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Sauber96's Stages Presentation Topic


Sauber96

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prime tappe

 

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Il prologo prende il via da Via Pietro Micca, strada adiacente a Piazza Castello, si prosegue verso sud-ovest per svolgere un circuito che riporta alle spalle di Piazza Castello, ovvero nei

Giardini Reali. Le 10 curve ad angolo retto nei soli 8,7 chilometri di gara impdiranno agli specialisti di imprimere un ritmo elevato costante, rendendo aperta la partita per la prima maglia

rosa anche ad alcuni corridori più capaci di rilanciare spesso l’azione.

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Seconda tappa del Giro, prima in linea, si parte da Leinì in direzione Alpi Occidentali, una trentina di chilometri di impercettibile pendenza portano a Mezzenile dove comincia la

scalata al primo colle di giornata, il Colle della Dieta, salita piuttosto regolare al 7% complessivo, che assegnerà la prima Maglia Azzurra virtuale del Giro d’Italia. Pendenze simili si

incontrano nei primi chilometri del Col de Lis, immediatamente successivo alla fine della discesa, questa salita di 3° categoria presenta poi un falsopiano di 5 chilometri prima del

leggero strappo finale su cui è posto il Gpm. Il primo Traguardo Volante dell’anno è posto a Giaveno dopo un breve tratto di salita e poco prima del 3° Gpm della tappa, verso Monte

Tre Denti, dove troviamo pendenze ancora assestate attorno al 7%. Più duro, al 15%, è lo strappo di 1200 metri che porta la corsa in località Verdi, Gpm di 4° categoria, terminata la

discesa si transita una prima volta da Pinerolo, svoltando a destra poche centinaia di metri prima del traguardo per raggiungere il TV e indirizzarsi verso Villar Perosa e l’ultima salita

di giornata, il Colle di Pra Martino: 7 chilometri al 6% con qualche strappo prima di una difficile discesa che ha già tratto i corridori in inganno in passato, la picchiata concluderà a

Pinerolo dove è posto dopo un paio di chilometri piani lo striscione d’arrivo.

 

2C Colle della Dieta 13km 6,6%, 3C Col de Lis 14km 4,2%, 3C Monte Tre Denti 6km 7,4%, 4C Verdi 5km 5,7%, 2C Colle di Pramartino 7km 6,5%

 

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Partenza a Cavour, la tappa prende il via puntando verso la Liguria attraverso il Colle di Nava non segnalato come GPM, unica nota di rilievo in questa prima parte della corsa il

Traguardo Volante posto a Mondovì dopo 68 chilometri. Dopo la ripida discesa del Colle di Nava si imbocca la stada per il primo dei 3 GPM di giornata, il Colle San Bartolomeo,

6 chilometri al 6% di media, le cose si faranno davvero interessanti quando dopo aver raggiunto la costa ligure ad Imperia, secondo Traguardo Volante di giornata, si affronteranno

le due salite che potrebbero compromettere la volata dei velocisti: a 30 chilometri dall’arrivo è posto il GPM di 3° categoria della Cipressa, e ai -15 l’altro 3° cat. di Capo Nero, tre

chilometri al 6,5% complessivo ma con un tratto iniziale con rampe vicine al 15%, per una lunghezza di circa 800 metri, qui i velocisti dovranno gestirsi in modo da non perdere

contatto e di tenere sufficienti energie per restistere ai successivi 2 chilometri attorno al 4,5%. Ci sarà ancora un ultima possibilità di recuperare nei 15 chilometri che separano il GPM

dal traguardo di Ventimiglia. Solo due curve nel finale ai -1000 ed ai -650

 

