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Ecco la mia storia...


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GP Kranij, la classica slovena più importante, io ero lì per cercare di migliorare il risultato dell'anno prima, quando avevo chiuso 5°, con me ovviamente Mugerli e Kvasina, esperti di queste corse, oltre a Knees, Proni e Bindi.

Con solo 6 uomini per squadra era praticamente impossibile controllare la corsa, e quindi era fondamentale qualcuno nella fuga del mattino, ad inserirsi fu Mitija, fine conoscitore di queste corse, vista la lunga militanza nella Perutnina Ptuj

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L'azione di Mitija prendeva quota, io mi sentivo in gran forma, ma decisi di lasciar andare comunque la fuga, in fondo il croato aveva fatto un'ottima prima parte di stagione da gregario e ora si strameritava la sua chanche di giocarsi la vittoria. del gruppo l'unico che riuscì a rientrare con un gesto atletico di notevole pregio fu il belga Devenyns, ma quando raggiunse i fuggitivi era troppo stremato per poter fare ancora qualcosa

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All'ultimo giro era ormai chiaro che, con i loro 8' di vantaggio, sarebbero stati i fuggitivi a giocarsi la corsa, e così iniziarono i primi scatti, con lo statunitense Keel ad attaccare ai -15

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Gli altri non rimasero a guardare e in fondo alla discesa contrattaccarono Mitija e il russo Sokolov

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Mitija conosceva questa corsa perfettamente, e sapeva che il penultimo strappetto era sempre il punto migliore per provare a fare il vuoto, e così partì per staccare il russo

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Sokolov non mollò, in pratica fu una volata lunga 4km, ma alla fine Mitija riuscì a conquistare il successo

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Bak chiuse terzo, davanti ad un eroico Devenyns, autore di una bella impresa che però non gli era valsa neanche il podio

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Devo dire che questa era una corsa a cui tenevo, ma la vittoria di Matija era veramente meritata, e in fondo, avendo corso per 5 anni in slovenia, anche lui era di casa, ora era il momento del Giro di Slovenia, in cui io puntavo a una tappa, mentre Knees avrebbe provato a fare classifica

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Ma che fanno quelli dietro nell'ultimo screen...un balletto? :lol:

Non so perchè ma ogni tanto nelle immagini i corridori più distanti allargano il braccio. Il bello è che se invece metto la soggettiva su di loro si vedono in posizione normale

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Giro di Slovenia, capitano Knees, io per le volate, poi Proni, Mugerli, Kvasina e Bindi, come a Kranj. La prima tappa era lunga ed estenuante, ma da arrivo allo sprint, io mi lanciai nella volata alla ruota di Van hecke

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Ma con una volata imperiosa ad andare a segno fu il polacco Krisztof Sczawinski (ma i polacchi la vocali le hanno?), io solo 5°

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La seconda tappa aveva un arrivo in salita di 8km, solo un antipasto del temibile Passo Vrsic, ma sempre importanti per delineare la classifica. La corsa come da pronostico si accese solo sulla salita finale, con il giovane belga De Greef e il danese Chris Sorensen ad allungare, Kristian si fece trovare pronto

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Knees si mise in testa a forzare, cercando di far esplodere il gruppo già sfilacciato dall'accelerazione precedente

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Alla sua ruota rimasero in proprio De Greef e Sorensen, la tappa si sarebbe decisa in volata

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Lo sprint vide il successo del danese, con Knees a battere di un soffio de Greef per il secondo posto

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Io regolai uno dei primo gruppetti inseguitori, chiudendo 8°, non male

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Il Passo Vrsic, simbolo del ciclismo sloveno, in piccolo quello che può essere l'Alpe d'Huez per i francesi, o il Grammont per i fiamminghi. Comunque salita vera, lunga 14km, su cui cercare di dare l'assalto alla maglia di Chris Sorensen. Mentre i fuggitivi della prima ora erano una decina, ma nessuno pericoloso, sulle prime rampe del Vrsic si accese la corsa, con un'accelerazione di De Greef

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Krisitian rispose all'allungo del belga, e insieme raggionsero e poi staccarono Angeloni, ultimo superstite della fuga del mattino, Sorensen sembrava non rispondere

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Ma quando la situazione iniziò a farsi preoccupante, con i due davanti a 50", il danese scattò, e si riportò con sorprendente facilità sui battistrada

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Si ebbe così un breve momento di studio, che consentì a Rizzi e Amador di rientrare, ma subito dopo fu lo stesso Sorensen a ripartire, con Knees e De Greef in affanno

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Kristian resistette, e così furono gli stessi tre a giocarsi la tappa in volata, come il giorno prima. Rizzi e Amador si staccarono di nuovo

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E come il giorno precedente Sorensen andò a vincere su Knees e De Greef, evidentemente i valori in campo erano quelli, e c'era davvero poco da fare

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Io e Mitija resistemmo, andando a piazzarci rispettivamente 9° e 8°, sia come tappa che come nuova classifica generale

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Epilogo, come da tradizione in quasi tutte le corse a tappe, in volata, seguii il treno Elk Haus, con Summer e Thurau

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E fu proprio il tedesco figlio d'arte che tanti grattacapi ci aveva dato in Baviera a vincere, io, secondo, con l'abbuono scavalcai Mitija in classifica

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Così terminava, almeno per il 2010, il mio ritorno a casa, senza nessuna vittoria personale, ma con una prestazione complessiva buona. Il prossimo appuntamente era la Route du Sud, e quindi i campionati nazionali.

