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-Gigilasegaperenne-

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  1. Vieira magari non faceva 20 gol a stagione, ma era decisamente il tipo di giocatore che ti fa la differenza ogni domenica. Perfino il Vieira crepuscolare dell'ultimo periodo interista, quando entrava in forma dopo eoni e giocava con una sufficienza irritante, nei quarti d'ora finali triturava fisicamente gli avversari (ricordo distintamente il suo secondo tempo nella partita dello scudetto a Parma nel 2008), cosa che negli anni d'oro gli riusciva regolarmente.
  2. Credo che il livello della Serie A venga liquidato come infimo con una certa superficialità. Il calo del livello del campionato rispetto agli anni d'oro non è in discussione, ma alla fine quest'anno c'era una squadra in finale di Champions League, più altre due in semifinale di Europa League, e per lungo tempo siamo stati il paese che ha accumulato più punti nel ranking in questa stagione (non ho letto il dato di fine anno, ma suppongo si sia stati superati dalla Spagna). Ho già sentito 200 volte dire di giocatori un po' in là con gli anni, o relegati a ruoli marginali all'estero: "Eh, questo in Italia può ancora dire la sua", "In Italia farebbe la differenza". A conti fatti, i giocatori su cui ci si esprimeva in questo modo non mi sembra abbiano fatto sfracelli (Ashley Cole, Eto'o, Vidic, i primi che mi vengono in mente). Poi, va bene l'esterofilia, ma secondo te quelli che hai citato sono veramente giocatori che possono far svoltare drasticamente (perché questo può e deve essere l'obiettivo) una squadra che viene da un campionato come quello dell'Inter? L'Inter ha fatto tanti mercati, negli ultimi anni, spendendo cifre intorno ai 40-50 milioni, impiegate per comprare magari 4-5 giocatori diversi più o meno nella fascia di prezzo che dici tu. Il risultato è stato accumulare un sacco di giocatori tra il mediocre e il buono, che potrebbero magari anche rendere bene nel giusto contesto, senza nessuno che sia in grado di far fare il salto di qualità. L'idea di andare a puntare su pochi elementi di qualità superiore secondo me è perfettamente condivisibile, l'unica questione che resta aperta è capire se Kondogbia sia o meno quel tipo di giocatore. L'Inter ha un passivo pesantissimo, dovuto ad un assetto societario atroce orchestrato dalla mente di Moratti. Il problema è che la sistemazione della società passa anche e soprattutto attraverso il rilancio sportivo, e dopo anni di mercati oculati penso che ci si sia resi conto che senza investire prima pesantemente e puntare a conquistare l'accesso alla CL, o almeno alle coppe europee in modo continuo, non si ha neanche la possibilità di sistemare nel lungo periodo il lato del bilancio.
  3. 40 contando i bonus è la cifra più alta che abbia sentito, 40 + bonus non l'ho letto da nessuna parte (tra l'altro la cifra non è ancora confermata, mi pare, quale che sia). Non che faccia grande differenza, solo che mi ricordo ancora del prezzo sempre in crescita di Quaresma o di Alvarez in modo proporzionale ai flop che inanellavano in campo. Questa la riciclo facile. Comunque è vero che Galliani ha detto che avendo risparmiato 75 milioni, quei 75 milioni verranno spesi in un altro modo, che è un bel modo di farsi prendere per il collo quando ci si siede a trattare.
  4. La cosa sensazionale è che si potrebbe anche capire la sua difficoltà a rendere altrettanto bene sulle tre settimane se cedesse alla distanza e durasse metà corsa, ma di solito lui comincia a far schifo dal primo giorno.
  5. In modo da non fare le coppe neanche l'anno prossimo?
  6. Con Quintana sicuramente (anche perché il colombiano ha un'età alla quale giusto Merckx aveva un palmares in grado di competere con quello attuale di Contador, che del resto non era messo granché meglio all'età di Quintana). Moser invece è un corridore completamente diverso, che ovviamente non è neanche lontanamente comparabile a Contador sulle tre settimane e che senza percorsi compiacenti e modificati ad hoc - e magari anche senza l'elicottero Rai - non avrebbe mai vinto un GT, ma che si può tranquillamente sedere al tavolo dei grandissimi per quello che ha fatto su tutti gli altri terreni.
