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PORTUGAL'S GOT TALENT


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Per il proprio debutto nel World Tour, la Argos Oil punta forte sui giovani velocisti tedeschi John Degenkolb e Marcel Kittel, sul talento dello scalatore francese Alexandre Geniez e sulla follia di Johnny Hoogerland, ingaggiato dalla Vacansoleil. Altri nuovi arrivi di razza sono l'olandese Lieuwe Westra, che torna nel grande ciclismo dopo un anno di transizione alla Veranda's Willems, e Kevin De Weert, prelevato dalla OmegaPharma-Quick Step dove non aveva grosse possibilità di correre da capitano nei grandi giri: cosa che invece potràn fare nel team olandese. Attenzione anche al giovanissimo Niek Van Geffen, cresciuto nel vivaio della Caja Rural e portato in Argos Oil dal procuratore Jacopo T91: potenzialmente, è un corridore che potrà dettare legge nei grandi giri di domani. Sempre dal team navarro, arriva anche lo spagnolo Aitor Galdos, discreto velocista che tiene bene anche sulle salite brevi. Nuova avventura, dopo anni da luogotenente in grandi squadre, pure per Linus Gerdemann, vincitore in gioventù di una tappa al Tour de France che avrebbe fatto sperare, per lui, in una carriera decisamente migliore. A sua volta, Tom Veelers è un velocista che fino ad oggi ha stentato ad affermarsi a livelli assoluti, facendo comunque incetta ogni anno di numerosi successi in gare di secondo piano. Koen de Kort è reduce da una buona stagione in Continental, Dominik Nerz cerca il grande salto dopo i primi anni da professionista in maglia Liquigas.

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In passato vi abbiamo raccontato dell'Astana del dopo Contador. Quest'anno sarà per il primo dell'Astana del dopo Vinokourov, perchè, dopo mille annunci e altrettanti ripensamenti, il kazako ha definitivamente appeso la bici al chiodo. L'intenzione - dimostrata anche dalle trenate di "Vino" in favore dello spagnolo al recente campionato del mondo di Valkenburg - era quella di trattenere Valverde e di costruire una solida squadra attorno a lui per le classiche e i grandi giri: ma l'Embatido ha scelto di tornare alla corte di Etchavarri e Unzué accettando l'offerta della Movistar, così i cosacchi hanno pensato bene di soffiare Joaquín Rodríguez ai cugini della Katusha e di fare, per lo scalatore catalano, ciò che avrebbero fatto per il suo collega murciano. Così, oltre a Purito, sono stati ingaggiati anche il basco Mikel Nieve, in arrivo dalla disciolta Euskaltel, e il veneto Daniele Pietropolli, lasciato libero dalla Lampre del nuovo corso firmato andy93. Nomi che vanno ad aggiungersi a quelli dei confermati Maxim Iglinskiy, Janez Brajkovic, Robert Kiserlovski, Kevin Seeldraeyers, Frederik Kessiakoff ed Enrico Gasparotto, tutta gente con ottime attitudini chi per le classiche vallonate, chi per le brevi gare a tappe. Senza dimenticarci, naturalmente, di quel Roman Kreuziger che, accanto a Rodríguez, è l'uomo di riferimento di questa squadra. C'è poi il forte contingente italiano che, oltre ai già citati Pietropolli e Gasparotto, confida anche nella crescita dei giovani Jacopo Guarnieri e Simone Ponzi, sulla consacrazione di Francesco Gavazzi e sulla voglia di continuare di Mirco Lorenzetto, uno che sembrava intenzionato a smettere al termine della passata stagione. Pattuglia italiana di cui invece non fa più parte Paolo Tiralongo, passato alla Katusha. Tra i kazaki, ritiratosi Vino è appunto Iglinskiy il corridore più rappresentativo, con Aleksandr Dyachenko e Andrey Kashechkin in seconda battuta e un giovane, Sergey Shved, di cui si parla un gran bene in prospettiva futura.

