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Aspettando la Vuelta 2013


emmea90

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Sábado 24 agosto. 1ª etapa: Vilanova de Arousa - Sanxenxo, 27 kms. CRE

Domingo 25 agosto. 2ª etapa: Pontevedra - Alto de Groba (Baiona), 176,8 kms. Media montaña. Final en alto.

Km. 61 Alto de San Cosme (3ª)

Meta Alto do Monte da Groba (1ª)

Lunes 26 agosto. 3ª etapa: Vigo - Mirador de Lobeira (Vilagarcía), 172,5 kms. Llana. Final en alto.

Meta Mirador de Lobeira (3ª)

Martes 27 agosto. 4ª etapa: Lalín/A Estrada - Fisterra. La Etapa del Fin del Mundo, 186,4 kms. Media montaña.

Km. 153,5 Alto del Mirador de Ézaro (3ª)

Miércoles 28 agosto. 5ª etapa: Sober - Lago de Sanabria, 168,4 kms. Media montaña.

Km. 78,8 Alto de Covelo (3ª)

Km. 141,3 Alto del Padomelo

Jueves 29 agosto. 6ª etapa: Guijuelo - Cáceres, 177,3 kms. Llana.

Viernes 30 agosto. 7ª etapa: Almendralejo - Mairena del Aljarafe, 195,5 kms. Llana.

Sábado 31 agosto. 8ª etapa: Jerez de la Frontera - Alto de Peñas Blancas (Estepona), 170 kms. Media montaña. Final en alto

Km. 108 Alto del Mirador (3ª)

Meta Alto de Peñas Blancas (1ª)

Domingo 1 septiembre. 9ª etapa: Antequera - Valdepeñas de Jaén, 174,3 kms. Media Montaña. Final en alto.

Km. 158 Alto de Fraile (3ª)

Meta Valdepeñas de Jaén

Lunes 2 septiembre. 10ª etapa: Torredelcampo - Alto de Hazallanas (Güéjar Sierra), 175,5 kms. Montaña. Final en alto.

Km. 148,5 Alto de Monachil (1ª)

Alto de Hazallanas (Especial)

Martes 3 septiembre. Descanso.

Miércoles 4 septiembre. 11ª etapa: Tarazona - Tarazona, 38 kms. CRI.

Km. 18 Alto del Moncayo (3ª)

Jueves 5 septiembre. 12ª etapa: Maella - Tarragona, 157 kms. Llana.

Km. 88 Alto del Collet (3ª)

Viernes 6 septiembre. 13ª etapa: Valls - Castelldefels, 165 kms. Media montaña.

Km. 22,8 Alto Can Llenas (2ª)

Km. 118 Port del Rat Penat (1ª)

Sábado 7 septiembre. 14ª etapa: Bagá - Coll de La Gallina (Andorra), 164 kms. Montaña. Final en alto.

Km. 95 Port de Envalira (Especial)

Km. 125,4 Coll de Ordino (1ª)

Km. 147,5 Port del Cornella (2ª)

Meta Collada de la Gallina (1ª)

Domingo 8 septiembre. 15ª etapa: Andorra - Peyragudes, 232,5 kms. Montaña. Final en alto.

Km. 40 Col del Cantó (1ª)

Km. 109 Port de la Bonaigua (1ª)

Km. 201 Coll du Port de Balé (1ª)

Km. 226,4 Col de Peyresourde (1ª)

Meta Peyragudes (1ª)

Lunes 9 septiembre. 16ª etapa: Graus- Aramón Formigal (Sallent de Gállego), 147,7 kms. Montaña. Final en alto.

Km. 29 Puerto de la Foralada (3ª)

Km. 102 Puerto de Cotéfablo (2ª)

Meta. Aramón Formigal (1ª)

Martes 10 septiembre. Descanso.

Miércoles 11 septiembre. 17ª etapa: Calahorra - Burgos, 184,5 kms. Llana.

Km. 113,3 Alto Pradilla (3ª)

Km. 136,2 Alto de Valmala (3ª)

Jueves 12 septiembre. 18ª etapa: Burgos - Peña Cabarga, 186 kms. Montaña. Final en alto.

Km. 78,6 Alto de Bocos (3ª)

Km. 108 Puerto Estacas de Trueba (3ª)

Km. 128 Puerto de Braguia (3ª)

Km. 146,1 Alto del Caracol (2ª)

Meta Peña Carbaga (1ª)

Viernes 13 septiembre. 19ª etapa: San Vicente de la Barquera - Alto del Naranco (Oviedo), 177,5 kms. Media montaña. Final en alto.

Km. 111,3 Alto de la Campa (3ª)

Km. 142,5 Alto de San Emiliano (3ª)

Km. 164 Alto del Padrún (3ª)

Meta Alto del Naranco (1ª)

Sábado 14 septiembre. 20ª etapa: Avilés - Alto de L'Anglirú, 144,1 kms. Montaña. Final en alto.

Km. 44 Alto de la Cabruñana (3ª)

Km. 79,4 Alto del Tenebredo (2ª)

Km. 122,8 Alto del Cordal (1ª)

Meta. Alto de L'Angliru (Especial)

Domingo 15 septiembre. 21ª etapa: Leganés (Parquesur) - Madrid, 99,1 kms. Llana

Salidas de etapa inéditas: Vilanova de Arousa. Lalín / A Estrada, Sober, Guijuelo, Antequera, Torredelcampo, Maella, Valls, Bagà, Graus, Leganés / Parquesur.

