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Un poker d'assi al Brinzio per la Pedala con i campioni

Ivan Basso, Paolo Bettini, Michael Rogers e Danilo Di Luca. Un poker d’assi per la “Pedala con i Campioni” di sabato 8 dicembre a Brinzio

(Varese). Sono già 700 gli iscritti alla manifestazione

cicloturistica a scopo benefico giunta all’ottava edizione ed ideata

nell’anno 2000 da : Stefano Zanini, Stefano Garzelli, Dario

Andriotto, Ivan Basso, Gabriele Colombo, Cristiano Frattini, Tupak

Casnedi, Oscar Mason, Daniele Nardello, Andrea Peron, Davide Frattini

e Simone Zucchi. Molti di loro saranno presenti anche all’edizione di

quest’anno che vedrà tra i protagonisti anche il “fico” Bruno Arena,

Maurizio Bellin, Paolo Bailetti, Enrico Gasparotto, Luca Paolini,

Charly Wegelius e Gustav Larsson, e la ciclogirl Veronica

Andreasson. Il ritrovo dei partecipanti è previsto per le ore 9.00

presso il Municipio di Brinzio con il via alle ore 10.15. Quaranta i

chilometri da percorrere ad andatura turistica.

Tuttobiciweb.it

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Parla un Vinokourov rabbioso: «Sono vittima di un complotto»

Alexandre Vinokourov ha ufficializzato con una conferenza stampa dai toni rabbiosi la decisione di ritirarsi dal ciclismo. «Sbatto la porta e me ne vado. Il ciclismo - ha detto - è un'ottima orchestra con un pessimo direttore».

Il kazako, 34 anni, non ha escluso il complotto: «Quando è stata creata l'Astana ci è stato detto che non ci volevano in Europa». Ed ancora: «Il ciclismo non è piu' sporco di altri sport. Il tennis e il calcio? E' stato detto che non vanno toccati».

Tuttobiciweb.it

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Ballerini e Fina sui percorsi mondiali

Nel tardo pomeriggio di ieri il Direttore Tecnico Generale della Federazione Ciclistica Italiana, Franco Ballerini ed il Commissario Tecnico Under 23, Rosario Fina hanno effettuato un sopralluogo

sul circuito iridato di Varese, teatro dei prossimi Campionati del Mondo di Ciclismo su strada da martedì 23 a domenica 28 settembre 2008.

«Il percorso della prova in linea è impegnativo e selettivo ­ commenta

Rosario Fina, Commissario Tecnico Under 23 alla sua prima uscita sull'anello mondiale. ­ Gli ultimi giri faranno la differenza. Entrambe le salite, sia quella posta subito dopo la partenza, sia quella a quattro chilometri dall'arrivo, sono impegnative. In particolare i falsopiani che seguono alla seconda salita danno la sensazione di poter "rompere le gambe", come si dice in gergo. Gli ultimi due chilometri ­- continua il Commissario Tecnico ­- sono abbastanza nervosi e permettono qualsiasi colpo di mano. Non è certo un percorso da velocisti».

«Unico e originale il percorso a cronometro», così lo definisce Fina ­ oltre che «molto tecnico, in particolare l'arrivo all'interno dell'Ippodromo. Si parte dentro la città con un percorso pianeggiante. La prima salita si raggiunge attraverso un falsopiano, circa cinque chilometri di fatica, ne consegue una discesa tecnica. Il circuito è per passisti scalatori e per chi è in grado di spingere lunghi rapporti nei tratti lunghi di discesa».

Nei programmi del Commissario Tecnico in avvicinamento ai Campionati del Mondo c'è la volontà di sfruttare al massimo il circuito varesino attraverso ritiri collegiali che permettono a più atleti, potenziali azzurri, di provare il percorso.

Così si ripete il Direttore Tecnico Generale Franco Ballerini: «I percorsi iridati sono suggestivi; non credo di aver mai visto una cosa del genere in un campionato del mondo. L'organizzazione sta compiendo un ottimo lavoro. Per quanto riguarda il percorso in linea - continua Ballerini - se lo parogono a quello di Stoccarda posso dire che nell'economia della corsa Stoccarda ti esauriva molto di più; questo è duro ed impegnativo ma è forse più cattivo e riserva più sorprese. Indubbiamente, la corsa dovrà essere gestita al meglio».

Nessun trabocchetto invece per il circuito a cronometro: «Questo circuito che costeggia il Lago di Varese esalta la velocità -­ dice Ballerini -. ­ Non ci si potrà nascondere: è adatto ai passisti veloci e logicamente agli specialisti del cronometro».

Tuttobiciweb.it

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Saronni spinge Cunego

verso il Tour de France

Il general manager della Lampre: "Il percorso della Grande Boucle è più adatto alle caratteristiche di Damiano rispetto a quello del Giro. Alla corsa rosa vedo bene Ballan"

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Damiano Cunego, 26 anni, ha vinto il Giro d'Italia nel 2004. Afp

MILANO, 7 dicembre 2007 - Tra i grandi campioni che parteciperanno al prossimo Giro d'Italia potrebbe non esserci Damiano Cunego. Il vincitore dell'ultimo Lombardia non ha ancoera sciolto le sue riserve limitandosi a sottolineare la presenza di tanti appuntamenti nella prossima stagione (Mondiale a Varese e Olimpiade oltre alla corsa rosa e al Tour). Ma l'orientamento di Giuseppe Saronni, che di Cunego è il general manager nella Lampre, sembra essere chiaro. "Secondo me per lui il Tour è più adatto e può essere uno stimolo diverso. Sia chiaro, non c'è niente di stabilito e non ce ne vogliano gli amici del Giro. Damiano al Tour ha vinto la maglia bianca e sappiamo che essere protagonista, fare secondo, terzo o anche quarto al Tour è uno stimolo morale e sportivo più importante di quello del Giro perché se Damiano arrivasse terzo al Giro l'avrebbe sostanzialmente perso".

BALLAN - "Il percorso del Tour, poi, mi sembra più adatto a corridori giovani, con salite che fanno selezione, ma non durissime. Il tracciato del Giro, invece, non mi sembra adatto alle caratteristiche di Damiano". Nella squadra del prossimo anno un altro uomo fondamentale sarà Ballan, che nel 2007 ha vinto il Giro delle Fiandre e la Classica di Amburgo. "Alessandro è un corridore completo, che vince certe gare - spiega -. È un atleta umile che dimostra di saper essere anche gregario quando la situazione lo richiede: lo sa essere nella sua squadra, ma anche in Nazionale. Lui può puntare alla Sanremo, ma anche ai Mondiali di Varese in cui potrebbe rientrare in gioco per la vittoria. Per la prossima stagione, credo che potrebbe essere un'idea quella di inserirlo nella lista del Giro d'Italia".

Gazzetta.it

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Pista amara per l'Italia nella prima giornata di Pechino

La prima giornata della seconda prova di Coppa del Mondo su Pista a Pechino si è conclusa senza premiare le speranze azzurre riposte nello scratch femminile. Annalisa Cucinotta non è riuscita, infatti, a ripetere l’exploit di Sydney, fermandosi all'ottavo posto. Più lontane dalla lotta per il podio Giorgia Bronzini e Vera Carrara, rispettivamente 22^ e 23^. La vittoria è andata alla formidabile olandese Marianne Vos (nella foto), regina su strada e temibilissima sul tondino. Argento per l’australiana Belinda Goss e bronzo alla cubana Yumari Gonzales Valdivieso. Risultato parzialmente a sorpresa nella finale della velocità olimpica, che ha visto gli olandesi Theo Bos, Teun Mulder, Tim Veldt prevalere nel confronto diretto con i francesi, ben più veloci nelle qualificazioni. Terzo posto alla Gran Bretagna davanti al Team Toshiba.

