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Andrepg

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Quando la pianura faceva selzione, quando mettere quattro salite a 200 chilometri dal traguardo bastava per essere chiamati meurtriers, quando i distacchi si misuravano in ore, quando niente e nessuno poteva ostacolare te e la tua bici, ma anche i tempi recenti che ci hanno fatto emozionare in prima persona. Non siete curiosi di capire come si è evoluto il ciclismo dagli anni 20 ad oggi passando da tutte le pietre miliari di questo sport? In questo topic vi darò tutto questo potando periodicamente - credo settimalmente - percorsi storici di Giro, Tour e Vuelta che hanno fatto la storia del cilcismo, ma comunque molto rari da trovare, alcuni al limite dell'impossibile, avete mai trovate le altimetrie del primo Giro d'Italia? Non vi dico direttamente dove trovarli perché così non ci sarebbe più il gusto di assaporarli lentamente, per cui se qualcuno lo sa, lo pregherei di non rivelarlo pubblicamente. Non seguirò alcun ordine cronologico, ecco perché il primo percorso che posterò sarà quello del Giro 1998 e successivamente quello del 1909. A questo topic potrebbe seguire la realizzazione da parte mia di alcune tappe storiche con elementi tali come strade strette e sterrate. Sono graditi commenti per incentivarmi :tongue:

PS Per postare in questa sezione ho ricevuto il benestare di Bubba che ringrazio.

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Top Posters In This Topic

Il mio primo commento vuole essere un punto di partenza per sviluppare una discussione di spessore sul senso del ciclismo nella cultura contemporanea, in quanto metafora dell'esistenza umana, nonché come disciplina che più di ogni altra si presta al racconto quando non all'epico cantare.

Perciò, dico:

Giro 1998 10f0rb5.gif

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Come avrete potuto capire questo non è il giro 1998, ma 2000, errore mio, domani per rimediare metterò quello del 1998, poi andrò di settimana in settimana.

Su questo giro mi piace particolarmente la cronometro del sestriere, ma devo appuntare anche la mancanza di veri arrivi in salita, tranne prato nevoso

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Come avrete potuto capire questo non è il giro 1998, ma 2000, errore mio, domani per rimediare metterò quello del 1998, poi andrò di settimana in settimana.

Su questo giro mi piace particolarmente la cronometro del sestriere, ma devo appuntare anche la mancanza di veri arrivi in salita, tranne prato nevoso

forse è per questo che lo vinse Garzelli :dubbio:

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forse è per questo che lo vinse Garzelli :dubbio:

El Diablo, purtroppo non posso vantare le tue decadi, cosa intendi?

Andre, perchè non inserisci un tuo commento più approfondito con annesse classifiche varie? Sarebbe un ottimo lavoro :smilie_daumenpos:

Certamente, questi primi percorsi sono anche una prova per trovare un metodo fisso, quindi sono accettati consigli.

Beh c'è anche l'arrivo dell'Abetone in salita.

Questo è certamente un Giro atipico, se poi confrontato con quello del 1998 che posterò. Gli arrivi in salita sono l'Abetone e Prato Nevoso, uno 12,1 km al 5,1% e l'altro 13,2 km al 7,2%. Manca un vero arrivo in salita, l'Abetone è our sempre dopo il San Pellegrino, ma rimane una salita per niente difficile e Prato Nevoso non è di questa difficoltà enorme, sarebbe un 1° categoria al tour senza considerare che viene affrontata secca. Se si considera che nel '98 furono proposti Piancavallo, Pampeago, Plan di Montacampione e Lago Laceno ognuno sicuramente più duro dell'Abetone e di Prato Nevoso (forse Lago Laceno è più facile, ma bisogna considerare che prima veniva affrontato il Terminillo). Di altre tape che possono fare male ci sono le dolomiti, ma il Duran-Staulanza-Fedaia-Sella del '98 battono 3-0 il Falzarego-Fedaia-Gardena del 2000. Da notare la tappa di Bormio in stile Foix (chiaramente non così estrema), si arriva a Bormio dove si compie un circuito aggiungendo sì uno strappetto che non mi sembra poi di questa difficoltà, ma avrei preferito un Gavia più vicino. La tappa di Briacon non è bruttissima, ma non cambia la mia idea di un percorso sottotono con la cronometro del Sestriere, unica tappa che veramente mi piace, più che fondamentale per la vittoria finale.

