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Da domani alla Castellina il congresso della ADISPRO

L’Associazione direttori sportivi di ciclismo terrà il convegno annuale dei soci domani (venerdì 23) e sabato 24 novembre a Sesto Fiorentino, al convento S.Lucia alla Castellina.

La due giorni di lavori prevede un intenso programma di relazioni che faranno il punto sulle prospettive dell’associazione, promotrice quest’anno della nascita della Association internationale directeurs sportifs. Sarà questo uno dei temi dibattuti durante l’incontro con le autorità federali che si terrà sabato 24 novembre alle ore 14.30.

A margine dell’incontro sarà attribuito “Il Timone 2007”, tradizionale riconoscimento alla carriera dell’associazione, che andrà quest’anno a Valdemaro Bartolozzi. Sarà, invece, Serge Parsani il primo vincitore del premio “L’ammiraglio d’Oro” istituito dal convento La Castellina.

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Davide Viganò: pronto a cercar riscatto

Davide Viganò riparte da zero. Per la sua quarta annata da professionista (ha esordito nel 2005 con il Team Androni Giocattoli), il ciclista milanese di Carate Brianza chiede a stesso il salto di qualità: «Arrivo da un 2007 sfortunato e avaro di risultati - spiega Viganò, che abbiamo incontrato in una pausa d'allenamento - e sono pronto a rimettermi in gioco». Viganò è rimasto fedele ai colori della Quick Step, la formazione belga in cui militano, tra gli altri, il campione del mondo Paolo Bettini e il fuoriclasse fiammingo Tom Boonen e il suo contratto con il team di Lefevre scadrà a fine 2008: «Ecco perché chiederò molto al nuovo anno: voglio partire subito forte anche per dimostrare di poter essere protagonista. Dopo tanta sfortuna spero di ritrovare al più presto la via del successo».

A marzo Viganò era caduto in allenamento procurandosi la frattura del secondo metacarpo della mano sinistra, poi si era concentrato sulle gare di fine anno correndo la Vuelta di Spagna, dove gli è riuscito di conquistare una quarta e quinta posizione. [d.vig.)

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Pedala con i campioni 2008, al via le iscrizioni

Da oggi è possibile aderire all’ottava edizione della “Pedala con i Campioni” in programma il prossimo 8 dicembre a Brinzio, in provincia di Varese. Nei diversi punti di iscrizione è possibile versare la quota associativa (dieci Euro) e ritirare il materiale che gli organizzatori hanno preparato per questa edizione che, come nel passato, è promossa dai corridori professionisti varesini: «Invito i giovani ciclisti varesini e i cicloamatori a partecipare ancora una volta a questo nostro evento - afferma Stefano Zanini - che penso ormai faccia parte della tradizione del nostro ciclismo e che, come sempre, avrà uno fine benefico con le quote associative che verranno interamente devolute ad alcune associazioni che operano nel sociale».

La “Pedala con i Campioni” è un appuntamento, giunto all’ottava edizione, proposto dai corridori professionisti varesini e allestito in collaborazione con l’Associazione Sportiva Amici del Ciclismo con il patrocinio della Federazione Ciclistica Italiana (Comitato Provinciale di Varese): negli scorsi anni ha potuto contare sulla presenza di affermati campioni delle due ruote a pedali e sui professionisti varesini che nell’anno 2000 diedero inizio a questa bella tradizione sportiva a scopo benefico, che ha portato in questi anni a distribuire il ricavato delle iscrizioni alla “Casa di Miro”, centro di accoglienza per bambini di Valmorea, al centro di accoglienza delle mamme con bambini di San Fermo di Varese, alle associazioni sportive che operano con i disabili: Handicap Sport Varese, Polha Varese, Ronco di Diana Arsago Seprio, La Finestra di Malnate, “Il Millepiedi” di Induno Olona mentre lo scorso anno il contributo all’Associazione “Varese con Te” per acquisto di un’autovettura. Oltre a questi contributi è stato completamente ricostruito il monumento che ricorda i ciclisti varesini defunti. Tutto questo è stato possibile grazie alla partecipazione degli amanti della bicicletta, dai giovanissimi ai cicloamatori, con la loro quota di adesione. Nel 2005 c’è stata una partecipazione di 1050 concorrenti al fianco di campioni del pedale quest’anno gli organizzatori contano di raggiungere nuovamente quota mille e, se possibile, di battere il record.

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Sei Giorni Gand: Keisse e Bartko balzano al comando

Si accendono lotta e spettacolo al velodromo di Gand con un tiratissimo cambio al vertice della classifica generale: l'idolo di casa, il belga Ilio Keisse, che crre in coppia con il tedesco Bartko, è infatti balzato in testa alla classifica precedendo di un sol punto la coppia formata da Risi e Marvulli. Marco Villa, in coppia con il belga De Ketele, pedala in quinta posizione con due giri di distacco.

La classifica

1 KEISSE - BARTKO punti 150

2 RISI - MARVULLI p. 149

3 STAM - SLIPPENS p. 116

a due giri

4 BEIKIRCH - MOHS p. 79

5 DE KETELE - VILLA p. 75

a tre giri

6 MERTENS - MULLER p. 59

a cinque giri

7 ROBERTS - HESTER p. 41

a otto giri

8 DE FAUW - AESCHBACH p. 97

a nove giri

9 LAZAR - KANKOVSKY p. 40

a quattordici giri

10 COCQUYT - DENEEF p. 22

a quindici giri

11 STROETINGA - PRONK p. 23

a diciannove giri

12 WIGGINS - CAVENDISH p. 32

a trenta giri

13 SCHETS - DEPOORTERE p. 47

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Belletti, che festa per il passaggio al professionismo

Grande festa doveva essere e grande festa è stata! Sabato 17 novembre 500 persone si sono ritrovate a Sant’Angelo di Gatteo (FC) per festeggiare il passaggio al professionismo del corridore locale: Manuel Belletti “ l furetto romagnolo”. Preceduta da una mostra fotografica allestita con maglie e fotogrammi di Manuel nei vari momenti della sua carriera, la serata, ha avuto il suo culmine quando sul palco, il bravissimo presentatore dell’avvenimento, Gian Luca Giardini ha magistralmente duettato con Davide Cassani chiamando attorno a Manuel i vari direttori sportivi che l’hanno seguito in questi anni, e successivamente due di quelli che saranno i suoi nuovi capitani alla Diquigiovanni, ovvero, Gilberto Simoni e Denis Bertolini accompagnati dal Team Manager della formazione stessa Gianni Savio.

Al taglio della torta poi, son diventati gli ex compagni di Manuel i veri protagonisti assieme al festeggiato, tra loro i professionisti del team Lpr Riccardo Chiarini e Luca Celli ed il campione italiano della categoria elite Matteo Montaguti anche lui prossimo al debutto nel mondo dei prof, ed al quale come per Manuel, va fatto un grosso in bocca al lupo! Oltre ai protagonisti attuali sulle strade italiane e mondiali, hanno partecipato anche tanti altri personaggi legati al mondo del pedale, tra i quali diversi gli ex professionisti romagnoli e personaggi di primo piano nell’ambito federale provinciale e regionale.

“Il successo della festa – ha dichiarato uno degli organizzatori Daniele Muccioli – è stato frutto dello sforzo compiuto da parte di tutti gli abitanti santangiolesi per rendere un giusto tributo a Manuel che ha avuto il merito di raggiungere un traguardo che per i più resta solo un sogno.”

La serata inoltre è servita anche per presentare il “Fans Club Manuel Belletti” che si pone l’obbiettivo di seguire Manuel il più possibile nei suoi impegni sportivi facendogli sentire il sostegno morale di cui avrà bisogno. “ Per il momento sono piu di 100 le tessere già sottoscritte - ci spiega il Segretario del Fans Club Boschi Romeo – e nonostante siamo solo all’inizio di un difficile cammino siamo animati da uno spirito di fiducia conoscendo la serietà e le qualità del ragazzo.”