Pronostico rovesciato anche nella velocità femminile, dove la bielorussa Natallia Tsylinskaya ha avuto la meglio su Victoria Pendetlon. Bronzo alla francese Clara Sanchez (Fra) davanti ad Anna Meares.

Previsioni confermate, invece, nell’inseguimento maschile, vinto non senza affanni dal britannico Bradley Wiggins contro il forte ucraino Volodimir Dyudya. Il russo Alexander Serov ha battuto per la terza piazza lo statunitense Taylor Phinney (Usa).

Risultati

Inseguimento maschile

1 Bradley Wiggins (GBr) Team High Road 4.25.316 (54.274 km/h)

2 Volodymyr Dyudya (Ukr) 4.25.847

3 Alexander Serov (Rus) 4.26.240

4 Taylor Phinney (USA) 4.26.349

Velocità a squadre

1 Netherlands 0.44.35

Theo Bos

Teun Mulder

Tim Veldt

2 France 0.44.41

Gregory Bauge

Francois Pervis

Arnaud Tournant

3 Great Britain 0.44.84

Chris Hoy

Craig MacLean

Jason Queally

4 Team Toshiba 0.45.01

Daniel Ellis

Shane John Kelly

Scott Sunderland

Corsa a punti uomini

1 Juan Llaneras (Spa) 60 pts

2 Chris Newton (GBr) 54

3 Cameron Meyer (Aus) 53

4 Mikhail Ignatiev (Rus) 49

5 Iljo Keisse (Bel) 47

Velocità donne

1 Natalia Tsylinkskaya (Blr)

2 Victoria Pendleton (GBr)

3 Clara Sanchez (Fra)

REL Anna Meares (Aus)

Inseguimento femminile

1 Katie Mactier (Aus) 3.37.62

2 Rebecca Romero (GBr) 3.40.53

3 Sarah Hammer (USA) 3.37.11

4 Karin Thurig (Ger) 3.42.69

Scratch donne

1 Marianne Vos (Ned)

2 Belinda Goss (Aus)

3 Yumari Gonzales Valdivieso (Cub)

4 Gina Grain (Can) .

Tuttobiciweb.it

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Ciclocross, domani a Milano il Trofeo Mamma e Papà Guerciotti

Come vuole la tradizione, domani, 8 dicembre, ritorna

all’Idroscalo di Milano il 30° Memorial Mamma e Papà Guerciotti, la più antica corsa internazionale ciclocampestre italiana, valida come prova di Coppa del Mondo Ciclocross per le categorie juniores, under 23 e donne. Purtroppo, a differenza delle precedenti edizioni, quest’anno, saranno assenti i “big” del ciclopratismo mondiale, poiché, a causa di problemi finanziari, dovuti alla rinuncia improvvisa di alcuni importanti sponsor, il promotore della manifestazione, l’ex specialista milanese ed azzurro Paolo Guerciotti, ora affermato imprenditore del ciclo, ha dovuto rinunciare all’allestimento della competizione “open”.

Comunque, anche senza i “prof”, la competizione milanese si annuncia particolarmente interessante, poiché richiamerà alla partenza le giovani speranze del ciclopratismo internazionale. Le gare in programma domani, 8 dicembre, all’Idroscalo di Milano saranno tre: la prima, riservata agli juniores, prenderà il via alle ore 11,30; la seconda per gli Under 23 scatterà alle ore 13.00; la terza per le donne élite si effettuerà alle ore 14.30. Alle tre prove di Coppa parteciperà anche la nazionale italiana, composta da 21 “azzurri: 8 juniores (Elia Silvestri, Domenico Maria Salviani, Fabio Aru, Luca Braidot, Alessandro De Rossi, Yezid Tabotta, Daniele Dall'Oste, Massimo Coledan); 8 Under 23
 (Marco Ponta, Fabio Ursi, Cristian Cominelli, Matteo Trentin, Erik Paccagnella, Michele Stracca, Roberto De Patre, Alessandro Calderan); 5 donne élite (Veronica Alessio, Daniela Bresciani, Milena Cavani, Francesca Cucciniello, Vania Rossi). Nonostante la massiccia partecipazione italiana, però, i principali candidati al successo nelle tre prove di Coppa sono gli specialisti stranieri. Infatti, nella competizione “Under 23” i candidati al successo sono lo svizzero Julien Taramarcaz, il ceco Luckas Kloucek e lo slovacco Robert Gavenda, che, fra l’altro, difendono i colori del sodalizio organizzatore della competizione milanese, il G. S. Selle Italia Guerciotti, presieduto dall’appassionato imprenditore meneghino Paolo Guerciotti e direretto dal pugliese e due volte iridato dio ciclocross, Vito Di Tano; mentre le speranze italiane sono riposte, soprattutto, sull’emergente ventenne friulano Marco Ponta, leader del Cycling Team Friuli, fondato e gestito dall’ex professionista e tricolore della pista Roberto Bressan. Per quanto riguarda la gara juniores, invece, nonostante i favoriti siano il francese Arnaudl Jouffray ed il ceco Lubomir Petrus, classificatisi rispettivamente al primo ed al secondo posto nella prima prova della World Cup, disputatasi lo scorso 21 ottobre a Kalmthout (Belgio), la squadra azzurra confida in una brillante prestazione del lombardo Elia Silvestri, portacolori del G. S. Selle Italia Guerciotti, segnalato in

eccellente condizione di forma e classificatosi terzo a Kalmthout nella prova inaugurale di Coppa, in Belgio. Il risultato della gara

femminile, invece, appare bloccato dalla supremazia dell’olandese Daphny Vand Den Brand, vincitrice della prima e della terza prova di Coppa, disputatesi, rispettivamente, il 21 ottobre a Kalmouth (Belgio)

ed il 24 novembre a Koksijde (Belgio), e classificatasi al posto d’onore nella seconda, svoltasi l’11 novembre a Pijnacker (Olanda).

Principali avversaria della favoritissima Van Dem Brand sono la francese e campionessa del mondo in carica, Maryline Salvetat, e l’esperta e combattiva lolandese Reza Hormes-Ravenstijn. Le speranze

italiane, invece, sono riposte nella campionessa italiana, la romagnola Vania Rossi, e nella graziosa universitaria bergamasca Daniela Bresciani, leader della formazione boergamasca Colnago CAP Arreghini Filago, in progresso di rendimento e forma e rivelatasi, finora, la più competitiva delle “azzurre” in campo internazionale.

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Mauricio Soler sportivo dell'anno in Colombia

Mauricio Soler, il giovane campione del Team Barloworld, ha ritirato ieri il premio come “Sportivo Colombiano dell’anno” conferitogli dal quotidiano El Espectador che ha lanciato nei mesi scorsi - tramite il proprio sito internet - un “referendum” tra i suoi lettori.

Soler, nativo di Ramiriquí - Boyacá, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento grazie soprattutto agli eccezionali risultati ottenuti all'estero in questa stagione, primi tra tutti una tappa e la maglia di miglior scalatore al Tour de France, universalmente riconosciuta come la corsa ciclistica più importante al mondo.

«Sono molto grato a “El Espectador” per questo riconoscimento che mi onora. Per me è stato un anno meraviglioso e questo premio lo rende ancora più magico» ha dichiarato Soler nel corso della cerimonia di consegna che è stata seguita in diretta tv da milioni di connazionali. Presenti alla cerimonia anche il Team Manager della Barloworld Claudio Corti ed i genitori del corridore.

Parlando del suo futuro, Soler ha dichiarato che spera di poter correre con buoni risultati al Giro d’Italia, per poi potersi presentare al Tour de France 2008 nella migliore condizione

possibile. Ha inoltre espresso la speranza di poter correre in patria, magari alla Vuelta a Colombia del prossimo anno.

Nella votazione finale Soler ha battuto il golfista Camilo Villegas.