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Ed infatti Garzelli prese la maglia proprio sul Sestriere

Questa la classifica generale:

1 Stefano Garzelli MER 98.30'14"

2 Francesco Casagrande VIN a 1'27"

3 Gilberto Simoni LAM a 1'33"

4 Andrea Noè MAP a 4'58"

5 Pavel Tonkov MAP a 5'28"

6 Hernán Buenahora NEC a 5'48"

7 Wladimir Belli FAS a 7'38"

8 José Luis Rubiera KEL a 8'08"

9 Serhij Hončar LIQ a 8'14"

10 Leonardo Piepoli BAN a 8'32"

Classifiche minori:

Punti Dmitrij Konyšev

Montagna Francesco Casagrande

Squadre Mapei-Quick Step

Intergiro Fabrizio Guidi

Super Team Fassa Bortolo

E wikipedia salvaci tu, il riepilogo delle tappa, poi vedò di attrezzarmi meglio, sono ancora in fase di sperimentazione.

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El Diablo, purtroppo non posso vantare le tue decadi, cosa intendi?

Certamente, questi primi percorsi sono anche una prova per trovare un metodo fisso, quindi sono accettati consigli.

Questo è certamente un Giro atipico, se poi confrontato con quello del 1998 che posterò. Gli arrivi in salita sono l'Abetone e Prato Nevoso, uno 12,1 km al 5,1% e l'altro 13,2 km al 7,2%. Manca un vero arrivo in salita, l'Abetone è our sempre dopo il San Pellegrino, ma rimane una salita per niente difficile e Prato Nevoso non è di questa difficoltà enorme, sarebbe un 1° categoria al tour senza considerare che viene affrontata secca. Se si considera che nel '98 furono proposti Piancavallo, Pampeago, Plan di Montacampione e Lago Laceno ognuno sicuramente più duro dell'Abetone e di Prato Nevoso (forse Lago Laceno è più facile, ma bisogna considerare che prima veniva affrontato il Terminillo). Di altre tape che possono fare male ci sono le dolomiti, ma il Duran-Staulanza-Fedaia-Sella del '98 battono 3-0 il Falzarego-Fedaia-Gardena del 2000. Da notare la tappa di Bormio in stile Foix (chiaramente non così estrema), si arriva a Bormio dove si compie un circuito aggiungendo sì uno strappetto che non mi sembra poi di questa difficoltà, ma avrei preferito un Gavia più vicino. La tappa di Briacon non è bruttissima, ma non cambia la mia idea di un percorso sottotono con la cronometro del Sestriere, unica tappa che veramente mi piace, più che fondamentale per la vittoria finale.

L'ultima salita della tappa di Selva del 2000 era il Sella, il finale - dai piedi del Fedaia - era uguale al 1998.

Comunque fu un Giro complessivamente piuttosto modesto anche da un punto di vista spettacolare, oltre che di partecipanti. Il terreno per offrire qualcosa di più però c'era. In realtà, tappe come quella di Selva e di Bormio furono anche abbastanza battagliate, idem quella di Briançon, ma c'era un appiattimento tale che non ci fu grossissima selezione. La tappa di Briançon ad esempio si infiammò già sull'Agnello, dove se ben ricordo attaccò Simoni all'inizio del tratto duro. Solo che l'unico veramente in grado di fare la differenza era Casagrande, che però calò nella seconda metà di Giro dopo una prova mostruosa all'Abetone (nettamente la tappa più bella, con i big già testa a testa sul San Pellegrino in Alpe).

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Cronaca della tappa:

Quattro anni dopo Merano ed il volo sul Mortirolo Marco Pantani torna a vincere al Giro d'Italia. Attacca dopo appena tre chilometri della salita a Piancavallo e va da solo. Alle sue spalle resistono Tonkov e Zuelle. Lo svizzero si riprende la maglia rosa, il russo si candida a terzo incomodo. Forse primo visto che Pavel e' l'avversario che Zuelle teme di piu' per la cronometro di domani (40 chilometri di andata e ritorno fra Trieste e Sistiana). Esce invece di scena Ivan Gotti, staccato di oltre 5 minuti, rimanda qualsiasi appuntamento al Tour de France). Anche Bartoli cede, come previsto. "Il mio giro l'ho fatto - commenta il pisano - sono stato il piu' combattivo, adesso tocca a Pantani. Sapevo che dopo dieci giornate sarebbe finito il mio giro. Ho resistito anche di piu'".

