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Il Terminegro


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L'ultima fatica del Giro. La tappa del Gavia era il ring finale per la lotta alla maglia rosa. Aimo Masu, con ormai 22 minuti di vantaggio assaporava per la prima volta il gusto di una vittoria che conta. Tutti gli avversari, demoliti frazione dopo frazione, si erano arresi per la cotanta abilità del piccolo scricciolo di Gioia Tauro nell'affrontare le impervie salite delle Dolomiti e in ultima battuta le mitice cime del Mortirolo e dello Stelvio. Sulla bicicletta la sua leggerezza si notava ad ogni frullare di pedalata e tutti gli spettatori gettavano petali di rose rosse al suo passaggio. Grazie alla corsa aveva anche trovato l'amore e proprio sul traguardo del tappone c'era la sua fiamma ad aspettarlo. Era il luogo e il momento ideale per fare una proposta di nozze. Il piccolo Aimo, non appena la salita sotto alle sue ruote cominciò ad essere più selettiva, mise il suo rapporto preferito, un 53x14 e sui tornanti al 17% saliva con una maestria mai vista prima. Tutti gli spettatori entusiasti lo acclamavano. La tappa, tornante dopo tornate, si faceva sempre più corta e alla fine, con 1h 24' di vantaggio, Aimo Masu tagliò il traguardo, momento in cui prese dal taschino una scatoletta, e mettendosi in ginocchio, chiese alla sua fidanzata, in quel momento girata di spalle a piangere, di sposarlo. Lei si voltò e Aimo Masu cominciò a vomitare. Dietro a quella chioma bionda fluente, dietro a quelle bellissime gambe e a quel sedere mozzafiato, si nascondeva la faccia di Alessandra De Stefano...

 

A quel punto Aimo Maso si sveglio in preda ad un urlo isterico. Accanto a lui, nella capanna masai, una gorilla gli teneva stretta la mano e lo consolava per l'incubo avuto. Fuori era ancora buio, ma per quella notte il sonno era ormai svanito.

 

Aimo si affacciò al pertugio usato come finestra. Fuori vedeva la luna e quella bocca allappata per la notte passata, gli aveva fatto tornare alla mente che la bicicletta era la sua grande passione. Grazie alle offerte dei macachi e degli scimpanzè, raccimoltò i soldi per ritornare nella civiltà. Da lì a poco avrebbe incontrato lui, il primo corridore di colore a vincere Giro, Tour e a sbarcare su Giove. Sulle strade stava per scendere "il Terminegro"!

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OBIETTIVO: Vincere Giro e Tour (e magari anche Vuelta, nello stesso anno???) con Jelani (e magari anche qualcosa di più).

 

SQUADRA mezza fantasy, con alcuni corridori esistenti (inseriti dal sottoscritto) + alcuni giovani più o meno promettenti. Casacca Africa United di Stylus modificata.

 

ROSTER

18 uomini, tutti di colore (squadra un po' più forte dei rintronati)

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LEADERS

Oltre il già citato Jilani (che sarà il capitano del futuro), il presente ci ha regalato Zakayo Nderi e Mehrawi Kudus...

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...più il giovane Tadese, che in prospettiva ci sarà utilissimo.

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Nei vangeli apocrifi si parla della sua leggenda, ma io personalmente non l'ho mai visto correre...comunque...

 

RESTRIZIONI: Correre le prime stagioni con SOLI corridori africani eccetto sopra i 20 corridori poterne avere MAX 2 al di fuori del continente nero.
 
DIFFICOLTA': Per ora DIFFICILE, poi si vedrà (uso il PackITA modificato).
 
MODDING: Editing del DB per modificare alcuni cambi di casacca, ma soprattutto sostituire una nazione ogni anno con il KENYA (al primo anno tocca al Canada), ma non per aumentare o sbirciare le stats dei corridori. Modifiche future alla struttura del ProTour (tipo quello fatto da smec) per avere un gioco ancora più vario.
 
NO STAGE (è doping), contrattazioni con i corridori sia tramite scout, sia tramite lista U23.
 
Naturalmente non voglio voti per lo storyteller
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Si parte...

 

Avere una squadra africana ci porta a dover essere subito al top. Nei mesi di Gennaio-Febbraio abbiamo gli obiettivi di Amissa Bongo (Top5), Dubai (Top5), Herlad Sun Tour (Top5), Oman (tappa). Pensiamo di farcela almeno per metà. Purtroppo chiuderemo la stagione già ad Agosto, visto che non ci hanno invitato in quasi nessuna corsa di Settembre-Ottobre. La promozione per quest'anno credo debba aspettare.

