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13 hours ago, emmea90 said:

Nell'html del tuo codice c'è settato l'attributo "height=750" all'immagine. Direi che lo hai settato tu inserendola.

Ma non puoi caricarle direttamente sul forum come allegati?

ma è proprio questo il punto: NON sono stato io a settare questo dato, mi sono semplicemente limitato a copiare la URL da Imgur, come ho sempre fatto, ed è una URL tipo questa che, fino a prima dell'aggiornamento del sito, non mi aveva mai dato problemi:
http://i.imgur.com/Kd2MFmvl.png

E d'altra parte, anche le slide simil-wikipedia le carico allo stesso modo tramite Imgur, eppure quelle non me le ridimensiona.

Ho anche provato, come dici tu, a caricare direttamente qui sul forum le immagini, e mi dà lo stesso problema.

Cioè quel cavolo di ridimensionamento viene fatto in automatico, e non so neanche come intervenire sull'html per toglierlo

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  • Amministratori
Adesso, smec-easyjet dice:

ma è proprio questo il punto: NON sono stato io a settare questo dato, mi sono semplicemente limitato a copiare la URL da Imgur, come ho sempre fatto, ed è una URL tipo questa che, fino a prima dell'aggiornamento del sito, non mi aveva mai dato problemi:
http://i.imgur.com/Kd2MFmvl.png

E d'altra parte, anche le slide simil-wikipedia le carico allo stesso modo tramite Imgur, eppure quelle non me le ridimensiona.

Ho anche provato, come dici tu, a caricare direttamente qui sul forum le immagini, e mi dà lo stesso problema.

Cioè quel cavolo di ridimensionamento viene fatto in automatico, e non so neanche come intervenire sull'html per toglierlo

La risposta è qua comunque. 

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E riprendiamo il racconto della nostra stagione con quanto successo al Critérium del Delfinato, dove a guidare i Tugas è Joaquim Silva reduce dal Giro d'Italia e in procinto di staccare per ricaricare le pile in vista del finale di stagione. Assente invece il nostro leader designato per il Tour, Iznata, che correrà lo Svizzera la prossima settimana, e questo nonostante il percorso del Delfinato presenti due tappe-fotocopia di quelle che ritroveremo alla Grande Boucle: la cronometro di Grenoble e la frazione sprint, lunga meno di 100 km, di Villard de Lans. Ma andiamo con ordine, e partiamo cioè dal prologo di Saint-Jean-de-Maurienne vinto da Jérôme Coppel. L'ormai quasi 33enne capitano della Castorama-Shimano non ha mantenuto appieno le promesse che ne avevano accompagnato i primi anni di carriera, ma al Delfinato si è sempre destreggiato ottimamente salendo anche sul podio nel 2015, quando fu terzo alle spalle di Quintana e Thomas. Un feeling rinnovato quest'anno con questa bella vittoria, ottenuta precedendo di appena 1" l'ex Tugas Taaramae e di 4" l'australiano Flakemore. Tra i favoriti alla vittoria finale, il migliore è proprio il vincitore degli ultimi due Tour Simon Spilak, 11º a 14".

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La prima tappa in linea parte da Albertville per concludersi a St. Pierre-de-Chartreuse e, per quanto pedalabile, coincide già al primo arrivo in salita. Se la gioca un gruppetto di quindici corridori con tutti, o quasi, gli uomini più attesi, e ad imporsi è Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale-Astana) davanti al romagnolo Senni e allo stesso Coppel, che difende così la maglia gialla. Da segnalare l'incoraggiante ottavo posto di Silva che si toglie la soddisfazione di precedere, tra gli altri, i vari Spilak, Froome e Nibali, arrivati tutti nelle ultime posizioni del drappello. Tra i ritardatari, Geraint Thomas perde 38", mentre ne lasciano per strada 53" gente come Kelderman, Pinot, Mollema, Dennis e anche il vincitore del Giro d'Italia, Rafal Majka.

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La seconda tappa, da Voiron a Lione, si conclude a ranghi compatti e per il terzo giorno di fila vede la vittoria di un corridore francese, questa volta Arnaud Démare (Bic-Harmonie Mutuelle). Ma l'altra notizia di giornata è, purtroppo, il ritiro del nostro capitano Silva per colpa di una caduta. Ed è quindi la volta della seconda frazione a cronometro, con partenza e arrivo a Grenoble su un percorso che ricalca quasi esattamente la prova contro il tempo in programma al prossimo Tour: questa è solo qualche chilometro più breve e viene vinta dallo specialista Rohan Dennis (Lotto-Australia Post) che è 3" più veloce di Boasson Hagen e 8" di Gougeard; quarto a 16" un ottimo Nibali, sesto a 23" Coppel che difende ancora una volta la maglia gialla. In classifica, il francese della Castorama conduce con 13" di vantaggio sullo stesso Vincenzo e 21" su Txiki Bartrés, colui che da anni viene definito dagli addetti ai lavori come "il nuovo Indurain" per quanto, nonostante la grande fiducia riposta nei suoi confronti da Eusebio Unzué, non abbia ancora dimostrato di valere un simile paragone nelle grandi gare a tappe.

A Mâcon tutti si aspettano un nuovo show in volata di Démare, ed invece il leader della Bic deve accontentarsi del secondo posto, perché il gruppo è anticipato di 1'13" dall'eroe di giornata Andrey Balayan, corridore uzbeco della Tinkoff già in evidenza alla recente Vuelta a Galicia dove aveva indossato per un giorno la maglia di leader. Eccoci così alla quinta tappa, ancora un pedalabile arrivo in quota, questa volta a Les Gets, che saluta la doppia impresa di Gianluca Brambilla: tappa e maglia per il veneto della Mapei-Trek che lascia a 29" Latour e a 38" Spilak, Alaphilippe, Bovenhuis, Senni e Froome, mentre Coppel arriva in grande ritardo.

La penultima tappa, da Bourg d'Oisains a Villard de Lans, misura appena 91,5 km ed è l'anteprima esatta della 19ª frazione della prossima Grande Boucle. La vince con una grande azione solitaria Julian Arredondo (Beijing-Lenovo), andato da solo all'attacco sul Col de Saint-Nizier e capace di rimontare, e staccare, tutti i fuggitivi della prima ora fra cui il Tugas João Pinto. Un'altra grande esibizione per il colombiano che, la settimana scorsa, aveva fatto sue le due tappe più dure e la classifica generale della Vuelta a Galicia.

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Alle spalle di Arredondo, destinato anche a rientrare in classifica in virtù del tempo guadagnato, va in scena la lotta tra i big che vede l'olandese Jasper Bovenhuis (Sunweb-Giant) soprendere tutti per andare a cogliere il secondo posto di tappa con un ritardo di 4'18". Terzo l'ex fuggitivo Sergey Firsanov (Tinkoff-Velux) a 4'37", quindi Simon Spilak (Milka-BMC) con Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale-Astana) e, non inquadrato, Lawson Craddock (Rockstar Energy) a 4'45".

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Gianluca Brambilla (Mapei-Trek) arriva in un secondo drappello a 5'04" dal vincitore, distanziato quindi di 19": un margine sufficiente per salvare la maglia e presentarsi così all'ultima e decisiva tappa con ancora 11" di vantaggio sullo stesso Spilak e 32" su Latour. Quarto a 42" un Froome decisamente più pimpante dell'abulica controfigura mai vista al Giro, quinto è proprio l'eroe del giorno Arredondo che si porta ad appena 1'05" dalla vetta.

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Questa, dunque, la situazione con cui ci si presenta alla settima ed ultima tappa, da Pontcharra a La Toussuire, che oltre alla salita finale prevede anche la lunga e difficile ascesa alla Croix-de-Fer. I Tugas, orfani come detto del proprio capitano Silva fin dalla terza giornata di gara, anche oggi giocano la carta della fuga inserendo dapprima José Nogueira nell'azione del mattino e, quindi, sganciando anche João Pinto che è pur sempre l'uomo meglio piazzato in classifica, 28º a 12'46" da Brambilla. Lungo la Croix-de-Fer Nogueira attende Pinto ed ecco i due Tugas, insieme, affrontare uno dei tanti tratti in contropendenza che caratterizzano la discesa della Croix. Incredibile a dirsi, ma per alcuni chilometri Pinto è stato addirittura il leader virtuale del Delfinato e anche adesso, a soli 23 km dall'arrivo, può ancora disporre di un vantaggio di 12'22" sul gruppo dei big.

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Ancora più avanti, comunque, ci sono i fuggitivi del mattino: e fra questi è Pavel Kochetkov (Tinkoff-Velux) ad imporsi. Il russo nel finale stacca anche gli ultimi compagni d'avventura andando a precedere di 10" lo statunitense Summer, il campione australiano Clarke e l'azzurro Amoruso. Quinto a 2'12" l'uruguaiano Miraglia.

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Stremato, João Pinto (Tugas-Pingo Doce) conclude in quinta posizione a 5'46" da Kochetkov. Subito dopo di lui, sesto a 8'01", sarà la volta del compagno di squadra José Nogueira, che dovrebbe andare così a puntellare il terzo posto nella classifica dei giovani vinta, come al Giro, dal colombiano López.

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Ma adesso tutti pronti all'arrivo degli uomini in lizza per la vittoria del Delfinato: il primo a tagliare il traguardo è ancora una volta Jasper Bovenhuis (Sunweb-Giant), ottavo a 8'22" da Kochetkov. L'olandese occupava l'ottava posizione anche in classifica, a 1'42" da Brambilla, ma con l'italiano segnalato purtroppo in ritardo potrebbe anche rientrare in corsa, quantomeno, per un posto sul podio.

