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112a Paris Roubaix


Cristiano Ronaldo

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Io non credo che Cancellara quest'anno non ne abbia, secondo me sta facendo troppo "l'attendista" e non è probabilmente supportato da una squadra all'altezza. Cioè, il Treno di Berna non è certo un velocista, eppure lo abbiamo visto sprintare alla Sanremo, al Fiandre ed alla Roubaix finendo sempre sul podio, segno che comunque, nel finale di questo tipo di corse, è quello che ne ha di più. Il problema grosso per lui è che gli altri sono diventati molto più competitivi e gli corrono praticamente tutti contro.

Detto questo, a mio modo di vedere, le corse sul pavè sono diventate molto più incerte ed appassionanti :)

 

 

Noris secondo me è il contrario, ovvero che Cancellara rispetto agli anni scorsi ha solo uno scatto

 

Questa volta sono d'accordo con Emmea: ci sarà un motivo se Cancellara è diventato più attendista, e credo dipenda appunto dal fatto che, evidentemente, non ha più la schiacciante superiorità degli altri anni. Altrimenti, pur essendo migliorato in volata, chi glielo farebbe fare di portarsi dietro corridori che in uno sprint lo possono battere (vedi Sanremo), o che gli possono scappare a 5 km dall'arrivo (vedi ieri), se davvero avesse ancora la possibilità di levarsi tutti di ruota?

 

Definire Cancellara un attendista mi sembra riduttivo: quando ne ha avuto, è sempre partito da solo e anche a grande distanza dall'arrivo. Evidentemente - ed è normale, vista l'età - ha molte meno cartucce di un tempo ed una squadra del tutto inadeguata fa il resto.

 

Poi sono convinto che la Trek dovrebbe dargli una squadra migliore per le classiche, invece di continuare a stipendiare lautamente due viziati lussemburghesi sopravvalutati, ma questo è un altro discorso.

 

sono sempre più PREOCCUPANTEMENTE d'accordo con Emmea ( :P ). Quanti cacchio di mezzi capitani per i GT ha la Trek? Kiserlovski, Zubeldia, Arredondo, le due merdine lussemburghesi e - in prospettiva, forse - pure Jungels. Tutta gente che vale un piazzamento, ma che non offre nessuna garanzia. E allora tanto varebbe spendere meglio il budget stipendi per ingaggiare valide spalle di Cancellara. Soprattutto adesso che, con il passare degli anni, anche lui inizia ad avere bisogno della squadra per vincere le corse.

 

Hai ragione, ma tieni conto che anche Greipel e Gallopin si fatti male e non hanno potuto parteciparvi. Ok non sono dei fenomeni alla Roubaix però qualcosa l'avrebbero potuta fare. Tieni conto comunque che il budget della Lotto è molto inferiore a quello della OPQS (tipo 15 vs 10).

 

ma anche con Roelandts, Greipel e Gallopin, stiamo cmq parlando di tre corridori (dei quali solamente il primo è un vero specialista di queste corse) a fronte di una corazzata... una decina di anni fa, quando c'erano Quick Step da una parte e Davitamon dall'altra, le forze erano molto più equilibrate. Poi certo, mi rendo conto che i budget non sono paragonabili, ma la Lotto non è cmq una squadra povera, e queste corse dovrebbero essere il suo core business. A maggior ragione con la chiusura della Vancansolei e le incertezze sulla prosecuzione della ex Argos, poi, quest'inverno avrebbero avuto tutta la possibilità di fare qualche bell'acquisto low cost con cui puntellare la squadra: non parlo di fenomeni, eh, ma di qualche bel giovane (pensiamo anche a tutti i talentini che sta tirando su la Topsport, e mi riferisco soprattutto a Vanbilsen e Van Asbroeck) e di qualche uomo di esperienza - alla Leukemans - che sarebbe stato senz'altro utile :wink:

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ma anche con Roelandts, Greipel e Gallopin, stiamo cmq parlando di tre corridori (dei quali solamente il primo è un vero specialista di queste corse) a fronte di una corazzata... una decina di anni fa, quando c'erano Quick Step da una parte e Davitamon dall'altra, le forze erano molto più equilibrate. Poi certo, mi rendo conto che i budget non sono paragonabili, ma la Lotto non è cmq una squadra povera, e queste corse dovrebbero essere il suo core business. A maggior ragione con la chiusura della Vancansolei e le incertezze sulla prosecuzione della ex Argos, poi, quest'inverno avrebbero avuto tutta la possibilità di fare qualche bell'acquisto low cost con cui puntellare la squadra: non parlo di fenomeni, eh, ma di qualche bel giovane (pensiamo anche a tutti i talentini che sta tirando su la Topsport, e mi riferisco soprattutto a Vanbilsen e Van Asbroeck) e di qualche uomo di esperienza - alla Leukemans - che sarebbe stato senz'altro utile :wink:

 

Indubbiamente, il problema è che son rimasti scottati dalla partenza di Gilbert (e dello sponsor). Da allora hanno deciso di puntare tutto sulle volate. 

 

Vanbilsen e Van Asbroeck arriveranno al 90% il prossimo anno.

 

 

Ecco alcune scuse di Pozzato:
 
PARIGI - ROUBAIX 2014 > "Ho forato due volte e mi hanno spostato il deragliatore" http://www.teamlampremerida.com/2014/04/testimonianze-blu-fucsia-verdi-dal-pave/
PARIGI - ROUBAIX 2013 > "Sono caduto a 70 km dall'arrivo, ho speso energie per rientrare"  http://www.teamlampremerida.com/2013/04/parigi-roubaix-3/
PARIGI - ROUBAIX 2012 > "Ballan doveva chiudere su Boonen, poi sono caduto"  comunicato stampa
 
GIRO DELLE FIANDRE 2014 > "Non sono arrivato al traguardo stanco, ma non avevo il ritmo per rimanere davanti" http://www.teamlampremerida.com/2014/04/le-voci-dei-protagonisti-della-lampre-merida/
GIRO DELLE FIANDRE 2013 > "Sul Patersberg ho avuto un problema al cambio" http://www.teamlampremerida.com/2013/03/le-prime-impressioni-di-pozzato-dopo-il-giro-delle-fiandre-2013/
GIRO DELLE FIANDRE 2012 > "Se Boonen si fosse staccato sul Paterberg..."
 
E3 HARELBEKE 2014 > "Frenato da una caduta" (la stessa di Cancellara) http://www.teamlampremerida.com/2014/03/gp-harelbeke-2/
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ihihihi, che poi, parlare di sfortuna per una foratura alla Roubaix (come anche la De Stefano ha provato a giustificare la corsa di Phinney, mentre gli si scioglieva davanti) è ridicolo. In corse del genere, semmai, hai culo se non hai forato nemmeno una volta. Oppure hai sfiga se fori al Carrefour de l'Arbre o cmq nel momento clou. Non certo se buchi a 70 o 100 km dal traguardo.

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Oltre alla fortuna - sacrosanta - per ridurre al minimo il rischio di foratura serve anche molta abilità alla guida. Non ricordo moltissime forature di Boonen o altri grandi alla Roubaix... 

