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-Gigilasegaperenne-

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  1. Io sono anni che sento parlare di fan club di Nibali da te, e ancora non sei stato capace di dirmi chi ne fa parte, al di là di indicare membri della squadra Rai che sono indubbiamente di parte ma che non scrivono su questo forum. Io qui dentro vedo ben poche persone che siano veramente ottenebrate dal tifo quando si parla di Nibali, e forse nessuna - nemmeno quelli che hanno riferimenti espliciti a Nibali nel nickname o nell'avatar - che sia suscettibile quando si parla male di lui quanto lo sei tu quando se ne parla bene. Forse - dove per per "forse" si intende "senza ombra di dubbio" - potresti essere chiamato in causa semplicemente perché è in atto da anni questa diatriba fra te e questo fantomatico fan club di Nibali i cui contorni sono più nebulosi di quelli dell'omicidio di Kennedy.
  2. Ok, la scelta è criticabile e ho scritto anch'io che non mi piace, su questo il giudizio è sacrosanto. Quello che io contesto è giudicare lo stato di forma di Nibali sulla base di una corsa in cui non si capisce fino a che punto stia spingendo e che cosa abbia davvero in mente. Perlomeno, il giudizio, se si pensa di avere elementi per formarlo, non può fondarsi su un mero confronto di prestazioni.
  3. Ma chi aveva dato per morto Contador al Delfinato di due anni fa? Quando ancora alla vigilia della tappa di Ax-3-Domaines, quando il divario con Froome emerse in maniera palese, in molti (tra cui il sottoscritto) ancora pensavano o sospettavano che la musica ascoltata per tutta la stagione sarebbe cambiata al Tour? Mi sembra la solita storia dell'interlocutorie immaginario che fa affermazioni a cui è particolarmente comodo controbattere. Per quanto riguarda la seconda parte, non è che uno sia obbligato a tirar conclusioni definitive da ogni corsa e a scrivere tutti i giorni le gerarchie assolute ed incontestabili del ciclismo mondiale, né che per il gusto di commentare ci si debba armare di paraocchi e forzare la mano per fare paragoni tra corridori che stanno interpretando la corsa in maniera completamente diversa (che sarebbero Froome e Nibali; Contador non capisco cosa c'entri). Froome sta correndo il Delfinato per vincerlo e impegnandosi, Nibali ha messo in evidenza quanto curasse la classifica generale scansandosi sulla salita di Pra Loup. Il che ovviamente non vuol dire che mettendocela tutta Nibali lo avrebbe battuto, ma solo che il giudizio su di lui va sospeso, o perlomeno che si può andare a sensazione e non pretendere di tirar fuori prove definitive di uno stato di forma lacunoso. Posto che se anche Nibali fosse stato in forma, si fosse speso e avesse perso, non necessariamente avremmo dovuto aspettarci un replay al Tour (e ovviamente lo stesso varrebbe a parti invertite). Mi sembra un po' come quando Vanzini e Gené cercano di convincere gli spettatori che le Mercedes sono in difficoltà dopo le prove libere in cui hanno girato con millanta tonnellate di carburante (non che Nibali stia al Tour come le Mercedes ad un GP di Formula 1, sia chiaro, ma solo nel senso che il test è poco significativo in assenza di certi dati - quanto ha spinto e che programmi ha Nibali, quanto carburante avevano e su cosa hanno lavorato le Mercedes).
