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[Uci Europe Tour] Brixia Tour


emmea90

Messaggi raccomandati

  • Amministratori

Brixia Tour 2007

Tappa 1

Brescia - Toscolano Maderno (26-07-07)

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Tappa 2 - Prima Semitappa

Esine - Breno (27-07-07)

tappa_02a.gif

Tappa 2 - Seconda Semitappa

Pian Camuno - Borno (27-07-07)

tappa_02b.gif

Tappa 3

Concesio - Passo Maniva (28-07-07)

tappa_03.gif

Tappa 4

Pisogne - Darfo Boario Terme (29-07-07)

tappa_04.gif

Per un'altimetria più dettagliata cliccate sull'immagine.

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  • Amministratori

LE SQUADRE:

Pro Tour: Astana, Gerolsteiner, Lampre–Fondital, Liquigas, Milram, Quick Step-Innergetic e Unibet.com

Professional: Acqua & Sapone, Barloworld, Ceramiche Flaminia, Ceramiche Panaria, Drapac Porsche Development Program, LPR, Serramenti PVC Diquigiovanni-Selle Italia, Skil-Shimano, Tenax e Tinkoff Credit Systems

Continental: Adria Mobil, Amore e Vita, Cinelli Endeka OPD, Kio Ene-DMT, MapaMap BantProfi, Miche, Team Universal Caffè-Ecopetrol.

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Nella Continental c'è prima la seconda squadra della Rabobank, seconda la Barloworld e terza la Tinkoff e primo in classifica c'è un olandese. Da segnalare Hagen che con una squadra tutta norvegese è settimo e ha solo 20 anni

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Che bel tris per Rebellix

A Davide la prima tappa del Brixia

Davide Rebellin, a fine carriera, quindi tra dieci o quindici anni, probabilmente ci si comprerà una casa da queste parti. Lo scenario è anche splendido, e male non farebbe, anche se sicuramente il peso fiscale sulle spalle del vicentino sarebbe maggiore sul Lago di Garda rispetto al più "morbido" Principato di Monaco. Sicuramente c'è un feeling particolare che lega il capitano della Gerolsteiner a Toscolano Maderno, paese che ospita per la quarta volta consecutiva la tappa d'esordio del Brixia Tour, giunto alla 7a edizione, e che per la terza volta vede festeggiare Davide Rebellin a braccia alzate, lì sul lungolago Zanardelli.

Sulle strade del bresciano ci sono un sacco di bei corridori, soprattutto italiani: tutti quelli, in pratica, che per un motivo o per un altro non sono in corsa al Tour de France. E, visto come vanno le cose oltralpe, forse non è neanche tutto 'sto peccato arrivare sul Passo Maniva piuttosto che sul Col d'Aubisque.

Dicevamo dei corridori: iniziamo da Di Luca, vincitore di Liegi e Giro quest'anno, passando per Visconti, campione italiano che veste per la prima volta in corsa l'effige tricolore conquistata a Genova il 1° luglio, Garzelli, vincitore di due tappe al Giro e di una tappa al Giro del Trentino che citiamo unicamente perché aveva l'arrivo proprio nella sede d'arrivo di oggi: Toscolano Maderno; e poi ancora Damiano Cunego, al rientro dopo il Giro di Svizzera e lo stesso campionato italiano, Davide Rebellin, vincitore della Freccia Vallone, Darren Lapthorne, che il 99% degli italiani non ha mai sentito nominare, ma che è comunque campione australiano in linea, e quindi qualche numero ce l'ha; e poi Matteo Carrara, Mirko Celestino, Raffaele Ferrara e Santo Anzà. Insomma, di presupposti al divertimento se ne sentiva la parvenza sin dalla vigilia.

E la prima tappa non ha deluso le attese, anche se al gruppo dei "big" è andata subito bene la composizione del gruppo dei primi attaccanti: Dietziker, McLachlan, Ignatiev, Santambrogio (al rientro con la Lampre dopo sei mesi di "rodaggio" alla Tenax) e Martens. È proprio il tedesco della Skil-Shimano a promuovere l'attacco al km 20, con gli altri accodatisi appena dopo qualche chilometro.