Le iscrizioni al Fans Club si possono fare direttamente presso la sede al Circolo Acli della chiesa di Sant’Angelo, oppure contattando l’indirizzo mail bellettifansclub@alice.it o il numero 3389506882.

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Due anni di squalifica per Cristian Moreni

Il corridore Cristian Moreni e' stato squalificato per due anni dalla commissione disciplinare della Federciclismo per doping. Moreni, ex campione italiano, era stato deferito perche' trovato positivo al testosterone esogeno al termine dell'11/a tappa del Tour de France. La Procura antidoping del Coni, il 10 agosto scorso, aveva chiesto per il ciclista uno stop di due anni, confermato dall'organo giudicante della Federazione.

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Tutto pronto per il primo raduno della Liquigas

E’ stato fissato il primo raduno del team Liquigas 2008 che si terrà da lunedì 26 a venerdì 30 novembre, come di consueto, a Salsomaggiore Terme.

Il programma dello stage, definito dal team manager Roberto Amadio, integra momenti di lavoro destinati all’organizzazione della squadra con un ciclo di cure termali.

«Oltre a creare la giusta intesa tra corridori e personale, ed a permetterci di affrontare i primi dettagli tecnici – commenta Amadio – questo stage ci consentirà di sottoporre gli atleti ad alcune cure termali preventive, fondamentali per preparare il “motore” ad affrontare al meglio la preparazione invernale. E’ il primo appuntamento che vede riunito il team al completo – ricorda il team manager –. Ci teniamo a partire con il piede giusto».

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Anzà, la passione di un vulcano

Per assecondare il suo amore per la bici, il siciliano è emigrato in Toscana a 16 anni e non se ne è pentito: "Il ciclismo è libertà e avventura. Una continua scoperta. Di nuovi percorsi o di nuovi Anzà. Qualche volta più forte, qualche volta meno..."

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La vittoria di Santo Anzà al Trofeo Melinda 2007. Mosna

MILANO, 22 novembre 2007 - Sotto il vulcano si respirava la leggenda dei fratelli Virgillito. Correvano ai tempi di Bartali e Coppi, e se non fosse stato per la lontananza dal mondo delle corse - Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, ai piedi dell’Etna - forse avrebbero potuto competere con Giulio e Gino, con Fausto e Serse, non a caso coppie di fratelli a due ruote. Santo Anzà è cresciuto con il mito dei fratelli Virgillito e con la passione del papà Filippo. Anche lui devoto alla bici: prima ciclista nel senso del corridore, poi ciclista nel senso del costruttore di bici, infine ciclista nel senso di chi dirige una squadra, il Gruppo sportivo cicli Anzà.

- Subito bici?

"Prima un po’ di tutto: calcio, campestre, anche bici. Una bici blu, manubrio da corsa, la scritta "Cicli Anzà". A 6-7 anni la prima corsa. Erano minisprint, 200 m, sul pavè: partiti in due, e vittoria. Quando c’erano più concorrenti, si facevano eliminatorie e finali. Ma perdevo regolarmente. Mi accompagnava mia madre, Antonina, perché mio padre doveva rimanere nel negozio: non mi diceva niente, mi lasciava fare, vincere e perdere, appassionarmi e divertirmi".

- Poi?

"Un giorno mio padre mi disse di scegliere: "Non possiamo più spendere soldi a mandarti dappertutto". Scelsi la bici. E a 16 anni mi portò in Toscana".

- Emigrò?

"Più o meno. Avevo fatto la terza media, mi ero iscritto alla prima superiore, informatica, studiavo sul personal computer, e il primo anno ero stato anche promosso. Lasciai casa, scuola, amici e vulcano. Ma da Valentino Spinelli, presidente della mia nuova società, trovai una seconda famiglia. E due anni più tardi incontrai Caterina, che sarebbe diventata mia moglie. Insomma, mi è restata la nostalgia solo per la mia terra".

- Ne valeva la pena?

"Il ciclismo ce l’avevo nel sangue. Anche mia sorella Carmen, per un periodo, ha corso. Il ciclismo è aria aperta, libertà, avventura. Da piccolo cominciai a esplorare intorno a casa, poi intorno al quartiere, quindi intorno al paese, infine intorno al vulcano. Era una continua scoperta. Ed è così anche adesso. Se non si scoprono nuovi percorsi, si può sempre scoprire un nuovo Anzà. Qualche volta più forte, qualche volta meno pronto".

- L’Anzà più forte?

"Mi difendo in salita. Per emergere, le corse devono essere a eliminazione. Così è andata al Trofeo Melinda 2007, la mia corsa perfetta. Ci ero già andato vicino nel 2006: quarto. Stavolta non ho sprecato nulla, consumavo il meno possibile, mai speso l’1% in più di quello che mi era indispensabile. E al momento giusto sono scattato. E ho vinto".

- L’Anzà quasi più forte?

"Il Giro del Lazio 2007. Una corsa sprecata. Sono partito troppo forte, mancavano 4 chilometri, e mi hanno ripreso in volata: non avevo più gambe. Se la stessa azione l’avessi fatta ai meno 2,5, non mi avrebbero più ripreso. Ma il ciclismo è fatto di attimi: bisogna saper cogliere quello giusto. Ed è uno solo".

- Tiralongo, Caruso, Napolitano, Visconti e Nibali: è il momento dei siciliani?

"Per correre bisogna emigrare al nord. Noi siciliani non siamo più forti degli abruzzesi o dei calabresi. Forse abbiamo solo più voglia di arrivare. Adesso abito a Carmignano, vicino a Prato: un paesino in cima a una salita di 2,2 chilometri, con punte al 5-6 per cento. Volendo, e volando, si può fare con il 53. Ogni volta che esco da casa, questa salita mi tocca farla per tornarci. E’ terra di ciclismo: qui abita anche l’ex pro Baronti".

- Ha già ripreso ad allenarsi?

"Quattro volte la settimana in palestra, tre volte in bici. Uscite con il rapporto fisso, un paio d’orette, per riabituare la gamba. Bastano quattro giorni senza salire in bici per trovarla strana, diversa, più grande, poi a poco a poco le misure tornano perfette. La bici dà quello che riceve: neanche quando sei al massimo, le gambe girano da sole. Però quando sei in forma, ti sembra impossibile che gli altri si stacchino e tu rimanga lì con i migliori".

- Ma la fatica?

"Il bello di quando si va forte è la sensazione di non fare fatica. Solo quando vai forte, ti accorgi di quanto andavi piano. Poi, solo quando ti staccano, ti ricordi di quanto andavi forte".

- Nel 2008 correrà con Simoni.

"Era il mio idolo. Perché scalatore, perché grintoso, perché sincero. Uno che dice quello che pensa, a costo di pagarne le conseguenze. Sognavo di poter correre proprio con lui. Al Giro, se lo faremo, se lo farò, pur di aiutarlo gli darò anche il midollo".

Gazzetta.it

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Santuccione, Torri chiede l'inibizione a vita

Ancora in primo piano l'inchiesta Oil for Drug: la Procura antidoping del Coni, presieduta da Ettore Torri, ha deferito con richiesta di inibizione a vita il medico Carlo Santuccione mentre per l'altro medico sportivo, Simone Giustarini, tuttora tesserato per la Federazione Medici Sportivi, è stata richiesta la squalifica a vita.

Santuccione, infatti non tesserato e dovrà comparire davanti al

giudice di ultima istanza e rispondere della violazione dell'articolo 2.8 (somministrazione di sostanze vietate o metodi proibiti ad un atleta o altrimenti fornire assistenza, incoraggiamento e aiuto, istigare dissimulare o assicurare complicità in altra forma in riferimento a una violazione o tentata violazione del regolamento antidoping).