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Dopo Bovenhuis è la volta di Bob Jungels (Lotto-Australia Post) e Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale-Astana) che chiudono la top ten con un ritardo di 8'49" dal vincitore di tappa e quindi di 27" dall'olandese della Sunweb. Attenzione soprattutto a Latour che, essendo riuscito a staccare anche Simon Spilak, a questo punto può addirittura sognare la maglia gialla: lo sloveno, che vediamo in lontananza con l'inconfondibile maglia fucsia della Milka, chiude undicesimo a 9'13" e dovrebbe proprio essere dietro a Latour!

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Ed il cronometro è impietoso anche con Gianluca Brambilla (Mapei-Trek), che arriva a 10'08" insieme a Chris Froome (Dimension Data) e Roman Kreuziger (OmegaPharma-Q8) e deve così dire addio al sogno di vincere il Delfinato.

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Il Critérium du Dauphiné 2019 va infatti a Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale Astana)! 

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Incredibile epilogo della corsa, che Latour fa sua per appena 3" nei confronti di Simon Spilak, mentre a sua volta Jasper Bovenhuis butta giù dal podio Brambilla per questione di 4". La gran fatica fatta da João Pinto, infine, frutta al Tugas solo la 18ª posizione a 9'11", ma contro simili avversari c'era davvero ben poco da fare per i nostri, una volta rimasti orfani di Silva.

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E dalle strade del Delfinato è tutto, arrivederci a presto con Tugas Are Back!

@Stylus@.::Cancellara91::.@deddi@Caschettointesta@Lory94ITA@Big white@superalex@pantanibali3@vivailciclismopulito@fedegram@losqualo90@Cune2000@Noris85 @MattHorse

 

Modificato da smec-easyjet
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La prossima corsa che ci aspetta è una novità, ovvero il Giro d'Italia Baby che ho ricreato inserendolo nel db come corsa 2.2 di 9 tappe, pescate tra frazioni di Giro, Tirreno e altre corse fantasy fra cui, le prime, prese da un Giro della Versilia fatto da @.::Cancellara91::.. Ho modificato le squadre al via inserendovi solo nazionali giovanili e formazioni espoirs, per cui saranno davvero solo corridori under 26 a giocarsi il Giro. Per poterlo correre in prima persona, però, ho provvisoriamente assegnato alla rosa dei Tugas anche i migliori (o per megli dire, i meno peggio) dei corridori appartenenti alla mia formazione Continental, la Tugas-Tap Continental Team, e iscritto direttamente i Tugas maggiori; anche la maglia che indosseremo, però, sarà quella della nostra formazione Continental. 

Intanto, ecco il dettaglio delle 9 tappe (unica cosa irrealistica, lo so, il chilometraggio di alcune frazioni):

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@deddi@Caschettointesta@Lory94ITA@Big white@superalex@pantanibali3@vivailciclismopulito@fedegram@losqualo90@Cune2000@Noris85 @MattHorse @Stylus

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30 minutes ago, Stylus said:

Ma l'hai messo tu il logo? 

A parte la tappa di 229 km che stride un po', un bel lavoro! Certo che ai velocisti potevi lasciare almeno una tappa :)

yep, messo io il logo, ma è un tapullo grafico fatto direttamente sulle slide, non l'ho veramente messo nel gioco... beh i velocisti qualche tappa se la possono anche guadagnare, intanto andiamo a vedere, valori alla mano, quali sono i favoriti alla maglia rosa:

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SANJAY SINGH (nazionale Australia): i più attenti di voi lo ricorderanno già protagonista ai mondiali under 23 dello scorso anno, dove è stato quarto sia a crono che in linea. Una vittoria stagionale per lui, al Trofeo Alcide De Gasperi che è corsa riservata agli under 26. Va forte a cronometro, in salita e pure in collina: probabilmente il corridore in assoluto più adatto a questo tipo di percorso, e quindi l'uomo da battere.

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JAN CHRISTIANSEN (Mapei Sport): una delle più belle sorprese di questa stagione, essendo già stato capace di vincere, e bene, anche tra i professionisti: sue una tappa e la classifica generale del Tour de Langkawi e una tappa del Tour de Bretagne, corse nelle quali ha battuto anche corridori esperti e affermati. Difende i colori della fortissima Mapei éspoirs, suo unico punto debole la cronometro.

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RAFAIL ZHELYAKOV (nazionale Russia): alla Coppi & Bartali vinta da Marcello (vedere più sotto) non è andato oltre il 12° posto e deve ancora cogliere la sua prima vittoria tra i grandi; ma ha dalla sua grandi doti, soprattutto a cronometro, un fondamentale nel quale potrebbe guadagnare diversi minuti nei confronti di molti dei rivali diretti.

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MATÍAS SANTOS (nazionale Spagna): come Singh, lo abbiamo già visto all'opera ai mondiali under 23 di Innsbruck 2018 nei quali è stato medaglia d'argento a cronometro; appartiene all'ondata di nuovi fenomeni spagnoli e presenta caratteristiche simili al poco più grande Txiki Bartrés, forte sia in salita che a cronometro. Se sopravviverà alle imboscate che Singh cercherá di tendergli nelle frazioni intermedie, potrebbe rivelarsi il principale avversario dell'australiano.

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JUAN JOSÉ ATIENZA (nazionale Spagna): scalatore puro, lo abbiamo spesso visto andare all'attacco nelle brevi gare a tappe di casa, tanto dallo sfiorare il successo in una frazione della Setmana Catalana e della Vuelta a Galícia. In più ha dalla sua la possibilità di poter muoversi in accordo con Santos: una coppia che tutte le altre formazioni invidieranno di certo alla selezione spagnola. 

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AWET HABTOM (Dimension Data Continental): non ha alcun risultato al proprio attivo, e anzi non ha nemmeno mai corso a livello internazionale; ma ha indubbie doti da scalatori che ne fanno una delle possibili sorprese di questo Giro Baby. Considerata poi la discreta tenuta a cronometro, ci sono le basi per vederlo eccellere, in futuro, anche nelle grandi gare a tappe, anche se qui sconterà la lunga prova contro il tempo di Maddaloni.

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EMIL MARCELLO (Team Colpack): pedina fondamentale delle varie nazionali italiane giovanili degli ultimi anni, a 25 anni inspiegabilmente Emil Marcello non è ancora riuscito a fare il grande salto tra i professionisti, ma è indubbiamente un corridore completo che, grazie anche all'esperienza maturata nella categoria, potrà indubbiamente dire la sua per la conquista di un posto sul podio. In stagione ha già all'attivo i successi in classifica alla Vuelta a Guatemala e, soprattutto, alla Coppi & Bartali.

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LUCA DI SPIRITO (Zalf-Euromobil-Fior): anche per il 24enne valdostano vale un po' lo stesso discorso fatto per Marcello, per quanto Di Spirito abbia comunque all'attivo un'esperienza tra i professionisti, da stagista dei Warriors di Cipollini e Cavendish nelle ultime due stagioni. Quest'anno è invece tornato a correre a livello Continental ottenendo, fin qui, solo un 21º posto alla Vuelta al Táchira. Ma il suo grande obiettivo era proprio il Giro Baby, dove sarà sicuramente protagonista in montagna, mentre in classifica dovrà fare i conti con un evidente handicap a cronometro nei confronti di tutti i rivali diretti.

Quanto ai Tugas-Tap Continental, poche le speranze di fare classifica, ma ci sono comunque alcuni corridori da tenere d'occhio, a cominciare da Hipólito Costa e Caetano Malagueta. Entrambi hanno già un accordo con il team principale per debuttare tra i professionisti, come stagisti, a partire dal prossimo mese di agosto: qui al Giro Baby faranno intanto una prima importante esperienza a livello internazionale.

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Ed ecco, infine, il nostro roster completo, nel quale oltre ai già citati Costa e Malagueta spiccano il più che discreto vallonaro Armindo Branquinho ed un corridore che ben conosciamo, Gonçalo Saraiva, prestato dai Tugas maggiori alla loro formazione éspoirs per esercitarsi come capitano negli arrivi in volata; dove comunque non avrà vita facile, essendo al via del Giro Baby alcuni velocisti già affermati a livello internazionale come il russo Muradymov o gli italiani Negro e Minali.

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17 hours ago, Stylus said:

Ma perché l'hai fatto U26 e non U23? :o Lo spagnolo figlio d'arte Atienza mi stuzzica, c'è molta montagna... La tua squadra è pipposa, doppo Torricelle può tirare i remi in barca, la vedo dura anche per le fughe!

semplice: perché a inizio stagione, non avendo abbastanza corridori under 23, le squadre giovanili le ho create di under 26... che fra l'altro mi pare che il vecchio Giro Baby fosse veramente under 26; è sì, la mia squadra è pipposa, non c'è bisogno che me lo ricordi! :P

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Iniziamo il nostro racconto del Giro Baby partendo dalla cronosquadre inaugurale: una prova di 9 km, piatta come un biliardo, sul lungomare della Versilia tra Forte dei Marmi e Pietrasanta. Se la aggiudica la nazionale russa che chiude con il tempo di 9'54" e lancia Evgeny Sokolov in maglia rosa. Battuta di solo 3" la Mapei Sport, a 16" Kazakistan e Team Pliva, a 37" Colombia e Tugas-Tap Continental, quindi il Team Contador-Flex a 54", l'Australia e la Dimension Data Continental a 58" e gli Stati Uniti a chiudere la top ten con 1'14" di ritardo. Una citazione per il francese Le Bihan che, da isolato, lascia sul campo più di sette minuti. 