Finales de etapa inéditas: Baiona. Alto do Monte da Groba, Mirador de, Lobeira / Vilagarcía de Arousa, Fisterra. La Etapa del Fin del Mundo, Lago de Sanabria, Mairena de Aljarafe, Estepona. Alto de Peñas Blancas, Güéjar Sierra. Alto de Hazallanas, Tarazona, Castelldefels, Peyragudes (Francia).

biciciclismo.com

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Bel percorso, simile a come pensavo.. avevano detto che ci sarebbe stata una tappa con il Bonaigua ma non mi aspettavo riproponessero Peyragudes. Penso che abbiano fatto bene perché senza lo squadrone sky lì qualcosa si può fare..

Quasi tutte le tappe sono interessanti, l'unica tappa di montagna che non mi piace è quella del Formigal, ma dato che lo scorso anno la più brutta era Fuente dè e sappiamo tutti cosa è successo, non la boccerei. Molto belli i ritorni di Pena Cabarga e dell'Angliru. Fantastica Haza Llana. Peccato che nella tappa del Naranco non abbiano inserito il Violeo perché sarebbe diventata molto più interessante..

Sono molto contento della conferma del Collada de la Gallina perché lo scorso anno è stata una delle tappe più divertenti e poi...........

sette giorni fa http://tracks4bikers...cks/show/123324 una tappa molto simile fatta da me per la mia prossima vuelta :mrgreen:

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Il popolo vuole salite a gógó e l'organizzazione gli dà le salite. Questo è populismo puro. Ci manca ancora che promettano di abolire l'Imu a chi si vedrà in tv tutte le 21 tappe e siamo a posto!

Delle due l'una: o questa Vuelta l'hanno disegnata bambini di 10 anni, oppure Berlusconi. Dai non è una corsa seria! tante tappe clone sotto i 200 km con il solo arrivo in salita! Valore tecnico del percorso = 0. La prima tappa per velocisti dopo una settimana e già non so quanti arrivi in salita significa che nessuno dei migliori 20 velocisti al mondo sarà al via, a meno che uno non abbia voglia di ripetere la bella figura di Degenkolb l'anno scorso contro nessuno. L'unica crono individuale è sotto i 40 e pure vallonata, ma io mi chiedo: "Che vi hanno fatto i cronomen?".

Ok, quest'anno con un percorso simile abbiamo avuto una Vuelta spettacolare, ma solo perchè si sono trovati a scontrarsi tre grandi corridori con caratteristiche simili e tutti in forma smagliante (Contador un po' meno in forma, ma gli è bastato). L'anno prox, con un percorso che negli ultimi 10 giorni non offre variazioni significative rispetto alla prima parte, dopo metà Vuelta rischiamo di avere la classifica finale già scritta.

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  • Amministratori

Non penso che la Vuelta dello scorso anno sia stata spettacolare solo per i corridori - il percorso ha aiutato molto. Una corsa con 11 arrivi in salita come può non essere seria? Basta star male un giorno e stai fuori... al Tour se stai male un giorno è difficile che sia un giorno di montagna, qua è il 50%...

Nel ciclismo di oggi i distacchi in linea si fanno solo in salita e pochi, ergo più salite (decisive) ci si mette dentro più il percorso fa venire fuori il valore dei corridori. Per i cronoman c'è il Tour e la sua noia.

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Non penso che la Vuelta dello scorso anno sia stata spettacolare solo per i corridori - il percorso ha aiutato molto. Una corsa con 11 arrivi in salita come può non essere seria? Basta star male un giorno e stai fuori... al Tour se stai male un giorno è difficile che sia un giorno di montagna, qua è il 50%...

Nel ciclismo di oggi i distacchi in linea si fanno solo in salita e pochi, ergo più salite (decisive) ci si mette dentro più il percorso fa venire fuori il valore dei corridori. Per i cronoman c'è il Tour e la sua noia.

11 arrivi in salita rendono sicuramente una corsa dura, su questo non si discute. Ma corsa "dura" non equivale a dire corsa "seria": non è un percorso completo che renda merito al corridore da grandi giri tecnicamente più completo. Ribadisco quello che ho sempre detto: merita di vincere un gt il corridore più completo, che non necessariamente è il miglior scalatore. Per quello c'è la maglia a pois. E poi, per l'ennesima volta, ci propinano una sfilza di tappe tutte uguali fra loro negli elementi chiave: chilometraggio breve, altimetria banale e unica salita dura alla fine. In questo modo, i valori tra i corridori si livellano, perchè solo oltre i 200/220 km i veri campioni fanno la differenza, e questo magari servirà anche a rendere più combattuta la corsa ma non rende il giusto merito a un uomo da grandi giri a tutto tondo nei confronti di uno che è solo scalatore, fosse anche un ottimo scalatore.

Secondo me una corsa del genere non sarebbe piaciuta nemmeno a Pantani, perchè uno come lui sarebbe riduttivo definirlo scalatore: lui era soprattutto un fondista che si esaltava sulle grandi distanze, mentre in una Vuelta del genere avrebbe dovuto guardarsi anche da un Cacaito Rodríguez qualunque, per dire di quei colombiani di 50 chili che sanno andare soltanto in salita (e non quelli della nuova generazione - gli Urán, gli Henao e i Betancur - che sembrano molto più completi; Quintana invece mi pare ancora della vecchia scuola).