La Procura presieduta da Ettore Torri ha chiesto per il medico abruzzese la «sanzione di inibizione a vita a rivestire cariche o incarichi in seno al Coni, alle Federazioni sportive o discipline associate, a frequentare in Italia gli impianti sportivi, gli spazi destinati agli atleti e al personale addetto ovvero a prendere parte alle manifestazioni od eventi sportivi che si tengono sul territorio nazionale o sono organizzati dai predetti enti sportivi».

Tuttobiciweb.it

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Bordonali smentisce l'Ansa: «La nostra squadra è fatta»

L'Ansa scrive: «Dopo gli ingaggi dei nuovi leader Danilo Di Luca e Paolo Savoldelli, il mercato del team Lpr diretto da Fabio Bordonali potrebbe non essere concluso: indiscrezioni segnalano infatti un interessamento della formazione lombarda per Eddy Mazzoleni, il corridore bergamasco salito sul terzo gradino del podio al Giro d'Italia 2007».

Fabio Bordonali contattato da tuttobiciweb.it smentisce categoricamente. «Non so da che parte escano certe notizie. Una cosa è certa: la mia nuova Lpr è fatta ed è composta da 20 elementi, tra i quali non figura Eddy Mazzoleni e al quale auguro ogni bene. Spazio per nuovi acquisti? Nessuno».

Domani, presso la sede della Lpr a Rottofreno (Piacenza), Bordonali e i titolari della Lpr, la famiglia Arici, presenteranno Danilo Di Luca e Paolo Savoldelli, punti di forza del team per la stagione 2008.

Tuttobiciweb.it

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La Sidermec torna tra i professionisti con il team di Savio

Pino Buda, titolare della Sidermec di Gatteo, e Gianni Savio, Team Manager della Serramenti Diquigiovanni - Androni Giocattoli, hanno siglato l’accordo di sponsorizzazione per la presenza del marchio dell’industria romagnola sulle divise di gara della squadra che nel 2008 avrà come capitano Gilberto Simoni. Per Pino Buda si tratta del ritorno nel Ciclismo professionistico dopo tre anni. La Sidermec ha accompagnato le vittoriose imprese di tanti corridori fin dal 1982. Tra i vari successi spiccano il Campionato del Mondo 2000 vinto dal lettone Romans Vainsteins (tra l’altro lanciato nel professionismo proprio da Gianni Savio nel 1998 con la Kross - Selle Italia) e la maglia rosa indossata da Francesco Casagrande nel Giro d’Italia dello stesso anno. Nella foto scattata in occasione della festa per il passaggio tra i professionisti del romagnolo Manuel Belletti, figurano Davide Cassani, Pino Buda il giovane neoprofessionista e Gianni Savio.

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Bettini inaugurerà il centro spirituale della FCI

Il convento di Santa Lucia alla Castellina di Sesto Fiorentino diventerà il Centro spirituale del Ciclismo e sarà il campione del mondo Paolo Bettini a inaugurarlo domenica prossima insieme al presidente della federazione Renato Di Rocco, al termine di una 'tre giorni' a cui parteciperanno tecnici, dirigenti e corridori di ieri e di oggi, come Moser, Bitossi, Tafi, Simoni e il campione italiano Visconti. Da domani è in programma il convegno della Associazione direttori sportivi presieduta da Alberto Volpi. Poi ci sarà l'incontro con le autorità federali, l'assegnazione dei premi Timone e Ammiraglio d'oro a Waldemaro Bartolozzi e Serge Parsani (direttore sportivo di Bettini) e si concluderà domenica con la cerimonia ufficiale di inaugurazione del centro spirituale e la consegna del premio Coraggio e Avanti al campione italiano Giovanni Visconti.

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Giro d'Italia, modello di qualità

Il Giro d’Italia e La Gazzetta dello Sport sono stati protagonisti dell’incontro ”Un’Italia modello eSport” (La Qualità come proposta vincente) svoltosi presso la Sala Libra della Fiera di Milano – al Polo Fieristico di Rho -: un momento di confronto e di dibattito intorno ad alcune significative esperienze di qualità “dello sport e per lo sport italiano”.

L’appuntamento, inserito nella “Fiera Campionaria delle qualità italiane” e moderato dal giornalista di Sky Sport Luca Corsolini, ha visto l’intervento di Lorenzo De Salvo, responsabile marketing e comunicazione di Rcs Sport, la società che organizza il Giro d’Italia per conto de La Gazzetta dello Sport.

Ricordiamo che il Giro d’Italia, in termini di qualità, eccelle sotto molti profili: spettacolo sportivo e di costume, è un appuntamento che scandisce le abitudini degli italiani, confortandoli, oltre a costituire un grande momento di promozione del territorio e della cultura del Paese, dal punto di vista paesaggistico, architettonico e valoriale.

La 91.a edizione della "corsa rosa" sarà presentata sabato 1° dicembre a Milano, al Teatro degli Arcimboldi.

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Ciclocross, stasera la presentazione dei campionati italiani

Prende il via questa sera - con la presentazione ufficiale alle autorità e alla stampa - l’“operazione” Campionati Italiani di Ciclocross 2008, in programma il 5 ed il 6 gennaio prossimi.

Tutto è pronto a Scorzè dove, alle 19.00 presso l’Hotel Villa Conestabile, si svolgerà il vernissage della massima rassegna nazionale che farà tra l’altro da apripista ai Mondiali di specialità, in programma sempre a gennaio e sempre in Veneto (Lago Le Bandie di Spresiano in provincia di Treviso).

Gli organizzatori di questo importante appuntamento sono gli stessi dei Tricolori 1995: lo staff della Libertas Scorzè (guidato da Igino Michieletto con la consulenza di Armando Zamprogna) che illustrerà, nel corso della conferenza stampa, il percorso di 2650 metri studiato nei minimi dettagli che già promette spettacolo e record (di atleti e di pubblico).

Molte le presenze annunciate: Renato Di Rocco, Presidente della FCI, e Raffaele Carlesso (Presidente FCI Veneto); il CT Fausto Scotti con l’intera squadra azzurra capeggiata da Enrico Franzoi, venuta a visionare il percorso prima di partire per Koksijde (BEL) dove è in programma la 4a prova della coppa del mondo; grandi glorie del ciclocross del passato "prossimo" come Daniele Pontoni e "remoto" come Renato Longo.

Tuttobiciweb.it

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Bottoli, dal prossimo anno a fianco della Filmop Tinkoff

Dal 2008 l’industria alimentare Bottoli di Mantova farà il suo ingresso fra gli sponsor del Team Filmop Ramonda Parolin. Un innesto di grande spessore, considerata la tradizione che da oltre 35 anni vede l’azienda di patron Angelo Bottoli impegnata nel sostenere il ciclismo.

L’intesa con l’ex professionista Mirko Rossato, direttore sportivo della squadra veneta, è stata raggiunta in breve tempo. Dopo essere stata protagonista del ciclismo dilettantistico lombardo per un decennio, la Bottoli ha deciso di legare il suo nome alla società che nel 2007 ha ottenuto più vittorie (38) e che dall’anno prossimo inizierà una partnership con il team professionistico Tinkoff Credit Systems.

“Ho trovato in Angelo Bottoli un vero appassionato di ciclismo – afferma soddisfatto Rossato -. So che è abituato a vincere molto e questo ci stimolerà ancora di più a dare il meglio di noi stessi. Abbiamo allestito una squadra molto giovane ma contiamo su atleti di grande valore e sono sicuro ci toglieremo delle belle soddisfazioni”.Nel frattempo, mentre sono in corso le ultime trattative, per i corridori si avvicina l’appuntamento con il primo raduno, domenica 25 novembre al ritiro di Monselice (PD).

