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E' morto Ballerini


simoni92

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Tutte le Nazionali di Ballerini

Trionfi e delusioni nei nove anni con Franco

2001 - A Lisbona il debutto da c.t.

Azzurri e piazzamenti: 2.Bettini 7.Figueras 11.Bartoli 12.Lanfranchi 32.Rebellin 34.Faresin 38.Simoni 40.Casagrande 41.Basso 44.Nardello 58.Mazzoleni 89.Di Luca; Ris. Lunghi, Donati.

La prima volta è subito medaglia, è d'argento e la conquista Bettini, ma le polemiche non mancano. A pochi chilometri dall'arrivo Lanfranchi insegue Simoni e lo stesso Bettini lamenta di essere lasciato troppo solo nel finale.

2002 - Il primo trionfo a Zolder con Cipollini

Azzurri e piazzamenti: 1.Cipollini 26.Bettini 27.Lombardi 28.Petacchi 29.Scirea 39.Sacchi 40.Di Luca 41.Bortolami 78.Scinto 80.Bramati 84.Tosatto 98.Nardello; Ris. Bennati, Bernucci.

La rincorsa al successo comincia da lontano: Ballero deve far tornare sui suoi passi Cipollini che aveva già annunciato il ritiro e poi gli costruisce attorno una macchina perfetta in vista dell'ultimo vero mondiale per velocisti. Bettini, Di Luca, Petacchi e Lombardi sono tutti votati alla causa di Re Leone. L'epilogo è immaginabile, volata perfetta e il mondiale ritorna in Italia a 10 anni da Bugno-Benindorm.

2003 - Ad Hamilton qualcosa non gira, Bettini 4°

Azzurri e piazzamenti: 4.Bettini 8.Paolini 20.Lombardi 56.Casagrande 65.Nardello 66.Di Luca 96.Noè; Rit. Basso, Frigo, Moreni, Sacchi, Scirea; Ris. Barbero, Bossoni, Mazzanti.

Con un tridente di tutto rispetto come Bettini-Casagrande-Di Luca, l'Italia non riesce a fare la corsa dura come vorrebbe. Bettini fa quel che può ma è messo in mezzo dalla Spagna che fa doppietta: 1° Astarloa, 2° Valverde. Si poteva portare Petacchi? Si poteva portare Bartoli (che vincerà il Lombardia)?

2004 - Ad Atene Bettini è nell'Olimpo

Azzurri e piazzamenti: 1.Bettini 38.Nardello 39.Paolini 46.Moreni 67.Pozzato.

Prima grossa rivincita di Franco verso i suoi critici. La decisione è quella di costruire una squadra "operaia" attorno al solo Bettini, rinunciando a pezzi da novanta come Rebellin e Di Luca, nonostante si corra in cinque. I fatti gli daranno ragione: il Grillo fa il diavolo a quattro e conquista una splendida medaglia d'oro.

2004 - Spagna ancora super, Paolini di bronzo

Azzurri e piazzamenti: 3.Paolini 9.Cunego 11.Basso 22.Frigo 23.Bertagnolli 59.Mazzanti 62.Moreni 65.Pellizotti 67.Nardello; Rit. Bettini, Garzelli, Petito, Simeoni; Ris. Bruseghin, Sella.

Nel pre-gara tiene banco il caso Rebellin-Argentina. Il veneto, escluso dal quintetto olimpico, cerca di sbrigare le pratiche per il passaporto argentino, ma non farà in tempo. Bettini è messo fuori gioco da un banale incidente, Basso e Cunego fan quel che possono ma Freire quel giorno ha una marcia in più: terzo titolo iridato per il cantabro.

2005 - A Madrid il flop più clamoroso

Azzurri e piazzamenti: 13.Bettini 35.Petacchi 54.Pozzato 63.Velo 66.Tosatto 73.Paolini 84.Lombardi 105.Bennati 109.Bernucci; Ris. Ballan, Bramati.

Sui lievi saliscendi di Madrid, Ballerini pensa che un Petacchi formato gigante come quello ammirato alla Vuelta non dovrebbe avere alcun problema. Ma non va esattamente così: a un giro dalla fine Peta avvisa i compagni che la benzina è finita ma ormai la frittata è fatta e neppure un Bettini in straordinaria giornata di grazia saprà andare oltre un misero 13esimo posto. Vince Boonen.