  4. Io credo che Froome in termini di prestazione pura, su una salita secca, se è al massimo della forma, sia più forte di Nibali. Il che non significa che sia necessariamente un corridore migliore sulle tre settimane, vista l'incapacità di leggere qualsiasi situazione tattica che non preveda il treno Sky compatto a fare l'andatura che vuole lui, ma è probabile che in una corsa lineare in cui non si esce mai dal copione previsto sia più forte di Nibali, e forse il più forte in assoluto. Ad ogni modo, la prima frase del tuo post non ha senso. Nibali non ha mai fatto un numero staccando Quintana, Froome e Contador ("su una salita lunga", avresti dovuto precisare, visto che contro Froome e Contador ha vinto una Tirreno, con un'azione molto più entusiasmante di quella di Froome a Le Bettex), ed è vero; ma non puoi dirmi "come quello di oggi di Froome", perché nemmeno Froome ieri ha staccato Quintana e Contador, e ha seminato, tra i top, soltanto un Nibali che non rappresentava un confronto credibile in questo momento, quale che sia il motivo. Il suo avversario diretto è stato Van Garderen, e se mi dici che Duarte e Pinot non contano come termini di paragone, allora dobbiamo dire lo stesso di Van Garderen. Discorso che peraltro io non condivido affatto, molto superficiale (bisognerebbe ad esempio ricordare che Duarte e Pinot erano arrivati secondi ma dietro di loro c'erano gli Uran e i Valverde, oltre allo stesso Van Garderen che invece in questi 11 mesi sembra si sia trasformato in un test significativo) e che sminuisce oltremodo il valore di corridori come lo stesso Pinot, Majka, etc. Oltretutto, Nibali ha offerto le sue migliori prestazioni tra il Giro del 2013 e il Tour del 2014, dove, per vari motivi, non si è mai potuto confrontare davvero con gli altri tre big. Gli unici confronti possono essere fatti sulla base di corse minori, che vengono però affrontate a livelli di preparazione e con obiettivi diversi (e che Nibali le affronti in modo approssimativo penso sia evidente; preciso che non è un complimento o una scusa, anzi), o di gare precedenti, i cui valori non sono però ormai di grande rilevanza per determinare i valori in campo oggi. Nessuno comunque celebrerebbe i funerali di Froome, Quintana o Contador se si staccassero da 40 corridori, esattamente come nessuno celebrava quelli di Basso quando andava piano al Romandia prima del Giro nei suoi anni d'oro, o come nessuno si aspettava di vedere Andy Schleck prendere la paga da suo fratello al Tour come al Giro di Svizzera, etc. Comunque - per rispondere su Armstrong - in effetti erri. Non so cosa tu abbia sentito o letto dall'Usada, ma Armstrong al Delfinato vinse anche due volte, e in generale, pur non dominando come al Tour, era sempre abbastanza competitivo (nel 2001 vinse il Tour de Suisse). Il che peraltro non c'entra un colorato ciufolo con le vicissitudini della preparazione di Nibali. Anche perché il discorso su Nibali potrebbe stare in piedi se lui stesse facendo del suo meglio e offrisse queste prestazioni, ma mi sembra lapalissiano che non è così, a prescindere dalle opinioni che si possono avere sul suo potenziale.
  5. Oggi in chat quella che Nibali andasse più forte lo scorso anno era solo "una sensazione", adesso siamo passati a "era decisamente superiore"? Ad ogni modo, come dici tu, Nibali è arrivato al Tour de France con la condizione che ci si aspettava che avesse. Anzi, probabilmente andava pure un po' più forte rispetto al resto della sua carriera. Perciò l'avvicinamento al Tour è stato azzeccato. Io trovo assurda però la sicurezza con cui misuri i distacchi tra i reali valori (qualsiasi cosa voglia dire, come se quelli che si formano in corsa fossero meno reali di quelli che sarebbero giusti secondo te) e lo stato di forma dei corridori. Negare che Nibali sia cresciuto esponenzialmente di forma tra il Delfinato e il Tour dello scorso anno mi sembra una presa in giro, e queste cose si verificano anche confrontando le prestazioni non con corridori che potrebbero anche andare più forte a parità di condizione, ma con corridori che normalmente varrebbero meno. Come, per l'appunto, i Van Garderen e i Talansky della situazione (o se non ti piace Talansky, prendi Bardet: spero non verrai a dirmi che anche lui non era in forma al Tour). Il punto è che la condizione di Nibali al momento non è inquadrabile perché bisognerebbe essere nella sua testa per sapere quanto ha spinto e dove. Penso però che la prestazione di Villard-de-Lans sia stata migliore di qualsiasi cosa abbia fatto Nibali al Delfinato dello scorso anno, perciò può restare in piedi la sensazione che esternavi in chat, ma non il "decisamente superiore" a cui ti sei convertito nelle ultime ore. Che poi questo tipo di avvicinamento non piaccia a me come non piace a te è un altro discorso, purtroppo Nibali non fa il suo calendario per assecondare i miei o i tuoi gusti. Come del resto non lo fanno altri corridori, che hanno sicuramente le loro ragioni per prepararsi come si preparano. E di sicuro, se Nibali dovesse vincere il Tour (cosa che peraltro non avrebbe nulla di "miracoloso", non nel senso proprio e nemmeno in quello malizioso in cui servono le virgolette, esattamente come non lo è stato le altre 650.000.000 volte che un atleta ha vinto nell'appuntamento clou dopo essere andato piano in quelli di preparazione), nessuno si ricorderà che si staccava da 40 corridori, e l'anno prossimo saremo probabilmente da capo. Per quanto riguarda il P.s., vai tranquillo che lo so pure io qual è stata la storia di Tour de Suisse e Delfinato, e le stesse cose succedevano anche prima, in entrambe le corse. Aso o non Aso, resta il fatto che ci sono stati tanti casi di corridori che volavano al Delfinato e bucavano il Tour e viceversa. E lo stesso dicasi per il Tour de Suisse (per restare ad anni recenti, ricordo che Andy Schleck non andava mai e regolarmente trovava la gamba al Tour).
