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2015_07_05_143957.jpg

 

 

MANCANO SOLO DEVIN96 E PROTASIOTB99, LIMITE 07/07/2015 ORE 20

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IL TOUR DELLA VERITA' (1ª parte presentazione)


 

 

1ª TAPPA: Mont Saint-Michel --> Avranches

 

Tappa1.png

Scatta da uno dei luoghi più suggestivi di Francia la 100a edizione del Tour, con una tappa che - pur senza compromettere la corsa dei favoriti - potrà in ogni caso già creare qualche lieve differenza tra i pretendenti alla maglia gialla. La Grande Boucle muoverà infatti dall'ombra del Mont Saint-Michel, uno dei teatri più suggestivi mai toccati dalla rassegna, per affrontare una cronosquadre di 28 km, che al traguardo di Avranches incoronerà la prima maglia gialla dell'edizione 2013.
La prova si snoderà sempre nelle vicinanze della costa, su un tracciato quasi completamente pianeggiante per i primi 20 km. Soltanto nelle battute conclusive, pur senza prevedere asperità di particolare rilievo, la tappa vedrà qualche saliscendi più marcato, che renderà più complicato le squadre in gara il mantenimento del giusto ritmo e della necessaria armonia nell'alternanza al comando. Anche gli ultimi 1400 metri saranno in leggera ascesa, e costringeranno probabilmente qualche formazione a lasciare indietro i corridori più affaticati.
Il traguardo sarà sistemato in Place Carnot, dinanzi alla cattedrale neogotica di Notre-Dames-des-Champs, dopo aver costeggiato per alcune centinaia di metri il Jardin des Plantes di Avranches.
GPM: /
INTERMEDI: Courtils (km 10,5); Saint-Martin-des-Champs (km 21)


2ª TAPPA: Avranches --> Saint Brieuc

Tappa2.png

Prima tappa in linea del Tour de France e prime trappole di un percorso che ne presenterà parecchie nelle battute iniziali. Pur senza proporre difficoltà altimetriche trascendentali, infatti, la frazione costringerà i corridori - nessuno escluso - a prestare attenzione alle insidie del vento che spesso batte le coste dell'English Channel e soprattutto ai saliscendi quasi ininterrotti che caratterizzeranno i frangenti conclusivi.

Lasciata Avranches, la corsa giungerà in riva al mare dopo una quarantina di chilometri, per poi lasciarla e ritrovarla per il successivo terzo di percorso. Poco oltre la località di Matignon, al chilometro 96 di gara, gli atleti, giunti in costa per l'ennesima volta, non la abbandoneranno sostanzialmente più fino a Saint-Brieuc, mantenendosi su strade sovente tormentate dal vento e in cui la pianura è soltanto la media fra i moltissimi brevi strappi e le altrettante seguenti discese. Sempre in questo tratto sarà posizionato anche il primo sprint intermedio del Tour, a Erquy, dopo 125 km. Difficilmente, a meno di condizioni climatiche particolari, il gruppo si sfalderà in questa fase, ma il dispendio di energie fisiche e nervose sarà senz'altro non trascurabile, e contribuirà ad animare un finale di tappa che pare disegnato apposta per chiamare all'azione i corridori più spavaldi e fantasiosi.
Ormai già nella città d'arrivo, infatti, il percorso prevederà proprio in extremis gli unici due Gran Premi della Montagna di giornata: dapprima si affronterà la Côte des Violettes, i cui 1300 metri al 4,6% si esauriranno a 3 km e mezzo dallo striscione del tragurdo; quindi sarà la volta della Côte de Saint-Brieuc, 1 km e 200 metri al 6,6% di pendenza media che accompagnerà il plotone fino alla agognata linea bianca.
I velocisti più resistenti dovrebbero poter tener duro e mantenersi in gruppo, ma è tutt'altro che scontato a quel punto tutti abbiano la forza di disputare anche la volata, ed è soprattutto da verificare che l'eventuale sprint sia valido per il successo parziale: gli ultimi due strappi potrebbero infatti consentire a qualche coraggioso di anticipare gli avversari e di andare in caccia della gloria.
GPM: Côte des Violettes (4a categoria, 75 m, 1,3 km al 4,6%, km 161); Côte de Saint-Brieuc (4a categoria, 101 m, 1,2 km al 6,6%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Erquy (km 125)

 

 

3ª TAPPA: Guingamp --> Lesneven

Tappa3.png

 

Terza tappa, e terza giornata da prendere con le pinze per i favoriti alla maglia gialla. Dopo la cronosquadre inaugurale e le minacce di vento e strappi pedalando verso Saint-Brieuc, sarà un'insidia nuova a pararsi davanti ai corridori: lo sterrato, un tuffo nell'antico che ben si confà ad una ricorrenza come quella della 100a edizione della Grande Boucle.

Il tracciato sarà sostanzialmente innocuo per i primi 130 km, animati prevalentemente dai due GPM di 4a categoria sul menù: la Côte de Mez an Buan, 3 km al 3,2% di pendenza, posta dopo 16 km, e la Côte de Kernélec, 1700 metri all'insù per una media del 4,1%, al km 65. Nulla che possa alterare il copione delle tradizionali frazioni per velocisti della prima settimana di Tour, ma lo scenario cambierà drasticamente dopo il traguardo volante giornaliero, collocato a Lannilis (km 131,5).
Due chilometri e mezzo più avanti, infatti, i corridori inizieranno a ricalcare lunghi tratti - affrontati perlopiù in senso opposto - del percorso del Tro Bro Léon, corsa bretone che fa proprio delle strade bianche il suo marchio di fabbrica. Il primo tratto, Trouz ar c'hant - Meshuel, sarà utile più che altro per acclimatarsi, essendo seguito da 18 km su asfalto. Giunti al km 153 di gara, al contrario, i corridori saranno chiamati ad affrontare un'infilata di otto tratti nello spazio di poco più di 20 km: Mesmeur - Puldu, 900 metri; Kerouartz - Keradraon, 1400 metri; Kerabo - Kerarédeau, 700 metri; Le Cosquer - Lanebeur, 1500 metri; Lanebeur - Kerdélant, 2000 metri, Anteren - Enez Kadec, 1000 metri; Sainte Anne - Enez Inoc, 1800 metri; infine Kervaero - Lanveur, 1500 metri.
A questa raffica di sezioni sterrate, che genereranno verosimilmente la prima grande selezione in caso di azioni decise di parte di qualcuno, seguiranno una quindicina di chilometri su asfalto, prima di una nuova infornata di tratti su strade bianche che deciderà con ogni probabilità la tappa e fisserà distacchi molto prossimi a quelli definitivi: prima Lannuchen - Quiquelleau, 1200 metri; quindi Penmarc'h Le Clos, 1600 metri; dunque Toul-Douar - Le Vern, 700 metri; infine Loscoat - Loscoat, di 800 metri.
Usciti dall'ultima sezione sterrata, gli atleti dovranno percorrere ancora poco meno di 10 km, per loro fortuna tutti asfaltati, per raggiungere il traguardo di Lesneven.
Difficile - data la carenza di precedenti - immaginare quali possano essere gli effetti di una simile frazione sul Tour de France. E' tuttavia possibile prevedere con ragionevole certezza che le condizioni climatiche giocheranno un ruolo determinante, con la pioggia che potrebbe far assumere alla tappa lo stesso peso di un tappone alpino o pirenaico. Vietato, per chiunque ambisca ad un posto sul podio a Parigi, farsi cogliere impreparato.
GPM: Côte de Mez an Buan (4a categoria, 267 m, 3 km al 3,2%, km 16); Côte de Kernélec (4a categoria, 270 m, 1,7 km al 4,1%, km 65)
TRAGUARDO VOLANTE: Lannilis (km 131,5)
SEZIONI STERRATE: Tratto 1 - Trouz ar c'hant à Meshuel (700 m, km 135) ***; Tratto 2 - Mesmeur à Pouldu (900 m, km 154) ****; Tratto 3 - Kerouartz à Keradraon (1400 m, km 157,5) *****; Tratto 4 - Kerabo à Kerarédeau (700 m, km 162,5) *; Tratto 5 - Le Cosquer à Lanebeur (1500 m, km 165) *; Tratto 6 - Lanebeur à Kerdélant (2000 m, km 167,5) ****; Tratto 7 - Anteren à Enez Kadec (1000 m, km 170) ***; Tratto 8 - Sainte Anne à Enez Inoc (1800 m, km 172) **; Tratto 9 - Kervaro à Lanveur (1500 m, km 174) *****; Tratto 10 - Lannuchen à Quiquelleau (1200 m, km 190) **; Tratto 11 - Penmarc'h à Le Clos (1600 m, km 192,5) *****; Tratto 12 - Toul-Douar à Le Vern (700 m, km 196) ***; Tratto 13 - Loscoat à Loscoat (800 m, km 199) **

 

 

4ª TAPPA: Brest --> Lorient

Tappa4.png

 

