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Record dell'Ora - (Corrente: 54.526, Bradley Wiggins)


emmea90

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Ripeto, non ha senso mettere i risultati senza "normalizzarli" con l'altezza.

Io posso fare il record dell'ora a 5000 metri, battendo di 3 metri uno come Tony Martin.

Comunque anche se sono gran tifoso di spartacus, non credo che Cancellara ce la possa fare.

Martin invece si

 

Basta andare a farlo tutti a Città del Messico. Nessuno lo ha obbligato a farlo a Londra, eh.

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Ian, sai se esistono dati scientifici (o predisposizioni genetiche)?

Non ho dati in merito ma ricordo bene che alcuni ciclisti quando la corsa toccava determinate quote saltavano per aria con una certa regolarità (vedi Jalabert)
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Al di là dell'allenamento, però, il fatto stesso di gareggiare in quota solitamente aiuta le prestazioni. Basta pensare ai risultati delle Olimpiadi di Messico '68, e non credo che tutti gli atleti avessero passato mesi in altura prima delle gare, anche se certamente ci avranno trascorso un periodo di acclimatamento.

Quanto al Sir, grandissimo: non avrà sfondato il muro dei 55, ma il suo è stato cmq il più ampio miglioramento nella storia del record (a meno di non voler considerare il primo miglioramento, ma mi pare si pai addirittura dell'800 o cmq dei primi anni del '900). Poi il fatto che abbia chiuso in calando significa che lui stesso ha dei margini: non è detto che non ci riprovi fra qualche mese o meglio tra qualche settimana: sia per sfruttare la condizione, sia per evitare di essere poi oscurato dalla concomitanza col Tour.

Tra chi glielo può portare via, poi, non vedo Cancellara ma piuttosto Martin e qualche australiano: tipo Durbridge o lo stesso Dennis. E poi magari, fra qualche anno, potrebbe provarci anche Malori! Tanto uno come lui un GT non lo vincerà mai, e allora tanto vale puntare all'ora oltre che alle crono olimpiche e mondiali.

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Al di là dell'allenamento, però, il fatto stesso di gareggiare in quota solitamente aiuta le prestazioni. Basta pensare ai risultati delle Olimpiadi di Messico '68, e non credo che tutti gli atleti avessero passato mesi in altura prima delle gare, anche se certamente ci avranno trascorso un periodo di acclimatamento.

Quanto al Sir, grandissimo: non avrà sfondato il muro dei 55, ma il suo è stato cmq il più ampio miglioramento nella storia del record (a meno di non voler considerare il primo miglioramento, ma mi pare si pai addirittura dell'800 o cmq dei primi anni del '900). Poi il fatto che abbia chiuso in calando significa che lui stesso ha dei margini: non è detto che non ci riprovi fra qualche mese o meglio tra qualche settimana: sia per sfruttare la condizione, sia per evitare di essere poi oscurato dalla concomitanza col Tour.

Tra chi glielo può portare via, poi, non vedo Cancellara ma piuttosto Martin e qualche australiano: tipo Durbridge o lo stesso Dennis. E poi magari, fra qualche anno, potrebbe provarci anche Malori! Tanto uno come lui un GT non lo vincerà mai, e allora tanto vale puntare all'ora oltre che alle crono olimpiche e mondiali.

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Va però precisato che i record di Città del Messico furono stabiliti su distanze brevi. Vennero battuti tutti i primati del mondo delle gare di corsa fino ai 400 metri (con record eguagliato anche negli 800, secondo il cronometraggio manuale) e del salto in lungo e triplo, ma già sui 1.500 metri le prestazioni furono nella norma, e nei 3.000 siepi, nei 5.000 e nei 10.000 le prestazioni furono sensibilmente più modeste rispetto all'Olimpiade precedente di Tokyo e a quella successiva di Monaco.