2006 - Un Bettini geniale riporta il sorriso

Azzurri e piazzamenti: 1.Bettini 34.Di Luca 38.Paolini 48.Rebellin 51.Pozzato 88.Ballan 119.Bruseghin; Rit. Nocentini, Tosatto; Ris. Ferrara, Tonti.

Il circuito di Salisburgo si rivela decisamente meno impegnativo del previsto e pur con tanta buona volontà non si riesce a creare selezione. Sembra tutto pronto per la volata quando una curva folle di Samuel Sánchez crea un buco in cui riescono ad infilarsi solo Valverde, Zabel e, con una manovra da funambolo, Bettini che brucia i compagni d'avventura e conquista il suo primo iride.

2007 - A Stoccarda Bettini come Bugno: bis!

Azzurri e piazzamenti: 1.Bettini 6.Rebellin 49.Cunego 50.Pozzato 51.Ballan 61,Bertolini; Rit. Bruseghin, Tonti, Tosatto; Ris. Nibali, Visconti.

Si arriva in Germania con un clima avvelenato per il veto dell'UCI che esclude Di Luca dalla partita nell'immediata vigilia. Bettini, tirato in ballo da Sinkewitz come presunto fornitore di sostanze dopanti, sfoga sui pedali la rabbia accumulata e, supportato da una grandissima squadra, si prende il secondo mondiale consecutivo, mimando sul traguardo una fucilata destinata a passare alla storia.

2008 - Pechino: Rebellin strappa l'argento

Azzurri e piazzamenti: 2.Rebellin 18.Bettini 50.Pellizotti 63.Bruseghin; Rit. Nibali.

In una gara estremamente tattica tra i due grandi favoriti Valverde e Bettini, la spuntano le "seconde linee". Rebellin si accoda ad un allungo di Andy Schleck, che risulterà decisivo. Ma con loro c'è quel brutto cliente di Samuel Sánchez che fulmina tutti sullo strappetto finale. La medaglia d'argento di Rebellin è comunque un bel risultato per l'Italia.

2008 - Capolavoro azzurro a Varese

Azzurri e piazzamenti: 1.Ballan 2.Cunego 4.Rebellin 27.Bettini 29.Tosatto; Rit. Bosisio, Bruseghin, Paolini, Tonti; Ris. Bertagnolli, Ginanni.

È la Nazionale più bella mai vista all'opera. Sulla carta Bettini, all'ultima gara della carriera, è capitano, Cunego, Ballan e Rebellin sono i "vice". Gli attacchi degli azzurri si susseguono ma quello buono è promosso dalle nostre tre "mezzepunte". La Spagna è nel sacco, con solo Rodríguez davanti e dietro la presenza di Bettini smorza sul nascere qualunque velleità di rientro. Sarà doppietta, Ballan da solo e Cunego che regola gli immediati inseguitori.

2009 - Cunego stecca sul "suo" percorso

Azzurri e piazzamenti: 8.Cunego 16.Basso 21.Pozzato 41.Ballan 65.Paolini 71.Garzelli; Rit. Bruseghin, Scarponi, Visconti; Ris. Santambrogio, Tosatto.

Per le assenze forzate di Bettini, Di Luca e Rebellin, Cunego si ritrova capitano in pectore già a luglio e dimostra di legittimare la scelta con due belle vittorie alla Vuelta. Ma a Mendrisio non si dimostra brillante come dovrebbe e il resto dell'Italia ha poca qualità per risultare decisiva. Non si riesce a raccogliere altro che un misero 8° posto di Damiano.

(CICLOWEB)

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Quella sua eccezionale umanità: Disponibile, sorridente, luminoso: Ballerini

Si dice sempre che chi informa deve tenere il tono e l'occhio distaccati dall'evento di cui scrive. Si dice anche che non è consigliabile scrivere basandosi sulle emozioni del momento e sulle lacrime che scendono.

Franco Ballerini è morto.

Sì, è morto. L'ho letto stamattina accendendo il computer. La telefonata persa di un collega sul cellulare avrebbe dovuto farmi capire che era successo qualcosa di importante e - vista l'ora - di poco gradevole.

