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-Gigilasegaperenne-

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  1. Prendere il tempo a 3 km dall'arrivo però rischierebbe di produrre paradossi per cui un corridore è staccato ai -3, rientra, vince e in classifica generale finisce per perdere secondi. E' chiaro che sono situazioni limite, ma pensa a quanto sarebbe grottesco vedere un corridore in maglia gialla che vince la tappa e perde il primato. Senza contare che l'idea potrebbe anche funzionare per finali completamente pianeggianti, ma non funzionerebbe già più in caso di uno strappo tra i -3 e i -2, ad esempio. Se uno riuscisse a far la differenza su quella asperità, si meriterebbe pienamente di guadagnare secondi in classifica, esattamente come quello che invece si incarta e prende 20'' merita di perderli tutti. Concordo con voi sull'inutilità di spostare il limite della neutralizzazione più indietro. I -10, poi, mi sembrano uno sproposito. Io la penso come ian: è sacrosanto fare tutto il possibile per tentare di ridurre il numero delle cadute, ma mi piace ben poco l'idea in sé di neutralizzazione. La corsa per me è corsa dall'inizio alla fine, in pianura, in discesa e in salita. Le cadute esisteranno sempre nel ciclismo, a meno di non trovare una formula per eliminare l'errore umano e la cattiva sorte. A nessuno fa piacere che un Giro possa essere deciso dalle cadute (posto che ricordo ben poche occasioni in cui un corridore ha perso o rischiato di perdere un GT per via di una caduta in un finale in volata), ma è un rischio che fa parte del gioco tanto quanto il motore che va in fumo all'ultimo giro minaccia di sconvolgere il risultato di un GP di Formula 1.
  2. Onestamente, credo che la storia ciclistica di Parigi c'entri ben poco con il prestigio dell'ultima tappa del Tour (avrei già dei dubbi se fosse l'arrivo di qualche classica, figuriamoci essendo la partenza; peraltro sono ormai anni che tutte e tre le corse partono altrove). Un elemento che mi pare non sia stato citato nelle ultime pagine, a tal proposito, è il diverso rapporto che parigini e milanesi hanno con le due corse. Se a Parigi il Tour è amato e a Milano il Giro è sopportato, riesce difficile pensare di creare intorno alla corsa lo stesso tipo di atmosfera che si respira sui Campi Elisi. Giusto per fare il puntiglioso, il ruolo di Milano nella storia del Lombardia è soprattutto quello di partenza e arrivo per il primo mezzo secolo abbondante della corsa, molto più che quello di partenza di molte edizioni con arrivo a Como.
  3. Non l'avrà nemmeno stabilendosi definitivamente a Milano.
  4. Eh ma allora ti devi indignare anche quando vedi un corridore di un'altra squadra che aiuta uno per vincere la corsa, tipo Tiralongo con Contador o Devenyns con Schleck.
  5. Il problema è che alla Sky rischia di venir meno il capitano.
  6. Va beh ma Contador risponde agli scatti di Aru, per cui alla fine su quegli attacchi fanno la stessa fatica. Semmai, aveva ragione ian nel sottolineare gli sforzi gratuiti fatti in volate tipo quella di Sestri Levante.
  7. Fare valutazioni del genere sulla base della tappa di ieri è difficile, visto che Landa ha avuto via libera e non è mai stato inseguito a fondo. All'Abetone, al contrario, mi sembra sia stato abbastanza palese che il basco ne avesse meno dei primi tre, che mentre erano alla sua ruota avevano il tempo di studiarsi e scambiarsi le posizioni per preparare la volata. Il tutto mentre Landa andava pericolosamente vicino ad un coccolone nell'ultimo chilometro e mezzo.
