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sateo

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Tutti i contenuti di sateo

  1. In Francia farebbero follie se si realizzasse la tua premonizione.
  2. Qualcuno mi sa dire perchè la High Road ha cambiato nome in Team Columbia???
  3. Cunego sta bene, ma soffre ancora un pò troppo i cambi repentini di ritmo in salita, spero che la condizione migliori in vista dei tapponi. Intanto già domani sia lui che Riccò possono già cominciare a farsi vedere con quegli ultimi 1700 metri al 7%.
  4. Mi piace questo Tour perchè fin dalla prima tappa ci sarà divertimento anzichè la solita prima settimana monotona e piatta. Tante montagne rendono la corsa imprevedibile anche se di ostacoli impossibili non ne vedo. Una corsa perfetta per Contador, peccato che non ci sia...scandaloso, ma lasciamo perdere. Ovviamente le speranze di noi italiani sono tutte in Damiano Cunego e se ne avrà anche in Riccardo Riccò.
  5. sateo

    Riccò al Tour

    Non credo possa ripetere il bel Giro di quest'anno, perchè il Tour è troppo una corsa per cronoman e poi perchè non sarà in forma come a maggio.
  6. Per la cronaca, il leader del Pro Tour è Cunego!!!
  7. Non vorrei che Cunego per migliorare a crono avesse perso un pò di brillantezza in salita!!!
  8. E' normale che Cunego non sia al top, la condizione ottimale dovrà averla tra un mesette quando il Tour affronterà Alpi e Pirenei.
  9. sateo

    Tour de Suisse 2008

    L'Analisi del Percorso Tour de Suisse 2008 Gli scalatori saranno senza dubbio i grandi protagonisti della 72a edizione del Tour de Suisse: due arrivi in salita e una sola cronometro, per di più in salita, sposteranno gli equilibri a favore di coloro che vanno meglio in salita. Nel complesso è un bel percorso, non durissimo (manca un vero tappone di montagna) proprio per venire incontro ai corridori che scelgono la Svizzera come ultimo test in vista del Tour de France. Molto interessante anche la presenza di alcune tappe miste che potrebbero darci indicazioni preziose in vista dei campionati nazionali che si terranno una settimana dopo la conclusione della corsa elvetica. Sabato 14/6 - 1a tappa: Langnau I.E. - Langnau I.E. (146 km) L'edizione 2008 del Tour de Suisse prenderà in via nella regione dell'Emmental, precisamente da Langnau. Un circuito di circa 40 km all'inizio con la salita di Chuderhüsi e poi due giri di un circuito un pò di lungo sempre con l'ascesa di Chuderhüsi che verrà però preceduta da quella di Schallenberg. Solo sull'ultima tornata si assegneranno punti gpm e dalla vetta dell'ultima salita mancheranno appena 17 km: gli uomini di classifica dovranno farsi trovare nelle prime posizioni e chi è dotato di un buono spunto veloce potrebbe indossare la prima maglia di leader. Domenica 15/6 - 2a tappa: Langnau I.E. - Flumserberge (197 km) Secondo giorno di corsa e subito il primo arrivo in salita. Prima parte di tappa molto vallonata in cui si creera una fuga a cui difficilmente il gruppo vorrà lasciare spazio. Le due salite di terza categoria non creerano alcun problema visto che tutti aspetteranno Flums, dove inizierà l'erta finale: poco più di 11 km con pendenze impegnative quasi sempre tra l'8% e il 9%. Qui vedremo il vero stato di forma di tutti i favoriti. Lunedì 16/6 - 3a tappa: Flums - Gossau SG (155 km) Tappa più semplice dal punto di vista altimetrico rispetto alle due precedenti. La difficoltà principale è il Kerenzerberg, salita di terza categoria posta dopo 20 km. Gli ultimi 60 km però sono piuttosto vallonati con un altro gpm di terza categoria (Girenbad al km 97) e uno di quarta, la salita di Andwil, posto a soli 5,3 km dal traguardo. Qualche velocista potrebbe presentarsi sul rettilineo finale con le gambe un pò dure. Martedì 17/6 - 4a tappa: Gossau SG - Domat-Ems (171 km) Sarà la tappa più facile di questo Giro di Svizzera: 171 km quasi interamente pianeggianti. Si ripartirà da Gossau e nella prima parte di costeggerà il Lago di Costanza mentre negli ultimi 70 km ci saranno due salitelle di terza categoria che non daranno fastidio ai velocisti. I corridori dovranno partire molto concentrati visto che nei primi km si dovranno attraversare molti passaggi a livello. Mercoledì 18/6 - 5a tappa: Domat-Ems - Caslano (190 km) Una frazione molto nervosa e impegnativa, assolutamente da non sottovalutare per chi ha interessi di classifica. Il Lukmanierpass dopo 70 km non fara selezione vista la distanza dal traguardo ma rimarrà nelle gambe chi non sarà in