«È proprio un gran figo»: si scherzava ieri a Donoratico con l'amico fotografo, guardando da lontano il ct dell'Italia, a colloquio con Bettini e Nocentini. Franco lo era davvero, e sapeva di esserlo, con quel ciuffo e quelle basette sempre curate alla perfezione. Ma il vero essere "figo" di Franco non era l'estetica: era l'umanità, era la disponibilità.

Il primo ricordo personale risale al Giro del Lazio 2004: l'arrivo a Nettuno, nella "mia" Nettuno, non me lo posso di certo perdere, e mi piazzo circa 100 metri dopo il traguardo, ché la volata voglio vedermela tutta. Ben prima dell'arrivo, già sul posto con gli amici per assicurarci i posti migliori, c'è un signore che passeggia senza un'apparente finalità. È Franco Ballerini, il ct della Nazionale italiana. La gente di Nettuno però non è ciclofila, e non lo saluta. «Ciao Franco!», gli faccio io da semplice spettatore appassionato. «Ciao!», mi risponde lui, mentre si avvicina alla transenna per scambiare qualche chiacchiera con me, su Celestino e su Bartoli, sul Mondiale di Verona e quanto fosse bello aver trovato al Giro di pochi mesi prima un corridore giovane e vincente come Damiano Cunego. A fine chiacchierata, sembrava più contento di me.

Da quel primo contatto all'ultimo saluto di ieri di strada ne è passata tanta. E anche di tempo. Agosto 2004, febbraio 2010. Possono succedere un'infinità di cose in cinque anni e mezzo.

Può succedere che quell'appassionato inizi a scrivere su un sito di ciclismo - questo - e inizi ad incontrare Ballerini non più al di là di una transenna, ma sullo stesso lembo d'asfalto e con un pass simile al collo. Franco ha memoria, ti riconosce. Saluta e stringe la mano con lo stesso «Ciao!» di qualche mese prima. Non ti dice niente, però, ma sa che sta salutando quello stesso ragazzo che a Nettuno lo chiamò da dietro una transenna.

La "disfatta" mondiale di Madrid 2005 mi "costringe" ad un voto impietoso per il ct azzurro nelle pagelle di fine corsa: 3. Fui anche esagerato, chiedendo - pensavo retoricamente - a fine giudizio, allo stesso Ballerini, se fosse davvero sicuro di essere l'uomo giusto per la guida dell'Italia. Non vi dico la sorpresa quando qualche mese dopo, in quella stessa Donoratico dove ieri gli ho stretto la mano per l'ultima volta, salutandolo mi disse: «Ho visto che dopo il Mondiale mi hai messo 3, eh?». «Sì, cittì, ma senza rancore», gli risposi forse balbettando e sicuramente non chiamandolo per nome, quasi a voler prendere un po' di distanza - pensando fosse necessario - da chi invece stava creando un ulteriore punto di contatto.

Al Tour 2006 pensai di contattarlo per proporgli una rubrica. Gli altri ragazzi del sito si dissero d'accordo e feci la prima telefonata. «Accetto senz'altro, mi farà piacere commentare questo Tour de France», fu la sua risposta. Per il timore di disturbarlo troppo, gli proposi di sentirci ogni cinque giorni: ne uscirono quattro puntate dense di spunti tecnici e con un occhio particolare verso i corridori italiani, ma non solo.

Al Giro del Lazio di quell'anno - a Rocca Priora e non più a Nettuno, però - lo avvicinai di nuovo, lo salutai come sempre e gli chiesi se avesse capito che ero io il ragazzo di Cicloweb che lo chiamava durante il Tour. «Certo, certo, anzi: mi sono divertito, quando vuoi si può rifare senza problemi», fu la sua - sempre sorridente - risposta. A quel punto, in un attimo di egocentrismo, mi lanciai: «Franco, ma si ricorda che due anni fa ci salutammo a Nettuno al di là di una transenna?». «Certo! Anche perché quel giorno mi fermasti solo tu...». Da quel "tu" in poi, la cortesia del "lei" lasciò spazio ad un tono sicuramente più amichevole e confidenziale.

Il resto della storia ve lo risparmio e me lo risparmio, ché ricordare tutte le chiacchiere con Ballerini è anche un esercizio vagamente sadico di cui faccio volentieri a meno. Ho scritto questo pezzo perché c'è modo e modo di svegliarsi la domenica mattina, e quello di oggi è stato davvero pessimo. Ci si stupisce sempre di quanto la morte di determinate persone - vicine ma non vicinissime - possa far star male.