La quattordicesima tappa Schio-Piancavallo di km 165, parte come dovesse essere una volata: 47,9 km/h la media della prima ora. Il gruppo e' nervoso, ne fa le spese Cipollini che cade al km 46 e rimedia una forte contusione con ferita lacero-contusa al gomito sinistro. Ad una cinquantina di chilometri dal traguardo (a Cimetta), allungano in sette: Canzonieri, Piccoli, Raimondi, Arazzi, Martin, Zanette e Aggiano. Poco prima dell'intergiro, Piccoli sprinta per la maglia azzurra. Dopo il traguardo intermedio forza Zanette, con lui restano Canzonieri e Raimondi mentre e' la Asics a fare l'andatura.

Poi arrivano le truppe Mapei (per Tonkov), Festina (naturalmente per Zuelle) e persino Saeco. Ma Gotti ancora non sa di essere vicino al crollo. Non si vede, invece, il treno giallo della Mercatone. Spunta proprio all'inizio della salita, a 15 km dall'arrivo. La Festina prova a fare alta l'andatura con Kivilev, poi gli subentrano Missaglia (Mapei) e Bettini (Asics), ma ecco la guardia pretoria di Pantani: Velo, Garzelli, Forconi. Marco li usa come catapulta. Scatta dopo 3,5 chilometri di ascesa, nel tratto piu' duro, quello con rampe anche al 15 per cento. Tonkov prova a stargli a ruota, Gotti va subito in crisi. Pantani e Tonkov fanno il vuoto, ma anche Tonkov dopo un chilometro deve mollare. Alle spalle del russo restano Zuelle, Guerini e Leblanc, con Noe' aggrappato alla sua maglia rosa. A meno 9,5 km si stacca Leblanc. Il Pirata, pelata all'aria, va via in agilita': a 9 chilometri dall'arrivo ha 20" su Tonkov in difficolta' passeggera, 26" su un fresco Zuelle con Guerini a ruota, 36" su Noe', gia' staccato ed affranto, 1'20" sul gruppo degli gia' sconfitti: Gotti, Tiepoli, Savoldelli, Bartoli. A 8 chilometri dalla fine la pendenza si addolcisce, Tonkov si riprende, cosi' come allungano Zuelle e Guerini. Piu' che un arrivo in salita diventa un inseguimento: a 7 chilometri dalla fine Tonkov e' a soli 10", la coppia Zuelle-Guerini a 24".

Marco tiene duro, si alza sui pedali, cerca di rilanciarsi dove la strada richiede potenza piu' che leggerezza di scalatore. Guadagna metri: a 4 chilometri ha 16" su Tonkov, 26" su Zuelle e Guerini. L'arrivo in salita ha addirittura 1.600 metri in discesa a due chilometri dall'arrivo. Qui Zuelle scatta ed assieme a Tonkov stacca Guerini. Marco ormai vede l'arrivo: guadagna 13" di cronometro ed altri 4" di abbuoni su Tonkov e 8" su Zuelle. In classifica generale lo svizzero ha la maglia rosa con 22" sul romagnolo, 40" sul russo, 57' su Guerini. Noe' (arrivato con 1'51" da Pantani) e' quinto in classifica a 1'05".

"E' stata una vittoria sofferta fino alla fine - dice Marco Pantani - oggi, quattro anni dopo la mia prima vittoria, ho confermato di avere coraggio. Sono uno dei pochi che scopre le carte senza paura. Credo che questo piaccia alla gente: sono quello che ha il coraggio di alzare i guantoni e combattere a modo mio". Magari anche andando ko a cronometro, ma ci saranno quattro giornate di montagna per provare ad abbattere Zuelle, il clone di Indurain.

Ordine d'arrivo:

1) MARCO PANTANI (ITA) IN 4H22'11" ALLA MEDIA ORARIA DI KM. 37,760 (ABBUONO 12")

2) PAVEL TONKOV (RUS) A 13" (ABB. 8")

3) ALEX ZUELLE (SVI) S.T. (ABB. 4")

4) GIUSEPPE GUERINI (ITA) A 28"

5) ANDREA NOE' (ITA) A 1'51"

6) J. CARLOS DOMINGUEZ (SPA) A 2'02"

Generale dopo la tappa:

1) ALEX ZUELLE (SVI-FESTINA) IN 67H01'11" ALLA MEDIA ORARIA GENERALE DI KM. 40,045

2) MARCO PANTANI (ITA) A 22"