giornata. Il finale sembra quasi il percorso di una classica con il Monte Ceneri (affrontato al Giro dall'altro versante) e l'ascesa verso Cademario che potrebbero creare selezione o permettere ad un gruppetto di avvantaggiarsi e guadagnare secondi preziosi sul gruppo. Giovedì 19/6 - 6a tappa: Ambri - Verbier (188 km) Dopo la tappa ticinese arriva il secondo arrivo in salita. Dopo pochi km la strada inizierà già a salire verso i 2479 metri del Nufenenpass, vetta più alta di questa edizione. Da qui si entrerà nel cantone Vallese e sarà tutta discesa e pianura fino a Martigny dove la strada inizierà a salire dolcemente. La salita vera comincia a Le Cotterg quando mancheranno poco meno di 9 km al traguardo. La pendenza media sarà attorno all'8% quindi gli uomini di classifica dovranno dare battaglia e la classifica dovrebbe avere un volto già abbastanza delineato in attesa della cronoscalata. Venerdì 20/6 - 7a tappa: Gruyères - Lyss (171 km) La settima tappa presenta un tracciato favorevole ai velocisti ma lungo i 171 km da Gruyères a Lyss ci sarà ben poca pianura e per il gruppo potrebbe essere difficile organizzare l'inseguimento nel caso dovesse formarsi una fuga piuttosto numerosa. Il circuito finale con la salita di Lobsigen da ripetere tre volte (l'ultima a 9,6 km dall'arrivo) potrebbe favorire ulteriormente gli uomini in fuga: una frazione quindi che sarà aperta a più soluzioni. Sabato 21/6 - 8a tappa: Altdorf - Col du Klausen (Cronometro individuale-25 km) L'unica tappa a cronometro di questa edizione sarà anche quella decisiva: cronoscalata di ben 25 km da Aldorf fino al Klausenpass. Nei primi 12 km fino ad Unterschächen la salita sarà piuttosto facile intorno al 3-4% con un paio di strappi al 7%. La seconda parte di salita invece presenterò pendenze costantemente superiori al 7% con punte anche al 10%. Il Tour de Suisse aveva già proposto una cronoscalata del Klausen nel 1984 (vinse Breu in 55'01") e nel 1991 (vinse Millar in 54'33"). Domenica 22/6 - 9a tappa: Altdorf - Bern (168 km) La tappa finale dello "Svizzera" non sarà una semplice passarella ma presenta un disegno molto vallonato con molti mangia e bevi. Gli ultimi 30 km sono molto favorevoli per gli attacchi visto che ci saranno molti strappetti non impegnativi ma che non daranno respiro al gruppo. Difficile che succeda qualcosa tra gli uomini di classifica ma se i distacchi nella generale dovessero essere contenuti potrebbe succedere di tutto. (cicloweb) La startlist: http://www.cyclingnews.com/road/2008/jun08...8/?id=startlist Il Tour de Suisse è da sempre considerato come la corsa a tappe più importante dopo i Grandi Giri ed ora sia per la collocazione nel calendario, sia per la varietà dei percorsi è un'ottima preparazione per i campionati nazionali e per il Tour de France. Quest'anno spazio agli scalatori con due arrivi in salita ed una cronoscalata ma non mancheranno occasioni per gli uomini da classiche mentre gli arrivi in volata saranno caratterizzati da una spettacolare lotta tra Freire, McEwen, Zabel, Napolitano, Steegmans, Förster, Ciolek, Haedo, Duque, Rojas, Fernández e Renshaw, ottimi velocisti, molti dei quali in grado di dire la loro anche in tappe più impegnative. Sarà assente il vincitore della passata edizione, il russo della Caisse d'Epargne Vladimir Karpets reduce da una operazione subito dopo il Giro d'Italia e, per svariati motivi, mancheranno anche tutti i vincitori delle passate edizioni: proviamo a capire chi potrà inserire il suo nome nell'albo d'oro della corsa elvetica. (cicloweb)
  10. Sella - 9,5 La mina vagante di questo Giro. Su cinque tapponi di alta montagna (Pampeago, Fedaia, Plan de Corones, Monte Pora e Tirano) ne vince tre e colleziona un secondo (sfiorando un poker leggendario) e un sesto (terzo dei big) posto. In maglia verde sin dalla prima tappa, abbiamo imparato a conoscerne le lacrime dopo il guaio meccanico di Pescocostanzo e, dopo le mille vicissitudini di Cesena, la gioia incontenibile dopo le cavalcate dolomitiche. «Ho fatto il numero, ho fatto il numero!» continuava a ripetere infreddolito, quasi incredulo, in cima all'Alpe di Pampeago. Sì, Lele, hai fatto ben tre numeri che rimarranno scolpiti per molto molto tempo nelle nostre memorie. Contador - 9,5 Mezzo voto in meno per l'assenza nel carniere di una vittoria di tappa che avrebbe reso il suo Giro perfetto. Quando è stato visto boccheggiare sugli strappetti della cronosquadre di Palermo, in pochi pochi potevano immaginare un epilogo del genere. Invece è cresciuto giorno