio no.

Si parla di Beppe Conti come se ogni 5 minuti ci fosse 1 minuto di bianco e nero, invece mi pare che in ogni tappa faccia vedere uno o due spezzoni di imprese epiche del passato. Si parla del ciclismo come sport in crisi, che non dà più le stesse emozioni dei decenni scorsi, e allora dove sarebbe il male di avvicinare la gente attraverso le immagini del passato tanto glorioso?

Riguardo alla pochezza dei commenti dei ciclisti, non dev'essere facile criticare alla presentazione della corsa, in un atmosfera celebrativa. Ho trovato anch'io troppo di parte quest'atmosfera, sono certo che in corsa qualcuno si lamenterà dei trasferimenti, e anche giustamente. Però cosa c'entra la Rai con questo? E soprattutto, non mi si venga a dire che il ciclismo perde ascolti perchè i suoi interpreti sono banali nelle dichiarazioni, altrimenti non si spiegherebbe il successo del calcio. E a me di com'è vestita la De Stefano non me ne frega proprio nulla, mi interessa vedere un giro spettacolare, e i presupposto mi sembrano siano stati creati.

E poi, dire che il ciclismo non sa andare verso il pubblico è la peggiore eresia. Lo sport popolare per eccellenza, l'unico che va dai tifosi e dalla gente, che passa sotto casa loro e lo fa gratis, quello delle grandi masse, non è adatto alla gente. Oltretutto Zomegnan ha appena disegnato un giro per la gioia del pubblico e per la scomodità dei ciclisti e questi vengono a scrivere queste cose? Oltretutto il ciclismo è l'unico sport insieme ai motori che è principalmente su tv pubblica. Per vedere il calcio devi pagare biglietti esagerati o prendere sky a pagamento (basti pensare ai mondiali, o alla serie a che non c'è, o alla champions che dà solo una partita a settimana). Roba da matti veramente.

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questi qua mi sembra tanto stiano sputando nel piatto dove mangiano :lol: il ciclismo sta andando a meretrici (vedi germania) e l'italia aumenta le dirette a dismisura.. indubbiamente l'audio faceva innervosire la de stefano è obrobriosa beppe conti è addormentato e i ciclisti sono capre.. ma questo è da sempre così... non si possono avere 50 pozzato in gruppo..

se uno segue la presentazione del giro è perchè interessa il ciclismo non perchè facendo zapping trova la coreografia interessante! fine :mrgreen:

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ma a me sinceramente interessavono le tappe se poi vogliono un varietà si guardassero "I migliori anni della nostra vita" con Conti,che poi la presentazione del Tour è stata identica anzi non hanno fatto manco vedere le altimetrie della tappe e tutto il resto

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Questi, lasciatemelo dire, sono veramente dei cani.

Grazie al cazzo hanno fatto pochi ascolti, non andava l'audio, anch'io che sono un appassionato stavo per spengere stizzito. Non è una giustificazione (comunque è colpa loro) però un'attenuante sì, e hanno perso solo 65 mila spettatori in fondo, sembra il finimondo.

Tutto si può dire di Bulbarelli tranne che sia soporifero. Incompetente, inappropriato, ma soporifero proprio no.

Si parla di Beppe Conti come se ogni 5 minuti ci fosse 1 minuto di bianco e nero, invece mi pare che in ogni tappa faccia vedere uno o due spezzoni di imprese epiche del passato. Si parla del ciclismo come sport in crisi, che non dà più le stesse emozioni dei decenni scorsi, e allora dove sarebbe il male di avvicinare la gente attraverso le immagini del passato tanto glorioso?

Riguardo alla pochezza dei commenti dei ciclisti, non dev'essere facile criticare alla presentazione della corsa, in un atmosfera celebrativa. Ho trovato anch'io troppo di parte quest'atmosfera, sono certo che in corsa qualcuno si lamenterà dei trasferimenti, e anche giustamente. Però cosa c'entra la Rai con questo? E soprattutto, non mi si venga a dire che il ciclismo perde ascolti perchè i suoi interpreti sono banali nelle dichiarazioni, altrimenti non si spiegherebbe il successo del calcio. E a me di com'è vestita la De Stefano non me ne frega proprio nulla, mi interessa vedere un giro spettacolare, e i presupposto mi sembrano siano stati creati.

E poi, dire che il ciclismo non sa andare verso il pubblico è la peggiore eresia. Lo sport popolare per eccellenza, l'unico che va dai tifosi e dalla gente, che passa sotto casa loro e lo fa gratis, quello delle grandi masse, non è adatto alla gente. Oltretutto Zomegnan ha appena disegnato un giro per la gioia del pubblico e per la scomodità dei ciclisti e questi vengono a scrivere queste cose? Oltretutto il ciclismo è l'unico sport insieme ai motori che è principalmente su tv pubblica. Per vedere il calcio devi pagare biglietti esagerati o prendere sky a pagamento (basti pensare ai mondiali, o alla serie a che non c'è, o alla champions che dà solo una partita a settimana). Roba da matti veramente.

Secondo te attira più un'immagine in bianco e nero o uno scatto di Pantani?

PS: Comunque io ho solo riportato l'articolo.

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  • Amministratori

Una precisazione sull'articolo degli espertoni.

Il giro d'Italia non può andare su Sky perché per legge deve passare in chiaro :wink:

E Sky non prende il ciclismo perché l'ha già Eurosport per tutta Europa che offre un servizio superiore :wink:

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Ospite gibo (un uomo un mito)

Devo decidere dove veder passare il giro....

ho tre possibilità:

1-sull'arrivo dello Zoncolan

2-vedere la partenza a Spilimbergo

3-andare a passo m. croce carnico nella tappa che arriva in Austria

Cosa mi consigliate??

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