Questa è per l'ennesima volta una Vuelta su misura per Joaquín Rodríguez e intendiamoci, a me Purito piace tantissimo e ha fatto un 2012 straordinario nel quale avrebbe meritato di vincere almeno una corsa tra Giro e Vuelta, ma in un percorso del genere uno come lui è enormemente avvantaggiato rispetto a un Contador, che è più forte di Rodríguez su tutti i terreni ma ha il solo difetto di essere meno esplosivo sulla singola salita medio-corta. Uno come Basso, poi, da un percorso del genere è completamente tagliato fuori (intendendo Basso come tipo di corridore, diciamo pure un Andy Schleck o un Nibali o un Van den Broeck, cmq tutti fior di corridori sulle tre settimane, e che come tali non meritano di dover correre su percorsi del genere, per non parlare poi dei sempre più vituperati cronomen, che continuano ad espiare le colpe di decenni di Tour de France del passato corsi sulle autostrade: che colpa ne hanno i corridori di oggi?).

Al confronto di questa Vuelta - così sbilanciata verso un tipo particolare di corridore, lo scalatore scattante e non necessariamente resistente sul fondo - pure il Tour 2012 fatto su misura per Wiggins era una corsa aperta a molti più tipi possibili di vincitore.

Anche perchè con 11 arrivi in salita - dei quali la metà su strappetti duri ma brevi - più che i distacchi rischiano di essere decisivi gli abbuoni al punto da essere non solo influenti, ma addirittura condizionanti ai fini della classifica generale.

Percorsi del genere saranno anche spettacolari, ma snaturano l'essenza stessa dell'uomo da grandi giri. E ripeto: alla fine non premiano veramente nemmeno lo scalatore più forte, ma solo il più esplosivo e veloce. E se in una corsa di un giorno chi è più veloce è fatalmente avvantaggiato, non è giusto che lo sia anche in una gara di TRE settimane.

Dove sono le tappe lunghe e dure? Dove le grandi discese che possono mettere in difficoltà anche gli scalatori più forti, costringendoli magari a spettacolari recuperi sull'ultima salita dopo essersi staccati in precedenza? Dove le tappe intermedie che non hanno un punto chiave dichiarato, ma tanti tranelli disseminati lungo il percorso e per questo si prestano all'inventiva dei corridori tatticamente più coraggiosi, e ai giochi di squadra incrociati? In parole povere, dove sono le tappe capaci di offrire uno svolgimento diverso rispetto al format scontato "fuga da lontano+tranquillo inseguimento del gruppo+fuochi d'artificio finali", che certo può essere bella vista una, due, tre, quattro volte nell'arco di un giro, ma alla lunga rischia di stufare? Ogni giorno vedremo praticamente la stessa tappa, con gli stessi protagonisti davanti, e ogni giorno varrà la pena accendere la tv solo nell'ultimo quarto d'ora. Per carità, magari ogni giorno vedremo un quarto d'ora esaltante, ma questo secondo me non è il ciclismo che eravamo abituati a vedere, ma piuttosto un altro sport ad uso e consumo della tv. E non so se mi piace poi tanto. Sarebbe come voler fare i gp di formula 1 di 15 giri, perchè tanto quello che interessa alla gente sono la partenza e l'arrivo, oppure le partite di tennis a 1 set solo per evitare i tempi morti o le partite di calcio su campi di 50 metri per avere sempre una squadra nell'area di rigore avversaria ed eliminare il fraseggio a metà campo. Come se la Sanremo, che tanto lo sai che arriva in volata, la facessero iniziare ai piedi della discesa del Poggio risparmiandoci quegli "inutili" 295 km di avvicinamento.

Sarò antico, ma io preferisco mettermi davanti alla tv per vedere un tappone di 220 km e 5 passi nel quale magari poi alla fine non succede niente e la corsa si riduce cmq agli ultimi 3 km - ma per tre ore hai vissuto degli sguardi incrociati tra i corridori, delle contromosse tra i vari diesse, degli attacchi delle seconde linee, sempre nella speranza che da un momento all'altro potesse succedere qualcosa.

p.s.: paradossalmente, proprio la Vuelta dell'anno scorso conferma il mio pensiero. Ok, 10 arrivi in salita; ok finali spettacolari e durissimi. Ma alla fine, lo spettacolo più bello che tutti ricorderemo fra 10-15 anni (tutti, tranne magari Purito) sarà quello di Fuente Dé, cioè della tappa in assoluto più banale in mezzo a tanti Cuiti Negri e Bole del Mundo. Perchè nel ciclismo non contano solo le gambe*, ma anche la testa. Non basta saper pedalare, devi anche saper giocare a poker.

* bastassero solo le gambe - con tutti i continui casi di doping che continuano ad esserci - avrei smesso di seguirlo già da un pezzo.

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scec ti amo :wub:

Pensavo di essere il solo a pensarla in questo modo.

Ti voterò come utente dell'anno solo per questo post :lol:

ehehhe, grazie Casa! cmq temo sia un problema anagrafico: io ho 27 anni e i primi GT che mi ricordo sono i Giri e i Tour di Indurain, pieni zeppi di crono; e ok, anch'io preferisco le montagne - chi non le preferisce? - ma quelle corse erano belle perchè avevano una "narrazione", come direbbe Vendola: c'era il cronoman tiranno, che ammazzava la corsa nelle crono, e c'erano i piccoli scalatori che avevano la missione (spesso impossibile) di portargli via la corona in salita, o magari sfruttando un'imboscata. E questo era il bello di quei giri, che non erano banali nemmeno nelle tappe intermedie, perchè appunto potevi aspettarti sempre l'imboscata o cmq perderti in mille discorsi su quale tattica il tuo scalatore preferito (al Giro del '93, ad es., tifavo Ugrumov) avrebbe usato il giorno dopo per provare a staccare Miguelon. Se invece sai già dall'inizio che tutta una serie di corridori il giro non lo può vincere, che gusto c'è?