3C Colle San Bartolomeo 6km 6,3%, 3C Cipressa 4km 6%, 3C Capo Nero 4km 6,1%

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Il via da Cogoleto a pochi metri dal piazzale dove è partita la seconda parte della Sanremo 2013, fino al Traguardo Volante di Sestri Levante si segue la riviera del golfo ligure, transitando anche da Genova (unico capoluogo di regione non sede di tappa coinvolto nella manifestazione), dopodichè la strada sale verso l’entroterra, più precisamente verso il Passo del Bracco affrontato da uno dei suoi versanti più facili. La salita più dura della giornata arriva pochi chilometri dopo, i 12 chilometri centrali della tappa sono infatti caratterizzati dalla salita di Foce del Rastrello che porta la corsa dalla Liguria alla lunigiana, in Toscana. Dopo la lunga discesa verso il 2° TV di Villafranca in Lunigiana cominciano le tre salite che caratterizzeranno il finale di questa tappa altimetricamente molto mossa (3700 metri di dislivello), la più semplice è la prima, 4 chilometri al 6% e cinquecento metri di falsopiano che portano alla frazione di Canossa. Segue immediatamente il GPM del Valico dei Solini, anch’esso attorno al 6% diviso in due settori di lunghezza il primo il doppio dell’altro, per un totale di 7 chilometri di ascesa, altrettanto lungo ma più duro l’ultimo GPM di giornata denominato “Podenzana”, la pendenza media è di quasi il 7% e raggiunge un picco del 15% nel suo tratto più duro. Improbabile che arrivi in fondo un gruppo compatto, perché da Podenzana ad Aulla ci sono solo 7 chilometri, di cui meno di 2 pianeggianti, il che spingerà in molti a provarci.

 

3C Passo del Bracco 14km 4,6%, 2C Foce del Rastrello 13km 6,1%, 3C Canossa 3km 7,5%, 3C Valico dei Solini 8km 5,7%, 2C Podenzana 6km 7,1%

 

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Rosignano Solvay darà il via alla 5° tappa, si scende verso il Lazio affrondando subito nei primi 100 chilometri i due Traguardi Volanti, il primo in posizione anomala, al termine della pedalabilissima salita che porta a Volterra, il secondo invece su un terreno più tradizionalmente pianeggiante seppur dopo diversi chilometri di saliscendi toscani a Monteriggioni, alle porte di Siena. La tappa prosegue in questo senso per ulteriori 80 chilometri, ma più che questi dislivelli da pianura francese a fare danni ci penserà il GPM di Piancastagnaio, 6 chilometri al 6% di media, 4% nel primo tratto e ultimo chilometro durissimo sopra il 10% in questi che sono i primi chilometri della strada verso Monte Amiata, la corsa però scenderà a valle dopo Piancastagnaio per proseguire verso Acquapendente, arrivo in salita della tappa, 2 chilometri al 5,5% che i corridori affronteranno dopo 15 chilometri di lievissima discesa a partire dal 190° chilometro di corsa. Questo tratto potrebbe permettere qualche rientro in gruppo dopo il probabile frazionamento a Piancastagnaio prima dell’arrivo che probabilmente sorriderà a qualche corridore da classiche delle ardenne.

 

3C Piancastagnaio 6km 6,5%, 4C Acquapendente 3km 5,1%

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A Tuscania la partenza della prima tappa senza Gran Premi della Montagna del Giro d’Italia, si tratta della seconda tappa per velocisti ma anche oggi le insidie non mancheranno: dall’ 80° chilometro di corsa al traguardo la tappa percorre la costa tirrenica, ed è facile immaginare che il vento proveniente dal mare possa incidere sulla corsa, rendendola tutt’altro che scontata. I primi 80 chilometri presentano invece qualche facile saliscendi, in mezzo ai quali troviamo il primo TV di Bracciano, subito dopo lo sprint intermedio la tappa intraprende la direzione verso il Mar Tirreno, che si raggiunge poco a sud di Ladispoli e non verrà più lasciato fino al traguardo, al chilometro 157 il secondo traguardo volante, quello di Anzio. L’esito della tappa sarà deciso dalle condizioni meteorologiche, quello che è certo è che anche gli uomini di classifica dovranno tenere gli occhi aperti. Ultimo km completamente dritto