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Si resta in Versilia per la Querceta-Forte dei Marmi, con un circuito da ripetere diverse volte caratterizzato dalla salita di Capezzano. La vince il belga Jeroen Flissens (Rabobank Development Team) davanti proprio alla lanterne rouge Francis Le Bihan (Francia). I due sono gli unici superstiti della fuga da lontano e precedono di un soffio i sette big avvantaggiatisi all'ultimo passaggio su Capezzano vale a dire, nell'ordine, l'australiano Elliott, il danese Jan Christiansen, lo spagnolo Palomares, il Tugas Armindo Branquinho, l'azzurro Cangini, il kenyano Odhiambo ed il russo Zhelyakov. Tutti questi corridori sono accreditati del tempo del vincitore e guadagnano già margini importanti sulla concorrenza: decimo è infatti il tedesco Franz a 1'48", undicesimo a 3'05" il grande favorito della vigilia Sanjay Singh, mentre perdono addirittura 3'35" gli spagnoli Santos e Atienza, la speranza azzurra Emil Marcello e l'eritreo Habtom. Stesso distacco per i portoghesi Costa, Malagueta, Rodrigues e Cacho, infine Di Spirito paga la bellezza di 5'26".

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E questa è la classifica generale dopo due tappe, con la maglia rosa che cambia padrone ma resta in casa russa, passando sulle spalle di Rafail Zhelyakov. Lo avevamo già citato come uno dei favoriti alla conquista del Giro Baby e a questo punto, visti i pesanti ritardi già accumulati dai vari Singh, Santos, Atienza e Habtom, diventa automaticamente l'uomo da battere. Attenzione però anche a Christiansen, distante solo 4", mentre noi ci godiamo il terzo posto di Branquinho, quantomai momentaneo. Tra gli altri corridori attualmente in top ten, da non sottovalutare il kenyano Odhiambo.

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E dal Giro Baby ci spostiamo al Tour de Suisse, che si disputa in perfetta contemporanea e vede al via i Tugas-Pingo Doce in una delle loro migliori formazioni possibili: non c'è Rui Costa, è vero, ma Joaquim Silva e Jon Izagirre hanno nella corsa elvetica il loro principale obiettivo stagionale, e saranno supportati da altri ottimi elementi per le salite quali Treves, Henriques e Machado. Intanto, il primo acuto lo regala il redivivo Taylor Phinney (Rockstar Energy); a lui la cronometro di Ginevra per appena 1" nei confronti di De Gendt e Kung, con Schachmann e Lasse Norman Hansen a 4", Miles Scotson a 6" e quindi due italiani: Martinelli 7º a 7", Scurto 8º a 8"; chiudono la top ten Kruijswijk nono a 11" e il nostro Luis Henriques, buon decimo a 13". Joaquim Silva è solo 106º, ma perde relativamente poco: 37" in una prova di 10 km scarsi.

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La prima tappa in linea presenta subito un arrivo in salita, tutt'altro che banale, in cima all'ascesa di Alp Rionda: 13 km con punte abbondantemente oltre il 10% e un ultimo chilometro più pedalabile, ma su strada bianca. La tappa non delude le attese e la selezione è netta: primi big ad avvantaggiarsi all'inizio della salita dura sono il fresco vincitore del Delfinato Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale-Astana) e Louis Meintjes (Team Dimension Data), sui quali a 5 km dall'arrivo si riporta anche uno scatenato Joaquim Silva (Tugas-Pingo Doce) che prova subito a rilanciare, mentre il gruppo con tutti gli altri uomini di classifica - ad eccezione di Bardet, Gaudu, Mas, e naturalmente di Phinney, tutti ulteriormente staccati - viaggia già con oltre due minuti di ritardo.

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Silva non riesce a fare ulteriormente la differenza, e i tre arrivano insieme a giocarsi la vittoria allo sprint, dove a spuntarla è ancora Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale-Astana) il cui stato di forma è davvero eccezionale. Meintjes è secondo e Silva terzo, accreditati entrambi del tempo del vincitore. Abissali i ritardi di tutti gli altri: passano infatti ben 2'25" prima dell'arrivo dei primi inseguitori, che sono Arredondo, Gaudu (notevole la sua rimonta, dato che era stato tra i primi nomi a staccarsi a inizio salita), Dumoulin, Quintana, Chaves, Kwiatkowski, Kruijswijk, Jon Izagirre e Zardini; a 3'39" arrivano Treves e Bardet, Wellens a 4'20", Etxeberria, Preidler, De Gendt, Bakelants e Machado a 4'50": quattro Tugas nei primi venti e primo posto nella classifica a squadre per noi!

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La classifica, come vedete, è già fortemente condizionata, vedendo i tre corridori oggi protagonisti issarsi ai primi tre posti con grande margine. Pierre Roger Latour è maglia oro e si candida ad una doppietta Delfinato-Svizzera in precedenza centrata dal solo Froome, Meintjes insegue a 7" e il nostro Silva è terzo a 19". Da segnalare anche il settimo posto a 2'27" di Jon Izagirre, che consentirà ai Tugas di giocare su due tavoli nelle tante tappe di montagna che ancora mancano, a cominciare già da domani quando si arriverà ancora in quota, a Zermatt.

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Appuntamento a presto per i prossimi aggiornamenti in simultanea tra Giro Bio e Giro di Svizzera!

Modificato da smec-easyjet
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Mentre Latour si candida come interessantissimo outsider per il tour io confermo la mia scarsa vena da scommettitore, il mio cavallo (Atienza) e già distante anni siderali :D come quasi tutti i big. Sarà una lotta interessante visto che il russo non è un drago in salita ma vola a cronometro, mentre il danese vola in salita ma è fermo a crono!

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1 minute ago, Stylus said:

Mentre Latour si candida come interessantissimo outsider per il tour io confermo la mia scarsa vena da scommettitore, il mio cavallo (Atienza) e già distante anni siderali :D come quasi tutti i big. Sarà una lotta interessante visto che il russo non è un drago in salita ma vola a cronometro, mentre il danese vola in salita ma è fermo a crono!

cmq guarda, avendo già giocato questa tappa e la successiva (che devo ancora raccontarvi) posso però dirti che lo svolgimento tattico è anarchico proprio come nelle corse under 23, perché evidentemente i pochi corridori dotati di buone stats fanno una differenza enorme, e anche i corridori più forti, se restano indietro pure a media distanza dall'arrivo, faticano a recuperare. Tutto molto bello, e credo che di qui ad Assisi i colpi di scena non mancheranno.

Quanto allo Svizzera, ci credo davvero nella possibilità di vincerlo con Silva, speriamo!

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Al Giro Baby si fa subito sul serio, perché alla terza tappa è già tempo dell'arrivo in salita più duro: forse non in assoluto la tappa più difficile, che sarà piuttosto quella di Lago Laceno, ma senza dubbio il finale dalle pendenze più dure, quelle che portano alla vetta dell'Antro del Corchia, nel comune di Stazzema. Siamo ancora in Toscana, dunque, e la partenza è stata data da Seravezza, terra natale del capitano del Genoa Marco Rossi nonché casa del nostro @.::Cancellara91::.. Già sui primi due gpm di giornata si è involato lo spagnolo Santos, tra i principali sconfitti della tappa di ieri e quindi a caccia di riscatto. Il vicecampione del mondo under 23 della cronometro ha tenuto a bada l'inseguimento condotto da un drappello di sette uomini del quale facevano parte anche il Tugas Hipólito Costa ed il leader della Zalf Di Spirito, pure lui alla prova d'appello dopo gli oltre cinque minuti patiti sul traguardo di Forte dei Marmi. Ancora più distante il gruppo della maglia rosa, che ha attaccato l'Antro del Corchia con quasi sei minuti di ritardo da Santos.

E spostiamoci allora al traguardo per darvi conto dei distacchi tra i big a cominciare, naturalmente, dalla vittoria solitaria di Matías Santoso (Spagna), rivelatosi irraggiungibile per tutti: eccolo superare la linea d'arrivo a braccia alzate.

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In seconda posizione, dopo avere a sua volta seminato tutti i contrattaccanti, conclude Luca Di Spirito (Zalf-Euromobil-Fior) staccato però di ben 2'42".

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In terza posizione l'altro spagnolo di punta, Juan José Atienza (Spagna), artefice della scalata in assoluto più veloce: pensate infatti che aveva iniziato la salita finale addirittura in ritardo rispetto al gruppo della maglia rosa, e che alla fine è stato capace di risalire fino al gradino basso del podio di giornata, ed il passivo di 3'41" pagato nei confronti di Santos è comunque quasi dimezzato rispetto a quello che separava i due ai piedi dell'Antro del Corchia. Quarto a 3'50" è Tobias Knaup (Germania) che invece faceva parte del gruppetto di Di Spirito e del nostro Costa.

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Certo non ai livelli di Atienza, che lo ha raggiunto e superato, ma pur sempre una grande scalata è quella compiuta da Rafail Zhelyakov, che conclude in quinta posizione a 4'15" da Santos e salva la maglia rosa dall'assalto dello spagnolo, guadagnando per altro nei confronti di tutti gli altri rivali diretti. La top ten si conclude con il sesto posto dello sloveno Vulic a 4'34", poi il secondo della generale, il danese Jan Christensen, settimo a 4'53", quindi Marcello e Verdejo a 5'01" e il keniano Wanjohi Odhiambo decimo a 5'53". Rispetto ai corridori che questa mattina occupavano le prime posizioni della classifica, le defezioni principali sono quelle dell'australiano Elliott - 15º a 8'47" ma comunque davanti ad un ancora deludente Singh, solo 17º a 9'05" - e del nostro Branquinho, 27º a 9'47" e risultato, comunque, il primo Tugas-Tap a tagliare il traguardo una volta ripreso Costa.