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  • Amministratori

Smec le tappe lunghe e dure in Spagna è difficilissimo farle per la conformazione del territorio

Sarò antico, ma io preferisco mettermi davanti alla tv per vedere un tappone di 220 km e 5 passi nel quale magari poi alla fine non succede niente e la corsa si riduce cmq agli ultimi 3 km - ma per tre ore hai vissuto degli sguardi incrociati tra i corridori, delle contromosse tra i vari diesse, degli attacchi delle seconde linee, sempre nella speranza che da un momento all'altro potesse succedere qualcosa.

Strano - perché mi pare che cani e porci si fossero lamentati della tappa dello Stelvio del giro, casa compreso.

Io penso che questo sia il format che funziona e diverte. Perché quasi ogni giorno - 13 giorni su 21 tappe - la classifica cambia. Ed è questo che conta.

Prendi il calcio: il format della coppa dei campioni e del campionato del mondo, ad eliminazione diretta, non premia il più forte, altrimenti si farebbe un minicampionato tra le ultime 4/8 ecc... però funziona.

E ti ripeto: meglio così che al Tour perché al Tour una cotta nella prima settimana non la paghi, qua sì.

Che le tappe siano da salita secca non è del tutto vero: Oviedo, Angliru, Peyragudes, Guejar sierra hanno una salita prima.

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Smec le tappe lunghe e dure in Spagna è difficilissimo farle per la conformazione del territorio

Strano - perché mi pare che cani e porci si fossero lamentati della tappa dello Stelvio del giro, casa compreso.

Io penso che questo sia il format che funziona e diverte. Perché quasi ogni giorno - 13 giorni su 21 tappe - la classifica cambia. Ed è questo che conta.

Prendi il calcio: il format della coppa dei campioni e del campionato del mondo, ad eliminazione diretta, non premia il più forte, altrimenti si farebbe un minicampionato tra le ultime 4/8 ecc... però funziona.

E ti ripeto: meglio così che al Tour perché al Tour una cotta nella prima settimana non la paghi, qua sì.

Emmea, il punto secondo me è che noi diciamo due cose diverse: per te l'importante è che una corsa sia spettacolare, incerta, combattuta, anche a scapito di tutto il resto. Per me, invece, lo spettacolo certamente è importante ma non può compromettere il valore tecnico complessivo di una gara. Poi - va beh ma questa è un'idea mia - ci si lamenta sempre che i corridori aspettano gli ultimi 3 km per darsi battaglia, ma se si fanno percorsi del genere è naturale che sia così, e che anche quelle poche volte che c'è una tappa un po' diversa, i ciclisti siano a corto di idee nell'inventarsi qualcosa di nuovo.

Non so Casa, io la tappa dello Stelvio di quest'anno non l'ho mai contestata: ho capito che certe salite in apertura di tappa possono essere sprecate, ma se il chilometraggio è breve possono anche fare esplodere la corsa (vedi tappa dell'Alpe al Tour 2011). E poi un percorso "ignorante" ogni tanto male non fa, proprio perchè quantomeno offre la possibilità (anche se remota) di assistere a qualcosa di diverso.

Poi il gt che inizia, nell'ordine, con cronosquadre+arrivo in salita+altro arrivo in salita non sta nè in cielo nè in terra e mi pare che una cosa del genere l'abbia detta anche tu in passato: in questo modo, anche dal punto di vista dell'organizzatore, ti dai la zappa sui piedi da solo perchè tagli subito fuori dai giochi almeno 2-3 corridori, 2-3 protagonisti in meno che avrebbero anche potuto fare mediaticamente crescere l'attenzione intorno alla corsa (e questo è un particolare di cui Giro e Vuelta hanno bisogno, solo il Tour può farne a meno). Pensaci un attimo: immaginiamo che il tema della prox Vuelta sia Purito-Valverde-Contador, la rivincita (anche se non sarà così, ma ipotizziamolo) solo che tutti e tre sono reduci dal Tour, e sull'Alto da Groba, prima tappa in linea, Valverde va fuori giri e perde due minuti. La corsa ha già perso un protagonista.

Un grande giro deve vivere anche di qualche giorno di rodaggio, lasciare la scena a protagonisti diversi da quelli che poi se le suoneranno per la vittoria finale, costruire storie alternative. In questo modo, invece, spaventi i velocisti e tutto sommato finisci col tenere alla larga anche gli uomini da classiche che hanno sempre scelto la Vuelta per preparare il mondiale: questa Vuelta è troppo dura fin da subito e quindi sei subito costretto a faticare, con il risultato che rischia di essere controproducente per la preparazione.

Che le tappe siano da salita secca non è del tutto vero: Oviedo, Angliru, Peyragudes, Guejar sierra hanno una salita prima.

Nella tappa dell'Angliru scommetto quel che vuoi che sulla saltia prima non succederà niente, troppo meno impegnativa rispetto all'ultima perchè quealche big si muova;

Oviedo di per sè ha un bel disegno, ma sarebbe stata una gran bella tappa da promuovere ad inizio Vuelta con una classifica corta, non verso la fine quando la maggior parte dei giochi saranno fatti, e sul Naranco puoi fare una differenza relativa;

Peyragudes corrisponde al mio profilo ideale di tappone, ma in questo caso sei stato tu a stroncarla dicendo che se Prudhomme fa una cazzata non sei obbligato a ripeterla :wink:

su Gujear Sierra ti do ragione: bel percorso, aperto a più soluzioni e passato nel punto giusto della Vuelta.