Comunque dovremmo iniziare a riflettere sull'astinenza patologica di italiani nelle monumento. Alla fine se dobbiamo sempre sperare che Nibali (sempre lui) faccia il colpaccio fra Sanremo, Liegi e Lombardia stiamo freschi. Onestamente per le gare sul pavé chi abbiamo in prospettiva, a parte le scuse di Pozzato? Beppe Conti continua a parlare di Trentin ma non so cosa pensarne, certamente é molto giovane e non ha ancora avuto occasione di provarsi.

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Oltre alla fortuna - sacrosanta - per ridurre al minimo il rischio di foratura serve anche molta abilità alla guida. Non ricordo moltissime forature di Boonen o altri grandi alla Roubaix... 

Comunque dovremmo iniziare a riflettere sull'astinenza patologica di italiani nelle monumento. Alla fine se dobbiamo sempre sperare che Nibali (sempre lui) faccia il colpaccio fra Sanremo, Liegi e Lombardia stiamo freschi. Onestamente per le gare sul pavé chi abbiamo in prospettiva, a parte le scuse di Pozzato? Beppe Conti continua a parlare di Trentin ma non so cosa pensarne, certamente é molto giovane e non ha ancora avuto occasione di provarsi.

 

a patto che Trentin non sparisca come ha fatto Oss, che prima si è seduto a fare il gregario, e ultimamente non mi pare abbia fatto granché nemmeno in quella veste. Io sinceramente, per come si stanno mettendo le cose nel nostro ciclismo da ormai 5-6 anni (e ogni anno va sempre peggio causa invecchiamento/ritirto/squalifica dei nostri vecchi campioni) mi auguro vivamente che Nibali faccia un Tour de France disastroso.

 

Niente contro di lui eh, per carità, ma meglio andrà Nibali al Tour, e più facile sarà per gli attuali vertici del ciclismo nostrano nascondere sotto il tappeto le magagne di un movimento che è ai minimi storici. Paradossalmente, infatti, la vittoria di Nibali alla Boucle - in mezzo a questo deserto - sarebbe la fine del ciclismo italiano. (Per fare un paragone calcistico: rimango convinto che la rovina del Milan degli ultimi anni sia stata l'ultima vittoria in Champions, ottenuta con campioni a fine ciclo e che, dopo quel successo, si è pensato ne avessero ancora per tirare la carretta. E cmq il ciclismo italiano, oggi, è messo pure peggio di quanto non sia messo il Milan!).

 

Fino a quando continueremo a farci belli della nostra storia, e a tamponare il presente con qualche estemporaneo successo del Nibali di turno, continuando con questo nostro atteggiamento spocchioso in virtù del quale riteniamo di non aver nulla da imparare da inglesi, australiani o americani, saremo condannati ad un inesorabile declino. Perché rispetto a solo 15 anni fa il ciclismo si è globalizzato, non è più una faccenda fra 4-5 nazioni tradizionali e confermarsi ai vertici è diventato tremendamente difficile.

 

Nessuna nazione, oggi, potrà mai dominare la scena come abbiamo fatto noi e gli spagnoli in anni recenti. Detto questo, non possiamo rassegnarci nemmeno a scomparire del tutto, ma dobbiamo modernizzarci per ritagliarci la nostra "fetta di mercato" in uno sport molto più competitivo che in passato.

Modificato da smec-easyjet
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Secondo me la verità su Cancellara sta nel mezzo: superiorità sugli avversari inferiore ai fasti del 2010 e d'altronde la consapevolezza che senza alcun sostegno in squadra certi attacchi rischiano comunque di essere velleitari (e questo presumo l'abbia imparato nella primavera del 2011).

 

Sul ciclismo italiano la fotografia è perfetta, Nibali sta nascondendo una situazione drammatica (infatti mancando i suoi risultati in questo avvio di stagione credo che l'italia sia stra indietro nella classifica WT per nazioni...non guardo perché mi viene male a pensarci). Il discorso è che il ricambio è davvero scarso, anche numericamente, le squadre italiane spariscono e i giovani non possono fare esperienze nelle corse che contano. Risultato, un Pozzato in formato vacanza, è sempre il migliore italiano in queste corse.

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Secondo me la verità su Cancellara sta nel mezzo: superiorità sugli avversari inferiore ai fasti del 2010 e d'altronde la consapevolezza che senza alcun sostegno in squadra certi attacchi rischiano comunque di essere velleitari (e questo presumo l'abbia imparato nella primavera del 2011).

 

Sul ciclismo italiano la fotografia è perfetta, Nibali sta nascondendo una situazione drammatica (infatti mancando i suoi risultati in questo avvio di stagione credo che l'italia sia stra indietro nella classifica WT per nazioni...non guardo perché mi viene male a pensarci). Il discorso è che il ricambio è davvero scarso, anche numericamente, le squadre italiane spariscono e i giovani non possono fare esperienze nelle corse che contano. Risultato, un Pozzato in formato vacanza, è sempre il migliore italiano in queste corse.

 

mi pare che siamo undecesimi nella classifica WT: si corresse oggi il mondiale, Cassani ne porterebbe sei... poi vabeh, nei 10 credo che ci entreremo cmq, perché a differenza dei belgi, noi abbiamo pur sempre un GT in casa in cui, volenti o nolenti, i punti pesanti li facciamo. Ma che la situazione sia disperata è lampante e la mancanza di ricambio drammatica: non tanto perché ci manchino i giovani promettenti, quanto perché manca la generazione di mezzo, quella dei nati tra l'83 e l'88, e che oggi dovrebbero essere al top. Senza di loro e prescindendo dalla mosca bianca Nibali, ci ritroviamo a dipendere dai dinosauri (Paolini, Pozzato, Cunego, Scarponi, Basso, PETACCHI che vince a 40 anni ed è ancora uno dei migliori velocisti italiani in circolazione - che fine hanno fatto, ad es., Ferrari e Guardini?...) e rischiamo pure di bruciarci i giovani under 23-24, da cui ci aspettiamo già ora quei risultati che i 28-29enni non portano.

 

Per dire: è vero Ulissi, nelle corse oltre i 200 km, finora, ha combinato poco. Ma ha pur sempre un anno in meno dell'età che aveva Bettini quando vinse (da totale outsider) la sua prima Liegi. Solo che Bettini aveva davanti Bartoli, e la pressione del team era tutta su quest'ultimo. Ulissi chi ha davanti? Cunego (con tutto che Cunego, cmq, è stato uno degli ultimi corridori italiani vincenti, ma oggi non lo è più)? Oppure pensiamo a come è stato gestito Damiano Caruso l'anno scorso: doveva fare il Tour, poi a inizio maggio Basso dà forfait al Giro e la Cannondale porta lui come capitano. E' così che si pianifica la crescita di un corridore? Così poi certo che ci bruciamo anche i corridori migliori.

 

E cmq, non è nemmeno un problema di quantità, anzi: sia pure molto ridimensionato, il contingente di corridori e squadre italiani è ancora tra i più numerosi - tant'è vero che siamo primi per numero di vittorie e primi nella classifica Continental per nazioni - come dire che non è un problema di quantità, bensì di qualità. E' nel WT che siamo ai minimi termini, e cmq sono poche le nazioni a potersi permettere due team nel ciclismo d'élite. Pensiamo alla Germania, che tra WT e Professional ha solo la NetApp (con ben pochi corridori tedeschi, per altro) e che non ha nemmeno più un Giro nazionale ed ha la sola Vattenfall come gara WT, eppure sta sfornando fior di corridori (averceli noi Degenkolb e Kittel, ma anche un Geschcke).