Oggi è un brutto giorno per tutti, oggi è un brutto giorno per il ciclismo.

Franco Ballerini è morto. E noi possiamo solo piangerlo e ricordarlo.

(CICLOWEB)

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RENATO DI ROCCO — Presidente Federciclo

"È una perdita enorme, un vuoto per noi incolmabile: ma sarebbe riduttivo pensare a Franco solo come un c.t. Era parte integrante del nostro sistema. Era bravo a fare squadra, anche al di fuori del suo ruolo. Ci siamo lasciati ieri, a ridere e scherzare come sempre. Per me era uno di famiglia, era come un figlio. Anche in questo suo hobby, quello del rally, era sempre prudente: del resto era un ragazzo moderato, non mangiava mai tanto, non beveva, è stata una fatalità crudele. Certo che stava già lavorando per i mondiali: aveva fatto un sopralluogo a dicembre. Ma Ballerini per il mondo del ciclismo era diventato un punto di riferimento. C'è grande costernazione e senso di smarrimento. Ma il lavoro fatto da lui non finisce: era l'esempio di quei valori che noi cerchiamo. È partito dalle categorie minori ed è diventato un modello per tutti. Grande comunicatore, ci consola, in questo momento di dolore immenso, il fatto che lascia una grande eredità. Il profilo futuro del ciclismo azzurro Franco lo ha già disegnato".

MORENO ARGENTIN — Campione del Mondo nel 1986

"Sono amareggiato per quello che è successo, non ci posso credere. Sapevo di questa sua passione per i rally ma questa non può essere certamente una colpa, può succedere anche camminando per strada. Cosa perde il ciclismo? Non la metterei sul piano sportivo perché abbiamo perso tutti una cara persona e il mio pensiero va principalmente alla sua famiglia, la perdita maggiore è per loro. Nello sport Franco aveva prima faticato ma poi era riuscito a creare la sua dimensione e negli ultimi anni tutto era andato a suo favore. Abbiamo perso una cara persona, non ricordo mai una polemica e i suoi commenti erano sempre molto pacati".

GIUSEPPE SARONNI — D.g. Lampre-Farnese, campione del Mondo nel 1982

"Ho tanti ricordi, ho conosciuto Franco da giovane, abbiamo corso assieme e vissuto tanti momenti belli e meno belli, ma queste sono notizie che ti sconvolgono e il mio pensiero va alla sua meravigliosa famiglia. Ho saputo la notizia questa mattina da corridori e amici. La passione per i rally l’ha sempre avuta e mi ricordo che negli ultimi anni, quando aveva deciso di smettere, diceva 'ora mi potrò divertire e farò qualche rally'. Oggi mi viene da dire accidenti, probabilmente era destino. Per me a livello personale è una perdita importante, Franco era un grande professionista. Un ricordo? Ce ne sono mille dopo una vita trascorsa insieme tra gioie e dolori. Abbiamo corso tanto insieme, io ero a fine carriera e lui era all'apice, ed ero una specie di fratello maggiore. Poi quando sono diventato dirigente l'ho avuto alle mie dipendenze. Ma il nostro rapporto andava oltre, ci sentivamo praticamente quasi tutti i giorni. In questo momento mi sento soprattutto di stare vicino alla moglie, ai figli, alla sua splendida famiglia. Per una di quelle strane circostanze che ci regala la vita sono stato proprio io a favorire la sua ascesa a c.t. azzurro. Quel ruolo infatti l'avevano offerto a me ma avevo già preso degli impegni e quindi feci io il suo nome, mi sembrava la persona adatta. Non mi sbagliavo: lui era un grande c.t., un professionista esemplare, aveva carisma e sapeva gestire le varie individualità cementandole in un gruppo. E i risultati parlano più di qualsiasi chiacchiera. La settimana scorsa ci eravamo trovati insieme ad Arezzo per una battuta di caccia, c'era Chioccioli ed altri amici e colleghi. Per due ore a tavola abbiamo riso, scherzato, ricordato mille aneddoti della nostra carriera e della nostra vita. Ecco, lo voglio ricordare così: sorridente, disponibile, un caro amico".