Nessuno di questi attaccanti è stato ritenuto pericoloso per la tappa, e quindi il vantaggio è salito fino a 5'40" (eravamo al km 50 di corsa)

Dietro è proprio la Gerolsteiner del vincitore uscente a controllare la situazione ed il distacco, ma i fuggitivi praticamente ci rimbalzano, all'indietro; più che venir ripresi, si fermano, anche perché le qualità in montagna son quelle che sono, e sicuramente nel gruppo dietro ci sono corridori ben più in grado di produrre alte velocità quando le pendenze delle strade s'impennano.

Ed è così l'australiano McLachlan il primo a saltare sul primo Gpm di giornata (nel frattempo Santambrogio, vincendo due dei tre sprint intermedi, si andava a guadagnare la prima Maglia gialla di leader della classifica degli sprint), il San Giacomo di Gavardo, vinto da Ignatiev, con i battistrada che mantengono circa 1' di vantaggio sul gruppo tirato da Gerolsteiner e Quick Step, segno che Rebellin sta bene (ed era intuibile), ma sta bene anche Visconti, e la cosa ci fa assolutamente piacere, visto che è sempre bello vedere la Maglia tricolore davanti.

Al km 120 c'è una bella cascatona generale, nella quale rimangono coinvolti Di Luca (che arriverà al traguardo un po' dolorante per via di due tagli all'altezza di entrambi gli stinchi), Cataldo, Jacobs, Mikhailov, Ten Dam, Cadamuro e Kolessov. Questi ultimi due, purtroppo, sono costretti ad abbandonare la corsa, e vengono portati all'ospedale di Gavardo per gli accertamenti del caso (per il primo lussazione e piccola frattura al gomito, rischia l'operazione chirurgica ed uno stop medio lungo, mentre il kazako...).

All'imbocco della salita di San Bartolomeo di Salò davanti hanno già perso Martens e Dietziker, e in poche pedalate perdono anche Santambrogio. È Fortunato Baliani ad accendere la miccia, dal gruppo, e portare così i fuggitivi ad un tiro di schioppo. Ignatiev è da solo, e ci prova anche a scollinare con del vantaggio, ma Giunti non gli lascia scampo e si va a prendere Gpm e Maglia verde di miglior scalatore.

E così è la discesa, dove la salita non riesce, a far selezione: è Carrara a lanciarsi a spron battuto dal San Bartolomeo, e gli unici a seguirlo sono Bailetti e Kiryienka, mentre dietro il gruppo si spezza ulteriormente per colpa della caduta di un corridore della Unibet.com.

Un lungo in discesa costringe il bielorusso della Tinkoff a tirare i freni, e farsi riassorbire e staccare da chi lo seguiva: Alessandro Bertolini, Rebellin, Osella, Failli, e i già citati Carrara e Bailetti. Anche Bertuola, con Anzà a ruota (passivo per via della presenza davanti di Bertolini), si riporta nel gruppo di testa, candidandosi anche, vista l'attitudine in salita che gli ha permesso di arrivare 2° al Giro Under 26 del 2004, ad un bel piazzamento finale.

La volata, sul lungolago di Toscolano, è indecisa, anche perché gli ultimi 500 metri hanno tutte le caratteristiche di beltà, tranne due: la larghezza della sede stradale, veramente minima, e l'omogeneità dell'asfalto, leggermente in ciottolato sulla parte destra del plotone. E infatti Bailetti, che a ruota di Rebellin sceglie proprio la parte destra della sede stradale, e solo per pochi centimetri (probabilmente il milanese non c'ha creduto, visto che neanche ha dato il colpo di reni) non è riuscito a beffare il ben più esperto Rebellin, relegando al gradino più basso del podio il trentino Alessandro Bertolini, sempre pronto a vender cara la pelle nelle corse italiane.

E così divertimento è stato, come si prevedeva all'inizio, anche se soltanto pochi degli attesi protagonisti si son dimostrati all'altezza della situazione: difatti troviamo Sella a 2'23" dal vicentino-monegasco, Mazzanti a 3'58", Cunego, Garzelli e Ferrara a 6'33" e Pérez Cuapio e Di Luca, seppur l'abruzzese può giustificarsi con tutte le attenuanti della caduta, a 15'08".

Per quelli che son rimasti avanti oggi, o leggermente attardati, già da domani una giornata dura, densa di appuntamenti, viste le due semitappe (una al mattino, una al pomeriggio) che porteranno il gruppo prima a Breno, su un traguardo leggermente vallonato, poi a Borno, con il Gpm posto ad 800 metri dall'arrivo, dopo una scalata di circa 11 km, seppur non impossibile.