 

Senza fare confronti con gli anni '90, quando portavamo 50 corridori e 8-9 squadre al Tour, a noi non mancano né corridori né squadre. Quello che mancano, semmai, sono squadre attrezzate per competere a certi livelli, mentre si va avanti a pane e salame come poteva funzionare negli anni '80 (mi riferisco anche a quel che va al di là dell'aspetto puramente sportivo, ad es., il marketing, la solidità finanziaria degli sponsor che permette di pianificare - ad es. le nostre professional hanno 127 piccoli sponsor a cui ogni anno vanno a fare la questua, le migliori professional straniere hanno 1-2 grandi sponsor che garantiscono un impegno pluriennale, ed è un po' un'akltra storia-, la modernità delle tecniche di allnemento, ecc).

 

Per fare nomi e cognomi, pur con tutto il rispetto per i diretti interessati: il fatto che i Reverberi siano sull'ammiraglia da quasi 40 anni, mentre i principali team al mondo hanno direttori sportivi e team manager di 40-45 anni di età, qualcosa lo vorrà pur dire. Il ciclismo non è più quello di 30 anni fa, eppure una squadra come la Bardiani si accontenta di correre ancora in quel modo, e cioè si limita a mandare i suoi uomini in fuga per fare vedere la maglia e stop (lo stesso vale per la Androni e la YellowFluo, eh! ok, così facendo animano le corse e quindi fanno magari il bene della gara a cui partecipano, ma non fanno certo crescere più di tanto i loro ragazzi). Ed il fatto che una squadra come la Bardiani nasca per lanciare corridori giovani italiani, è ancora più inquietante! Per carità, ne fanno davvero passare tanti, di ragazzi, al professionismo... ma è di gente alla Pirazzi che abbiamo bisogno se vogliamo vincere qualcosa?

 

Quanti corridori passati professionisti con le Professional italiane negli ultimi 10 anni, sono diventati campioni o anche solo buoni corridori? A me non ne viene in mente nessuno, se non Pozzovivo! Che cmq, con tutto il rispetto, non è Contador. E nemmeno Nibali. A me sembra che le Professional italiane contribuiscano molto poco alla crescita QUALITATIVA del movimento, e che i pochi prospetti che abbiamo, infatti, sono entrati direttamente nel ciclismo dalla porta principale (lo stesso Nibali, passato con la Fassa Bortolo, o Ulissi che corre da sempre alla Lampre, oppure Visconti che ha iniziato in Quick Step, ecc)

 

Un ragazzo che passa prof con la Bardiani (e  continuo a fare l'esempio dei Reverberi perché è il più emblematico: assoluta buona fede dei protagonisti, ma approccio allo sport decisamente superato) forse non imparerebbe di più se in squadra ci fosse qualche vecchio corridore, anche straniero, anziché avere una squadra di tutti giovani in cui il più esperto è il ciclisticamente ignorante Pirazzi? E pure Savio, chi ti ingaggia di straniero? Cavallo pazzo Hoogerland, un altro che dà spettacolo ma di cert non sa "correre" e può essere preso ad esempio, semmai, di come "NON" correre. E volete dirmi che di vecchi corridori stranieri, d'esperienza, non c'è nessuno disposto a venirsi a fare un ultimo anno di carriera in Italia, che rimane uno dei paesi più belli al mondo e di maggior cultura ciclistica?

 

 

Forse sarebbe addirittura meglio averne pure qualcuna in meno di squadra, ma meglio attrezzata, con pochi sponsor di lunga durata e obiettivi chiari!

Modificato da smec-easyjet
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Per quanto riguarda il movimento italiano nelle classiche la situazione è più che drammatica, dopo Bettini e Rebellin, a parte gli exploit di Cunego, nessuno si è confermato ad altissimi livelli. Nibali è competitivo quasi in tutti i campi (diciamo che al nord solo alla Liegi), quindi vien facile mascherare da parte dei media (Rai in primis) l'attuale situazione. Qualche giovane interessante ce l'abbiamo come Battaglin, Colbrelli, Aru, Villella, Trentin su tutti, però mancano le fondamenta per emergere.

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mi pare che siamo undecesimi nella classifica WT: si corresse oggi il mondiale, Cassani ne porterebbe sei... poi vabeh, nei 10 credo che ci entreremo cmq, perché a differenza dei belgi, noi abbiamo pur sempre un GT in casa in cui, volenti o nolenti, i punti pesanti li facciamo. Ma che la situazione sia disperata è lampante e la mancanza di ricambio drammatica: non tanto perché ci manchino i giovani promettenti, quanto perché manca la generazione di mezzo, quella dei nati tra l'83 e l'88, e che oggi dovrebbero essere al top. Senza di loro e prescindendo dalla mosca bianca Nibali, ci ritroviamo a dipendere dai dinosauri (Paolini, Pozzato, Cunego, Scarponi, Basso, PETACCHI che vince a 40 anni ed è ancora uno dei migliori velocisti italiani in circolazione - che fine hanno fatto, ad es., Ferrari e Guardini?...) e rischiamo pure di bruciarci i giovani under 23-24, da cui ci aspettiamo già ora quei risultati che i 28-29enni non portano.

 

Per dire: è vero Ulissi, nelle corse oltre i 200 km, finora, ha combinato poco. Ma ha pur sempre un anno in meno dell'età che aveva Bettini quando vinse (da totale outsider) la sua prima Liegi. Solo che Bettini aveva davanti Bartoli, e la pressione del team era tutta su quest'ultimo. Ulissi chi ha davanti? Cunego (con tutto che Cunego, cmq, è stato uno degli ultimi corridori italiani vincenti, ma oggi non lo è più)? Oppure pensiamo a come è stato gestito Damiano Caruso l'anno scorso: doveva fare il Tour, poi a inizio maggio Basso dà forfait al Giro e la Cannondale porta lui come capitano. E' così che si pianifica la crescita di un corridore? Così poi certo che ci bruciamo anche i corridori migliori.

 

E cmq, non è nemmeno un problema di quantità, anzi: sia pure molto ridimensionato, il contingente di corridori e squadre italiani è ancora tra i più numerosi - tant'è vero che siamo primi per numero di vittorie e primi nella classifica Continental per nazioni - come dire che non è un problema di quantità, bensì di qualità. E' nel WT che siamo ai minimi termini, e cmq sono poche le nazioni a potersi permettere due team nel ciclismo d'élite. Pensiamo alla Germania, che tra WT e Professional ha solo la NetApp (con ben pochi corridori tedeschi, per altro) e che non ha nemmeno più un Giro nazionale ed ha la sola Vattenfall come gara WT, eppure sta sfornando fior di corridori (averceli noi Degenkolb e Kittel, ma anche un Geschcke).