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Route du Sud, corsa molto dura, che si arrampica sui più duri passi pirenaici, la seconda e terza frazione erano tapponi degni di un grande giro. Su un percorso del genere il nostro capitano non poteva che essere Knees, con a supporto me, Kvasina, Proni, Arekeev, Kittel, Bodnar e Voss. Nella prima tappa ci lasciammo sfuggire una fuga di comprimari, che arrivò con circa 2' sul gruppo, ma stavolta la situazione era ben diversa rispetto al Giro di Baviera, c'erano salite in abbondanza per recuperare sneza problemi. Vittoria al russo Sokolov, battuto due settimane prima da Mitija a Kranij

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Dietro ci fu un tentativo di Proni e Knees di anticipare il gruppo, che però non gli fruttò nessun secondo, nè di distacco, nè di abbuoni

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La seconda tappa avrebbe delineato meglio la classifica, con le seconde linee che avevano animato la prima frazione a farsi da parte, e i migliori scaltori a dar battaglia. Proni, non proprio uno specialista di questi percorsi, provò la fuga del mattino, abbastanza corposa

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Ma era sulla salita finale, lunga 20km, anche se con molti falsopiani e contropendenze, che si sarebbe deciso tutto. La corsa esplose su un forcing nettissimo di Moncoutiè, per il suo capitano Moinard, dei nostri solo il capitano, Knees, rimase davanti

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Finita la sfuriata dell'scalatore francese attaccò deciso Vladimir Efimkin, uno dei favoriti, dietro di lui si mosse Moinard, Knees era in quello che restava dle gruppo

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Moinard riuscì a riprendere e staccare il russo, mentre Kristian, in testa al gruppo, cercava di contenere il distacco

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Knees aveva poca collaborazione dagli altri del gruppetto, così in un tratto in falsopiano decise di mollare tutti e partire all'inseguimento dei due davanti, rispettivamente con 1'30" e 1 su di lui

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Kristian fece il vuoto, ed ora Efimkin, piuttosto stanco, sembrava a tiro

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Il tedesco infatti lo raggiunse proprio sul traguardo, anche se senza superarlo, mentre Moinard andava a vincere nettamente. La lotta per la classifica generale è ridotta a loro tre, visto che gli altri pagavano tutti più di 3'

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Stavolta, anche per il livello più alto, io e Mitija non eravamo riusciti a tenere duro per un posto nei 10, ma questo contava relativamente, l'importante era che Kristian provasse a ribaltare la classifica nel tappone successivo con ben 4 passi pirenaici molto impegnativi, lo spazio e la voglia c'erano, ma Efimkin e Moinard non erano avversari facili

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Il tappone più atteso, 4 passi pirenaici in cui provare di tutto, e io quel giorno ero pronto. Certo non ero uno scalatore, e non mi aspettavo nulla, ma sulla prima salita, vedendo il ritmo sonnacchioso del gruppo, decisi di provare ad allungare, non mi temevano per la classifica, con i miei quasi 10' di ritardo, e magari mi avrebbero lasciato un pò di margine

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Così fu, guadagnai vari minuti, fino a 5, e scollinai da solo sulle prime due salite, poi mi riprese un gruppetto di contrattaccanti, peccato, perchè con il terzo GPM avrei preso la maglia relativa

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I contrattaccanti mi staccarono, ero ormai stremato da 100km di fuga solitaria in un percorso non mio, ma anche per loro ci sarebbe stato pochissimo da fare, sull'ultima salita, anche se distante 30km dal traguardo, si sarebbe fatta corsa vera, Mitija infatti si mise subito in testa a fare il ritmo, per scremare un pò il gruppone

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L'azione del croato venne interrotta dallo scatto del capoclassifica Moinard, secco e deciso, Kristian provò a seguirlo, ma dovette desistere per non scoppiare

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Kristian venne ripreso da Efimkin, Fedrigo e Perget, mentre anche Moncoutie scattava per seguire il suo capitano. La lotta importante ora era quella per il 2° posto, con Moinard ormai irraggiungibile

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Kristian scattò di nuovo, stroncando la resistenza del russo, allo scollinamento pagava 1' da Moinard, ma aveva guadagnato 50" su Efimkin

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Moinard andò a trionfare, un vero dominio il suo

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Dietro Knees raggiunse Moncoutie, resistendo al gruppetto Efimkin, obiettivo minimo raggiunto, il 2° posto in classifica generale era suo

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Ultima tappa, con un arrivo su uno strappetto molto invitante per uno scattista come me, intanto mandammo Kittel in fuga solitaria, per tenere tranquilla la corsa

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Nel finale, nonostante la fuga del giorno prima, mi sentivo bene, chiesi a Knees di lanciarmi la volata, e il tedesco, pur dubbioso sul mio recupero, acconsentì

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Sullo strappo finale tenni duro, nonostante la rimonta disperata di Fedrigo, partito però troppo dietro, e andai a vincere con la maglia a pois in prestito da Moinard, secondo successo stagionale, con Kristian 3°

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Ora spazio ai campionati nazionali, con Kristian impegnato a difendere il titolo conquistato nel 2009, per gli altri in pratica zero speranze di successo.