  6. Citerei il 1992, il 1999, il 2009 e il 2012 come altri esempi di TdF assai peggiori di quello del 2015 (che già a me non piace per niente). Lo scorso anno, la stagione sottotono di Nibali fino al Tour fu un incidente, se non ricordo male. Ebbe un inverno un po' strano, condizionato anche da vicissitudini familiari (la nascita della figlia, e - pare - anche qualche problema con la moglie, che aveva preso male la continua lontananza da casa con la bambina così piccola), e lui stesso espresse preoccupazione perché andava più piano di quanto si aspettasse. Può darsi che, vedendo il risultato della preparazione dello scorso anno, che vide una crescita molto lenta di condizione prima di un'impennata a ridosso del Tour, in questa stagione si sia seguito lo stesso percorso in maniera deliberata. In tutto ciò, mi sembra comunque che Nibali, per essere al top al Tour, rinunci a tutto il resto in maniera più netta degli altri tre big. Contador e Froome, negli ultimi anni, si sono sempre presentati con buona gamba in diversi appuntamenti di avvicinamento, spesso vincendoli, e lo stesso Quintana, che in realtà è per la prima volta chiamato ad una stagione incentrata su un Tour con ambizioni di successo, quest'anno ha comunque vinto la Tirreno e raccolto un piazzamento ai Paesi Baschi. Risultato che di per sé non significa granché per uno che ha vinto e vincerà quanto lui, ma che è indice di come stesse bene, date le caratteristiche non proprio cucite su di lui del percorso. Nibali - solo in questo senso, sia chiaro - negli ultimi due anni è stato invece una specie di estremizzazione dell'armstrongismo, visto che almeno il texano andava dignitosamente sulle Ardenne e al Delfinato/TdS. Beh, non è una gufata, giovedì e venerdì era un'analisi più che sensata. Una gufata sarebbe stata "Froome è bollito", al massimo. Giovedì mi sarei aspettato anch'io da Froome il tipo di azione che invece ha portato a termine oggi. Il sistema di allenamento di Nibali è quello che gli ha permesso di vincere il Tour de France l'anno scorso e di raggiungere in quella occasione la miglior condizione della sua carriera, perciò non penso lo si possa definire "sbagliato" (perlomeno ragionando in ottica TdF; mettendo sulla bilancia ciò a cui deve rinunciare nel resto della stagione, il discorso può cambiare). Comunque sia, Nibali e Slongo avranno in mente il loro percorso di avvicinamento e i loro test, dai quali ricaveranno certe informazioni. Il che magari vuol dire inchiodarsi deliberatamente un giorno e andare in fuga da lontano il giorno dopo per provare non-so-cosa, e magari può anche essere brutto da vedere, ma i riscontri li avranno loro come li avrà Froome. Saranno diversi, ma sono abbastanza sicuro che nessuno dei due proceda a braccio. E' vero però che il Team Sky, con tutti i difetti che può avere, ha sempre presentato i suoi big ad alti livelli per larga parte della stagione, sia con Wiggins, sia con Porte, sia con Froome. A parte il solito travaso di bile sulla storia del Tour vinto per le cadute, non capisco come si possa determinare quale sia il sistema-Delfinato. Il sistema-Froome, come lo chiami tu, è quello che gli ha permesso di vincere il Tour due anni fa e che ha permesso a tanti altri prima e dopo di lui di presentarsi al meglio al Tour. E' anche quel sistema che nel '96 vide Indurain dominare il Delfinato e non andare avanti al Tour, che permise a Mayo di spaventare Armstrong a giugno e poi prendersi