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Stasera a Bergamo la grande festa degli Oscar tuttoBICI

Sarà una grande festa, come è nella tradizione dell'Oscar tuttoBICI. Stasera a Bergamo, con inizio alle ore 20, nella splendida cornice del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII, si svolgerà la tradizionale cerominia di consegna degli Oscar tuttoBICI, organizzata dal nostro mensile in collaborazione con il quotidiano L'Eco di Bergamo.

Come sempre tuttoBICI premierà i migliori atleti italiani di ogni categoria: sarà Davide Rebellin a ricevere l'Oscar tuttoBICI destinato al miglior professionista.

Davvero lunga la lista dei campioni che hanno voluto essere presenti alla festa di tuttoBICI: ci saranno Paolo Bettini, Alessandro Petacchi, Danilo Di Luca, Damiano Cunego, Paolo Savoldelli, Riccardo Riccò, Marco Pinotti e tanti esponenti del mondo del ciclismo. Tra gli ospiti d'onore, il grande Bernard Hinault, Felice Gimondi, il cantante Enrico Ruggeri ed il comico Bruno Arena dei Fichi d'India.

Ecco tutti gli Oscar tuttoBICI

Oscar tuttoBICI Professionisti Gp Campagnolo: Davide Rebellin

Oscar tuttoBICI Under 23 Gp Euromobil: Simone Ponzi

Oscar tuttoBICI Élite Gp Keforma: Francesco De Bonis

Oscar tuttoBICI Juniores Gp Liquigas: Diego Ulissi

Oscar tuttoBICI Donne Élite Gp Vittoria: Giorgia Bronzini

Oscar tuttoBICI Donne Juniores Gp Vittoria: Gloria Presti

Oscar tuttoBICI Allievi Gp Plastica Sole Memorial Pavarini: Matteo Draperi

Oscar tuttoBICI Donne Allieve Gp Servetto: Rossella Callovi

Oscar tuttoBICI Esordienti II° anno Gp FRW: Eddy Scquizzato

Oscar tuttoBICI Esordienti I° anno Gp FRW: Francesco Castegnaro

Oscar tuttoBICI Donne Esordienti Gp Servetto: Rossella Ratto

Oscar tuttoBICI Gp Kinder +Sport Premi speciali

aagli azzurri della nazioanle disabili medagliati ai mondiali di Bordeaux 2007

Cinzia Coluzzi

Giovanna Troldi

Fabrizio Macchi

Fabio Triboli

Paolo Viganò

Vittorio Podestà

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Su «Panorama»: Fuentes, Torri, Zidane e quel medico dell'Uci

«Lo sport agonistico pregiudica la salute» ha dichiarato il 4 dicembre Eufemiano Fuentes, il medico arrestato nel 2006 con l’accusa di essere a capo di un’organizzazione, con ramificazioni anche in Italia, che praticava autoemostrasfusioni e vendeva sostante dopanti al gotha dello sport iberico, e non solo. Poi ha aggiunto, come riferisce «La Gazzetta dello Sport», che il caso che lo coinvolge è «archiviato, ma non chiuso». Vero, almeno in Italia.

Infatti da alcuni mesi la unitad central operativa della Guardia Civil di Madrid (in particolare un giovane tenente) sta collaborando in modo riservato con la procura di Roma e con quella antidoping del Coni per riferire tutti i collegamenti con l’Italia della cosiddetta Operacion Puerto».

Un’indagine che in Spagna è rallentata da una legislazione antidoping dalle maglia larghe, ma che potrebbe andare in porto a Roma.

Nel 2006 la polizia iberica aveva sequestrato nel laboratorio di Fuentes sacche di sangue (comprese quelle del tedesco Jan Ullrich e di Ivan Basso, ex vincitore del Giro d’Italia, ora squalificato dal Coni) e numerosi elenchi cifrati di presunti clienti. Tra questi almeno 58 ciclisti, come pure tennisti, piloti e calciatori. Per esempio, quelli di Barcellona e Real Madrid, tra questi l’ex calciatore Zinedine Zidane. Un appunto alle indagini: nessuno in Spagna ha controllato i file nei computer di Fuentes, cosa che gli investigatori italiani ora farebbero volentieri.

Intanto il pm romano Paolo Ferraro sta studiando le oltre 6 mila pagine dell’«Operacion Puerto», che ha secretato. Lo stesso fascicolo è nell’ufficio del procuratore antidoping del Coni Ettore Torri (le ultime carte sono arrivate una decina di giorni fa). E’ presto quest’ultimo inizierà a convocare in Italia sportivi citati nell’inchiesta che hanno gareggiato in Italia negli anni sotto esame.

Chi non risponderà alla chiamata rischierà una condanna in contumacia e conseguente rinuncia alle competizioni in Italia. In questo caso ciclisti celebri come Alejandro Valverde potrebbero essere esclusi dal Giro d’Italia, dal Tour de France e anche dai Mondiali di ciclismo che si correranno a Varese nel 2008.

Le carte spagnole non incolpano solo gli atleti. La Guardia Civil ha riferito ai nostri investigatori che un responsabile sanitario italiano dell’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) è stato accusato di aver cancellato dai computer file con valori sospetti di alcuni atleti. Medici e preparatori italiani nel mirino delle procure e dei nuclei antisofisticazione (Nas) dei carabinieri sono sempre più numerosi. Presunti stregoni intorno a cui, con il passaparola, si radunano, in piccole realtà di provincia, decine di atleti. Dai fondisti africani che si allenano in Lombardia agli sportivi, calciatori compresi, che si affidano, sempre più numerosi, alle cure di un mago della riviera romagnola.

Gli inquirenti scandagliano (è recente un’inchiesta della procura di Trento) anche il mondo della mountain-bike.

In Spagna i nomi dei calciatori, salvo qualche bisbiglio, sono rimasti coperti. In Italia, al contrario, i campioni negli elenchi di Fuentes potrebbero presto diventare pubblici e rischiare qualcosa. Soprattutto chi ha disputato partite in Italia nel periodo in cui ha fatto ricorso ai trattamenti di Fuentes. Come i giocatori di Barcellona e Real Madrid che hanno affrontato in Champions League squadre di serie A.

Davanti al procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, nel marzo 1999, Zidane, in quegli anni fantasista della Juventus, aveva ammesso di aver mandato giù, contro la fatica, decine di pasticche, di avere fatto ricorso a infiltrazioni di antinfiammatori e a flebo di vitamine e di ferro a causa della sua betatalassenia. «Le flebo sono utili, se no come farei a giocare 70 partite all’anno?» aveva detto.

Ora, forse, dovrà spiegare il motivo della sedute nel laboratorio di Fuentes. Speriamo non alla vigilia di Italia-Francia dei prossimi europei.

Tuttobiciweb.it

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Oscar tuttoBICI, una grandissima festa di ciclismo

Una festa davvero riuscita, un ritrovo di tanti campioni e amici del ciclismo, un'emozione continua in una seerata indimenticabile: la notte degli Oscar tuttoBICI, infatti, ha richiamato ieri sera a Bergamo il meglio del ciclismo italiano con una sola assenza, quella del campione del mondo Paolo Bettini, bloccato a letto da un'influenza malandrina.

Grandi applausi per tutti i vincitori degli Oscar - dall'esordiente Francesco Castegnaro fino all'Under 23 Simone Ponzi - e in oparticolare per Davide Rebellin, per la terza volta in carriera chiamato a ricevere il prestigioso riconoscimento.

«Sono orgoglioso di essere qui con voi e di ricevere questo premio - ha detto alla stracolma platea che affollava il Centro Congressi Papa Giovanni XXIII di Bergamo -. Un premio alla carriera? Lo accetto ma non ho ancora concluso la mia parabola: ho vissuto una bella carriera, ma qualcosa vorrei vincere ancora, quindi ci proverò nella prossima stagione e magari ancora per due o tre anni».