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7° tappa, per la prima volta dall’inizio del Giro si riparte dalla località che ha ospitato l’arrivo il giorno precedente, in questo caso Sabaudia. La tappa parte in direzione sud, il traguardo  odierno a Benevento sarà proprio il punto più meridionale toccato dalla corsa rosa di quest’anno. La tappa incontra dopo 50 chilometri la salita che porta ad Itri, un 4° categoria non duro con pendenza media poco oltre i 4 punti percentuali, al termine della discesa si trova il TV, a Formia. Di lì ai -40 non ci sarà nulla di particolare, si entra in Campania e si affronta qualche saliscendi per entrare nell’entroterra, seguirà il secondo TV di Telese, che anticipa di pochi chilometri il GPM di Foglianise, quasi 6 chilometri al 4,3%, una salita piuttosto lunga ma pedalabile, le sorti dei velocisti dipenderanno dal ritmo sostenuto. Dopo la discesa non sono però finite le fatiche, prima un altro dentello a interrompere la marcia del gruppo e infine la particolarità del  lungo rettilineo finale: gli ultimi 850 metri sono in lastricato, il primo tratto in sanpietrini, poi un breve ritorno all’asfalto, terzo tratto con simil-pavé del nord, seguito da un settore con carreggiata divisa in due parti di diversa pavimentazione ed infine gli ultimi metri piastrellati molto meno sconnessi.

 

4C Itri 5km 4,7%, 3C Foglianise 6km 4,3%

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Prima tappa di alta montagna del Giro, il weekend della prima settimana è inaugurato dalla partenza da Castello del Matese, ieri si è toccato il punto più a sud della corsa rosa, da oggi si risale avvicinandosi al versante Adriatico, si esce rapidamente dalla Campania per affrontare il primo GPM di giornata, Rionero Sannitico, una lunga salita pedalabile di 3° cat che anticipa, dopo il TV di Castel di Sangro nel breve falsopiano, il più duro strappo di Roccaraso, 7 chilometri al 6% che si avvicinano all’8% medio nei 4000 metri più duri, dopodichè la corsa troverà un lungo tratto di saliscendi con il TV di Sulmona prima del GPM di Froca di Penne, un’altra salita di 10km non dura ancora di 3° categoria, nulla in confronto all’ultima ascesa di giornata che comincia alle porte di Carpineto della Nora e porta all’Altopiano del Voltigno, per un totale di 11 chilometri regolari all’8% di pendenza, primo traguardo di 1° categoria del Giro

 

3C Rionero Sannitico 10km 5,3%, 2C Roccaraso 7km 6%, Forca di Penne 8km 4,9%, Altopiano del Voltigno 11km 8%

 

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Nel ciclismo moderno tappe vallonate con susseguirsi di strappi duri sono uno dei pochi terreni rimasti in cui la fantasia dei corridori può avere la meglio sulle capacità atletiche, la tappa di oggi è una di quelle: si parte da Città Sant’Angelo in Abruzzo, la fuga potrebbe avere qualche difficoltà a partire per il treguardo volante piazzato a poco meno di 30 chilometri dal via, ma la corsa vera comincia al chilomentro 70, a 115 dal traguardo, quallo la strada si impenna per raggiungere il primo GPM di oggi, Ripatransone, da li in poi ai corridori saranno concessi pochi metri di pianura, in maggior parte prima dopo il GPM di Monterubbiano prima del TV di Porto Sant’Elpidio. Poco dopo il Muro di Sant’Elpidio a Mare con pendenze superiori al 30% potrebbe fare esplodere il gruppo, e nei rimanenti 45 chilometri gli strappi renderanno molto difficile un ricongiungimento, il primo è quello di Civitanova Alta, diviso in due brevi strappi al 9%, poi quello di Potenza Picena, anch’esso diviso in due parti oltre al 10%, poi la discesa e un falsopiano che ci porta vicini a Recanati, che viene saltata per scendere nella vallata adiacente e affrontare la salita di Villaggio Fratesca, 2,5 chilometri al 6,5% prima dell’arrivo in salita che porta direttamente nel centro di Recanati, altri 2,5 chilometri al 10%. Le difficoltà di oggi verranno amplificate dall’arrivo in salita di ieri, ma attenzione a non esagerare, perché domani attende una crono di 53 chilometri, e chi guadagna da un lato potrebbe perdere dall’altro e viceversa, arriverà in maglia rosa al riposo chi avrà saputo fare meglio i conti.