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I Galacticos che nella passata stagione hanno conquistato la Sanremo con Thor Hushovd, l'Amstel Gold Race con Greg Van Avermaet e obiettivamente poco altro, essendo stati traditi soprattutto da un Philippe Gilbert pesantemente condizionato dagli infortuni che gli sono costati soprattutto la campagna delle classiche, ripartono naturalmente da questi stessi grandi nomi - compreso il 35enne Cadel Evans per i grandi giri - consapevoli che la classe non è acqua e i risultati dovranno per forza arrivare. Nell'elenco deve rientrare naturalmente anche l'ex campione del mondo Alessandro Ballan, sebbene ormai da anni non riesca più a ripetersi sui livelli del biennio d'oro 2007-08, mentre ci si aspetta il salto di qualità da Eros Capecchi, Taylor Phinney e, soprattutto, Tejay Van Garderen, che ha chiuso il 2012 alla grande portandosi a casa il Tour of Beijing. Marco Pinotti e George Hincapie garantiscono esperienza, Marcus Burghardt e Manuel Quinziato sono ottime spalle per le classiche del Nord, Dario Cataldo è stato ingaggiato dalla OmegaPharma-Quick Step per essere il capitano della squadra al Giro d'Italia. Il britannico Adam Blythe è la speranza per le volate, gli svizzeri Matthias Frank, Marcel Wyss e Johan Tschopp sono i puppilli dell'elvetico Rehis, il magnate loro connazionale e proprietario del team. In squadra altri due italiani, il confermato Mauro Santambrogio e Fabio Taborre, premiato dal passaggio in World Tour per i buoni risultati ottenuti nelle ultime due stagioni, soprattutto nel calendario italiano

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L'anno scorso era toccato alla Cofidis, nel 2013 sarà invece la FDJ-BigMat l'unica rappresentante francese nel World Tour. La squadra di Marc Madiot si compone quasi essenzialmente di corridori di casa, fanno però eccezione l'espertissimo Juan Antonio Flecha, che eredita dal ritirato Guesdon il ruolo di capitain de route per le classiche del nord, il velocista bielorusso Yauheni Hutarovich e il passista canadese, ma comunque francofono, Dominique Rollin. Tutti gli altri, dicevamo, sono atleti nazionali: le stelle si chiamano Arnold Jeannesson e Thibault Pinot, vale a dire due migliori nomi che ad oggi possano spendere i nostri cugini d'oltralpe in fatto di speranze per le gare a tappe, con il primo in realtà già abbastanza maturo per cercare da subito il risultato. Ancora giovane è anche Romain Sicard, uno dei tanti orfani Euskaltel, che correrà per la prima volta in una squadra francese, poi ci sono il sempre battagliero Julien El Fares, reduce da un anno in Team Type 1, il velocista William Bonnet e gli all-rounder Jérémy Roy e Anthony Roux. Corridore solido e adatto al pavè è Steve Chainel, talenti di assoluto valore sono Arnaud Demare - "protetto" del procutare Sauber 96 - e Pierre-Herni Lecuisinier, entrambi campioni del mondo due anni fa a Copenhagen: il primo tra gli under 23, il secondo addirittura tra gli juniores.

