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E' morto Ballerini


simoni92

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CASALGUIDI (Pistoia), 9 febbraio 2010 - Difficile arrendersi all’idea, impossibile rassegnarsi al destino, devastante accettare la realtà, ma Franco Ballerini è morto, ha avuto il funerale, è stato portato al cimitero. Sepolto. Non c’è più. E non ci sarà più. Non lo s’incontrerà più alle corse, alle partenze e agli arrivi, ai rifornimenti e sui podi, ai convegni e ai congressi. Non lo s’incontrerà più nei bar e sui prati, sull’ammiraglia e sulla strada, fra i corridori e nella gente, con la gente, dentro la gente. C’era sempre qualcuno che osava fermarlo, interrogarlo, anche criticarlo. E non c’è mai stata una volta in cui lui non abbia trovato il tempo, e la santissima pazienza, di rispondere. Magari con un sorriso. Lo interrogavano e lo criticavano dandogli del tu, come si fa a un amico o a un parente, e non sempre a un vicino di casa. Perché lui era, veramente, amico di tutti, in qualche modo perfino parente, e certo più vicino di un vicino di casa, almeno nel cuore.

L'ADDIO — Cinquemila persone - cinquemila vicini, se non di casa, certo di cuore - al lungo addio per Franco Ballerini. Camera ardente, messa, cimitero: tutto il percorso per convincersi che il trionfatore di due Roubaix, il ct della Nazionale di ciclismo, il Commissario Basettoni di Cipollini e Bettini, di Ballan e Cunego, da adesso in poi rimarrà come un sorriso o una parola, un pane e salame o un bicchiere di vino. Ballerini architettava e costruiva la squadra italiana, anzi, la Squadra, ma lottava anche per le piste ciclabili, per le scuole di ciclismo, per la sicurezza sulle strade, per le vacanze a due ruote. Sempre presente, rappresentava. E stavolta, dentro la chiesa di San Pietro e Paolo, e soprattutto fuori dalla chiesa, Ballerini è stato ben rappresentato. Generazioni di campioni, da Corrieri a Martini, da Soldani a Gimondi, da Moser a Saronni, da Fondriest a Cipollini, da Bartoli a Bettini, da Petacchi a Di Luca, da Cunego a Paolini, dalla Pezzo alla Bronzini. C’erano i suoi, come Tafi e Scinto, come Zanini e Nardello, che se lo sono caricati sulle spalle. C’erano i gregari. C’era lo sport, da Lippi a Zanardi. C’erano i personaggi, come Guido e Paolo Barilla. C’era la gente comune e anonima, ma conosciuta e riconoscibile, quella che fa pedalare, senza mai vincere, il mondo del ciclismo. E c’erano anche gli amici rallisti, come Rossetti, Cavallini e Piercossi. In testa al gruppo, da adesso, la moglie Sabrina e i figli Gianmarco e Matteo. Non ci sarà più Franco a prendere il vento. Dovranno pensarci loro ad affrontare acqua e freddo, chilometri e pavè. La Roubaix della vita.

Gazzetta.it

Prima parte davvero dura ma terribilmente vera..

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Sto guardando tutte le foto del funerale sul sito della Gazzetta...

E' davvero disarmante vedere la foto di una misera bara fredda e muta e pensare che contiene un uomo di grande vita e carisma come Franco Ballerini...Non riesco proprio ad associarlo alla morte...

condivido in pieno il tuo pensiero

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anche sulla carriera da corridore nulla da eccepire...lui amava la parigi roubaix....

va comunque ricordato che i primi 3 che hai citato erano suoi compagni di squadra, ed in un'edizione della roubaix fecero tripletta...coi 2 azzurri che lasciarono vincere museeuw....non ricordo l'anno.

e che per trovare duelli tra ballerini e duclos lassalle e van petegem al top devi giocare col mio db storico, in quanto il primo ha avuto il suo apice prima del ballero ed il secondo un po' dopo, senza nulla togliere a ballerini che era immenso in quelle gare sul pavè :105:

L'anno era il 1996 se non sbaglio.

Comunque non intendevo che Ballerini andasse più forte di Van Petegem, Tchmil e quant'altro, ma qualcuno (non ricordo chi) disse di non aver mai visto nessuno andare forte sul pavé come il miglior Ballerini, neppure i vari Museeuw, Duclos Lassalle, etc. degli anni d'oro.

In effetti ho letto qualche giorno fa una cronaca diretta scritta della Roubaix del 1998, e ci sono rimasto di sasso: un corridore che da solo guadagna incessantemente sui gruppetti che man mano si formano al suo inseguimento, fino a tagliare il traguardo on 4'16'' (sì, 4'16'') su Tafi e 4'19'' su Peeters dopo 50 km di fuga solitaria.

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non per sminuire l'impresa ma quello è l'anno della tripletta Mapei, non mi pare che Tafi e Peeters tirassero granché...

Detto ciò mi affido a ricordi vaghi, non sono un diablo o un maurottino :roll:

Beh, però a 4'49'' arrivò un gruppo con Tchmil, Dierckxsens, Van Bon, Moncassin e altri. Poi non so, io parlo giusto sulla base della cronaca che ho letto, però un corridore da solo che dà quasi 5' ad un gruppetto, anche se magari non con una collaborazione sfrenata, è impressionante.

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Beh, però a 4'49'' arrivò un gruppo con Tchmil, Dierckxsens, Van Bon, Moncassin e altri. Poi non so, io parlo giusto sulla base della cronaca che ho letto, però un corridore da solo che dà quasi 5' ad un gruppetto, anche se magari non con una collaborazione sfrenata, è impressionante.

resta sicuramente abbastanza impressionante, era solo per ricordare un contesto specifico in cui anche tatticamente la presenza dei Mapei ebbe una sua influenza :wink:

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  • 2 weeks later...

però non sprechiamoci in elogi davvero ipocriti..ricordiamoci che si parla del 1996 anno in cui Zabel prendeva EPO, Riis pure e non credo gli altri (almeno i corridori di primissimo piano) fossero da meno...per cui ok la cronaca ma non scordiamoci la schifezza che era il ciclismo in quel periodo..

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  • 9 months later...
  • 1 month later...
  • Amministratori

È passato già un anno, da quella maledetta domenica

era Domenica, stavo lavorando quando è successo... è stata una tragedia..

Ieri, un'altra domenica, un altro maledetto Rally stava per portarsi via Kubica.. fortunatamente forse sono riusciti a salvargli la mano..

Non dimentichiamo il Ballero

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Io quando sentii della notizia della sua morte ero appena arrivato il cima ad una salita, che caso...

Ribadisco a distanza di un anno della grave perdita che ha avuto questo ambiente, una delle pochissime persone pulite a mio avviso, trasmetteva bontà e sicurezza solo con la faccia.

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E' il destino, non si può fare niente...poi io sono del parare che una persona, scegliendo fare rally così come altri sport, sia perfettamente consapevole dei rischi che corre e queste disgrazie si devono mettere in preventivo.

Per quanto riguarda gli elogi, mi associo a jussi anche se dal punto di vista sportivo le sue Roubaix, specialmente la seconda, sono davvero grandi vittorie.

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  • 11 months later...

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