Ciclismoweb.net

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Balducci è il "matto"

"Corro, ma non per soldi"

A 32 anni il velocista dell'Acqua & Sapone-caffè Mokambo sogna due obiettivi personali: la Milano-Sanremo e una tappa al Giro. "Se devo scegliere una ruota, meglio McEwen di Petacchi: ha colpo d'occhio e coraggio da vendere. Tanto ci buttiamo comunque"

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Gabriele Balducci sul podio del Giro del Mediterraneo 2007. Afp

MILANO, 23 novembre 2007 - Qualche anno fa, racconta "il Baldo", i professionisti della provincia di Pisa erano una quindicina. "Non c'era neanche bisogno di chiamarsi. Si usciva e ci si trovava. Adesso bisogna telefonarsi, mettersi d’accordo, darsi un appuntamento, altrimenti non ci s'incontra". "Il Baldo" è Gabriele Balducci, pisano di confine, a Santa Maria a Monte. Trentadue anni eppure, almeno a giudicare dalla crisi di vocazioni ad alto livello, già un'eccezione, una rarità, comunque un sopravvissuto del ciclismo inteso più come avventura che come mestiere, più come passione che come professione.

Balducci, un voto al 2007?

"Benone fino al Giro d'Italia, se considero la vittoria di tappa al Giro del Mediterraneo battendo Bennati. Bene al Giro d'Italia, se penso che l'ho cominciato in Sardegna con 38° di febbre. Meno bene poi, perché con il caldo mi sciolgo. Comunque bisogna aggiungere due secondi posti, tutti e due dietro a Petacchi, a Donoratico e nella tappa di Pinerolo al Giro, e quattro terzi posti".

Velocista: i segreti?

"Nessuno. Tutti sanno che ci vogliono gambe e testa. Molto ti aiuta l’esperienza. E' l’esperienza a farti capire quale sia la ruota migliore. Io, fra un McEwen che improvvisa e un Petacchi impostato e pilotato, di solito preferisco mettermi dietro all'australiano. Ha colpo d'occhio, coraggio da vendere, spirito di osservazione, prontezza di riflessi. Sa sfruttare il meglio. Se non sempre, quasi".

Lei è sempre stato velocista?

"Ho sempre vinto volate, fin dalle categorie giovanili. Ma vincere volate non significa essere velocisti, o soltanto velocisti. Quando si rimane in gruppi di 30 corridori, vuole dire saper tenere sulle salite".

Mai vinto per distacco?

"Da dilettante sì. Da professionista quasi. Tirreno-Adriatico, tappa di Sorrento, sul Picco Sant'Angelo siamo scollinati in cinque, ripresi all'ultimo chilometro, ho trovato le energie per vincere in volata. Ma quella la considero una vittoria da fuga".

Che cosa le manca per essere un Petacchi o un Bennati?

"Sarò sincero: innanzitutto il motore, poi la convinzione. Non ho mai trovato la sicurezza per essere competitivo in certe corse. Come se io stessi mi censurassi, mi frenassi. Una volta mi piacevano solo le corse in Belgio: finite quelle, finita la stagione. E prima di certe volatone, mi dicevo: se devo rischiare la vita per arrivare ottavo o nono, non ne vale la pena. Quest'anno, se non sbaglio, su 16 volate ho conquistato 11 piazzamenti fra i primi 10".

La gente dice: "il Baldo" è matto.

"Matto nel senso buono. Ma tutti i velocisti sono un po' matti, altrimenti sarebbero passisti. In volata, se c'è un buco, ci si butta senza esitare, senza chiedersi mai perché, frenando un attimo dopo gli altri. E se il buco non c'è, a volte ci si butta anche lì dentro. Che poi sia un pericolo, te ne accorgi dopo, quando ti rivedi alla tv. E se va male, all'ospedale. Se non avessi fatto il velocista, forse sarei diventato portiere. Non a caso, anche i portieri sono matti".

Se potesse scegliere una corsa?

"La Sanremo. Prima o poi, chissà. O forse no. Ma quest’anno le sono andato proprio vicino, l'ho sfiorata: settimo, primo degli italiani, a un metro dal podio. La mia Sanremo è una lunga, eterna attesa. Non rimanere staccato per giocarmela in volata. Il momento più terribile è sulla Cipressa: dopo il primo chilometro, devi tirare fuori tutto quello che hai, e anche un po' di più. Poi ti giri, vedi solo 50 o 60 corridori, ti sembra una liberazione, ti dici che è fatta. Il Poggio non è così duro, e non si affronta così alla morte, e poi a quel punto vai avanti per adrenalina".

Invece le salite alpine?

"Un incubo. Le faccio in gruppetto, risparmiando anche sul fiato. E mollo esattamente nel punto in cui, la sera prima, guardando la cartina, mi ero detto che avrei tenuto duro fin lì. Il Colle della Maddalena è un calvario, la Fauniera un'agonia".

Adesso, a 32 anni, che cosa chiede alla vita?

"Solo soddisfazioni personali. Non m'interessano guadagni, non m'interessa il ProTour. Ho in mente due obiettivi: la Milano-Sanremo e una tappa del Giro. E' una mia sfida, una sfida più con me stesso che con gli altri".

Già ricominciato?

"Camminate, palestra, nuoto, anche ciclocross. Sempre con il senso del piacere più che del dovere. Poi bici. Con i due Mori, Sabatini e Fornaciari. Se vuoi allenarti, devi chiamare "il Forna". Se andasse forte quanto si allena, nello stesso anno vincerebbe Giro, Tour e Vuelta".

Debutto?

"A Donoratico. Sarà una bella rimpatriata. Immagino che ci sarà anche Petacchi. C'è una storia fra di noi. E' il 1999, si corre il Giro del Lago Maggiore, gareggiamo tutti e due per la Navigare. Fuga a quattro: io e lui, Vainsteins e De Paoli. Sto bene. Chiedo a Petacchi se mi dà una mano. Lui mi risponde che non può, è in scadenza di contratto, ha bisogno di risultati. Allora, ribatto, ognuno fa la sua volata. Arrivo: primo io, secondo Vainsteins, terzo Petacchi, quarto De Paoli. A Chiasso i premi li danno subito. Appena lo ricevo, lo giro a Petacchi. Adesso, ogni volta che lo incontro, gli chiedo: 'Alessandro, me lo rendi quel premio? Mi farebbe così comodo!'".

Gazzetta.it

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Ciclocross: saranno in 700 agli Assoluti di Scorzè

Il ciclocross riporta i Campionati Italiani nel cuore del Veneto, laddove questa spettacolare specialità è estremamente apprezzata. A dare un senso particolare all’ appuntamento c’è il fatto che il 2008 sarà un anno “speciale” per il ciclopratismo italiano, visto che il 26 e 27 gennaio i Mondiali di cross si disputano proprio nella Marca Trevigiana, in quell’oasi magnifica rappresentata dal “Lago Le Bandie” a Spresiano.

Non c’è dunque posto migliore dove avrebbero potuto svolgersi i Campionati Italiani di Ciclocross 2008, in programma il 5 e 6 gennaio a Scorzè (Venezia). E’ un graditissimo ritorno, a 13 anni di distanza dalla bellissima manifestazione tricolore del 1995: proprio Scorzè e la locale Libertas si resero artefici di un indiscutibile successo organizzativo. La manifestazione è stata presentata ufficialmente ieri sera con un parterre di ospiti ricchissimo, con il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco e il presidente regionale Raffaele Carlesso, la squadra azzurra con in CT Fausto Scotti, campioni e personaggi del passato (Francesco Moser, Renato Longo, Daniele Pontoni).

Fin dal primo atto ufficiale, si respira un clima di fiducia e di entusiasmo intorno ad una manifestazione che è stata predisposta nel migliore dei modi. Il percorso non sarà lo stesso del 1995 (all’epoca si gareggiò all’interno del Parco dell’Acquedotto), ma i tecnici della Libertas Scorzè con la consulenza di Armando Zamprogna hanno comunque individuato un tracciato assai spettacolare che si snoda per 2650 metri, con partenza ed arrivo di fronte agli stabilimenti della Acqua Minerale Fonte San Benedetto.