  8. Sì, ma non puoi paragonare la pressione della maglia rosa con quella della maglia bianca. Poi sono d'accordo che per un corridore - specie se italiano - mettere la prima maglia rosa sia di per sé un obiettivo, ma ragionando nell'ottica del successo finale è forse meglio lasciare l'onere di gestire la maglia alla Tinkoff. Posto che io non credo proprio che Aru l'abbia deliberatamente lasciata. Anzi, sono convinto che oggi sarebbe stato ben lieto di prenderla anche per 1''. Dico soltanto che dal punto di vista di Martinelli (per quello ho detto "se fossi al posto di Martinelli" e non "di Aru"), a cui della prima maglia rosa in carriera del suo corridore può fregar poco, è forse meglio non dover gestire la maglia rosa. Il problema è che Aru ha fatto un'accelerazione secca e poi per molti chilometri si è messo al traino. Poi ci ha riprovato quando ormai la salita era più pedalabile, e comunque sempre senza dare continuità all'azione. Io credo che pure in punto di morte Contador riuscirà a seguire un'accelerazione secca (salvo magari quelle di Froome in formato alieno), attaccare a fondo è un'altra cosa; e secondo me, nella remota eventualità che Contador avesse veramente seri problemi (eventualità che mi pare possiamo escludere definitivamente), oggi era una giornata nella quale sarebbe valsa la pena di provare ad attaccare a fondo. Che ovviamente, su un tracciato simile, non vuol dire attaccare da lontano, ma soltanto dare continuità all'azione dopo aver allungato la prima volta. Ripeto: il discorso cade se la Astana, per qualsiasi motivo, aveva fiutato che Contador in realtà non era così prossimo a passare a miglior vita come da alcune parti veniva suggerito. O se è poco convinta delle possibilità di Aru di vincere il Giro d'Italia, cosa che però è poco coerente con il piglio spavaldo con cui hanno corso i kazaki sin dalla tappa di La Spezia.
  9. Secondo me le perplessità (che ho anch'io) nascono dal fatto che oggi non era giornata qualsiasi, ma quella in cui si sarebbe dovuta provare la febbre ad un Contador in condizioni incerte. Va detto che le indicazioni arrivate dallo spagnolo sono stra-confortanti; stava sicuramente meglio prima di cadere, ma mi sembra che non abbia problemi particolari, e non è costretto nemmeno a pedalare in maniera innaturale. O in Astana avevano fiutato che in realtà l'avversario non era così moribondo come alcuni ipotizzavano (possibile), oppure è strano che abbiano preparato una tappa come quella di oggi puntando in primo luogo alla vittoria di tappa (che anche Aru ha citato come obiettivo primario). Per quanto riguarda l'avere più uomini in classifica, la loro utilità dipende dai progetti che hanno in mente Martinelli e soci. Perché tornino utili per mettere in difficoltà la Tinkoff, bisogna avere il coraggio di attaccare a fondo e da lontano con le seconde punte. Se lo faranno, avrà avuto un senso "sprecare" un arrivo in salita (con l'avversario in condizioni forse non ottimali) per far prendere secondi a Landa. Io purtroppo sono arrivato al punto di non aspettarmi mai condotte di gara mirabolanti, perciò conservo un po' di dubbi. Quello mi sembra l'ultimo dei problemi. Anzi, al posto di Martinelli, sarei ben lieto di lasciarla a qualcun altro.
  10. Che c'entra Van den Broeck con Spilak? Se il tratto caratteristico per cui Spilak viene preso in giro è che su sette giorni può battere chiunque e dalla mezzanotte e un minuto dell'ottavo giorno si trasforma in una mezza sega, VdB non c'entra niente, visto che ha fatto un 5° (diventato 3° in tribunale) e un 4° al TdF.
  11. Questo ha più a che vedere con la tendenza dei commentatori allo spreco di superlativi che con la predilezione di Pancani e Martinello per Aru, a mio parere; anche se non c'è dubbio che con i corridori italiani tendano a calcare la mano, analogamente a quanto fanno un po' tutti i telecronisti di un po' tutti i paesi un po' in tutti gli sport. Pure per Formolo mi sembra si siano sperticati anche al di là dei meriti della sua pur notevolissima azione, andando subito ad ipotizzare per lui un attacco al podio già da quest'anno. In generale, sono d'accordo con ian sull'atteggiamento nei confronti dei telecronisti, e in particolare dei telecronisti Rai: siccome si sono fatti la fama di incompetenti e faziosi (in generale e nel caso specifico del ciclismo), ora si tende a vedere incompetenza e faziosità ovunque. Emblematico penso sia il caso della De Stefano presa a parole in chat per il lapsus di "maglia gialla" anziché "maglia rosa" (e sapete quanta poca simpatia io abbia per l'aspirante signora Schleck). Più che ansia da prestazione, quello di Aru credo che sia un eccesso di zelo. Alla fin fine la volata per gli abbuoni ci sta, sono i dodicesimi posti di Genova e Sestri Levante ad essere piuttosto strani. Non penso che in quei casi Aru si aspettasse di poter arrivare nei primi tre; secondo me ha solo cercato di rimanere davanti al di là del necessario. Sta di fatto che, al di là delle sottigliezze, il risultato è indubbiamente un dispendio di energia gratuito.
