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[STORIA CYM06] Storie dell'altro mondo??


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Beh, almeno Knetemann ha salvato la faccia!

PS. Notate chi è arrivato 6°? GRANDE OSCAR!! :roll:

AH AH vuoi proprio esser dappertutto eh?? :wink:

Cmq io questo Knetemann non lo conoscevo!! eppure era tosto! ha vinto il mondiale quando son nato io! :lol:

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Top Posters In This Topic

Mentre stiamo parcheggiando l’ammiraglia si avvicinano due tipi. Impermeabile grigio, cappello, occhiali scuri. :roll::lol:

Buongiorno signor Spairani

Ci conosciamo?

Noi la conosciamo, e presto ci conoscerà anche lei. Non si preoccupi, ci segua.

Ma non posso, devo andare dai ragazzi, la gara è finita, la riunione tecnica…….

Sono a posto, abbiamo pensato a tutto noi. Avranno un’accoglienza in albergo che non dimenticheranno.

Questi due non mi piacciono per niente, pensavo che almeno qui non ci fossero cose del genere, ma mi sbagliavo. Non ho via d’uscita e li seguo, anche se le loro parole non mi lasciano tranquillo, ne per me ne per i ciclisti. :wink:

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Arrivo davanti ad una villa appena fuori Marsiglia, non lontano dalla partenza. La macchina rallenta, i due scendono e mi “invitano” a fare altrettanto.

Nella villa ci attende una persona vestita di scuro, molto elegante, che mi accoglie e mi fa accomodare.

Tutto bene signor Spairani?

Direi proprio di no. Sono stato quasi costretto a venire qui, ho mollato i miei ciclisti senza una spiegazione, ed una spiegazione penso di meritarla anch’io.

Si calmi e si sieda. Ecco, così. Vede, non avevamo intenzioni cattive, è che certe abitudini sono dure a morire. Visto che ci tiene, le spiego tutto. Io sono Vladimir Kolovanov, proprietario dell’Alfa-Lum. Sono quello che ogni mese paga lo stipendio a lei ed ai ciclisti. Ci tengo molto a voi, sa? E visto che ci tengo molto, vorrei che i nostri rapporti restassero buoni.

sponsorom2.jpg

E io cosa posso fare?

Deve fare il suo mestiere, e farlo bene. Noi abbiamo a cura tutto ciò che ci da soddisfazione. Quello che invece non funziona, come dire, ecco, ci infastidisce. Lei faccia funzionare la parte che le compete, li faccia correre e li faccia vincere, e vedrà che non succederà nulla di male……

Sono allibito, letteralmente senza parole.

Esco dalla villa senza proferir parola, poi quando risalgo in macchina con i due accompagnatori di prima, oso chiedere:

Ma come può essere arrivato fino a qui un uomo così??

In che senso?

Non mi sembra proprio un bravo ragazzo, dai.

Si, ma è tutta scena. Non lo ho mai visto perdere le staffe da che lo conosco.

Certo – aggiunge il suo socio – lui rimane sempre calmo. Per i lavoretti più “delicati” ci siamo noi.

Il suo compare gli tira una gomitata che avrebbe spezzato il costato ad un vitello, ricavandone uno sbuffo ed un silenzio carico di tensione.

E cosa ci fate voi quassù??

Sai come funziona, no? Tra sconti di pena per buona condotta, attenuanti generiche e quant’altro un paio di secoli dal purgatorio li abbiamo limati. Poi, un paio di anni fa, c’è stato l’indulto………

Nooooooooooo, anche qui. :wink:

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Torno in hotel dai ragazzi quando sono già le otto di sera. C’è un insolito movimento, musica, ragazze. Si avvicina Zadrobilek.

Ehi mister, bella festa, ottima idea. Le ragazze poi, sono uno schianto.

Sciandri alle sue spalle ne ha una al fianco

missbielosh6.jpg missbielo2nt5.jpg.

Sciandri si lancia:

Mario, ti presento Miss Bielorussia 2004. E non è solo bella, è anche simpatica.

Max, per come hai pedalato oggi, ti meriteresti una notte con Mister Muscolo……..

Sciandri mi guarda strano e se ne va con la sua biondina sottobraccio.