  7. Infatti - come peraltro ho ripetuto circa 1637 volte, ma lo ripeterò per la 1638a, visto che si tende a dimenticare con la facilità dei pesci rossi - a me il modo di impostare la stagione di Nibali non piace, esattamente come non mi piaceva quando lo facevano i fratelli Schleck. Posto che fra i due casi c'è la grande differenza che Nibali ha adottato questa condotta solamente negli ultimi due anni, e almeno per lo scorso anno credo che i programmi per la primavera fossero un po' diversi, mentre i fratelli si sono comportati quasi sempre così (Andy, perlomeno). Detto questo, tra scegliere un cammino di preparazione che non mi piace (e che penso non piaccia a nessuno) ed essere dei perdenti c'è una colossale differenza. In particolare, la differenza tra Nibali e i fratelli Schleck è che il primo gli obiettivi tende a centrarli con ben altra continuità, e che quando conta si distingue (normalmente) come un corridore tra i più combattivi. Viceversa, dall'altro lato abbiamo un corridore che con il doppio del talento ha raccolto la metà, e spesso perché non ha avuto il coraggio di correre con altro piglio. Sulla questione del giustificare Nibali in quanto italiano, poi, caschi proprio malissimo, visto che - come penso possano testimoniare quelli che bazzicano il forum da tanto tempo - tra i miei preferiti rientrano o sono rientrati tanto italiani quanto kazaki, spagnoli, slovacchi, belgi e quant'altro. @emmea: ho detto che esistono altri modi di essere dei vincenti, non che ogni singolo corridore del globo è un vincente; men che meno uno che con un talento smisurato ha vinto "solo" un Tour a tavolino e una Liegi.
  8. Considerando che si è trascorsa metà della settimana del Delfinato a discutere di come Nibali mancasse di rispetto alla corsa e facesse il male del ciclismo con la sua condotta, il riferimento mi sembra decisamente esplicito. Riferimento che - pur essendo ripetitivo e avendo sempre un retrogusto di frustrazione - ci può pure stare, a patto che poi non ci si prenda per i fondelli dicendo che si parlava d'altro o si parlava in generale. Per quanto riguarda la considerazione, io credo che esistano vari modi di essere vincenti. Lo si può essere perché non si concepisce l'idea di perdere e si vuole vincere anche a dadi (gente tipo Michael Schumacher), ma secondo me è un vincente anche uno che sale di livello quando sente l'aria del grande evento (tipo la Serena Williams di qualche anno fa, che tra 2009 e 2010, giocando male e un po' distrattamente quasi ovunque, vinse 5 tornei in tutto, di cui 4 Slam e un Masters di fine anno). Che Contador sia un vincente non c'è discussione, ma si può essere dei vincenti anche ragionando in maniera diversa e preparandosi diversamente ai grandi appuntamenti.