FRANCESCO MOSER — Campione del mondo 1977

"Trovare un altro come lui non sarà semplice. Tragedie come questa dimostrano che non possiamo mai essere sicuri di niente, ti arrivano quando uno meno se l’aspetta. Certo il ciclismo italiano perde tanto. Ballerini aveva un ruolo ormai fondamentale e certo trovarne un così ora non sarà semplice. Sono quelle cose che ti arrivano come un fulmine a ciel sereno. E pensare che appena 10 giorni fa mi ero incontrato con lui e Bettini a Modena e mi avevano parlato proprio di questo rally, era molto preso da questo evento. La sua corsa era proprio la Parigi-Roubaix che aveva concluso 13 volte e che aveva vinto in due occasioni. Era proprio sul pavè che riusciva a dare il massimo. Ma secondo me il suo ruolo giusto era quello che occupava da tanti anni. Come commissario tecnico riusciva a trarre il massimo da tutti i corridori, sapeva osservare, scegliere, preparare le gare e soprattutto il Mondiale e in quattro occasioni i suoi azzurri si sono imposti per la gioia di noi tutti. Ora questo schianto, questa fine tragica, questo maledetto appuntamento col destino".

PAOLO BETTINI — Campione del Mondo 2006 e 2007, Olimpionico 2006

"Ho perso un grande amico, anzi un fratello. Ballerini ha rischiato la vita mille volte in corsa. Correva la Roubaix senza casco, si buttava in discesa sulle strade delle Dolomiti e non ha mai avuto problemi. Il destino lo ha preso ora in un momento di divertimento in cui coltivava la sua passione per i motori. È stato lui ad avvicinarmi al mondo dei rally (i due hanno disputato sei gare insieme, ndr). Se c’era una cosa a cui Franco teneva era la sicurezza. Mai un azzardo".

RICCARDO NENCINI — Pres. Federciclo toscano e presidente del Consiglio regionale Toscana

"Un lutto senza fine nel cuore di tutti noi. Il mondo del ciclismo, dei suoi atleti, dei suoi dirigenti, dei suoi tifosi, piange Franco Ballerini e lo ricorda con tanto inestinguibile affetto. È morto non solo un amico, un atleta, un uomo che ha onorato lo sport con passione e serietà, ma anche un esempio per tutti. Pochi sanno, per sottolineare un aspetto poco conosciuto della sua attività di volontariato, ed è uno dei motivi per cui lo volevamo sempre vicino anche in momenti istituzionali come nelle cerimonie di premiazione o di riconoscimento non solo di giovani atleti ma anche in incontri in cui si doveva sottolineare spirito di fraternità, solidarietà, pace. Ora lo piangiamo con tanta tristezza nel cuore e ci sentiamo vicini alla sua famiglia e a tutti quelli che con lui hanno condiviso il suo amore per lo sport e per una vita ricca di valori".

GIANNI BUGNO — Campione del mondo 1991 e 1992

"Con lui abbiamo iniziato a correre quando eravamo giovani, abbiamo cominciato e finito la carriera insieme. Sapevo di questa sua passione per le macchine, ma non mi sarei mai aspettato una notizia come quella di stamattina. Come c.t. della nazionale ha avuto i suoi risultati migliori, ha avuto grandi corridori ma li ha saputi gestire in maniera egregia".

GIANNI PETRUCCI — Presidente Coni

"Sono sgomento. Franco era una persona straordinaria sotto tutti gli aspetti: non era solo un grande c.t., era anche un grande amico. E questo non sempre succede tra dirigenti e tecnici. Non solo il mondo del ciclismo, ma tutto lo sport piange ora una grande persona. Di lui ho tanti ricordi, ma un’immagine adesso mi torna incessantemente agli occhi: io che alle Olimpiadi di Atene vengo lanciato in aria da Ballerini dopo la vittoria di Bettini, nel primo giorno di gara dei Giochi".

RAFFAELE PAGNOZZI — Segretario generale Coni

"Era una grande e bella persona con una capacità tecnica straordinaria. Il giorno prima delle gare era capace di prevedere l’andamento della corsa con un’abilità incredibile. Con lui il ciclismo italiano ha ottenuto una serie inavvicinabile di vittorie, nonostante questo è rimasto sempre umile. Purtroppo, dopo Castagnetti, è un altro grandissimo tecnico che lo sport italiano perde".