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La nuova classifica generale vede quindi Rafail Zhelyakov (Russia) sempre al comando e con un margine incrementato ma ora al secondo posto c'è proprio Matías Santos, portatosi ad appena 36" e quindi tornato in corsa, e alla grande, per la vittoria finale. Tutt'altro che tagliato fuori anche Jan Christiansen, terzo a 42", che ora avrà dalla sua una serie di frazioni mosse in cui cercare di tendere un'imboscata sui due rivali, scelta obbligata in vista della cronometro di Maddaloni in cui fatalmente cederà altro terreno al russo e allo spagnolo. Odhiambo risale a sua volta fino al quarto posto davanti a tre protagonisti di giornata: lo sloveno Vulic, il tedesco Knaup e soprattutto Atienza, che deve davvero mangiarsi le mani per il tempo perso sulle prime due salite, altrimenti avrebbe potuto arrivare in parata con Santos. In casa Tugas-Tap abbiamo il 13º posto a 6'19" di Branquinho ed il 25º a 10'32" di Malagueta, ma sapevamo che sarebbe stato praticamente impossibile fare classifica.

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E veniamo ora al Giro di Svizzera che oggi proponeva, a sua volta, un arrivo in quota, alla rinomata stazione sciistica di Zermatt. Più della pedalabile ed irregolare salita finale, però, il piatto forte di giornata erano i tre, tosti gpm precedenti. Subito in apertura la salita di Champex (1ª categoria) e a seguire il Col du Lain (hors catégorie) in cima al quale sono transitati in testa appena quattro corridori. Tre di loro, Tugas: il brasiliano Éder Treves, preventivamente mandato all'attacco per fungere da testa di ponte, e i due leader Jon Izagirre e Joaquim Silva, quest'ultimo terzo in classifica a soli 19" dalla maglia oro Latour. Con loro anche il nono della generale, la maglia rossa di miglior giovane David Gaudu (PMU.fr).

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L'azione dei portoghesi non era però stata promossa con l'obiettivo di andare già fino all'arrivo, distante ancora 135 km, ma piuttosto nella speranza di scremare il gruppo dei big. E così nel corso della lunga discesa Silva e compagni, che erano arrivati ad avere al massimo una cinquantina di secondi di vantaggio, si rialzano. Anche perché la corsa attraversa ora un lungo tratto di fondovalle, che termina a Sion dove è posto il traguardo volante che Silva, per non saper né leggere né scrivere, va a prendersi con una fagianata, recuperando così tre preziosi secondi a Latour. 

A quel punto la strada torna a salire alla volta del terzo gpm di giornata, un altro 1ª categoria, quello di Crans Montana. Ed è ancora Éder Treves (Tugas-Pingo Doce) ad attaccare, seguito questa volta da corridori che non fanno paura a Latour, vale a dire Jan Bakelants (OmegaPharma-Q8) e Marcel Wyss (Team Roth). È semmai proprio Treves, 13º in classifica a 4' e rotti dal leader, a costringere a lavorare le squadre avversarie: su tutte la Ag2r della maglia oro, ma anche i Milka-BMC qui capitanati dall'austriaco Preidler. Dopo avere toccato un vantaggio massimo di 3'20", nell'ulteriore tratto di fondovalle che precede l'ultima salita al terzetto restano ormai solo una manciata di secondi.

A quel punto, quando siamo già nel primo tratto della lunga ascesa verso Zermatt, Treves viene fatto fermare dall'ammiraglia Tugas, mentre in testa al gruppo si verifica l'attacco del numero 2 della classifica, Louis Meintjes (Team Dimension Data): ecco il sudafricano nel momento in cui raggiunge Jan Bakelants e Marcel Wyss che, complice anche la facilità della salita, riescono a stargli a ruota. Mancano ancora 20 km all'arrivo e la salita sarà tutta così: lunghi falsopiani alternati a brevi strappi.

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Meintjes viene tenuto sottotiro dal gruppo, condotto dai Tugas con lo stesso Treves e Machado; il sudafricano viene anzi raggiunto e per un altro paio di volta prova a ripartire in contropiede, seguito in un'occasione anche da Latour. Ma sono sempre i portoghesi a chiudere tutte le porte, in più le caratteristiche della salita rendono davvero difficile fare la selezione. Tanto che si arriva all'ultimo chilometro con un gruppo ancora molto folto, forte di 45 unità: e saranno proprio gli ultimi mille metri, per altro i più duri dell'intera ascesa, a decidere la corsa. Vediamo che il primo a partire è il colombiano Esteban Chaves (Sky-BikeExchange), sul quale provano a chiudere Jon Izagirre (Tugas-Pingo Doce), Julian Arredondo (Beijing-Lenovo) e Georg Preidler (Milka-BMC).

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Ed è proprio di Jon Izagirre la progressione migliore: il basco è il primo a riportarsi su Esteban Chaves e alla sua ruota c'è anche Joaquim Silva. Due Tugas al comando a 1.200 metri dall'arrivo, i più duri! Vediamo che da dietro prova a rinvenire anche la maglia oro Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale) che ha già nel mirino Georg Preidler e Julian Arredondo, mentre ancora non si vede Meintjes, probabilmente affaticato dagli attacchi precedenti.

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A 600 metri dall'arrivo Jon Izagirre termina il proprio lavoro e Joaquim Silva va da solo, staccando anche Esteban Chaves e involandosi verso il traguardo: attenzione però anche allo stesso Pierre Roger Latour, ora in gran rimonta!

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Ma non c'è più tempo per il francese, Joaquim Silva (Tugas-Pingo Doce) vince a Zermatt!
Terzo successo stagionale in altrettanti arrivi in salita, dopo quelli di Malga Scanuppia al Trentino e del Monte Ortobene al Giro d'Italia

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L'ordine d'arrivo recita dunque primo Joaquim Silva, a 25" Pierre Roger Latour, Dumoulin e Chaves; a 45" Kwiatkowski, Quintana, Jon Izagirre, Arredondo, Kruijswijk, Mas, Louis Meintjes, Wellens, Preidler, Bardet e Wyss. Ancora più staccato Gaudu, che termina a 1'24" in gruppetto di cui fanno parte, tra gli altri, anche Zardini, Moser, De Gendt, Bakelants, Bernal, Fraile, il campione del mondo Gallopin, quello italiano Pirazzi e il nostro Machado.

E per effetto di questi risultati, Joaquim Silva (Tugas-Pingo Doce) è la nuova maglia oro! Il 27enne portoghese si trova per la prima volta in carriera al comando di una corsa World Tour, e lo fa con 13" di vantaggio su Latour e 46" su Meintjes. Molto più distanti tutti gli altri, a cominciare dai temibilissimi olandesi Dumoulin e Kruijswijk, staccati rispettivamente di 2'39" e 3'01". Sempre in top ten anche Jon Izagirre, ottavo con 11" di vantaggio su un Nairo Quintana fin qui molto nascosto non solo allo Svizzera, ma nell'arco di tutta la stagione che ha evidentemente focalizzato sul Tour.

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E dalle strade di Giro Baby e Tour de Suisse, anche per oggi, è tutto!

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Dopo le emozioni del primo arrivo in salita, il Giro d'Italia Baby lasciava oggi la Toscana per le Marche presentando una tappa intermedia, adatta ai velocisti a patto che le ruote veloci non si facessero sorprendere dallo strappo di Monte Villa Musone, inserito nel circuito finale da ripetersi tre volte prima dell'arrivo a Loreto. Molto attivi i Tugas, che hanno provato a ripetizione ad inserirsi nella fuga con i vari Cacho, Costa e Caetano Malagueta. Proprio quest'ultimo è entrato nell'azione buona insieme al kazako Karpenko, allo statunitense Ferdinand e al belga Julius.

Ripresi i quattro attaccanti all'inizio dell'ultima salita di Villa Musone, in vista dello scollinamento ha abbozzato un tentativo anche Armindo Branquinho, subito rintuzzato, mentre ben più interessante è stata la stoccata dello spagnolo Juan José Atienza, partito ai 4 km dall'arrivo e ripreso solo negli ultimi 300 metri, a volata ormai lanciata, tanto da piazzarsi al nono posto. La vittoria va invece ad Allan Lockhead (Australia) davanti allo sloveno Bulajic e ancora al belga Flissens, già vincitore della prima tappa e in grado così di consolidare la propria maglia ciclamino: niente male, per un corridore che velocista non è e che in effetti a Pietrasanta aveva anticipato lo sprint, mentre oggi ci si è lanciato raccogliendo un ottimo terzo posto.

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Due gli italiani in top ten, Jader Erba ed Enrico Negro: entrambi della Mapei Sport, avrebbero dovuto tirare la volata a Riccardo Minali, che però non è andato oltre l'11ª posizione, segno evidente che qualcosa nel treno non ha funzionato a dovere. Quanto alla classifica, la maglia rosa resta per il terzo giorno consecutivo sulle spalle di Rafail Zhelyakov (Russia).

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In Svizzera, invece, la maglia che contraddistingue il leader è di colore oro e da questa mattina la indossa Joaquim Silva, dopo la grande vittoria di ieri a Zermatt. A fare da contraltare, in casa Tugas, il ritiro forzato di ben tre corridori finiti fuori tempo massimo, vale a dire Dias, Marinheiro e Videira. Di qui la scelta, nell'impossibilità di tenere la corsa, di mandare in avanscoperta Éder Treves in questa quarta tappa da Viège a Schubelbach, che presentava in avvio la lunga salita al Col du Grimsel.