  12. Non so se questo post sia stato scritto subito dopo lo scatto di Contador o dopo l'arrivo, però addirittura "malissimo" mi sembra molto, molto, molto eccessivo. Sullo scatto di Contador ha sicuramente faticato per chiudere, ma per il resto mi è sembrato più o meno al livello degli altri due. Ma scusa, quand'è che Martinello e Pancani hanno parlato di "capolavoro"? Mi sembra che siano stati come sempre un po' troppo enfatici nel commentare la sua corsa, ma non mi pare abbiano gridato al miracolo. Hanno fatto né più né meno della classica telecronaca che guarda con particolare favore agli atleti italiani che è propria di un po' tutti i commentatori italiani un po' in tutti gli sport. Non c'è dubbio che lo scatto di Contador sia stato ben più incisivo di quello di Aru, però occorre anche considerare le caratteristiche diverse dei due (o meglio, le caratteristiche diverse di Contador rispetto a qualsiasi avversario: una sparata così la possono fare solo lui e Froome), e soprattutto il fatto che lo scatto di Aru era il terzo, dopo quello terribile di Contador e quello molto timido (ben più di quello di Aru) di Richie Porte. Se avesse avuto la forza di fare un allungo comparabile a quello di Contador, dopo aver risposto ai primi due, staremmo parlando di un mostro, quale Aru in questo momento non è di certo. Trovo forzato anche dire che Landa lo ha trainato fino al traguardo, visto che mi è parso sempre palese che i tre si adattavano al passo del basco potendo potenzialmente aumentare di una marcia o due. Tant'è vero che Landa stava per avere un coccolone nell'ultimo chilometro e mezzo, mentre i tre erano praticamente in surplace e si studiavano (c'è stato un momento in cui si sono aperti a ventaglio per guardarsi in faccia, e Aru si è fatto sfilare apposta per poter prendere lo sprint da ultimo, il tutto mentre Landa dava l'impressione di poter defungere da un momento all'altro), trovando alla fine la forza di fare una volata lunghissima. Rispondo a questi quattro perché sugli altri sono d'accordo: 1) Kreuziger un po' al di sotto delle aspettative. Orribile è un'altra cosa (è la prestazione di Uran, per intenderci), specie se pensiamo che il ceco ieri si è sciroppato 100 e passa chilometri di fuga. 2) Come e più di Kreuziger, oggi Formolo va giudicato con molta cautela, visto lo sforzo di ieri. Anche se in assoluto ho anch'io la sensazione che in questo momento sia più uomo da media montagna che da grandi salite. 3) Porte secondo me ha fatto più o meno quello che poteva fare. Si è dovuto tirare il collo per chiudere su Contador, e giustamente si è accontentato di non perdere da uno che probabilmente ha qualcosa in più di lui. 4) Diciamo che i tre big hanno provato quello che aveva senso provare su percorsi come quelli di ieri e di oggi. Era impensabile che si attaccasse da lontano in questi primi giorni, e tutto sommato credo si sia visto più movimento di quanto previsto. Sono perfettamente d'accordo sulla critica a Cipollini. Trovo invece fuori luogo l'insinuazione su Landa, visto che era chiaramente la quarta forza in campo, ben al di sotto dei primi tre; il che, considerando la pochezza di chi inseguiva, non mi sembra motivo sufficiente per pensar male, specie in presenza di un corridore ancora giovane e con limiti da esplorare.
  13. A me Rogers invece sembrava che avesse proprio la pedalata di uno che non ne ha più. E al di là di quello (anche perché giudicare la pedalata dei corridori è una cosa difficilissima, salvo per qualche eccezione, tra cui non rientra Rogers), staccarsi apposta sarebbe stato demenziale in quella circostanza. Contador sarebbe rimasto isolato in un punto molto critico, in cui avrebbe pagato carissimo qualsiasi eventuale inconveniente (caduta, foratura o altro). Si era prima che Kreuziger venisse raggiunto, perciò, in caso di un guasto di qualche tipo, Contador avrebbe dovuto attendere il rientro di Rogers e perdere secondi fondamentali. Detto ciò, condivido l'appello alla prudenza. In primis perché comunque Contador era isolato per via della presenza di Kreuziger davanti, altrimenti un luogotenente lo avrebbe avuto comunque. Soprattutto, i valori faranno in tempo a cambiare molte volte di qui a Milano. O almeno lo immagino, perché oggi la Astana, si è presentata ai piedi dell'ultima salita con 6 uomini in un gruppo di 20, una roba degna del Team Sky dei tempi d'oro. Non molto incoraggiante, a tal proposito, pure la prova degli uomini di Porte, ed in particolare di Nieve. Sottoscrivo naturalmente ogni ingiuria sulle strategie della Tinkoff, che a questo punto tanto vale vada a cercare di prendere la maglia già domani, se conta di stare comunque in testa tutto il giorno.