INTER — La nota sul sito ufficiale

"Un grande campione delle due ruote, un appassionato tifoso dell’Inter. Lo sport è in lutto per la scomparsa di Franco Ballerini". L’Inter, sul proprio sito internet, esprime il proprio cordoglio per la morte del c.t. della nazionale. "Appassionato tifoso dell’Inter, aveva fatto visita alla squadra in più occasioni ad Appiano Gentile e nel ritiro estivo a Riscone di Brunico. Il presidente Massimo Moratti e tutta la F.C. Internazionale, Josè Mourinho e la squadra ricordano un grande campione dello sport italiano e sono vicini alla moglie Sabrina, ai figli e a tutta la famiglia in questo momento di grande dolore".

MARIO CIPOLLINI — Campione del Mondo 2002

"Sono totalmente incapace di realizzare che Franco è morto. Sto provando una rimozione inconscia della realtà, come se qualche salva-vita potesse riportarlo in vita. Mi vengono in mente i tanti momenti di gioia che abbiamo vissuto insieme e in particolare quel giorno a Zolder, nel 2002, quando con la sua regia costruì per me la tattica e la squadra per regalarmi il titolo mondiale. Ogni atleta di alto livello come Franco cerca sempre nuovi stimoli, anche dopo l'attività agonistica, ha bisogno di sentirsi sempre competitivo, così mi spiegava la sua passione per i rally. Aveva ancora adrenalina - dice Cipollini - e lui la esprimeva, al di là dell' impegno come c.t. della nazionale, nelle corse automobilistiche".

ALFREDO MARTINI — Ex c.t. della Nazionale

"Era come un figlio per me, come un parente stretto per la mia famiglia. Dovevamo recarci a Prato per festeggiare il novantesimo compleanno di Giovanni Corrieri, mitico gregario di Bartali, ma siamo stati costretti a rinunciare per essere qui, vicini a Franco. Ballerini non mancava di passare da casa mia due o tre volte alla settimana: un caffè, un saluto, due chiacchiere. Per le nostre bambine (le nipoti di casa Martini, ndr) era diventato uno di famiglia". Martini ricorda un retroscena dell'approdo di Ballerini alla guida della nazionale, dove arrivò dopo il triennio con Antonio Fusi sull'ammiraglia azzurra. "Quando il presidente federale Giancarlo Ceruti mi chiese un consiglio su chi scegliere per la successione di Fusi, gli risposi: non darò una rosa, ma un nome solo.Ballerini".

MARCELLO LIPPI — C.t. nazionale di calcio

"Franco e io eravamo amici: quando stamattina ho saputo della sua tragedia sono crollato. È una tragedia enorme, ci eravamo sentiti la settimana scorsa. Ballerini era un gentiluomo. La sua morte per me è una mazzata. Ci eravamo sentiti da poco per un'iniziativa benefica da fare insieme, come tante altre volte. Tra di noi parlavamo spesso delle difficoltà di gestire il gruppo, di come ci si relaziona con gli atleti, insomma del nostro mestiere di ct. È davvero un brutto colpo.

Da gazzetta.it

Ecco, io mi sono sentito come cipollini...incapace di realizzare...

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Addio Franco :cry::cry:

Addio a un uomo che ha dato tanto al ciclismo, e se ne andato mentre stava correndo in una delle sue grandi passioni, il rally.

Io stamattina sono partito per andare ad Andora a vedere il Rally di Andora. Durante la seconda manche è stata interrotto la prova e annullato il rally, sono andato a chiedere a un commissario che mi ha detto che in un rally in toscana era morto un navigatore. Tornato ad Andorra per la "premiazione" il direttore di gara ha esordito dicendo che "Il Rally è stato annullato per un incidente mortale che ha coinvolto il Commissario Tecnico della Nazionale di Ciclismo Franco Ballerini in un Rally Ronde di Larciano, in provincia di Pistoia". Quando ho sentito queste parole sono rimasto shockato...