i quarti d'ora a luglio, a Valverde di proporsi come favorito nel 2008 per poi chiudere 9°, e via così. E c'è chi, tra i plurivincitori del Tour, ha saputo imporsi sia dopo Delfinati vincenti sia dopo performance à la Nibali o poco migliori. L'anno scorso, Nibali le prendeva in salita al Delfinato da Talansky, Van Garderen e simili, che poi lasciava a minuti di distacco al Tour. Perciò, cadute o non cadute, è lapalissiano che quel tipo di avvicinamento ha funzionato (il che ovviamente non implica che debba funzionare anche quest'anno). Che poi non sia il metodo "classico" di avvicinamento, e che possa non piacere a molti (tra cui il sottoscritto), è un altro discorso.
  7. Va però precisato che i record di Città del Messico furono stabiliti su distanze brevi. Vennero battuti tutti i primati del mondo delle gare di corsa fino ai 400 metri (con record eguagliato anche negli 800, secondo il cronometraggio manuale) e del salto in lungo e triplo, ma già sui 1.500 metri le prestazioni furono nella norma, e nei 3.000 siepi, nei 5.000 e nei 10.000 le prestazioni furono sensibilmente più modeste rispetto all'Olimpiade precedente di Tokyo e a quella successiva di Monaco. È chiaro che nel mezzofondo, specie in gare di campionato, entrano in gioco variabili tattiche che possono allontanare di molto il risultato cronometrico dal reale potenziale degli atleti, ma può essere significativo notare che si tornò praticamente alle prestzioni dei Giochi di Helsinki '52, peggiorando di molto anche rispetto a Melbourne e Roma. Il minimo che si possa dire è che non c'è prova di un vantaggio derivante dall'altura su distanze lunghe, perlomeno in base a questi risultati. È altrettanto ovvio che il record dell'ora non è assimilabile ad una gara di mezzofondo, ma lo è ancora meno ad una gara di 100, 200 o 400 metri, le distanze su cui in Messico vennero polverizzati record su record. È probabile che un vantaggio ci sia nel tentare il record in altura, ma non è detto che sia così per tutti, o che ci sia per tutti nella stessa misura. A Città del Messico, i mezzofondisti europei e americani andarono male e dissero di trovarsi malissimo a correre a quelle quote, malgrado la preparazione in altura svolta, mentre gli africani fecero incetta di medaglie, in un'epoca in cui il dominio di keniani ed etiopi sulle lunghe distanze non si era ancora registrato (anzi, in tutte i Giochi che ho preso per confronto, dal '52 al '72, tutti i titoli di 5.000 e 10.000 andarono ad europei o americani). Anche gli studi sui vantaggi dati dall'altura si concentrarono, almeno all'epoca, sulle distanze brevi, quantificando il vantaggio in circa un decimo ogni 100 metri (su wikipedia ho trovato 11 centesimi sui 100 metri, 20 sui 200 e 36 sui 400, con un leggero calo del guadagno per unità di lunghezza già nel passaggio dai 100 ai 200 e dai 200 ai 400).
  8. Secondo me è però, in generale, una prima settimana abbastanza favorevole a cadute e incidenti. Tante tappe saranno nervose, con strappetti e salitelle nel finale che obbligheranno tutti a stare davanti, e spesso si sarà esposti al vento. Non mi stupirei di vedere una bella serie di cadute nei primi giorni e di vedere qualche squadra particolarmente sfortunata arrivare alla cronosquadre con 6 o 7 elementi. Il tutto anche se poi, a conti fatti, le cadute più pesanti in chiave classifica al Giro le abbiamo viste in due tappe sulla carta del tutto innocue come Castiglione e Jesolo.