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Profondi cambiamenti in casa Garmin: dopo un anno di transizione, in cui soprattutto la cessione di sua maestà Hushovd si era fatta sentire, gli americani sono tornati pesantemente sul mercato ingaggiando corridori di nome: su tutti, senza dubbio l'olimpionico Samuel Sánchez, reduce da un epico duello con Contador alla Vuelta che, sebbene lo abbia visto uscire sconfitto per un soffio, ne ha comunque rilanciato le quotazioni anche per i grandi giri, alla faccia dei 34 anni compiuti. L'altra stella di prima grandezza sarà l'ex campione del mondo Tyler Farrar, e cioè colui che, da solo, nel 2012 ha portato avanti la baracca a suon di volate vinte al Giro e al Tour. E poi c'è Edvald Boasson Hagen, strappato dalla Sky a suon di milioni di euro: la speranza è che il giovane norvegese non dia vita, con Farrar, ad un nuovo dualismo interno come quello vissuto nella stagione appena passata con Cavendish. Per quanto riguarda il contingente classiche del nord, per un Heinrich Haussler che non è più quello di un tempo, c'è invece un Sep Vanmarcke in grande crescita, mentre Vansummeren è passato alla corte di Cancellara, in RadioShack. Interessante da seguire la crescita di Michel Kreder, uomo veloce al pari dell'altro neoacqisto Jake Keough e di Koldo Fernández che, sussurrano i bene informati, ha avuto un ruolo fondamentale nel convincere il connazionale - ed ex compagno di squadra in Euskaltel - Samuel Sánchez ad accettare l'offerta degli americani. Dalla Spagna arriva anche Victor De La Parte, discreto cronoman messosi in luce nelle gare a tappe iberiche delle ultime due stagioni. Thomas Dekker non è più quello di prima della squalifica, ma rimane un buon corridore, mentre da Peter Stetina e soprattutto Daniel Martin ci si attende uno scatto in questo 2013.

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Rimane una squadra a forte trazione australiana, la GreenEdge, con pochi movimenti di rilievo all'attivo in questo mercato. Soprattutto per quel che riguarda i big, i nomi sono gli stessi della passata stagione: da Simon Gerrans a Michael Albasini per quanto riguarda le classiche vallonate, da Matthew Goss ad Allan Davis per le volate, da Sebastian Langeveld a Jens Keukeleire, passando per gli esperti Mathew Hayman, Baden Cooke e Stuart O'Grady, per quanto concerne invece le classiche del Nord. Confermati anche Rory Sutherland, Pieter Weening, Chris Sutton e Julian Dean, valide alternative rispettivamente per gli arrivi in salita, i primi due, e per quelli in volata i secondi, così come veloce è il lituano Aidis Kruopis. Continua a sentirsi la mancanza di un nome per le grandi gare a tappe, mentre ci si attende che continuino a crescere i baby Michael Hepburn, Luke Durbridge, Jack Bobridge, Cameron e Travis Meyer.

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Orfani di Joaquín Rodríguez, i russi hanno sicuramente perso un corridore di prima grandezza senza averlo sostituito a dovere. Certo, Simon Spilak e Yury Trofimov dimostrano di avere fatto progressi notevoli, ma l'uomo di riferimento continua ad essere un Denis Menchov ormai non più di primo pelo. Parecchio stagionato è anche il principale nuovo acquisto, Paolo Tiralongo che, con Giampaolo Caruso, si dividerà i gradi di capitano al Giro d'Italia. Daniel Moreno non ha seguito Purito in Astana, preferendo giocarsi le sue carte per la Vuelta, Alexander Kristoff è un velocista emergente mentre Denis Galymzianov dovrà prima risolvere i suoi problemi con l'antidoping. Via crucis per la quale, in passato, è già transitato anche Vladimir Gusev, rimasto oggi un corridore nè carne nè pesce. Xavier Florencio e Ángel Vicioso sono due spagnoli con i numeri per primeggiare in corse minori, Pavel Brutt ed Eduard Vorganov due attaccanti in grado di mettersi in mostra su percorsi misti, Serguei Ivanov è il vecchio capitano che non vuole saperne di mollare che, con le dovute proporzioni, rappresenta per la Katusha ciò che Vinokourov è per l'Astana.

