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[PCM2009 Story] E se perdi, sai ricominciare...


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Distacchi ormai incolmabili con gli uomini davanti, la presenza di gregari rendeva difficile l'accordo. Albasini cercò di imporre il ritmo per il suo capitano Kim Kirchen, mentre Nocentini prese il largo insieme a Schleck. Per Le Lay fu impossibile seguirli, ci provò, ma dovette arrendersi dopo pochi metri. Aveva bisogno di rifiatare.

Nello strappo successivo, il penultimo, rientrarono Evans e Gilbert. Il secondo tentò subito l'allungo, seguitro da Kirchen e l'unico che ebbe le forze, oltre che per giochi di squadra, per inseguirli fu proprio il francese che nella discesa si rifece sotto ai due.

5 km alla conclusione, Le Lay ancora in lotta per un posto nei 10.

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Il gruppetto si ricompatto nuovamente. Le Lay, che aveva fatto lo sforzo maggiore cercò di rifiatare qualche metro prima dell'inizio della salita conclusiva, a circa 2 km dalla conclusione.

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E fu di nuovo Gilbert, appena iniziato l'ultimo muro, seppur nella parte più facile, a tentare di attaccare. Kirchen anche si alzò sui pedali nel tentativo di andargli dietro mentre Le Lay, in ultima ruota, era ancora intento a riposarsi visto che nuovamente il compito di tenere il ritmo era affidato ad Albasini.

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chiaramente davanti erano ormai imprendibili. Valverde potè alzare le braccia al cielo in solitaria in questo ultimo appuntamento nelle ardenne dopo aver raccolto due podi. Dietro di lui fratelli terribili, inseguiti da un discreto Cunego. Poco più indietro arriverà anche l'ottimo Nocentini seguito da Fabian Wegmann a cui l'attacco anticipato ha regalato un importante piazzamento.

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Nel gruppo Le Lay, ancora in piena lotta per la decima posizione, Philippe Gilbert aveva preso qualche metro di vantaggio che gli permise di lanciara la volata sotto la flame rouge con un vantaggio probabilmente decisivo, mentre il francese aveva risalito il gruppo ed ora si stava lanciando all'inseguimento del belga. Lottando spalla a spalla con Vaugrenard, Kirchen e Albasini.

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Le Lay, nonostante l'ottimo spunto nel finale, non riuscì a colmare il leggero distacco accumulato da Gilbert ma i festaggiamenti ci furono lo stesso.

L'impresa, cercata nelle sei classiche del mesi di aprile, era finalmente arrivata. Un Agritubel era entrato nella top 10. Avevano dovuto aspettare l'ultima classica, forse la più dura, certamente la più prestigiosa, ma erano stati ripagati.

L'ottavo posto di David Le Lay, premiava una formazione che si era mostrata sempre in testa alla corsa, animando la corsa con tattiche spregiudicate e spettacolari, che alla fine non si erano rivelate solo fumo.

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Per D'arkness quella sera, finalmente, un pò di pace e serenità...

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Nahhhh le tattiche spregiudicate sono state solo fumo !!!

Le Lay ha fatto questo piazzamento decente solo perche' stavolta ha centellinato tutte le energie per il finale !!

Al rogo D'arkness , vabbe' che gli sono morte moglie , nonnina . amante , pappagallo e criceti ( in ordine inverso di importanza ) ma con le tattiche di gara non ci siamo !! :angry:

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  • 3 weeks later...

Un lungo silenzio. Quel che ci voleva dopo tanta mediaticità.

D'arkness aveva portato i suoi nelle tante piccole corse del continente, cercando di alternare i suoi corridori, regalando sempre bei momenti di ciclismo agli spettatori, spesso pochi, venuti a vederlo.

Ma si stava nuovamente avvicinando il momento delle grandi sirene. La corsa più importante del mondo di stava avvicinando, portando con sé le sue ansie e le sue responsabilità. D'arkness aveva sulle spalle le sorti di tanti uomini. La squadra stava per chiudere, da lui dipendava quindi il futuro di tante persone che grazie ai risultati e alla visibilità ottenuti avrebbero avuto contratti ed offerte per il futuro.

D'arkness questo lo sapeva, sapeva anche di dover scegliere nove corridori, solo nove, da potersi portare. Alcuni nomi erano inevitabili, ma scegliere non è mai facile.

Un primo assaggio doveva comunque arrivare, il più classico dei preludi era alle porte. Un primo confronto con la realtà che avrebbe dovuto affrontare il mese successivo. L'estate era alle porte, così come lo era l'inferno...

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Prima Tappa Dauphiné Libéré

Il primo vincitore di tappa e pertanto il primo ad indossare la maglia del primato fu una sorpresa. Un corridore di casa il cui talento era noto a tutti ma che in pochi avrebbero previsto in grado di trionfare davanti a nomi di assoluto valore come Bradley Wiggins, Andreas Klöden o Denis Menchov.

D'arkness nel vedere il tempo di questo ragazzo fu orgoglioso e dalle interviste traspariva tutta la felicità per la prestazione del suo pupillo.

Peccato che non corresse più per lui. Jerôme Coppel infatti, il vincitore del prologo del Dauphié Libéré 2009, non era più agli ordini di D'arkness. Dopo essere passato pro con e grazie al canadese, le loro strade si erano separate e il giovane cronoman era alla Française des Jeux, alla quale regalava questa inattesa maglia gialla.

Per Moreau comunque una prestazione positiva, 8° posto a 12" dal sorprendente connazionale.

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