Dopo tre tappe inaugurali che costringeranno a non poca fatica e ad un tasso di attenzione costantemente ai massimi livelli, il quarto giorno di gara saluterà finalmente la prima frazione relativamente tranquilla del Tour. "Relativamente" perché l'insidia del vento sarà sempre presente, come in qualsiasi corsa bretone che si rispetti, e sono infiniti gli esempi di corridori che hanno visto compromesse le proprie ambizioni di maglia gialla in giornate teoricamente interlocutorie, ma è certo che, fra i tracciati proposti sin qui, quello che porterà a Lorient si presenta come il meno impegnativo.
Le uniche vere difficoltà altimetriche saranno concentrate nei primi 60 km circa, in cui spiccheranno il GPM di 4a categoria della Côte de Ty Jopic (3 km e 900 metri al 3,5% di pendenza media, dopo 42 km e mezzo) e quello di Menez-Kerque, prima ascesa di categoria superiore prevista dal Tour 2013 (3a categoria, con i suoi 3,3 km al 5,6%). Superate queste non proibitive asperità, sarà quasi esclusivamente pianura fino a Lorient, dove il traguardo sarà posto in Avenue Jean Jaurès. Da segnalare che negli ultimi 5 km i corridori dovranno fare attenzione alla strada piuttosto tortuosa, anche se l'ultima svolta, prevista a 750 metri dalla linea bianca, non dovrebbe condizionare più di tanto lo sviluppo dello sprint. Preziosi come sempre, in ottica maglia verde, anche i punti messi in palio al traguardo volante giornaliero, collocato in questa occasione a Quimper, dopo 84 km.
GPM: Côte de Ty Jopic (4a categoria, 157 m, 3,9 km al 3,5%, km 42,5); Menez-Kerque (3a categoria, 208 m, 3,3 km al 5,6%, km 61,5)
TRAGUARDO VOLANTE: Quimper (km 84)


5ª TAPPA: Auray --> Saint-Jean-de-Monts

Tappa5.png


Ancora spazio agli sprinter nella quinta tappa, anche se i velocisti saranno obbligati a non abbassare mai la guardia per poter giungere a Saint-Jean-de-Monts con la possibilità di giocarsi la vittoria. Pur in assenza di difficoltà altimetriche (neppure un GPM di 4a categoria previsto), la frazione che scatterà da Auray proporrà infatti una vasta gamma di insidie e frangenti da prendere con le pinze, per una corsa che potrebbe teoricamente spaccarsi in qualsiasi momento e per i motivi più disparati.

Lasciata la località d'avvio, i corridori descriveranno un arco intorno al Golfe de Morbihan, per poi costeggiare il Golfo di Biscaglia dirigendosi verso Saint-Nazaire, lungo un percorso completamente pianeggiante ma sempre alla mercé del vento dell'Atlantico. Particolarmente spettacolare e tecnicamente da non sottovalutare sarà l'attraversamento del Pont de Saint-Nazaire, struttura in lieve ascesa sulla quale gli effetti del vento rischiano di risultare fortemente accentuati.
Dopo una fase di relativa quiete, gli atleti giungeranno allo sprint intermedio di Bourgneuf-en-Retz, a 51 km dalla conclusione, che segnerà di fatto l'ingresso nella fase calda della tappa. Per i successivi 20 km circa, infatti, il tracciato si manterrà estremamente vicino alla costa, attraversando la spettacolare zona del Marais Breton, con le sue terre spesso al di sotto del livello del mare. A 30 km dal traguardo, quindi, giungerà il momento topico della frazione: l'attraversamento del Passage du Gois, lingua d'asfalto che per 4 km e mezzo si stende sull'Oceano Atlantico che nel 1999 costò il Tour de France ad Alex Zulle, costando allo svizzero sei dei sette minuti e mezzo che lo separarono a Parigi da Lance Armstrong. Il transito terminerà ad appena 25 km dal traguardo, rendendo più difficile - rispetto al precedente - il recupero dell'eventuale terreno perso, complici le strade molto filanti che caratterizzeranno la parte finale di gara.
Lasciata l'Ile de Noirmoutier ai -19 dall'arrivo, il Tour resterà sul continente fino al traguardo, collocata sull'Esplanade de la Mer di Saint-Jean-de-Monts.
GPM: /
TRAGUARDO VOLANTE: Bourgneuf-en-Retz (km 141,5)

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IL TOUR DELLA VERITA' (2ª parte presentazione)



6ª TAPPA:  Les Herbiers --> Bressuire

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A meno di colpi di scena legati a cadute, vento e sterrato, sarà questa la prima giornata campale del Tour de France 2013: una tradizionale crono-fiume di 55 km e mezzo, su un tracciato lievemente ondulato in cui i leggeri saliscendi finiranno soltanto per favorire gli specialisti dotati di maggiore potenza.

La rampa di partenza sarà situata in Rue du Brandon a Les Herbiers, ma - a meno di non poter vantare un occhio clinico per la pedalata dei corridori - per le prime valutazioni occorrerà attendere Le Forgé, dove 17 km più avanti sarà posto il primo rilevamento cronometrico. Sarà in questo tratto iniziale che si troverà quanto di più simile ad una salitella la tappa possa proporre, anche se le pendenze non si spingeranno mai oltre il 3-4% e termineranno, a Les Epesses, dopo neppure 3 km.
Ancor più filante sarà la sezione centrale, che condurrà agli intertempi di Cerizay - km 30,5 - e Chanteloup - km 45,5 -. Poco oltre l'ultimo stop al cronometro prima del traguardo, i corridori raggiungeranno il tetto della frazione, a 222 metri di quota, prima di lanciarsi in un tratto di falsopiano a scendere che li proietterà in un amen alle porte di Bressuire. Per l'ultimo chilometro e mezzo si dovrà tornare a pedalare di forza, superando un dislivello di 35 metri che si esaurirà sul traguardo di Rue de Malabry.
GPM: /
INTERMEDI: Le Forgé (km 17); Cerizay (km 30,5); Chanteloup (km 45,5)


7ª TAPPA: Parthenay --> Limoges

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Gli sprinter potranno provarci, ma il traguardo della settima tappa sarà uno di quelli per cui le ruote veloci del gruppo dovranno sudare non poco. Il pericolo, per loro, si anniderà nella fase conclusiva di gara, fase alla quale quanto meno non dovrebbero avere problemi a presentarsi compatti. Da Parthenay, cui si giungerà dopo un trasferimento serale di una trentina di chilometri da Bressuire, il tracciato muoverà infatti lungo strade quasi sempre pianeggianti, che favoriranno uno sviluppo di corsa piuttosto lineare fino alle battute conclusive.
Quasi a preannunciare i trabocchetti insiti nelle battute conclusive, il percorso si farà però via via più nervoso nell'ultimo terzo di gara - comprendente fra l'altro lo sprint intermedio di Bellac, km 129 -, fino ad arrivare, ad una dozzina scarsa di chilometri dal termine, all'imbocco della prima asperità degna di nota di giornata: la Côte des Ribières, con i suoi 1800 metri al 5%, che si esauriranno a 9,5 km dal traguardo di Limoges. Qualcuno potrebbe provare già qui ad anticipare la volata di gruppo, anche se un eventuale fallimento del tentativo precluderebbe la chance di giocarsi il successo in un finale di difficile lettura.
Dopo aver costeggiato il fiume Vienne fino ad un chilometro e mezzo circa dall'arrivo, infatti, una svolta a destra segnerà l'inizio di una lieve ma costante ascesa che accompagnerà i corridori fino alla linea bianca, mantenendo negli ultimi 1400 metri una pendenza media del 3,9%. Nulla che possa preoccupare gli uomini di classifica, chiamati nei giorni a venire a superare ben altre difficoltà, ma abbastanza da alterare i valori in campo in uno sprint. Alcuni velocisti puri potrebbero così mancare dello spunto necessario, aprendo spiragli anche ad atleti battuti in un arrivo a ranghi compatti più canonico.
Si tratterà in sostanza di una tappa che lascerà spazio a molti di quei corridori che - dall'indomani - lasceranno con ogni probabilità il proscenio a chi dovrà lottare per il podio finale.
GPM: Côte des Ribières (4a categoria, 345 m, 1,8 km al 5%, km 176); Côte de Limoges (4a categoria, 287 m, 1,4 km al 3,9%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Bellac (km 129)


8ª TAPPA: Limoges --> Puy de Dome

Tappa8.png


Dopo una giornata relativamente interlocutoria, tornano di scena i grandi del Tour, per quello che sarà il primo arrivo in salita della 100a edizione della Grande Boucle. Come da tradizione, il Puy de Dôme sarà probabilmente l'unico teatro di battaglia fra i big, ma il percorso che condurrà ai piedi del gigante che sovrasta Clermont-Ferrand sarà quanto mai nervoso.