Ritrovatosi all'attacco con Crescenzo Scurto (Bahrain-Merida) e Nick Van der Lijke (Saeco-Philps), il brasiliano ha potuto rimpinguare i punti della classifica degli scalatori nella quale già era al comando e inoltre, per lunghi tratti della corsa, è stato anche maglia oro virtuale, avendo solo 7'36" di ritardo da Silva ed essendo invece arrivata, la fuga, ad avere anche 13' di vantaggio. Quindi, sull'ultimo dei tre gpm di giornata, la salita di Rottenthurm a 40 km dall'arrivo, Treves ha anche cercato di andare via da solo, ma è stato raggiunto dai due compagni di avventura poco dopo lo scollinamento.

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A quel punto, è partito in contropiede Crescenzo Scurto (Bahrain-Merida) che va così a cogliere la sua prima vittoria da professionista!

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Successo in solitaria per l'abruzzese che vince con 1'08" su Van der Lijke e 1'58" su... Peter Sagan, uscito dal gruppo a metà tappa e andato a saltare, nel finale, anche Treves arrivato poi quarto a 4'55" dal vincitore. Con il gruppo a 9'55" regolato da Degenkolb, Treves ha comunque guadagnato 5' esatti scalando la classifica fino al quarto posto. In maglia oro c'è sempre Joaquim Silva ed un terzo Tugas, Jon Izagirre, occupa la nona posizione.

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E anche per oggi è tutto, alla prossima!

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Toc toc? c'è nessuno o siete tutti in ferie? vabeh, andiamo avanti...

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Il Giro d'Italia Baby prosegue con una frazione tipicamente marchigiana e i tanti muri che precedono quello finale di Tortoreto. Due i ragazzi in fuga: lo spagnolo del Team Contador-Flex Julién Guitart ed il Tugas-Tap Felipe Cacho. I due, arrivati ad avere una dozzina di minuti di vantaggio, ne hanno ancora 7'45" a 20 km dall'arrivo e sono quindi certi di potersi giocare la vittoria di tappa: grande occasione per noi!

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Purtroppo, però, è lo spagnolo a frullare via ai 22 km dalla meta, mentre il nostro Cacho cede di schianto. A Tortoreto vince Julién Guitart! (Contador-Flex)

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Crisi nera per Cacho, che sui 4 km della salita finale finisce addirittura inghiottito dal gruppo dei big, dal quale invece esce per andare a cogliere il secondo posto il tedesco Christian Franz, che chiude a 3'30" da Guitart. Dietro di lui il gruppo con tutti gli uomini di classifica a 3'41", messo in fila per il terzo posto dallo spagnolo Juan José Atienza davanti al lussemburghese della Mapei Sport Jacques Hellers e all'altro iberico Matías Santos, maglia verde grazie ai tanti punti conquistati l'altro giorno nella trionfale tappa di Antro del Corchia. Invariata la classifica, sempre guidata dal russo Rafail Zhelyakov.

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All'indomani si torna a salire oltre quota mille, ma l'arrivo è posto molto più in basso, nella cittadina di Torricella Sicura che fu tradizionale arrivo di tappa della Tirreno-Adriatico tra fine anni Novanta e primi anni Duemila. Anche oggi un Tugas-Tap all'attacco, ed è Caetano Malagueta che, date le sue doti di buon scalatore e soprattutto di ottimo discesista, risulta particolarmente adatto al percorso proposto. Con lui in fuga Fabio Zanoncelli (Team Colpack), il tunisino Rachid Essebsi (Dimension Data Continental) e gli olandesi Lennard Hofstede (Rabobank Development Team) e Sebastian Wylander, quest'ultimo portacolori della nazionale orange. E anche oggi i battistrada hanno guadagnato un vantaggio tale da andarsi a giocare la tappa.

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Purtroppo, però, come ieri Cacho anche Malagueta oggi viene a mancare proprio nel momento clou, rassegnandosi al quinto posto di giornata a 2'36" dal vincitore: e ad aggiudicarsi la tappa è l'olandese Sebastian Wylander, che sullo strappo finale lascia Fabio Zanoncelli a 14", Rachid Essebsi a 25" e Lennard Hofstede a 46".

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Di nuovo tutti insieme a 4'39" i big, regolati addirittura da velocisti puri come il russo Mihail Muradymov e Allan Lockhead, l'australiano vincitore a Loreto

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E dunque si arriva alla decisiva tre giorni finali con Rafail Zhelyakov (Russia) sempre in maglia rosa:

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In chiusura, un breve aggiornamento dal Giro di Svizzera che in questi due giorni presentava altrettante tappe interlocutorie, sulla carta destinate a concludersi in volata. Epilogo in realtà alternativo a Tettnang, quinta tappa, dove ad imporsi è l'ex campione del mondo Arthur Vichot (PMU.fr) in uno sprint a due sul veterano Ryder Hesjedal. I due precedono infatti di 1'20" il gruppo, la cui volata valida per il terzo posto viene vinta da Peter Sagan.

A Thalwil, invece, la sesta frazione si conclude come da pronostico in una volata a ranghi compatti che premia il tedesco John Degenkolb (OmegaPharma-Q8) davanti al connazionale Kittel e all'olandese Hofland; quarto un altro tedesco, il giovane Steve Eberl, mentre per i Tugas vanno in archivio un paio di tappe tranquille, che sanciscono la leadership di Joaquim Silva. Qui riproposta la classifica successiva alla quarta tappa, e da allora rimasta assolutamente invariata.

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Ancora per una settimana ci sono :D

La tappa della Torricella non la facevo per nulla di montagna (infatti credevo l'avessi rubata da una mia tirreno dove era collinare), ed infatti un nulla di fatto. Certo che i tuoi ragazzuoli son tanto pippe che è scoraggiante mandarli all'attacco 

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4 hours ago, Stylus said:

Ancora per una settimana ci sono :D

La tappa della Torricella non la facevo per nulla di montagna (infatti credevo l'avessi rubata da una mia tirreno dove era collinare), ed infatti un nulla di fatto. Certo che i tuoi ragazzuoli son tanto pippe che è scoraggiante mandarli all'attacco 

in realtà la tappa di Torricella ho dovuto cambiarla, perché mi crashava: ne ho recuperata una della Tirreno '98, con lo stesso arrivo ma prima il gpm di 1ª categoria ai Monti della Laga, su cui cmq ne gruppo della maglia rosa non è successo niente.

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È la tappa più lunga del Giro Baby e, con quella di Antro del Corchia, anche la più dura: un saluto a tutti da Lago Laceno, dove è atteso l'arrivo di questa settima frazione: sulla carta, l'ultimo ostacolo che divide Rafail Zhelyakov dalla conquista della corsa, dato che poi la maglia rosa avrà dalla sua la cronometro di Maddaloni, e che anche la salita di Assisi, dove domenica si concluderà il Giro, è decisamente pedalabile. Oggi invece, il Colle Molella posizionato a soli 5 km dall'arrivo chiama allo scoperto i rivali del russo, a cominciare naturalmente da Matías Santos e Jan Christensen, distanti rispettivamente 36" e 42".

Iniziamo intanto il nostro live dandovi conto della fuga di giornata: cinque gli uomini all'attacco con un vantaggio superiore ai sei minuti quando mancano 30 km all'arrivo. Si tratta dell'azzurro Andrea Cangini, del ceco Stanislav Julius della Klein Constantia, dello svizzero Moreno Lochmatter della BMC Continental, del venezuelano Genar Cadenas e del sudafricano Runako Kuhne (Dimension Data Continental). Tra questi, il meglio posizionato in classifica è Cadenas, 22º a 9'17" da Zelyakhov, che per molti chilometri è stato anche maglia rosa virtuale.

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Il gruppo transita da Montella, dove è posto l'inizio della salita di Colle Molella, con un ritardo di 5'36". Quasi impossibile andarli a riprendere.

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Il primo dei battistrada ad allungare in salita è lo svizzero Lochmatter, ma su di lui rinviene per poi tirare dritto German Cadenas, qui tra due ali di folla.

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E c'è subito selezione anche nel gruppo dei big, dove rimangono questi cinque corridori: in prima posizione il kenyano Wanjohi Odhiambo (Dimension Data Continental) seguito da Juan José Atienza (Spagna), dal lussemburghese Jacques Hellers (Mapei Sport), dalla maglia rosa Rafail Zhelyakov (Russia) e da Sanjay Singh (Australia). Leggermente più staccati il danese Christiansen - terzo in classifica e che davanti avrebbe Hellers, che però non lo sta aspettando -, il valdostano Di Spirito ed il Tugas Branquinho, ancora più dietro il secondo della generale Santos, che è in compagnia del solo Elliott e paga già una cinquantina di secondi dal gruppetto inquadrato. Situazione perfetta, quindi, per Zhelyakov che ha già distanziato entrambi i rivali diretti.

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Ed evade ora dal gruppetto della maglia rosa Juan José Atienza, 6º in classifica a 4'22" e quindi non una minaccia impellente per Zhelyakov.

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Alle spalle dello spagnolo c'è proprio Rafail Zhelyakov a condurre l'inseguimento, sempre tallonato da Hellers e Odhiambo mentre vediamo che rinvengono sulla maglia rosa anche Matías Santos (Spagna, in maglia verde) e Jan Christiansen (Mapei Sport). Gli altri componenti del drappello sono l'ex fuggitivo Kuhne e Sanjay Singh.

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In vista di Colle Molella German Cadenas, che pare aver fatto letteralmente il vuoto alle sue spalle...