dopo giorno, difendendo con i denti in salita il vantaggio acquisito a crono. Il momento chiave probabilmente è stato sulla salita di Pietransieri, verso Pescocostanzo dove è stato lestissimo a seguire Di Luca e Riccò. Alberto, però, facci un favore, ritorna al Giro! Riccò - 9 Ha fatto il diavolo a quattro dalla prima alla penultima tappa, mancando però nell'ultima il colpo del kappaò. Spesso e volentieri si è dimostrato il più forte in salita ed è stato penalizzato oltremodo dal ritiro forzato di Piepoli (6,5 per le prime due settimane del pugliese) ritrovandosi completamente solo ogni volta che la strada saliva. Il secondo posto, condito con due belle tappe vinte e la maglia di miglior giovane, è un ottimo viatico per vederlo protagonista in futuro nelle grandi corse a tappe. Unico neo: a volta esagera con le parole. Ma anche questo fa parte del personaggio e noi gli vogliamo bene lo stesso. Bruseghin - 9 A 33 anni si toglie la più grossa soddisfazione della carriera salendo su quel podio che il suo capitano aveva mancato nelle scorse due edizioni. Regolarissimo, mai fuori giri perchè conosce molto bene i suoi limiti. In tutte le tappe dure abbiamo assistito allo stesso copione: ai primi scatti Marzio si faceva da parte per poi salire del suo passo che, la maggior parte delle volte, risultava essere superiore a quello di chi gli stava davanti. E come se non bastasse, nella crono a Urbino, si è lasciato alle spalle fior fior di specialisti cogliendo la sua terza vittoria da professionista. Pellizotti - 8 Ci crede fino all'ultimo chilometro dell'ultima tappa, ma, per il podio, deve arrendersi ad un Bruseghin formato super per soli 3". Quello ammirato nel corso di questo Giro è un Pellizotti molto diverso dal solito, propositivo, concentrato, senza quelle giornate no che spesso, in passato, ne hanno limitato il rendimento nel corso delle tre settimane. Sul passo Giau ha avuto la felice intuizione di attaccare Contador ma nessuno lo ha seguito, permettendo poi al madrileno di superare il momento di crisi e resistere bene alle sfuriate di Riccò sul Fedaia. Ciliegine sulla torta il successo contro ogni pronostico nella cronoscalata al Plan de Corones e la maglia rosa indossata per qualche giorno ad inizio Giro. Una sorpresa davvero piacevole. Menchov - 7,5 Gli va riconosciuto il merito di aver preso sul serio la corsa rosa al contrario del suo compagno Rasmussen - tanto per citarne uno - lo scorso anno che l'aveva "usata" come banco di porva per il Tour. Sempre con i primissimi in salita (a Pampeago si permette anche di anticiparli tutti) paga oltremodo sul suo terreno, la crono, condizionato a Palermo da una squadra non all'altezza e a Plan de Corones da un fastidio respiratorio. Verosimilmente sarà l'unico della top-ten a partecipare alla Grande Boucle e anche questa cosa gli fa onore. Denis, anche tu sei il benvenuto l'anno prossimo! Van den Broeck - 7,5 Oggetto misterioso fino alle rampe del Carpegna, dove lo abbiamo visto ribattere colpo su colpo alle accelerazioni di Di Luca. Di lì abbiamo cominciato a capire che il ragazzo c'era ed ha chiuso con regolarità pagando poco sia in salita che a crono dai migliori e conquistando una settima piazza davanti a gente come Di Luca e Simoni che ambivano a posizioni ben più alte. Non sarà il nuovo Andy Schleck ma speriamo non sia nemmeno il nuovo Van Huffel! Di Luca - 6,5 Ovvero quando è impossibile giudicare solo il piazzamento finale. Sì perchè l'ottava piazza per Danilo meriterebbe, se giudicata senza occhio critico, una sonora insufficienza. Gli oltre 4' pagati al suo ex gregario Pellizotti basterebbero da soli a spiegare il concetto. Ma negli occhi abbiamo ancora i suoi denti serrati nei momenti di difficoltà e soprattutto la splendida azione nella tappa del Monte Pora che ha (apparentemente) riaperto il suo Giro. Ci voleva tanto coraggio per fare una cosa del genere e lui l'ha fatta. E pazienza se il giorno dopo sia saltato sul Mortirolo. Riprovaci ancora, Killer! Pozzovivo - 7,5 Bel Giro per il trottolino lucano, sempre tra i migliori (sul Fedaia il migliore) in salita, con nessun passaggio a vuoto. Imparasse ad andare in discesa e a limitare i danni a crono, potremmo vederlo ancora più su nei prossimi anni, ma probabilmente resterà solo un nostro sogno. Nuovo Piepoli? Simoni - 6 Mezzo voto in meno perchè a 37 anni suonati non si può andare in crisi di freddo e giocarsi così l'ultima (?) occasione della carriera. Le gambe non sono più quelle di un tempo per il buon Gibo che, in