Il tracciato ben distribuisce difficoltà per ogni genere di atleta: complessivamente poco più di un chilometro su prato, circa mezzo chilometro su argine, 215 metri su strada bianca e 220 metri su terreno incolto. Quest’ultimo è il tratto presumibilmente più impegnativo, specialmente in caso di pioggia. Si prevede un numero di atleti da record (all’incirca 700) e diverse migliaia di appassionati.

Il Veneto ritrova il campionato italiano di cross cinque anni dopo Bassano del Grappa: anche in quella occasione (percorso bellissimo nel parco della città vicentina, temperatura molto rigida) fu un grande spettacolo ed un pieno successo. Franzoi (all’epoca under 23) in quell’occasione riuscì per la prima volta a battere Daniele Pontoni e fu l’inizio di una carriera splendida che vede l’atleta di Mogliano ormai stabilmente inserito nell’elite mondiale ed autorevole candidato per la maglia iridata. “Sto lavorando duro con l’obbiettivo dei Mondiali di Treviso ben chiaro di fronte a me”, ha dichiarato Franzoi reduce da un periodo molto importante per la sua vita privata (con la nascita del figlio) e per la carriera (con la firma del contratto biennale con Liquigas). Anche il CT Scotti si è detto ottimista: “Ci aspetta una intensa marcia di avvicinamento al mondiale lungo la quale il tricolore di Scorzè sarà una tappa fondamentale”.

Sulla sinergia tra campionato italiano e campionato mondiale si è soffermato anche Igino Michieletto, “motore” dell’organizzazione dell’evento tricolore. “Sappiamo di organizzare un evento importante che a sua volta fa da apripista per un evento ancora più grande. Siamo felici dell’ottima sintonia che si è instaurata la le due organizzazioni accomunate dalla volontà di regalare agli sportivi splendide giornate di sport”.

Per ulteriori informazioni: www.ciclocrosstricolore.it

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Il ritorno di Primo Franchini

Torna Primo Franchini. Nel ciclismo che conta, innanzitutto: dalla prossima stagione, sarà il tecnico della Centri della Calzatura Partizan, neonata formazione professionistica italo-serba che inizia dalla categoria Continental. Dodici atleti, tutti giovani, metà della ex Jugoslavia, con un paio di facce già viste in gruppo, come il colombiano Rubiano Chavez, ex Panaria, e l’ex campione italiano degli under 23 Domenico Quagliarello. Obiettivo: crescere i giovani senza fretta, perchè il progetto è a lunga scadenza.

Torna Primo Franchini. Anche come anima di una società: sarà lui a dare una mano alla Pizzoli, glorioso club cittadino che può vantare un numero d’iscrizione alla Federciclo tra i più antichi (il 29). Non è l’unico vanto: il sodalizio bolognese è anche l’organizzatore dell’omonimo trofeo, della Milano-Bologna e del Tricolore Allievi del 25 aprile, tre classiche del ciclismo dilettantistico. Per non disperdere questo patrimonio, i soci della Pizzoli hanno chiesto una collaborazione a Franchini: trovandolo pronto ad impegnarsi.

Torna Primo Franchini. «Ma a dire il vero, io non me ne sono mai andato», dice il tecnico di Calderara, che oggi ha 65 anni e ha legato la sua storia a uomini e risultati importanti, come il Mondiale di Fondriest, il giro baby di Pantani e la prima squadra pro russa, nella quale lanciò campioni come Konyshev, Tchmil e Abdujaparov. Ha ragione, lui c’è stato anche dopo quell’epopea: l’ultimo decennio lo ha speso tra i dilettanti, guidando Ozzanese, Niccolò Biondo, Cerelia, Naturino e Valdarno. Con quanto aveva fatto prima, meritava di stare ancora al piano di sopra: non essendo di quelli che sanno vendersi bene, si è dovuto accontentare e mettersi in attesa. Cosa che oggi gli consente di esibire un orgoglio: esser tornato con le proprie forze.

«Con Floriano Torresi, che del Centro della Calzatura di Montegranaro sarà il team manager, c’è un discorso avviato da tempo, che finalmente si è concretizzato — racconta Franchini —. Mi hanno chiamato perchè credono che in fatto di ciclismo sia preparato e questo ha fatto scattare dentro di me una molla. Ho l’orgoglio di chi ritorna, ma il fatto che per dieci anni, nonostante il mio passato, nessuno mi abbia cercato, mi fa un po’ pensare. Che ciclismo ritroverò? Mi hanno già detto che l’ambiente è cambiato, ma non temo nulla: dieci anni tra i dilettanti ne valgono trenta fra i pro, tornare su un’ammiraglia a quei livelli è davvero l’ultimo dei problemi».

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La Flaminia-Bossini si prepara al primo raduno

Sarà l'accogliente e confortevole Hotel Pino al Mare di Santa Severa (RM) ad ospitare il primo dei due raduni invernali del Team Ceramica Flaminia - Bossini Docce, diretto dall'inedita coppia formata da Massimo Podenzana e Giuseppe Petito. La squadra si ritroverà al completo da giovedì 6 a giovedì 13 dicembre per le prime pedalate in gruppo e favorire così l'amalgama in una formazione rinnovata in ben dieci elementi su sedici attualmente in organico: Adriano Angeloni, (Ita), Julian Dario Atehortua (Col), Maurizio Biondo (Ita), Davide Bonuccelli (ita), Gianluca Coletta (Ita), Antonio D'Aniello (Ita), Wladimir Duma (Ucr), Cristiano Fumagalli (Ita), Leonardo Giordani (Ita), Dainius Kairelis (Lit), Mikhaylo Khalilov (Ucr), Hubert Krys (Pol), Tomasz Marczynski (Pol); Ricardo Martins (Por), Luigi Sestili (Ita), Filippo Simeoni (Ita): "Sarà la prima occasione in cui tutti i corridori si ritroveranno insieme - ha sottolineato il team manager Roberto Marrone - . Podenzana e Petito avranno così l'opportunità per stilare programmi e obiettivi di ciascun corridore e per favorire il clima necessario affinchè si riesca a lavorare all'unisono e conseguire i risultati che mi aspetto".

L'Hotel Pino al Mare (www.pinoalmare.it) vanta un'antica tradizione nell'ospitalità delle squadre ciclistiche in ritiro. Situato in posizione particolarmente tranquilla, l'Hotel Pino al Mare costituisce infatti un'oasi di pace in mezzo al verde di pini secolari; la struttura, costruita proprio sulla spiaggia di Santa Severa, offre ai suoi clienti un'organizzazione ed una posizione ottimale per passare una vacanza all'insegna del relax psicofisico. La vicinanza alle grandi arterie stradali, come l'autostrada Roma-Civitavecchia e la Statale Aurelia, ne fanno inoltre una meta facilmente raggiungibile. Per il team Ceramica Flaminia - Bossini Docce, Santa Severa costituisce la località ideale per iniziare le sedute di allenamento visto che in pochi chilometri si raggiungono strade poco trafficate e si possono individuare percorsi per ogni tipo di allenamento.

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Domani sera il Gran Galà del Ciclismo Varesino

Il Gran Gala del Ciclismo Varesino taglia il traguardo del nono. Gli organizzatori dell’Associazione Sportiva Amici del Ciclismo sabato 24 novembre, presso l’Auditorium di Gavirate ( ore 20.45 – ingresso libero), metteranno in scena una nuova edizione della serata che annualmente raduna le diverse componenti del ciclismo bosino. Con l’azzurra Noemi Cantele nel ruolo di madrina e i professionisti varesini Andriotto, Bellin, Nardello, Santaromita, Zanini e Fumagalli ci saranno Charly Wegelius e Fabrizio Macchi. Si parlerà del Campionato del Mondo di Varese 2008, con il vice presidente del Comitato Organizzatore Renzo Oldani, e non mancheranno i riconoscimenti per i giovani corridori varesini che si sono distinti durante l’annata ciclistica.