Ciao Franco, grazie di tutto quello che hai dato a noi appassionati di ciclismo :cry:

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Ecco cosa ha scritto Davide Cassani su facebook:

stamattina alle 10 ero in auto con pancani pronti per la ricognizione della cronosquadre di Cuneo. IL Panca riceve una telefonata. MI guarda. E' morto il Ballero mi dice. NOn ci voglio credere, invece è vero. La mia bici resta nel baule, gli occhi di Francesco diventano lucidi. I miei anche. Poche ore prima, a Donorat...ico avevamo parlato con lui. Siamo tornati a casa sapendo che da oggi avremo un amico in meno.Mostra tutto

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mi tremano le gambe ed ho un morso allo stomaco...non ho parole...proprio ieri avevo fatto i suoi numerini ed inserito la sua foto nell'MG del nuovo database...ed ora, come per casartelli, martin, pantani, jm jimenez, zanette e vandenbroucke, è un tributo alla memoria, come se fossero ancora tra noi.... :blush:

riposa in pace e grazie di tutto...

...ancora non riesco a crederci

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Ci sono rimasto di sasso. Ieri mattina stavo guardando Sky Sport 24, aspettavo di vedere i gol della Liga. Ad un certo momento esce scritto sotto "Ultima ora: ciclismo, ricoverato in rianimazione il CT Franco Ballerini". Neanche il tempo di realizzare, che subito la notizia viene sostituita: "Ultima ora: ciclismo, è morto a 45 anni il CT Franco Ballerini".

Mi dispiace moltissimo. Al nome di Ballerini sono legati buona parte dei miei ricordi ciclistici più belli: Zolder 2002, Atene 2004, il doppio iride di Bettini, Varese 2008.

Penso che il grande merito di Ballerini sia stato quello di riuscire a far coesistere molte prime donne, creando gruppi uniti malgrado la presenza di diversi potenziali capitani (a Varese abbiamo visto Bettini sacrificarsi per non riportare tutti su Cunego, Rebellin e Ballan, a Stoccarda Di Luca, Rebellin e Pozzato si misero a disposizione di Bettini).

Questo ovviamente al di là della grande carriera di corridore. Non ricordo chi disse di non aver mai visto un corridore andare forte sul pavé come il miglior Ballerini (e di concorrenza sul pavé ce n'era parecchia: da Tafi a Bortolami, da Museeuw a Van Petegem, da Duclos-Lassalle a Tchmil).

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Ballerini: pilota Ciardi raggiunto da avviso di garanzia

PISTOIA - Alessandro Ciardi, il pilota della Renault Clio sport R3 a bordo della quale e' morto Franco Ballerini, e' stato raggiunto da un avviso di garanzia per omicidio colposo emesso dalla procura. Si tratta di ''un atto dovuto''.

Ballerini: gli atti dell'incidente depositati in Procura

PISTOIA - Depositati in Procura a Pistoia gli atti dell'incidente in un rally in cui ha perso la vita ieri il ct della nazionale di ciclismo, Franco Ballerini. Oltre alla vettura e' stata sequestrata l'attrezzatura di bordo, fra cui la camera car e anche il 'collare Hans', un dispositivo obbligatorio in tutte le competizioni automobilistiche. La camera ardente di Ballerini non e' stata ancora allestita perche' si attende il via libera della magistratura alla restituzione della salma ai familiari.

Da gazzetta.it

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Saranno celebrati domani alle 15, nella chiesa Parrocchiale di San Pietro e Paolo a Casalguidi, i funerali di Franco Ballerini. Nel tardo pomeriggio di oggi è stata invece aperta la camera ardente allestita presso una delle sale della Misericordia di Casalguidi, proprio dove Francvo è stato festeggiato per tutte le sue vittorie più belle, compreso l’oro olimpico conquistato ad Atene con Paolo Bettini. A Casalguidi domani verrà osservato un giorno di lutto cittadino.
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Ci sono rimasto di sasso. Ieri mattina stavo guardando Sky Sport 24, aspettavo di vedere i gol della Liga. Ad un certo momento esce scritto sotto "Ultima ora: ciclismo, ricoverato in rianimazione il CT Franco Ballerini". Neanche il tempo di realizzare, che subito la notizia viene sostituita: "Ultima ora: ciclismo, è morto a 45 anni il CT Franco Ballerini".

Mi dispiace moltissimo. Al nome di Ballerini sono legati buona parte dei miei ricordi ciclistici più belli: Zolder 2002, Atene 2004, il doppio iride di Bettini, Varese 2008.

