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Stylus

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  1. Fin troppo! Nella mia carriera Boonen si ritira piuttosto presto..!
  2. Toto convocazioni, provo anche io. 1 Nibali 2 De Marchi 3 Caruso G. 4 Caruso D. 5 Quinziato 6 Aru 7 Trentin 8 Visconti 9 Bennati Riserve: Colbrelli, Battaglin Crono: Cataldo Malori Paolini avrebbe dovuto correre la sua ultima in azzurro lo scorso anno..
  3. Sono con il telefonino e non posso aiutarti con il link: ci sono file mancanti. Vai un po più indietro di pagine(qui o nel thread dei bug) e trovi la soluzione!
  4. In effetti.. Contador rinuncia (non è chw non l'hanno convocato) ma ci sono Rodriguez e Valverde, mica due fetecchie, anzi, si potrebbe dire che rinuncia proprio perché tanto ci sono quei due
  5. Peraltro in realtà Cassani pagherebbe di tasca propria Pippo pur di vederlo almeno in fuga!
  6. Io spero di iniziare il prossimo settembre.. ...dalla parte della cattedra
  7. Per concludere, il discorso "fare esperienza" personalmente conta fino ad un certo punto. Gente come Aru per me viene per "fare esperienza", giovani che hanno comunque dimostrato di essere competitivi ad alti livelli, è pur sempre la nazionale e prima viene il merito. L'esperienza più utile per queste corse si fa soprattutto correndo le classiche, specie quelle delle Ardenne.
  8. Non facciamo gli schizzinosi: per la tradizione Italiana, per il fatto che non andiamo a medaglie dal 2008, e per la situazione odierna del ciclismo italiano, una medaglia sarebbe cosa positivissima.
  9. Savoldelli non ha tutti i torti, ma non avendo la certezza di poter puntare su un capitano forte come lo era Bettini nella metà degli anni 2000 io un velocista lo porterei. E spiego perchè. Innanzitutto, non sarebbe un gregario rubato al capitano: presumibilmente Nibali non sarà in grandissima forma per il Mondiale, e il Mondiale gli si addice ancor meno degli ultimi 2, dunque nel caso, rubare uno spazietto agli altri 7 compagni per un velocista non sarebbe sprecato. Il ragionamento di Savoldelli è in parte comprensibile, Degenkolb è in forma smagliante e tra i velocisti italiani ora non ci sono uomini in grado di battere top mondo e in grado di eccellere su questo tipo di percorsi quando sono in forma, figurarsi ora che non mi pare ci sia qualcuno che stia emergendo in modo particolare. Però, nel caso, non si tratterebbe di una volatona di un gruppo, una volata a treno dove i meccanismi collaudati fanno si che il miglior velocista sia pressochè imbattibile; per fare un paragone non ci troviamo di fronte ad un Zolder (e neppure ad un Copenaghen), dove era facile per il miglior velocista fare la voce grossa. E' un percorso criptico, e in questi tipi di percorsi non sempre vince il più forte e c'è più spazio per le sorprese: penso a Vainsteins nel 2000, vincitore, buon velocista ma più abituato a piazzarsi che a vincere, penso soprattutto in ottica medaglie (e una sarebbe comunque un gran successo per la nostra nazionale) dove le sorprese sono state quasi all'ordine del giorno: Allan Davis bronzo nel 2010, Geslin bronzo nel 2005, Hauptman bronzo nel 2001. Tutta gente a cui i nostri Nizzolo, Trentin o Colbrelli non ha niente da invidiare. Io ne porterei proprio uno di questi tre, "a peso morto" nel senso di non farsi condizionare dalla tattica di gara dalla loro presenza, permettendoci di correre in 8 (tanto non essendo tra i favoriti e correndo da outsider non dovrebbe fare la differenza), un po' come lo scorso anno fece Pozzato. Poi metti che si arriva in volata di gruppetto e c'è il nostro velocista, la sorpresa per la medaglia può scapparci..