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  • Amministratori

Poi il gt che inizia, nell'ordine, con cronosquadre+arrivo in salita+altro arrivo in salita non sta nè in cielo nè in terra e mi pare che una cosa del genere l'abbia detta anche tu in passato: in questo modo, anche dal punto di vista dell'organizzatore, ti dai la zappa sui piedi da solo perchè tagli subito fuori dai giochi almeno 2-3 corridori, 2-3 protagonisti in meno che avrebbero anche potuto fare mediaticamente crescere l'attenzione intorno alla corsa (e questo è un particolare di cui Giro e Vuelta hanno bisogno, solo il Tour può farne a meno). Pensaci un attimo: immaginiamo che il tema della prox Vuelta sia Purito-Valverde-Contador, la rivincita (anche se non sarà così, ma ipotizziamolo) solo che tutti e tre sono reduci dal Tour, e sull'Alto da Groba, prima tappa in linea, Valverde va fuori giri e perde due minuti. La corsa ha già perso un protagonista.

Da un lato è vero. Dall'altro lato perché se un corridore sta male nei primi giorni deve essere "graziato"? Cioè secondo me essere in crisi la prima domenica deve equivalere ad esserlo alla seconda, alla terza ed alla quarta.

La Vuelta non prepara più il mondiale da quando hanno inserito una settimana vuota in mezzo.

Io penso che la Vuelta abbia fatto una scelta: quella di non essere un Tour/2 o un Giro/2 ma una corsa con una sua identità totalmente differente dalle altre 2. E penso che sia la linea vincente da seguire nel ciclismo di oggi: inutile pretendere gente che attacchi ai -70 con nove corridori per squadra. Accadeva raramente in passato e oggi non accade più. Tanto vale massimizzare lo spettacolo nell'ultima mezz'ora e - attenzione - che lo spettatore non stia davanti alla TV inutilmente per sei ore ma si colleghi ogni mezz'ora sapendo che in quella succederà di tutto è televisivamente un vantaggio e non uno svantaggio.

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Da un lato è vero. Dall'altro lato perché se un corridore sta male nei primi giorni deve essere "graziato"? Cioè secondo me essere in crisi la prima domenica deve equivalere ad esserlo alla seconda, alla terza ed alla quarta.

La Vuelta non prepara più il mondiale da quando hanno inserito una settimana vuota in mezzo.

Io penso che la Vuelta abbia fatto una scelta: quella di non essere un Tour/2 o un Giro/2 ma una corsa con una sua identità totalmente differente dalle altre 2. E penso che sia la linea vincente da seguire nel ciclismo di oggi: inutile pretendere gente che attacchi ai -70 con nove corridori per squadra. Accadeva raramente in passato e oggi non accade più. Tanto vale massimizzare lo spettacolo nell'ultima mezz'ora e - attenzione - che lo spettatore non stia davanti alla TV inutilmente per sei ore ma si colleghi ogni mezz'ora sapendo che in quella succederà di tutto è televisivamente un vantaggio e non uno svantaggio.

che tutto questo venga fatto a fini televisivi sono il primo ad avertelo detto. Però appunto: prendo atto che il valore tecnico passa in secondo piano rispetto allo spettacolo.

Poi, secondo me, l'unica ricetta per aumentare a colpo sicuro lo spettacolo, senza stare a stravolgere i percorsi, è ridurre il numero di corridori per squadra ad 8, o anche a 7 se è il caso.

Giusto che la Vuelta si voglia distinguere dal Tour: il fatto che per fare questo, però, rinunci alla sua caratura tecnica, è una sua scelta. Voglio dire, nessuno contesta il fatto che la Vuelta sia sempre stata una corsa amica degli scalatori, ma a tutto c'è un limite.

Mentre contesto decisamente il fatto che un corridore debba già essere al top nei primissimi giorni di un gt: la caratura dell'uomo da grandi gare a tappe deve uscire alla distanza, deve essere premiato chi riesce a mantenere la condizione per tre settimane, piuttosto che penalizzato chi all'inizio non è ancora al top

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  • Amministratori

Penalizzato è un conto, graziato del tutto è un altro. Un GT dura tre settimane e le prime due possono essere decisive e non devono essere di riscaldamento per la terza.

Che poi il discorso è un altro: lo scandalo non è la Vuelta per scalatori, è il Tour ad ogni anno con pochissime tappe di montagna.

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Che poi il discorso è un altro: lo scandalo non è la Vuelta per scalatori, è il Tour ad ogni anno con pochissime tappe di montagna.

secondo me le due cose sono sbagliate allo stesso modo: anche a rischio che i gt finiscano tutti con l'assomigliarsi tra loro (e cmq penso che non andrebbe a finire così lo stesso, perchè con un po' di inventiva ce la fai ugualmente a differenziarti) la prima cosa è che siano bilanciati e non escludano a priori dal pronostico nessun tipo di corridore.

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  • Amministratori

Mah, io sono contrario ai giri bilanciati. Nel senso se ci fosse "solo quello" come nel contest di tracciatura ci sta. Però è giusto che i GT siano vinti da più tipologie possibili quindi ci sta quello per scalatori, quello per cronomen ecc..