  9. La cosa curiosa è che dopo il Tour dello scorso anno erano tutti d'accordo (quelli di Aso) che bisognava fare in modo di non far più vincere la maglia verde a Sagan a suon di piazzamenti. Tutti avevamo pensato che l'idea fosse di privilegiare i Kittel e i Cavendish, cioè quelli che tendono ad accumulare tante vittorie, tramite sistemi di punteggio diversi, e invece hanno pensato di ovviare mettendo Sagan in condizione di vincere 47 tappe . Secondo me invece è proprio disegnato male, invece, e mi piace sempre meno man mano che passa il tempo e lo guardo meglio (all'epoca della presentazione forse fui meno duro con questo percorso che con altri che adesso trovo migliori). La cronosquadre alla 9a tappa (nota a margine: in gioventù feci di peggio e ne misi una a metà della seconda settimana o qualcosa di simile ), 13 km a cronometro individuali, le tappe alpine annacquate, o con chilometraggi ridicoli, o scegliendo regolarmente il percorso più agevole (penso a Pra Loup in particolare), forse per compensare il punto precedente. I piattoni con arrivo sullo strappo a me vanno anche bene se sono una variante sul tema delle tappe pianeggianti con arrivo in volata di gruppo, non mi stanno bene se ce ne sono 238 e se mi spacciano quelle tappe per frazioni intermedie. Ben vengano gli strappetti per movimentare le tappe pianeggianti, ma preferibilmente non sempre e comunque con l'arrivo in cima, o comunque piazzati in modo da addormentare tutto fino allo strappo stesso. Non sono per nulla d'accordo con la tua definizione di GT spettacolare. Se applichiamo rigorosamente quel criterio, cioè ne facciamo solamente un discorso di numero di tappe in cui cambiano i distacchi tra gli uomini di classifica, sono preferibili 18 volatine in salita a 17 tappe con sconvolgimenti completi della generale sui terreni più disparati. In termini meno estremi e più realistici, non baratterei mai un Mur de Bretagne in più con tappe di montagna disegnate in altro modo e con una cronometro di altro spessore, che finisce spesso per essere un eccezionale incentivo alla battaglia. Confesso che comunque non mi è molto chiara la parte in grassetto (e supporto la crociata di ian per il ripristino della virgola, dei due punti e del punto e virgola da affiancare al punto fermo ).
  10. Questo è vero, però è altrettanto vero che le città che si candidano ad ospitare il Tour non sono 21 all'anno. La scelta è abbastanza ampia. Tappe come quella di Le Havre comunque non possono essere arricchite granché, però un paio di denti in più per non ridurre tutto ad una volata in salita si potevano pure trovare.
  11. In realtà Curry è solo nato ad Akron, poi suo padre lasciò i Cavs per Charlotte, quando lui aveva pochi mesi. Diciamo che la magia deve stare nel reparto maternità dell'ospedale.
  12. Il Bayard è duro salendo da Gap, fatto al contrario meno. Posto che di finali più interessanti o almeno meno inflazionati del Col de Manse ce ne sono comunque.
  13. Un problema minore, legato alla metà campo offensiva, è che per quella che è stata negli ultimi anni l'evoluzione del gioco, la atipicità di Bargnani, viene molto ridimensionata se viene schierato da quattro. Bargnani è un lungo che ha il raggio di tiro e alcuni movimenti fronte a canestro di una guardia. Se gioca da centro, quasi non esiste uno che lo possa marcare ovunque. Come ala grande sono molti di più, anche perché ormai l'ala grande tiratrice da fuori non è più l'anomalia di un tempo Il grosso problema, legato invece all'aspetto difensivo, èche schierandolo da ala grande rischi di accoppiarlo con gente ancora più atletica e che quindi lo massacra peggio di un centro, pur rendendogli qualche centimetro.
  14. Da Ovaro sarebbero intervenuti per metterlo al km 182.5, perlomeno supponendo di percorrere la stessa strada del 2011 per raggiungere Luz Ardiden.
  15. Mentre la parte precedente di tappa mi ricorda che Prudhomme sarebbe meglio impiegato nel tracciare i percorsi urbani degli autobus.
  16. Alcune considerazioni a vanvera sulle altimetrie: 1) Oltre ad avere il coraggio di presentare una tappa come quella di Cauterets (che ovviamente, dopo questo post, diventa la candidata numero uno a tappa più spettacolare del Tour), cannano pure a segnare i km dell'arrivo sull'altimetria. 2) Chissà quali mutamenti orografici hanno trasformato il Glandon dal lato facile in un HC da due anni a questa parte, quando ancora ai tempi di LeBlanc era considerato un 1a categoria. 3) Il dettaglio dell'altimetria di Allos e Pra Loup è ovviamente uguale a quello del Delfinato, ma in quel caso le pendenze erano molto più precise. 4) È l'altimetria che fa sembrare la salita di La Primaube nella tappa di Rodez molto più dura di quella che è, o è Christian che ha voluto fare il simpaticone, dopo aver messo un GPM a Dieppe e uno a Bagneres de Bigorre?