Devo dire che Kolovanov ha pensato proprio a tutto, la sua efficienza mi spaventa. Se le cose dovessero andare male, non mancherà di mantenere la sua promessa. Con questo pensiero me ne torno in camera. Che festeggino pure, i ragazzi, io non sono dell’umore

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Ieri abbiamo conosciuto il "boss", che ha dimostrato la sua generosità nell'organizzare una grande festa per la squadra, ma anche il suo lato oscuro, che potrebbe emergere se le cose non andassero per il verso giusto.

Oggi si riparte da Besseges, con una motivazione in più per far bene ma anche un po' di tranquillità in meno da parte mia.

Per la 5 giorni in terra di Francia saranno al via in otto, con Kelly per la classifica e Abdu in cerca di tappe.

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Ai nastri di partenza però ne manca uno. Una rapida occhiata, e chi può essere: Lauritzen!!!! :wink::shock:

Lo vedo arrivare in lontananza, trafelato.

Mario, scusa, non ho sentito la sveglia.

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Appena in tempo, ma Otto ce la fa e si parte.

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Intorno a metà tappa, comincia lo stillicidio di corridori che non riescono a tenere il ritmo del gruppo. Tra questi anche il nostro Yates, che si classificherà ultimo. Non poteva mancare anche Pollack, che si stacca sul ponte della ferrovia.

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I fuggitivi vengono ripresi e, a 20 km dal traguardo, galvanizzato dal successo di Marsiglia ci riprova Hamilton; con lui Guesdon e il campione danese Bak. Quest’ultimo però va in difficoltà, e lascia Hamilton e Guesdon a giocarsi la vittoria.

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Kelly, che ha già una discreta gamba, prova a richiudere lo strappo, tirandosi dietro tra gli altri Moser. :shock:

pcm0022up3.jpg

L’irlandese riporta il gruppo vicino quanto basta per annullare il distacco cronometrico, non per giocarsi la vittoria.

Allo sprint Hamilton ha la meglio e concede il bis, due vittorie in due giorni. :wink:

pcm0024uj4.jpg

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2° tappa: piatta piatta, si va spediti verso la volatona.

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C’è sempre chi vuole movimentare la corsa, questa volta tocca a Rosseel. La tappa però sembra fatta per Abdu, quindi gli Alfa-Lum si mettono in testa a limitare il vantaggio dei fuggitivi.

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Missione compiuta, fuga ripresa e arrivo in volata: Abdu e Kelly affilano le armi.

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E’ però Altig a domare tutti. Il tedescone vanta già un’ottima condizione. Per Abdu un ottavo posto, speravo qualcosa di più.

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La 3° tappa presenta qualche saliscendi in più, ma niente di eclatante.

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Nella fuga da lontano questa volta prova con successo a entrare Zadrobilek. :D

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Abdu invece impara da Pollack le cattive abitudini e non riesce a rimanere in gruppo, perdendo contatto su un breve strappo. :lol: Mi avvicino al gruppo:

Otto.

OTTO!

OTTOOOOOOO!!!!!!!!! :lol::lol:

Mario, mi hai chiamato????

C’è Abdu, in difficoltà, aspettalo, prova a riportarlo in gruppo.

Va bene.

!!!Incredibile, ha capito. 8)8)

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Il lavoro di Lauritzen però non serve, Abdu non ce la fa. Ci prova Kelly a fare la volata, ma non è competitivo. Vince Moser in un arrivo molto combattuto; Kelly fuori dai primi dieci. La maglia di leader, grazie agli abbuoni, rimane ad Altig, anche oggi ben piazzato.

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4° tappa: molto probabilmente qui si deciderà tutto.

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Visto il tracciato, si decide di mandare in fuga Jesper Skibby, che con le salite ci sa fare. Eccolo mentre, insieme ai compagni di fuga, attraversa un paese bardato a festa per il passaggio della corsa.

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Dietro, guarda un po’ chi si vede intesta al gruppo!!! Il buon Lance Armstrong 8) , probabilmente al lavoro per Hamilton.

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Io: Kelly. Sean Kelly!!! …

Kelly: Che c’è??[/color]

Io: Mettiti in coda ad Hamilton, non mollarlo, mi raccomando.

Kelly: OK, vado.

La grandezza di un ds si vede in questi momenti. Poche parole concise, Kelly che esegue gli ordini e……… parte Lemond 8):lol::lol: . Kelly sorpreso a centro gruppo con Hamilton è irrimediabilmente tagliato fuori.