3) PAVEL TONKOV (RUS) A 40'

http://www.youtube.com/watch?v=cYpEyu5sCis

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Classifica generale dopo la tappa:

1) ALEX ZUELLE (SVI) IN 67H45'49" M.O. 40,196 Kmh

2) PAVEL TONKOV (RUS) A 2'02"

3) MARCO PANTANI (ITA) A 3'48"

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Cronaca della tappa:

Grande impresa di Guerini e Pantani nella prima, vera, tappa di montagna da Asiago a Selva di Val Gardena. Ha vinto Guerini, Pantani gli e' finito a ruota e conquista la sua prima maglia rosa distaccando Tonkov di 30" e Zuelle di 1 minuto e 01. Cipollini si e' ritirato dopo 107 km.

Michele Bartoli e altri 33 corridori sono arrivati fuori tempo massimo al traguardo (a +34'43", mentre il limite era fissato a 34'). Tra gli altri, Fabiano Fontanelli, Simone Leporatti, Silvio Martinello e Fabrizio Guidi.

Ordine d'arrivo:

1) GIUSEPPE GUERINI (ITA-POLTI) IN 6H16'58" ALLA MEDIA ORARIA DI KM. 34,221 (ABBUONO 14")

2) MARCO PANTANI (ITA) S.T. (ABB. 12")

3) 'CHEPE' GONZALEZ (COL) A 2'04" (ABB. 10")

4) PAVEL TONKOV (RUS) S.T.

5) OSKAR CAMENZIND (SVI) A 2'18"

9) ALEX ZUELLE (SVI) S.T.

Classifica generale dopo la tappa:

1) MARCO PANTANI (ITA-MERCATONE UNO) 80H12'02" ALLA MEDIA ORARIA DI 39,584 KM

2) PAVEL TONKOV (RUS) A 30"

3) GIUSEPPE GUERINI (ITA) A 31"

4) ALEX ZUELLE (SVI) A 1'01"

Video di tutto il Giro del 1998 (a partira da 2') tra cui la tappa di Val Gardena di cui non ho trovato un video a parte.

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Cronaca della tappa:

Scatto vincente di Tonkov e Pantani che arrivano nell'ordine sul traguardo della 18ª tappa (Selva di Val Gardena-Alpe di Pampeago di 115 km). Alex Zuelle perde quasi un minuto e giunge affaticato in vetta.

In classifica generale lo svizzero e' staccato di 2'08" dalla maglia rosa Pantani.

Ordine d'arrivo:

1) PAVEL TONKOV (RUS) IN 3H36'53" MEDIA ORARIA KM. 31,814 (ABBUONO 12")

2) MARCO PANTANI (ITA) A 1" (ABB. 10")

3) NICOLA MICELI (ITA) A 44" (ABB. 4")

4) ALEX ZUELLE (SVI) A 58"

5) GIUSEPPE GUERINI (ITA) A 1'07"

Classifica generale dopo la tappa:

1) MARCO PANTANI (ITA) IN 83H48'46" ALLA MEDIA ORARIA GENERALE DI KM. 39,249

2) PAVEL TONKOV (RUS) + 27"

3) GIUSEPPE GUERINI (ITA) 1'47"

4) ALEX ZUELLE (SVI) 2'08"

5) OSKAR CAMENZIND (SVI) 5'37"

http://www.youtube.com/watch?v=ipPa1Lu191k

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Continuo del video di Selva Val Gardena con la fine Montecampione (la prima parte la trovate alla fine della parte precedente)

Ordine d'arrivo:

1. MARCO PANTANI (ITA) 7 H 42:52 (Media: 31,499 KM/H)

2. PAVEL TONKOV (RUS) +57

3. GIUSEPPE GUERINI (ITA) 3:16

4. FRANCESCO SECCHIARI (ITA) 4:04

5. DANIEL CLAVERO (SPA) 4:04

Classifica generale dopo la tappa:

1. MARCO PANTANI (ITA) 83 H 48:46

2. PAVEL TONKOV (RUS) A 1:28

3. GIUSEPPE GUERINI (ITA) 5:11

4. OSCAR CAMENZIND (SVI) 11:32

5. NICOLA MICELI (ITA) 14:23

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Cronaca della tappa:

Grandissima impresa di Marco Pantani che ha praticamente vinto il Giro battendo Tonkov anche nella cronometro. Il "pirata" ha chiuso al terzo posto, 5° il russo a oltre 4 secondi.