Poi dipende - nel ciclismo di oggi per bilanciare 40 km di crono ci vogliono sei arrivi in salita. Il giro 2012, nonostante tutte le critiche per la poca crono, era alla fine un giro bilanciato. (Hesjedal e Rodriguez sono finiti a pochi secondi l'uno dall'altro)

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nel ciclismo di oggi per bilanciare 40 km di crono ci vogliono sei arrivi in salita. Il giro 2012, nonostante tutte le critiche per la poca crono, era alla fine un giro bilanciato. (Hesjedal e Rodriguez sono finiti a pochi secondi l'uno dall'altro)

allora, quello che tu dici è vero, 40 km a crono fanno più danni di tanta salita. C'è però un particolare che non tieni in considerazione: il passistone che stende tutti a cronometro (chiamiamolo Wiggins), deve poi cmq sudarsela in salita, e se in sei tappe di montagna concede solo qualche decina di secondi agli specialisti, è stato bravo lui, punto. Ma l'importante è che in un percorso equilibrato, sia Wiggins che Purito abbiano avuto le loro chanches.

Se poi Purito perde un Giro all'ultima crono, superato di pochi secondi da Hesjedal, la cosa può spiacere da un punto di vista del tifo, ma non bisogna gridare allo scandalo: il ciclismo è fatto di salite, discese, colline e CRONOMETRO.

Qua nessuno sta dicendo che i gt devono essere fatti su misura per i cronomen, ma nemmeno essere spudoratamente per scalatori. Voglio dire: nessuno si sognerebbe di dire che Tony Martin merita, un giorno, di vincere un grande giro solo perchè è il più forte a cronometro. Eppure, c'è chi invece grida allo scandalo se gli Joaquín Rodríguez e i Pozzovivo sono penalizzati dalla troppa crono. Non capisco come si possano conciliare le due posizioni.

Nel 2012 Purito avrebbe meritato di vincere un gt per la costanza nell'arco della stagione, e soprattutto per il miglioramento a crono: ma fino al 2011, uno come lui era giustissimo che non avesse chanches nei gt, se in una singola crono nemmeno lunghissima (come quella di Peñafiel alla Vuelta 2010) perdeva 6' in un colpo solo da Velits!

Capito cosa intendo? non deve vincere un gt necessariamente il più forte a crono, ma nemmeno il più forte in salita. Deve vincerlo il più COMPLETO. Poi possiamo discutere dello strapotere di certe squadre, che hanno budget più alti o (forse anche quello) sistemi di doping più efficienti che rendono dei campioni anche i gregari, come la Us Postal di Armstrong e, forse la Sky di oggi.

Fermo restando che la bellezza del ciclismo sta anche nell'essere uno sport ibrido - individuale ma al tempo stesso di squadra - secondo me più che partorire Vuelte come questa, sarebbe più sensato ridurre a 7 il numero di corridori per squadra, di modo che il Wiggins di turno non ammazzi la corsa con i suoi gregari.

Che poi, anche qui: Froome all'ultimo Tour avrà pure umiliato tutti in salita, ma cmq l'ultimo che ne perdeva la ruota era Wiggo, non era mica Nibali o Evans. E quindi Wiggo (anche al netto del minuto e mezzo perso da Froome nella tappa di Liegi) è stato il più forte, perchè il più completo nell'arco delle tre settimane. Siamo sicuri che con due arrivi in salia in più Nibali gli avrebbe rosicchiato qualcosa? io lo dubito.

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Che poi, anche qui: Froome all'ultimo Tour avrà pure umiliato tutti in salita, ma cmq l'ultimo che ne perdeva la ruota era Wiggo, non era mica Nibali o Evans. E quindi Wiggo (anche al netto del minuto e mezzo perso da Froome nella tappa di Liegi) è stato il più forte, perchè il più completo nell'arco delle tre settimane. Siamo sicuri che con due arrivi in salia in più Nibali gli avrebbe rosicchiato qualcosa? io lo dubito.

Se Froome avesse avuto più libertà dalla squadra avrebbe battuto Wiggins. Lo ha aspettato palesemente sia nella tappa di La Toissure sia in quella di Peyragudes, altrimenti Wiggo avrebbe perso minuti.
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  • Amministratori

E io, appunto, dico che se tutti i GT fossero indirizzati al più completo la rosa dei vincitori di GT sarebbe molto più ristretta dell'attuale, quindi giusto cambiare.

Io penso che la cronometro sia un esercizio a parte e non un qualcosa che dovrebbe decidere una corsa. Sicuramente non la cosa principale come lo è stato al Tour 2012. Penso che debba incidere per un 25-30%, non di più e non che salita e cronometro debbano essere equivalenti. Per lo stesso motivo, ad esempio, per il quale il prestigio del titolo mondiale in linea non è equivalente a quello del titolo mondiale a cronometro.

Il ciclismo vero è quello nello scontro diretto 1 vs 1 non quello a distanza della cronometro. Quello dove i corridori possono guardarsi in faccia, scattare e controscattare e non apprendere dei risultati da una radiolina. La cronometro deve essere qualcosa per decidere il vincitore tra quelli più bravi in salita e non, come è oggi, la salita decidere il vincitore tra i migliori a crono.

Froome all'ultimo Tour è stato il migliore in salita sì - ma avrei preferito vedere più "test" di quelli che ha offerto l'ultima corsa francese. Se il passistone resiste in salita, secondo me, non è perché è stato più bravo lui ma perché ormai i valori sono livellati.