effetti, più di una volta prova a far la differenza, senza tuttavia riuscirci. Gli va dato merito comunque di aver lottato con dei ragazzini (Contador ha 11 anni in meno di lui, Riccò 12) con l'entusiasmo di uno di loro. E ora sotto con i mondiali di mountain bike e poi sarà tempo di bilanci... Nibali - 5,5 Se fosse entrato nella top-ten il suo Giro sarebbe stato sufficiente. Paga ancora troppo in salita ai migliori, ma crescerà. Degni di nota 2-3 tentativi (Milazzo, Falzarego e giù dal Vivione con gli LPR), velleitari forse, ma che fanno capire che il ragazzo ha stoffa... Savoldelli - 6 Anche per lui vale il discorso del compagno di squadra Di Luca. Senza quell'azione sarebbe stata una bella insufficienza, ma in quell'occasione ha dimostrato abnegazione e visione della corsa fuori dal comune. È certo però che non potrà più lottare per vincere un grande Giro. Bettini - 7+ Con una vittoria di tappa sarebbe stato perfetto, ma non si possono togliere meriti al Campione del Mondo per la sua condotta di gara. Ancora non al top della condizione alla partenza, si è messo a servizio di Visconti quando Giovannino è stato in rosa, togliendogli le castagne dal fuoco in più di un'occasione. Quando ha fatto corsa per sé ha raccolto due piazze d'onore e sette piazzamenti nei 10, andando spessissimo all'attacco anche su terreni non propriamente adatti alle sue caratteristiche e chiudendo con un onorevolissimo 19o posto nella generale, che la dice lunga sul suo impegno. Frenato da una brutta bronchite nella tappa che forse gli si addiceva di più, quella di Varese. Se, come spesso fa intendere, a fine stagione lascerà, ci mancherà tantissimo. Visconti - 7 Una settimana abbondante in rosa ha reso ampiamente positivo il bilancio, ma nelle tappe vallonate ci si aspettava qualcosina di più dal campioncino siciliano, che spesso e volentieri era in affanno non appena la strada saliva. Bennati - 8 Tre tappe e maglia ciclamino portata a Milano parlano da sole. Non è stato irresistibile nelle volate - alla Petacchi, per intenderci - ma ha dimostrato una grandissima condizione nelle tappe mosse, chiudendo il Giro con una condizione straordinaria. E se quest'anno provasse a vincere in tutti e tre i GT? Cavendish - 8 Stessa votazione dell'aretino pur con una vittoria di tappa in meno perchè ha concluso il Giro tra lo scetticismo generale e per la volata spettacolare di Locarno "regalata" a Greipel (un bel 6,5 al tedesco mattatore del Down Under). Una delle grandi sorprese di questo Giro, potrebbe essere il nuovo McEwen (un sonoro 4 per l'australiano, ormai alla frutta) per il suo bruciante rush finale, dimostrato in più di un'occasione. Brutt - 7 Dopo le mille fughe pazze dello scorso anno, quest'anno fa il colpo grosso, vincendo la tappa di Contursi. Non lo abbiamo più visto all'attacco dopo quell'occasione perchè non è stato bene e ha alzato bandiera bianca alla vigilia della crono di Urbino. Kiryienka - 7,5 Dopo aver assaggiato l'asfalto siciliano nei pressi di Milazzo, il bielorusso dimostra un'insospettabile (per un pistard come lui) propensione per i tapponi di montagna e con tre fughe da lontano coglie due secondi posti (dietro gli scatenati Bosisio e Sella) e la vittoria nell'impegnativa frazione del Monte Pora. Bene in salita, discreto a crono: chissà se almeno in qualche breve corsa a tappe potrà dire la sua... Priamo - 7 Storia di un onesto corridore che ha coronato il sogno di una vita vincendo al Giro. Colpo d'occhio e condizione invidiabile hanno fatto il resto nella tappa di Peschici dove ha vinto, all'apparenza, senza nemmeno troppa fatica. Ma Matteo è giovane e saprà togliersi altre mille soddisfazioni. Bosisio - 8 Quando ha vinto, da semisconosciuto, il Giro del Lazio lo scorso anno, qualcuno aveva storto il naso sostenendo che il suo nome c'azzeccasse poco in un albo d'oro prestigioso come quello della corsa laziale. Quel qualcuno si è dovuto ricredere dopo questo Giro. Tappa e maglia rosa, il tutto impreziosito da una serie di azioni che hanno dato modo di ammirare tutto lo spessore di questo corridore. Aspettiamo la riconferma... Bertolini - 6,5 Grande vittoria di tappa nella giornata epica di Cesena, anche se lo aspettavamo più pimpante sulle montagne, accanto al suo capitano Simoni. Ma il tempo passa per tutti, anche per il buon Alessandro. Voigt - 6,5 Prima parte di Giro abbastanza deludente, ma riscattata dall'imperiosa cavalcata sul circuito mondiale di Varese che gli ha regalato, a 36 anni, la prima vittoria di tappa al Giro. Leipheimer - 4 A Palermo era una delle punte del temibile tridente Astana ma ben presto ha capito che non era aria per lui. Poco utile anche alla causa della squadra, non crediamo di esagerare se definiamo la sua corsa nulla (miglior risultato 9° nella crono di Urbino). Klöden - 5,5 Era vestito con i gradi di capitano, ma complice un virus che ne ha condizionato le prestazioni, si è messo completamente a disposizione di Contador dopo la prima débacle dolomitica. Indispensabile nella tappa del Monte Pora. Senza di lui il Giro avrebbe preso probabilmente un'altra piega. Possoni - 5 Partenza discreta ma poi sciolto come neve al sole sulle montagne Karpets - 4 L'unica attenuante (ma non sappiamo quanto possa giustificarlo) la caduta poco prima della partenza sulle strade di Palermo. Se arriva al Monte Pora con Cavendish qualcosa non va. Rujano - 5 Evita il 4 con l'impegno e un paio di piazzamenti nei 10, ma evidentemente non è questo che ci si aspetta da lui. Pinotti - 6,5 Si toglie la soddisfazione (aiutato dal vento) di vincere a Milano con la maglia tricolore (e arriva quarto ad Urbino) ma è praticamente inesistente nelle tappe in linea. Soler - n.g. Sfortunato il colombiano per la caduta nella seconda tappa che ne ha condizionato pesantemente le prestazioni e lo ha costretto al ritiro anticipato. Lo rivedremo sulle strade del Tour e, si spera, l'anno prossimo al Giro. Le squadre CSF Group - 10- Solo il podio poteva rendere perfettissimo il loro Giro strepitoso. Quattro vittorie di tappa (e non dimentichiamo le sfortune di Sella e Baliani in vista dell'arrivo a Pescocostanzo e Cesena), due atleti nei 10, maglia verde, classifica a squadre e la presenza costante (e spesso con più di un uomo) nelle azioni buone. E pensare che, dopo Cittadella, correvano solo in 6... Astana - 7,5 L'"Armada Invencible" che presentava al via tre atleti capaci di salire sul podio del Tour, si è dimostrata meno corazzata di quanto i numeri dicessero, ma abbastanza solida per difendere la maglia rosa. Sornioni nella prima parte di Giro, stretti attorno a Contador nell'ultima, decisiva settimana. LPR - 6,5 Criticabili forse per la condotta nelle prime tappe dove si sono spremuti un po' troppo, ma il capolavoro tattico giù dal Vivione è stato notevole. Nelle altre tappe pagano un Savoldelli non al meglio ma hanno avuto il jolly Bosisio che ha regalato loro l'unica soddisfazione parziale. Squadra tutto sommato giovane, cresceranno. Saunier Duval - 4 Uomini in fuga: zero. Uomini vicino a Riccò in montagna: zero. Penalizzati oltremodo da un Piepoli troppo presto fuori gioco, hanno in comune solo il nome con i dominatori dello scorso anno. Se vogliono tenere il campioncino di Formigine, gli mettano a disposizione una squadra adeguata. Quick Step - 6,5 Bettini a parte, hanno trovato la loro dimensione aiutando con abnegazione Visconti a difendere la sua maglia rosa. Interessanti Seeldrayers ed Efimkin, desaparecido Garate. High Road - 8 Con Csf e Liquigas sono i plurivincitori di questo Giro. La strategia di marketing di puntare su corridori giovani e veloci sta dando i suoi frutti e senza dubbio sono una delle squadre più interessanti del panorama. Oltre ai vari Cavendish, Greipel e Possoni, occhio a Tony Martin. Liquigas - 7 Quattro vittorie di tappa, la classifica a punti a squadre, la maglia ciclamino e un quarto posto nella generale sarebbero un ottimo bottino per qualsiasi squadra. Si sapeva che Nibali e Pellizotti difficilmente avrebbero potuto lottare per il podio (anche se, alla fin fine c'è mancato pochissimo), ma i verde-blu di Amadio ottengono probabilmente il massimo viste le forze in campo. Silence - 6,5 Mal vista dai più la loro scelta di lasciare tutti i big a servizio di Evans e del suo assalto al Tour, strada facendo hanno mostrato buone individualità nel loro giovane gruppo. Van den Broeck su tutti, ma meritano una citazione anche Lloyd e De Greef. Slipstream - 6+ Solo per aver vinto la cronosquadre. Per il resto non pervenuti. Tinkoff - 7,5 Con Petrov in classifica erano da 8, ma anche così sono grandi. Quest'anno optano per la strategia "non tantissime fughe, ma fughe buone" e così raccolgono due vittorie, tre secondi posti e un terzo posto. Unica nota stonata: Mazzanti, mai visto. Diquigiovanni - 5,5 Capaci di assistere Simoni in salita solo in rarissime occasioni, salvano la baracca con la vittoria di Bertolini a Cesena Lampre - 6 Praticamente solo il podio di Bruseghin e qualche timida azione da lontano. CSC - 5 La vittoria di Voigt è un po' poco per