  10. Quando si inizia con una cronometro così... si prevedono montagne a palate
  11. La Colombia, che si spaccia da anni come progetto leader colombiano salvo poi non riuscire a prendere nessun colombiano con un po' di blasone e farsi snobbare da tutti i talenti più fulgidi. La Novo Nordisk o la Drapac, incomprensibili professional con la difficoltà per la prima d prendere solo diabetici. La Utensilnord con Bordonali che un tempo guidava Savoldelli e Di Luca a conquistare ol Giro e anno dopo anno sponsor dopo sponsor è andata sempre peggio sempre più indietro fino a dover raccattare raccapriccianti ungheresi per far contento lo sponsor
  12. 30-03-2000 / Cado io che cadi tu Ieri ho rivisto Micaela e... ci siamo scambiati il nostro primo bacio! Imprevisto, inatteso, spontaneo! Ci siamo rivisti e come due amanti che non si vedevano da tempo, è immediatamente scattato un bacio! Nessuna parola a precederlo, nessuna parola a seguirlo. Siamo stati abbracciati, senza pretendere nulla, senza desiderare niente di diverso, quasi tutto il giorno. Eccetto le quattro ore d'allenamento in giro per le mie strade. E' stato tutto come l'avevo lasciato, ma tutto più veloce, più affrettato. Non vedevo l'ora di rivederla, nuovamente, la sera. Ho sentito anche Pietro (Caucchioli). Domani lo vado a prendere a Malpensa e partiamo immediatamente per la Toscana, Pietro era infatti occupato oggi in Spagna, insieme ad Alzamora, Arvesen, Ferrari, Gerosa, Ivanov, Kokorine e Pozzi al Gran Premio Indurain. C'era la voglia di fare bene, pur sapendo che la concorrenza era agguerrita data la presenza dell'ex campione del mondo Camenzind, e di tutti i corridori e le squadre spagnole intenzionate a fare bella figura qui, in particolare la O.N.C.E. schierava tutte e tre le sue punte di diamante: Jalabert, Etxebarria e Olano. Pietro mi ha detto che purtroppo non è stata per niente una giornata facile: innanzitutto c'era la pioggia, forte e battente sin dal mattino, anche se non aveva fatto desistere un vichingo come Arvesen nell'inserirsi nella solita fuga. E poi il ritmo: il percorso era duro e O.N.C.E. Lampre e Festina, probabilmente le tre più forti squadre al via, si erano ben coalizzate per far sgretolare il gruppo sin dai primi chilometri. E infine una caduta: Pietro era scivolato ad una settantina di chilometri dal traguardo, era riuscito a rientrare ma aveva perso forze risultate poi fatali nel momento in cui la corsa sarebbe entrata nel vivo. Che non era proprio giornata per l'Amica Chips lo si era capito anche dal fatto che una volta rientrato in gruppo Pietro, era caduto Diego (Ferrari) L'azione decisiva agli 8 dal traguardo: Sevilla (Kelme) scatta, e sulla sua ruota si porta immediatamente Etxebarria (O.N.C.E.) . I due vengono raggiunti dall'altro Etxebarria presente in gruppo, il basco-venezuelano Unai dell'Euskaltel. Affrontano il muro finale con un discreto margine incoraggiati dal fatto che, in gruppo Jalabert si comporta da gregario di lusso chiudendo su ogni tentativo, eccetto quello di Beloki che tenta un recupero disperato ma la linea del traguardo arriva prima per i due attaccanti (Sevilla non aveva retto il ritmo della coppia). Tra i due Etxebarria vince quello più talentuoso, David. Ruslan conquista l'ennesimo piazzamento, 10°. Non esattamente quello che si pensava di fare alla vigilia ma meglio di nulla. Gran Premio Miguel Indurain 1 David Etxebarria (SPA / O.N.C.E. - Deutsche Bank) 4h39'10'' 2 Unai Etxebarria Arana (VEN / Euskaltel - Euskadi) s.t. 3 Joseba Beloki (SPA / Festina) s.t. 4 Laurent Jalabert (FRA / O.N.C.E. - Deutsche Bank) + 13'' 5 Oscar Camenzind (SWI / Lampre - Daikin) + 22'' 6 Oscar Sevilla (SPA / Kelme - Costa Blanca) s.t. 7 Aitor Osa Eizaguirre (SPA / Banesto) s.t. 8 Massimiliano Lelli (ITA / Cofidis) + 55'' 9 Carlos Sastre Candil (SPA / O.N.C.E. - Deutsche Bank) + 1'10'' 10 Ruslan Ivanov (MOL / Amica Chips - Tacconi Sport) s.t.