Però sarà interessante scoprire come, e se, Rebellin terrà il primato, se Carrara e Anzà vorranno già provare qualcosa, così come Visconti, che oggi ha fatto lavorare la squadra da bravo leader, ma a 28" ci sono anche Cataldo, Possoni, Brutt, Pidgornyy, lo stesso Giunti leader dei Gpm, Pozzovivo, Nose, Golcer, tutta gente che in brevi corse a tappe di cinque giorni ha già vinto, e se non ha vinto, ha sempre fatto parecchio bene.

E poi le tappe di domani saranno fondamentali per scremare ancora un po' di più il gruppo in vista dell'arrivo sul Passo Maniva della terza tappa. Lì i più forti verranno fuori, anche perché su arrivi del genere non ci si può di certo nascondere.

(cicloweb)

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BRESCIA - Giovanni Visconti ha vinto a Breno la prima semitappa della seconda giornata del Brixia Tour. Il 24enne di Monreale si e' imposto allo sprint su Fabio Baldato sul traguardo di Breno. Si tratta della prima vittoria ottenuta da Visconti con indosso la maglia tricolore, dopo il successo ai campionati italiani il 1 luglio scorso a Genova

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Fate i conti con Visconti

Il campione italiano vince a Breno

Che Giovanni Visconti vinca una tappa dimezzata non è mica tanto una notizia, perché, pur lasciando stare Italo Calvino, stiamo sempre parlando del campione italiano su strada in carica, titolo conquistato sulle strade di Genova ventisei giorni fa. A distanza minore di un mese, dunque, il siciliano nato a Torino e trapiantato in Toscana sul San Baronto, passato pro' con la Milram e da quest'anno nelle fila della belga Quick Step-Innergetic, e quindi compagno di squadra di quel Paolo Bettini campione italiano uscente (che gli ha lasciato spazio in Italia ed è andato a correre in Vallonia un'altra breve corsa a tappe), è tornato ad alzare le braccia al cielo, seppur, a differenza di quanto avvenuto nel capoluogo ligure, con un brivido in più.

Il veneto Baldato, difatti, con una rabbiosa rimonta iniziata a 500 metri dalla linea d'arrivo con a ruota Rebellin, è riuscito a togliersi il leader della classifica generale dalle terga e sorpassare di slancio D'Aniello, ma non Giovanni Visconti, partito a circa 1 km dall'arrivo di Breno e capace di mantenere quei pochi centimetri di vantaggio per festeggiare il secondo successo stagionale.

Il brivido è stato dettato da un po' di disattenzione del giovane campione siciliano, che s'è curato del solo napoletano della Ceramica Flaminia, non accorgendosi della rimonta del vicentino della Lampre-Fondital, che lo aveva praticamente appaiato. Fortunatamente per Visconti, la rimonta di Baldato non s'è completata alla perfezione, altrimenti il passo dalla gioia alla beffa sarebbe stato tanto breve quanto intenso.

Lo avevamo avvicinato stamattina, Visconti, proprio perché il finale della prima semitappa di quest'oggi sembrava fatto su misura per corridori con le caratteristiche di Garzelli, di Carrara, di Rebellin, e di Visconti: «Sto bene, la gamba c'è e la condizione anche - ci aveva detto il campione italiano alla partenza - Ieri ho preso 28" per via di un buco creatosi in discesa, sennò sarei probabilmente rimasto davanti con gli altri. C'è solo da recuperare un po' di brillantezza, ma sono sulla buona strada».

All'arrivo, con un sorriso grande come una casa, e dopo gli abbracci di rito coi parenti che lo seguono quasi ovunque, è sembrato anche un po' imbarazzato da questa bella vittoria: «Sono andato forte davvero, anche perché il finale me l'avevano solo raccontato, ma non lo conoscevo - ammette Visconti - Son partito nel pezzo duro, che era duro davvero, e poi son stato bravo a contenere la rimonta degli altri, anche se per poco Baldato non mi passava. Per fortuna è andata bene e son qui a festeggiare».

Rebellin, quarto oggi, gli fa i complimenti stringendogli la mano e dandogli una pacca sulla spalla.