 

3C Ripatransone 4km 8,1%, 4C Monterubbiano 5km 5,2%, 3C Sant’Elpidio a Mare 4km 6,2%, 4C Civitanova Alta 4km 4,8%, 3C Potenza Picena2 2km 6,7%, 4C Villaggio Fratesca 3km 5,5%, 3C Recanati 3km 8,7%

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Temina la prima settimana con la prova contro il tempo più lunga dell’intero Giro, 53 chilometri da Castelfidardo a Senigallia quasi completamente pianeggianti, solo una breve salita nella prima parte del percorso classificata come 4° categoria, affrontato questo strappo di un paio di chilometri la corsa torna in direzione dell’Adriatico, sul cui lungomare si percorreranno gli ultimi 15 chilometri di corsa, in cui è posto il secondo rilevamento cronometrico di Marina di Montemarciano. Questa vicinanza alla costa di un lungo tratto della prova potrebbe presentare differenti condizioni del vento ai corridori incidendo sul risultato della tappa, gli uomini di classifica dovrebbero invece già essere piuttosto compatti dopo le tappe dei giorni scorsi. Al termine della prova trasferimento in Toscana da cui ripartirà il Giro dopo la sosta per il giorno di riposo

 

4C Loc. Marcillina 2km 7,1%

 

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L’undicesima tappa creerà inevitabilmente distacchi tra gli uomini di classifica dovuti alle durissime pendenze dell’ascesa finale. Si parte a Sansepolcro, Traguardo Volante dopo soli 40 chilometri, poco dopo comincia la prima ascesa di giornata, il Valico di Montecoronaro, un 3° categoria “abbondante” sul quale non dovrebbe svilupparsi grande movimento visti i 15 chilometri di pianura (nei quali troviamo il secondo TV di Sarsina) che separano la fine della discesa dall’inizio della salita di Monte Benedetto, 8 chilometri al 6,5%, il tratto finale da Sant’Agata Feltria allo scollinamento presenta un tratto con pendenze superiori al 10%. Al termine delle picchiata verso Ponte Messa parte la scalata a Montecopiolo, 10km al 6,5% che potrebbero già indurre a qualche scatto gli sconfitti delle tappe precedenti. A quel punto i corridori avranno pochi minuti per rifiatare prima della micidiale salita del Monte Carpegna scalato dal versante tradizionale di Carpegna, già oggi la classifica dettata dalle tappe precedenti potrebbe reindirizzarsi in favore degli scalatori puri, sicuramente usciti sconfitti dalla cronometro.

 

3C Valico di Montecoronaro 13km 5,8%, 2C Monte Benedetto 8km 6,7%, 2C Montecopiolo 11km 6%, 1C Monte Carpegna 6km 10,1%6xb.png

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Nella peggiore delle ipotesi i velocisti non sono ancora riusciti a disputare una volata, tutte le tappe per le ruote veloci fino ad ora presentavano insidie, oggi no. Pressochè impossibile che oggi gli sprinters falliscano l’occasione: 175 chilometri piatti nella pianura padana, da Lugo a Fidenza, la corsa transita una ventina di chilometri sopra Bologna e dopo Nonantola, primo dei due traguardi volanti, si inserisce sulla Via Emilia sulla quale rimarrà fino a pochi chilometri dal traguardo. Si passa da Modena e si incontra successivamente il secondo Traguardo Volante. Dai -1.8 ai -400 metri 6 curve ad angolo retto con cui ci si immette sul rettilineo finale di Viale I Maggio