 

Senza fare confronti con gli anni '90, quando portavamo 50 corridori e 8-9 squadre al Tour, a noi non mancano né corridori né squadre. Quello che mancano, semmai, sono squadre attrezzate per competere a certi livelli, mentre si va avanti a pane e salame come poteva funzionare negli anni '80 (mi riferisco anche a quel che va al di là dell'aspetto puramente sportivo, ad es., il marketing, la solidità finanziaria degli sponsor che permette di pianificare - ad es. le nostre professional hanno 127 piccoli sponsor a cui ogni anno vanno a fare la questua, le migliori professional straniere hanno 1-2 grandi sponsor che garantiscono un impegno pluriennale, ed è un po' un'akltra storia-, la modernità delle tecniche di allnemento, ecc).

 

Per fare nomi e cognomi, pur con tutto il rispetto per i diretti interessati: il fatto che i Reverberi siano sull'ammiraglia da quasi 40 anni, mentre i principali team al mondo hanno direttori sportivi e team manager di 40-45 anni di età, qualcosa lo vorrà pur dire. Il ciclismo non è più quello di 30 anni fa, eppure una squadra come la Bardiani si accontenta di correre ancora in quel modo, e cioè si limita a mandare i suoi uomini in fuga per fare vedere la maglia e stop (lo stesso vale per la Androni e la YellowFluo, eh! ok, così facendo animano le corse e quindi fanno magari il bene della gara a cui partecipano, ma non fanno certo crescere più di tanto i loro ragazzi). Ed il fatto che una squadra come la Bardiani nasca per lanciare corridori giovani italiani, è ancora più inquietante! Per carità, ne fanno davvero passare tanti, di ragazzi, al professionismo... ma è di gente alla Pirazzi che abbiamo bisogno se vogliamo vincere qualcosa?

 

Un ragazzo che passa prof con la Bardiani (e  continuo a fare l'esempio dei Reverberi perché è il più emblematico: assoluta buona fede dei protagonisti, ma approccio allo sport decisamente superato) forse non imparerebbe di più se in squadra ci fosse qualche vecchio corridore, anche straniero, anziché avere una squadra di tutti giovani in cui il più esperto è il ciclisticamente ignorante Pirazzi? E pure Savio, chi ti ingaggia di straniero? Cavallo pazzo Hoogerland, un altro che dà spettacolo ma di cert non sa "correre" e può essere preso ad esempio, semmai, di come "NON" correre. E volete dirmi che di vecchi corridori stranieri, d'esperienza, non c'è nessuno disposto a venirsi a fare un ultimo anno di carriera in Italia, che rimane uno dei paesi più belli al mondo e di maggior cultura ciclistica?

 

 

Forse sarebbe addirittura meglio averne pure qualcuna in meno di squadra, ma meglio attrezzata, con pochi sponsor di lunga durata e obiettivi chiari!

Una disamina della situazione migliore di questa è impossibile, sono completamente d' accordo.

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D'accordissimo con quanto dici Smec, ma comunque in Italia questo è un problema non solo del ciclismo, bensì dello sport in generale, basti guardare per esempio alle Olimpiadi Invernali di Sochi, a mio parere disastrose, nonostante quello che hanno voluto farci credere, dove le speranze italiane erano tutte su atleti che ormai hanno fatto il loro tempo (Giorgio di Centa, Karolina Costner, Armin Zoeggeler), salvo casi eccezionali (Arianna Fontana, ragazzi e ragazze del biathlon,...)...la verità è che in Italia, per motivi a me sconosciuti, a quanto pare non conviene più investire nello sport, basti pensare al fatto che non esiste neanche più il Ministro dello Sport, dato che tale ministero è stato affidato in delega al Segretario del Consiglio dei Ministri, che a mio parere non ha nulla a che fare con tutto ciò che concerne il mondo sportivo...

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Non sono totalmente d'accordo Smec sul discorso delle Professional che, a mio avviso, devono avere un ruolo diverso da quello descritto da te. La professional non deve essere la porta principale per accedere al professionismo, ma deve essere "l'ultima spiaggia" per chi ha trovato difficoltà nel WorldTour. A prova della mia affermazione sono i risultati ottenuti da YellowFluo (Visconti, Pozzato, Finetto, Ponzi...) e Androni (Scarponi, Felline...). Riguardo la Bardiani sono d'accordo con Citracca. Quando lanciarono il "GreenTeam tutto italiano" mi disse in sostanza che era tutta una scusa per mascherare una squadra povera qualitativamente ed un budget non all'altezza, se volevano puntare sui giovani italiani allora avrebbero dovuto prendere Moser, Ulissi ecc.

 

Io credo che se fatte bene le Continental sono davvero eccezionali per la loro funzione. MGKvis e Area Zero su tutte hanno allestito delle formazioni davvero interessanti. Sono convinto che usciranno da lì i campioni (Rota e Petilli per citarne uno a testa)

 

Riguardo le WorldTour: La Cannondale è l'ideale per un giovane, la Lampre la peggiore è stata capace di bruciare persino Malori...

 

Comunque, giusto per far chiarezza, allo stato attuale l'Italia può schierare 7 atleti al mondiale (o addirittura 8) dato che molte squadre che ci sono avanti non hanno e non avranno 9 atleti in classifica.

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D'accordissimo con quanto dici Smec, ma comunque in Italia questo è un problema non solo del ciclismo, bensì dello sport in generale, basti guardare per esempio alle Olimpiadi Invernali di Sochi, a mio parere disastrose, nonostante quello che hanno voluto farci credere, dove le speranze italiane erano tutte su atleti che ormai hanno fatto il loro tempo (Giorgio di Centa, Karolina Costner, Armin Zoeggeler), salvo casi eccezionali (Arianna Fontana, ragazzi e ragazze del biathlon,...)...la verità è che in Italia, per motivi a me sconosciuti, a quanto pare non conviene più investire nello sport, basti pensare al fatto che non esiste neanche più il Ministro dello Sport, dato che tale ministero è stato affidato in delega al Segretario del Consiglio dei Ministri, che a mio parere non ha nulla a che fare con tutto ciò che concerne il mondo sportivo...

assolutamente d'accordo, é un problema di tutto lo sport italiano, dal calcio (che a sua volta ha vinto un mondiale-foglia di fico rispetto alla salute del movimento, come poi si é visto) in giú.

E questo lo si spiega con il fatto che, in primis, si sono affacciati nuovi paesi, con risorse investite su sport e scuola e una progranmazione che noi ci sogniamo. Aggiungici che, nel frattempo, i finanziamenti a pioggia alle varie federazioni sportive italiane sono finiti causa crisi, ma é rimasta l'abitudine di dare le poltrone delle varie federazioni aagli amici degli amici, che non vengono messi in discussione in caso di mancati risultati.

In certe discipline ce la siamo cavata ancora per qualche tempo grazie ai gruppi sportivi militari, che un po' di soldi li hanno ancora, ma é chiaro che pure quel sistema, ormai, non regge. E se é per quello, nel ciclismo non é mai esistito.

L'altra ragione per la quale oggi non si ripetono piú certi "miracoli" sportivi é che, una volta, i professori alla Conconi erano considerati luminari della "medicina sportiva d'avanguardia", mentre, da quando si parla di doping, gli alkievi dei "venerati maestri" (vedi Ferrari) sono passati ad essere considerati degli "stregoni" da cui stare alla larga. Con il risultato che ancora oggi, in quasi tutti gli sport, siamo ancora aggrappati ai risultati degli atleti cresciuti nel "vecchio sistema": ipocrisia allo stato puro.