 

 

STAGIONE 1

 

GENNAIO

 

AMISSA BONGO

Si parte subito fortissimo...alla prima corsa mandiamo già Kimeli Jilani, già a suo agio nelle prime posizioni del gruppo.

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La tappa ci regala già la prima vittoria con il 19enne eritreo Gebrezhabihier Ezergeizhaarka (d'ora in avanti sarà GE), il quale con una lunga fuga, in parte in solitaria, anticipa di 3'43" il duo Serry-Ignatiev. Jelani 7°.

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Mwangi manca per 150m il colpaccio, dopo una lunga fuga nella terza frazione. Viene riassorbito proprio nella rampa finale da Serry, Impey, Vorganov e Hivert. Il nostro GE assieme a Jilani, perde l'attimo e deve faticare per non far guadagnare troppi secondi ai rivali. Alla fine perdiamo solo 51" e manteniamo la maglia per 2'51".

Con una difesa strenua, GE tiene duro e perde solo 1'30" nella tappa successiva, riuscendo questa volta a seguire i primi scatti del trio Impey-Serry-Hivert. Con 1'16" di vantaggio, e con le tappe "dure" concluse, corriamo un po' più tranquilli e alla fine conquistiamo alla prima già un successo di rilievo.

Mwangi è 7° finale, mentre Jilani chiude 17°, con Ndayesenga poco più avanti (15°).

 

 

Per la cronaca Serry, che abbiamo messo dietro all'Amissa Bongo, si vince il Down Under.

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FEBBRAIO 

Subito impegnati su due fronti

 

Al DUBAI partiamo già con 58" di ritardo nella crono a squadre e un percorso troppo facile, contro una concorrenza troppo forte, non ci permette di cogliere la top5 richiesta dalla sponsor.

 

All'HERALD SUN sfruttiamo la tappa tre, un po' nervosa, ma classificata come pianeggiante, per mandare in fuga Mwangi. C'è anche tanto vento e il nostro corridore sembra il più fresco del lotto. Il gruppo insegue per la prima metà e poi ci lascia andare. Guadagniamo tanto e Mwangi, sull'ultimo strappo saluta tutti e va in solitaria a vincere.

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Sullo stesso strappo il gruppo si spezza e con tutti i nostri rimaniamo dietro. Abbiamo però ben 1'46" di vantaggio su Van Hoecke (anch'esso in fuga), ma soprattutto 5' dai favoriti, i quali si trovano davanti una difesa strenua (e un +1 di giornata) di Mwangi, che resiste sulle salite di Arthur Seat alla quinta tappa (trovando anche poca lotta fra i rivali), vincendo così l'Herald Sun e facendoci conquistare l'obiettivo dello sponsor. Grande prova di Nderi che grazie alla fuga chiude 2° dietro Muravyev. 

 

 

Il TOUR OF QATAR invece ci scivola via come se avessimo preso il bronchenolo sciroppo. Zero di zero.

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Veramente ho già vinto una tappa all'Amissa Bongo, la classifica finale della stessa, una tappa all'Herald Sun e la generale della stessa...lo so, siamo partiti forte, ma ho impostato i picchi di forma a Febbraio. Il resto dei corridori li avrà da Marzo in poi e a quel punto ritorneremo a battagliare con le ambulanze di fine corsa.

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Continuiamo con il racconto di Febbraio...

 

Al TOUR OF OMAN becchiamo nuovamente una fuga vincente con GE (che tra l'altro ha pure la maglia bianca di leader del ContinetalTour), che nonostante fosse nettamente il più debole del lotto (Albasini-Cummming-Millar) stacca tutti sulla ascesa posta a 5Km dal traguardo. Obiettivo subito preso.
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La leadership però dura solo 2 tappe. Sul traguardo in salita di Jabal al Akhdhar s'impone il ciucciaruote Contador, che sfrutta per tutta la salita Nibali e lo infilza negli ultimi metri. Grazie ad un +3 Kudus è 4°, davanti all'ottuagenario Evans, mentre Nderi perde parecchio per un -3. GE (-5) esce di scena accumulando 7'. 
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Ci riprendiamo subito due giorni dopo con Mwangi che ancora una volta conclude vittoriosa la fuga della mattina. Dietro fra le stradine strette e irte è lotta fra i big. Siamo abili a rimanere nei primi gruppetti con tutti i nostri capitani. Alla fine Kudus guadagna la 3° piazza nella generale e lo stesso Mwangi balza al 5° posto. Jelani entra in top10, chiudendo così un Tour of Oman dalle grandi soddisfazioni.
 
