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[PCM2009 Story] E se perdi, sai ricominciare...


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La calcolatrice fu favorevole agli uomini in Blu, il vantaggio era ancora piuttosto rassicurante su quei due uomini, mentre nei confronti degli altri fu tutto invariato.

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Per David Le Lay fu invece una giornata dura con Bram Tankink che riuscì a guadagnare parecchi punti sul francese, insidiandogli il primato.

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Solita fuga mattutina e soliti volti noti in essa. David Le Lay e Bram Tankink, pronti a lottare sui gpm

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Purtroppo per loro questa volta non vi fu nulla da fare, il gruppo aveva deciso di non far partire fughe e a Le Lay toccarono umili compiti da gregariato insieme ai compagni Agritubel, nell'avvicinamento alla montagna finale.

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Salita che fu presa a mille, grazie all'impulso degli uomini Columbia e Lampre, pronti a lanciare i capitani ben intenzionati a recuperare terreno contro il Davide Moreau.

Al momento dei primi scatti di alcuni comprimari, Moreau si guardò in giro, pronto a scattare anche lui, ma non si mosse nessuno. 15 chilometri in avanscoperta erano troppi per le gambe di chiunque...

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Il primo a scattare degli uomini importanti fu proprio Kim Kirchen, il lussemburghese, ben deciso a fare sua la corsa. Dietro a lui si accodarono Alejandro Valverde e Juan Manuel Garate che formarono così il primo trio pericoloso all'attacco. Moreau non rispose ritenendo eccessiva la distanza dal traguardo, circa 12 km ma mise i suoi uomini davanti, Aitor in testa.

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Il trio davanti non restò a lungo assieme, Valverde non sembrava volere compagnia. Quando gli altri si sedettero per rifiatare diede un'altra accelerata restando così in testa da solo, e passando il cartello dei dieci all'arrivo con 30 secondi sugli inseguitori.

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Ad aizzare la polveriera nel gruppo fu Franco Pellizotti, al quale si accodarono Knees, Pereiro, Larsson e Moreau che capì che questo poteva essere il tentativo giusto per cercare di riportarsi sui fuggitivi.

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Infatti Moreau, con l'aiuto di Pellizotti, riuscì a ridurre fortemente il distacco dal rivale Kirchen, sempre in compagnia di Garate, mentre davanti un Valverde in giornata di grazia continuava a guadagnare, portando, a circa 5 km dalla conclusione, il suo vantaggio a circa un minuto. Larrson resisteva nella ruota del francese mentre tutti gli altri continuavano a fare l'elastico staccandosi ad ogni accelerazione ma rientrando poi in seguito.

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Kirchen, vistosi quasi raggiunto dal gruppetto guidato da Moreau tentò una nuova accelerazione alla quale Garate non potè resistere rimanendo così in mezzo, mostrando sempre più segni di stanchezza

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Anche per Moreau le cose si misero male quando si rese conto che nessuno voleva tirare, tutti dietro alla sua ruota; dovette perciò assumere in prima persona il comando del gruppetto cercando di salire ad un passo regolare. Garate era ormai a portata di tiro, Kirchen poco più avanti, Valverde era fuori dalla portata visiva.

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Nessuno poteva riprenderlo, l'Embatido lo sapeva e, rendendosi conto di avere compiuto una grande impresa, si sistemò la maglia ed alzò i pungi al cielo. Il vantaggio era rassicurante, Kirchen in quel momento era a 500 metri dal taguardo, e a pari distanza c'era uno stremato Moreau che aveva trascinato con sé un gruppettino di 7 corridori.

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I distacchi di giornata furono una mazzata per le speranze di vittoria di chiunque, Valverde aveva colpito duro...

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Impietosa, la classifica sancì la supremazia di Valverde che doveva comunque ancora vedersela con Kirchen mentre Moreau sembrava essere il primo degli sconfitti...

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D'arkness cercò di evitare i riflettori ma fu rapidamente raggiunto dai giornalisti, ai quali concesse un paio di domande:

Allora, cosa non ha funzionato oggi?

Direi nulla, Christophe è stato bravo, così come tutti gli altri, però evidentemente c'era qualcuno di più forte.

Quindi vi arrendete?

Assolutamente no, ci sono ancora delle tappe da fare, tutto può succedere. Come oggi ci ha distanziato lui di 2 minuti, domani possiamo farlo noi. O comunque ci proveremo.

Oggi Moreau è rimasto solo a tirare, siete antipatici in gruppo?

Non credo, non l'ho vista così. Semplicemente avevamo la maglia gialla e dovevamo prenderci le nostre responsabilità, e poi se gli altri avessero avuto energie ci avrebbero attaccato, evidentemente il ritmo di Moreau non era poi così male.

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2 tappe. Questo era il materiale a disposizione di chiunque volesse cercare di fare qualcosa in quella Parigi Nizza. Entrambe vallonate, seppur non troppo dure, lasciavano spunti ad uomini coraggiosi. Purtroppo per loro però in entrambe le occasioni la montagna era lontana dal traguardo, tappe dunque più adatte a velocisti con resistenza che a scalatori o vallonari.

La penultima tappa visse nelle sue fasi iniziali la sua solita lotta per la maglia a pois fra David Le Lay e Bram Tankink, con il secondo molto più attivo ed il francese visibilmente stanco che fece molta fatica a star dietro al rivale, nonostante in fuga D'arkness, intenzionato a proteggere la maglia a pois, gli avesse piazzato un compagno, nella persona di Le Boulanger.

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Ma i fuggitivi, ben controllati dalla Caisse d'Epargne, furono rimontati quando al traguardo mancavano ancora circa 70 chilometri a causa del forcing della Columbia. Kirchen stava bene ed era intenzionato a muoversi.

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La salita iniziò, gruppo compatto. Ancora la Columbia in testa a tirare, la Caisse d'Epargne pronta a reagire con al fianco due uomini in blu. Moreau, scortato da Aitor Gonzalez, era nelle primissime posizioni del gruppo, pronto a reagire agli impulsi che sarebbero arrivati.

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Probabilmente la Caisse non sarebbe saltata ma D'arkness aveva una caratterisica fondamentale, non aveva paura di perdere perchè non aveva paura di vincere.

Quando vide che i propri obiettivi (lottare solo per la tappa non interessava a Moreau) non corrispondevano con quelli di Kirchen, a circa 40 km dal traguardo, prese una decisione: Attaccare.

Moreau, che non aspettava altro, obbedì, si alzò sui pedali e mise in quello scatto tutta la cattiveria di cui era capace.

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