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Con Lemond, solo altri 3 ciclisti tengono il suo ritmo. Sono Faber, Brandt e il nostro Gianni Motta. Ci provano anche Moser e Rasmussen, ma sugli ultimi strappi mollano. Arrivo in volata a quattro, è Motta il più veloce. Kelly prende 6 minuti. 8)8)

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Per Gianni Motta, oltre alla tappa anche la maglia di leader, vista la defaillance di Altig.

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beh direi risultati abbastanza deludenti sinora... visto sopratutto il velocista di qualità che ti ritrovi... Abdu non ha ancora risposto alle attese.

E' vero, credo che proverò il metodo Cancellara :D:lol:

Scherzi a parte, sono tutti fuori forma, dovremmo cominciare a viaggiare da inizio Marzo.

Sono disponibile per dare delle lezioni! 250 € a giornata, vitto e alloggio a vostre spese.. :lol:

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Io: Kelly. Sean Kelly!!! …

Kelly: Che c’è??[/color]

Io: Mettiti in coda ad Hamilton, non mollarlo, mi raccomando.

Kelly: OK, vado.

La grandezza di un ds si vede in questi momenti. Poche parole concise, Kelly che esegue gli ordini e……… parte Lemond  :D  :lol:  :lol: . Kelly sorpreso a centro gruppo con Hamilton è irrimediabilmente tagliato fuori.  

Dopo l’arrivo della quarta tappa Kelly si avvicina, non ha la faccia contenta

smileno0020qk2.gif gwlt43kk5.gif

Kelly: Hamilton!?! Ma come ti è venuto in mente?

Io: Beh, alla prima sembrava un fenomeno…….

Kelly: Lasciamo stare…….

Speriamo che gli passi

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Ultima tappa: percorso piatto nella seconda parte, si spera in una volata ed in Abdu.

1dx2.jpg

Parte la solita fuga, in cui cerca di inserirsi ancora Skibby. Lo scopo è raggranellare punti per la classifica del GPM, dove Jasper è terzo.

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Purtroppo la fatica si fa sentire, dopo l’uscita in avanscoperta di ieri Jasper oggi non ce la fa proprio :roll: . Ed è un peccato perché la fuga arriva. Volata a quattro, vince il belga Demol della Mapei.

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Gianni Motta mantiene il primato in classifica e porta a casa la vittoria. Nella generale Kelly chiude 13°, si poteva fare di meglio.

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La Storia, quella vera

GIANNI MOTTA

Gianni nasce a Cassano d'Adda, lo stesso paese che ha dato i natali al più grande calciatore italiano di tutti i tempi (opinione mia…. Indovinate chi è??) il 13 marzo 1943. L'Europa è sconvolta dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale e sono tempi duri per tutti.

E' il periodo in cui la bicicletta è la vera regina della strada, sono i tempi di Coppi, Bartali e Magni. Sulla statale Gorgonzola-Milano si formano dei gruppetti degni delle corse vere, con tanto di volate in prossimità dei cartelli indicatori delle località, che rappresentano una sorta di traguardi volati. Vedendo questo ragazzo agile e scattante, alcuni appassionati lo presentano a patron Macchi della Faema, la società milanese che già è presente in qualità di sponsor in tutte le categorie ciclistiche. All'età di 16 anni Gianni ottiene il suo primo tesserino federale e nelle prime gare tra esordienti è un fulmine di guerra. Vince la prima corsa della carriera a Biassono e lo fa in modo perentorio infliggendo pesanti distacchi agli immediati inseguitori. Gianni pedala con stile impeccabile su una bici Ernesto Colnago. A presentarlo a Colnago, che in quel periodo faceva il meccanico, è Clay Santini, un altro corridore di Groppello d'Adda. Gianni vince ancora e chiude il primo anno di attività con 6 affermazioni. A 17 anni diventa allievo e negli appuntamenti importanti è sempre pronto a salire alla ribalta, spesso con vittoriose fughe a lunga gittata. Al primo anno da allievo consegue 6 vittorie: saranno rispettivamente 13 e 20 nelle annate successive. E' da allievo che un giorno Gianni incontra il professionista Imerio Massignan in allenamento. Massignan si dirige verso il Muro di Sormano, la salita situata ai margini del Ghisallo (sta preparando il Giro di Lombardia), e credendo di staccare in breve quel coraggioso e impertinente biondino, Imerio scatta. Ma Gianni non si fa staccare, anzi replica all'allungo dell'esterrefatto Massignan.