uno squadrone con grandi potenzialità come la squadra di Riis. Barloword - 5 Cardenas e Cummings (6 per le loro belle azioni da lontano) a parte, mai visti. Delude Gasparotto (un bel 4 per lui). Caisse d'Epargne - 5,5 Sembrano la brutta copia della Csf: come loro sono spesso presenti in forze negli attacchi importanti ma Joaquìm Rodriguez (6,5 per l'impegno del campione spagnolo) non è Sella e Rujano non è Pozzovivo. Tanta buona volontà ma risultati zero. Gerolsteiner - 3 L'insufficienza più grave non tanto perchè sono arrivati in due a Milano (Fröhlinger e Krauss) ma per come hanno gestito il caso Moletta. Rebellin da 6 finchè c'è stato. Milram - 4 Hanno capito che l'essere costruiti intorno ad un uomo solo ha i suoi lati negativi. In assenza di Ale-jet, cercano di sostituirlo con Zabel (voto 6, di stima) ma con scarsi risultati. Sembrano più svogliati del solito, quasi demotivati. (cicloweb)
  11. Il Giro buono di Contador Rosa finale per lui. Crono a Pinotti Alberto Contador ha vinto il Giro d'Italia. Così, lapidari. Non che ci fossero troppe speranze che le cose andassero diversamente (oddio, qualche piccola speranziella la si covava, per Riccò o Bruseghin, ma più che un sano realismo, era il cuore italico a pompare queste aspettative). E infatti lo spagnolo è stato fedele al suo andamento in questa corsa rosa: regolare, con prestazioni ottime ma mai esaltanti, interprete perfetto per un Giro la cui durezza (a cui si aggiungono le sfacchinate dopotappa tra un trasferimento e l'altro) ha contribuito a livellare i valori in campo (che già in partenza erano abbastanza omogenei). Nessuno ha fatto la differenza, e allora la differenza la fa Contador, quello che in queste tre settimane - tra i vari pretendenti - è andato meno peggio sia a cronometro che in montagna. Un corridore però di tutto rispetto, che a 25 anni ha già vinto due grandi giri (primo al Tour 2007), undicesimo di tutti i tempi in una classifica che vede primeggiare Bartali (22 anni, 10 mesi e 12 giorni per il suo secondo Giro, nel 1937), e in cui l'ultimo a entrare prima di Alberto era stato Ciccio Ullrich con la sua Vuelta del 1999. Contador vince il suo primo Giro d'Italia (e speriamo che torni a difendere il titolo l'anno prossimo) senza portare a casa nemmeno una tappa. Solo undicesimo anche nella crono conclusiva, una crono vinta da Marco Pinotti con 7" sul tedesco Tony Martin, 10" sul russo Ignatiev e 13" sul britannico Wiggins. Tutti comprimari che hanno beneficiato del fatto di avere il vento a favore quando hanno gareggiato, ben prima di Contador e di tutti gli altri uomini di classifica, che hanno trovato invece vento contrario, e per questo non sono riusciti a inserirsi nelle zone nobili dell'ordine d'arrivo. Solo undicesimo, Contador (a 39" da Pinotti, che onora al meglio il titolo di campione italiano a cronometro e che chiude alla grande un Giro più che discreto soprattutto nella prima parte), ma tanto gli basta per distanziare definitivamente Riccardo Riccò, che ha pagato quasi 2' al madrileno e termina quindi a 1'57" in una classifica in cui fino a stamattina era staccato di appena 4" dalla maglia rosa. Un secondo posto, per Riccò, che è comunque un traguardo ragguardevole, centrato a soli 24 anni in un Giro di cui è stato comunque grande protagonista, con due vittorie di tappa e rimanendo fino alla fine in corsa per la vittoria, malgrado una squadra non all'altezza (dopo il ritiro di Piepoli) e malgrado dei rapporti a dir poco burrascosi con mezzo plotone. Appassionante la lotta per il terzo gradino del podio: Bruseghin partiva coi favori del pronostico, ma l'ottima prestazione di Pellizotti (che aveva solo 5" di ritardo da Marzio) ha rimesso tutto in gioco: alla fine il friulano è riuscito a far meglio di Bruse, ma solo di 3". E quindi il podio gli sfugge per appena 2". In compenso a Franco resta la consapevolezza di poterselo giocare davvero, un grande giro. Ci riproverà. Così come ci riproverà Emanuele Sella, vero uomo-copertina del Giro 2008. Caduto, ricaduto, alle prese con forature e altre mille sfortune, ha saputo reagire da campione, vincendo 3 tappe alpine e dimostrando di poter anche lui ambire a conquistare un Giro: e noi lo aspettiamo fiduciosi. (cicloweb)
  12. Contador passa indenne il Mortirolo rispondendo alla grande ad ogni attacco di Sella, Riccò e Simoni. E può contare ancora su Colom che è in fuga solitaria con 1 km di vantaggio. Tattica perfetta degli Astana fino a questo momento. Troppo duro il Mortirolo per far la differenza.