  9. Nei Tour di Armstrong, le cronosquadre erano in generale tra il quarto e il sesto giorno di corsa al massimo. Una sola volta, se non ricordo male, fu al settimo. In ogni caso, va detto, come ricordava del resto ian, che si trattava di prime settimane ben più banali e meno pericolose rispetto a quelle di quest'anno. La probabilità di avere squadre decimate alla 9a tappa è molto più alta di quanto lo fosse all'epoca.
  10. Verissimo. Finché fa l'eccentrico twittando boiate, mi sta bene. Risulta una specie di Ferrero del ciclismo, solo con una squadra ben più forte per le mani. Il problema è che lui mi sembra sia anche come quei presidenti che vogliono spiegare all'allenatore come si mette in campo la squadra. Riis non sarà stato un baluardo dello sport pulito, ma come direttore sportivo aveva poco da imparare. Quanto poi questo sia legato alle prestazioni di Kreuziger e soci al Giro è difficile dirlo, ma tutta questa invadenza presidenziale non giova sicuramente. La retorica c'è dappertutto, non solo in Italia, così come dappertutto c'è la tv strappalacrime. Tradizione in cui il Processo si è purtroppo voluto inserire in questa edizione, con ADS e compagni che hanno passato metà del tempo ad esaltare gli abbracci tra Tiralongo e Aru (immagino sia la prima volta che un corridore esperto prende sotto la sua ala un giovane promettente), Tosatto che si immola eroicamente dando la ruota al capitano (come se fosse lì per fare altro che supportare Contador), e via discorrendo. La tirata di Fabretti è stata forse uno degli esempi più squallidi. Ho iniziato ad aver paura quando ha preso a parlare con il fare declamatorio di chi sta per proferire un'affermazione di enorme solennità, ho tremato quando ha iniziando un periodo con "in un mondo in cui...", eppure non ero preparato ad una chiosa simile.
  11. Io credo che un enorme merito di Contador, di cui forse si è parlato meno del dovuto, sia stato quello di convincere gli avversari di essere un pochino più forte di quanto fosse in realtà. E' chiaro che il suo livello non era quello di oggi, che è stato un giorno nero come ne capitano a tutti, ma credo che un po' tutti lo abbiano considerato un po' più imbattibile e un po' più inattaccabile di quanto non fosse in realtà. Il che - sia chiaro - non sminuisce minimamente il valore della sua vittoria, che anzi è forse più significativa del valore del corridore rispetto ad altre più facili e nette. Saltando di palo in frasca, dopo oggi devo dire che prende consistenza la posizione di emmea sulla questione tempo massimo. C'è gente che è arrivata a 53 minuti in una tappa che prevedeva una sola salita veramente dura ed era completamente piatta fino a 45 km dal traguardo.
  12. Tra l'altro, se non ricordo male, dopo la tappa di Falzes Simoni era più amareggiato che incazzato. Mi pare di ricordare una sua dichiarazione del tipo: "Purtroppo è andata come mi aspettavo". Fu a Bormio 2000 che scoppiò il finimondo perché la squadra disse di far vincere Simoni via radio e Cunego se ne fregò bellamente andando a vincere la tappa. Scusa ma non ha nessun senso mettere lo stesso tempo massimo per tutte le tappe di pianura, tutte le tappe di media montagna e tutte le tappe di alta montagna. E' ovvio che prendere 40 minuti in una tappa con una salita secca non può essere paragonabile a prenderne 40 in una tappa tipo quella di Isola 2000 di cassaniana memoria. Sulla questione io sono d'accordo con emmea, anche se capisco benissimo che gli organizzatori abbiano tutto l'interesse a tenere in corsa i Cavendish del gruppo. Ieri c'è gente che è rimasta in corsa arrivando con 57 minuti di ritardo, distacco francamente grottesco. Ovviamente, meglio il tempo massimo alto della manfrina dei ripescaggi.
  13. Premesso che si dice che la cambi comunque, penso che sia abbastanza intelligente da capire le logiche di squadra a cui si è dovuto attenere oggi. Hanno corso per vincere la tappa, e l'hanno vinta. Non è sicuramente colpa della Astana o di Aru se dietro nessuno è stato capace (o ha voluto, nel caso di Contador) di limitare i danni e di fargli mantenere il secondo posto.