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  • Amministratori

Se Froome avesse avuto più libertà dalla squadra avrebbe battuto Wiggins. Lo ha aspettato palesemente sia nella tappa di La Toissure sia in quella di Peyragudes, altrimenti Wiggo avrebbe perso minuti.

Ecco - appunto. Froome è stato nettamente il più forte in salita ma a cronometro ha preso circa tre minuti. Ipotizzando che avesse lasciato indietro Wiggins in quelle due tappe avrebbe preso non più di 35'' (il distacco di Nibali) a Peyragudes e 50'', ad essere generosi, a La Toussuire.

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Io penso che la cronometro sia un esercizio a parte e non un qualcosa che dovrebbe decidere una corsa. Penso che debba incidere per un 25-30%, non di più e non che salita e cronometro debbano essere equivalenti. Per lo stesso motivo, ad esempio, per il quale il prestigio del titolo mondiale in linea non è equivalente a quello del titolo mondiale a cronometro.

io non faccio percentuali, riconosco che è bello vengano proposti, a turnazione, percorsi di volta in volta più favorevoli a un corridore piuttosto che a un altro, ma per me ha stessa dignità un percorso sbilanciato per i cronomen come uno sbilanciato per gli scalatori. E se è per questo, è giusto che contino anche i percorsi intermedi, le colline, addirittura i ventagli e (in piccolissime dosi e non ad ogni edizione), pure gli sterrati o il pavè, perchè sono tutti aspetti del ciclismo e un grande giro deve essere la summa di tutto quello che questo sport offre.

Il discorso dei mondiali, invece, scusami emmea ma secondo me non c'entra niente con quello che ci stiamo dicendo.

Il ciclismo vero è quello nello scontro diretto 1 vs 1 non quello a distanza della cronometro. Quello dove i corridori possono guardarsi in faccia, scattare e controscattare e non apprendere dei risultati da una radiolina.

proprio perchè il ciclismo vero è quello dello scontro diretto, viva le cronometro! nelle crono non c'è squadra che tenga, e certe crono tirate sul filo dei secondi, con lo schermo diviso a metà, sono spettacolari quanto un arrivo in salita. I corridori apprenderanno pure i risultati da una radiolina ma (a parte che anche in un arrivo in salita i distacchi li apprendono alla radio) ciò non toglie che sono loro a faticare e sudare sulla bici; sembra quasi che essere forti a crono sia una colpa di cui vergognarsi, e non una dote che può cmq essere allenata con la costanza, la tecnica e la dedizione, COME E QUANTO l'andare in salita. Tutto è allenabile, poi è chiaro che la conformazione fisica è decisiva, che un Purito sarà sempre più forte in salita, e un Wiggins a crono. Ma come non si nega a Purito la possibilità di migliorarsi a crono, non vedo perchè non si deva fare altrettanto per Wiggo in salita.

Che poi: uno scalatore, per quanto non dotato a crono, si sa che più di 5-6' non può perdere. Rasmussen in quel Tour dove era arrivato alla crono finale che era terzo, ed è finito settimo, alla fine forse ha perso anche qualcosa di più, ma in quella crono gli sono successe tutte le sfighe possbili: già era scarso nella specialità, in più ha forato, gli si è rotta la catena, è caduto, gli è morto il gatto... e cmq anche così è stato ampiamente sotto i 10' di ritardo. Mentre al cronoman basta una cotta in montagna per perdere in un colpo solo 15'-20', e uscire di classifica. E di casi di questo tipo ne è piena la storia. Quindi anche da questo punto di vista, secondo me il rapporto è equilibrato anche in un Tour.

La cronometro deve essere qualcosa per decidere il vincitore tra quelli più bravi in salita e non, come è oggi, la salita decidere il vincitore tra i migliori a crono.

se oggi fosse veramente come dici tu - e cioè che la salita decide il vincitore tra i migliori a crono - il podio del Tour avrebbe dovuto essere 1º Wiggo, 2º Froome, 3º CANCELLARA: invece, se Cancellara ha come miglior piazzamento al Tour un 65º posto (nel 2008) vorrà pur dire che la salita una sua influenza ce l'ha.

Ripeto: giusto che vinca il più completo... e se proprio vogliamo fare delle percentuali, che il rapporto sia 50% crono-50% salita, con variabili ammesse 40% crono - 60% salita o viceversa. Non 10% crono-90% salita.

Ecco - appunto. Froome è stato nettamente il più forte in salita ma a cronometro ha preso circa tre minuti. Ipotizzando che avesse lasciato indietro Wiggins in quelle due tappe avrebbe preso non più di 35'' (il distacco di Nibali) a Peyragudes e 50'', ad essere generosi, a La Toussuire.

resta il fatto che Froome e Wiggo erano nella stessa squadra, e quindi - indipendentemente dal percorso - gli ordini di scuderia erano quelii. Diverso sarebbe stato se - anche con un percorso addirittura più semplice di quello del Tour 2012 - Wiggins si fosse staccato in salita da 5-6 corridori, anzichè da 1, e per giunta suo compagno di squadra. Fidati che se Wiggo, invece che da Froome, si fosse staccato da Van den Broeck e Zubeldia, Froome mica lo fermavano.

Ripeto: quello che tu imputi alla crono (il poco spettacolo e lo strapotere dei cronomen) è semmai "colpa" della troppa importanza che oggi hanno le squadre più forti

p.s. bello cmq 'sto scambio di idee :wink:

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  • Amministratori

Guarda che secondo me la Vuelta è anche 30% con quella cronometro, eh.