Baldato è un poco più scuro in volto: «L'arrivo mi piaceva, anche perché sapevo che le ruote veloci sarebbero arrivate un po' al gancio, mentre io su questi tipi di arrivi mi difendo ancora benone. Purtroppo nessuno è riuscito a tenere lo scatto di Visconti a 1 km dall'arrivo, e io son stato costretto a lanciare la mia volata a 500 metri dall'arrivo. Magari ci fosse stato qualche compagno a tenermi coperto per un centinaio di metri almeno, quei centimetri a mio sfavore sarebbero diventati a mio favore. Ma è andata così, forse neanche è giusto recriminare, visto che chi ha vinto l'ha meritato».

La tappa è stata volata a più di 48 km/h di media, con una prima ora che ha passato i 50 km percorsi dal plotone, con qualche timido tentativo di sortita (tra i più generosi Sacchi, Miorin, Tjallingii e un pimpante Cunego, che ha tentato due volte, e nel secondo tentativo c'erano anche Sella e Cataldo, tra i più rappresentativi), ma il grosso del gruppo non ha mai lasciato fare, tanto che il vantaggio massimo raggiunto dai fuggitivi (chiunque essi fossero) è stato di 16". Praticamente, una corsa che è sempre rimasta chiusa, almeno fino al chilometro finale.

Celestino ed Uran si ritirano al km 32, mentre Pérez Cuapio, Gilioli e Boggia cadono al km 65: il laziale della Flaminia riparte, mentre il messicano della Ceramica Panaria e l'azzurro dell'Universal Caffè patiscono guai maggiori; entrambi ritirati, col primo trasportato in ospedale per gli accertamenti del caso che probabilmente evidenzieranno una clavicola fratturata).

L'andatura sostenuta ha fatto dunque danni alle tossine ed ai muscoli delle ruote veloci, seppur velocisti come Chicchi, Gavazzi e Guidi siano riusciti ad arrivare nelle prime 10 posizioni.

Oggi pomeriggio (partenza alle 15:40) si corre la Pian Camuno-Borno di 98,4 km: non si arriva in salita, ma si sale eccome. La salita è pedalabile, ma è lunga e qualcuno la patirà.

(cicloweb)

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BORNO (Brescia) - Lo scalatore vicentino Emanuele Sella (Ceramica Panaria-Navigare) ha vinto la seconda frazione della seconda tappa del Brixia Tour, Pian Camuno-Borno, di 98 km. Sella, 26 anni, ha preceduto il siciliano Santo Anza' (Serramenti Diquigiovanni-Selle Italia) e il compagno di team Fortunato Baliani. Davide Rebellin (Gerolsteiner) ha conservato la maglia di leader della classifica generale.

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A Borno spunta Sella

Il vicentino vince in solitaria

Gli son pesati davvero questi due anni senza vittorie, ad Emanuele Sella, e lo si capisce dalle dichiarazioni a fine tappa: «Ero fuori classifica ed oggi era un'occasione d'oro per provare a far bene qui al Brixia Tour. In salita ci si può sempre divertire, soprattutto se si sta bene, ma per domani non prometto niente - sorride il vicentino - Magari senza quella foratura nella prima tappa potevo anche ambire a qualcosa di più, ma oggi non è proprio il giorno adatto per lamentarsi».

In effetti questo giorno è il giorno che segue il 23 luglio 2005, il giorno dell'ultimo successo del giovane scalatore della Ceramica Panaria-Navigare, che s'impose proprio al Brixia Tour nella cronoscalata che gli aprì le porte verso il successo finale.

Tanti, due anni senza vittorie, per uno che al primo anno da pro' si era andato a prendere una splendida vittoria di tappa al Giro d'Italia (vinse con una bell'azione solitaria la frazione di Cesena) e la convocazione in Nazionale (seppur da riserva) ai Campionati del Mondo di Verona.

«Non vincevo da tanto tempo - continua Sella - anche perché dal mio ultimo successo ho avuto veramente tanta sfortuna. Anche quindici giorni fa son caduto in allenamento, e questa vittoria è un motivo per sorridere e per ripagare almeno in parte dei sacrifici e della forza di volontà che si fanno per preparare le corse. È tosta allenarsi a fondo se non si vince mai».