Risparmiando ai corridori la fatica di un trasferimento alla vigilia di una tappa così significativa, l'ottava tappa muoverà ancora da Limoges, per dirigersi quindi verso Est, per affrontare dopo una quarantina di chilometri di quiete le prime asperità. Si comincerà con la Côte de Bourganeuf, 4 km e 300 metri al 3,9% posti dopo 49 km, per proseguire con la Côte de La Rouge, 4 km ad una media del 3,5%. Poco più di un riscaldamento, come d'altro canto sarà anche la tripletta di ascese che i corridori si troveranno ad affrontare a cavallo dell'ideale passaggio di metà gara: la Côte de Quioudeneix - 5,9 km al 3,3% -, la Côte des Roches - 3,4 km al 3,9% - e la Côte du Bois de Calvaire - 2,9 km al 4% -, collocate rispettivamente dopo 90,5, 98 e 108,5 km.
Un tratto più agevole di una ventina di chilometri precederà quindi la scalata alla Côte de Ballot, 4800 metri all'insù per una pendenza del 4,4%, con vetta a 63 km dall'arrivo, e più avanti del facilissimo Col de la Nugère, 6 km e 600 metri ad una misera media del 2,5% (cima ai -41). Una lunga discesa di una quindicina di chilometri porterà quindi al traguardo volante di Cébazat, collocato 174 km e mezzo dopo il via, poco dopo il quale i corridori potranno finalmente assaggiare le prime vere pendenze.
A fare da antipasto al primo totem del Tour sarà infatti il breve ma arcigno Col du Chevalard, appena 1800 metri di salita per una minacciosa media dell'11,2%, con punte che arrivano, intorno a metà ascesa, anche al 18%. In vetta mancheranno 18 km alla conclusione, e questa rampa sarà probabilmente già sufficiente a scremare sensibilmente il plotone prima dello scoppio della battaglia.
L'inizio della salita finale è ufficialmente segnalato ai -14 dall'arrivo, anche se il primo tratto sarà poco più di un falsopiano a salire. Le prime rampe selettive si registreranno fra gli 11 e gli 8 chilometri al termine, dove la media sarà del 7,8%. Una sezione più agevole di un paio di chilometri al 3,3% farà quindi da preludio al vero Puy de Dôme, a quei 6 km finali con media del 10,9% (addirittura 11,8% fra i -5 e i -1) e picchi del 16% sui quali il Tour ha visto scrivere alcune delle sue pagine più memorabili. Sarà qui che avrà luogo una battaglia che assegnerà un pezzo di maglia gialla, ma in cui tutti penseranno anche ad imprimere il loro nome nella leggendaria storia del Puy de Dôme.
GPM: Côte de Bourganeuf (4a categoria, 579 m, 4,3 km al 3,9%, km 49); Côte de La Rouge (4a categoria, 599 m, 4 km al 3,5%, km 64); Côte de Quioudeneix (4a categoria, 637 m, 5,9 km al 3,3%, km 90,5); Côte des Roches (4a categoria, 672 m, 3,4 km al 3,9%, km 98); Côte du Bois de Calvaire (4a categoria, 765 m, 2,9 km al 4%, km 108,5); Côte de Ballot (3a categoria, 752 m, 4,8 km al 4,4%, km 135); Col de la Nugère (4a categoria, 927 m, 6,6 km al 2,5%, km 157); Col du Chevalard (3a categoria, 551 m, 1,8 km all'11,2%, km 180); Puy de Dôme (Hors Catégorie, 1415 m, 14 km al 7,5%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Cébazat (km 174,5)


9ª TAPPA: Clermont-Ferrand --> Prat de Bouc

Tappa9.png


Non è classificata come tappa di alta montagna, ma la nona frazione del Tour de France si candida ugualmente a lasciare tracce sulla classifica generale finale. Si tratterà infatti di una tradizionale cavalcata sul Massiccio Centrale, sfinente per il succedersi delle salite, il chilometraggio e il grande caldo che spesso affligge questa regione del paese.
Dopo essere ripartiti ai piedi del Puy de Dôme, a Clermont-Ferrand, i corridori avranno il non semplice compito di entrare subito nel ritmo gara per affrontare la pedalabile ma lunga scalata al Col de la Ventouse, 15 km e 300 metri al 3,4% di pendenza media. Superata la brevissima Côte des Buges - 1300 metri al 5,9% - una ventina di chilometri più avanti, sarà la Côte la Stèle, con i suoi 7,3 km al 5,4%, a richiamare l'attenzione degli atleti, per quanto sia altamente ottimistico pensare che già qui la corsa finisca per infiammarsi; anche perché alla vetta, collocata al km 61, seguirà l'unico lungo tratto di respiro della giornata, con una trentina di chilometri a netta prevalenza di discesa fino a Bort-les-Orgues, dopo al km 93,5 verrà raggiunto lo sprint intermedio quotidiano.
Per ritrovare una salita, sarà necessario attendere di aver superato la metà gara, con la Côte de Méallet, 2 km e 300 metri al 4,7% di media, posta dopo 117 km. Sforzo lievemente maggiore sarà richiesto per scavalcare la Côte d'Anglards-de-Salers, con una pendenza media del 6,3% distribuita su 4,4 km. Sarà però con la successiva scalata al Col de Neronne - 9600 metri all'insù al 4,9% - che la gara entrerà nella fase cruciale: sei salite concentrate in 80 km, di fatto senza nemmeno un tratto di respiro fra l'una e l'altra.
Difficile dire quale possa essere il punto prescelto dal primo coraggioso per scatenare la battaglia, ma - se il Col de Neronne appare un po' troppo pedalabile per lo scopo - un autorevole candidato parrebbe già essere il Pas de Peyrol, i cui 8,9 km al 6,9% - numeri già significativi - nascondono nel tratto finale delle rampe fino al 14%, ideali per sbarazzarsi della compagnia di qualche corridore già affaticato. In cima mancheranno tuttavia ancora 55 km, i primi 12 dei quali in discesa, verso l'imbocco del Col de Pertus. Malgrado la minore lunghezza (4,7 km), la pendenza media del 7,9% e la minore distanza dal traguardo (38,5 km) fanno della quartultima ascesa di giornata un altro valido trampolino di lancio, a patto di essere convinti di poter superare i più pedalabili Col de Cère (6 km al 4,8%, vetta ai -26,5) e Côte de la Chevade (3 km e mezzo, media del 6,6%, cima ad appena 14 km dal termine).
A prescindere dagli sviluppi di gara precedenti, sarà comunque l'ultima salita ad emettere i verdetti del noto atto del Tour: dopo oltre 200 km e dieci salite, gli 8300 metri dell'ultima ascesa dovrebbero essere sufficienti a produrre differenze anche fra i corridori di primo piano, a dispetto di una pendenza media rispettabile ma non impossibile (5,9%). Pur mancando dei passaggi estremi della frazione precedente, la tappa di Prat de Bouc sarà ideale per far emergere i corridori con le doti di fondo indispensabili per imporsi in una gara di tre settimane.
GPM: Col de la Ventouse (2a categoria, 980 m, 15,3 km al 3,4%, km 16,5); Côte des Buges (4a categoria, 987 m, 1,3 km al 5,9%, km 37,5); Côte de la Stèle (2a categoria, 1245 m, 7,3 km al 5,4%, km 61); Côte de Méallet (4a categoria, 695 m, 2,3 km al 4,7%, km 117); Côte d'Anglards-de-Salers (3a categoria, 817 m, 4,4 km al 6,3%, km 128); Col de Neronne (2a categoria, 1232 m, 9,8 km al 4,8%, km 152); Col du Pas de Peyrol (Le Puy Mary) (1a categoria, 1589 m, 8,9 km al 6,9%, km 167); Col du Pertus (2a categoria, 1309 m, 4,7 km al 7,9%, km 183,5); Col de Cère (3a categoria, 1299 m, 6 km al 4,9%, km 195,5); Côte de la Chevade (3a categoria, 1162 m, 3,7 km al 6,4%, km 208); Prat de Bouc (Plomb du Cantal) (2a categoria, 1392 m, 8,3 km al 5,9%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Bort-les-Orgues (km 93,5)


10ª TAPPA: 

