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Il Bar del Ciclismo


Wanka84

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No, è 60. 80 è fuori dal GT se vuoi fare una "classica a crono" come la Chrono des Nations. E' stata fatta un'unica deroga negli ultimi anni per la crono delle 5 terre.

Forse è stata anche fatta un'unica proposta del genere da parte degli organizzatori, quindi non dev'essere un limite così invalicabile :wink:
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Sulla volata l'esempio non è proprio calzante, però anche quello di smec col tennis... il set di un game lo assimilerei piuttosto ad un "facciamo solo 2km dello Stelvio anziché farlo tutto".

forse non ci capiamo, nel ciclismo non esiste solo il fondo

esistono 5-6 varie tipologie di gesto atletico, di tipologia di sforzo

volata - anaerobico alattacido - durata dai 10 ai 30 secondi

attacco da finisseur - aerobico lattacido - durata da 1 a 5 minuti

prologo - aerobico lattacido - durata dai 5 ai 15 minuti

cronometro/cronoscalata - principalmente aerobico - durata dai 12/15 minuti ai 60 circa

fondo/resistenza - aerobico e prevalenza di fibre rosse nell'atleta - oltre l'ora

 

ogni corridore si esalta in una o più di queste specialità

 

il fondo è principalmente la capacità di eseguire uno sforzo più e più volte durante una corsa

una tappa di 200km con 5 salite alpine è a favore di un corridore con fondo

una tappa di pianura di 200km il fondo è relativo perchè il velocista di turno per 190km della corsa è a ruota e coperto e il suo consumo di glicogeno è modesto

Modificato da ITA_gianpi
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forse non ci capiamo, nel ciclismo non esiste solo il fondo

esistono 5-6 varie tipologie di gesto atletico, di tipologia di sforzo

volata - anaerobico alattacido - durata dai 10 ai 30 secondi

attacco da finisseur - aerobico lattacido - durata da 1 a 5 minuti

prologo - aerobico lattacido - durata dai 5 ai 15 minuti

cronometro/cronoscalata - principalmente aerobico - durata dai 12/15 minuti ai 60 circa

fondo/resistenza - aerobico e prevalenza di fibre rosse nell'atleta - oltre l'ora

 

ogni corridore si esalta in una o più di queste specialità

 

il fondo è principalmente la capacità di eseguire uno sforzo più e più volte durante una corsa

una tappa di 200km con 5 salite alpine è a favore di un corridore con fondo

una tappa di pianura di 200km il fondo è relativo perchè il velocista di turno per 190km della corsa è a ruota e coperto e il suo consumo di glicogeno è modesto

 

d'accordo, ma il punto è che la cronoscalata, nell'economia di un GT, finisce per premiare TROPPO un certo tipo di corridore, lo stesso tipo di corridore che ha già a disposizione gli arrivi su salita secca in tappe relativamente brevi.

 

Mentre, per dire, il prologo che tu giustamente citi, e che non necessariamente è adatto anche ad un gran cronoman (dato che in prove così brevi può fare meglio un velocista alla Kittel che non uno specialista vecchia scuola, alla Gonchar) dicevo, il prologo ci sta, perché pesa infinitamente meno sulle tre settimane: tra un gran prologo e un prologo disastroso, da parte degli uomini di classifica, ballano al massimop 40-50". In una cronoscalata, invece, volano quei minuti che ormai non riescono più a produrre nemmeno i tapponi: per questo dico che alla fine sono squilibrate

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forse non ci capiamo, nel ciclismo non esiste solo il fondo

esistono 5-6 varie tipologie di gesto atletico, di tipologia di sforzo

volata - anaerobico alattacido - durata dai 10 ai 30 secondi

attacco da finisseur - aerobico lattacido - durata da 1 a 5 minuti

prologo - aerobico lattacido - durata dai 5 ai 15 minuti

cronometro/cronoscalata - principalmente aerobico - durata dai 12/15 minuti ai 60 circa

fondo/resistenza - aerobico e prevalenza di fibre rosse nell'atleta - oltre l'ora