Intervistato dalla bella Lucia Blini, giornalista di Mediaset con l'anima ciclista, Rebellin ha voluto fare una dedica particolare per il suo Oscar: «In testa alla classifica di questo premio, fino a metà ottobre c'era Danilo Di Luca, poi tutti sappiamo quel che è successo ma io glielo voglio dedicare e gli auguro di poter salire su questo palco il prossimo anno».

Tuttobiciweb.it

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Oscar: Petacchi vuole il Tour, Di Luca insegue l'eccellenza

La lunga notte degli Oscar ha visto sfilare sul palco di Bergamo davvero tanti grandi campioni ai quali abbiamo chiesto di immaginare il loro 2008. Eccoli in rapida carrellata.

Alessandro Petacchi: «Nel mio 2008 vorrei ci fosse il Tour. Nelle ultime due stagioni non sono riuscito a disputarlo, quest'anno sapete tutti perché non sono riuscito a dispurtarlo, oraa credo sia arrivato il momento di tornarci».

Damiano Cunego: «Ho disputato un buon 2007, anno concluso alla grande, e sono molto fiducioso. Il 2008? Tra pochi giorni andrò in ritiro con i miei compagni e li decideremo i programmi più adatti peer me e per la squadra».

Danilo Di Luca: «Ho vissuto un 2007 eccezionale fino al Giro d'Italia e molto meno bello, per i motivi che tutti sapetee, nella secondaa partee. L'anno prossimo voglio vivere una stagione eccezionale fino ad ottobre. Nuova squadra, nuovi compagni: con Paolo Savoldelli ho un ottimo rapporto e insieme puntiamo dichiaratamente al Giro».

Riccardo Riccò: «Sono il più giovane di questi campioni, ma voglio continuare a creescere come ho fatto finora. È chiro che il Giro d'Italia è il mio obiettivo primario».

Tuttobiciweb.it

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DOPING - A Di Luca la Procura contesta la pratica di alcune flebo

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Danilo Di Luca, ultimo vincitore del Giro d'Italia

Roma - venerdì 7 dicembre 2007 - La Procura antidoping del Coni avrebbe contestato a Danilo Di Luca di essersi sottoposto a una flebo (di acqua o fisiologica) nel tempo intercorso tra il controllo antidoping della tappa Zoncolan dello scorso Giro d'Italia e il controllo a sorpresa a cui la Procura ha sottoposto il vincitore della corsa rosa 2007 la sera stessa dello Zoncolan. E' stato lo stesso corridore a spiegare l'esito della convocazione di ieri al Foro Italico, derivata dai risultati 'anomali' cioè bassi, dei valori ormonali risultati dalle analisi dello Zoncolan.

''La Procura ha presentato le relazioni dei suoi periti endocrinologi - ha detto l'abruzzese - ora noi presenteremo le nostre. Il Procuratore Ettore Torri mi ha detto che eventualmente le flebo avrei potuto farle, se le avessi dichiarate. Ma io non ho fatto nessuna flebo, pratica non vietata, quindi che cosa avrei dovuto dichiarare?''.

Ieri Danilo Di Luca è rimasto a colloquio per circa un'ora con il capo della procura antidoping del Coni Ettore Torri, accompagnato dal suo legale Federico Cecconi.

Ciclonews.it

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Il settimanale Focus: Ullrich con Fuentes già dal 2003

Risalgono al 2003 i rapporti di Jan Ullrich con il dottor Eufemiano Fuentes, al centro dell' 'Operacion Puerto'. Lo scrive Focus. Secondo il settimanale, sono stati sequestrati ricevute e documenti di viaggio testimonianti che Ullrich si recava regolarmente a Madrid, dove Fuentes aveva il suo studio, a partire dal 2003.Ullrich venne licenziato dalla T-Mobile nel luglio 2006 quando ne emerse il coinvolgimento nello scandalo, ma ha sempre negato di aver fatto ricorso a pratiche dopanti.

Tuttobiciweb.it

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Saronni: «Per Cunego mi sembra più adatto il Tour»

«Oltre all'importanza a livello internazionale, che non si discute, c'è anche il fatto che puo' essere uno stimolo diverso». A parlare è Giuseppe Saronni. Il team manager della Lampre-Fondital spiega all'agenzia Dire come Damiano Cunego potrebbe essere più orientato a correre il Tour de France piuttosto che il Giro d'Italia nel 2008.

«Sia chiaro, non c'e' niente di stabilito e non ce ne vogliano gli amici del Giro - prosegue - Damiano al Tour ha vinto la maglia bianca e sappiamo che essere protagonista, fare secondo, terzo o anche quarto al Tour è uno stimolo morale e sportivo più importante di quello del Giro. Se Damiano arrivasse terzo al Giro l'avrebbe sostanzialmente perso. Il percorso del Tour, poi, mi sembra più adatto a corridori giovani, con salite che fanno selezione, ma non salite durissime. Il percorso del Giro, invece, non mi sembra adatto alle caratteristiche di Damiano». Da Cunego ad Alessandro Ballan. Il corridore di Castelfranco Veneto quest'anno ha vinto il Giro delle Fiandre e la Classica di Amburgo. «Alessandro è un corridore completo, che vince certe gare - spiega -. E' un atleta umile che dimostra di saper essere anche gregario quando la situazione lo richiede: lo sa essere nella sua squadra, ma anche in Nazionale. Lui puo' puntare alla Sanremo, ma anche ai Mondiali di Varese in cui potrebbe rientrare in gioco per la vittoria. Per la prossima stagione, credo che potrebbe essere un'idea quella di inserirlo nella lista del Giro d'Italia».

Tuttobiciweb.it

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T-Mobile, le accuse non finiscono mai

Secondo quanto pubblica oggi il quotidiano tedesco «Stuttgarter Zeitung», almeno cinque corridori della T-Mobile hanno fatto ricorso al doping ematico all'ultimo Tour de France, utilizzando tutti le

strutture dell'Universita' di Friburgo. I corridori, i cui nomi non

vengono rivelati, si sarebbero sottoposti ad una trasfusione subito dopo il cronoprologo di apertura. Il giornale ha anche sottolineato come l'accusa sia stata formulata da una commissione speciale sorta nella stessa universita' per indagare su alcuni medici che avrebbero

aiutato alcuni ciclisti a doparsi. La T-Mobile ha appena detto addio alle corse professionistiche.

Tuttobiciweb.it

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Vuelta 2008: c'è l'Angliru

Presentata la 63ª edizione del Giro di Spagna: si parte il 30 agosto con una cronosquadre da Granada e si arriva a Madrid il 21 settembre dopo 3169 km. Alla 13ª tappa la salita più ostica

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Victor Cordero, direttore della Vuelta, presenta il percorso 2008. Afp

MADRID (Spa), 5 dicembre 2007 - Svelato il percorso della 63ª edizione della Vuelta di Spagna, che si disputerà dal 30 agosto al 21 settembre 2008. Si partirà da Granada con una cronometro a squadre di 7 km e si arriverà, presumibilmente con una volata, a Madrid, attraversando la penisola per un totale di 3169 chilometri. Dieci tappe in piano, otto di media-alta montagna, una cronometro a squadre, una individuale (partenza e arrivo a Ciudad Real di 40 km) e una cronoscalata (La Granja de San Ildefonso-Alto de Navacerrada di 16 km). Tredici saranno i colli di 1ª categoria da scalare, mentre gli arrivi in salita inediti sono La Rabassa (Andorra) e Fuentes de Invierno. Sono previsti cinque trasferimenti di cui uno, da Toledo a Barbastro, di circa 500 km da effettuarsi nel primo dei due giorni di riposo. Annunciato inoltre che l'edizione 2009 partirà dall'Olanda con un prologo nel comune di Assen.