A fine '63, tramite Ernesto Colnago, che Gianni comincia a chiamare "padrun", è pronto un contratto per passare al professionismo nella Molteni. Con la maglia blu-camoscio della Molteni il debutto avviene nel febbraio '64. Con lui in squadra ci sono elementi del calibro di Dancelli, De Rosso e Fornoni. Il corridore di Groppello non fatica ad inserirsi in mezzo a tanti campioni e per lui la prima affermazione nella categoria superiore arriva in Svizzera, nel Giro di Romandia. E' il 9 maggio e si impone nella cronometro individuale disputata nel circuito di Le Locle sulla distanza di 32 km.

Irrequieto e anticonformista fuori corsa, grintoso e spavaldo in gara; il colpo di pedale facile ed efficace, le impennate brucianti, i guizzi irresistibili agli arrivi gli propiziarono una grande massa di ammiratori antagonisti di quelli del suo contemporaneo Gimondi con il quale ha dato vita a una rivalità fonte di scontri di grande interesse. Cosa che gli impedì di far parte per un paio d'anni proprio della Salvarani, la squadra di Gimondi. Ma i rapporti tra i due non si aggiustarono. Anzi, la decisione del c.t. Defilippis di escluderlo dalla nazionale del '73 a Barcellona venne interpretata come la mossa giusta per spingere Felice, senza la preoccupazione per l'assenza del rivale, alla conquista della maglia iridata.

In occasione di un altro campionato mondiale, nel '67, fece scalpore sottoponendosi a una preparazione inconsueta e stressante da parte di un medico-mago, il dottor De Donato; si presentò preparatissimo sul Circuito di Heerlen ma, subendo il peso totale della corsa, nella volata finì soltanto 4° dopo Merckx, Janssen e Saez dando vita a una polemica bruciante.

A 21 anni aveva già alle spalle un ricco palmares con 8 vittorie stagionali tra le quali il Giro di Lombardia, il Trofeo Baracchi (in coppia con Fornoni) e un quinto posto al Giro d'Italia; nella stagione successiva alle vittorie aggiunse un eloquente terzo posto al Tour de France (dietro Gimondi e Poulidor) che annunciò il trionfo nel Giro d'Italia del '66 e quello del Giro di Svizzera del '67.

Quanto avrebbe potuto vincere senza il "misterioso" guaio alla gamba sinistra che condizionò riduttivamente la sua carriera?

A questo interrogativo non troveremo soluzione. Nessuno può immaginare le sue sofferenze, i suoi pianti nascosti, anche e soprattutto per la rabbia e il senso di impotenza dopo aver consultato decine di specialisti.

La via crucis di Motta dai medici era cominciata all'inizio del 1967, un anno dopo essersi aggiudicato, perfino con spavalderia, il Giro d'Italia.

Il dolore insopportabile e il conseguente gonfiore alla coscia sinistra insorgevano soltanto in bicicletta, dopo un certo sforzo, poi sparivano. Nel muscolo non c'era sufficiente irrorazione. Un successivo esame a Milano rivelò "una strozzatura e una lesione traumatica alla arteria iliaca sinistra".

Nel 1965 era caduto in una tappa del Giro di Romandia, mentre si trovava in fondo al gruppo e la ruota di un'auto al seguito gli era passata sul ginocchio, costringendolo anche a rinunciare al Giro d'Italia. I medici milanesi quasi non credevano che Gianni avesse potuto correre e vincere in quelle condizioni. L'operazione era indispensabile, ma avrebbe dovuto chiudere la carriera.

Era disperato e su consiglio del dottor Modesti si rivolse al professor Cevese, un chirurgo di Padova, che gli assicurò che in tre mesi se la sarebbe cavata.

Si procedette al by-pass e fu un miracolo: cinquanta giorni dopo vinceva un circuito a Urbisaglia e una settimana dopo il Giro dell'Umbria. Era il 1970, quattro anni di pene, dopo aver maturato più volte il ritiro e appunto per questo già avviato un'attività commerciale, e si ritrovava competitivo. Purtroppo la sua testa era spesso rivolta, anche in corsa, all'altra attività. Luciano Pezzi sovente lo scuoteva, ma quel malanno lo aveva angosciato inducendolo a pensare al futuro. La sua non fu probabilmente scarsa professionalità, come invece gli fu rimproverato, e le vittorie furono sempre meno fino al ritiro avvenuto nel 1974 a soli 31 anni.

Il 1974 è la sua ultima stagione anche se due anni dopo la fine della carriera, nel 1976, fece un'apparizione nel Giro delle Puglie che però non ebbe seguito.

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