  13. Vuoi che Contador non di almeno un minuto a crono (piatta) a Riccò???
  14. Oggi Contador potrebbe anche perdere la maglia rosa, ma l'importante per lui è non perdere piu' di un minuto che tanto domani li recupera a crono. In una tappa alpina di 224 km conta la resistenza piu' che la capacità di attacco (attenti Di Luca e Riccò), forse era la tappa piu' adatta a Simoni, ma ieri è crollato e oggi non credo riesca a vincere. Vedremo azioni importanti da lontano, perchè la salita finale dell'Aprica è semplice e poi c'è ancora discesa prima del traguardo.
  15. Domani mi aspetto grande bagarre, perchè vincere il Giro gli avversari di Contador dovranno farlo scoppiare e per riuscirci devono farlo impazzire dal primo all'ultimo chilometro, ma secondo non ce la faranno, troppo solido Contador.
  16. Come avevo previsto ieri oggi non è successo nulla di importante in termine di distacchi, anche se Di Luca e Menchov hanno perso un pò troppo e ora sono ad oltre 2 minuti da Contador (solidissimo). L'unico a poter far male allo spagnolo può essere Riccò, ma poi un' eventuale guadagno nelle ultime tappe sarà vanificato nella crono di Milano, quindi a meno che vada in crisi Contador è vicino a vincere il Giro ottenendo il massimo risultato col minimo sforzo.
  17. La crono che farà veramente differenza non sarà quella di domani, dove a meno che si verifichino clamorosi crolli, i distacchi tra i migliori saranno nell'ordine del minuto, ma saranno i 28 km verso Milano che faranno pendere l'ago della bilancia verso (probabilmente) Contador.
  18. Che tappa...che Giro!!! Una tappa spettacolare durissima con 5 passi dolomitici vinta da un corridore che in due giorni si è fatto 330 km in fuga, portando a casa due vittorie che sono qualcosa in piu' di due vittorie...signori e signore tutti in piedi per Emanuele Sella!!! Quasi in ombra a causa delle imprese d'altri tempi di Sella c'è il Giro di chi vuol vincerlo, un Giro equilibratissimo, con distacchi minimi, fatto di sguardi, parole, scatti e controscatti ma che alla fine non vede nè vinti nè vincitori. Ora è l'indomabile Contador a vestire di rosa, ma domani potrebbe succedere di tutto lungo i chilometri durissimi della cronoscalata di Plan de Corones oppure potrebbe succedere di tutto ma senza succedere nulla in termine di distacchi, un pò come oggi.
  19. Oggi prevedo un attacco di Piepoli (miglior scalatore del Giro) e sono curioso di vedere la tattica degli Astana se ognuno correrà per sè, oppure Levi e Kloden lavoreranno per Contador. L'arrivo finale è duro, gli ultimi 4 km hanno una pendenza media dell'11%. I distacchi non saranno grossi perchè l'Alpe di Pampeago è corta, ma bisogna vedere l'effetto che farà nella gambe il Passo Menghen.
  20. Quanto è potente Cavendish!!! E domani comincia il vero Giro!!!
  21. Bellissima vittoria di Bertolini su Lastras. Sfortunatissimo Baliani che mi sembra in grande forma e sulle tappe alpine lo prevedo sempre in fuga. Inutili gli scatti a 80 km dal traguardo di Riccò e Di Luca che stanno impazzendo perchè non riescono a staccare Contador che appare tranquillissimo come se stesse facendo una passeggiata. E ora stanno entrando in forma anche Simoni, Menchov e Kloden...in parole povere...da sabato comincia lo spettacolo!!!