  14. Le tappe di montagna sono 7. Poi possiamo discutere sulla difficoltà, ma numericamente non si può dire che siano "non molte". E in generale, malgrado io non sia convinto al 100% di alcune scelte di tracciatura, se Contador arriverà fresco al Tour sarà per merito di una preparazione impeccabile, non certo per via di un Giro clamorosamente soft.
  15. La via più breve tra la Redoute e Liegi misura circa 25 km ed è praticamente priva di asperità. Non che sia necessariamente una soluzione valida o auspicabile, ma in teoria la si può anche scalare per ultima.
  16. Ottimo il pezzo di Grassi, che leggo sempre con grandissimo piacere. Per quanto riguarda il Campionissimo, anche ammesso che valga un piazzamento nei 10 al Giro, non so francamente quanto possa aggiungere alla sua carriera. Visto che la vittoria è fuori discussione, avendo già un 4°, un 5° e un 6°, non penso che aggiungere alla lista un altro piazzamento analogo o leggermente peggiore possa spostare molto. Considerando che poi non vince una corsa dall'età del jazz, al suo posto punterei indubbiamente ai successi parziali.
  17. Io sinceramente sul tenere i due corridori per Ans ho molti dubbi. Come dicevo prima, secondo me al massimo avrebbero potuto far perdere Valverde. Ipotesi: Moreno parte, Valverde lo va a prendere subito, Rodriguez riparte in contropiede. Valverde credo non avrebbe esitato un istante ad inseguire anche lui. I casi a quel punto sono due: o Valverde è talmente forte che vince ancora in volata, oppure è cotto e la volata la vince un altro, che però ben difficilmente può essere Purito o Moreno. E' chiaro che lo schema è molto semplicistico e che la realtà sarebbe stata molto più complessa, ma in generale faccio fatica ad immaginare uno scenario in cui a vincere potesse essere uno tra Purito e Moreno. Detto ciò, hai perfettamente ragione sul fatto che la Katusha non se l'è giocata in volata, mi sono probabilmente espresso male io. Penso che il piano fosse - per l'appunto - quello di lanciare Moreno e poi Rodriguez subito dopo la replica di Valverde, la cui genialità è stata proprio nel posporre il recupero sul primo finché non ha avuto più il tempo materiale per anticiparlo. Concordo sulla generale mancanza di benzina, sul Saint-Nicolas mi sono sembrati un po' tutti alla frutta malgrado quasi nessuno si fosse mosso in prima persona. Sulla questione percorsi sono perfettamente d'accordo. Tra l'altro le opzioni per la Liegi sarebbero moltissime (in questo senso emmea ha fatto un notevole lavoro di scouting per un ben noto sito ). A questo proposito, attendo il percorso del Lombardia con un misto di curiosità e preoccupazione.