  13. Questo ovviamente è solo il calendario dell'Amica Chips! Nel Nord la E3 si è già corsa (ma non è importante come oggi), si stanno correndo la 3 giorni di la panne e poi attraverso le fiandre. Quindi c'è il Giro delle Fiandre e per ultima la Roubaix. Vi farò un report solo delle due monumento, dove la squadra (tanto meno Basso ) non partecipa
  14. 28-03-2000 / Micaela Capelli scuri, occhi nocciola attenti a perseguir ciò che andava facendo e allo stesso tempo abili a sfuggire chi per un istante poteva fermarsi rapito dalla sua bellezza. Come me. La prima volta che ho visto Micaela è stata quest'inverno. Avevo accompagnato mia madre a fare alcune compere in centro al paese e visto che non era lontano avevamo deciso di fare due passi. E' innegabile e normale fermarsi con lo sguardo di vetrina in vetrina. Il mio sguardo s'era però imbambolato su quella di un Centro Lampade, che non aveva nulla di speciale se non lei. Se n'era accorta immediatamente e, sguardo basso, era subito sfuggita al mio. Così come se ne era accorta mia madre: "Quella è Micaela! La figlia di Ernesto e la Giulia! E' diventata una bella ragazza!" "Chi? Non stavo guardando nessuno!" Negai immediatamente. Ernesto e la Giulia erano dei vecchi amici dei miei con la quale da piccolo avevamo avuto il piacere di condividere una vacanza al mare, e se sforzo bene la memoria ricordo una bimba grassoccia in una culla, sempre all'ombra, sotto l'ombrellone! Se allora non mi sarei fatto scrupoli ad infastidirla magari tirandole il nasino o togliendole la coperta, il solo pensiero di poterle rivolgere la parola mi faceva intimidire! Riuscì finalmente a trovare il coraggio qualche giorno dopo. Non avevo mai fatto lampade solari, ma essendo ciclista pensavo avrebbero potuto essermi utile ad evitare l'imbarazzante abbronzatura. Ma anche se così non fosse stato le avrei fatte lo stesso. In due settimane avevo fatto dieci lampade. Pensai che era meglio darci un taglio, per la mia salute e per la mia pelle e cercare di andare oltre alla formale conversazione "Quanti minuti, quanto ti devo, doccia e lettino". E riuscii ad invitarla fuori! In realtà la nostra prima uscita non era stato niente di speciale, un pomeriggio intero a Villa Recalcati, ma abbiamo parlato un sacco. Le ho parlato del mio lavoro, della mia vita di ciclista ed è rimasta affascinata. Da quel giorno causa ritiro e impegni ciclistici non ho più avuto modo di passare molto tempo con lei, è per questo che da un lato non mi dispiace ora staccare per un po' dalle lunghe trasferte e tornare a casa. Nel frattempo, i miei compagni sono partiti per la Spagna, per la seconda spedizione in terra iberica. Dopodomani corrono ad Estella, per il Gran Premio Miguel Indurain, mentre da settimana prossima si fa sul serio con il Giro dei Paesi Baschi. Servirà per prepararsi alle classiche delle Ardenne, alle quali siamo stati invitati e nelle sono sicuro che non faranno brutta figura. Per quanto riguarda il mio rientro ieri ho parlottato un po' con Boifava, realisticamente dovrei tornare il 24 Aprile, per il Giro del Trentino, ma c'è una piccola possibilità di poter correre l'Amstel, due giorni prima, fosse per me le correrei tutte, ma sarà tutto più chiaro quando tornerò dal ritiro toscano. Il CALENDARIO DI APRILE 30-03 Gran Premio Miguel Indurain 03-04 / 09-04 Giro dei Paesi Baschi 05-04 Gent - Wevelgem 12-04 Freccia Vallone 12-04 / 15-04 Settimana Lombarda 16-04 Liége - Bastogne - Liége 22-04 Amstel Gold Race 24-04 / 28-04 Giro del Trentino 28-04 Vuelta a la Rioja
  15. Il valore in montagna si può far valere nella tappa di Montecassino e Ascoli Piceno, le salite sono abbastanza lunghe e dure. Io avrei più paura della tappa dell'Aquila: le tappe con salite brevi sono le più complicate su PCM, e occhio pure alla prima.
  16. Devo ammettere Noris, che la nuova maglia con l'accostamento di giallo flash e blu fluo è un pugno nell'occhio. Maledetti sponsor.
  17. Per un attimo ho avuto una visione: emmea accanito tifoso di Vettel. Mi sarei dovuto sorbire ignobili paragoni tra lui e Lauda, dimostrazioni di inferiorità tra il tedesco e Mansell. Ho sudato freddo. Ringraziamo dio per averci evitato questa catastrofe.
  18. Squadre senza palle! Modena conferma che non è in grado di tenere la concentrazione alta anche con le "piccole". Il Boca è deludentissimo, ancora uno 0-0! Ma la cosa più preoccupante è che non creiamo gioco, occasioni da gol e se abbiamo la fortuna di avere ancora la nostra rete inviolata è solamente per Cech. A Bianchi chiedo una netta inversione di tendenza dalla prossima partita perchè così non si può più andare avanti
  19. Infatti Stephen Roche ha in tasca un Giro un Tour un Mondiale vinti nello stesso anno, robetta che anche Contador può fare quando pare e piace, ma farlo non sarebbe tanto importante e allora non si impegna neppure a provarci. Le logiche analogie le fai tu alessio. Chi ama il ciclismo la logica li lascia ai commercialisti
  20. Dimenticavo il re dei re, Linus Gerdemann: acclamato come futuro Ullrich, maglia gialla a soli 24 anni, naufragato nel nulla.
  21. Semmai statistico, l'ignoranza ciclistica la dimostri tu non sapendo distinguere il valore di Pantani da Contador e ponendo come maggiormente rilevante il dato statistico.
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