  22. Kloden ha ragione, il giorno che Riccò vincerà un Tour de France potrà parlare!!!
  23. Giro d'Italia - Il borsino dei favoriti - Chi sale Con la volata di San Vincenzo si è chiusa la prima parte di Giro con il campione italiano Giovanni Visconti in rosa grazie alla lunga fuga verso Peschici. Fuggitivi che sono stati protagonisti vincenti anche nelle tappe di Contursi Terme (vittoria di Brutt) e di Pescocostanzo (vittoria di Bosisio). Proprio a Pescocostanzo, però, si è accessa la bagarre tra coloro che puntano al successo finale di questo Giro d'Italia dopo che ad Agrigento avevamo assistito alle prime "scaramucce". Le salite d'Abruzzo ci hanno lasciato quindi quattro corridori con una marcia in più rispetto agli altri: Contador, Di Luca, Piepoli e Riccò sono riusciti a fare il vuoto su una salita non troppo impegnativa e a guadagnare ben 50" su tutti gli altri. Il modenese della Saunier Duval è sembrato quello in condizioni migliori visto che è riuscito a seguire gli altri con una facilità di pedalata quasi disarmante, la stessa con cui è riuscito ad imporsi sui traguardi di Agrigento e Tivoli guadagnando così secondi preziosi grazie agli abbuoni. Di Luca è apparso un pò sofferente in alcuni frangenti ma è ancora il meglio messo in classifica tra i big e guadagnerà terreno su Riccò nella cronometro di Urbino. Cronometro nella quale Contador invece potrebbe guadagna molto sui rivali ma non è certa la sua tenuta nella terza settimana visto che non ha preparato il Giro in modo specifico. Attenzione anche a Klöden e Savoldelli che per ora hanno speso poche energie è che saranno certi protagonisti già da domani mentre tra le belle soprese di queste prime nove tappe bisogna segnala il danese Chris Sörensen e un ritrovato Emanuele Sella, sempre attivo e battagliero. Giro d'Italia - Il borsino dei favoriti - I rimandati La mancanza di un vero e proprio arrivo in salita in questa prima parte di Giro ha fatto sì che non si potesse capire il reale stato di forma di alcuni uomini con ambizioni di classifica. Per alcuni il primo test sarà la cronometro tra Pesaro ed Urbino mentre altri aspetteranno le grandi salite alpine. Chi di certo non teme queste le salite è Gilberto Simoni: un uomo di fondo come lui potrebbe esaltarsi nell'ultima settimana nonostante l'età cominci a farsi sentire ma i quasi 2' che lo separano da Di Luca non lo spaventano di certo. Chi invece ha corso bene per ora è Franco Pellizotti che pare più avanti nelle gerarchie di squadra rispetto a Nibali e che ha ottenuto buoni risultati ad Agrigento e Tivoli; bisognerà valutare la sua tenuta sulle tante salite dure dell'ultima settimana che spesso in passato ha mal digerito e che potrebbe vedere ribaltati i ruoli dei due Liquigas. Grande curiosità anche per Menchov che è in buone condizioni e che si metterà alla prova sulle Dolomiti e sul Mortirolo: il russo della Rabobank ha vinto due Vuelta ma le salite del Giro sono tutta un'altra cosa. Ovviamente non bisogna dimenticarsi anche di corridori come Petrov e Bruseghin che ad Urbino recupereranno qualcosa mentre suscitano grande curiosità Joaquím Rodríguez, promosso a capitano dalla Caisse d'Epargne, e Pozzovivo, 17° al Giro lo scorso anno e che quest'anno punta a migliorarsi. Giro d'Italia - Il borsino dei favoriti - Chi scende Le prime tappe di questo Giro, purtroppo, ci hanno lasciato anche qualche notizia negativa da uomini importanti che avrebbero potuto dire la loro in classifica generale. La prima di queste è il colombiano Soler, sofferente ad un braccio in seguito ad una caduta nella tappa di Agrigento: il capitano della Barloworld e stato più volte sul punto di ritirarsi e ha perso secondi importanti in molte tappe trovandosi ora a circa 2'30" dai primi favoriti; se riuscirà a sentire meno dolore potremmo vederlo protagonista nelle tappe alpine. In casa Astana si può stare tranquilli per le prestazioni confortanti di Contador e Klöden ma l'unico che forse non gioisce è Leipheimer: è vero che sarà la strada a decidere il capitano ma l'americano ha pagate qualche secondo di troppo dai migliori nelle prime tappe e se non dovesse fare una prestazione maiuscola nella cronometro di Urbino rischierebbe di trovarsi a lavorare per i due compagni di squadra nell'ultima settimana. Un'altra coppia piuttosto deludente fino ad oggi è quella targata Caisse d'Epargne, Karpets-Rujano. Una squadra sfortunata che ha patito ben due cadute in allenamento prima della cronosquadre di Palermo con Arroyo (10° l'anno scorso) che non è stato in grado di prendere il via. Sarà anche per via delle tante botte ma il russo non è mai riuscito a stare con i migliori perdendo terreno ogni volta che la strada saliva mentre diverso è il discorso per Rujano che, dopo una discreta prestazione nella seconda tappa, ha tentato di far saltare il banco inserendosi nella fuga di 38 uomini verso Pescocostanzo ma, una volta ripreso, è letteralmente saltato sprofondando a più di 16' dal vincitori di tappa Gabriele Bosisio. Trovandosi fuori classifica il venezuelano potrebbe avere molta libertà per cercare le fughe da lontano nei tapponi alpini che lo hanno reso famoso nel 2005. Non saranno delusioni vere e proprie ma da Possoni, Garate, Van Huffel e Spilak ci si aspettava qualcosa di più. Il bergamasco ha sofferto per una caduta e ora si trova un pò staccato dagli altri favoriti per la maglia bianca ma proverà ad essere protagonista nelle tappe di casa. Gli altri tre erano tutti nella maxi-fuga verso Pescocostanzo ma, chi più chi meno, si sono ritrovati tutti staccati e lontani dagli obiettivi della vigilia. (cicloweb)
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