  17. Che LeBron sia stato il miglior giocatore della serie è chiarissimo. Però, visto che - piaccia o non piaccia (a me non piace) - è costume dare il premio ad un giocatore della squadra vincente (è successo tutte le volte meno una, con Jerry West), ha perfettamente senso darlo ad Iguodala anziché a Curry. Anche perché c'è una sottile differenza tra "miglior giocatore" e "Most Valuable Player", e Iguodala, pur senza dimostrarsi mai "migliore" di Curry né tanto meno di LBJ, è stato forse la chiave di volta del successo di GS. Con lui in quintetto, Golden State ha vinto 3 partite su 3, senza di lui 1 su 3. Le cifre di LeBron variano come ho scritto nel post sopra. E' chiaro che non è tutto lì (ad esempio, penso che già il diverso assetto del quintetto sia stato decisivo, al di là del fatto che a Bogut subentrasse Iguodala in particolare anziché un altro), ma che lui abbia dato un contributo essenziale (non ultimo con due ventelli) è evidente, e basta per il premio. Alla fine Cleveland era quella anche prima che entrasse Iguodala, eppure difendere su di loro non sembrava tanto semplice senza di lui. Con un Iguodala in campo, "concentrarsi su un solo giocatore" non voleva dire dovergli mandare un esercito di uomini addosso (che con un passatore come LBJ è un suicidio, e infatti non è che lo abbiano mai triplicato regolarmente) o accettare di farsi battere regolarmente da lui. Poi, certo, nel successo di GS una delle chiavi, a livello difensivo, è stata la scelta di Kerr - portata all'estremo nelle ultime tre partite - di farsi battere da LeBron o al massimo da Mozgov e Thompson, ma non da JR Smith o Shumpert. E' stato fondamentale non far mai entrare davvero nella serie gli esterni di Cleveland, a costo di far fare doppie doppie a raffica a gente come Mozgov e Thompson. Ovviamente in questo è stato aiutato dalla pessima vena di Shumpert e JR, quest'ultimo in particolare capace di mettersi in ritmo da solo e segnare canestri lebroniani, come hanno imparato altri nei PO di quest'anno e non solo. Poi, per quanto riguarda la questione Bargnani, i gusti son gusti, padrone di farti piacere chi vuoi; parli con uno il cui giocatore preferito è (stato) Steve Nash, che in difesa è sempre stato più o meno l'equivalente cestistico di un Telepass. Però diciamo che è plausibile che una squadra rimedi alle lacune difensive di un piccolo (certi giocatori vengono praticamente "nascosti" in alcune difese), mascherare le lacune del tuo centro è un tantino più difficile. Tanto più che Bargnani, all'intensità difensiva di Madre Teresa abbinava anche un senso della posizione ranocchiano e un rapporto non idilliaco con il tagliafuori, col risultato di cumulare per qualcosa come 5 rimbalzi in 40 minuti. Un centro che si fa mangiare in testa da chiunque sotto i tabelloni e non sa difendere io non me lo prendo neanche se ha le mani di Bargnani. "Vergogna" addirittura? Neanche avessero premiato Speights. Iguodala cambiava faccia a GS ogni volta che entrava in campo e ha fatto pendere l'ago della bilancia della serie dalla parte dei Warriors dopo 3 partite in cui l'inerzia della serie sembrava tutta per Cleveland. Potevano pure premiare Curry e io avrei premiato LeBron, ma "vergogna" proprio no.