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per rispondere ad Allhu: per quanto ben strutturata, una Continetal quale crescita puó offrire ai giovani, dato che puó correre solo in gare di terz'ordine? Sarà un caso se negli under 23, ai mondiali, ormai dominano i giovani delle Professional anizché quelli di continetal e team dilettanti?

Modificato da smec-easyjet
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sono passati ad essere considerati degli "stregoni" da cui stare alla larga

Be' 53x12 è piuttosto famoso e non sono molti che vi stanno alla larga... :P

 

Comunque la crisi del ciclismo italiano arriva da lontano, sono in calo da tempo le gare giovanili e di conseguenza anche quantitativamente il movimento è in contrazione, basta guardare gli iscritti al campionato italiano. Con queste premesse è illusorio sperare che si affacci una generazione in grado di mettere fine alla nottata, come è avvenuto in passato al culmine di un periodo buio. D'altronde chi può avvicinarsi ad uno sport così sputtanato, anche in ragione della gestione scellerata a livello federale?

 

Quanto ai team professional non sono così categorico, anzi, la Bardiani ha corso da vero squadrone alla Sanremo (pure troppo, avrei preferito una condotta più folle da parte di Colbrelli, sperando nel miracolo). Il problema è che questi ragazzi, anche per gli assurdi limiti di chilometraggio sulle gare fuori dal WT, non si provano mai su quelle distanze e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

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Be' 53x12 è piuttosto famoso e non sono molti che vi stanno alla larga... :P

Comunque la crisi del ciclismo italiano arriva da lontano, sono in calo da tempo le gare giovanili e di conseguenza anche quantitativamente il movimento è in contrazione, basta guardare gli iscritti al campionato italiano. Con queste premesse è illusorio sperare che si affacci una generazione in grado di mettere fine alla nottata, come è avvenuto in passato al culmine di un periodo buio. D'altronde chi può avvicinarsi ad uno sport così sputtanato, anche in ragione della gestione scellerata a livello federale?

Quanto ai team professional non sono così categorico, anzi, la Bardiani ha corso da vero squadrone alla Sanremo (pure troppo, avrei preferito una condotta più folle da parte di Colbrelli, sperando nel miracolo). Il problema è che questi ragazzi, anche per gli assurdi limiti di chilometraggio sulle gare fuori dal WT, non si provano mai su quelle distanze e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

che il ciclismo non attiri i giovani é verissimo: é sputtanato, faticoso, povero e non é "figo"; ma anche il calcio (che, essendo l'esatto opposto, non ha certo un problema di scarsi nuneri a livello di praticanti), non se la passa certo meglio.

Il guaio comune a tutti gli sport italiani é che, per anni, si é vissuti di rendita senza pensare al domani, e quando mancavano i risultati ci si affidava al Conconi di turno. Intendiamoci, quest'ultima cosa la facevano tutti - soprattutto dall'altra parte della cortina di ferro - ma altrove ci si é riorganizzati. Qui siamo caduti dal pero.

Tornando al ciclismo: vero che numericamente il movimento si é ridotto, ma sia a livello senior che junior, il nostro problema non é il numero. Ci sono movimenti quantitativamente piú piccoli ma infinitamente piú efficaci: vedi Australia, Gran Bretagna e Germania.

Noi abbiamo ancora un grandissimo patrimonio, soprattutto in alcune regioni, ma lo stiamo erodendo a poco a poco perché non facciamo nulla per innovarci. Né a livello tecnico, né mediatico, dato che Rai e Gazza incensano acriticamente i nostri e altrettanto acriticamente fanno le pulci agli altri.

La sintesi di tutto questo sta nelle battutine con cui De Stefano & c. commentano i corridori anglosassoni che fanno defaticamento sui rulli alla fine delle tappe. Continuiamo pure a ridere e a prenderki per il culo, intanto le corse le vincono loro. Ah, ma noi siamo quelki che hanno inventato il ciclismo e non hanno niente da imparare....

P.s. Il limite di chilometraggio nelle corse non Wt vale per tutti, non puó essere un alibi solo per i nostri. Io continuo a pensare che, avessimo meno professional ma piú strutturate, con un unico sponsor che abbia la forza di imporre certi obiettivi e di garantire un impegno nel ciclismo di lungo termine, anziché accontentarsi che "inquadrino la scritta del marchio a 100 km dall'arrivo" e fare baracca e burattini al primo mancato invito al Giro (cosa che fatalmente tocca a qualcuno, se i team in lizza per le wild card sono troppi), le cose magari inizierebbero a cambiare, e in meglio.

Ci vorrebbe, in parole povere, il classico team che parte dal basso, ma con un progetto solido, che é alla base di metà delle storie del forum: vogliamo Noris in ammiraglia! :P

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per rispondere ad Allhu: per quanto ben strutturata, una Continetal quale crescita puó offrire ai giovani, dato che puó correre solo in gare di terz'ordine? Sarà un caso se negli under 23, ai mondiali, ormai dominano i giovani delle Professional anizché quelli di continetal e team dilettanti?

 

Gare di terz'ordine? Possono correre tutti gli eventi ad eccezione delle gare WorldTour, poi chiaramente dipende dagli organizzatori e dalle squadre sapersi far invitare.

 

I mondiali U23 non sono stati mai vinti da corridori di squadre professional. Sinora, ad eccezione di Démare, tutti gli atleti che hanno vinto il mondiale u23 militavano in Continental. Ti dirò di più, delle squadre Professional i soli Petit e Meintjes (al massimo un altro), hanno ottenuto una medaglia ai Mondiali in linea. Idem per la cronometro. 

 

In pratica esattamente il contrario di quanto hai detto tu :D

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Gare di terz'ordine? Possono correre tutti gli eventi ad eccezione delle gare WorldTour, poi chiaramente dipende dagli organizzatori e dalle squadre sapersi far invitare.

 

I mondiali U23 non sono stati mai vinti da corridori di squadre professional. Sinora, ad eccezione di Démare, tutti gli atleti che hanno vinto il mondiale u23 militavano in Continental. Ti dirò di più, delle squadre Professional i soli Petit e Meintjes (al massimo un altro), hanno ottenuto una medaglia ai Mondiali in linea. Idem per la cronometro. 

 

In pratica esattamente il contrario di quanto hai detto tu :D

 

sicuro? Ciolek '06 e Velits '07 militavano entrambi alla Wiesenhof, squadra professional in quegli anni, e poi c'è Demare. Gli stessi Matthews e Lutsenko erano - il primo - frutto del movimento australiano e, il secondo, correva nella Astana continental che era satellite del team maggiore, per cui immagino che qualche contatto ravvicinato coi big l'avranno avuto.