  14. Verissimo, infatti è l'esempio che cito sempre quando mi si viene a dire che le tappe corte in realtà sono più selettive perché si attacca di più.
  15. Il percorso è azzeccatissimo, l'unica piccola riserva è che manca il tappone da 220 km e 5000 metri di dislivello, che secondo me sarebbe sempre opportuno inserire. La tappa di oggi è la più simile, ma sarebbe servita forse una salita in più (con il senno di poi, va bene anche così, dato l'atteggiamento con cui si è corso fin qui, ma sulla carta a mio parere mancava quello al tracciato).
  16. Secondo me, invece, il chilometraggio è proprio uno dei motivi per cui è difficile far saltare il Tour in quelle tappe. Può darsi che la breve distanza inciti all'attacco, ma diminuisce anche le probabilità di fare danni ingenti.
  17. Penso che Aru ormai faccia paura a Contador in questo Giro d'Italia quanto Stephen Hawking ne può fare a Floyd Mayweather su un ring di pugilato.
  18. Pure secondo me non aveva ben presente il percorso. In cima al Monte Ologno mi è sembrato bello cucinato, avrebbe rischiato di fare tutto quello sforzo per guadagnare poco o nulla.
  19. Ma che c'entra, scusa? Le ammiraglie non le avevano davanti, perciò anche volendo, la scia non la potevano prendere. Uran a Imola si fece un bel pezzo dietro macchina e non gli fecero niente.
  20. Oddio, adesso non va bene neanche la volata di Aru a San Giorgio del Sannio? Hanno collaborato per staccare Uran (che all'epoca era considerato ancora un avversario) e allungare su quelli dietro. Quali fossero gli accordi lo sapranno Contador e Aru, in generale lo sprint penso possa essere considerato perfettamente accettabile anche in caso di patto di non belligeranza in corsa. Il discorso della poca gratificazione secondo me lascia il tempo che trova. Fortuna e sfortuna sono parte del gioco, non c'è niente di disonorevole nel vincere anche grazie ad un colpo di fortuna. Dubito che quelli del Manchester United abbiano trovato poco gratificante vincere una Champions League per la scivolata di Terry, o che Prost si sia sentito poco gratificato quando ha vinto un titolo mondiale perché è scoppiata una gomma a Mansell. Il che ovviamente non toglie che si possa tener conto della casualità nel dar peso tecnico alla vittoria. 250 km, con Mendola, Tonale e Gavia prima del Mortirolo Sono rimasto abbastanza stupito quando ho letto che Landa a Campitello ha fatto un minuto meglio di Berzin nel 1994. Il paragone Aprica-Cauterets secondo me non sta molto in piedi. In tempi recenti, il Tour è arrivato a Cauterets soltanto due volte, '89 e '95, il che già rende il campione un po' scarso. In entrambi i casi, poi, si arrivava a Le Cambasque, cioè più su del paese, il che rendeva la salita finale ben più impegnativa rispetto all'Aprica. Soprattutto, prima di Cauterets non si è mai scalato il Mortirolo. Nel 1989 si affrontava come penultima salita il Bordères, che è una barzelletta; volendo trascurare quello, l'Aubisque, che è senz'altro duro, ma in misura nemmeno paragonabile al Mortirolo. Nel 1995 il percorso era durissimo (Portet d'Aspet, Menté, Peyresourde, Aspin e Tourmalet prima della salita finale), però nemmeno il Tourmalet vale il Mortirolo, e comunque i distacchi ci furono e furono abbastanza pesanti, malgrado una corsa praticamente già nelle mani di Indurain (non conosco bene lo svolgimento della tappa passo passo, ma mi pare di ricordare che l'unico attacco deciso venne da Riis, per il resto non ci fu una battaglia infernale). Infatti io trovai vergognoso il fermo del gruppo imposto da Cancellara nel caso di Schleck. Gli episodi comunque sono differenti a livello di situazione di corsa, ma il codice cavalleresco che avrebbe voluto il rallentamento per attendere il leader si dovrebbe applicare in qualsiasi situazione. In un certo senso, se l'idea è che è disonorevole trarre vantaggio dalle sfortune altrui, sarebbe ancora più evidente il vantaggio in un frangente nevralgico della gara.