Tappa10.png


Dopo il primo week-end di salite del Tour, si resta in quota anche al lunedì, alla vigilia del primo giorno di riposo. Dopo i nove GPM della frazione del Puy de Dôme e gli undici di quella di Prat de Bouc, i corridori se la caveranno questa volta con "solo" otto, sette dei quali racchiusi in circa 110 dei 206 chilometri in programma.
Dopo aver visitato Saint-Flour per la partenza, la corsa si snoderà in modo piuttosto lineare in direzione Sud per una settantina di chilometri, animati solamente dalla facilissima Côte de Puech Miagou, 6 km e 700 metri ad una misera pendenza media del 2,9%, collocata dopo 18 km. Giunti a Marvejols, i corridori entreranno tuttavia in una fase di gara completamente diversa, caratterizzata dalla successione di sette ascese cui si accennava poc'anzi. Dapprima sarà la volta della Côte de Goudard, con i suoi 5200 metri all'insù al 6,2%, la cui vetta sarà a 131 km dal termine; poco dopo toccherà alla Côte de Chabannes, 4,1 km al 4,7% di media che si concluderanno 84 km dopo la partenza. Il primo momento chiave di giornata arriverà però con la scalata ai 1091 metri della Côte de la Croix-Neuve, appena dopo il transito dal traguardo volante di Mende (km 88,5): soltanto 3300 metri di ascesa, ma con una pendenza media del 10,2%. Dalla vetta mancheranno ancora 113 km al traguardo, sicché è assai improbabile che qualche grosso calibro possa muoversi in prima persona, ma qualche seconda linea potrebbe sfruttare questo trampolino per provare a portar via un gruppetto di attaccanti.
Assai più morbida sarà invece la successiva ascesa, quella al Col de la Loubière, 8 km e 200 metri semplicissimi nella prima parte che diventano via via più aspri, per una pendenza media complessiva del 4,7%. Dopo la discesa e una decina di chilometri di falsopiano tendente a salire, si arriverà quindi alle pendici del Col de Finiels, i cui 10,4 km al 4,5% - dato, quest'ultimo, pesantemente condizionato da un tratto agevolissimo in vista del GPM - porteranno la carovana a 1541 metri sul livello del mare, punto più alto di giornata (km 132,5). La successiva picchiata condurrà quindi ai piedi della Côte de La Brousse, 9,6 km al 3,8% di pendenza estremamente irregolari: due, di fatto i tratti di salita vera - 3,2 km al 6,1% prima, 2,7 km al 5,2% poi - inframmezzati e seguiti da altre sezioni assai più agevoli. In cima mancheranno ancora 52 km e mezzo; i primi 13 serviranno a scendere fino a Cocurès, dove, dopo un paio di chilometri pianeggianti, verrà approcciata l'ultima ascesa di giornata, il Col de Montmirat. La scalata misura 11 km, per una pendenza media del 5,5% che sale al 6,5% negli ultimi 8 km scarsi. Lo scollinamento è previsto a 26 km dal traguardo, quindici dei quali di discesa pedalabile, gli ultimi undici in pianura, per raggiungere l'arrivo di Florac.
Non si tratta globalmente di una frazione impegnativa quanto le due precedenti, ma, proprio in virtù delle due giornate di fatica alle spalle, non è escluso che qualcuno - magari deluso o attardato in classifica - possa giocare d'azzardo anche in una tappa di difficile lettura come questa decima.
GPM: Côte de Puech Miagou (4a categoria, 977 m, 6,7 km al 2,9%, km 18); Côte de Goudard (3a categoria, 1052 m, 5,2 km al 6,2%, km 75); Côte de Chabannes (4a categoria, 893 m, 4,1 km al 4,7%, km 84); Côte de la Croix-Neuve - Monteé Laurent Jalabert (2a categoria, 1157 m, 3,6 km all'8,6%, km 93); Col de la Loubière (2a categoria, 1188 m, 8,2 km al 4,7%, km 108); Col de Finiels (2a categoria, 1542 m, 8,8 km al 4,9%, km 132,5); Côte de La Brousse (3a categoria, 1207 m, 7,0 km al 4,4%, km 153,5); Côte des Bondons (2a categoria, 1182 m, 11 km al 5,5%, km 180)
TRAGUARDO VOLANTE: Mende (km 88,5)


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IL TOUR DELLA VERITA' (3ª parte presentazione)

 

 

 

11ª TAPPA:  Pau --> Argeles-Gazost

 

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Dopo il giorno di riposo, il Tour de France torna immediatamente a salire, andando a confrontarsi con il primo grande massiccio. Nel rispetto della classica rotazione, toccherà questa volta ai Pirenei essere scalati per primi, con due frazioni fra loro molto diverse, ma entrambe favorevoli a chi vorrà dare battaglia.
La due-giorni inizierà a Pau, sede di tappa tradizionale della Grande Boucle, che nella 100a edizione sarà toccata quale località di partenza. I primi 45 km di gara si snoderanno su un tracciato altimetricamente agevole, senza asperità giudicate degne di un Gran Premio della Montagna. Quando, giunti ad Escot, i corridori si troveranno di fronte le prime rampe, sarà subito ora di fare sul serio: la prima salita in programma sarà infatti il Col de Marie-Blanque, ascesa di 1a categoria, con i suoi 9 km e 300 metri al 7,6% di pendenza media. Dato ancor più significativo, negli ultimi 4 km la media si impenna all'11,5%: se qualcuno dovesse trovare il coraggio di fare corsa dura da subito, già qui potrebbero saltare alcuni nomi blasonati lontani dalla miglior condizione.
Dopo la vetta, una dozzina di chilometri di discesa - agevole nella prima parte, più ripida nella seconda - e una decina di pianura accompagneranno la corsa al traguardo volante di Laruns (km 73,5), collocato poco prima dell'approccio del Col d'Aubisque. Secondo totem pirenaico dietro al Tourmalet, l'Aubisque misura 16,6 km, per una pendenza del 7,2% che potrebbe stuzzicare qualche coraggioso, magari premunitosi in precedenza spedendo in avanscoperta uno o più compagni di squadra con cui affrontare una parte dei 69 km rimanenti. Difficile, infatti, resistere altrimenti ai circa 30 km di discontinua discesa successivi - inframmezzati dal breve e pedalabile strappo del Col du Soulor, nemmeno classificato come GPM - e soprattutto ai quasi 20 km di fondovalle lievemente tendente a salire fino a Luz-Saint-Sauveur.
Solo allora la presenza di compagni diventerà pressoché irrilevante, se non al fine di preparare l'offensiva dei capitani. Dai -23 ai -4 all'arrivo, infatti, i corridori dovranno arrampicarsi fino ai 2115 metri del Col du Tourmalet, lungo 19 km di scalata al 7,4% di pendenza media. Le rampe più dure arriveranno in prossimità del Gran Premio della Montagna, ma sarà la lunghezza e la costanza dell'ascesa a determinare le differenze tra i migliori, che avranno peraltro scarsissime possibilità di recupero una volta scollinati. Dalla cima al traguardo di La Mongie mancheranno infatti soltanto 4 km abbondanti, tutti in discesa - peraltro discretamente tecnica -. A dispetto del chilometraggio contenuto, è lecito attendersi divari significativi anche tra quanti puntano alla maglia gialla parigina.
In seguito alla frana che ha reso inagibile il Col du Tourmalet, il percorso è stato modificato nel tratto finale, quello successivo al Col d'Aubisque, e in quello iniziale, al fine di mantenere inalterato il chilometraggio originariamente previsto per la tappa. Il tratto pianeggiante in apertura di giornata è stato prolungato di una ventina di chilometri, senza l'aggiunta di difficoltà altimetriche significative. La fase calda della frazione inizierà sempre con il Col de Marie-Blanque e proseguirà ancora con il Col d'Aubisque, seguendo il disegno originario fino al Col du Soulor. A quel punto, quando all'arrivo mancheranno poco meno di 40 km, la corsa svolterà a sinistra, percorrendo la discesa dal versante settentrionale del colle, fino a Las Ganques. Inizierà allora la salita al Col de Spandelles, 10 km e 300 metri di ascesa all'8% di pendenza media, piuttosto regolare intorno all'8-9%, salvo un tratto di relativo respiro fra i -5 e i -3 al Gran Premio della Montagna. Dalla cima mancheranno poco meno di 16 km - quasi tutti in discesa - al nuovo traguardo, posto ad Argelès-Gazost.
GPM: Col de Marie-Blanque (1a categoria, 1037 m, 9,3 km al 7,2%, km 75); Col d'Aubisque (Hors Catégorie, 1709 m, 16,6 km al 7,2%, km 113); Col de Spandelles (1a categoria, 1378 m, 10,3 km all'8%, km 146,5)
TRAGUARDO VOLANTE: Laruns (km 73,5)

 

 