Penso che il grande merito di Ballerini sia stato quello di riuscire a far coesistere molte prime donne, creando gruppi uniti malgrado la presenza di diversi potenziali capitani (a Varese abbiamo visto Bettini sacrificarsi per non riportare tutti su Cunego, Rebellin e Ballan, a Stoccarda Di Luca, Rebellin e Pozzato si misero a disposizione di Bettini).

Questo ovviamente al di là della grande carriera di corridore. Non ricordo chi disse di non aver mai visto un corridore andare forte sul pavé come il miglior Ballerini (e di concorrenza sul pavé ce n'era parecchia: da Tafi a Bortolami, da Museeuw a Van Petegem, da Duclos-Lassalle a Tchmil).

disamina perfetta...aggiungo, a zolder 2002, petacchi che fa da gregario a cipollini come penultimo uomo del treno, ed arrivando sul traguardo a passo d'uomo alza le mani come avesse vinto lui.....

...e mi spingo al di là delle tue considerazioni....la difficoltà del Ct della nazionale di ciclismo non è solo far coesistere tante prime donne...questo avviene nelle grandi squadre di tutti gli sport...ma il ciclismo è diverso....il regolamento dei campionati mondiali contiene per me una grande ingiustizia....

l'anomalia colossale dei mondiali di ciclismo è che metti insieme dei connazionali che sono avversari, se non addittura nemici per gli altri 364 giorni dell'anno, ed alla fine vince uno solo...agli altri componenti della squadra, non una medaglia, non un lustrino sulle maniche o un diploma di riconoscimento come componenti della squadra che vince, nulla....

è assolutamente inconsueto pretendere che per il solo amore per la propria nazione ci si possa dare totalmente ad un nemico, un rivale, un avversario di tutta una carriera, per farlo vincere ben sapendo che ai posteri, negli annali, negli albi d'oro, andrà slo lui.....e che magari proprio quella sua vittoria al mondiale potrebbe far pendere i favori della critica su di lui come il più forte di un'epoca......

per questo cerdo che il mestiere di CT della nazionale di ciclismo sia il più difficile...

...ed in questo stava la grandezza di Franco Ballerini....riusciva a far dimenticare tutto il resto ed a far correre la corsa a perfetti estranei come se fossero amici, come se corresero insieme tutto l'anno, come se vincessero tutti.......l'italia era una squadra....una squadra vera, di uomini veri, con un grande regista......

la mia tristezza è immensa.....

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Ci sono rimasto di sasso. Ieri mattina stavo guardando Sky Sport 24, aspettavo di vedere i gol della Liga. Ad un certo momento esce scritto sotto "Ultima ora: ciclismo, ricoverato in rianimazione il CT Franco Ballerini". Neanche il tempo di realizzare, che subito la notizia viene sostituita: "Ultima ora: ciclismo, è morto a 45 anni il CT Franco Ballerini".

Mi dispiace moltissimo. Al nome di Ballerini sono legati buona parte dei miei ricordi ciclistici più belli: Zolder 2002, Atene 2004, il doppio iride di Bettini, Varese 2008.

Penso che il grande merito di Ballerini sia stato quello di riuscire a far coesistere molte prime donne, creando gruppi uniti malgrado la presenza di diversi potenziali capitani (a Varese abbiamo visto Bettini sacrificarsi per non riportare tutti su Cunego, Rebellin e Ballan, a Stoccarda Di Luca, Rebellin e Pozzato si misero a disposizione di Bettini).

Questo ovviamente al di là della grande carriera di corridore. Non ricordo chi disse di non aver mai visto un corridore andare forte sul pavé come il miglior Ballerini (e di concorrenza sul pavé ce n'era parecchia: da Tafi a Bortolami, da Museeuw a Van Petegem, da Duclos-Lassalle a Tchmil).

anche sulla carriera da corridore nulla da eccepire...lui amava la parigi roubaix....

va comunque ricordato che i primi 3 che hai citato erano suoi compagni di squadra, ed in un'edizione della roubaix fecero tripletta...coi 2 azzurri che lasciarono vincere museeuw....non ricordo l'anno.

e che per trovare duelli tra ballerini e duclos lassalle e van petegem al top devi giocare col mio db storico, in quanto il primo ha avuto il suo apice prima del ballero ed il secondo un po' dopo, senza nulla togliere a ballerini che era immenso in quelle gare sul pavè :105:

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