 

 

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ho messo la planimetria sbagliata nella tappa di Fidenza

 

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proseguiamo con le tappe successive

 

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Tappa classificata di media montagna, ma in sostanza una tappa piatta con un unico dislivello da tre quarti della prova, subito dopo il TV do Almenno San Bartolomeo comincia l’arrampicata verso Roncola Alta, la tappa potrebbe essere scenario di una fuga, o presentare uno sprint ristretto tra i corridori che hanno tenuto sull’asperità di 8km al 7% o che sono rientrati nei 45km tra discesa e pianura che mancheranno quando si giungerà al GPM

 

2C Roncola Alta 8km 7,3%

 

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Per la prima volta si affrontano due GPM di 1° categoria nella stessa giornata, si parte da Brescia costeggiando per diversi km il lago di Garda, tappa sostanzialmente pianeggiante fino al km 115, dove già affrontati entrami i TV, si parte verso il primo dei due GPM, Folgaria, i 19 chilometri potrebbero già fare da rampa di lancio per i primi attacchi, visto che immediatamente dopo la fine della discesa a Levico Terme si imbocca la salita finale di Vetriolo Terme, 13km al 7,8%. Oggi, nella prima tappa alpina i corridori si trovano per la prima volta di fronte a salite lunghe, che potrebbero cambiare i valori in campo esposti nelle prime salite

 

1C Folgaria 19km 7,5%, 1C Vetriolo Terme 13km 7,8%

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Primo e unico sconfinamento in territorio estero, in Svizzera, in una tappa dedicata ad Hugo Koblet, primo straniero a vincere il Giro d’Italia nel 1950 scomparso 50 anni fa, la tappa Bolzano>Sankt Moritz fu scenario di ben due sue vittorie al Giro d’Italia, nel 1951 e nel 1954. Il percorso di quest’anno differisce da allora per il transito sul Passo dello Stelvio, a suo tempo sostituito dai passi del Tonale e dell’Aprica. La tappa si dirige verso Prato allo Stelvio, TV e inzio della Cima Coppi di quest’edizione del Giro d’Italia, la picchiata verso Bormio proseguirà con una leggera discesa fino a Tirano, dove comincera uno strappo che porta al Lago di Poschiavo dove si supererà il confine con la Svizzera e si comincerà la lunga scalata al Passo del Bernina, un altro falsopiano in leggera discesa di una ventina di chilometri porterà alle porte di Sankt Moritz dove è posto il traguardo

 

HC Passo dello Stelvio 25km 7,4%, 1C Berninapass 17,5km 7,5%

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il Giro è pressochè concluso, tutti i percorsi sono già stati decisi e devono solo essere tracciati definitivamente, potrebbero cambiare solo un paio di sedi di partenza

 

Nonostante le difficoltà imposte dai paletti è saltato fuori uno splendido percorso in perfetto stile Giro, da segnalare le tante novità e la grande attenzione nel non ripetere percorsi fatti e rifatti in ogni Giro fantasy che vediamo, quindi niente Finestre, niente Fauniera, niente Blockhaus, niente Gavia, niente Mortirolo, niente Zoncolan, niente Etna, niente Tre Cime, niente San Pellegrino in Alpe, niente Terminillo, niente Pampeago e niente Plan de Corones

 

 

La presunzione di giudicare errori salite solitamente scalate dal Giro per fare un percorso così insipido, contento te di arrivare ultimo. 