1ª - 30 agosto: Granada-Granada 7 km (cronosquadre)

2ª - 31 agosto: Granada-Jaén 167 km

3ª - 1 settembre: Jaén-Córdoba 165 km

4ª - 2 settembre: Córdoba-Puertollano 153 km

5ª - 3 settembre: Ciudad Real-Ciudad Real 40 km (crono)

6ª - 4 settembre: Ciudad Real-Toledo 162 km

riposo

7ª - 6 settembre: Barbastro-Andorra 224 km

8ª - 7 settembre: Andorra-Pla de Beret 160 km

9ª - 8 settembre: Viella-Sabiñánigo 198 km

10ª - 9 settembre: Sabiñánigo-Saragozza 173 km

11ª - 10 settembre: Calahorra-Burgos 178 km

12ª - 11 settembre: Burgos-Suances 180 km

riposo

13ª - 13 settembre: S. Vicente Barquera-Angliru 199 km

14ª - 14 settembre: Oviedo-Fuentes de Invierno 158 km

15ª - 15 settembre: Cudillero-Ponferrada 194 km

16ª - 16 settembre: Ponferrada-Zamora 185 km

17ª - 17 settembre: Zamora-Valladolid 160 km

18ª - 18 settembre: Valladolid-Las Rozas 179 km

19ª - 19 settembre: Las Rozas-Segovia 161 km

20ª - 20 settembre: La Granja-Navacerrada (crono) 16 km

21ª - 21 settembre: S.S de los Reyes-Madrid 110 km

Gazzetta.it

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Pedala con i campioni, un successo "di cuore"

Nemmeno il grande freddo sceso dal Campo dei Fiori ha firmato gli appassionati che sono saliti in bicicletta a Brinzio, stamattina, per partecipare alla tradizionale "Pedala con i campioni", la passeggiata di 40 km che per l'ottava volta i professionisti ed ex professionisti varesini hanno organizzato per raccogliere fondi a scopo benefico.

C'erano Ivan Basso e Danilo Di Luca, Stefano Zanini e Michale Rogers solo per citare qualche nome, con la sola assenza di Paolo Bettini fermato a casa dall'influenza. Una lunga pedalata con i bambini a scandire l'andatura e gli appassionati impegnati a farsi una foto con i loro idoli, a salutare i campioni, a scambiare con loro due parole.

Un grande successo, quello della "Pedala con i campioni", un successo che dimostra ancora una volta come il ciclismo abbia davvero un cuore grande così.

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Parte da Solighetto la sfida olimpica di Troldi e Coluzzi

Pur non tesserando agonisti la gloriosa Sc Solighetto 1919 sarà presente ai Giochi di Pechino 2008. L’alchimia è presto svelata. Grazie alla sensibilità del direttivo e alla generosità del presidente Giudo Dorigo, il team ultra-centenario contribuirà a sostenere la spedizione del tandem pilotato da Giovanna Troldi, la 39enne veneziana di Dolo ex campionessa nella velocità sui pattini e nel ciclismo, e la 42enne romana ipovedente Cinzia Coluzzi, insegnante di musica alle superiori. Cinzia è nata a Velletri non vedente a causa della toxoplasmosi contratta dalla mamma durante la gravidanza.

Troldi e Coluzzi formano da poco più di un anno un affiatato equipaggio che andrà a caccia del podio ai prossimi Giochi Paralimpici. Agli ultimi mondiali di Bordeaux (Fra) hanno messo al collo l’argento nella crono, il bronzo nell’inseguimento su pista e nella prova in linea. Come non bastasse a fine ottobre ai Paracycling in Colombia hanno centrato l’oro nella crono, l’argento nella gara in linea e il bronzo nell’inseguimento. Con questi ultimi risultati hanno contribuito a qualificare per Pechino altri due azzurri.

"Ci attende ora l'anno più importante - hanno precisato sabato sera da Loris davanti ai professionisti trevigiani Mirco Lorenzetto, Mauro Da Dalto e Tiziano Dall’Antonia -. A Pechino punteremo su due specialità: l’inseguimento su pista (il gap con le iridate britanniche è colmabile, ndr) e la crono dove in entrambi i mondiali disputati abbiamo conquistato l'argento arrivando vicinissime alle bielorusse. Nella prova su strada ci daremo da fare per essere all'altezza delle migliori".

In prospettiva della prossima estate le azzurre stanno lavorando al progetto di una Tre Giorni Internazionale di ciclismo da sviluppare a Pieve di Soligo per atleti diversamente abili con la regia dell’Sc Solighetto che da 19 anni a maggio propone la rinomata internazionale per Juniores. La realizzazione è stata possibile grazie al supporto di alcuni imprenditori trevigiani, grandi appassionati di ciclismo come Bruno Ferracin, più che sensibili nei confronti di quegli atleti che hanno tanto da insegnare a molti normodotati.

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Ciclocross: a Milano brilla in Coppa il giovane Silvestri

Un grande Elia Silvestri (nella foto) ha portato all’Italia la medaglia d’argento nella gara juniores che ha aperto a Milano la prova di Coppa del Mondo Ciclocross abbinata al 30° Memorial Mamma e Papà Guerciotti. L’azzurro era già salito sul podio, ma sul terzo gradino, nella prima prova di Kalmthout, in Belgio. Come allora ha vinto il francese Arnaud Jouffray, ma questa volta ha dovuto faticare non poco per tenere a bada Silvestri, che si conferma la grande speranza italiana nella specialità. Elia ha ceduto solo 23” al vincitore, ma ha staccato a sua volta l’olandese Tijmen Eising e il ceco Lubomir Petrus (secondo in Belgio) nella serrata sfida per i posti d’onore. Si è comportato benissimo anche Luca Braidot, sedicesimo a 1’45”. Bravi in generale tutti gli azzurri, con Salviani 18° a 2’29”, De Rossi 22° a 2’35”; Coledan 23° a 2’43”, Tabotta 27° a 3’28” e Aru 29° a 3’41”. Solo Daniele Dall’Oste è stato costretto al ritiro.

JUNIORES: 1. Arnaud Jouffroy (Fra) 42’25”; 2. Elia Silvestri (Ita-A) a 23”; 3. Tijmen Eising (Ol) a 27”; 4. Lubomir Petrus (R. Ceca) a 29”; 5. Stef Boden (Bel) a 57”; 6. Peter Sagan (Slo) a 1’12”; 7. Geert Van Der Horst (Ol) a 1’16”; 8. Matthias Rupp (Svi) a 1’27”; 9. Arnaud Grand (Svi) a 1’35”; 10. Dany Lacroix (Bel) a 1’38”; 16. Luca Braidot (Ita-B) a 1’45”; 18. Domenico Maria Salviani (Ita) a 2’29”; 22. Alessandro De Rossi (Ita) a 2’35”; 23. Massimo Coledan (Ita) a 2’43”; 27. Yezid Tabotta (Ita) a 3’28”; 29. Fabio Aru (Ita) a 3’41”; ritirato Daniele Dall’Oste.

Si è conclusa con la gara delle donne élite la prova di Coppa del Mondo in programma a Milano. Scontato il recital dell’olandese Daphny Van Den Brand, nettamente prima al traguardo con 18” su tre inseguitrici, con la britannica Wyman davanti alla francese Ferrier-Bruneau e alla ceca Havlikova. Dopo 30” passava la linea d’arrivo l’altra olandese Hormes-Ravenstijn precedendo quattro compagne di viaggio. Nel contesto, si sono fatte onore Veronica Alessio, 18° a 3’12”, Daniela Bresciani, 19^ a 3’14”, e Milena Cavani, 20^ a 3’37”. Più distanti le altre.