  18. Quoto entrambi i messaggi per comodità, per non dover scrivere una cosa in risposta a uno e l'altra in risposta all'altro. Per quanto riguarda la questione spettacolo, penso che tutti siamo ormai stati scottati così tante volte che non ci aspettiamo più fuoco e fiamme nelle ultime due ore di corsa. Il fatto che bene o male il canovaccio sia stato quello che si poteva ipotizzare, però, non esclude che lo spettacolo sia stato comunque piuttosto scadente. Ok la fiammata a 80 km dall'arrivo, ma poi è stata la solita corsa sonnolenta, in cui nemmeno per un momento si è avuta la sensazione che uno dei (pochi) scatti prodotti potesse effettivamente essere decisivo. Il fatto che ormai ci si attenda questo tipo di corsa, semmai, aggrava la situazione (posto che, a differenza di altri, io non ho trovato così orride le classiche del pavé). Sulla Katusha io sono un po' più critico. Caruso se lo sono giocato sulla Roche-aux-Faucons e va bene, ma non capisco il senso di tenersi i due uomini di punta per l'ultimo chilometro (Moreno in effetti era entrato nel gruppetto alle spalle di Fuglsang-Kreuziger-Caruso, restando comunque sempre a ruota). D'accordo che Valverde è stato impeccabile e quasi geniale nella scelta di rimandare l'inseguimento a Moreno, ma anche se si fosse prestato al gioco della Katusha e lo avesse raggiunto subito, cosa avrebbero potuto ottenere, realisticamente? Di certo Valverde non avrebbe lasciato andare Purito in caso di attacco in contropiede. Magari avrebbe vinto Alaphilippe, Rui Costa o chi per lui per sfinimento di Valverde, ma ben difficilmente avrebbe vinto Rodriguez. In generale, io trovo assurdo presentarsi con 3 carte da giocarsi e tenerne due per gli ultimi 1200 metri. Specialmente perché è sì vero che non è colpa di nessuno se Rodriguez non ha la gamba dei giorni migliori, ma è vero anche che la cosa non è una sorpresa per nessuno. La condizione attuale di Purito l'avevamo valutata un po' tutti correttamente già prima della Liegi (anzi, forse io mi aspettavo che andasse anche un pochino più piano), e di certo ancor meglio la potevano valutare in Katusha. Che Rodriguez perdesse da Valverde in volata era quasi una certezza matematica. Ragion per cui, forse, sarebbe valsa la pena di provare qualcosa di diverso prima, anche se con l'ovvio pericolo di non raccogliere neppure un piazzamento. Katusha e Astana a parte, poi, credo che potessero osare di più squadre tipo la Ag2r (come dicevi del resto tu) e la Sky (che magari non aveva una corazzata, ma aveva comunque due corridori come Henao e Nordhaug che sono arrivati 7° e 12° e hanno messo assieme uno scatto in due). Detto tutto ciò, poi, è chiaro che Valverde ha vinto perché era più forte degli altri e non perché in gruppo sono tutti fessi. Avrebbe potuto perdere solo se la corsa avesse preso una piega strana e avesse cessato di diventare solamente una questione di gambe, voce alla quale era nettamente superiore alla concorrenza.
  19. Vi chiedo di avere un pochino di pazienza perché in questi giorni sono un po' impegnato. Sto guardando i percorsi, appena finisco vado con le recensioni e decidiamo.
  20. Sono perfettamente d'accordo. Sulla Pompeiana io per ora mantengo qualche riserva, anche se non costerebbe nulla provarla una volta, giusto per vedere l'effetto che fa. Le Manie secondo me sono assolutamente necessarie, invece. Allo stato attuale, la Sanremo ha un canovaccio pressoché fisso. Non è aperta a tutte le categorie di corridori, ma solo a tutte le categorie di velocisti. Se viene una Sanremo "selettiva" la vince un velocista più resistente alle salite, se viene una Sanremo fiacca la vince un velocista puro. Concordo con smec sul fatto che anche altre classiche negli ultimi anni hanno conosciuto un generale calo dello spettacolo; il problema è che in quei casi si può veramente imputare la cosa quasi esclusivamente ai corridori. Magari ci sono imperfezioni nel disegno (e ce ne sono, Roubaix a parte), ma non c'è dubbio che i tracciati permettano quantomeno delle interpretazioni molto più aggressive. Se poi il gruppo si comporta come un gregge, non ce la si può prendere con gli organizzatori, tant'è vero che non auspico l'introduzione di nuovi muri al Fiandre o di un'altra infornata di cotes alla Liegi. Alla Sanremo, invece, mi pare evidente che il problema è di segno opposto: non importa quanto si corra all'attacco, il finale è praticamente sempre lo stesso. E non solo il finale, in realtà: dalla Cipressa in poi, è praticamente lo stesso film tutti gli anni. Detto ciò, non è che io sia in assoluto contrario all'idea di una classica per velocisti. Solo, la Sanremo è nata con ben altro spirito. Se poi la si vuole trasformare in una corsa per sprinter, lo si può anche fare, ma allora la si smetta di parlare di corsa imprevedibile, di corsa aperta a tutti e via discorrendo. Oggi, la Sanremo è una corsa per una ben precisa tipologia di corridori, né più né meno di qualsiasi altra classica.