12ª TAPPA: Bagneres-de-Bigorre --> Plateau de Beille

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Seconda, più lunga e probabilmente più impegnativa frazione pirenaica. Ai corridori sarà dato il vantaggio di un trasferimento lieve rispetto all'arrivo del giorno precedente, ma sarà l'unico elemento che contribuirà a ridurre le loro fatiche.
Lasciato da pochi chilometri il ritrovo di partenza di Bagnères-de-Bigorre, una discesa di circa 6 km introdurrà i corridori alla prima asperità di giornata, la Côte de Capvern, che con i suoi 6,6 km al 4,6% rappresenterà soltanto un buon riscaldamento per ciò che verrà. La salita riporterà gli atleti alla quota antecedente il tratto in discesa di cui si è detto, e, anziché da una nuova picchiata, sarà seguito da un lungo tratto pianeggiante di una quarantina di chilometri, fino a Ore. A quel punto, con 170 km circa ancora da percorrere, sarà il momento di approcciare il Col des Ares, ascesa molto simile alla precedente con i suoi 6 km e mezzo al 5% di media. Per trovare le prime pendenze davvero arcigne occorrerà attendere ancora una ventina di chilometri, fino alla scalata al Col du Portet d'Aspet: appena 5,3 km di salita, ma ad una media dell'8,2%, con punte dell'11%.
Per un'ascesa dal chilometraggio più esigente, invece, l'appuntamento sarà con la quarta, il Col de la Core: 15 km all'insù senza pause, ad eccezione di 500 metri dopo poco meno di 6 km. La pendenza media complessiva sarà del 5,6%, che sale però al 6,9% considerando solamente gli ultimi 8,8 km. In vetta si sarà poco oltre metà percorso, 118 km dopo il via e a 106 dal traguardo. I primi venticinque saranno piuttosto agevoli, più o meno equamente ripartiti tra discesa e pianura fino all'attacco del Col de Latrape. Ascesa, quest'ultima, che segnerà l'inizio di un frangente cruciale di gara, nel quale chi vorrà anticipare la battaglia sull'ultima salita potrà trovare terreno fertile. Il riferimento non è tanto al pur non trascurabile Latrape (7,2% di media, ma su soli 5,6 km), bensì al Col d'Agnes, da approcciare subito dopo la fine della discesa: 10 km all'8,2% di media, senza punte trascendentali ma nemmeno momenti di vero riposo. Il GPM è posto a 59 km dall'arrivo, i primi quattro dei quali in discesa, prima di iniziare il Port de Lers, 4,7 km al 5,5% che potrebbero al più servire a dilatare gli eventuali danni prodotti dall'Agnes.
Dei 50 km rimanenti, i primi undici saranno i meno problematici per i possibili attaccanti, che dopo la picchiata su Vicdessos si troveranno a dover affrontare oltre 20 km di fondovalle. Se qualcuno avrà osato sul Col d'Agnes, in questo tratto - comprendente anche il traguardo volante di Tarascon-sur-Ariège (km 200,5) - dovrà necessariamente trovare l'appoggio di alleati e compagni, pena uno sforzo immane e probabilmente vano prima ancora dell'ascesa più impegnativa di giornata. Realisticamente, sarà lì che i migliori si daranno battaglia, con 15,8 km al 7,9% che, con le fatiche accumulate in oltre 200 km in sella, senza dimenticare quelle dei giorni precedenti, potrebbero ridisegnare la classifica generale partorita dalla prima metà di Tour. L'ultimo chilometro sarà il più pedalabile, ma prima di allora ci sarà tutto il tempo per fiaccare qualsiasi avversario.
GPM: Côte de Capvern (3a categoria, 613 m, 6,6 km al 4,6%, km 16,5); Col des Ares (3a categoria, 797 m, 6,5 km al 5%, km 61,5); Col du Portet d'Aspet (2a categoria, 1069 m, 5,3 km all'8,2%, km 83); Col de la Core (1a categoria, 1395 m, 17,5 km al 5,1%, km 118); Col de Latrape (2a categoria, 1123 m, 5,6 km al 7,2%, km 150); Col d'Agnes (1a categoria, 1570 m, 10,2 km all'8,1%, km 165); Port de Lers (3a categoria, 1517 m, 4,6 km al 5,4%, km 174); Plateau de Beille (Hors Catégorie, 1780 m, 15,8 km al 7,9%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Tarascon-sur-Ariège (km 200,5)

 

 

13ª TAPPA: Mirepoix --> Frontignan

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Tornano finalmente di scena i velocisti, per quella che sarà una delle tappe più agevoli del Tour de France.
Subito dopo la partenza da Mirepoix, i corridori affronteranno qualche leggero saliscendi, che si esaurirà comunque senza lasciare traccia dopo una quindicina di chilometri. Poco più avanti, al ventisettesimo chilometro di gara, sarà la volta del primo ed ultimo Gran Premio della Montagna in programma, la breve Côte de Montréal, 1900 metri di ascesa al 3,8% di pendenza. Dopo di che, solo ed esclusivamente pianura fino al traguardo di Frontignan, attraversando speditamente la regione della Linguadoca - Rossiglione. Poche le possibilità di scuotere la corsa, con i velocisti che dapprima potranno giocarsi dei punti utili per la maglia verde al traguardo volante di Capestang (km 106), per poi cercare di fagocitare i fuggitivi della prima ora nelle battute conclusive, su strade sempre favorevoli al rientro del gruppo.
L'unica vera insidia di giornata si anniderà negli ultimi 25 km, superato l'abitato di Agde: la gara giungerà infatti sulle rive del Mediterraneo, viaggiando verso Sète lungo la sottile linea di terra che separa l'Etang de Thau dal Mar Mediterraneo. Un tratto di una ventina di chilometri spesso esposto ad un vento che potrebbe, in caso fosse sufficientemente sostenuto, anche spaccare il gruppo, quasi certamente lanciato a grande velocità verso lo sprint conclusivo. Anche una volta raggiunta Sète, i corridori si manterranno sempre a poca distanza dal mare, percorrendo gli ultimi 5 km verso l'arrivo.
Anche il rettilineo finale sarà favorevolissimo ai velocisti, le cui squadre avranno a disposizione una spada di circa 2 km per organizzare al meglio gli ultimi vagoni dei rispettivi treni.
GPM: Côte de Montréal (4a categoria, 251 m, 1,9 km al 3,8%, km 27)
TRAGUARDO VOLANTE: Capestang (km 106)

 

 

14ª TAPPA: Arles --> Toulon-Mont Faron

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Dura un solo giorno la tregua tra i big, peraltro in parte subordinata alle bizze del meteo e del vento. Dopo una frazione altimetricamente facilissima come la precedente, infatti, tornano di scena le salite, sia pure non comparabili con quelle che hanno animato le tappe pirenaiche e - ad eccezione dell'ultima - neppure con quelle affrontate sul Massiccio Centrale.
La corsa muoverà da Arles, e non conoscerà particolari scossoni per i primi 100 km, quasi interamente pianeggianti. In questa sezione, la sola asperità degna di un Gran Premio della Montagna sarà la Côte du Douard, mentre i velocisti metteranno probabilmente gli occhi sul traguardo volante di Marseille, posto dopo 91 km, unica opportunità per loro di marcare punti in ottica maglia verde in questa frazione.
Il tracciato prenderà a farsi più nervoso con la scalata al Col de la Gineste, 4,6 km di pedalabile salita al 4,7% di media, con scollinamento a 55 km dalla conclusione. Dopo una discesa irregolare, sarà la volta della Côte des Cuettes, 2700 metri al 5,3%, a 43 km dal termine. Altra discesa, e solo pianura fino all'attacco della quarta e penultima salita di giornata, la Côte du Vallon de Poutier, con i suoi 3 km e 200 metri al 3,6% di pendenza. In cima mancheranno ancora 24 km, ed è altamente probabile che il gruppo vi si presenti quasi compatto, mantenendosi tale anche nella successiva discesa e nel tratto pianeggiante che condurrà la carovana a Toulon, ai piedi della salita finale.
Affrontata soltanto una volta dal Tour e non in veste di arrivo di tappa (anche se Stablinski, al comando in vetta all'ascesa, vi restò fino al traguardo di Marseille), il Mont Faron comparirà così nuovamente alla Grande Boucle dopo 56 anni di attesa, per un finale il cui esito potrebbe anche discostarsi da quello prodotto dalle salite già affrontate nei giorni precedenti. I 5,5 km all'8,9% che porteranno al traguardo non sono infatti il tipico terreno di battaglia fra uomini di classifica, più avvezzi ad ascese più lunghe e meno pendenti, che chiamano ad una diversa distribuzione dello sforzo. Motivo di interesse in più, dunque, per una frazione fra le più suggestive del programma del Tour 2013, a dispetto di un chilometraggio piuttosto contenuto.
Da sottolineare anche come la quasi totalità della tappa si snodi a poca distanza dal mare, esponendo potenzialmente la corsa agli umori del vento come il finale della precedente.
GPM: Côte du Douard (4a categoria, 165 m, 2,9 km al 4,1%, km 70); Col de la Gineste (3a categoria, 324 m, 4,6 km al 4,7%, km 105); Côte des Cuettes (4a categoria, 199 m, 2,7 km al 5,3%, km 117); Côte du Vallon de Poutier (4a categoria, 159 m, 3,2 km al 3,6%, km 136); Mont Faron (1a categoria, 511 m, 5,5 km al 9,0%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Marseille (km 91)

 

 

15ª TAPPA: Toulon --> Orange

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E' pensata per un ritorno ai panni di protagonisti degli sprinter la 15a tappa, 196 km da Toulon a Orange privi di difficoltà altimetriche significative, specie nell'ultimo terzo di gara. E questa volta, a differenza di molte delle altre frazioni prevalentemente piatte affrontate sin qui, non dovrebbero presentarsi neppure trappole alternative, siano esse sotto di forma di vento, strappi finali o strade sterrate.
Dopo il via da Toulon, di fatto senza trasferimento dall'arrivo del giorno precedente, la corsa si svilupperà per circa 120 km su strade mediamente agevoli ma leggermente nervose, contrassegnate comunque da soli due Gran Premi della Montagna: dapprima il Pas de Magnan, 4 km e 800 metri al 5,1% di pendenza media, quindi la Côte des Plíçtrières, 2,7 km al 4,5%, dopo rispettivamente 82 e 101,5 km. Nel mezzo anche il traguardo volante di Aix-en-Provence, collocato appena oltre metà percorso (km 98,5).
L'ultimo terzo della tappa, come anticipato, sarà molto simile ad un biliardo, peraltro quasi sempre su strade estremamente filanti, favorevoli al gruppo in un possibile testa a testa a distanza con i fuggitivi della prima ora. Difficile pensare dunque ad un epilogo diverso da uno sprint a ranghi compatti, complice il fatto che, dopo questa frazione, ai velocisti puri resterà da giocarsi soltanto la passerella conclusiva sugli Champs-Elysées. Da segnalare, nelle battute finali, soltanto una svolta a destra - peraltro tutt'altro che proibitiva - a 700 metri dalla linea bianca, posta in Boulevard Edouard Daladier, 100 metri oltre una lievissima semicurva che non causerà comunque problemi al gruppo.
GPM: Pas de Magnan (3a categoria, 494 m, 4,8 km al 5,1%, km 82); Côte des Plíçtrières (4a categoria, 322 m, 2,7 km al 4,5%, km 101,5)
TRAGUARDO VOLANTE: Aix-en-Provence (km 98,5)
 