DONNE ELITE: 1. Daphny Van Den Brand (Ol) 40’16”; 2. Helen Wyman (Gbr) a 18”; 3. Christelle Ferrier-Bruneau (Fra); 4. Pavla Havlikova (R. Ceca); 5. Reza Hormes-Ravenstijn (Ol) a 30”; 6. Hanka Kupfernagel (Ger); 7. Arenda Grimberg (Ol); 8. Maryline Salvetat (Fra); 9. Nadia Triquet-Claude (Fra); 10. Laurence Leboucher (Fra) a 35”; 18. Veronica Alessio (Ita) a 3’12”; 19. Daniela Bresciani (Ita) a 3’14”; 20. Milena Cavani (Ita) a 3’37”; 22. Elisabetta Borgia (Ita) a 5’; 25. Nicoletta Bresciani (Ita) a 6’03”; 27. Valeria Tagliabue (Ita) a 1 giro; 28. Vania Rossi (Ita) a 1 giro; 29. Francesca Cucciniello (Ita) a 1 giro.

Il D.T. Fausto Scotti può sorridere anche al termine della gara under 23 nel Memorial Mamma e Papà Guerciotti. L’emergente Marco Ponta, infatti, si è battuto con i migliori del lotto e si è piazzato al settimo posto cedendo nel finale solo 20” al tedesco Philipp Walsleben, che si è imposto nel testa a testa con il francese Jonathan Lopez. Sul terzo gradino del podio l’altro tedesco Paul Voss, a 4”, seguito dai cechi Ondrej Bambula e Lukas Kloucek. Da segnalare in campo azzurro il 15° posto di Fabio Ursi, a 54”, il 23° di Cristian Cominelli a 1’36” e il 25° di Matteo Trentin a 2’24”.

UNDER 23: 1. Philipp Walsleben (Ger) 51’45”; 2. Jonathan Lopez (Fra); 3. Paul Voss (Ger) a 4”; 4. Ondrej Bambula (R. Ceca) a 19”; 5. Lukas Kloucek (idem); 6. Clément Bourgoin (Fra); 7. Marco Ponta (Ita) a 20”; 8. Aurelien Duval (FRA); 9. Arnold Jeannesson (Fra) a 23”; 10. Guillaume Perrot (Fra); 15. Fabio Ursi (Ita) a 54”; 23. Cristian Cominelli (Ita) a 1’36”; 25. Matteo Trentin (Ita) a 2’24”; 32. Alessandro Calderan (Ita) a 2’46”; 35. Roberto De Patre (Ita) a 3’05”; 39. Erik Paccagnella (ITA) a 1 giro; 41. Michele Straccia (Ita) a 1 giro.

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La Federazione tedesca di Sinkewitz sapeva tutto già nel 2000

«Mi ha preso da una parte e mi ha detto: devo informarvi, visto che siete il nuovo presidente della Federazione, di una notizia molto confidenziale, che conoscono solo due o tre persone».

A parlare del caso di Patrik Sinkewitz è Sylvia Schenk (nella foto). Presidente della Federazione ciclistica tedesca tra il 2001 e il 2004, Schenk è stata informata, subito dopo la sua elezione, dal suo predecessore Manfred Boehmer.

Sinkewitz, squalificato fino al 17 luglio 2008 per positività al testosterone, aveva ammesso che la Federazione era al corrente del suo ricorso a pratiche dopanti per preparare i Mondiali di ciclismo di Plouay nel 2000.

«Boehmer mi ha detto - prosegue la Schenk - che un giovane corridore era stato rimandato a casa, ufficialmente per un raffreddore, ma che in effetti si trattava di un problema avvenuto durante un controllo interno. Boehmer mi ha anche detto che si occupava del problema e che lo controllava».

Sinkewitz ha ammesso che in quell'occasione aveva fatto ricorso all'epo. «Sono solo due settimane che si sa, grazie al corridore, che si trattava di epo - spiega l'ex presidente -. All'epoca è stato trattato come un caso di parametri ematici anormali. Non abbastanza per arrivare a un caso di doping, né all'epoca né oggi».

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Pista: l'Italia torna senza gloria dalla trasferta di Pechino

Si è conclusa senza podi la trasferta azzurra in Cina. Nessun dramma, l’anno olimpico deve ancora cominciare e ci sono molti mesi di preparazione fino all’appuntamento che conta: Pechino 2008. Troppo vicina, invece, questa seconda prova di Coppa del Mondo a quella terminata domenica scorsa a Sydney per non accusare la stanchezza in tornei così impegnativi. L’ultima giornata di Pechino ha portato il quarto posto dell’Italia nell’inseguimento a squadre donne, una novità con poche adesioni. Da rilevare, al di là del buon piazzamento, il progresso cronometrico delle azzurre Silvia Castoldi, Tatiana Guderzo e Annalisa Cucinotta - 3’37”355 rispetto ai 3’41”032 in Australia (dove furono seste con la Carrara al posto della Cucinotta) - che non è bastato, però, a scalzare dal terzo gradino del podio la squadra cubana. L’oro è andato all’Ucraina (Svetlana Galuk, Lesya Kalitovska, Lyubov Shulika), che ha superato la Russia (argento). Eliminate, invece, nelle qualificazioni del keirin Valentina Alessio ed Elisa Frisoni (quinta a Sydney). Vittoria dell’olandese Willy Kanis davanti alla tedesca Christin Muche e alla bielorussa Natallia Tsylinskaya.

Anche nella velocità maschile Roberto Chiappa si è fermato al primo turno (22° nella classifica finale). Oro all’olandese Theo Bos che ha avuto la meglio sul francese Mickael Bourgain. Bronzo al tedesco Stefan Nimke.

Infine, successo della coppia francese Jerome Neuville - Christophe Riblon nel madison davanti al T-Mobile Track Team composto da Mark Cavendish e Bradley Wiggins e all’Ucraina. Queste tre coppie si sono avvantaggiate di un giro su tutte le altre, dividendosi poi il podio nell’ordine anzi citato.

VELOCITÀ UOMINI

1. Theo Bos (Ol); 2. Mickael Bourgain (Fra); 3. Stefan Nimke (Ger); 4. Kevin Sireau (Fra); 5. Chris Hoy (Gbr); 6. Ross Edgard (Gbr); 7. Craig Maclean (Gbr); 8. Carsten Bergemann (Ger); 9. Gregory Bauge (Fra); 10. Ryan Bayley; 22. Roberto Chiappa (Ita).

MADISON UOMINI

1. Francia (Jerome Neuville, Christophe Riblon) p. 1; 2. T-Mobile Track Team (Mark Cavendish, Bradley Wiggins) p. 0; 3. Ucraina (Lyubomir Polatayko, Volodymyry Rybin) p. 0; 4. Team Focus p. 16 a 1 giro; 5. Spagna p. 14 a 1 giro; 6. Usa p. 13 a 1 giro; 7. Belgio p. 12 a 1 giro; 8. Danimatrca p. 9 a 1 giro; 9. Nuova Zelanda p. 6 a 1 giro; 10. Russia p. 5 a 1 giro.

INSEGUIMENTO A SQUADRE DONNE

1. Ucraina (Svetlana Galuk, Lesya Kalitovska, Lyubov Shulika); 2. Russia; 3. Cuba 3’35”732; 4. Italia (Silvia Castoldi, Tatiana Guderzo, Annalisa Cucinotta) 3’37”355 (3’41”032 a Sydney)

KEIRIN DONNE

finale 1-6

1. Willy Kanis (Ol); 2. Christin Muche (Ger); 3. Natallia Tsylinskaya (Bielorus); 4. Swetlana Grankowskaja (Rus); non classificate Simona Krupeckaite (Lit) e Victoria Pendleton (Gbr); 17. Valentina Alessio (Ita); 21. Elisa Frisoni.

