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[UCI Historical Tour] - 93° Giro d'Italia


Mr. Pellizotti

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Sogno nipponico, gioia francese

Più giorni passano e più prende corpo la volontà di domandarsi: ma che Giro è mai questo? Possibile che l'improbabile diventi realtà e che ciò che appare certo finisca per diventare carta straccia? Possibile che, con poche possibilità riservate agli sprinter, i due velocisti più attesi siano ancora a quota zero e che invece una Quick Step priva di Tom Boonen sia riuscita già ad annoverare due successi?

Certo che è possibile e se andiamo avanti di questo passo il Giro 2010 rischia di diventare altamente sconsigliato ai deboli di cuore, visto che lì dove non intervengono in prima persona Giove Pluvio e il dispettoso Eolo il tutto si risolve con una massima già ascoltata migliaia di volte: la corsa la fanno i corridori. Nel bene e nel male. E chissà che oggi anche il Grande Fausto non sia stato felice che l'epilogo sia stato questo, visto che le brevi salite attorno a Castellania non potevano certo evocare scenari eroici da salite dolomitiche e la conclusione più gettonata era quella dell'arrivo a ranghi compatti. Invece la memoria di Coppi è stata onorata proprio nel modo in cui piaceva a lui, con la fuga da lontano piena di ambizioni, temeraria, che sembra inesorabilmente imboccare il binario morto ma che invece trova lo scambio giusto per andare fino in fondo. Probabilmente nè Arashiro, nè Pineau, nè Fouchard e neppure il tedesco Voss immaginavano che il loro tentativo, nato dopo una ventina di chilometri di bagarre, sarebbe stato investito di cotanta gloria e importanza. Il giovane Voss poi, almeno un motivo concreto l'aveva nei due gran premi della montagna utili a rimpinguare il proprio bottino e difatti tanto gli è bastato, prima che il suo gesto eloquente di resa ai -25 dall'arrivo lasciasse carta bianca ai compagni d'avventura, lasciandolo nella malinconica soddisfazione di chi, pur tagliando il traguardo in ultima posizione a 8'16" dal vincitore, andrà a letto stasera con la consapevolezza di aver dato fino all'ultima goccia di sudore. Chi di sudore ne ha versato oggi sono sicuramente stati i vari Marzano, Spezialetti e Bono, impegnati a tirare il gruppo già a più di cinquanta dall'arrivo per iniziare a vedere solo verso i -30 al traguardo qualche uomo Garmin al proprio fianco, ai -20 qualche HTC ed infine negli ultimi 5 chilometri il team Sky.

Sappiamo però che in questo Giro il solo Hondo è praticamente il delegato a preparare il terreno a Petacchi negli ultimi chilometri e quindi sperare che siano sempre e loro gli uomini di Ale-Jet ad apparecchiar la tavola anche per gli altri è un errore che si rischia di pagar caro. Così i quasi quattro minuti di vantaggio dei fuggitivi resistono almeno fino ai -30, poi incominciano a ridursi ma con l'intelligente riserva di chi sa di non aver speso proprio tutto. Il minuto di vantaggio ai meno sei comincia ad aprire lo scenario inaspettato, i 29" ai meno 4 sembrano chiuderlo spietatamente come altre volte. Ma davanti si pesta sui pedali, ci si vuol provare fino in fondo e dopo le trenate di Pineau è Yukiya Arashiro a piazzare lo scatto della disperazione ai 1200 metri. O semplicemente lo scatto di un sognatore che comincia incredibilmente a sperare che questo 13 maggio lo faccia diventare un eroe nazionale, con un marchio impareggiabile rispetto a chi già la sua piccola pagina di storia l'ha scritta assieme al connazionale Beppu come primo corridore a portare a termine il Tour de France. Divenire il nuovo simbolo di una nazione che reclama i suoi spazi anche nel ciclismo su strada dopo innumerevoli successi su pista (la cui tradizione prosegue ancora oggi) senza che i suoi esponenti si trovino ad essere ricordati semplicemente come i simpatici ridolini del Sol Levante. Arashiro va, Pineau pure, Fouchard sembra cedere ma decide di tener duro. Il triangolo rosso è superato, il gruppo è lì pronto a fagocitare tutto e tutti ma è distante ancora centocinquanta metri almeno. C'è l'ultima curva quasi ai cinquecento metri, ma sì se ci si crede si può fare e difatti poco dopo sono ancora in tre davanti. Arashiro è commovente ma in quella posizione sa che il sogno della vittoria si infrange per lasciar posto all'orgoglio di un podio di cui andar comunque fieri, Pineau prende la testa negli ultimi duecento metri e si gioca un derby tutto francese con Fouchard, che nel frattempo si era un pò rianimato. Chi però conosce l'atleta della Quick Step sa che la volata non avrà storia e che sarà proprio lui ad alzare le braccia al cielo come puntualmente accade.