Le cronometro io le trovo tutt'altro che spettacolari: lunghe processioni noiosissime senza possibilità alcuna di sorprese. E se la Vuelta l'anno scorso tra tutti i sondaggi (cyclingnews, cicloweb ecc... ) ha vinto il titolo di Gt dell'anno un motivo ci sarà stato. La cronometro di fatto non è vera gara perché non guardi in faccia il tuo avversario mentre lo batti. Una vittoria a cronometro senza mai staccare il tuo avversario in salita la ritengo e la riterrò sempre una vittoria da codardi.

Cancellara intanto la classifica non ha mai provato a farla - quindi quel 65° è fuorviante - ma comunque è un caso estremo. Il caso migliore resta quello di un Hesjedal che pur non essendo quasi mai tra i migliori in salita può battere un Rodriguez. La cronometro dovrebbe tagliare fuori un Rolland da uno Schleck, ma non uno Schleck da un Contador - per esempio - o un Van Den Broeck da un Evans o da un Wiggins.

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Guarda che secondo me la Vuelta è anche 30% con quella cronometro, eh.

Le cronometro io le trovo tutt'altro che spettacolari: lunghe processioni noiosissime senza possibilità alcuna di sorprese. E se la Vuelta l'anno scorso tra tutti i sondaggi (cyclingnews, cicloweb ecc... ) ha vinto il titolo di Gt dell'anno un motivo ci sarà stato. La cronometro di fatto non è vera gara perché non guardi in faccia il tuo avversario mentre lo batti. Una vittoria a cronometro senza mai staccare il tuo avversario in salita la ritengo e la riterrò sempre una vittoria da codardi.

anche secondo me la Vuelta l'anno scorso è stata nettamente il gt più bello, ma per i protagonisti che abbiamo avuto, e lo spettacolo è venuto fuori perchè la corsa si è giocata direttamente tra i capitani, con un ruolo relativo delle squadre (tutt'al più, Purito ha avuto Moreno, Valverde ha avuto Quintana, e Contador nemmeno quello).

La cronometro è cmq competizione sportiva, per cui chi la vince non è un codardo, ma il più forte nella sua specialità. Ci manca ancora che istituiamo il crimine di specialista delle crono! :P

Semmai è da "codardi" vincere un Giro attaccando quando la maglia rosa fora (vedi Magni con Nencini nel '55) o si ferma a fare pipì (vedi proprio Nencini con Gaul nel... 57?), ma in realtà anche quelle, a loro modo, sono state delle "genialate". Poi non voglio fare il moralista, ma è più da codardi pomparsi fino al midollo come Landis a Morzine '06 e ribaltare in quel modo un Tour in salita, piuttosto che vincerlo zittendo tutti a crono come ha fatto Wiggins o faceva Indurain.

Sembra quasi che Wiggins sia una pippa che in salita si stacca da 100 corridori, ma siccome è un "codardo" che va forte a crono ruba le vittorie agli altri. Wiggins è stato di gran lunga il più forte a crono e il secondo più forte in salita, quindi ha pienamente meritato di vincere. Così come avrebbe pienamente meritato Nibali se fosse riuscito a staccarlo di quanto bastava in salita. Ma siccome nel confronto diretto Wiggins è stato immensamente più forte in salita, di quanto Nibali non lo sia stato a crono, è giusto che abbia vinto lui! (sospendo il paragone con Froome per il fatto che erano compagni di squadra)

Wiggins ha due gambe secche che fanno paura, e a me paradossalmente soprende di più per quanto va forte a crono che non in salita!

il mio concetto è:

- lo spettacolo non lo fanno i percorsi, ma i corridori;

- la noia non la causano i cronomen, ma certe tattiche delle squadre: prova ne è il Giro, che se è stato deludente non è certo per colpa di Hesjedal, ma per la condotta di gara della Liquigas che ha scarrozzato tutti quanti sulle grandi montagne, tenendo sempre cucita la corsa e non cambiando mai la propria tattica, ma poi Basso non è stato in grado di piazzare uno-scatto-uno.

Se i corridori oggi non attaccano più da lontano è anche per questo: chi me la fa fare di attaccare se poi i Liquigas, o gli Sky, mi vengono a riprendere?

limitiamo il numero dei gregari, ma non stravolgiamo i percorsi!

altra proposta: siccome il livellamento lo fanno anche i rapportini agili che ti permettono di salvare la gamba, anzichè fare gli arrivi sulle piste da sci tipo Cuitu Negru e Plan de Corones, limitiamo l'uso del 28, del 29 e del 30: torniamo ai padelloni degli anni '90 e all'acido lattico, e allora tornerà ad essere spettacolare anche un Tourmalet.

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  • Amministratori

E io ancora ti ripeto che la cronometro è un plus e il vero ciclismo è, di fatto, quello in linea (anche perché di classiche monumento, a cronometro, mai se ne sono viste e - per fortuna - mai se ne vedranno).

E' come se nella Formula 1 le qualifiche o il giro veloce dessero tanti punti quanto la vittoria del GP o come se nel basket ci si mettesse a fine partita a tirare 50 liberi a testa aggiungendoli al punteggio della partita. Non sono cose che devono incidere radicalmente ma sono cose che dovrebbero decidere a pari livello.

Per me è molto più stravolto il percorso del Tour che questo: il percorso ideale è il percorso dove ogni giorno, seppur di poco, cambia la classifica.

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