  18. Iguodala oggettivamente scarso? Se per scarso si intende "non è James o Curry" ok, ma per scarso io intendo un'altra roba. Ad esempio, buona parte di quegli scappati di casa che giocavano dall'altra parte. Si gioca su due lati del campo, e basterebbe quello che Iguodala ha fatto nella metà campo difensiva per rendere blasfema l'etichetta di "scarso". Offensivamente comunque è stato giocatore da quasi 20 di media negli anni d'oro. Comunque sia, l'MVP delle finali lo si assegna in base alle finali, per l'appunto, e c'è un numero che - senza dire tutto - rende comunque almeno giustificabile la scelta: con Iguodala in campo, LeBron ha tirato con il 38% e il +\- dei Cavs era -55. Con Iguodala in panchina, la percentuale diventa del 44%, e il +\- per Cleveland di +30.
  19. pConsiderando che è il loro uomo di punta, è normale che l'obiettivo principale sia il Tour (o intendevi Giro e Vuelta oltre al Tour? Nel caso, quello mi parrebbe un po' eccessivo). Io penso che un corridore che punta esclusivamente ai GT dovrebbe farne due all'anno; se si ritiene che fare il Giro possa compromettere il suo avvicinamento al TdF, allora vada alla Vuelta. In generale, sono d'accordo con te sul fatto che la Astana sottoutilizzi un po' il suo uomo migliore, anche se il loro ritorno sull'investimento Nibali dipende probabilmente più dal Tour de France che da tutto il resto. Va anche detto che se lo possono in un certo senso permettere perché hanno in squadra Aru (e per il momento Landa, anche se credo che nemmeno loro se lo aspettassero forte come si è dimostrato al Giro), che facendo il Giro è anche quello nella posizione migliore per preparare la Vuelta. Tinkoff e Sky non avrebbero un corridore ugualmente competitivo (Kreuziger e Porte sarebbero i migliori candidati, ma le loro esperienze da leader nei GT non sono state esattamente entusiasmanti). È pur vero che rimangono comunque scoperti in tante altre corse minori di prestigio, cioè tutte quelle teoricamente "di competenza" di Nibali. Premesso che il prestigio di una corsa non è una cifra e quindi il peso che si dà alle gare è un po' soggettivo, io trovo la Tirreno nettamente più prestigiosa un po' per motivi storici, un po' perché il Delfinato è di fatto solo ed esclusivamente una corsa di preparazione, laddove la Tirreno brilla di luce propria, non di quella riflessa di un'altra gara (il Tour, nel caso del Delfinato). Tutto l'interesse del Delfinato risiede nel fatto che di solito si vedono al via i pretendenti al Tour e si vede un antipasto di quello che aspetta al TdF. Il Delfinato in se stesso conta fino ad un certo punto. Tant'è vero che lo scorso anno a nessuno fregò granché della vittoria di Talansky, e tutti dicemmo che chi usciva meglio dal Delfinato era Contador, che aveva convinto più di Froome. Discorso ben diverso da quello che si fece dopo la Tirreno del 2013, dove nessuno dichiarò Froome vincitore morale perché si era dimostrato il più forte in montagna. Alla Tirreno mi interessa vedere chi vince, al Delfinato più che altro vedere come stanno quelli che puntano al Tour. Ovviamente il discorso sarebbe stato ugualmente valido per una Parigi-Nizza, ad esempio. Io so solo che odio i punti UCI come poche altre cose al mondo.