La tappa, fino alla salita finale di Borno, con il Gpm posto ad 800 metri dall'arrivo, non è particolarmente emozionante: tutta pianura fino al km 83, poi lo strappetto di Berzo Inferiore, e poi, a Malegno, l'inizio dell'ultima asperità.

La tappa vive sulla fuga di quattro coraggiosi: Jacobs, Righetto, Den Bakker e Rovny, che hanno vivacchiato per una trentina di chilometri con 2'30" di vantaggio sul gruppo, guidato dalla Gerolsteiner in posizione di controllo.

Gli attaccanti vengono ripresi proprio ai piedi dell'erta finale, col gruppo già allungato. La selezione avviene da dietro: ai meno 10 km dall'arrivo rimangono in ventidue, mentre ai meno 9 km sono già in quindici: Rebellin, Bertagnolli, Cataldo, Noè, Visconti, Carrara, Pozzovivo, Sella, Baliani, Golcer, Kiryienka, Bailetti, Anzà, Giunti e Nose. Poco più dietro vivacchiano Rujano e Marczynski, ancora più dietro Sabido, Allegrini ed Osella. Già staccati Ferrara, Garzelli, Di Luca e Cunego: questo Brixia Tour è in preparazione totale verso altri appuntamenti, adesso ne abbiamo la certezza.

La situazione tattica è interessante: Rebellin è solo, ma ci è abituato, i Liquigas sono in tre, con un Bertagnolli che sin dalla partenza di Pian Camuno si professava combattivo, ed anche i Panaria sono in tre, con Pozzovivo ben messo in classifica e gli altri due che possono giocarsi la vittoria di tappa. Anche gli altri, Anzà su tutti, sono pericolosi, e nominiamo il siciliano in vista dell'arrivo di domani, che lo vede come maggior favorito o quasi: i 17 km della salita finale che porterà il gruppo dai 223 metri s.l.m. di San Vigilio ai 1800 metri di Passo Maniva, dopo cinque passaggi sul Passo Forcella, strappettino di circa 1 km, rappresentano un arrivo in salita vero, un arrivo in salita da scalatore, ed Anzà e Pozzovivo, con Bertagnolli e lo stesso Rebellin a ruota, sembrano i corridori più accreditati al successo di tappa.

Ma a domani penseremo domani, e ci rimane di raccontarvi di oggi.

Rujano e Marczynski, neocampione polacco su strada, si accodano ai quindici in testa, che diventano dunque diciassette. A 6 km dall'arrivo, però, il colombiano perde di nuovo contatto: «Quando la strada sale in maniera seria - ci ha detto José stamattina - sento ancora tutti i dolori sulla parte destra del corpo, visto che ultimamente mi son fatto male a spalla, clavicola, costole e dito della mano. Sono qui in preparazione, e faro lo stesso a San Sebastián, in vista del Giro di Germania, dove spero di poter essere competitivo».

La Liquigas forza con Noè e Cataldo, vuole scremare il gruppo prima del tentativo di attacco di Bertagnolli, ma il primo a staccarsi è proprio Cataldo, che non tiene il ritmo dell'esperto milanese. E poi anche Noè, cotto dal lavoro a favore del trentino, si lascia sfilare. Bertagnolli è solo, c'è un attimo di impasse, Sella lo capisce e se ne va.

Marczynski capisce che l'azione è quella giusta, e prova a seguire il vicentino, mentre da dietro Noè, che ha tenuto duro, e Rujano rinvengono sui primi inseguitori, col "vecchio Brontolo" che si rimette subito in testa per favorire il rientro di Bertagnolli. Ed è proprio il trentino a scattare, portandosi appresso Rebellin, andando a riprendere il polacco della Flaminia; ma Sella è lontano 25" a 3 km dall'arrivo, impossibile andarlo a riprendere.

E infatti Emanuele è bravo a gestirsi anche dopo il Gpm, in quegli 800 metri di falsopiano che potevano favorire il gruppo, e che infatti lo hanno favorito, visto che dei 15" di vantaggio cronometrati in vetta al Gpm di Borno, al "Salbaneo" gliene rimangono, a 50 metri dall'arrivo, appena 5".

Un tempo assolutamente sufficiente per festeggiare brandendo il pugno destro.