 

Il mio ragionamento, cmq, vale soprattutto per le continental italiane: non mi puoi dire che le gare a cui partecipano siano di livello adeguato, inoltre continuo ad essere convinto che sia proprio concettualmente sbagliato mettere su una squadra di soli giovani senza nemmeno 1-2 corridori d'esperienza in rosa, perché così mandi letteralmente dei ragazzi al macello. Sarà una belinata, eh, ma credo che un corridore possa imparare molto anche da quel che gli può dire un compagno più grande non solo in corsa, ma in albergo ed in generale in tutto il tempo che una squadra passa assieme al di là delle 3-4 ore di gara. E se davvero vogliamo che i nostri pargoli siano svezzati da un Pirazzi qualsiasi... :P

 

Poi per carità, squadre di tutti giovani ci sono anche altrove, ad esempio in Belgio: ma intanto lì imparano subito a correre sul pavé (ovvio, non ad un Fiandre, magari si fanno le ossa alla Nokere Koerse) perché è sul pavè che si gioca il movimento ciclistico belga. Le corsette .2 che si fanno in Italia, invece, sono davvero così allenanti?

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sicuro? Ciolek '06 e Velits '07 militavano entrambi alla Wiesenhof, squadra professional in quegli anni, e poi c'è Demare. Gli stessi Matthews e Lutsenko erano - il primo - frutto del movimento australiano e, il secondo, correva nella Astana continental che era satellite del team maggiore, per cui immagino che qualche contatto ravvicinato coi big l'avranno avuto.

Il mio ragionamento, cmq, vale soprattutto per le continental italiane: non mi puoi dire che le gare a cui partecipano siano di livello adeguato, inoltre continuo ad essere convinto che sia proprio concettualmente sbagliato mettere su una squadra di soli giovani senza nemmeno 1-2 corridori d'esperienza in rosa, perché così mandi letteralmente dei ragazzi al macello. Sarà una belinata, eh, ma credo che un corridore possa imparare molto anche da quel che gli può dire un compagno più grande non solo in corsa, ma in albergo ed in generale in tutto il tempo che una squadra passa assieme al di là delle 3-4 ore di gara. E se davvero vogliamo che i nostri pargoli siano svezzati da un Pirazzi qualsiasi... :P

Poi per carità, squadre di tutti giovani ci sono anche altrove, ad esempio in Belgio: ma intanto lì imparano subito a correre sul pavé (ovvio, non ad un Fiandre, magari si fanno le ossa alla Nokere Koerse) perché è sul pavè che si gioca il movimento ciclistico belga. Le corsette .2 che si fanno in Italia, invece, sono davvero così allenanti?

Giusto su Ciolek e Velits ma parliamo di 10 anni fa e il circuito professional era leggermente diverso. Demare era dilettante nel 2011. Non capisco il collegamento di Matthews ed inoltre il calendario Astana CT non è per niente paragonabile a quello Astana.

Riguardo le Continental, non considerare le 1.2 già le 1.1 sono di un livello che potrebbe farli crescere senza pressioni. Poi è chiaro che qualche uomo di esperienza deve esserci, guarda l'area zero che ha Ciavatta e Pasqualon, il Team Idea ha Delle Stelle ecc.

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Giusto su Ciolek e Velits ma parliamo di 10 anni fa e il circuito professional era leggermente diverso. Demare era dilettante nel 2011. Non capisco il collegamento di Matthews ed inoltre il calendario Astana CT non è per niente paragonabile a quello Astana.

Riguardo le Continental, non considerare le 1.2 già le 1.1 sono di un livello che potrebbe farli crescere senza pressioni. Poi è chiaro che qualche uomo di esperienza deve esserci, guarda l'area zero che ha Ciavatta e Pasqualon, il Team Idea ha Delle Stelle ecc.

 

ah beh, Ciavatta, Pasqualon e Delle Stelle, sticaz... (con tutto il rispetto per quelli che cmq sono dei professionisti, eh): io intendevo più gente alla Garzelli, alla Pellizotti o alla Savoldelli, gente che in carriera ha vinto qualcosa di importante e che ha corso per anni a certi livelli. Che ha chiuso nelle professional, non tra le continental. Demare, nel 2011, era dilettante ma intanto prima di vincere il mondiale ne veniva da tre mesi da stagista alla FDJ, con tanto di partecipazione ad una Parigi-Bruxelles di 220 km e ad un Gp di Fourmies di 200. Su Matthews, intendevo che lui cmq è l'ennesimo prodotto della scuola australiana, che è ottimamente strutturata al di là di come lo sono i club, e la cui federazione segue i suoi corridori giovani in un modo ben diverso dal modo in cui vengono tirati su dalla nostra Fci. Lutsenko idem, immagino che qualche allenamento e qualche ritiro con i Vinokourov e gli Iglinskiy, anche da giovane, lo abbia fatto.

 

Inoltre, le continental straniere possono partecipare anche alle gare HC, quelle europee solo nelle corse del loro paese, e ad ogni modo, di solito, al massimo portano i ragazzi a gareggiare in corse come l'Appennino o il Giro di Toscana: corse storiche, per carità, ma oggettivamente decadute (l'anno scorso, il mio Giro dell'Appennino che quando ero piccolo se lo giocavano Tonkov e Pantani, e ancora quando andavo al liceo lo vinceva Simoni, è finito con un testa a testa tra il 40enne Mazzanti e il semisconosciuto Mucelli - e ha pure vinto Mucelli: contento per lui, ci mancherebbe, ma dubito che lui stesso si consideri un vero professionista, se glielo chiedi). Senza contare che, di fatto, le Continental italiane sono squadre professioniste solo sulla carta, ma la loro organizzazione non è minimamente paragonabile a quella delle professional meglio organizzate (e anche in questo caso, più che alle italiane, penso a quelle francesi: vogliamo paragonare una Europcar - professional fino allo scorso anno - o una Cofidis, a una Bardiani? Anche solo a livello di corse internazionali a cui vengono chiamate... le nostre, al di la delle gare Rcs e di qualche rara apparizione al trittico delle Ardenne, non gareggiano praticamente mai nel WT)

 

Modificato da smec-easyjet
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Pare - ripeto, pare - che quando Boonen ha attaccato ai -60 abbia chiesto a Terpstra di seguirlo, esattamente per replicare la manovra del 2012. L'olandese però non sarebbe riuscito a seguirlo, complice uno spazio chiuso e l'improvviso attacco dello stesso Boonen.

Secondo me Niki stava benone ed ha - giustamente - pensato a se stesso. Mi vien tristezza pensare che ogni anno che passa il traguardo della quinta Roubaix si allontana sempre di più...

Fonte: http://www.cyclingnews.com/news/10-conclusions-from-paris-roubaix

(visto che l'articolo é lungo per comodità copio-incollo sotto spoiler il frammento originale)
 

When Boonen launched his own attack with 60 kilometres remaining on Sunday, he had apparently asked Terpstra to join him, but the Dutchman downplayed the incident during his winner's press conference. "In the space of a second, Tom was already gone. He's a lot more explosive than me," said Terpstra, who instead saved his powder for the finale. "A lot of riders can be in the finale of a classic but not many can finish it off," Patrick Lefevere said admiringly of Terpstra's nous on Sunday.
Terpstra's single-mindedness has not always been to everyone's taste, and even the affable Boonen joked that he was not a fan before he joined QuickStep. "When he was at Milram, he was always on my wheel. Even when I stopped for a piss, he was there," Boonen told L'Équipe. "But now that he's with us, I've got to know and like him."

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che il ciclismo non attiri i giovani é verissimo: é sputtanato, faticoso, povero e non é "figo"; ma anche il calcio (che, essendo l'esatto opposto, non ha certo un problema di scarsi nuneri a livello di praticanti), non se la passa certo meglio.