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E veniamo, finalmente, alle squadre di casa nostra: nel mezzo della scorsa stagione, all'indomani del Giro d'Italia, la Lampre-ISD ha vissuto l'ennesima rivoluzione interna del suo passato recente, con l'approdo di andy 93 al timone del team in sostituzione di Beppe Saronni, e la conferma di Roberto Damiani in ammiraglia. Ritiratisi Garzelli e Spezialetti, e lasciato partire Pietrpolli, il nuovo team manager ha blindato i capitani Michele Scarponi e Damiano Cunego, all'ombra dei quali stanno crescendo due giovani del calibro di Diego Ulissi e Andrea Guardini, trattenendo con sè anche il polacco Przemyslaw Niemiec e lo sloveno Grega Bole. Un autentico colpo di mercato è stato l'ingaggio dalla Rabobank dell'australiano Michael Matthews, campione del mondo under 23 a Geelong 2010. Altro nome nuovo e di sicuro avvenire, quello del 23enne Elia Favilli, l'anno scorso alla Farnese. E attenzione anche al baby Davide Talamacchi, 18enne promosso tra i professionisti direttamente dagli juniores, esperimento compiuto in passato anche da un certo Filippo Pozzato. Per Talamacchi, di cui si parla un gran bene in prospettiva classiche e grandi giri, garantisce elfede98. Compleatano la squadra, oltre alla solita nidiata di ucraini voluti dal co-sponsor ISD, altri uomini interessanti come gli scalatori Marco Marzano e Simone Stortoni, i velocisti Davide Viganò e Davide Cimolai e il cronoman Adriano Malori

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Passano gli anni, ma la Liquigas continua a ruotare intorno agli stessi tre nomi: Ivan Basso, Vincenzo Nibali e Peter Sagan. E anzi, con il passare del tempo sono soprattutto questi ultimi due ragazzi, ogni anno più forti e maturi, a prendere le redini della squadra. Nella loro scia, poi, continua la crescita di altri talenti che rispondono ai nomi di Elia Viviani, Daniel Oss, Moreno Moser, Cayetano Sarmiento e Daniele Ratto. Quest'anno, poi, dalla Colnago arriva pure Enrico Battaglin. E se tra la vecchia guardia c'è da segnalare l'addio di Szmyd, che ha scelto di mettere fine alla propria carriera, la speranza è che l'ottimo rendimento delle ultime stagioni valga un po' più di libertà a Valerio Agnoli. Quella libertà che ha per contratto anche il francese Christophe Le Mével, italiano d'adozione per avere sposato una ragazza del nostro paese. Daniele Callegarin, Federico Canuti, Paolo Longo Borghini, Alessandro Vanotti e Cristiano Salerno sono altri ottimi luogotenenti, il 19enne Luca Pacioni un 19enne neoprofessionista fatto passare grazie ai buoni uffici del procuatore Superalex.

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Alejandro Valverde è tornato a casa: dopo le peripezie conseguenti alla sua squalifica per doping e il ritorno all'Astana perchè un anno fa la Movistar non poteva garantirgli il World Tour essendo a rischio retrocessione, questa volta il campione murciano ha potuto finalmente riabbracciare i suoi compagni dei tempi della Caisse d'Epargne, formazione con la quale ha raccolto i maggiori successi della propria carriera. Capitano in seconda della formazione iberica è però il nostro Giovanni Visconti, mentre Rubén Plaza é una carta buona soprattutto per le brevi gare a tappe spagnole. Gorka Izagirre un buon rinforzo in arrivo dall Euskaltel, Ángel Madrazo un combattente nato e David Arroyo uno specialista delle tre settimane che sembrà però avere imboccato il viale del tramonto. Al contrario, il colombiano Nairo Quintana è un corridore emergente, al pari del suo giovane connazionale Miguel Javier Soler, nipote dello sfortunato Mauricio, che ha voluto fortissimamente in squadra il suo scopritore RicRaf95. Completano il roster altri discreti scalatori come Sergio Pardilla, José Herrada e Branislav Samoilau, l'esperto Xavier Zandio, i cronomen Ignatas Konovalovas e Jonathan Castroviejo, il talentuoso Juan José Lobato pescato nell'Andalucía e un altro giovane transfuga basco, Pello Bilbao.

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Inutile dire che il grande boss della squadra sia Tom Boonen, che nelle sue classiche sarà supportato da Nick Nuyens, Gert Steegmans, Yohan Offredo e Nikolas Maes, per quel che riguarda le gare a tappe i nomi sono sempre quelli dell'inossidabile Levi Leipheimer e di Peter Velits, in attesa di capire se Tony Martin riuscirà finalmente a diventare qualcosa di più del più forte cronoman al mondo, cosa comunque non da poco. Tanti gli italiani, da Francesco Chicchi a Marco Bandiera, per arrivare ai giovani Matteo Trentin, sponsorizzato da Erol95, e Gianluca Repetto, neoprofessionista. Ci sono il ciclocrossista Zdenek Stybar, gli sprinter Gerald Ciolek e Matthew Brammeier, i passisti Frantisek Rabon, Bert Grabsch e David Le Lay.