È chiaro che nel mezzofondo, specie in gare di campionato, entrano in gioco variabili tattiche che possono allontanare di molto il risultato cronometrico dal reale potenziale degli atleti, ma può essere significativo notare che si tornò praticamente alle prestzioni dei Giochi di Helsinki '52, peggiorando di molto anche rispetto a Melbourne e Roma. Il minimo che si possa dire è che non c'è prova di un vantaggio derivante dall'altura su distanze lunghe, perlomeno in base a questi risultati.

È altrettanto ovvio che il record dell'ora non è assimilabile ad una gara di mezzofondo, ma lo è ancora meno ad una gara di 100, 200 o 400 metri, le distanze su cui in Messico vennero polverizzati record su record.

È probabile che un vantaggio ci sia nel tentare il record in altura, ma non è detto che sia così per tutti, o che ci sia per tutti nella stessa misura. A Città del Messico, i mezzofondisti europei e americani andarono male e dissero di trovarsi malissimo a correre a quelle quote, malgrado la preparazione in altura svolta, mentre gli africani fecero incetta di medaglie, in un'epoca in cui il dominio di keniani ed etiopi sulle lunghe distanze non si era ancora registrato (anzi, in tutte i Giochi che ho preso per confronto, dal '52 al '72, tutti i titoli di 5.000 e 10.000 andarono ad europei o americani).

Anche gli studi sui vantaggi dati dall'altura si concentrarono, almeno all'epoca, sulle distanze brevi, quantificando il vantaggio in circa un decimo ogni 100 metri (su wikipedia ho trovato 11 centesimi sui 100 metri, 20 sui 200 e 36 sui 400, con un leggero calo del guadagno per unità di lunghezza già nel passaggio dai 100 ai 200 e dai 200 ai 400).

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Va però precisato che i record di Città del Messico furono stabiliti su distanze brevi. Vennero battuti tutti i primati del mondo delle gare di corsa fino ai 400 metri (con record eguagliato anche negli 800, secondo il cronometraggio manuale) e del salto in lungo e triplo, ma già sui 1.500 metri le prestazioni furono nella norma, e nei 3.000 siepi, nei 5.000 e nei 10.000 le prestazioni furono sensibilmente più modeste rispetto all'Olimpiade precedente di Tokyo e a quella successiva di Monaco.

È chiaro che nel mezzofondo, specie in gare di campionato, entrano in gioco variabili tattiche che possono allontanare di molto il risultato cronometrico dal reale potenziale degli atleti, ma può essere significativo notare che si tornò praticamente alle prestzioni dei Giochi di Helsinki '52, peggiorando di molto anche rispetto a Melbourne e Roma. Il minimo che si possa dire è che non c'è prova di un vantaggio derivante dall'altura su distanze lunghe, perlomeno in base a questi risultati.

È altrettanto ovvio che il record dell'ora non è assimilabile ad una gara di mezzofondo, ma lo è ancora meno ad una gara di 100, 200 o 400 metri, le distanze su cui in Messico vennero polverizzati record su record.

È probabile che un vantaggio ci sia nel tentare il record in altura, ma non è detto che sia così per tutti, o che ci sia per tutti nella stessa misura. A Città del Messico, i mezzofondisti europei e americani andarono male e dissero di trovarsi malissimo a correre a quelle quote, malgrado la preparazione in altura svolta, mentre gli africani fecero incetta di medaglie, in un'epoca in cui il dominio di keniani ed etiopi sulle lunghe distanze non si era ancora registrato (anzi, in tutte i Giochi che ho preso per confronto, dal '52 al '72, tutti i titoli di 5.000 e 10.000 andarono ad europei o americani).

Anche gli studi sui vantaggi dati dall'altura si concentrarono, almeno all'epoca, sulle distanze brevi, quantificando il vantaggio in circa un decimo ogni 100 metri (su wikipedia ho trovato 11 centesimi sui 100 metri, 20 sui 200 e 36 sui 400, con un leggero calo del guadagno per unità di lunghezza già nel passaggio dai 100 ai 200 e dai 200 ai 400).