Si apre ufficialmente così il momento dei numeri tanto amato dagli statistici: Pineau che torna alla vittoria dopo sei anni; la Francia che torna a vincere una tappa al Giro dopo cinque anni (l'ultimo era stato Le Mevel a Varazze 2005); la Francia che piazza una doppietta in una tappa del Giro dopo 19 anni, da quando il compianto Casado nel 1991 ebbe la meglio sul connazionale Thueux in quel di Olbia, vestendo pure la prima rosa di quell'edizione. La Francia che oggi più che mai ribadisce che c'è, che è tornata ad esserci come protagonista e che vuole proseguire sempre più su quella strada che dai successi aveva improvvisamente svoltato al bivio dell'anonimato. Dietro uno sprint di rimpianti, con Farrar di nuovo davanti a tutti, davanti a Henderson, Petacchi, Brown e Greipel e a quel rimuginare su cosa andava fatto per tempo e non si è fatto.

Non ce ne vogliano i guerrieri dello sprint, ma questo Giro in fondo ci sta piacendo anche per questo. Per la capacità di mettere in discussione ciò che appare ovvio.

(cicloweb)

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Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo) da Raisport

«È stata una tappa molto nervosa fino alla fine, i miei compagni sono stati splendidi a tenermi davanti nel finale. Io curavo la ruota di Vinokourov perché so che in questi arrivi può essere pericoloso, magari prendendo un abbuono. Tutto è andato per il meglio e il fatto che sia il primo a tenere la maglia rosa per più di un giorno spero sia di buon auspicio. Io ce la metterò tutta per portarla fino alla fine».

Valerio Agnoli (Liquigas-Doimo) da Raisport

«Questa maglia è il frutto di un grande lavoro di squadra e per me è solo un onore indossarla. Non dimentico che noi siamo venuti al Giro per Ivan e Vincenzo e per far portare ad uno di loro la maglia rosa fino a Milano».

Jérôme Pineau (Quick Step) da Raisport

«Negli ultimi chilometri non ho pensato a niente, solo a spingere, incitato dalle parole di Bramati per radio. Non dovevo venire nemmeno al Giro, l'ho deciso solo tre settimane fa perché ho pensato che fosse la corsa giusta per rilanciarmi e questa vittoria mi ha dato ragione».

Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) da Raisport

«Come squadra abbiamo fatto il possibile per prendere la fuga, ci credevamo. Le altre squadre potevano aiutarci prima perché i fuggitivi erano gente forte e in più nel finale avevano il vento a favore. Sicuramente ci riproveremo nei prossimi giorni».

(cicloweb)

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Per correttezza d'informazione ora la vado a modificare la pagina di Nibali perchè non è assolutamente vero che ha tenuto Contador e Schleck.

Su che quest'anno è più forte lo dirà la strada e non la carta d'identità. Anche perchè per adesso la sua stagione rispecchia esattamente quella dell'anno scorso. Niente più e niente meno. Bisognerebbe smettere di ragionare alla PCM

No TwTsFa ...il tour me lo sono visto tutto e di tour me ne sono visti 25 ... Nibali l'anno scorso ha tenuto degnamente sulle salite sia a Contador che Schleck . Basta che togli i risultati delle crono per vedere che non ha subito granche'

3o a verbier a 1 minuto da contador e 20 secondi da Schleck

4o nella tappa Gran Bonnard a 2 minuti assieme ad Armstrong .PRaticamente solo qua' e' stato staccato anche perche' rimase da solo mentre davanti c'era la solita corsa assurda degli Schleck .

e 20 secondi presi sul mont ventoux !!!

Se questo non e' tenere sulle montagne che e' ????

Se ci togli dunque il tappone di Gran Bonnard ha preso 40 secondi da Andy Schleck nelle 3 tappe piu dure ( con arrivo assieme a loro a Bourg san Mourice

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non avevo mai capito cosa significasse... oggi sono andato a vedere...

Direi di moderare il linguaggio :shock:

Guarda che in America la parola è entrata a tal punto in uso comune, che è stata usata nel titolo di un episodio di non ricordo quale telefilm senza aver bisogno di specificare cosa significasse :lol: .

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No TwTsFa ...il tour me lo sono visto tutto e di tour me ne sono visti 25 ... Nibali l'anno scorso ha tenuto degnamente sulle salite sia a Contador che Schleck . Basta che togli i risultati delle crono per vedere che non ha subito granche'

3o a verbier a 1 minuto da contador e 20 secondi da Schleck

4o nella tappa Gran Bonnard a 2 minuti assieme ad Armstrong .PRaticamente solo qua' e' stato staccato anche perche' rimase da solo mentre davanti c'era la solita corsa assurda degli Schleck .

e 20 secondi presi sul mont ventoux !!!

Se questo non e' tenere sulle montagne che e' ????

Se ci togli dunque il tappone di Gran Bonnard ha preso 40 secondi da Andy Schleck nelle 3 tappe piu dure ( con arrivo assieme a loro a Bourg san Mourice

se per te perdere 3 minuti e 40 sono pochi :lol:

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