 

ogni corridore si esalta in una o più di queste specialità

 

il fondo è principalmente la capacità di eseguire uno sforzo più e più volte durante una corsa

una tappa di 200km con 5 salite alpine è a favore di un corridore con fondo

una tappa di pianura di 200km il fondo è relativo perchè il velocista di turno per 190km della corsa è a ruota e coperto e il suo consumo di glicogeno è modesto

È lo stesso discorso che faceva smec o ian, non ricordo, quando paragonava la cronoscalata ad una tappa con salita secca...

Anche se io farei un'ulteriore distinzione, a livello di esempi soprattutto ipotetici: parlando di corse a cui togliamo i primi 190km piatti, da una parte si dovrebbe mettere la cronoscalata, che è a cronometro e fa distacchi da cronometro, e dall'altra una scalata secca in linea, come è stato fatto se non sbaglio al Giro del Giappone o qualcosa del genere.

E, facendo il paragone con la volata, a questo secondo esempio corrisponderebbe una tappa piatta in linea di 10km, mentre la cronoscalata sarebbe il corrispondente dei 200m lanciati che si fanno su pista, quindi darebbe un valore della capacità nello sforzo brevissimo a tutta, ma la volata risulterebbe abbastanza snaturata.

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Ma il pavé ha un senso per mischiare un po' le carte. Se non ci fosse stato il pavé Contador nel 2010 avrebbe avuto un minutino agevole da controllare su Schleck ad esempio e quest'anno avrebbe probabilmente già avuto la gialla a Gerardmer. 

 

Non c'entra niente in un GT, ma se va bene (perché di fatto per come si configura quello del tour resta una lotteria) serve ad evitare un dominatore tipo Froome 2013 alla 1a tappa di montagna. Esempio, se Froome avesse avuto 2'30'' da recuperare su Contador prima di Ax-3-Domaines avrebbe sì vinto il tour ma magari con meno distacco e prendendo la gialla alla Crono o al Ventoux. 

 

Questo perché dal punto di vista dello spettacolo anche agli organizzatori "cambi" di maglia a tour inoltrato piacciono sempre. Poi ci sono le cadute che mandano tutto a quel paese, ma è un altro discorso. Il pavè, di fatto, ha come unico obiettivo questo - evitare casi "froome 2013" in cui si prende la gialla alla prima di montagna e la si porta fino alla fine.

 

Se vogliamo dirla tutta, visto il calo che ha avuto nella terza settimana, non so nemmeno se sarebbe riuscito a portarla a Parigi

Modificato da FrancescoPalma
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  • Amministratori

Se vogliamo dirla tutta, visto il calo che ha avuto nella terza settimana, non so nemmeno se sarebbe riuscito a portarla a Parigi

 

Ma chi, Contador o Schleck? E quale calo, a parte la crono di quell'anno? 

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forse non ci capiamo, nel ciclismo non esiste solo il fondo

esistono 5-6 varie tipologie di gesto atletico, di tipologia di sforzo

volata - anaerobico alattacido - durata dai 10 ai 30 secondi

attacco da finisseur - aerobico lattacido - durata da 1 a 5 minuti

prologo - aerobico lattacido - durata dai 5 ai 15 minuti

cronometro/cronoscalata - principalmente aerobico - durata dai 12/15 minuti ai 60 circa

fondo/resistenza - aerobico e prevalenza di fibre rosse nell'atleta - oltre l'ora

 

ogni corridore si esalta in una o più di queste specialità

 

il fondo è principalmente la capacità di eseguire uno sforzo più e più volte durante una corsa

una tappa di 200km con 5 salite alpine è a favore di un corridore con fondo

una tappa di pianura di 200km il fondo è relativo perchè il velocista di turno per 190km della corsa è a ruota e coperto e il suo consumo di glicogeno è modesto

A me sembra che a denominatore comune ci sia il fatto di saper produrre questo tipo di gesto atletico su distanze degne di questo nome (e sulle corse che contano, anche in uno stato di sfascio totale, questo si è mantenuto), in ogni caso.