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Fuerteventura: fine della corsa per Belda e Fuentes?

Il Team Fuerteventura è sull’orlo del baratro: a scriverlo è oggi As a firma di J. A. Ezquerro. La formazione delle Canarie non ha potuto iscriversi all’Uci per confermare il suo posto tra i team Professional e le resta solo la chance delle Continental, affidata però alla discrezione della Federazione spagnola. Se si iscriverà entro il 15 dicembre, infatti, la Fuerteventura si batterà con altre cinque formazioni per i quattro posti che la Federazione ha deciso di assegnare. Il problema, per il team manager Vicente Belda, è dato dal fatto che gli sponsor principali del team hanno chiuso il loro rapporto di partnership o stanno per farlo in particolare a causa della mancata partecipazione del team all’ultima edizione della Vuelta.

La Fuerteventura ha sperato fino all’ultimo di essere inviata alla Vuelta dopo l’escclusione della Astana, ma gli organizzatori non ne hanno voluto sapere, stante il pesante passato di alcuni esponenti dirigenziali del team.

Vicente Belda è coinvolto in prima persona nell’Operacion Puerto e sulla squadra incombe la lunga mano di Eufemiano Fuentes: il medico della squadra per esempio è Eduardo Blasco, marito di Yolanda Fuentes (la sorella di Eufemiano) e amic intimo dello stesso ginecologo. E anche il direttore generale della squadra, Jorge Sastre, è un carissimo amico della coppia Fuentes - Blasco. Ma la loro avventura, a meno di improbabili colpo di scena, è giunta ormai al capolinea.

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Cancellara ha un sogno olimpico... su pista

Fabian Cancellara pensa in grande. Lo svizzero, che è campione del mondo della cronometro, è già concentrato sui Giochi Olimpici e sta coltivando un progetto molto particolare: in una intervista concessa al periodico britannico Cycling weekly, infatti, Cancellara ha svelato il suo sogno di puntare all'oro di Pechino nell'inseguimento individuale su pista.

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VARIE - Giorno della Scorta: novità in arrivo, l’appello del ct Ballerini per la sicurezza

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Silvano Antonelli, il ct Franco Ballerini, e l'onorevole Gabriele Albonetti

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Il presidente del Crer Celestino Salami con in mano il Premio Sicurezza

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L'intervento del sindaco di Ravenna

Ravenna - venerdì 23 novembre 2007 - Ottima partecipazione e grande riuscita della 16ª edizione del Giorno della Scorta, svoltasi a Fosso Ghiaia di Ravenna il 18 novembre. Una platea di oltre 200 unità, composta quasi esclusivamente da organizzatori, dirigenti di società e dai rappresentanti di ben 11 gruppi di moto staffette provenienti da otto Regioni.

Dopo l’iniziale presentazione dell’attività realizzata nel corso della stagione dal G.S. Progetti Scorta, organizzatore dell’ iniziativa, e la relazione del suo presidente Silvano Antonelli, incentrata esclusivamente sul come migliorare la sicurezza nelle gare ciclistiche, il dibattito ha registrato una serie di interventi tutti di ottimo livello, tra i quali quello del Sindaco di Ravenna, che ha illustrato come la sua Città abbia conquistato il primato in fatto di piste ciclabili, Il presidente del CRER Celestino Salami, che ha illustrato come il proprio Comitato abbia saputo promuovere una autentica scuola di sicurezza e qualità invidiata da tutti, il Commissario di gara Giuliano Dall’Amore, che ha comunicato che nei prossimi mesi la CRCG dell’E/R organizzerà un incontro di studio insieme ai gruppi di moto staffette, il presidente nazionale dell’ASAPS Giordano Biserni, che ha illustrato come il presidio del territorio da parte della Polizia incida notevolmente sulla riduzione degli incidenti e quindi come sia fuori luogo pensare di chiudere alcuni distaccamenti, l’on. Questore Gabriele Albonetti, membro della Commissione Trasporti della Camera, che ha invitato tutti a fare della sicurezza una questione di etica della responsabilità e non di strumentalizzazione politica, aggiungendo anche il suo personale sostegno alle proposte avanzate dall’Asaps e dalla FCI.

Particolarmente seguito l’intervento del presidente Silvano Antonelli quando, a sorpresa, ha dovuto presentarsi sul palco al posto del Dott. Giandomenico Protospataro trattenuto improvvisamente a Roma per ragioni di lavoro e a nome del quale ha dato notizia della imminente approvazione di un nuovo disciplinare delle scorte tecniche, messo a punto dal Ministero dell’Interno, e nel quale è stata inserita la figura dell’ «addetto alle segnalazioni aggiuntive», ovvero di personale appiedato, messo di presidio ai percorsi di gara, che in possesso di apposita abilitazione, avrà poteri di disciplina del traffico come le scorte tecniche in moto, migliorando in tal modo la sicurezza delle gare ciclistiche e delle Gran Fondo in particolare, dove per queste ultime, il transito avviene con tempi non sempre compatibili con le esigenze della normale circolazione stradale.

Grande attenzione poi e grandi applausi per l’ospite d’onore, il CT Franco Ballerini, il quale, dopo aver concesso qualche osservazione sul ciclismo professionistico, con grande umiltà ha insistito perche i valori giusti siano insegnati soprattutto ai giovani e il dovere di chi, come lui, avendo la fortuna di poter prestare la propria immagine, debba sentirsi moralmente obbligato a frequentare i luoghi dove si discute di sicurezza, si fa prevenzione e dove le società di base fanno grandi sacrifici per costruire il ciclismo del domani. Ballerini ha anche espressamente invitato Antonelli a recarsi in Toscana per fare assieme a lui alcune lezioni di sicurezza.

L’onore di concludere il dibattito è stato poi assegnato al vice presidente federale Lino Secchi, che con attraente competenza sui temi della giornata, ha illustrato gli obiettivi della federazione insieme alle realizzazioni conseguite sui temi della sicurezza, in particolare la diminuzione dei sinistri e degli infortuni, senza però tacere l’inadeguatezza delle attuali coperture assicurative e senza sottrarsi alla necessità di un confronto vero fra tutte le componenti federali per realizzare una maggior continuità sui temi della sicurezza ed anche di una maggior coinvolgimento dei Comitati Regionali, per la realizzazione di quelle iniziative che invece hanno consentito al CRER di meritare l’assegnazione del Premio Sicurezza 2007.

Premio consegnato alla fine della giornata con una cerimonia particolarmente partecipata, con il pubblico in piedi ad applaudire il presidente del CRER Celestino Salami che ha ritirato il premio e la dotazione di 2.500 Euro, direttamente dalle mani dei titolare delle aziende Aspiratori Otelli e Ran-cellofan, sponsor ufficiali del Premio Sicurezza.

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CROSS - La nazionale lancia i Tricolori di Scorzè

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Gli azzurri a Scorzè pronti per la trasferta di Coppa a Koksijde (Bel)

Scorzè (Ve) - venerdì 23 novembre 2007 - Il ciclocross riporta i Campionati Italiani nel cuore del Veneto, laddove questa spettacolare specialità è estremamente apprezzata. A dare un senso particolare all’ appuntamento c’è il fatto che il 2008 sarà un anno “speciale” per il ciclopratismo italiano, visto che il 26 e 27 gennaio i Mondiali di cross si disputano proprio nella Marca Trevigiana, in quell’oasi magnifica rappresentata dal “Lago Le Bandie” a Spresiano.

Non c’è dunque posto migliore dove avrebbero potuto svolgersi i Campionati Italiani di Ciclocross 2008, in programma il 5 e 6 gennaio a Scorzè (Venezia). E’ un graditissimo ritorno, a 13 anni di distanza dalla bellissima manifestazione tricolore del 1995: proprio Scorzè e la locale Libertas si resero artefici di un indiscutibile successo organizzativo. La manifestazione è stata presentata ufficialmente ieri sera con un parterre di ospiti ricchissimo, con il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco e il presidente regionale Raffaele Carlesso, la squadra azzurra con in CT Fausto Scotti, campioni e personaggi del passato (Francesco Moser, Renato Longo, Daniele Pontoni).