Purtroppo, la cronaca di oggi ci costringe a raccontarvi di una tragedia avvenuta stamattina proprio al Brixia Tour: il commissario internazionale Franco Siccardi, 60 anni (ne avrebbe compiuti 61 in novembre), presente alla corsa bresciana in qualità di uno dei tre commissari di giuria Uci (sarà sostituito da Giuseppe Baldi), è morto per via di un infarto nella sua camera d'albergo, all'Hotel Master di Brescia. Il Brixia Tour, per commemorare il torinese residente a Bra, ha fatto oggi osservare al gruppo ed all'intera carovana un minuto di raccoglimento, dedicandogli un applauso durante le premizioni di stamattina e un premio speciale, un nuovo premio speciale in corsa, destinato a quello che sarà il miglior giovane Under 26 in classifica generale alla fine del Brixia Tour. Un riconoscimento che non allevia di certo il dolore per la perdita di un uomo, ma comunque un gesto affettuoso che ci sentiamo di condividere.

(cicloweb)

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Pidgornyy beffa tutti

Bel numero lungo il Passo Maniva

Uno si aspetta Anzà e Bertagnolli, ed invece dal cilindro del Passo Maniva esce Ruslan Pidgornyy, ucraino della Tenak-Menikini: che sport stupendo il ciclismo, non ci stancheremo mai di ripeterlo.

Il corridore diretto in ammiraglia dal ds Flavio Miozzo è uscito con una gran gamba del Giro d'Austria, chiuso in 5a posizione (fu 2° l'anno scorso) con il secondo posto conquistato nella cronoscalata. Miozzo lo aspettava tra i primi anche ieri a Borno, ed invece Ruslan ha pagato lo stacco tra le due semitappe: «Avevo le gambe imballate ieri pomeriggio, non sono riuscito affatto a stare davanti con i migliori», ammette candidamente il vincitore di tappa.

Poco male, visto che i minuti presi ieri sono stati il suo lasciapassare per la tappa di oggi, coi ?? km che da Concesio portavano il gruppo del Brixia Tour sul Passo Maniva, località Collio Val Trompia, ad un'altitudine di 1800 metri s.l.m.; salita da scalatori, salita da distacchi, salita adatta alla confezione d'imprese.

Ruslan Pidgornyy ha attaccato a 9 km dall'arrivo, appena terminato il primo km (durissimo, pendenza media del 10%, ma tratti al 18%) del Passo Maniva. Non l'ha seguito nessuno, in fondo a Rebellin non preoccupava, e gli Anzà e i Bertagnolli avevano interesse anche ad attaccare il leader della generale, non soltanto a vincere la tappa.

La Ceramica Panaria perde sin da subito una delle sue tre frecce: Pozzovivo non riesce a tenere il passo dei migliori, ed a Sella e Baliani viene a mancare un bel diversivo tattico. Soprattutto l'umbro, ben messo in classifica e in possesso di un ottimo colpo di pedale, avrebbe potuto giocare il lucano ed il vicentino come teste di ponte per un successivo attacco.

Pidgornyy scava subito un buon margine tra sé ed il gruppo Maglia biancoceleste di Rebellin. Sì, è vero, lo hanno lasciato andare perché non preoccupava il capoclassifica, ma non si scavano 45" in 5 km se non si ha una grande gamba: «La salita è stata dura - confessa Ruslan dopo la premiazione - ed essere fuori classifica m'ha favorito. Ho potuto scattare senza essere controllato, e questa è una bellissima vittoria. L'anno scorso ho fatto 3° nella classifica generale del Brixia Tour, e quest'anno ho sempre fatto belle prestazioni, ma se non vinci se ne accorgono sempre in pochi».

L'ultimo vincitore del Trofeo Matteotti guadagna ad ogni rilevamento cronometrico. Dietro rimangono sempre meno corridori, con Davide Torosantucci, portacolori della Universal Cafè autore quest'oggi della sua migliore prestazione tra i pro', che prova a rinvenire sull'ucraino di Bordonali. Non c'è niente da fare, Ruslan non si ferma, né cede, cosa che invece accade all'abruzzese: viene ripreso dagli altri, e dopo qualche km si stacca.

Ai meno 3 km Pidgornyy ha ancora 23" su Rebellin ed Anzà, che nel frattempo hanno seminato tutti gli altri. A poche centinaia di metri, un gruppetto con Baliani, Bailetti, Carrara e Leonardo Moser, compagno di squadra di Santo Anzà, stamattina 2° in classifica generale a 3" da Rebellin.