 

Il discorso sulle brevi distanze ci sta: nei 100 metri si usa molta energia anaerobica, quindi la quantità di ossigeno nell'aria interferisce quasi per nulla.

Il discorso è: se mi allenassi a la paz (3600 m) e poi provassi il record dell'ora a città del messico (2200 circa), avrei gli indubbi vantaggi dell'aria rarefatta e del "doping naturale" di un allenamento d'altura?

Capisco che possa sembrare una follia, ma credo che un buon passista (non un wiggo o un martin) potrebbe intraprendere questa strada. 

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Il discorso sulle brevi distanze ci sta: nei 100 metri si usa molta energia anaerobica, quindi la quantità di ossigeno nell'aria interferisce quasi per nulla.

Il discorso è: se mi allenassi a la paz (3600 m) e poi provassi il record dell'ora a città del messico (2200 circa), avrei gli indubbi vantaggi dell'aria rarefatta e del "doping naturale" di un allenamento d'altura?

Capisco che possa sembrare una follia, ma credo che un buon passista (non un wiggo o un martin) potrebbe intraprendere questa strada. 

 

I vantaggi di un allenamento in altura sono:

- aumento della capacità di trasporto di ossigeno

- aumento della funzione degli enzimi aerobici

- aumento della concentrazione dell’emoglobina

- aumento della quantità di eritropoietina

- aumento della capillarizzazione muscolare

- aumento del numero degli eritrociti

- aumento del massimo consumo di ossigeno

- aumento della densità mitocondriale.

 

Però questi si manifestano solo se viene svolto correttamente. Ad esempio senza un'adeguata condizione fisica non posso allenarmi, perché non riesco a fare sforzi fisici adeguati ad allenarmi (quindi al limite o oltre devo poter andare).

In pratica per una questione di fondo, se volessi gareggiare a Città del Messico (CdM) per fruire dei vantaggi descritti dovrei potermi allenare a 3600, cosa che dubito sia fattibile per il ciclismo. Potrei fare una progressione, adattarmi ai 2000 di CdM, e poi salire fine a La Paz, ipoteticamente, e fruire i vantaggi dopo una settimana di adattamento a CdM e tentare il record. Ma immagino che gli analisti che si occupano del passaporto biologico non sarebbero contenti.

Comunque non credo che la differenza di attrito dell'aria incida quanto l'abitudine alle condizioni meteo. Se un corridore è abituato ad un clima mite, come quello londinese, prova a fare il record dell'ora a CdM rischia di patire il caldo, anche con una dovuta preparazione.

A mio avviso puoi fare la preparazione in altura che il passaporto biologico ti permette e provare ad arrivare all'evento pronto per condizione, clima e quant'altro, come fai per un obbiettivo stagionale. Il problema è che per un obbiettivo rilevante un CT ti mette a disposizione preparatori, allenatori, medici, analisti e pure prostitute se ti servono. Per un record dell'ora, oggi, no. Quindi a mio avviso diventa impensabile economicamente quanto prospetti, quindi penso si potrebbe pensare di adattare la condizione ai due obbiettivi e quindi far coincidere la preparazione per il record e la preparazione per l'obbiettivo stagionale, meglio se questo sia una corsa secca. (Mondiali a crono, se avessero più importanza; Olimpiadi a crono, se ci fossero sarebbe l'ideale, corse secche da un giorno o criterium, per capirci)

In alternativa uno può provare ad andare a sensazioni o sentire una delle figure professionali citata sopra per il suo obbiettivo prefissato in privato, ma dubito a Wiggins abbiano dato lo stesso supporto datogli prima del Tour. E ipoteticamente al di là della preparazione non specifica per il tipo di sforzo (tutt'altro) immagino che prima del prologo avrebbe potuto ottenere un record migliore. Insomma, a mio avviso conviene piazzarlo quando sei in forma di conto tuo, possibilmente facendo una preparazione speciale di avvicinamento.

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