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Professionisti: nasce il Trittico delle Regioni

Nasce una stella nel ciclismo italiano che organizza, elabora, ragiona, propone idee e iniziative per accrescere il valore del prodotto ciclismo dei professionisti. L'ultima iniziativa porta la firma di Antonio Bertinotti, Mauro Macchi e Ivano Carrozzino, in rappresentanza dell'Associazione Ciclistica Arona, SC Carnaghese e US Pontedecimo 1907 che nel 2008 stanno per dare alla luce il Trittico delle Regioni, in programma nei primi tre giorni del mese di agosto. L'OK dell'Unione Ciclistica Internazionale allo spostamento in calendario del GP Nobili Rubinetterie e GP Industria e Commercio Carnaghese è già arrivato; quindi nel 2008 il programma agonistico Europe Tour prevede in Italia: 1 agosto GP Nobili Rubinetterie,

2 agosto GP Industria e Commercio Artigianato Carnaghese, 3 agosto Giro dell'Appennino.

Nei primi tre giorni di agosto, dunque, l'attenzione degli appassionati sarà concentrata su Piemonte (Arona (NO) per il Gran Premio NOBILI Rubinetterie), Lombardia (Carnago (VA) per il Gran Premio Industria e Commercio Artigianato Carnaghese) e Liguria (Pontedecimo (GE) per il Giro dell'Appennino) in quello che intende divenire un appuntamento di assoluta eccellenza.

"Stiamo dando vita ad un vero e proprio gemellaggio con l'unione delle nostre energie - ha spiegato Antonio Bertinotti (nella foto con Cunego) - per proporre agli sportivi tre giorni di gare importanti. Stiamo pensando ad un premio riservato alle squadre partecipanti ma non solo. Il nostro intento è quello di accrescere la risonanza delle nostre competizioni a livello internazionale proponendo appuntamenti in sinergia tra loro a tutto vantaggio della promozione del territorio di tre regioni fra le più belle in tutta Europa".

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Riccò testimonial della Nove Colli dei Sapori

All'insegna del binomio sport & buona tavola, è in programma venerdì 1 dicembre (ore 11), al Palazzo del Turismo di Cesenatico, la presentazione ufficiale della “Nove Colli dei Sapori", nuova kermesse ciclo-gastronomica, che abbina la più prestigiosa Gran Fondo d'Europa alle “eccellenze" della rinomata cucina di Romagna. Testimonial dell'evento sarà Riccardo Riccò, giovane talento della Saunier Duval che ha deciso di prestare la sua immagine per questa singolare manifestazione.

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Basso in sella

a scopo benefico

Il varesino, squalificato fino al 24 ottobre 2008, ha partecipato alla "Pedala con i campioni" con Di Luca, Zanini, Locatelli e altri volti noti dello sport

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Ivan Basso e Danilo Di Luca in versione natalizia. Bettini

BRINZIO (Varese), 9 dicembre 2007 - Ha staccato un altro foglietto dal calendario del conto alla rovescia: ora i giorni che mancano al 24 ottobre 2008, termine della squalifica di due anni per l’ammissione del tentato doping nell’Operacion Puerto, sono 321. Lo ha staccato andando in bici, ma la notizia non sta in questo, perché Ivan Basso di pedalare non ha mai smesso. Solo che ieri attorno ha avuto più di mille persone: 1.074 ufficialmente, almeno un paio di centinaia in più nei fatti. Tutti come lui hanno partecipato all’ottava edizione della "Pedala con i campioni", manifestazione cicloturistica per beneficenza organizzata dai professionisti varesini, su tutti Stefano Zanini, che a 38 anni ha appena chiuso la carriera, ma pare avviato a diventare direttore sportivo della Silence-Lotto.

FOLLA - Il raduno di partenza alle 9, ora in cui s’era già capito che, dopo il diluvio del 2006, il cielo avrebbe mostrato la faccia simpatica. Basso, che vive a Cassano Magnago, è arrivato con la primogenita Domitilla (5 anni a febbraio), poi "parcheggiata" a papà Franco. Una fasciatura alla mano sinistra (per la bruciatura di un neo), e addosso la maglia di Intervita, associazione che sostiene le adozioni a distanza. L’ora che lo ha separato dalla partenza è stata tutta autografi e foto: l’affetto per lui da parte dei tifosi di casa è sempre forte. Tifosi che hanno festeggiato anche Danilo Di Luca, l’altra star al via (mentre Bettini, influenzato, ha dato forfeit): e c’erano anche Paolini, Rogers, Nardello, Wegelius, Gasparotto oltre a Roberto Locatelli, ex iridato del Motomondiale nella 125. Di Luca, cappello da Babbo Natale in testa, si allenerà a casa la prossima settimana: il 21-22 dicembre, a Brescia, primo incontro con i nuovi compagni dell’Lpr. "È la prima volta che vengo, non mi aspettavo tanta gente". Il vincitore di Liegi e Giro d’Italia ha parlato molto con Basso, anche durante i 40 km della pedalata cominciata e finita a Brinzio dopo la consueta benedizione alla Madonnina protettrice dei ciclisti (che, per inciso, meriterebbe un restauro). Raccolti oltre 10.000 euro: con una parte verrà pagata l’assistenza per un anno a un bambino dello Zambia in difficoltà.

NOBILE - Tornando a Basso, sulle ultime vicende di cronaca, in particolare il caso Vinokourov, non ha voluto esprimersi. "Preferisco non commentare". Ha parlato invece della mattinata: "Non poteva esserci occasione migliore per tornare in gruppo. Una bella giornata, uno scopo nobile e sono felice che sia stato battuto il record di partecipanti. Ho sentito tanto affetto attorno a me, ma non mi ha stupito, perché i miei tifosi mi conoscono non solo come atleta, ma anche come uomo".

Gazzetta.it

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Marzano, l'ultimo uomo

Al Giro di Svizzera è stato il gregario di Cunego nei tratti più importanti della corsa: "Un onore stare insieme ai migliori in quei momenti. Il mio modello? Noè, 39 anni e una volontà d'acciaio"

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Marco Marzano, 27 anni, professionista dal 2005. Liverani

MILANO, 9 dicembre 2007 - Gli piacevano le campestri. Maglietta, pantaloncini, scarpe da tennis anche se si andava di corsa, a piedi. Ma c’era un compagno di classe — sempre lui, sempre lo stesso — che lo batteva. E siccome quel compagno di classe, quando non era in classe e non si dedicava alle campestri, andava in bici, un giorno Marco Marzano gli disse: "Allora da domani vengo anch’io in bici, mi alleno e ti batto". Aveva 10 anni, Marco, faceva la quinta elementare. S’iscrisse al V. C. Marcoli di Turbigo, a metterlo in sella trovò un olimpionico di Roma 1960, Toni Bailetti, e un giorno, neanche tanto tempo dopo, gli capitò finalmente l’occasione di battere il suo compagno di classe. Non a piedi, ma in bici.

La prima vittoria?

"Al primo anno da esordiente. A Cardano al Campo, vicino alla Malpensa. Freddo, pioggia, vento. Arrivo in volata. Mi snobbarono. Vinsi al fotofinish. Mai più successo".

Quando ha sentito la vocazione?

"Cinque anni di superiori, diplomato perito elettrico, mai lavorato: non avevo passione. Invece, nel ciclismo, esordiente, allievo, fino a dilettante. Mi piaceva. Il primo anno solo una ventina di corse perché avevo la maturità. Il secondo anno un’altra ventina di corse perché facevo l’obiettore di coscienza in un istituto di salesiani a Novara. Mi occupavo dei bambini delle elementari e delle medie: ricreazione e doposcuola. Quando era maggio, li raggruppavo e li portavo, all’insaputa della direttrice, nel salone della tv. E insieme guardavamo il Giro d’Italia".

Beccato?