  21. Diciamo che, se uno avesse fissato località di partenza e di arrivo delle tappe di montagna, sarebbe stato difficile far di peggio.
  22. A) Il limite della decenza sta nel non provocare incidenti ad altri, e sta scritto nel regolamento. Io non trovo nulla di indecente nell'approfittare dell'incidente di un altro corridore, esattamente come non trovo nulla di scandaloso nel fatto che un attaccante non si senta in dovere di sbagliare apposta a porta vuota se il portiere della squadra avversaria scivola. Fortuna e sfortuna fanno parte del gioco, approfittarne è lecito. Tra l'altro, non so se tu intendessi citare una circostanza estrema nel parlare di attacchi a chi sta pisciando, ma una volta succedeva anche questo. E nessuno lo trovava scandaloso, all'infuori al massimo del diretto interessato. Non so poi chi avrebbe chiesto la testa della Tinkoff. Io avrei detto le stesse identiche cose a parti invertite. B) "Dolo" mi sembra difficile, visto che vorrebbe dire che Schleck si è buttato giù la catena di proposito, per qualche motivo. Al massimo ci sarà stata colpa, ma onestamente, per quanto io adori prendermi gioco di Merdy e canzonarlo anche questa sventura, mi sembra difficile sostenere che Schleck non sapesse cambiare rapporto. Lo avrà fatto chissà quante migliaia di volte in carriera, e i salti di catena credo si contino sulle dita di una mano. E' sfortuna, e Contador ha fatto benissimo ad approfittarne e tirar dritto. La corsa comunque era esplosa anche oggi, visto che la Katusha aveva attaccato in discesa e il gruppo si era spezzato a prescindere dalla foratura di Contador. Il che peraltro è a mio parere del tutto irrilevante, visto che la cavalleria è cosa che si applica o sempre, o mai. Non è questione di corsa esplosa o tranquilla. L'eventuale scorrettezza del gesto starebbe nel trarre vantaggio da un episodio sfortunato accaduto ad un avversario, il che varrebbe sia nel caso di corsa già esplosa, sia in caso di attacco in quel frangente. Zardini e Nocentini comunque non mi pare abbiano aiutato granché Contador, il vero lavoro di gregariato lo ha fatto il solo Anton, che con Contador si scambiò favori già 4 anni fa. Contador trovò alleati spagnoli anche quattro anni fa, ad esempio quando venne aiutato a neutralizzare l'attacco di Nibali nella discesa del Giau (da Losada, se non ricordo male). E dubito fortemente che anche allora qualcuno avesse trovato immorale l'attacco. Anton ha aiutato Contador per amicizia, patriottismo o non so che altro, di certo non perché sia il Batman del pedale.
  23. Io avrei fatto esattamente quello che ha fatto la Astana. Forature, cadute e quant'altro fanno parte del gioco. Se Hamilton è in testa a un GP, buca una gomma e deve fermarsi ai box, Vettel non gli restituisce la posizione. Se uno vuole fare il cavaliere, padrone di farlo, ma non me lo aspetto né lo pretendo. Tra l'altro trovo assurdo che la critica venga da emmea, che: A) Ha sempre difeso a spada tratta l'attacco di Contador a Merdy sul Balès. Il fatto che poi lì la corsa fosse già esplosa e che Merdy avesse attaccato per primo non c'entra niente: o la regola di aspettare quello che fora o ha qualche altro incidente vale sempre, o non vale mai. Io sono per il "non vale mai", perciò per me fece bene Contador allora a tirar dritto, ma non si può approvare un gesto e disapprovare l'altro. Sarebbe come se uno ritenesse opportuno mettere la palla fuori con l'avversario a terra solo su certe situazioni di punteggio. B) Si è speso pochi giorni fa per il partito che voleva l'applicazione rigida del regolamento. Se il regolamento è la Bibbia (e io sono d'accordo, pure io sono per cambiare eventualmente le norme, ma per applicare quelle che ci sono), tutto ciò che non è contro il regolamento sta bene.
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