  20. Indubbiamente è un grosso rischio, come sempre lo è nello sport puntare tutto su un singolo evento, in cui basta un raffreddore per trovarsi con niente in mano. Però qui si ritorna al punto del post di ian che riprendevo sopra: per quanto sia pericoloso incentrare tutta la stagione su una sola corsa, peraltro difficilissima e piena di incognite come il Tour de France, bucare il Delfinato è l'ultimo dei problemi. Se Nibali chiude la stagione con nulla o con un Delfinato e una sfilza di decimi e ventesimi posti, il bilancio resta bene o male quello. Diverso sarebbe il discorso se avesse in mano una bella classica o una Tirreno, per esempio, magari contornato da qualche piazzamento di rilievo. Il rischio è altissimo, e siccome le probabilità di vincere il Tour non sono enormi, a mio avviso, è concreto il rischio di finire la stagione a mani vuote, salvo inversioni di rotta estive (comunque possibili, visto che lo scorso anno, nell'autunno scadente di Nibali, pesarono probabilmente anche i bagordi post-TdF). Per quanto riguarda la seconda parte del post, penso che la linea Tour-centrica sia dettata dalla Astana, ma anche che non fosse in programma di andare così piano in primavera. Credo anch'io che pure loro sperassero in qualcosa di meglio ad aprile, tra Ardenne e Romandia. E lo stesso discorso vale per l'anno scorso, quando Nibali si disse più volte preoccupato della condizione che tardava ad arrivare. Penso si riferisse ai post secondo i quali un corridore di vertice non offriva un bello spettacolo e non faceva il bene del ciclismo andando a gareggiare senza onorare la corsa a cui prende parte. Il che, se vale per uno che va piano, dovrebbe valere a maggior ragione per uno che si ritira a metà.
  21. Padrone di farti piacere o dispiacere qualsiasi cosa, ovviamente, ma in generale è perfettamente normale che un corridore partecipi ad una corsa andando a spasso. Può far parte della preparazione, e una corsa - anche fatta piano - può dare indicazioni diverse da un allenamento. Il problema, secondo me, è che Nibali non ha preparato seriamente nient'altro, e in questa stagione dubito si possa parlare di incidente di percorso come lo scorso anno. E' un po' triste vedere un corridore come lui impostare la stagione in maniera così Tour-centrica, anche se poi nel 2014 ha vinto il Tour e si può dire che la scelta abbia pagato. Io non mi sono mai lamentato che Merdy andasse a spasso al Tour de Suisse finché lottava per vincere la Liegi, ha cominciato ad essere snervante quando ha iniziato a disputare anche le classiche delle Ardenne come un cicloturista.
  22. Io sinceramente, per quanto frequenti la chat in maniera un po' saltuaria, non è che abbia mai notato chissà quale fanatismo nel tifo per Nibali. Ammettendo pure che sia così, il fatto che chiamino in causa te e non altri forse significa che da parte tua individuano una certa acredine nei confronti di Nibali. Cosa più importante (visto che pure nell'avere in antipatia Nibali, nel caso, non ci sarebbe niente di male): anche ammesso che questi cinque cospiratori siano completamente obnubilati dal loro amore morboso per Nibali, questo non obbliga gli altri a controbilanciare trovando da dire al siciliano con qualsiasi scusa (è arrogante, non è umile, non onora le corse, non fa bene alla credibilità del ciclismo e via discorrendo). Tornando alla questione Delfinato, mi trovo molto d'accordo con il post di ian di qualche giorno fa (chiedo scusa se non mi prendo la briga di cercarlo e quotarlo): il problema non è che sia brutto vedere così Nibali al Delfinato, ma che lui ha affrontato più o meno nello stesso modo tutte le corse dell'ultimo anno e mezzo, ad eccezione del Tour 2014. Froome e Contador nelle due scorse edizioni si erano scannati cercando evidentemente determinati riscontri, che sono quelli che sta cercando ancora Froome in questi giorni e che tanti altri hanno cercato in passato nella stessa corsa. Ci sta benissimo che qualcuno di quei test non abbia bisogno o che non li cerchi. Il problema non è che Nibali vada a spasso al Giro del Delfinato, ma che si sia staccato sul Poggio alla Sanremo, che sulle Ardenne fosse un comprimario, che alla Tirreno si staccasse anche da mia nonna, etc. Il problema non è staccarsi da 40 corridori a un mese dal Tour, dove è anche accettabile che uno vada al risparmio (specie se poi, quando invece si testa a fondo, dimostra un valore ben diverso, come ha fatto Nibali due giorni fa), è staccarsi da 40 corridori (o 10 o 20 o 30, a seconda dei casi) in tutto il resto dell'anno, cogliendo qualcosa come un piazzamento nei 10 in 30 giorni di corsa, cronosquadre a parte.
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