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... ad 1'30" di ritardo passa Juan José Atienza che precede Cangini; intercalato, ancora in seconda posizione, c'è sempre lo svizzero Lochmatter

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Ed ecco anche la maglia rosa Rafail Zhelyakov in cima, a 2'38" da Cadenas e quindi 1'07" da Atienza. Insieme al russo c'è Jacques Hellers, leggermente più staccati Wanjohi Odhiambo, Matías Santos, Jan Christiansen e Sanjay Singh.

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Dal gpm all'arrivo restano cinque chilometri pianeggianti che costeggiano il lago, e si rivelano una passerella per l'eroe di giornata:
German Cadenas (Venezuela) vince a Lago Laceno!

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Seondo a 1'06" lo spagnolo Juan José Atienza, interessato soprattutto a recuperare quanto più possibile sugli altri big:

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Ed ecco, a 2'24", il gruppetto della maglia rosa, preceduto da Cangini che è ottimo terzo. La volata di questo drappello viene invece vinta da Jacques Hellers davanti a Moreno Lochmatter, Matías Santos, Vanjohi Odhiambo, Jan Christiansen, Rafalil Zhelyakov, Sanjay Singh e Luca Di Spirito della Zalf, riaccodatosi dopo lo scollinamento. Dispersi i Tugas: il migliore è ancora Branquinho, 20º a 5'35".

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Dunque anche la temuta tappa di Lago Laceno è passata, e Rafail Zhelyakov è sempre in maglia rosa con vantaggio immutato sui rivali

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Il russo arriva alla cronometro con la prospettiva di allungare ancora, dietro di lui recupera qualcosa solo Atienza che si porta a 21" da Odhiambo scavalcando lo sloveno Vulic, letteralmente crollato ed uscito di classifica al pari dello spagnolo Verdejo, mentre entrano in top ten l'eroe di giornata Cadenas e l'azzurro Marcello. Branquinho perde tre posizioni e ora è 16º, con un ritardo di 9'30". E da Lago Laceno è tutto, linea ora al Giro di Svizzera!


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Tappa di montagna anche al Giro di Svizzera, questo pomeriggio, per quanto l'arrivo in salita di Grindewald sia piuttosto pedalabile e, sulla carta, non dovremmo attenderci sfracelli. Intanto, però, iniziamo col vedere chi è in fuga: abbiamo lo specialista americano delle pietre Dadley Telford (Cannondale-Oakley), lo sloveno Kristijan Koren (Beijing-Lenovo), l'uruguaiano José Luis Miraglia (Team Rockstar Energy), il belga Jelle Wallays (Lotto-Australia Post) ed il portoghese Tiago Machado (Tugas-Pingo Doce). Anche oggi, quindi, Silva ha deciso di mandare in avanscoperta uno dei pochi uomini rimastigli al fianco, e pure Machado, come l'altro giorno Treves, potrebbe approfittarne per rientrare a sua volta in classifica, essendo distante solo 6'16" dal proprio capitano mentre la fuga ha ancora 4'30" di vantaggio a circa 25 km dalla conclusione.

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Prime rampe della salita finale, e in testa al gruppo si muovono due nomi extralusso, per quanto entrambi abbastanza lontani in classifica: si tratta di Nairo Quintana (OmegaPharma-Q8) e di Romain Bardet (Ag2r La Mondiale-Astana), con quest'ultimo che potrebbe fare da testa di ponte per il ben più pericoloso Latour.

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Soli 5 km all'arrivo, intanto, per i battistrada, rispetto ai quali prova ad avvantaggiarsi proprio Tiago Machado!

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Tiago Machado è in vista dell'ultimo chilometro, la salita dura è finita e ha ancora 25" sui suoi ex compagni di fuga, mentre Quintana e Bardet sono a 50".

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Solo 400 metri all'arrivo, e attenzione a Nairo Quintana che sta rinvenendo a doppia velocità!

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Nairo Quintana (OmegaPharma-Q8) beffa Machado e vince a Grindelwald!
Secondo alle spalle del colombiano Romain Bardet, terzo proprio Tiago Machado, quarto l'austriaco Georg Preidler (Milka-BMC) in rimonta

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Solo 19" di ritardo per il gruppo della maglia oro, regolato dal campione del mondo Tony Gallopin (Ag2r La Mondiale-Astana).

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Invariata la classifica per quanto riguarda le prime posizioni, così come non cambiano i distacchi nonostante un tentativo di allungo inscenato all'ultimo chilometro da Joaquim Silva e Jon Izagirre. Il portoghese mantiene la testa ma domani, nel tappone del Nufenenpass, dovrà per forza cercare di distanziare Latour, che altrimenti non dovrebbe poi avere grosse difficoltà a recuperare i 13" che attualmente ha di ritardo nella cronometro di Liestal. Risale invece dal decimo al sesto posto Quintana.

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Dalle strade del Giro Baby e del Tour de Suisse è tutto anche per oggi, a presto!

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Al Giro Baby è il giorno della cronometro della verità, che con ogni probabilità decreterà il vincitore tra l'attuale maglia rosa Rafail Zhelyakov ed il suo principale sfidante Matías Santos. Sotto il minuto di ritardo c'è anche Jan Christiansen (Mapei Sport), ma il danese non vale gli altri due avversari nelle prove contro il tempo e dovrà accontentarsi di difendere la sua terza piazza. E infatti il suo tempo è piuttosto alto, nono a 2'03" dallo sloveno Vulic che guida la classifica parziale.

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Molto meglio Matías Santos (Spagna), che infatti è già in dirittura d'arrivo e, come vedete, era arrivato quasi a riprendere Christiansen: lo spagnolo leader della classifica degli scalatori fa fermare i cronometri sul terzo tempo, a 23" da Vulic.

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Ma chi va ancora più veloce è proprio la maglia rosa, Rafail Zhelyakov: il russo eguaglia il tempo di Vulic e gli è alle spalle solo per questione di decimi. Ciò che più conta, però, sono gli altri 23" guadagnati a Santos, che a questo punto valgono una seria ipoteca sulla conquista del Giro Baby 2019!

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Questo dunque l'ordine d'arrivo che sancisce il successo di Senad Vulic (Team Pliva) nella cronometro:

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E questa la classifica generale che vede Rafail Zhelyakov (Russia) portarsi a quasi 1' di vantaggio alla vigilia dell'ultima tappa. Ai piedi del podio, Juan José Atienza scavalca Odhiambo andando ad occupare la quarta posizione, e cambiano anche diverse cose nella parte bassa della top ten: su tutte il balzo di Emil Marcello dal decimo al sesto posto che lo rende il migliore degli italiani e l'ingresso tra i primi dieci dell'australiano Sanjay Singh, grande delusione di questo Giro per il quale era stato indicato addirittura come l'uomo da battere.

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E spostiamoci adesso in Svizzera, dove era in programma la tappa regina con ben due gpm di montagna di categoria speciale e uno di prima: da Steffisburg alla vetta del Nufenenpass passando prima per l'HC del Susterpass ed il 1ª categoria del San Gottardo. Con le nostre immagini iniziamo proprio dallo scollinamento di quest'ultima salita, ad opera dei battistrada che sono, nell'ordine, Luis Henriques (Tugas-Pingo Doce), Pavel Kochetkov (Tinkoff-Velux), Andrea Trevisan (Geox-Segafredo) e Thomas Kauffman (Mapei-Trek). Ancora una volta, dunque, i Tugas hanno optato per inserire un uomo nella fuga.

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Alle spalle dei quattro, che erano arrivati a lambire il quarto d'ora di vantaggio e adesso a 34 km dall'arrivo conservano circa 9 minuti, c'è questo drappello di contrattaccanti interessante ai fini della classifica generale, perché comprende l'austriaco Georg Preidler (Milka-BMC) ed il belga Thomas De Gendt (Lotto-Australia Post), entrambi a poco più di 5 minuti di ritardo dalla maglia oro Silva, e oltre a loro anche un corridore interessante come Egan Bernal (Mapei-Trek) che a sua volta è a circa 7 minuti dal leader della corsa; chiudono la fila il catalano Enric Mas (Banesto-Santander) e, seminascosto, il basco Omar Fraile (Bahrain-Merida).

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I Tugas, ridotti ai minimi termini, fino a questo momento non hanno ancora potuto organizzare un inseguimento, e così in vetta al San Gottardo il gruppo della maglia oro sconta ancora un ritardo di 9'03" dai battistrada e, soprattutto, di 5'16" dal gruppetto di De Gendt e Preidler, con quest'ultimo che alla partenza era 17º a 5'23" e dunque si trova a soli 10" dalla maglia oro virtuale.

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Sulle prime rampe del Nunfenenpass entrano in azione anche gli uomini di altissima classifica: ecco infatti Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale-Astana) e Louis Meintjes (Dimension Data) - rispettivamente il secondo ed il terzo della generale a 13" e 46" da Silva - all'attacco con i colombiani Nairo Quintana (OmegaPharma-Q8) e Esteban Chaves (Sky-BikeExchange).

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In testa alla corsa, intanto, Andrea Trevisan rompe gli indugi e va all'attacco quando mancano 11,5 km all'arrivo. Mossa coraggiosa per il giovane portacolori della Geox-Segafredo, dietro al quale vediamo Luis Henriques e Pavel Kochetkov all'inseguimento.

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Rimescolamento in testa al gruppo dei big dove, una volta raggiunti Meintjes, Latour, Quintana e Chaves grazie all'azione del Tugas Machado, parte in contropiede il francese David Gaudu (PMU.fr) che indossa la maglia rossa di miglior giovane lasciatagli in dote da Éder Treves, detentore anche della maglia azzurra di re degli scalatori.

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L'attacco di Gaudu fa da sponda per il rilancio del connazionale Pierre Roger Latour, che ne approfitta immediatamente per affiancarlo e rilanciare: meno di 8 km all'arrivo e ancora un attacco da parare per Silva e compagnia.