"Sì. Per farmi perdonare portavo le medaglie e le coppe che vincevo qui e là. Ma la soddisfazione veniva dai bambini: quando c’era disegno libero, ritraevano corridori e corse".

Poi?

"Dal terzo anno ho cominciato finalmente a vincere. Una corsa a Rovescala, vicino a Pavia, poi una tappa del Giro della Val d’Aosta, quindi la classifica finale del Val d’Aosta, poi un altro Val d’Aosta e addirittura il Giro d’Italia per dilettanti".

Finché?

"Professionista. Solo che, quando passi professionista, anche se hai conquistato due Val d’Aosta e un Giro d’Italia, ricominci da zero. Anzi, da sotto zero. Ricordo il primo giorno di ritiro più duro del primo giorno di scuola. Le matricole eravamo io e Franzoi. I vecchi, c’era anche Simoni, ci costrinsero a salire in piedi su una sedia e presentarci ufficialmente: nome, cognome, anni, corse, hobby. E tante domande, anche difficili. Davanti a tutti: corridori, direttori sportivi, perfino giornalisti".

Si vergognava?

"Era tutto sul ridere, ma mi seccava fare brutta figura. Così cercavo di dare risposte allo stesso tempo spiritose e intelligenti. Un’impresa impossibile. Dalle risate dei compagni, devo essere stato ridicolo".

E in corsa?

"E’ lì che ricominci da zero. Altri allenamenti, altri chilometraggi, altri percorsi, altri ritmi, altre velocità. Altro ciclismo. I primi tempi, se riesci a stare a ruota, è già un miracolo. E non abbattersi è ancora più difficile. Il mio compito era spremermi nella prima parte della corsa. Sei il primo a finire la benzina e l’ultimo ad arrivare. Ma piano piano...".

Piano piano?

"Piano piano mi è stato assegnato anche il compito di ultimo uomo di Cunego in salita. Quest’anno, per esempio al Giro di Svizzera. Ed essere lì, nei momenti cruciali di una corsa, insieme con i primi, i grandi, i campioni, è un’enorme soddisfazione".

Però, finora, vittorie zero.

"Arriveranno. Un terzo posto nella tappa delle Terme di Comano, al Giro 2007. Anche quel giorno pioggia e freddo. Mi versavo il tè caldo addosso per sentirmi vivo. Da non capirci più nulla. Gambe dure, bici che sbandava, non riuscivo a tenerla. E’ andato via Mayo: troppo forte per poterlo accettare. Poi Visconti: ma lui si capisce che ha qualità".

Totale giorni di corsa?

"Centoquattro. Tantissimi. Dico la verità: prima pensavo che fosse meglio correre poco, risparmiarsi, concentrarsi. Invece il programma stilato da Saronni, "Bontempino" e Piovani ha avuto il suo effetto: più chilometri faccio, meglio sto".

Il 2008?

"Vorrei confermarmi ad alto livello, e come ho fatto quest’anno piazzandomi sul Mont Faron al Giro del Mediterraneo fino alla Japan Cup, cioè dalla prima all’ultima corsa. Il mio compito è aiutare Cunego. A forza di aiutarlo, siamo diventati amici. Abbiamo passato insieme anche le vacanze".

Marzano, ma lei si diverte?

"Me ne accorgo quando vado in vacanza: la bici mi manca. Non è solo abitudine o lavoro, ma voglia e passione. L’allenamento è il grado di serietà che ci metti in questa voglia, in questa passione. Il mio esempio è Noè. Fa lavori cardio, di agilità e potenziamento, palestra e spinning. Un corridore vecchio stampo: quasi 39 anni e una volontà d’acciaio".

Gazzetta.it

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Germania: sospetti di doping anche su Michael Rogers

L'inchiesta del quotidiano tedesco Stuttgarter Zeitung prosegue e coinvolge oggi anche Michael Rogers, corridore australiano che da anni vive in Italia e che veste la maglia della T-Mobile. Secondo il quotidiano tedesco, Rogers si sarebbe sottoposto ad una trasfusione di sangue in occasione del Tour del 2006: la trasfuzione sarebbe stata effettuata nella clinica di Friburgo pochi giorni prima del via della corsa a tappe francese.

Lo Stuttgarter Zeitung cita sl riguardo una relazione della commissione d'inchiesta della clinica di Freiburg. Al momento, né Rogers né il team manager della High Road (ex T-Mobile) Bob Stapleton hanno reagito alle nuove accuse che chiamano pesantemente in causa l'intera struttura della società tedesca.

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Ciclocross: nuova vittoria di Cannibale Nys nel Superprestige

Sven Nys toene fede al soprannome che gli hanno dato in Belgio - il Cannibale - e continua aa mietere ssuccessi con impressionante regolarità. Il campione belga della Rabobank, infatti, ha vinto oggi a Veghel l'ennesima prova stagionale del Superprestige, la cui classifica generale è ovviamente salda nelle mani di Nys. Che davvero sembra non conoscere rivali in questa stagione eccezionale.

Ordine d'arrivo

1. Sven Nys (Bel) Rabobank CT

2. Niels Albert (Bel) Palmans-Cras

3. Bart Wellens (Bel) Fidea Cycling Team

4. Thijs Al (Ned) BeOne ChainReaction Cycles Team

5. Wilant van Gils (Ned) ZZPR.nl Cycling Team

6. Erwin Vervecken (Bel) Fidea Cycling Team

7. Zdenek Stybar (Tsj) Fidea Cycling Team

8. Richard Groenendaal (Ned) AA Cycling Team

9. Rob Peeters (Bel) Landbouwkrediet-Tönissteiner

10. Dieter Vanthourenhout (Bel) Easypay Group

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Canuti: con la CSF Group Navigare io sogno di...

La CSF Group-Navigare 2008 ha puntato sui giovani, e gli unici innesti rispetto alla stagione precedente sono rappresentati dai neoprofessionisti.

Iniziamo con la presentazione di Federico Canuti.

«Ho 22 anni e sono nato il 30 agosto. Ho iniziato a correre all'età di 10 anni nella Società Ciclistica Pesarese: ho corso per loro fino al passaggio negli Juniores, avvenuto con la SCAP Mapei. Sono passato dilettante con la Futura Team di Franco Chioccioli, mentre l'ultimo anno ho corso per la Bedogni Monsummanese».

«Mi reputo un passista scalatore - spiega Canuti - e il mio sogno sarebbe vincere il Giro d'Italia. Ma confesso di subire molto anche il fascino della Milano-Sanremo: vincerla sarebbe magnifico, anche se so che i primi tempi saranno duri, anche perché dal dilettantismo al professionismo cambia tanto, iniziando dai chilometraggi. Mi basterebbe dimostrarmi competitivo sin da questo primo anno, anche per ripagare Luca Cassiani, mio ex allenatore negli Allievi, ed Ivan Cecchini, speaker ciclistico romagnolo, che hanno fondato il "Kaisercanuti", il mio Fans Club. Ricambiare il sostegno già ricevuto, e che riceverò in futuro, con qualche buon risultato sarebbe bello».

«Ho già cominciato con la preparazione, alternando la palestra alla bicicletta. Mi alleno con altri tre professionisti della zona pesarese: Pierfelici, Giunti e Cardellini. Quest'inverno non sono neanche andato in vacanza, perché ci tengo troppo a ripagare la fiducia che mi ha dato la famiglia Reverberi. Li ho conosciuti entrambi alla firma del contratto, sono persone squisite».

«Il passaggio al mondo professionistico - conclude Canuti - lo dedico a mio padre Enzo, anche perché se non ci fosse stato lui a sostenermi avrei già smesso da molto tempo. Nel mondo ciclistico, invece, mi preme ringraziare Giuseppe Trinci e Giacomo Pasqui, rispettivamente allenatore e presidente della Bedogni Monsummanese».

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