  21. L'unica cosa certa è che non sarà la più grande notizia nella storia del ciclismo.
  22. Ormai penso di conoscere a memoria la telecronaca dallo scatto di Pantani al traguardo
  23. Io credo che il progetto sia in linea di massima sensato, considerando anche che non si vede all'orizzonte qualcuno che possa occupare degnamente la quarta frazione della staffetta in tempi brevi. D'altro canto, non vedo come Pellegrino possa essere pronto tra un mese, considerando che parliamo di uno sprinter purissimo, che addirittura fatica spesso a smaltire i turni. Anche ammesso che regga per 10 km, dubito fortemente che arriverebbe con la freschezza necessaria a far valere il suo spunto. Tu fai giustamente riferimento a Zorzi, che però era atleta di ben altro spessore sulle lunghe distanze rispetto al Pellegrino attuale. Nello sci di fondo degli ultimi anni, con distanze sempre più brevi e il periodo nero del florilegio di partenze di massa (fortunatamente diradatesi quest'anno), sono convinto che Zorzi avrebbe potuto togliersi belle soddisfazioni anche in gare su distanza. A Salt Lake City 2002, arrivò 10° nella 30 km TL più dura di sempre, nonostante lo schema di gara a lui sfavorevolissimo impostato da Mühlegg. Ricordo che una volta Zorzi disse che quella gara rappresentava uno dei più grandi rimpianti della sua carriera, perché senza un uomo bionico ad imporre un ritmo folle dal primo metro, lasciando spazio alla gara di gruppo che i più si attendevano, lui era convinto di poterla anche vincere.
  24. Ma guarda, il discorso che facevo per Wierer secondo me si può applicare in generale alla squadra italiana. Le ragazze italiane si ritrovano per la prima volta ad occupare stabilmente certe zone di classifica (in parte per crescita loro, in parte per complessivo abbassamento del livello del biathlon femminile, tra ritiri, gravidanze, sparizioni misteriose), io credo siano ancora in quella fase in cui esplorano i loro limiti e sono semplicemente cariche per il fatto di trovarsi ad occupare regolarmente posizioni che prima potevano solamente sognare (Oberhofer più di Wierer, in questo senso). Se poi cominceranno ad avere 5-6 secondi posti a testa all'attivo senza vittorie, allora può darsi che entri in gioco un fattore psicologico, però non dimentichiamoci che due format di gara individuali su quattro, tra cui quello in cui si disputano più gare, sono a cronometro, perciò l'atleta spesso arriva al poligono (dove il fattore mentale può entrare in gioco maggiormente) senza sapere esattamente cosa si stia giocando. Non dico che non possano presentarsi situazioni come quella che prospetti tu (per esempio, io sono convinto che i tanti errori sull'ultimo bersaglio, con cui si è fumato due-tre medaglie/vittorie a Mondiali e Olimpiadi, abbiano iniziato a pesare su Lukas Hofer), però mi sembra ancora troppo presto per paventare un rischio simile. Per quanto riguarda Clara, ha sicuramente disputato prove al di sopra delle aspettative al Tour de Ski, sia in classico sia a skating. Non me lo aspettavo così forte sul Cermis, e a questo punto si potrebbero aprire scenari interessanti anche in chiave campionati del mondo, dove si disputeranno una 15 km TL con partenza ad intervalli e la 15 + 15 (dove l'apparente crescita in classico sarebbe determinante per restare attaccato al treno buono). Ovviamente non parlo per forza di podio, ma di piazzamenti di prestigio. In chiave staffetta, con De Fabiani, Noeckler e Clara in queste condizioni avremmo tre frazioni di buonissimo livello, con cui dire la nostra in una gara che si prospetta piuttosto aperta alle spalle della Norvegia. Forse per la prima volta, potremmo trovarci a recitare la parte della squadra con l'interesse a rendere la gara dura nelle prime due frazioni in classico, anziché quella di chi deve salvare la pelle e poi puntare a rimontare. Lo stesso Clara, poi, se sarà nella forma del Tour de Ski, potrebbe essere tra gli uomini più forti nella prima frazione a skating. Il problema della nostra 4x10, al momento, sarebbe la mancanza di un valido uomo da ultima frazione. Hofer, che ha chiuso le staffette della Val di Fiemme e di Sochi, mi sembra in condizioni abbastanza deficitarie, e Di Centa mi sembra ormai impresentabile a certi livelli. Si parla ormai da tempo di portare Pellegrino ad allungare fino ai 10 km per fargli chiudere la staffetta, ma dubito che il programma, ammesso che si compia prima o poi, possa essere portato a termine entro il prossimo mese.
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