 
E grazie a queste prime gare sprint, dove i nostri picchi di forma hanno fatto la differenza su corridori più forti, ma con obiettivi più in là nel tempo, siamo primi e secondi nella classifica individuale Continental con GE e Mwangi.
 
A squadre siamo 1° nella Continental e accipigna...7° nel CQ Ranking! Ma la pacchia durerà poco...
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MARZO

Andiamo in terra croata con l'ISTRIAN SPRING TROPHY, dove concludiamo senza grossi acuti 7° con Nderi. Alla PARIS-TROYES siamo 10° con Tekeste Haile, prendendo l'obiettivo dello sponsor per il rotto della cuffia.

 

Nel frattempo sponsorizziamo un giovane corridore keniano di 20anni con potenziale Grande talento. Sarà vero?

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Al TOUR DE NORMANDIE becchiamo una terza piazza in volata con Tekeste Haile nella seconda frazione (peccato essere rimasti chiusi a 1500m dal finale, altrimenti sicuramente 2° ci arrivavamo per il +5 giornaliero). Purtroppo ci cade Mwangi, unico sopra i 70COL e lo rende inutilizzabile se non per proteggere/portare le borracce. Nelle altre tappe tentiamo sempre la fuga, ma il gruppo ricuce ogni volta e ci piazziamo alle volte 5°, alle volte 4°. Tekeste Haile aumenta di stats a metà corsa, portandosi a 70VOL e nella penultima frazione, ci regala un'inaspettata vittoria!

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Nell'ultima tappa però becchiamo un -1 e chiudiamo solo 8°. Alla fine Tekeste Haile è 16° e l'obiettivo (top5) non è preso.

 

Nello stesso periodo ci sviluppa un po' Tadese, portandosi a 71MO e 70COL (un bel botto).

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APRILE (MESE E NON ESORTATIVO VERSO LE GAMBE DELLE DONNE)

 

Arriviamo al CIRCUITS DES ARDENNES per vincere una tappa. La sfiga comincia a venire fuori, quando nella seconda tappa metà corridori beccano il -5 (naturalmente entrambi i capitani sono dentro) e il resto della truppa ha -3, 0 +1 (Ekiru in fuga). Il gruppo è stanco, non ci raggiungerà, ma Alarcon fa il ciucciaruote negli ultimi 20Km e quando parte non riusciamo a tenerlo. Siamo 2° per 37".

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Balziamo anche nella stessa posizione in classifica generale. A circa 3' gli altri big. Nella crono a squadre scavalchiamo il maledetto Alarcon, ma siamo passati da Premont (Wallonie) che vince la corsa, nonostante che nell'ultima frazione alcuni big sono costretti a muoversi dopo il nostro attacco kamikaze di Kangangi a 20Km dalla conclusione, dettato più che altro dal +4 giornaliero e dall'ultima chances di prendere una vittoria. Alla fine il nostro keniano è 3°, dietro Fernadez e Simon. Ekiru chiude 2° nella generale (ma l'obiettivo vittoria di tappa non c'è).

 

 

Al TOUR DE BRETAGNE cogliamo subito l'obiettivo (vittoria di tappa) alla prima utile, sfruttando un bug da mille e una notte (a 5Km dal traguardo, a volata lanciata, il gruppo si pianta) attaccando con GE a poco dal traguardo e andando a vincere in solitaria.

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Proviamo lo stesso colpo di mano nella tappa successiva ma ci va male per un soffio, con Agorir 2°. Sul muro di Bretagne ci defendiamo abbastanza bene con Kangangi e Tekeste Haile (quest'ultimo in fuga dalla mattina), ma perdiamo la leadership. La riconquistiamo con un'azione da lontano con lo stesso GE nella tappa 5 (con annessa vittoria per distacco). Vinciamo anche tappa 6,con la fuga di Kangangi, il quale balza anche al comando della generale, e sopravvivendo anche alla tappa con il pavès portiamo a casa il miglior risultato possibile.

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