Il guaio comune a tutti gli sport italiani é che, per anni, si é vissuti di rendita senza pensare al domani, e quando mancavano i risultati ci si affidava al Conconi di turno. Intendiamoci, quest'ultima cosa la facevano tutti - soprattutto dall'altra parte della cortina di ferro - ma altrove ci si é riorganizzati. Qui siamo caduti dal pero.

Tornando al ciclismo: vero che numericamente il movimento si é ridotto, ma sia a livello senior che junior, il nostro problema non é il numero. Ci sono movimenti quantitativamente piú piccoli ma infinitamente piú efficaci: vedi Australia, Gran Bretagna e Germania.

Noi abbiamo ancora un grandissimo patrimonio, soprattutto in alcune regioni, ma lo stiamo erodendo a poco a poco perché non facciamo nulla per innovarci. Né a livello tecnico, né mediatico, dato che Rai e Gazza incensano acriticamente i nostri e altrettanto acriticamente fanno le pulci agli altri.

La sintesi di tutto questo sta nelle battutine con cui De Stefano & c. commentano i corridori anglosassoni che fanno defaticamento sui rulli alla fine delle tappe. Continuiamo pure a ridere e a prenderki per il culo, intanto le corse le vincono loro. Ah, ma noi siamo quelki che hanno inventato il ciclismo e non hanno niente da imparare....

P.s. Il limite di chilometraggio nelle corse non Wt vale per tutti, non puó essere un alibi solo per i nostri. Io continuo a pensare che, avessimo meno professional ma piú strutturate, con un unico sponsor che abbia la forza di imporre certi obiettivi e di garantire un impegno nel ciclismo di lungo termine, anziché accontentarsi che "inquadrino la scritta del marchio a 100 km dall'arrivo" e fare baracca e burattini al primo mancato invito al Giro (cosa che fatalmente tocca a qualcuno, se i team in lizza per le wild card sono troppi), le cose magari inizierebbero a cambiare, e in meglio.

Ci vorrebbe, in parole povere, il classico team che parte dal basso, ma con un progetto solido, che é alla base di metà delle storie del forum: vogliamo Noris in ammiraglia! :P

Ma invece io il problema lo vedo anche numericamente: ci sono meno di 1/3 delle gare giovanili rispetto a 20 anni fa, il dilettantismo è dominato da una manciata di squadroni, quindi c'è poca selezione alla base e chi passa praticamente non impara a correre. Se si facesse la dovuta selezione (e prima o poi si farà nel senso che gli sponsor caleranno ancora) avremmo una base numericamente più piccola, quasi come quelle dei Paesi emergenti che hai citato. Il chilometraggio delle gare non WT varrà anche per tutti ma nel nostro alto numero di professional abbiamo (ne sono certo) una bassissima percentuale di giovani che assaggiano le corse vere. E allora il numero effettivo di gente che assaggia per davvero il professionismo è basso.

Poche gare, scarsa cultura ciclistica a livello giovanile, mentre fioriscono inutilissime gare fra pensionati, pronti a correre ogni domenica con il coltello fra i denti e, a volte, a doparsi più dei professionisti...uno sport così chi può mai attirare?

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ah beh, Ciavatta, Pasqualon e Delle Stelle, sticaz... (con tutto il rispetto per quelli che cmq sono dei professionisti, eh): io intendevo più gente alla Garzelli, alla Pellizotti o alla Savoldelli, gente che in carriera ha vinto qualcosa di importante e che ha corso per anni a certi livelli. Che ha chiuso nelle professional, non tra le continental. Demare, nel 2011, era dilettante ma intanto prima di vincere il mondiale ne veniva da tre mesi da stagista alla FDJ, con tanto di partecipazione ad una Parigi-Bruxelles di 220 km e ad un Gp di Fourmies di 200. Su Matthews, intendevo che lui cmq è l'ennesimo prodotto della scuola australiana, che è ottimamente strutturata al di là di come lo sono i club, e la cui federazione segue i suoi corridori giovani in un modo ben diverso dal modo in cui vengono tirati su dalla nostra Fci. Lutsenko idem, immagino che qualche allenamento e qualche ritiro con i Vinokourov e gli Iglinskiy, anche da giovane, lo abbia fatto.

Inoltre, le continental straniere possono partecipare anche alle gare HC, quelle europee solo nelle corse del loro paese, e ad ogni modo, di solito, al massimo portano i ragazzi a gareggiare in corse come l'Appennino o il Giro di Toscana: corse storiche, per carità, ma oggettivamente decadute (l'anno scorso, il mio Giro dell'Appennino che quando ero piccolo se lo giocavano Tonkov e Pantani, e ancora quando andavo al liceo lo vinceva Simoni, è finito con un testa a testa tra il 40enne Mazzanti e il semisconosciuto Mucelli - e ha pure vinto Mucelli: contento per lui, ci mancherebbe, ma dubito che lui stesso si consideri un vero professionista, se glielo chiedi). Senza contare che, di fatto, le Continental italiane sono squadre professioniste solo sulla carta, ma la loro organizzazione non è minimamente paragonabile a quella delle professional meglio organizzate (e anche in questo caso, più che alle italiane, penso a quelle francesi: vogliamo paragonare una Europcar - professional fino allo scorso anno - o una Cofidis, a una Bardiani? Anche solo a livello di corse internazionali a cui vengono chiamate... le nostre, al di la delle gare Rcs e di qualche rara apparizione al trittico delle Ardenne, non gareggiano praticamente mai nel WT)

A parte che i mesi da stagista di Demare sono al massimo due, tu hai detto che i mondiali se li giocano quelli delle professional, cosa non vera. Poi è inutile paragonare i sistemi. Ci sono continental più strutturate e quelle meno, ma sempre Continental sono. Poi non so perché hai citato la Cofidis, la professional più scarsa del lotto. Dopo che ha lasciato Moncutie cosa ha vinto (rispetto al calendario che ha avuto)?

Le migliori Professional sono Europcar, IAM, MTN, Topsport e Neri

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Le migliori Professional sono Europcar, IAM, MTN, Topsport e Neri

Poi non so perché hai citato la Cofidis, la professional più scarsa del lotto. Dopo che ha lasciato Moncutie cosa ha vinto (rispetto al calendario che ha avuto)?

 

citavo anche la Cofidis perché è l'esempio di una squadra che riesce a partecipare a tutte le gare del calendario che le interessano, anche quelle internazionali, e sarà un caso ma ha lo stesso unico sponsor da 20 anni; ok, non fa questi grandi risultati, ma senz'altro un giovane che cresce in una squadra del genere, e partecipa a un certo tipo di gare, ha più possibilità di crescere rispetto ad uno che si forma in Bardiani :wink:

 

per Ian: quello che dici sulla diminuzione di gare e squadre dilettanti ha sicuramente la sua importanza ed il suo peso, quel che intendo io, però, è che è proprio il tipo di sviluppo che si porta avantii ad essere sbagliato, a prescindere dai numeri :wink:

E cmq, temo che i praticanti e gli sponsor saranno sempre meno: l'età media dell'appassionato di ciclismo è molto alta, inoltre è uno sport "lento" (pensiamo alle tappe di pianura in cui "non succede nulla") che difficilmente attira i giovani, soprattutto oggi che è molto più facile praticare nella propria città qualsiasi tipo di sport, e che anche in tv, con tutti i vari canali a pagamento che esistono, di nuovi sport a cui appassionarci ce ne propinano a decine. Inoltre il ciclismo è uno sport costoso da praticare, perché una bici da corsa costa, e uno ci pensa due volte prima di comprarsela: ecco, magari la federazione dovrebbe investire molto sulla mtb, che quasi tutti i ragazzi hanno, e attraverso quel canale convogliarli, poi, su strada.