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IL TOUR DELLA VERITA' (4ª parte presentazione)

 

 

 

16ª TAPPA: Montelimar --> Firminy

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Ultima tappa intermedia del Tour, prima della quattro-giorni che, dopo il secondo ed ultimo giorno di riposo, deciderà la 100a edizione della Grande Boucle. Si tratta di una frazione senz'altro meno impegnativa rispetto a quelle disputate sul Massiccio Centrale, e senza il finale scoppiettante del Mont Faron, ma occorrerà comunque prestare attenzione ad alcuni passaggi in grado di stuzzicare la fantasia di qualcuno.
Il via sarà dato da Montélimar, e per circa 80 km la corsa si manterrà su un tracciato agevolissimo lungo le rive del Rodano, senza neppure un'asperità degna di nota. La cattiva notizia per i corridori è però che tutte le difficoltà saranno concentrate negli ultimi 100 km circa di gara, a cominciare dalla Côte de Davézieux, ascesa piuttosto lunga (8,6 km) ma estremamente pedalabile (3,4% la pendenza media). Dopo la vetta, posta al km 91,5, gli atleti non troveranno una discesa, ma solo un tratto pianeggiante di una ventina di chilometri, fino a raggiungere il traguardo volante di Bourg-Argental (km 109,5). Sarà qui che verrà approcciata la prima salita significativa di giornata, prima dal punto di vista storico che da quello tecnico: ai 1161 metri del Col de la République, al termine di 12 km e 400 metri di scalata al 5%, verrà infatti raggiunta la prima cima toccata dal Tour de France, il 5 luglio 1903. Al momento dello scollinamento mancheranno ancora oltre 60 km al traguardo, sicché appare improbabile che qualcuno - pur ispirato dalla ricorrenza - possa lanciarsi in un'offensiva. Il tratto successivo, peraltro, non incentiva all'azione, vista la lunghissima e morbida discesa e la breve sezione pianeggiante da superare prima dell'approccio della Côte de Saint-Ferréol d'Auroure, 3 km e 800 metri al 6,7% di pendenza media. In stretta concatenazione con questa ascesa arriverà quindi la più agevole Côte de l'Alliance, 2 km al 5,1%, posta a 25 km dalla conclusione. Appena il tempo di ritornare in piano, e subito sarà il momento di risalire, e questa volta per fare sul serio: la quinta ed ultima ascesa di giornata sarà infatti la Montée de Chazournes, le cui arcigne pendenze sono state già sperimentate nel corso dell'ultima Paris - Nice. Si tratta di un'ascesa che ricorda abbastanza da vicino la Croix-Neuve, simile sia per lunghezza (3500 metri), sia per pendenza media (9,7%), sia per massima (17%). In occasione della Paris - Nice la tappa si risolse in una sfida fra i grandi della generale; difficile che la cosa si ripeta al Tour, visto ciò che ancora attende i corridori nei giorni a venire, ma non è da escludere che qualcuno voglia anticipare di quarantotto ore l'inizio della battaglia, magari contando sul giorno di riposo dell'indomani.
In cima mancheranno ancora 14 km, i primi tre dei quali in falsopiano tendente a scendere. La discesa vera e propria inizierà ai -11, per terminare a 7 km dall'arrivo. Il tratto pianeggiante finale non sarà particolarmente favorevole agli attaccanti, vista la tendenza a salire della strada via via più marcata, ma un drappello anche piuttosto ristretto potrebbe giungere a Firminy se sufficientemente collaborativo.
GPM: Côte de Davézieux (3a categoria, 440 m, 8,6 km al 3,4%, km 95); Col de la République (2a categoria, 1140 m, 12,4 km al 5%, km 121,5); Côte de Saint-Ferréol d'Auroure (3a categoria, 732 m, 3,8 km al 6,7%, km 152,5); Côte de l'Alliance (4a categoria, 723 m, 2 km al 5,1%, km 157); Montée de Chazournes (2a categoria, 796 m, 3,5 km al 9,9%, km 168)
TRAGUARDO VOLANTE: Bourg-Argental (km 109,5)


17ª TAPPA: Digne-les-Bains --> Briancon

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Dopo il giorno di riposo, inizia la serie di quattro tappe che emetterà i verdetti del 100° Tour de France. Per cominciare, la Grande Boucle propone quale primo appuntamento alpino la cavalcata più classica, lungo i tre colli che hanno scritto alcune delle pagine più memorabili della storia della corsa. Viene per prima alla mente quella compiuta da Gino Bartali il 15 luglio 1948, allorché lo scalatore italiano, staccato di ventuno minuti dalla maglia gialla Bobet, gliene rifilò diciotto, prima di completare la rimonta il giorno successivo con il trionfo in solitaria nella Briançon > Aix-les-Bains.
Sarebbe quanto mai ottimistico immaginare un exploit del genere anche nella frazione del 2013, che peraltro non rappresenterà la tappa regina come sessantacinque anni prima. Non mancherà tuttavia il terreno per attaccare, malgrado i primi 75 km siano poco più di lungo prologo - peraltro con strada sempre tendente a salire - in attesa dell'inizio dei colli. Il primo sarà, come da tradizione, il Col d'Allos, 15 km di ascesa ad un pedalabile 5,4% di pendenza media, sempre meno tenero però con il passare dei chilometri, con l'ultimo terzo di salita sempre fra il 7 e il 9%. Più ripida la successiva discesa su Barcelonnette, dove inizierà un lungo tratto di fondovalle comprendente il traguardo volante di Jausiers (km 118,5). Anche in questo caso, la pianura sarà in realtà un falsopiano a salire, ma per trovare pendenze degne di nota occorrerà attendere il km 126, inizio ufficiale dell'ascesa al Col de Vars.
Come l'Allos, anche questa ascesa presenta un primo tratto piuttosto agevole, seguito da un progressivo inasprimento delle rampe, che negli ultimi 5 km mantengono una media dell'8,9%. La lunga discesa seguente terminerà a Guillestre, punto d'inizio di una sezione di falsopiano più accentuato dei precedenti che durerà fino ai -37 dall'arrivo. Qui comincerà la terza e ultima grande salita di giornata, nonché quella dove si potrà realisticamente assistere al testa a testa fra i migliori: il Col de l'Izoard, con i suoi 15,9 km al 6,9% di media, lo scenario lunare della Casse Déserte, decorata dal monumento a due giganti del pedale quali Fausto Coppi e il già menzionato Louison Bobet, e un'atmosfera di leggenda che ispirerà senz'altro più di un atleta.
In vetta mancheranno 21 km al traguardo, diciannove e mezzo dei quali da percorrere in un amen, fino a raggiungere Briançon. Prima di concedere al vincitore la gloria dovuta a chi si impone in uno dei luoghi simbolo del Tour de France, la tappa riserverà un ultimo tranello. L'arrivo sarà infatti posto sullo strappo di Champ de Mars, cui si giungerà attraverso le stradine della città vecchia che la Grande Boucle non toccava dal 2000. Allora, l'erta vide Marco Pantani avvantaggiarsi nei confronti di un Lance Armstrong già vestito di giallo, dopo aver dato vita ad uno spettacolare testa a testa sull'Izoard, e ventiquattro ore prima di regalare ai suoi tifosi l'ultima gemma, imponendosi in solitaria a Courchevel. Anche nella 100a edizione, è facile prevedere che Briançon saluti il successo di un grande del Tour.
GPM: Col d'Allos (1a categoria, 2234 m, 15 km al 5,5%, km 90); Col de Vars (1a categoria, 2109 m, 14,1 km al 5,6%, km 140,5); Col de l'Izoard (Hors Catégorie, 2360 m, 15,8 km al 6,8%, km 190); Briançon - Champ de Mars (3a categoria, 1326 m, 1,4 km all'8%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Jausiers (km 118,5)


18ª TAPPA: Gap --> Orcieres-Merlette (ITT)