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Non una vera e propria cronoscalata, nella tappa di oggi salita e pianura si dividono equamente, due GPM che fanno anche da rilevamenti cronometrici. Si parte da Porlezza, sulla sponda italiana del Lago di Lugano, appena si lascia la riva la strada comincia a salire verso Laino, che si raggiunge dopo 5,5 chilometri al 7%. La strada spiana poi lentamente per 5 chilometri quando si imbocca il secondo tratto di salita, più semplice, 5,3km a meno del 6%. Dalla seconda cima mancano poi solo 3000 metri alla linea d’arrivo posta all’imbocco della salita verso la Sighignola, a cui non si giunge per mancanza di spazio. Una cronometro simile dovrebbe premiare gli scalatori pur privilegiando coloro che se la cavano anche contro le lancette. Il percorso di ritorno alla partenza delle ammiraglie è di 40 chilometri e costeggia il ramo occidentale del lago di Como

 

3C Laino 5,5km 7,1%, 3C Caslé 5,3km 5,6%

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Si incontrano nella tappa odierna tante salite classiche che spesso sono subordinate ad altre più difficoltose, oggi la corsa percorre solo queste strade formando un tracciato interpretabile in differenti modi. Si parte da Morbegno, subito comincia la marcia attraverso la Valtellina verso la Val Camonica e la Val di Sole, dopo il TV di Sondrio si entra in un insolito circuito, nel quale si affronta il GPM di Teglio prima di ritrovarsi sul percorso precedentemente affrontato una ventina di chilometri più tardi. Si affronta quindi il versante più duro dell’Aprica e si comincia il falsopiano che porta, dopo il TV di Ponte di Legno, al Passo del Tonale, punto più alto della tappa. Si prosegue in discesa nella Val di Sole prima di lasciare la direzione verso est per sterzare a sud, per raggiungere Madonna di Campiglio. La vera e propria salita in realtà finisce ai -3 dove è posto il GPM di Campo Carlo Magno, ma se qualcuno passera primo in solitaria sarà impensabile riprenderlo nei pochi metri che mancano. Quella di oggi potrebbe diventare una tappa per fughe, ma le salite poste ad intervalli regolari invitano chi avrà il coraggio a tentare il tutto per tutto dalla distanza.

 

3C Teglio 6,3km 7,1%, 2C Aprica 13,2km 6,1%, 2C Passo del Tonale 10,1km 5,9%, 2C Campo Carlo Magno 15,2km 6%

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Ghiottissima occasione per gli sprinter, l’ultima tappa senza GPM sembra l’occasione perfetta per riscattarsi prima dell’ultima volata il giorno finale. Entrambi i TV sono piuttosto lontani dal uraguardo e nulla sembra poter fermare la marcia delle ruote veloci, bisogna però vedere come reagirà il gruppo alle curve di 90° ai -1000 ed ai -600 e come si organizzaeranno i treni nella stretta carreggiata che porta dall’ultimo chilometro alla difficile curva a sinistra ai -350m. Da segnalare una leggera semicurva ai -180m che impedisce fino ad allora la vista dello striscione d’arrivo

 

 

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Prima delle due tappe dolomitiche finali, le prime due salite di oggi presentano pendenze durissime, la terza più pedalabile farà meno selezione ma più distacchi. I TV terminano all’imbocco del primo GPM del Passo Cereda, breve ma con pendenze spesso sopra i 10 punti percentuali, la stessa cosa vale per il Gran Premio della Montagna successivo, il Passo Duran, in cima al quale mancheranno solo 20 chilometri al traguardo, poco considerando che manca ancora una salita, ovvero la scalata verso Zoppé di Cadore, il tempo di scendere dal Duran e di attraversare l’abitato di Forno di Zoldo e si imbocca la salita finale, complessivamente meno dura ma piuttosto irregolare che sarà l’ultima chances di far saltare il banco prima dell’ultima giornata.