 

Gli sponsor, poi, sono sempre meno a causa della crisi e, naturalmente, del fatto che il ciclismo stesso tira sempre meno: purtroppo è un circolo vizioso. Anche per questo dico che, tutto sommato, forse una riduzione delle squadre professionistiche (professional e continental) sarebbe addirittura salutare, se questo volesse dire unire gli sforzi in uno-due progetti seri anziché disperderli in tanti team sgangherati.

Modificato da smec-easyjet
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  • Amministratori

La butto lì. Circuito World Tour CHIUSO. Promozioni e retrocessioni per MERITO e gare WT riservate SOLO alle WT. 

 

Unica possibilità per le Continental di provare a fare qualcosa in più.

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citavo anche la Cofidis perché è l'esempio di una squadra che riesce a partecipare a tutte le gare del calendario che le interessano, anche quelle internazionali, e sarà un caso ma ha lo stesso unico sponsor da 20 anni; ok, non fa questi grandi risultati, ma senz'altro un giovane che cresce in una squadra del genere, e partecipa a un certo tipo di gare, ha più possibilità di crescere rispetto ad uno che si forma in Bardiani :wink:

Mi sembra logico, sponsorizza anche i principali eventi... Poi non è che abbia tirato su tutti questi campioni la Cofidis...

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La butto lì. Circuito World Tour CHIUSO. Promozioni e retrocessioni per MERITO e gare WT riservate SOLO alle WT. 

 

Unica possibilità per le Continental di provare a fare qualcosa in più.

 

se riservi le gare WT alle sole WT, limiti ancora di più la possibilità delle Professional di essere formative per i giovani, non ne capisco il senso. Per non parlare delle Continental che, a quel punto, il ciclismo maggiore lo vedrebbero ancora più da lontano. A meno di non cancellare del tutto il WT e tornare ai GS1, GS2 e GS3 (quando al Giro avevamo 12-13 italiane comprese formazioni piccole come Tenax, Alexia, Formaggi Trentini, ecc), qualunque altro sistema che contempli un ciclismo di élite, porta al ridimensionamento, se non alla chiusura, di molte Continental e pure di diverse Professional. E ripeto: tutto sommato, questo può non essere un male. Così come, nel calcio, non è un male che dal prox anno avremo una Serie C unica, con una bella sforbiciata alle squadre semidilettantistiche che non si reggono in piedi per più di qualche stagione.

 

Il nostro ciclismo non ha bisogno di squadre raffazzonate che nascono con l'orizzonte di una sola stagione e vanno a correre in Croazia o in Azerbajan, in corse dove i controllli antidoping sono approssimativi e i team non hanno nemmeno l'obbligo di aderire al passaporto biologico che, per altro, per molti di loro sarebbe dispendioso. Io sarei per limitare drasticamente le squadre minori, mantenendo solo la categoria professional e trasformando la classe Continental in un circuito giovanile, con un limite di età di 25 anni e squadre gestite o direttamente dalle federazioni nazionali, oppure controllate dai team World Tour in maniera diretta, tipo vivai. Sarà una belinata, eh, ma preferisco vedere un Giro dell'Appennino con le maglie Sky, Bmc e Garmin e i migliori ragazzi devi vari movimenti a darsi battaglia, piuttosto che un altro sprint tra Mazzanti e Mucelli, con maglie arlecchinate sulle quali ci sono 120 sponsor che vanno dalla concessionaria al negozio di salami.

 

Mi si dirà: ma allora ti rimangi il discorso sul fatto che le squadre di soli giovani non vanno bene. Non vanno bene quando sono giovani mandati al macello, diverso se si tratta di formazioni satellite dei grandi team, con la possibilità di ritiri e allenamenti in costante contatto con i big. Fermo restando, poi, che tra le Professional la cosa migliore sarebbe invece il mix di rose con giovani e corridori esperti,

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se riservi le gare WT alle sole WT, limiti ancora di più la possibilità delle Professional di essere formative per i giovani, non ne capisco il senso. Per non parlare delle Continental che, a quel punto, il ciclismo maggiore lo vedrebbero ancora più da lontano. A meno di non cancellare del tutto il WT e tornare ai GS1, GS2 e GS3 (quando al Giro avevamo 12-13 italiane comprese formazioni piccole come Tenax, Alexia, Formaggi Trentini, ecc), qualunque altro sistema che contempli un ciclismo di élite, porta al ridimensionamento, se non alla chiusura, di molte Continental e pure di diverse Professional. E ripeto: tutto sommato, questo può non essere un male. Così come, nel calcio, non è un male che dal prox anno avremo una Serie C unica, con una bella sforbiciata alle squadre semidilettantistiche che non si reggono in piedi per più di qualche stagione.

 

Il nostro ciclismo non ha bisogno di squadre raffazzonate che nascono con l'orizzonte di una sola stagione e vanno a correre in Croazia o in Azerbajan, in corse dove i controllli antidoping sono approssimativi e i team non hanno nemmeno l'obbligo di aderire al passaporto biologico che, per altro, per molti di loro sarebbe dispendioso. Io sarei per limitare drasticamente le squadre minori, mantenendo solo la categoria professional e trasformando la classe Continental in un circuito giovanile, con un limite di età di 25 anni e squadre gestite o direttamente dalle federazioni nazionali, oppure controllate dai team World Tour in maniera diretta, tipo vivai. Sarà una belinata, eh, ma preferisco vedere un Giro dell'Appennino con le maglie Sky, Bmc e Garmin e i migliori ragazzi devi vari movimenti a darsi battaglia, piuttosto che un altro sprint tra Mazzanti e Mucelli, con maglie arlecchinate sulle quali ci sono 120 sponsor che vanno dalla concessionaria al negozio di salami.

 

Mi si dirà: ma allora ti rimangi il discorso sul fatto che le squadre di soli giovani non vanno bene. Non vanno bene quando sono giovani mandati al macello, diverso se si tratta di formazioni satellite dei grandi team, con la possibilità di ritiri e allenamenti in costante contatto con i big. Fermo restando, poi, che tra le Professional la cosa migliore sarebbe invece il mix di rose con giovani e corridori esperti,

 

Quando parlo di Continental che possono essere d'aiuto ad un movimento è proprio questo che intendo. Mi piace come lavorano Bissell (ex Bontrager) e Rabobank (o la stessa An Post), quelle sono delle Continental con i controcazzi. Poi ad esempio c'è la Vega, una Continental fatta giusto per poter partecipare alle corse più importanti senza un vero e proprio progetto.

 

Se avessi la possibilità (ma soprattutto le conoscenze) la farei io una Continental giusto per far capire che l'approccio tradizionale di far ciclismo è stato superato da un pezzo.

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