Ha vinto l'ucraino Sergei Gontchar davanti a Massimo Podenzana e a Pantani. In mattinata, dei controlli a sorpresa su 28 atleti hanno fatto due "vittime": Nicola Miceli e Riccardo Forconi esclusi per la percentuale di ematocrito nel sangue superiore al 50 per cento, limite imposto dalla federazione ciclistica internazionale.

Pantani/Tonkov:

PANTANI TONKOV

A - 31 KM + 3" -

A - 25 KM + 6" -

A - 22 KM + 10" -

A - 20 KM + 8" -

INTERGIRO + 2" (19'59") (20'01")

A - 14 KM - + 1"

A - 13 KM - + 3"

A - 10 KM 0" -

A - 8 KM + 2" -

A - 6 KM + 6" -

A - 5 KM + 5" -

A - 4 KM + 6" -

A - 3 KM + 4" -

A - 1 KM + 7" -

TRAGUARDO + 5" (40'24") (40'29")

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Classifica generale

1 Marco Pantani MER 98.48'32"

2 Pavel Tonkov MAP a 1'33"

3 Giuseppe Guerini PLT a 6'51"

4 Oscar Camenzind MAP a 12'16"

5 Daniel Clavero VIT a 18'04"

6 Gianni Faresin MAP a 18'31"

7 Paolo Bettini ASI a 21'03"

8 Daniele De Paoli ROS a 21'35"

9 Paolo Savoldelli SAE a 25'54"

10 Serhij Hončar CTA a 25'58"

Classifiche minori

Punti Mariano Piccoli

Montagna Marco Pantani

Squadre Mapei-Bricobi

Intergiro Gian Matteo Fagnini

Super Team Team Polti

Riassunto delle tappe:

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I commenti non sono graditi, sono pretesi :mrgreen:

Ci risentiamo tra una settimana, una sola anticipazione... sarà un Tour che ebbe due grosse novità.

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El Diablo, purtroppo non posso vantare le tue decadi, cosa intendi?

intendo proprio quello che stai commentando tu ... che con più salite dure Casagrande e Simoni sarebbero probabilmente arrivati davanti al buon Garzelli ...

la tappa di Briancon che hai definito discreta vide il ritorno alla grande di Marco Pantani, che, staccato all'inizio dell'Agnello, rientrò in cima e fece da gregario a Garzelli su tutto l'Izoard ...

... certe volte provava a scattare ... dopo un giro di sofferenza, era il primo giorno che andava su forte ed avrebbe voluto (e potuto) andare via da solo ...

... ma ogni volta che allungava metteva in difficoltà Garzelli e quindi si rialzava e faceva un'andatura regolare ...

... e fu così che non poté inseguire Lanfranchi quando se ne andò in discesa e vinse la tappa, proprio davanti al Pirata ...

... Garzelli dovrebbe fare un monumento a Pantani per quel giorno ... poi ... l'indomani, nella crono del Sestriére, scavalcò Casagrande che andò pianissimo e vinse il suo Giro ...

un percorso strano ... atipico ... ed un gregario fantastico nell'unico vero tappone ... ecco perché dico che furono condizioni favorevoli a Garzelli, che, d'altro canto, ci mise anche del suo, ma fu di certo avvantaggiato ...

---

ti regalo una "chicca"

quell'anno, in moto, c'era Bulbarelli, che gridò a Garzelli, in diretta e nel microfono : "NON MOLLAREEE" quando Garzelli si staccò sul Gavia ... :mrgreen:

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Il Tour in generale:

Generale:

1 Fausto Coppi ITA 151.57'20"

2 Stan Ockers BEL a 28'17"

3 Bernardo Ruiz ESP a 34'38"

4 Gino Bartali ITA a 35'25"

5 Jean Robic FRA a 35'36"

6 Fiorenzo Magni ITA a 38'25"

7 Alex Close BEL a 38'32"

8 Jean Dotto FRA a 48'01"

9 Andrea Carrea ITA a 50'28"

10 Antonio Gelabert ESP a 58'16"

Classifica scalatori:

1 Fausto Coppi ITA 92

2 Antonio Gelabert ESP 69

3 Jean Robic FRA 60

4 Stan Ockers BEL 53

5 Raphaël Géminiani FRA 51

Classifica a squadre:

1 Italia 455.56'40"

2 Francia a 25'16"

3 Belgio a 54'56"

4 Spagna a 2.53'44"

5 Paesi Bassi a 2.59'52

http://www.youtube.com/watch?v=Ypu1mKbJOH

Le Tappe:

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Video della tappa:

http://www.ina.fr/sport/cyclisme/video/AFE85004627/le-tour-de-france-1ere-etape-brest-rennes.fr.html

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Se vedete lo spazio bianco al posto del video prima delle tappe lo trovate QUI

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La prima Alpe d'Huez!