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Tre chilometri più su, ai -5, Pavel Kochetkov rinviene su Andrea Trevisan e rilancia; il Tugas Henriques, invece, s'è rialzato per attendere il capitano Silva qualora ci fosse bisogno di dare una mano per rintuzzare gli attacchi dei rivali.

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Per il momento, comunque, Machado e Treves se la stanno cavando egregiamente perché anche il secondo tentativo di Latour è stato annullato. Si muove ora un compagno di squadra di Meintjes, il polacco Michal Kwiatkowski (Dimension Data) che a sua volta è ottavo a 3'04" dalla maglia oro.

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Il primo a saltare alla ruota di Kwiatkowski è Tom Dumoulin (Sunweb-Giant), 5º in classifica a 2'39" da Silva. Si forma dunque una coppia molto interessante, composta da corridori che nella crono finale di domani avranno un'ulteriore occasione per recuperare terreno, e non vanno quindi sottovalutati.

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Ma attenzione perché vediamo che in questo momento Joaquim Silva (Tugas-Pingo Doce) si trova nell'ultima posizione del gruppetto! Momento molto difficile per la maglia oro che non solo non sembra avere le forze per rispondere a Kwiatkowski e Dumoulin, ma rischia addirittura di perdere contatto anche da Meintjes e Latour che continuano ad essere i suoi rivali principali!

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Intanto è già al traguardo Pavel Kochetkov (Tinkoff-Velux), primo sul Nufenenpass!
Il 33enne russo, che non aveva mai vinto da professionista, conquista il secondo successo in dieci giorni dopo la tappa del Delfinato

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In vista dell'ultimo chilometro i big del Tour de Suisse, e vediamo che il gruppo dei migliori si è ulteriormente frazionato e Joaquim Silva è rimasto staccato; la maglia oro insegue, da solo, con una decina di secondi di ritardo da un gruppetto in cui si riconoscono il suo compagno di squadra Jon Izagirre, la maglia rossa David Gaudu, il campione del mondo  Esteban Chaves, Nairo Quintana, Julian Arredondo della Beijing e soprattutto Pierre Roger Latour che ha con sé Romain Bardet e il campione del mondo Tony Gallopin (Ag2r La Mondiale-Astana). Chi invece è segnalato in difficoltà trovandosi in ritardo anche rispetto a Silva è il sudafricano Meintjes.

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Al traguardo i primi inseguitori di Kochetkov, ed è il lussemburghese della Mapei-Trek Thomas Kauffman a chiudere in seconda posizione, tallonato da Georg Preidler della Milka-BMC che lo ha raggiunto giusto sulla linea del traguardo ed è terzo davanti a Thomas De Gendt (Lotto-Australia Post), Andrea Trevisan ed Egan Bernal. Per tutti, il ritardo dal vincitore è di 58", saranno invece 1'23" per Enric Mas e Omar Fraile che vediamo sopraggiungere in lontananza.

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Ed è in grande rimonta Joaquim Silva, che all'ultimo chilometro piomba sul gruppetto di Latour e tira dritto!

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All'arrivo anche Michal Kwiatkowski e Tom Dumoulin, nono e decimo a 2'33" da Kochetkov, 1'35" da Preidler e De Gendt.

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E grazie alla grande accelerazione prodotta nel finale, Joaquim Silva va a raccogliere l'11ª posizione a 2'57" dal vincitore, il che significa 1'59" da Preidler e De Gendt e solo 24" da Kwiatkowski e Dumoulin ma, soprattutto, qualche secondo recuperato nei confronti di Latour dal quale era in ritardo ad appena 1,5 km dall'arrivo!

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Eccolo il gruppetto di Pierre Roger Latour, che è proprio l'ultimo a chiudere la fila alle spalle di Romain Bardet, Esteban Chaves, Nairo Quintana e Julian Arredondo: tutti a 3'10" da Kochetkov e, quindi, a 13" dalla maglia oro Silva. Identico distacco anche per Gaudu, Gallopin e Jon Izagirre, arrivati al traguardo subito dopo Latour e non inquadrati.

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Arriva invece con 3'51", staccato di 54" da Silva, Luis Meintjes che vediamo in coda a questo drappello comprendente Steven Kruijswijk (Beijing-Lenovo), Edoardo Zardini (Sidi-Pinarello) e Tim Wellens (Lotto-Australia Post).

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Dunque questa è la nuova classifica generale alla vigilia della cronometro finale di Liestal: 26 km contro il tempo ai quali Joaquim Silva (Tugas-Pingo Doce) si presenterà in maglia oro, forte di un vantaggio raddoppiato nei confronti di Latour - da 13" a 26" - ma comunque ancora insufficiente per considerarsi al sicuro dalla rimonta del francese. E attenzione anche a Dumoulin, che rimane al quarto posto ma ora si trova a soli 2'15" e, da gran specialista qual è, potrebbe anche essere il corridore capace di mettere d'accordo i duellanti Silva e Latour. Fuori dai giochi per quanto riguarda il successo, invece, Meintjes, che a questo punto dovrà anzi fare una mezza impresa per salvare il podio.

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22 hours ago, Stylus said:

Latour è forte a crono? Io sono curioso nel vederlo al Tour..

Il russo penso sia il primo nella storia a riuscire nella doppia vittoria di tappa Dauphine-Suisse, non fosse altro che fino ad un paio d'anni prima si correvano contemporaneamente :lol:

In origine, Latour in Pcm 2013 non c'era neanche, l'avevo aggiunto un paio d'anni fa facendolo forte in salita e pippa a crono e sul passo; ma prima del Tour l'ho portato a 73 a crono dato che ha addirittura vinto i campionati francesi; invece mi pare che Silva abbia 67, quindi è a forte rischio.

Beh, lo stesso Latour aveva vinto tappa e classifica al Delfinato, e Froome aveva fatto doppietta due o tre stagioni fa, ora non mi ricordo quando; più che altro, questo Kochetkov non aveva mai vinto NULLA fino a una decina di giorni fa, e ora s'è vinto le due tappe regine di Delfinato e Svizzera. Ha 75 in salita e collina e tutti gli altri valori inferiori a 70, tant'è... ispettori Wada già avvistati fuori dal camper Tinkoff :D

EDIT: ho controllato e Latour ha 72 di valore a crono, ma Silva solo 63, e Dumoulin 80: sarà durissima...

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Ultima tappa del Giro Baby 2019, che verosimilmente incoronerà quale vincitore il russo Rafail Zhelyakov. Quest'ultima frazione, pur presentando l'arrivo in salita ad Assisi, non presenta infatti difficoltà tali da sconvolgere una classifica già assestata. Con le immagini siamo già ai piedi dell'erta finale, dove il gruppo sta per andare a riprendere il kazako Igor Polyakov che è l'ultimo superstite di una fuga a sei comprendente anche i portoghesi Costa e Malagueta, lo svizzero Lochmatter, il tedesco Dylong e lo sloveno Julius.

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Inizia la salita e, ripreso Polyukov, il primo ad attaccare nel gruppo dei big è uno spagnolo, Xavier Palomares!

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Alle porte della città vecchia, rinvengono su Xavier Palomares anche il tedesco Christian Franz e l'australiano Chris Elliott.

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All'inseguimento del terzetto di testa, tutto solo, si lancia Armindo Branquinho (Tugas-Tap Continental).

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Già in vista dell'arrivo i battistrada, ed è ancora Xavier Palomares a lanciare l'attacco!

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Più dietro, Armindo Branquinho è raggiunto da Luca Di Spirito (Zalf-Euromobil-Fior) e Wanjohi Odhiambo (Dimension Data Continental) che sono i primi uomini di alta classifica a muoversi, quando però siamo già all'ultimo chilometro!

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E può già esultare Xavier Palomares, vincitore dell'ultima tappa ad Assisi!
Terzo successo di tappa iberico dopo quelli di Santos ad Antro del Corchia e Guitart a Tortoreto.

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Christian Franz e Chris Elliott concludono, in seconda e terza posizione, nella scia di Palomares. Dietro, intanto, sono stati ripresi Branquinho, Di Spirito e Odhiambo e a 400 metri dall'arrivo va all'attacco un altro spagnolo, il quarto della generale Juan José Atienza (Spagna).

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Ed ecco Juanjo Atienza al traguardo, quarto a 19" dal proprio compagno di nazionale Palomares.

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A 30" dal vincitore, e quindi 11" da Atienza, il gruppo della maglia rosa Rafail Zhelyakov (Russia) che certifica così la vittoria in classifica. A metterlo in fila, per la quinta posizione, lo sloveno Milenko Cirkvencic (Team Pliva BWP) davanti al terzo della generale Jan Christiansen (Mapei Sport) e ad un altro russo, Hazret Anikin.

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Rafail Zhelyakov (Russia) ha vinto il Giro Baby 2019!
Sul podio con lui salgono Matías Santos e Jan Christiansen, Marcello e Di Spirito gli unici due italiani in top ten.

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16º a 13'08" il migliore dei Tugas-Tap, Armindo Branquinho: va così in archivio il ritorno del Giro giovani dopo una decina d'anni di assenza. Per la nostra formazione giovanile poche soddisfazioni, ma le aspettativa non erano maggiori. E ora linea al Giro di Svizzera dove, invece, Joaquim Silva si gioca la possibilità di conquistare la classifica generale partendo in maglia oro con 26" di vantaggio su Latour nella cronometro finale.