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I tulipani sono tra le squadre che più hanno sofferto il ritorno nel ciclismo della Unibet, che ha soffiato loro corridori del calibro di Mollema e Kruijswijk, ma per le grandi gare a tappe possono pur sempre contare su Robert Gesink e su quel Wilco Kelderman rivelatosi al Giro d'Italia dello scorso anno. Luis León Sánchez e Carlos Barredo, invece, sono più adatti a corse di una settimana, al pari di Laurens Ten Dam. Per le classiche del Nord, le punte sono Matti Breschel e Lars Boom, supportati da Maarten Wynants e Coen Vermeltfoort; sulle Ardenne, oltre agli stessi Gesink e Barredo, ci proverà anche Paul Martens. Perso Matthews, passato alla Lampre, le ruote veloci sono quelle degli altri australiani Mark Renshaw e Graeme Brown e degli olandesi Theo Bos e Tom Leezer.

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Anche quest'anno i fratelli Andy e Frank Schleck non hanno badato a spese, andando a pescare sul mercato un luogotenente che, a differenza loro, un grande giro l'ha già vinto. Stiamo parlando, naturalmente, della maglia rosa Igor Antón, fiore all'occhiello di una campagna acquisti che comprende anche Yaroslav Popovych ed Oliver Zaugg, appiedati dalla Tmc, e l'altro basco Mikel Landa. Ad essi si aggiungono il campione olimpico della cronometro Maxime Monfort, le eterne promesse Jakob Fuglsang, Ben Hermans, l'austriaco Thomas Rohregger; tutti confermati a fronte, invece, della partenza di Bakelandts che si è accasato alla Unibet. Per quanto riguarda le classiche del Nord, lo stesso Fabian Cancellara ha avuto in dote nientemeno che Johan Vansummeren, che va ad aggiungersi a Grégory Rast, Kristoff Vandewalle e Maarten Neyens. Tony Gallopin e Giacomo Nizzolo sono giovani da tener d'occhio, Markel Irizar un uomo squadra che ormai compone la vecchia guardia del team. Vecchia guardia di cui invece non fanno più parte Horner e Posthuma, passati rispettivamente a Saxo Bank e Unibet.

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Con la cessione di Boasson Hagen, Mark Cavendish ha ribadito una volta di più di essere lui il leader inconstrastato del team inglese, almeno per quanto riguarda le volate, dove suoi apripista saranno ancora Bernhard Eisel e Geraint Thomas: un treno nel quale va ad aggiungersi anche un nuovo suddito di Sua Maestà, e cioè Ed Clancy. Gli stessi Eisel e Thomas, oltre a Ian Stannard e Christian Knees, saranno invece gli uomini da pavè, settore nel quale la squadra si è parecchio indebolita avendo perso non solo Boasson Hagen, ma anche e soprattutto Flecha. Altra cessione importante è, ovviamente, quella di Urán, solo parzialmente compensata dall'ingaggio della rivelazione Jonathan Tiernan-Locke. Capitolo grandi giri: qui il boss non può che essere Bradley Wiggins, spalleggiato da Chris Froome e Richie Porte. Ma occhio anche alla crescita di Sergio Henao e Peter Kennaugh, alla costanza di Kanstantin Sivtsov e al ritorno di Stephen Cummings, lo scorso anno in Bmc. Senza dimenticarci che in squadra c'è anche Thomas Lofkvist, lo svedese diventato, tra la sorpresa generale, il nuovo campione del mondo della cronometro. E per finire, un 22enne di belle speranze che punta a fare parlare di sè soprattutto per le corse a tappe: Robert Williams, scovato tra i dilettanti da Camenzind.

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