 

1C Passo Cereda 7,2km 8,6%, 1C Passo Duran 12,5km 7,9%, 1C Zoppé di Cadore 9,2km 6,9%

 

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Ogni momento può essere buono oggi, 5 cime sopra i 1400 metri pretendono uno svolgimento spettacolare. Pronti via da San Vito di Cadore si raggiunge in un attimo Cortina e quindi il Passo Tre Croci dove prenderà il via la fuga, dopo la lunga discesa le ardue pendenze potranno far partire le prime sortite supportate da compagni mandati precedentemente in avansoperta, gli inseguitori non potranno tirare fiato per i successivi 20 chilometri visto il Passo Monte Croce di Comelico immediatamente successivo al Passo del Zovo. Siamo però ancora lontani dal Passo Furcia, 40 chilometri dopo, Le pendenze del vicino di Plan de Corones possono far partire un’azione decisiva visto che subito dopo il TV si parte con il Passo delle Erbe dal versante di Longega, due tratti di salita con pendenze durissime, seguita dalla lunga, veloce e tecnica discesa al termine della quale si deciderà il verdetto finale del Giro d’Italia

 

   2C Passo Tre Croci 8,1km 7,1%, 2C Passo del Zovo 9,1km 7,1%, 3C Passo Monte Croce di Comelico 5,7km 5,4%, 1C Passo Furcia 9,1km 8,1%, 1C Passo delle Erbe 4,7km 8,9% + 7,2km 8,8%

 

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Passerella finale veneziana, nella prima metà di corsa si raggiungono i Colli Euganei per decretare il vincitore della Maglia Azzurra nel caso fosse ancora in palio, poi si svolta nuovamente verso il capoluogo veneto. Arrivo particolarissimo dopo aver attraversato il lungo Ponte della Libertà da cui si esce ai -500. Arrivo e premiazioni in Piazzale Roma

 

4C Teolo 3,2km 4,2%, 3C Monte Rua 4km 6,7%

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1C Folgaria 19km 7,5%, 1C Vetriolo Terme 13km 7,8%

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1C Fai della Paganella 9,5km 7,5%, 2C Passo Durone 10,2km 6,2%, 3C Breguzzo 4,3km 7,7%, 2C Castel Condino - Boniprati 5,6km 10%, 3C Ampola 6km 6%, 4C Val Maria-Pur 1,1km 8,7%

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2C Madonna di Campiglio 15,3km 6,1%, 2C Fontanefredde 13km 5,6%, 1C Passo di Pampeago 10,5km 9,4%, 1C Passo delle Palade 17,4km 6,9%

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1C Palu del Fersina 12,5km 6%, 2C Passo Costalunga 9,9km 4,1%, 1C Obereggen 6,9km 10%

 

 

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Nasce una nuova classica, la Classica delle Alpi, dislivello complessivo enorme di quasi 6500 metri, e 6 passi alpini da affrontare: si parte dopo 70km dal via dal centro di Bassano del Grappa con il Passo Rolle (5,4%)

Breve discesa e si torna a salire verso il tratto finale del Passo Valles (8,2%)

Nuova discesa, questa volta completa, prima di un falsopiano che porta alle pendici del Passo Fedaia (7,5%)

Non si farà la superstrada ma si costeggerà il lago del primo tratto di discesa, dopodichè la discesa si trasformerà in un falsopiano prima di arrivare al Passo Costalunga (4,1%)

Terminata la discesa a Ponte Nova la strada risale immediatamente verso il famoso Passo Lavazè (7,7%), ma l’ascesa non termina in cima, perché una volta raggiunto il passo si svolta a destra verso Passo Oclini

Altra lunghissima discesa verso il passo finale, Monte San Pietro (7%)

Dopo Monte San Pietro i corridori incontreranno 10 chilometri di saliscendi prima della veloce discesa verso Laives, da cui la corsa si indirizzerà verso il traguardo di Bolzano, posto 10 km dopo
 

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ma che diavolo dici, tu hai fatto due tappe interamente in Alto Adige e Fondo è in pieno Trentino, Obereggen invece è al confine come Pampeago nel tuo percorso

 

Pampeago è in Trentino, Obereggen è in Alto Adige. Su Fondo hai ragione, che poi la tappa sia orripilante è un altro discorso. 

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