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Ed eccoci quindi a Liestal, per il racconto in tempo reale della cronometro conclusiva di questo Tour de Suisse alla quale Joaquim Silva (Tugas-Pingo Doce) si presenta in maglia oro di leader. Il 27enne corridore portoghese ha già perso, in questa situazione, un paio di edizioni della Volta di casa, e cercherà con ogni mezzo di scongiurare il ripetersi di un film già visto.

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E andiamo subito a vedere i verdetti all'intermedio, a cominciare dal tempo del terzo della generale Louis Meintjes (Dimension Data): il sudafricano è 36º a 1'04" da Tom Dumoulin che, quindi, virtualmente lo ha già superato avendo solo 35" da recuperargli alla partenza.

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Pierre Roger Latour (Ag2r La Mondiale-Astana) fa solo leggermente meglio: 24º a 58"

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All'intermedio anche Joaquim Silva, che al passaggio paga già 1'06" da Dumoulin e quindi, virtualmente, conserva 18" su Latour e 1'09" sull'olandese. Ora, però, per il portoghese inizia la parte per lui più critica, perché il tratto iniziale della crono era in salita mentre ora lo aspetta una discesa e soprattutto una parte finale in cui spingere il rapportone.

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Già al traguardo, intanto, l'altro Tugas di classifica, Jon Izagirre, che alla sua ultima uscita in maglia di campione spagnolo a cronometro chiude al 10º posto parziale a 1'30" da colui che detiene il miglior tempo al traguardo, vale a dire il campione del mondo Stefan Kung, della Milka.

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Tempo, quello di Kung, che viene migliorato di 14" da Tom Dumoulin (Sunweb-Giant), che potrebbe anche insidiare la maglia oro!

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Conclude Louis Meintjes, 39º a 2'26" e dunque superato in classifica non solo da Dumoulin, ma anche dal proprio compagno Kwiatkowski.

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In dirittura d'arrivo Joaquim Silva mentre Latour, non inquadrato, ha chiuso 30º a 2'08" subendo il soprasso di Dumoulin!

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Ed ecco anche Joaquim Silva all'arrivo... pure lui finisce dietro Dumoulin, dal quale paga ben 3'08"!

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Tom Dumoulin ha vinto il Giro di Svizzera 2019!
Sul podio, con l'olandese, Pierre Roger Latour al secondo posto e Joaquim Silva al terzo

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Ennesima beffa a cronometro per Joaquim Silva, che già alla Volta a Portugal del 2016, in cui si rivelò, era passato dal primo al quarto posto finale nella prova contro il tempo conclusiva. E che pure lo scorso anno, nel 2018, passo dalla prima alla seconda posizione: in entrambi i casi, suoi giustizieri furono due Tugas, vale a dire Tiago Machado e Nicolau Casqueiro. Se non altro, però, questa volta per 2" Silva salva il terzo posto dall'assalto di Kwiatkowski, ed è il suo primo podio in una gara a tappe del World Tour. Jon Izagirre, invece, sale di un gradino concludendo al settimo posto, per effetto del soprasso effettuato ai danni dei colombiani Chaves e Quintana, e di quello patito da De Gendt.

Anche dal Giro di Svizzera è tutto, appuntamento a presto con i campionati nazionali!

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On 26/8/2017 at 0:01 PM, superalex said:

Grosso limite quel valore a crono, potevi fare poco..

eh già, mi ci vorrebbe un Proudhomme portoghese che iniziasse a disegnarmi le gare a tappe su misura come fanno al Tour per Bardet... e invece @Stylus mi ha pure fatto un Giro con una crono da 60 km! :D

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  • 2 weeks later...

A brevissimo si riparte col il Tour de France! riposto la presentazione fatta l'autunno scorso:

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Un saluto a tutti dal Palais de Congres di Parigi Bercy per la presentazione della 106ª edizione del Tour de France, della quale nulla, fino ad ora, è trapelato nelle indiscrezioni della vigilia. Rullo di tamburi e... su il sipario!

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Quattro anni dopo il via dato da Saint-Hélier, il Tour de France partirà nuovamente dalla Bretagna, e lo farà con una tappa davvero d'eccezione: il percorso originale della suggestiva Tro Bro Léon (nella foto sopra, un'immagine della gara)- una sorta di Roubaix bretone - da L'Aber Wrac'h a Lannilis. Saranno tre, nel complesso, i giorni nell'estremo nord-ovest dell'Esagono: le due frazioni successive consistono nella Brest-Lorient, per velocisti, e nell'arrivo al sempre ostico Mûr de Bretagne, da ripetere addirittura tre volte.

La quarta tappa, da Auray a Saint-Jean-de-Monts, porterà il gruppo in Vandea per un nuovo, probabile epilogo in volata, salvo sconvolgimenti portati dal vento atlantico; la successiva Nantes-Nantes è una cronometro a squadre di soli 26,5 km, che quindi non dovrebbe avere grossi effetti sulla classifica. Si prosegue con altre due tappe prevalentemente pianeggianti - quelle di Niort e Bordeaux - a precedere l'unico sconfinamento di questa edizione della Grande Boucle, quello di San Sebastián, per un'ottava tappa che proporrà nel finale le salite all'Alto de Garate, Alto de Jaizkbel e Alto de Arkale. Quindi, la velocissima San Sebastián-Pau, a precedere il primo giorno di riposo.

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Alla ripresa, il menu propone la Pau-Rével per una probabilissima fuga da lontano, con la Côte de Saint-Ferréol, nel finale, a decretare il vincitore. All'indomani, però, le cose inizieranno a farsi decisamente più impegnative con il tappone pirenaico, che sarà anche l'unica giornata in vetta alle montagne che separano la Francia dalla Spagna: partenza da Tolosa e arrivo alla stazione sciistica Gavarnie-Gèdre Les-Espécière (foto sopra) dopo 199 km e tre gpm: il Col des Palomières (6,3 km al 6,1% di media e 9% di massima), l'immancabile Col du Tourmalet (18,2 km al 7,7% di media e 13,6% di massima) e l'inedito arrivo in quota, una salita piuttosto impegnativa lunga 9 km con una media dell'8,8% che è però il risultato di tratti in falsopiano alternati a strappi che arrivano fino al 16,4%.

Solo una toccata e fuga, quella sui Pirenei, che si salutano già il giorno dopo scalando il Col des Arés nella prima parte della Bagnères-de-Luchon-Carcassonne (foto sotto), la più tipica tappa da fughe. Un grande classico la 13ª tappa da Albi a Mende con la dura rampa della Croix-Neuve/Montée Jalabert (3,7 km al 9% di media e punte dell'11%) subito prima della conclusione all'aerostazione: l'ultima volta che era stata affrontata, alla Grande Boucle del 2016, era stato però in occasione di una cronometro.

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La seconda settimana si conclude con altrettanti arrivi in salita: quello al Mont Aigoual (21,4 km al 5,1% con picchi al 9,6%) nel sud-est del Massiccio Centrale, già proposto al Tour del 2015, e quello al Mont Faron, la salita di 6 km al 7,8% medio con pendenze massime del 16,7% che domina la città di Tolone. Due ascese completamente diverse, quindi, per un penultimo fine settimana di gara che inizierà a fare la gamba ai corridori in vista dei fuochi d'artificio finali.

La terza settimana si apre subito con una tappaccia, la Fréjus-Nizza, 205 km sotto la chaleure con ben sei gran premi della montagna da affrontare, fra i quali il Col de Vence (8,6 km, media 5,4%, massima 8,5%) a metà strada ed il Col d'Èze (6,3 km, media 7%, massima 11,6%) prima della picchiata sulla Promenade des Anglais. Dopdodiché, il decisivo trittico alpino che si apre con la Nizza-Briançon e le salite in successione all'interminabile Col de la Bonette (24 km al 6,8% di media e punte al 12,1%), al Col de Vars (12,5 km, media 6,5%, massima 11,3%) e al Col d'Izoard (16 km, media 6,7%, massima 12%).

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Ma il vero tappone del Tour de France 2019 sarà il successivo, la 18ª frazione da Briançon al Col de Jaundri, con il Col du Galibier (18 km, media 5,8%, massima 11,7%) in apertura, seguito dal Col de la Croix de Fer (14,3 km al 5,9%, punte al 10,4%), Alpe d'Huez-Col de Sarenne (complessivamente circa 20 km di salita al 12%, intervallati da una breve discesa) e salita finale lunga ben 25,4 km, con una pendenza media del 9%, massima del 17,2% e gli ultimi chilometri su strada sterrata (foto sopra): si tratta, infatti, del prolungamento della salita a Les Deux-Alpes. Assolutamente una giornata da bollino rosso.

Dopo tre giorni consecutivi oltre i 200 km, la 19ª tappa della Grande Boucle sarà invece una frazione sprint, di appena 91,5 da Bourg d'Oisans a Villard-de-Lans: partenza pianeggiante seguita da una breve discesa, quindi la Côte de Laffrey (8,7 km al 6,2% e punte al 14,7%), un altro tratto di fondovalle e il Col de Saint-Dizier de Moucherotte (15,3 km, mdia 6,2%, massima 11,6%) a precedere la breve rampa che conduce all'arrivo: 3,5 km al 6,5% che arrivano fino al 10,6% nei tratti più duri.

E prima dell'apoteosi sui Campi Elisi, l'unica cronometro indiviuale: 41,1 km vallonati con partenza e arrivo a Grénoble che si sommano ai 26,5 della cronosquadre di Nantes, per un totale di appena 67,6 km contro il tempo a fronte di cinque tappe di alta montagna, altrettante di media montagna e sei arrivi in salita. Un Tour de France per scalatori, quindi, ma che conferma la recente tendeza dei grandi giri ad evitare gli eccessi dei primi anni duemila.

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