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Video della tappa: QUI

Articolo sulla famossisima foto di Coppi e Bartali che si scambiano la borraccia:

4 luglio 1952: Coppi e Bartali

4 luglio 2012 Di Maurizio Rebuzzini

0371.jpg

Fotografia di Carlo Martini: Gino Bartali e Fausto Coppi si scambiano una borraccia rinfrescante, durante la tappa di montagna Losanna-Alpe d’Huez, la decima del Tour de France 1952, il quattro luglio (sessanta anni fa).

Una delle più celebri fotografie di sport compie oggi sessant’anni: è stata scattata dal fotogiornalista italiano Carlo Martini il quattro luglio, durante la tappa di montagna Losanna-Alpe d’Huez, la decima del Tour de France 1952.

Nonostante la contrapposizione tra fazioni di tifosi l’un contro l’altra armata, in gara, Coppi e Bartali si sono spesso scambiati incoraggiamenti e cortesie. Nessuno dei due ha mai approfittato di una disgrazia dell’altro per andare in fuga, magari avvantaggiandosi su una foratura; e, addirittura, Coppi lasciò a Bartali una tappa del Tour nel giorno del suo compleanno.

Comunque sia, la lunga vicenda sportiva di Coppi e Bartali è immortalata da questa immagine simbolo, che fissa il passaggio di una borraccia tra Bartali e Coppi (non viceversa), che appartiene alla storia sociale del nostro paese: in quante case, su quante pareti è ancora appeso il poster del duetto?

Come anticipato, la fotografia è di Carlo Martini, fotoreporter romano, classe 1915, mancato alla fine dei Sessanta, dopo aver collaborato a lungo alla Gazzetta dello Sport. Proprio l’autore raccontò di aver raggiunto Coppi e Bartali, con i quali si era accordato la mattina per riprendere la scena, e fornì loro la borraccia.

Quindi, l’immagine simbolo della concorrenza leale e sportiva non è stata realizzata casualmente, ma è stata addirittura indotta, come spesso accade nella fotografia di cronaca (la realtà non sempre è esteticamente accattivante). Ha confessato lo stesso Carlo Martini che l’idea della fotografia gli era venuta nel corso dello stesso Tour, osservando la ripresa televisiva di una scena molto simile, questa sì spontanea, dei due ciclisti che si scambiavano da bere. Dunque, è bastato ripetere l’azione per l’obiettivo fotografico.

Da quando è stata pubblicata sulla Gazzetta dello Sport, con un certo ritardo rispetto al 4 luglio 1952, data dello scatto (le telefoto a quel tempo erano prerogativa solo delle grandi agenzie americane), la fotografia dei due miti del ciclismo italiano, Fausto Coppi e Gino Bartali, è stata usata in mille e mille occasioni, è stata riprodotta in manifesti, pubblicata su riviste di ogni genere, fino a diventare un’immagine indelebile.

Non più e non solo la semplice documentazione di un evento sportivo, ma il simbolo di un periodo, quello del dopoguerra italiano, di grande determinazione, di diffuso ottimismo e di reali sacrifici, del quale il ciclismo, in quegli anni uno degli sport più “poveri”, è stato perfetta metafora.

Ci ha fatto piacere e ci fa tuttora piacere rispecchiarci nella scena di solidarietà tra i due eterni antagonisti, in lotta per vincere la tappa del Tour, ma pronti ad aiutarsi a vicenda: ecco qui la naturale generosità italiana.

Tanti i significati nascosti dietro la stampa bianconero di una fotografia: tutti sentimenti che affiorano al solo sguardo, dei quali -molto probabilmente- Carlo Martini non era consapevole al momento dello scatto, ma che, piano-piano, si sono aggiunti, stratificandosi e portando l’immagine oltre se stessa, al di là dell’evento.

Comunque sia, negli anni la fotografia scattata da Carlo Martini è diventata un vero e proprio cult; è entrata a far parte dell’immaginario collettivo come raffigurazione dell’Italia del dopoguerra, superando il proprio ambito semplicemente ciclistico.

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