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Non soltanto una delle tappe chiave del Tour, ma forse anche quella di più difficile interpretazione e previsione. I 46 km e mezzo contro il tempo della 18a tappa, da Gap a Orcières-Merlette, rappresentano infatti una frazione con pochissimi precedenti nel ciclismo moderno, diversa e più impegnativa anche rispetto la cronometro disputata fra le medesime località nel 1989, vinta da Steven Rooks.
La sfida con l'orologio partirà da Boulevard de la Libération a Gap, entro la quale i corridori si manterranno per il primo chilometro e mezzo. Appena il tempo di uscirne, e subito la strada prenderà a salire, in direzione dei 1272 metri del Col de Manse, salita tradizionale che il Tour ha spesso affrontato nel verso opposto, prima di planare sulla stessa Gap. L'ascesa misura 9 km e 800 metri, per una pendenza media del 5,2% che strizza l'occhio più ai passisti-scalatori che ai grimpeurs puri. Lo scollinamento avverrà 12 km dopo il via, e sarà seguito da 6 km di discesa, prima dell'unico tratto interlocutorio di giornata; o meglio, un tratto che sarebbe interlocutorio se affrontato in una tappa in linea, ma che rischia di incidere non meno dei tre colli in programma. Si tratta infatti di 10 km pianeggianti, sempre lievemente tendenti a salire, che saranno di per sé meno impegnativi dei tratti di salita, ma che potrebbero essere determinanti nell'economia della prova, sia perché i meno specialisti potrebbero lasciare per strada svariati secondi, sia perché - d'altro canto - spingere troppo potrebbe risultare fatale più avanti.
Giunti al km 28, infatti, dinanzi agli atleti si staglierà il Col de Serre-Eyraud, ascesa più breve della prima (6,5 km), ma nettamente più ripida, ad una media del 7,9%, che sale addirittura al 9,3% considerando solo i primi 5 km. In vetta mancheranno ancora 12 km per giungere all'arrivo, i primi 5 e mezzo dei quali in discesa, peraltro discretamente tecnica. Gli ultimi 6 km e 700 metri torneranno quindi all'insù, ad una pendenza media del 6,8% che non fa di per sé tremare i polsi, ma che potrebbe essere più che sufficiente per mandare in crisi chi dovesse aver esagerato sulle difficoltà precedenti.
GPM: Col de Manse (2a categoria, 1289 m, 10 km al 5,4%, km 12); Col de Serre-Eyraud (1a categoria, 1678 m, 6,5 km al 7,9%, km 34,5); Orcières-Merlette (1a categoria, 1813 m, 6,7 km al 6,8%, arrivo)
INTERMEDI: Col de Manse (km 12); Saint-Jean-Saint-Nicolas (km 25,5); Col de Serre-Eyraud (km 34,5)


19ª TAPPA: La Mure --> L'Alpe d'Huez

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Non poteva mancare nella 100a edizione del Tour de France l'appuntamento con la salita simbolo della corsa, malgrado i passaggi assai meno numerosi rispetto a tante altre montagne. La scalata arriverà al termine di una frazione breve, ma che prevede come antipasto dell'Alpe, secondo una ricetta sperimentata all'ultimo Giro del Delfinato, un'ascesa inedita per la Grande Boucle, che strizza l'occhio agli attaccanti ben più dei tradizionali Glandon, Croix-de-Fer, Lautaret e finanche Galibier.
Il profilo della tappa, piuttosto anomalo, descriverà una sorta di conca per i primi 90 km dopo la partenza di La Mure: dopo 5 km circa, la strada inizierà a scendere da quasi 1000 metri di quota fino a poco più di 300, dove si manterrà fin dopo il traguardo volante di Vizille, collocato dopo 61 km. In questo lungo tratto, ad interrompere apprezzabilmente la pianura penserà soltanto la semplice Côte de Champagnier, 2300 metri di ascesa al 4,6% di pendenza media, con vetta al km 52. Poco dopo Vizille, la strada prenderà a salire, dapprima leggermente, quindi in maniera via via più marcata, prima di un'improvvisa spianata una ventina di chilometri più avanti, poco dopo l'abitato di Livet. Una dozzina di chilometri pianeggianti porteranno quindi la carovana a Le Bourg-d'Oisans, dove, con ancora poco meno di 45 km da percorrere, andrà in archivio la prima fase di tappa, lasciando spazio ad un finale aperto ai fuochi d'artificio.
Anziché svoltare subito a sinistra per approcciare i leggendari tornanti dell'Alpe-d'Huez, infatti, i corridori saranno prima chiamati a descrivere un anello di una trentina di chilometri, consistente di fatto nella salita verso e discesa da Villard-Notre-Dame. Il versante più ripido della scalata verrà affrontato salendo: 11,4 km all'8,4% di media, lungo una strada sinuosa e stretta che si farà più accogliente dopo la vetta (km 104) e un successivo tratto in quota di un chilometro e mezzo. La discesa non sarà particolarmente tecnica, ad eccezione di un paio di chilometri poco dopo metà, prima di un falsopiano che spezzerà brevemente il ritmo.
Giunti una seconda volta a Le Bourg-d'Oisans, l'appuntamento clou di giornata non potrà più essere rinviato: il traguardo sarà infatti posto in cima ai 13,8 km di salita più famosi di Francia, ad una media del 7,9% storicamente più che sufficiente a creare differenze anche significative tra i grandi del Tour. Chi vestirà in giallo al traguardo avrà mezzo Tour in tasca. Soltanto mezzo, perché il meglio - o il peggio, a seconda dei punti di vista - arriverà soltanto ventiquattro ore più tardi.
GPM: Côte de Champagnier (4a categoria, 368 m, 2,3 km al 4,6%, km 52); Montée de Villard-Notre-Dame (1a categoria, 1686 m, 11,3 km all'8,2%, km 104); L'Alpe-d'Huez (Hors Catégorie, 1815 m, 13,8 km all'8,1%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Vizille (km 61)


20ª TAPPA: Grenoble --> Valloire - Col du Galibier

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Collocata al penultimo giorno di gara, ecco la tappa regina del Tour de France 2013. La più lunga, quella dal maggior dislivello, e soprattutto quella che non ammetterà repliche: chi vestirà la maglia gialla in vetta al Galibier, arrivo in quota più alto della storia del Tour con i suoi 2645 metri, dovrà soltanto preoccuparsi di evitare incidenti l'indomani, quando la Grande Boucle si concluderà con la tradizionale passerella parigina.
La partenza avverrà in quel di Grenoble, ma occorrerà attendere un centinaio di chilometri per entrare nel vivo della corsa. Fino ad allora, infatti, la sola asperità in programma sarà la Côte de Saint-Pierre-d'Allevard, ascesa non brevissima (7,6 km) ma estremamente pedalabile (3,5% la pendenza media, malgrado qualche rampa più arcigna nella prima parte), posta dopo 40 km. La lunga fase interlocutoria iniziale, buona per scaldare i motori e aprire le porte ad una fuga della prima ora, terminerà nei pressi di La Lechère, dove i corridori approcceranno il primo totem di giornata: il Col de la Madeleine. Benché affrontata dal versante meno nobile rispetto a quello tradizionale di La Chambre, la salita resta di quelle che fanno paura: 25 km e 300 metri al 6,2% di pendenza media, di fatto suddivisa in un troncone iniziale di 7,9 km al 7%, uno centrale di 7,5 km al 7,6% e uno conclusivo di 5,9 km al 6,8%, inframmezzati da tratti più pedalabili.
In cima mancheranno ancora 122 km e mezzo al traguardo, i primi venti circa dei quali in picchiata. Nemmeno il tempo di adattarsi alla pianura, che subito sarà ora di riprendere a salire, per 22 km e 400 metri al 6,9% di media che porteranno ai 2067 metri del Col de la Croix-de-Fer, con gli ultimi dieci all'8%. Lo scollinamento avverrà al km 177, e, se la corsa non sarà esplosa sulla Madeleine, già qui è ipotizzabile qualche azione da parte di chi vorrà ribaltare la classifica generale a ventiquattro ore dalla conclusione.
La discesa, molto irregolare, durerà una trentina di chilometri, al termine dei quali sarà raggiunto il traguardo volante di Saint-Jean-de-Maurienne, al km 207,5. Sarà lì che inizierà l'unico vero tratto pianeggiante degli ultimi 150 km di corsa, una decina di chilometri semplici ma sempre tendenti a salire che potrebbero pesare non poco sulle sorti di eventuali azioni da lontano nate in precedenza. Concluso questa sezione, sarà definitivamente esaurito lo spazio per le mosse a sorpresa, perché da Saint-Michel-de-Maurienne in avanti sarà quasi solo salita. Dapprima si raggiungeranno, al km 230,5, i 1566 metri del Col du Télégraphe, dopo 11,8 km di salita ad una media del 7,3%, lievemente più impegnativi nella prima parte ma generalmente regolari. Dopo una breve discesa su Valloire, sarà quindi il momento di affrontare l'ultimo gigante del Tour, tetto della centesima edizione nonché suo implacabile arbitro: il Col du Galibier, in vetta al quale gli atleti potranno finalmente dire conclusa una fatica di oltre sette ore. La salita è arcinota: 18 km e 100 metri al 6,9% di pendenza media, pedalabili nella prima parte, letali nella seconda, dove dinanzi agli occhi dei corridori si aprirà uno scenario che renderà ancor più indimenticabile il testa a testa finale per la maglia gialla. L'ultimo momento di respiro arriverà ai -8 dall'arrivo; da lì in avanti la media sarà dell'8,6%, senza attimi di tregua, e con le rampe più aspre tenute proprio per l'ultimo chilometro, al 10%. Una salita che farebbe male in qualunque contesto, ma che in fondo ad una frazione come questa potrebbe anche sconvolgere i verdetti non soltanto dei quasi 240 km precedenti, ma dei 3350 messi alle spalle dal via di Mont Saint-Michel.
GPM: Côte de Saint-Pierre-d'Allevard (3a categoria, 511 m, 7,6 km al 3,5%, km 40); Col de la Madeleine (Hors Catégorie, 2000 m, 25,3 km al 6,2%, km 131,5); Col de la Croix-de-Fer (Hors Catégorie, 2067 m, 23,4 km al 6,8%, km 177); Col du Télégraphe (1a categoria, 1566 m, 11,8 km al 7,3%, km 230,5); Col du Galibier (Hors Catégorie, 2645 m, 18,1 km al 6,9%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Saint-Jean-de-Maurienne (km 207,5)