Fin dal primo atto ufficiale, si respira un clima di fiducia e di entusiasmo intorno ad una manifestazione che è stata predisposta nel migliore dei modi. Il percorso non sarà lo stesso del 1995 (all’epoca si gareggiò all’interno del Parco dell’Acquedotto), ma i tecnici della Libertas Scorzè con la consulenza di Armando Zamprogna hanno comunque individuato un tracciato assai spettacolare che si snoda per 2650 metri, con partenza ed arrivo di fronte agli stabilimenti della Acqua Minerale Fonte San Benedetto.

Il tracciato ben distribuisce difficoltà per ogni genere di atleta: complessivamente poco più di un chilometro su prato, circa mezzo chilometro su argine, 215 metri su strada bianca e 220 metri su terreno incolto. Quest’ultimo è il tratto presumibilmente più impegnativo, specialmente in caso di pioggia. Si prevede un numero di atleti da record (all’incirca 700) e diverse migliaia di appassionati.

Il Veneto ritrova il campionato italiano di cross cinque anni dopo Bassano del Grappa: anche in quella occasione (percorso bellissimo nel parco della città vicentina, temperatura molto rigida) fu un grande spettacolo ed un pieno successo. Franzoi (all’epoca under 23) in quell’occasione riuscì per la prima volta a battere Daniele Pontoni e fu l’inizio di una carriera splendida che vede l’atleta di Mogliano ormai stabilmente inserito nell’elite mondiale ed autorevole candidato per la maglia iridata. “Sto lavorando duro con l’obbiettivo dei Mondiali di Treviso ben chiaro di fronte a me”, ha dichiarato Franzoi reduce da un periodo molto importante per la sua vita privata (con la nascita del figlio) e per la carriera (con la firma del contratto biennale con Liquigas). Anche il CT Scotti si è detto ottimista: “Ci aspetta una intensa marcia di avvicinamento al mondiale lungo la quale il tricolore di Scorzè sarà una tappa fondamentale”.

Sulla sinergia tra campionato italiano e campionato mondiale si è soffermato anche Igino Michieletto, “motore” dell’organizzazione dell’evento tricolore. “Sappiamo di organizzare un evento importante che a sua volta fa da apripista per un evento ancora più grande. Siamo felici dell’ottima sintonia che si è instaurata la le due organizzazioni accomunate dalla volontà di regalare agli sportivi splendide giornate di sport”.

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VARIE - Bottecchia, la famiglia: «Riaprite l’inchiesta per la morte»

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Il mitico Ottavio Bottecchia

Ponte di Piave (Tv) - venerdì 23 novembre 2007 - "Vogliamo sapere la verità sulla morte di Ottavio Bottecchia". Ferruccio Bottecchia, figlio di un primo cugino del mitico campione di San Martino di Colle Umberto (Treviso) - trovato agonizzante il 3 giugno 1927 su una strada di Peonis di Trasaghis (Udine) e morto 12 giorni dopo all'ospedale di Gemona del Friuli - chiede la riapertura del caso ottant'anni dopo, per sapere com'è morto il primo grande ciclista italiano che vinse il Tour de France. Ferruccio Bottecchia, dopo aver vissuto e lavorato per una vita a Milano, risiede ora a Ponte di Piave (Tv). I suoi parenti hanno sempre avuto un grande desiderio: far luce sulla morte di Ottavio Bottecchia, dopo molti anni ancora permeata dal mistero, anche se le ipotesi e le illazioni sono state molteplici e le più disparate. I fatti che accaddero nei giorni della sua morte non sono mai stati spiegati. "Sono venuto a sapere - dice Ferruccio Bottecchia - che il comandante dei carabinieri di Gemona, che aveva redatto un verbale sull'incidente occorso ad Ottavio, fu subito trasferito in Sardegna e quel verbale non fu più ritrovato".

In quel verbale pare fosse stata esclusa l'ipotesi della caduta dalla bicicletta, quando il campione fu trovato agonizzante. All'ospedale di Gemona gli diagnosticarono "una frattura della volta e della base cranica" e numerose altre contusioni: ferite non certo conciliabili con una semplice caduta. "Per circa vent'anni, la versione ufficiale diffusa fu quella di un contadino che l'aveva bastonato dopo averlo scoperto a rubare uva - prosegue Ferruccio - ma agli inizi di giugno l'uva non è ancora matura. Perché diffusero una versione così assurda? Anche il giornalista Adriano De Zan, aveva annunciato che avrebbe fatto una trasmissione su Bottecchia. Anni fa un professore di educazione fisica assegnato alle scuole medie di Colle Umberto, scrisse un libro su Bottecchia, in cui avvalorava l'ipotesi che venne ammazzato per motivi politici. Quel mistero non fu mai risolto e quindi la verità sulla sua morte non si seppe mai. Quegli erano gli anni del delitto Matteotti e c'è chi accosta la morte di Bottecchia a quella di Matteotti".

A fare un po’ di luce sul caso fu il parroco di Peonis, don Dante Nigris: in punto di morte rivelò nel 1973 che la verità sulla morte di Bottecchia stava tutta sul suo antifascismo: secondo lui il campione rimase vittima di un agguato politico. Ciò che pensa anche Ferruccio Bottecchia.

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Bordonali: ecco i miei gioielli, Di Luca e Savoldelli

Grande entusiasmo questa mattina alla presentazione ufficiale di Danilo Di Luca e Paolo Savoldelli. I due capitani del Team Lpr hanno svelato obiettivi e intenzioni per il 2008, confermando a gran voce quanto era già trapelato nei giorni scorsi. Sarà il Giro d'Italia l'appuntamento principale della stagione, sperando in un invito da parte di Rcs Sport, ma anche le classiche del nord, l'olimpiade e il mondiale. Insomma, quanto di meglio possa offrire il calendario internazionale. Senza alcune rivalità, perché entrambi hanno più volte precisato di non essere mai stati nemici in corsa, tanto meno in questo momento.

«Quando ho saputo che Danilo stava trattando con il Team Lpr ero molto contento - ricorda Paolo Savoldelli -, perché un uomo come lui può solamente migliorare la squadra e ti può aiutare a togliere tante castagne dal fuoco. Tra noi due c'è sempre stato un buonissimo rapporto, e sarà la strada a decidere chi dei due sarà il capitano». Parere condiviso anche da Danilo Di Luca: «Quando ho firmato avevo la fortuna di conoscere già l'assetto della squadra e dunque della presenza di Savoldelli - fa notare l'abruzzese -, per cui ho accettato ancora più volentieri. Tra noi c'è un buonissimo rapporto, siamo due persone intelligenti, quindi sapremo come gestire certe situazioni. Coppie come noi in circolazione ce ne sono poche».

E poi, gli obiettivi - Giro d'Italia a parte - sono molto differenti. «Io mi concentrerò sulle gare del nord ad inizio stagione - prosegue Di Luca -, con un occhio di riguardo al Giro e al mondiale di Varese. Credo che siano corsa alla nostra portata e da parte mia ho tanta voglia di riscatto. Anzi, diciamo che io parto con ancora più stimoli degli altri. Dire che ho il dente avvelenato è poco... Ma ora sono molto sereno e soprattutto molto motivato».

Sogni iridati fanno invece capolino in casa Savoldelli. «Se non saremo invitati al Tour de France mi dedicherò alla crono mondiale, quella olimpica sarà troppo condizionata dal Tour, è troppo vicina... In Italia sono uno dei migliori specialisti, ho voglia confrontare di confrontarmi su un palcoscenico internazionale. La Astana? Avevo un accordo verbale con Biver, poi sapete com'è andata. Bruyneel? Con lui c'è stato qualche problema, naturalmente di soldi, vedi il premio per la vittoria del Tour 2005 che non ho mai ricevuto...».