Moser ha papà Diego all'arrivo, e la vicinanza col Trentino fa il resto: sfruttando un leggero rallentamento del duo Anzà-Rebellin, il nipote di Francesco Moser (che, nel frattempo, continua a coprirsi di ridicolo lasciando dichiarazioni di un'incoerenza assoluta con le proposte fatte dallo stesso presidente del Cpa appena un anno fa: l'anno scorso voleva liberalizzare il doping, quest'anno vuole radiare i ciclisti alla prima positività; qualcuno gli spieghi che nel mondo non ci sono solo il bianco e il nero) si riporta alla ruota del proprio capitano, ed ovviamente si mette in testa a scandire il ritmo. Il giovane Leonardo dà tutto quello che gli rimane, e dai meno 3 km all'arrivo ai meno 2 km Pidgnoryy perde 7": il vantaggio scende da 23" a 16", che comunque sono ancora tanti.

Anzà vorrebbe riprendere Pidgornyy, ma vorrebbe farlo prima dello sprint, visto che in una a volata a due con Rebellin non avrebbe scampo; e il siciliano, quando capisce che l'ucraino è assolutamente irraggiungibile, sgrava il compagno dal bellissimo lavoro di gregariato svolto sino a quel momento, e lascia che sia Rebellin a completare il lavoro di traino fino all'arrivo.

E difatti sotto il triangolo rosso dell'ultimo km il vantaggio di Pidgornyy torna a 22". A Rebellin va benissimo il successo dell'ucraino, che difatti vince a braccia alzate, con tanto di urlo liberatorio sotto lo striscione d'arrivo.

Rebellin nelle ultime centinaia di metri abbandona la compagnia di Anzà e si va a prendere il 2° posto, addirittura staccando il siciliano della Diquigiovanni-Selle Italia, che ora, sommando i 3" di distacco, più i 2" di abbuono, più i 3" che già aveva stamattina, più i 5" di penalità subiti nella seconda semitappa di ieri (come lui penalizzati Pozzovivo e Baliani, seppur di 3", per aver tratto vantaggio dal taglio di una rotonda a 500 metri dall'arrivo) è a 13" dal vicentino-monegasco. Praticamente, Rebellin ha il Brixia Tour in tasca.

E dire che la tappa di oggi s'era movimentata subito, con un attacco di ben 35 corridori nato al km 36: tra di loro, atleti interessati alla tappa come Cunego, Garzelli, Petrov, Golcer, Tjallingii, già Leonardo Moser e Niemec, ma anche atleti di classifica come Carrara, Alessandro Bertolini, Nose e Marzano.

Il gruppo condotto dalla Gerolsteiner prima e dalla Liquigas poi, lascia ai fuggitivi 2'05" di vantaggio massimo al km 39, un vantaggio che poi si riduce sempre, fino a venir annullato al km 140. Prima del ricongiungimento, quattro corridori, tra cui Cunego, già perdono contatto dai battistrada.

Il resto è già storia del Passo Maniva, con Pidgornyy all'attacco, Rebellin in difesa, ed Anzà impotente difronte alla classe ed alla gamba del capitano della Gerolsteiner; l'altro uomo atteso, Bertagnolli, va in crisi di fame a 5 km dall'arrivo ed arriva con 8'30" dal vincitore, mentre ottima la tenuta di Carrara, nonostante la fuga di oggi e la caduta di ieri (è caduto nella stessa rotonda della penalizzazione dei tre su scritti, a 500 metri dall'arrivo di Borno), che ora è 3° in classifica con 1'12" da Rebellin. Un Carrara che, durante la prima tappa, s'era preso anche gli elogi di Franco Ballerini, Ct italiano che sta seguendo i progressi del completo atleta orobico.

Domani si conclude con l'ultima tappa Pisogne-Darfo Boario Terme di 184,5 km, con i tre passaggi sul Colle Maddalena e l'arrivo a Corso Italia che sancirà il trionfo di Rebellin, primo in generale, primo nella classifica a punti, primo (con Pidgornyy) nella classifica dei Gpm, e la lotta tra Dietziker e Santambrogio, con il primo in vantaggio di 9 punti sul secondo, nella classifica degli sprint.

(cicloweb)

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