21ª TAPPA: Montgeron --> Paris - Champs-Elysees

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Si concluderà con una passerella per velocisti la 100a edizione del Tour de France, soluzione quasi obbligata anche alla luce della mostruosa quattro-giorni appena messa alle spalle.
L'ultimo via della Grande Boucle 2013 sarà dato da Montgeron, periferia Sud di Parigi, in memoria della partenza della prima tappa del Tour de France 1903. Quel giorno si arrivò a Lione dopo 467 km; questa volta saranno appena 120,5, da percorrere descrivendo dapprima un lungo giro intorno alla capitale che toccherà, fra le altre, le località di Athis-Mons, Palaiseau, Orsay, Gif-sur-Yvette, Saint-Rémy-lès-Chevreuse, Chaville, Meudon e Issy-les-Moulineaux. Dopo una decina di chilometri in riva alla Senna, i corridori entreranno finalmente sul circuito conclusivo dopo 78 km di gara, a poco più di quaranta dalla conclusione. Dopo il primo transito sul traguardo, gli atleti vi passeranno altre sei volte, percorrendo un circuito diviso fra gli Champs-Elysées e i margini del Jardin des Tuileries; al secondo passaggio (km 86) verranno assegnati i punti dell'ultimo traguardo volante del Tour 2013, mentre all'ultimo, una quarantina di minuti più tardi, una volata scriverà verosimilmente la parola fine alla Grande Boucle, incoronando il vincitore di un'edizione storica.
GPM: /
TRAGUARDO VOLANTE: Champs-Elysées - 2ème passage (km 86)


I CREDITS DEL TOUR VANNO AD EMMEA90.
UNO DEI MIGLIORI TOUR DI ESEIFRANCESI CORSO NEL 2013.

 

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PRESENTAZIONE SQUADRE: #TEAMCONTADOR

Emmea90_Team_Contador.jpg

 

Squadra fortissima in pianura per il Pistolero, che però in salita potrà contare solo sul buon De Clercq. Tutti gli altri invece difficilmente potranno venire utili, più abili sicuramente per fare un ventaglio che per scremare un gruppo.


Cune2000_Team_Contador.jpg

 

Squadra che in salita dirà sicuramente la sua. Pinot e Bardet assistiti da Trofimov, Intxausti e De Gendt sicuramente si faranno notare. Tutti gli altri saranno ottimi gregari in pianura.


Devin96_Team_Contador.jpg

 

Squadra che potrebbe dire la sua nelle volate con Demare (assistito da Guardini, Boonen, Roelandts e Gasparotto) che nelle tappe più mosse con Henao (coadiuvato da Szmyd e Reichenbach).


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Una delle squadre più forti del lotto con Cavendish (che avrà come membri del treno Cancellara e Viviani) e tanti talenti che si faranno notare nelle tappe mosse (da Alaphilippe a Costa, da Poels a Yates).


Enrico96_Team_Contador.jpg

Un team fortissimo in salita, forse il più forte del #TeamContador. Valverde potrà contare sull'appoggio di Arredondo, Kiryienka, Betancur, Zakarin, Frank e soprattutto Rolland e Majka. Facile che possano provare ad inserire sempre qualcuno in fuga con cosi tante soluzioni. Da non dimenticare pure Thomas che potrebbe aiutare in salita come cercare il colpo personale.


Francesco_Grassi_Team_Contador.jpg

Doppia soluzione in volata con Sagan e Kristoff che conteranno sull'aiuto di Porsev e tripla in salita con Kelderman, Kruijswijk e Porte che potranno inventarsi sempre qualcosa.

 

Giusberto_Team_Contador.jpg

 

Ennesimo team compattissimo in salita, Uran e Landa saranno le punte di diamante, con davanti a lavorare per loro Danielson, Morabito, Formolo, Amador e Kangert. Tanta roba pure qua!


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Ottimo supporto in salita pure per Quintana che potrà contare su Yates, Zardini, Tiralongo, Nerz e Taaramae. Sicuramente non rimarrà da solo.


Sanson1989_Team_Contador.jpg

 

Uno dei team che potrebbe deludere maggiormente, squadra mediocre con il solo Moreno che potrebbe farsi notare (oltre al buon sempre scattante Pirazzi).


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Anche qui poche speranze, non dovrebbe essere un team in grado di sorprendere ma mai dire mai. Hanno tanti buoni corridori che potrebbero dire la loro.

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PRESENTAZIONE SQUADRE: #TEAMNIBALI

 

 

 

Losqualo90_Team_Nibali.jpg

 

Seppure meglio attrezzato di Contador pure Nibali non potrà contar su gregari di alto livello. Gilbert, Boom e Dumoulin però potrebbero dire la loro in qualche tappa.


Big_White_Team_Nibali.jpg

 

Squadra polivalente adatta a tappe mosse dove soprattutto Matthews e Martin potrebbero raccogliere punti. Da non sottovalutare De Marchi e Siutsou che probabilmente saranno spesso in fuga.


Elfede98_Team_Nibali.jpg

 

Due nonni (Peraud e Zubeldia) e tanti altri ad aiutarli (da Duarte a Cataldo), una squadra che si potrà far valere in salita e nella cronosquadre.


Filippo2000_Team_Nibali.jpg

 

Forse la più forte in salita, Froome sarà supportato da Rodriguez, Sanchez, Kennaugh, Schleck e Spilak. Uno squadrone unico in montagna che farà piangere e arrivare FTM molti.


Gimox97_Team_Nibali.jpg

 

Altra squadra che potrebbe raccogliere molti punti con Degenkolb (la cui volata sarà tirata da Hutarovich e Modolo) e con Van Garderen e Mollema, due assi che saranno aiutati da Visconti, Ten Dam e Bongiorno.


Lory94_Team_Nibali.jpg

 

Squadra abbastanza compatta per la cronosquadre ma poi poco niente.


Lucatb99_Team_Nibali.jpg

 

Altro squadrone che in montagna si farà valere, da Kreuziger a Talansky, da Aru a Pozzovivo, le frecce non mancano di sicuro, sarà uno spettacolo?


Nasdon33_Team_Nibali.jpg

 

Un buon treno per Bouhanni con Terpstra, Nizzolo e Coquard. Il resto della squadra cercherà di prendere punti con posizionamenti di rincalzo.


Sagan99_Team_Nibali.jpg

Squadra fortissima a cronometro con Tony Martin, potrà dire la sua pure in volata con il treno composto da Martin stesso, Kwiatek e Greipel per il fortissimo Kittel. Da non dimenticare i tre nonni italiani Scarponi, Cunego e Basso.


Squalo_Bianco94_Team_Nibali.jpg

 

Squadra di livello medio, potrebbero inventarsi qualcosa in salita con il sempreverde Hesjedal.

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POWER UP

#TEAMCONTADOR --> LE BISTECCHE


Poteva rimanere Contador senza bistecche nella tre settimane più importante della sua carriera? Certo che no!

Per l'occasione ha ordinato un intero camion per tutto il suo team!
Ogni DS avrà diritto a tre bistecche (Emmea90 ne avrà 5), che potranno essere assegnate ad un corridore e avranno effetto per una tappa.
Queste permetteranno di alzare i valori del corridore scelto nella tappa prescelta di 5 punti (ad esempio +5 MON o altrimenti +3 MON +2 COL. a discrezione del DS in base alla tappa che punterà).




#TEAMNIBALI --> I COMPUTERINI

Appena Nibali aveva saputo del cargo di bistecche in arrivo per Contador si stava già disperando. Però i buoni Froome e Wiggins che erano entrati nel suo Team avevano la soluzione.

Per l'occasione hanno portato con sè dall'Inghilterra un carico di computerini ormai perfettamente collaudati da Froome.
Ogni DS avrà diritto a tre computerini (Losqualo90 ne avrà 5), che potranno essere assegnati ad un corridore e avranno effetto per una tappa.
Questi permetteranno di alzare i valori del corridore scelto nella tappa prescelta di 5 punti (ad esempio +5 MON o altrimenti +3 MON +2 COL. a discrezione del DS in base alla tappa che punterà).



ORA INVITO TUTTI I DS AD INVIARMI ENTRO VENERDI 17 LUGLIO L'UTILIZZO DEI LORO POWER UP O PER MESSAGGIO O SU SLACK.

PROPRIO IL 17 CI SARA' LA PRIMA TAPPA DI QUESTA SFIDA. NEL CASO QUALCUNO NON INVII I PROPRI POWER UP QUESTI SARANNO ASSEGNATI CASUALMENTE.

Basta un semplice messaggio cosi:

Cassani +5 mon quinta tappa
Bettini +3 spr +2 acc ventunesima tappa

Pantani +5 cro nona tappa

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