Ma qui stiamo andando ampiamente fuori dal discorso cronoscalata, e allora vengo al dunque

a) ammetto, non amo le cronoscalate, le vedo appunto come tappe di montagna "sprecate" (quindi il mio giudizio può essere annebbiato dal pregiudizio)

b) i GT (ormai anche il Tour) sono caratterizzate da una quantità pantagruelica di arrivi in salita e tappe di montagna, i vincitori dei GT somigliano sempre più a fantini anoressici, io sono convinto che le cronoscalate non siano davvero così necessarie

c) le sfide al ciclosimulatore per me non hanno alcun fascino (eventualmente perché non disputarle in una palestra?); una corsa in linea di 4-5 ore, anche con gli aiuti esterni del ciclismo contemporaneo, offre un ventaglio di situazioni che la sfida di 30-60 minuti non può proporre e saper affrontare agevolmente certe situazioni completa la qualità di un corridore (non il contrario)

  • Upvote 1
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ahahaha! chi dei due diventerà campione del mondo nel giro di qualche anno?

 

barredo-en-coste-tour-2010-gevecht.jpg

 

 

  :lol: Quello che hanno evitato Greipel e Chavanel (?) al Tour. :mrgreen:

 

 

Diciamo che in quel caso l'esito sarebbe stato abbastanza scontato  :mrgreen:

 

tipo così?

 

5J7Dsrl.png

Modificato da smec-easyjet
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ahahaha! chi dei due diventerà campione del mondo nel giro di qualche anno?

 

barredo-en-coste-tour-2010-gevecht.jpg

 

 

 

 

 

tipo così?

 

5J7Dsrl.png

Dai..pure il mitico Rui è caduto così in basso :mrgreen:  :mrgreen: ...Barredo gli stava misurando i battiti o cosa?? :mrgreen:  :mrgreen:  :mrgreen:

Modificato da Sagan99
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  • 3 weeks later...

Poco più di mezz'ora fa è morto Alfredo Martini 

 

RIP

 

MILANO, 25 agosto 2014 – Alfredo Martini ci ha lasciati un po’ più soli alle 22.30. Si è spento nella sua abitazione a Sesto Fiorentino in modo “naturale e senza grande sofferenza”, come ha riferito Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana che ha raccolto l’invito della famiglia diAlfredo a divulgare la notizia.

Alfredo Martini era nato a Firenze il 18 febbraio 1921. Fu il CT per antonomasia della Nazionale azzurra di ciclismo e dello sport italiano in genere: ruolo di commissario tecnico cui approdò nel 1975 e che onorò sino al 1997 per poi interpretare quelli di supervisore delle rappresentative azzurre e di presidente onorario della FCI.

Già protagonista nelle categorie minori; già professionista dal 1941 al 1957 con successi al Giro dell’Appennino, del Giro del Piemonte, in tappe del Giro d’Italia e del Giro di Svizzera; già compagno di squadra e confidente di Fausto Coppi; già direttore sportivo di squadre di lignaggio; Alfredo Martini portò da CT sei medaglie d’oro dei professionisti con Francesco Moser nel 1977 a San Cristobal, Giuseppe Saronni nel 1982 a Goodwood, Moreno Argentin nel 1986 a Colorado Springs, Maurizio Fondriest nel 1988 a Renaix e Gianni Bugno nel 1991 a Stoccarda e nel 1992 a Benidorm. A questi titoli vanno aggiunte sette medaglie d’argento e sette di bronzo.

Martini rappresentò la coscienza e il santone del ciclismo: l’uomo capace di impartire lezioni di vita prima ancora che di sport.

Nella giornata di domani saranno noti luogo e giorno delle esequie.

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