Soddisfazione è stata espressa da Fabio Bordonali, team manager della squadra: «Con la famiglia Arici abbiamo un rapporto che dura da anni, oggi si chiude un cerchio e comincia una bellissima avventura. Siamo di fronte ad un ottimo gruppo, composto da 20 corridori, di cui 2 campioni. Credo che abbiamo le carte in regola per ben figurare su tutti i fronti in cui saremo impegnati. Con questa squadra compio un personale salto di qualità. Il nostro slogan? Potrebbe essere "la rivincita degli emarginati". Con Paolo e Danilo ci siamo intesi al volo, così come ho fatto con la famiglia Arici. Per me avere allestito una squadra tanto competitiva è un vato: da anni dcevo di non credere nel progetto ProTour, ora i risultati sono evidenti e il ProTour è fuori mercato. Ora il nostro primo obiettivo è quello di essere bravi nel meritarci gli inviti dei grandi organzzatori. Sono orgoglioso di quel che ho fatto finora: vincere con una squadra piccola e formata da giovani è una soddisfazione incredibile, unica: per questo esibiremo con orgoglio sulla maglia - che resterà sostanzialmente quella nero verde del team, lo scudetto di vincitori della Coppa Italia. Il budget? Ricordo che nel 2001-2002 si allestiva una grande squadra con 10 miliardi, poi il ProTour ha portato al raddoppio degl investimenti, ora mi sembra che si sia tornati sui valori di un tempo. La convivenza Savoldelli-Di Luca? Non ci saranno problemi, ma se accadessero litgi come quello fra Cunego e Simoni, poi primo e terzo al Giro, ben vengano».

Tutti e tre i protagonisti dell'incontro hanno detto la loro sul momento del ciclismo: «Il nostro è un lavoro e non uno sport - sostiene Bordonali - per cui la prima cosa da fare è quella di salvare il calendario». «Personalmemte penso che sarebbe indispensabile sedersi attorno ad un tavolo il 31 dicembre, azzerare tutto con un indulto o quel che volete e ripartire con tolleranza zero: chi sbaglia, cambia mestiere». E Di Luca: «Sono d'accordo con Paolo, anche perché tutti i corridori ormai hanno capito che non si scherza più».,

Non si pone limiti nemmeno Alberto Arici, co titolare della Lpr. «Abbiamo due ottimi corridori che sono anche bravissimi ragazzi. Credo che assieme potranno fare grandi cose. Se prima il nostro sogno era correre il Giro d'Italia, adesso l'obiettivo potrebbe essere quello di vincerlo».

Papà Luciano Arici si trincera dietro un «spero che questa nuova avvenutura possa avere un impatto positivo sul nostro lavoro» mentre il figlio maggiore Stefano spiega: «Siamo molto contenti di tornare a lavorare con Fabio e speriamo di far bene come abbiamo fatto in passato con Piscina e Boifava. Questa squadra la dedichiamo a nonno Pietro che non è più con noi. Lui ha fondato la Lpr nel bresciano (oggi l'azienda ha sede a Rottofreno, in provincia di Piacenza), era un grande appassionato di ciclismo e si sarebbe emozionato nel vedere il suo marchio sul petto di due campioni come Di Luca e Savoldelli».

A lodare la crescita del Team Lpr è stato infine il presidente onorario Giulio Maserati: «Questa squadra è un valore aggiunto anche per il territorio, ci permette di esportare il nome della provincia di Piacenza e di Rottofreno in tutto il mondo. Sono convinto che Di Luca e Savoldelli sapranno darci parecchie soddisfazioni».

Team Lpr 2008

Paolo Bailetti, Gabriele Bosisio, Luca Celli, Riccardo Chiarini, Claudio Cucinotta, Danilo Di Luca, Giairo Ermeti, Raffaele Ferrara, Roberto Ferrari, Jure Golcer, Sergio Laganà, Sergio Marinangeli, Alessandro Maserati, Matteo Montaguti, Ruslan Pidgornyy, Daniele Pietropolli, Walter Proch, Cristiano Salerno, Paolo Savoldelli, Alessandro Spezialetti. Direttori sportivi: Mario Manzoni, Giovanni Fidanza, Marco Giuseppe Tabai.

Il primo raduno della squadra si svolgerà il 21-22 dicembre a Brescia e «a fine maggio - spiega Bordonali - tireremo le prime somme: obiettivo numero uno, essere invitati al Giro, poi decideremo come gestire il resto della stagione»,

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Bettini ospite d'onore al convegno dei massaggiatori

Il Campione del Mondo Paolo Bettini sarà l’ospite d’onore del Convegno Nazionale dei Massaggiatori Professionisti del Ciclismo in programma domani, sabato 24 novembre, presso l’ Hotel Molino Rosso (via S.S. Felice) di Imola (BO).

“Noi corridori – spiega Paolo Bettini - abbiamo un rapporto speciale con i nostri massaggiatori. Il loro ruolo è fondamentale, ci seguono tutto l’anno sia nelle corse che negli allenamenti e ci conoscono meglio di chiunque altro all’ interno del team. Sono contento di potere dare anch’ io il mio supporto a questa iniziativa, che rappresenta un altro tassello importante per la crescita di tutto il movimento”.

Auspico quindi che questo convegno e l’attività della neo nata associazione, siano utili a riqualificare la professione del massaggiatore, figura molto importante all’interno di una squadra e del ciclismo moderno”.

Al Convegno, sponsorizzato da Ozone-Elite, Tecar e Medisport e che avrà inizio alle ore 9.00, è annunciata la partecipazione di oltre 100 professionisti in rappresentanza di tutti i settori del ciclismo.

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Torna l'Ammiraglia d'oro: tre le squadre in corsa

L'ultima edizione risale alla stagione 2000 e a vincerla fu la Vini Caldirola Sidermec per i molteplici successi ottenuti, culminati con la conquista del campionato del mondo su strada a Plouay (Francia) di Romans Vainsteins.

L'Ammiraglia d'Oro, prestigioso riconoscimento istituito nel 1973 dallo Sport Club Mobili Lissone, torna sulla scena del panorama ciclistico internazionale. Il presidente Romano Erba e i suoi più stretti collaboratori, Fausto Parravicini, Cesare Salvioni e Valerio Arosio, hanno deciso di riproporre questo importante riconoscimento di altissimo valore, che intende premiare la migliore conduzione tecnica di una squadra di ciclismo professionistica. In predicato per aggiudicarsi l’Ammiraglia d’Oro 2007 ci sono tre squadre: la Diquigiovanni - Selle Italia, la Quick Step - Innegretic del campione del mondo Paolo Bettini, e l'Acqua & Sapone di Stefano Garzelli.

Nella foto, la premiazione dell'Ammiraglia d'Oro 1977 assegnata alla Scic: da sinistra, il diesse Carletto Chiappano, Romano Erba e Giuseppe Saronni

Albo d’Oro Ammiraglia d’Oro

1973 U.C.I.P. (Unione Ciclismo Italiano Professionistico)

1974 Filotex

1975 Jollyceramica

1976 Brooklyn

1977 Scic

1978 Sanson Gelati

1979 Inoxpran

1980 Magniflex Olmo

1981 Sammontana Benotto

1982 Del Tongo Colnago

1983 Gis Gelati

1984 non assegnata

1985 non assegnata

1986 Lega Professionisti della FCI

1987 Carrera Jens

1988 Lega Professionisti della FCI

1989 Alfa Lum

1990 Chateau d’Ax

1991 Ariostea Ceramiche

1992 Carrera Tassoni

1993 Lampre Polti

1994 Gewiss Ballan

1995 Mapei GB

1996 Mapei GB

1997 Scrigno Gaerne

1998 Mercatone Uno Bianchi

1999 Vini Caldirola Sidermec

2000 Vini Caldirola Sidermec

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