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Campionati nazionali, da me si laureava campione Grega Bole, come me parte dell'infornata di passisti veloci sloveni di fine anni ottanta, io e Matej ben figuravamo.

Ma le attese della nostra squadra erano tutte concentrate sulla Germania, dove Kristian Knees doveva provare a riconfermarsi campione nazionale. A spalleggiarlo Voss e Kittel.

230km con una salita tosta da ripetere 8 volte, un percorso non semlplice, che tagliava fuori i numerosi passisti veloci. Proprio uno di questi, Heinrik Haussler, passato alla Quick Step, iniziò ad animare la corsa ai -50, dopo che si era esaurita la fuga a due di giornata

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Ma ovviamente la corsa vera si faceva sull'ultima salita, con Kloden a riportarsi su Haussler e dare il via allo scontra fra i big

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Si formò un gruppetto con Kloden, Knees, Gerdemann, Scholz, Voigt, Wegmann, Haussler e Sinkewitz, che scollinarono tutti insieme, ora 15km di discesa per giocarsi tutto

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Kristian ovviamente sapeva di non avre nessuna possibilità in volata, così su un tratto pianeggiante allungò, solo Wegmann lo seguì, dietro gli altri, stoppati da Gerdemann, faticavano ad organizzarsi

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Infatti i due si involarono verso il traguardo, ma la volata a due aveva un esito scontato, Fabian Wegmann strappò la maglia a Knees

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Dietro un comunque bravo Kittel concluse 11°

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Kristian purtroppo perdeva la maglia, battuto dai Milram, che da pronostico avevano gestito la corsa. Si congratulò con i suoi ex compagni di squadra, ma poi bisognava rituffarsi nelle corse continental per cercare ad ogni costo la promozione nel PT, che comunque sembrava tranquilla con i 1000 punti di vantaggio su Cofidis e Agritubel

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Ai campionati nazionali, gli altri avevano concluso ben poco, in Italia aveva vinto Pozzato, Bodnar aveva chiuso ultimo, nella volata vinta da Sczawinski e Arekeev solo si era salvato con un 5° posto nella vittoria di Pavel Brutt. Altri vincitori sparsi Valverde, Cancellara, Chavanel, Dekker e Boonen.

Ora c'era per noi una pausa di due settimane per rifiatare, e consentire a Trentin, Ivanov e Camponogara di organizzare il mercato per la prossima stagione, ci aspettavamo il PT, ma il nostro sponsor era pur sempre una piccola fabbrica di biscotti, e non era in grado di fornirci più di un milione e mezzo di budget. Saremmo stati confermati tutti in blocco, tanto al massimo sarebbero riusciti a prendere altri gregari.

In pochi giorni Guido, con un impegno incredibile, riuscì ad assemblare la squadra, con in tutto 9 nuovi acquisti, per arrivare ad un totale di 26 corridori. Ci sarebbe stato anche qualche colpo di valore.

Per primo un buon gregario ucraino come Volodymir Zagorodny, uomo buono in varie occasioni, soprattutto nelle cronosquadre e per tenere chiusa la corsa

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Poi Reda, venuto dalla QuickStep, uomo da corse collinari, per le fughe o come gregario

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Il giovanissimo scalatore spagnolo Eduard Prades, arrivado dall'Andorra Grandvalira, su cui puntavamo in prospettiva come cacciatore di tappe nei GT o uomo da brevi corse a tappe dure

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Il cronoman italiano Tiziano dall'Antonia, strappato alla CSF, buono per le brevi crono e come discreto gregario

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Un altro giovane come Thomas Bertolini, strappato alla Diquigiovanni, forse una promessa per le classiche

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Il mercato non era finito, anche perchè quei 5 sarebbero stati al massimo discreti gregari, serviva qualcuno capace di portare punti nel PT.

In primis il passista veloci Tomas Vaitkus, capitano per gli sprint, le classiche morbide, e (anche se con pochissime speranze) il pavè.

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Per i percorsi collinari avevamo strappato alla Lpr Daniele Pietropolli, che avrebbe così affiancato in quelle corse il vari Capecchi, Knees, Proni e Biondo. Uomo squadra pronto anche a giocarsi le sue carte

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Da tenere d'occhio anche il cronoman tedesco Paul Martens, buono soprattutto per le corse a tappe più morbide, tipo Eneco

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E infine colui che avrebbe dovuto guidare il nostro team nei grandi giri, ottimo scalatore, avrebbe probabilmente puntato sul Giro d'Italia, Vladimir Efimkin

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ma padres reverter era mica il fido scudiero di Massa e Turyianskky :D

In effetti uno dei motivi che mi hanno spinto a prenderlo è proprio il fatto che nella carriera di Fra aveva fatto molto bene

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