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La passione per il parquet...


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Atto III

Erano passati ormai un paio di giorni da quello sfortunato evento. Pat era tornato alla sua routine quotidiana. Ogni mattina si svegliava alle 7.00, si alzava, faceva la doccia, faceva la pipì e faceva colazione.

Dopodiche accendeva il computer, controllava la posta elettronica, dava un occhiata ai principali siti di ciclismo per vedere se

c' erano sono notizie rilevanti e poi accendeva il cellulare.

Quindi si vestiva da ciclista, prendeva la sua Pinarello Dogma da 357mila euro e andava a far la spesa.

Poi tornava a casa, disponeva sui vari scaffali tutto ciò che aveva comprato, si toglieva i vestiti da ciclista, indossava quelli da muratore e andava in garage.

Li saliva a bordo della sua potente, e dico potente, graziella di 17esima mano che apparteneva alla trisavola del bisnonno del cognato della suocera del papa di suo nonno. La bici era stata usata però anche dai sui fratelli, quindi poteva essere anche di 345 mano. :mrgreen:

Ma bando alle ciance,a bordo della sua graziella iniziava l'allenamento, 350 chilometri in solitaria in mezzo ai boschi: scalava colline e montagne, montagne e colline, poi, verso le 14.00, tornava a casa e pranzava.

Nel pomeriggio faceva sempre qualcosa di diverso quindi non avrebbe senso dire cosa.

Ogni sera, dopo cena, giocava al solitario come un poveretto. Infine andava a dormire.

to be continued

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Atto IV

Pat, da quando passò la notte in carcere, scoprì di essere insonne, faticava ad addormentarsi e nel letto era tormentato da strani pensieri.

Per distrarsi cercava di leggere un libro, contava le pecorelle che saltavano lo steccato, ma niente, non riusciva a dormire.

Durante una sera mentre era a letto, e come al solito non riusciva a dormire, iniziò a pensare a come fare per poter ridare al ciclismo il suo antico splendre.

Sapeva benissimo che però da solo non avrebbe combinato nulla, iniziò comunque a buttar giù qualche idea: dapprima pensò ad un grande giro a tappe, poi ragionò sul fatto di tornare alla Coppa del Mondo, poi riflette sulla creazione di un grande evento su pista.

Ma no, non trovava nessuna idea brillante

"Mmmmm... forse.. ma si... legalizzerò il doping..." mentre pronunciava queste parole si accese in lui una felicità come se fosse un bambino.

Tuttavia capì ben presto che anche questa soluzione non poteva andare bene.

Quindi stranamente si addormentò.

L'indomani si alzò di buon' ora, come al solito,ma non continuò con la sua routine, accese infatti il suo computer e scrisse una e-mail, la inviò a diverse persone.

Ma a chi? E cosa c'era scritto?

to be continued...

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Atto V

2cctfr8.jpg

In questa email, Pat, chiedeva l'aiuto di alcuni personaggi illustri del ciclismo come Armstrong, Cipollini, Bruyneel, Jalabert e Bulbarelli.

Ma perché? Cosa aveva in mente? Nell' e-mail non anticipava nulla, fissava solo un appuntamento, e diceva solo il luogo. Certamente il giorno e l'ora l'avrebbe fatta sapere in un altro modo per evitare la presenza dei media.

Ma questo sforzo fu inutile. Bulbarelli parlò con Cassani dell' e-mail che aveva ricevuto, Davide, a sua volta, ne accennò qualcosa ad un gruppo di cicloamatori durante un' uscita in bici. E fu la fine.

Infatti la notizia arrivò ai media che iniziarono ad appostarsi fuori dalla sede dell' uCI in attesa di qualche novità. Essi si appostarono nelle strade vicine, giunsero con roulotte e camper con l'intenzione di accamparsi li.

Non volevano farsi sfuggire nulla.

to be continued...

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...In questa email, Pat, chiedeva l'aiuto di alcuni personaggi illustri del ciclismo come Armstrong, Cipollini, Bruyneel, Jalabert e Bulbarelli.

:dubbio:

C'è qualcosa che non torna.

Tu parli di personaggi illustri del ciclismo e poi commetti un errore incredibile!!!

Per fortuna ti sei salvato alla fine, quando hai citato Bulbarelli... Pensavo te ne fossi dimenticato

:24:

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Atto VI

4q55c8.jpg

E i giornalisti fecero bene a stare li.

Infatti, verso la fine di Gennaio, arrivò un grosso monovolume nero scortato da altre due macchine. Questo si fermo proprio davanti l' entrata del palazzo dell'UCI.

Tra due alli di folla. soprattutto giornalisti, ne scese niente popodimeno che Lance "the cowboy" Armstrong. Successivamewnte arrivò , sgommando, una Ferrari 360 da cui scese Cipollini. Arrivò anche Bulbarelli,su una FIAT Panda.

Poi giunse Jalabert a bordo di un bici Wilier e infine arrivò Bruyneel in elicottero.

C'erano proprio tutti... NO!

Mancava Pat, ma non si fece attendere più di tanto. Arrivò a bordo di una Limousine.

Tutti e 6 insieme salirono la rampa che portava all'ingresso. Una voltra oltrepassato quest' ultimo, prendendo l'ascensore, salirono all'ultimo piano, nell'ufficio di Pat.

Qui si sedettero tutti intorno ad un tavolo rotono. Tutti ad eccetto di Pat che rimase in piedi e iniziò a parlare:

"C'è chi dice che il ciclismo è morto, chi invece afferma che è un malato molto grave, chi ritiene invece il ciclismo in salute, anche se pare che a quest' ultima affermazione non creda nessuno, neanche colui che la fa.

Quando si analizzano i mali del ciclismo, un ruolo di primissimo piano ce l'ha il doping. Negli ultimi anni infatti sono stati molti i corridori pizzicati dall'antidoping. Non nomi qualsiasi, ma nomi simbolo di questo sport.

Come sapete il ciclismo ne ha risentito parecchio.

Al giorno d'oggi, il mondo è cambiato, i tempi televisivi si sono notevolmente ridotti e la sete di informazione del grande pubblico non va oltre al desiderio di polemica o di gossip.

Per accorgersi di questo è sufficiente accendere la televisione su uno dei programmi di maggior successo o anche confrontare la linea editoriale de "La Gazzetta dello Sport" attuale con quella di qualche anno fa.

Il ciclismo non ha saputo cogliere questo cambiamento, che, al contrario, ha sempre combattuto, e così è rimasto fuori dalla grande comunicazione, sia dalla televisione sia dai grandi giornali.

E allora che fare?"

Dopo aver detto ciò, Pat, bevette un sorso d'acqua poiché gli si era seccata la gola. Senza accorgersene stava gridando.

Gli ospiti, seduti intorno al tavolo ascoltavano e annuivano tenendo la testa bassa.

Poi Pat riprese il discorso:

"Vedete, vi ho fatti venire qui perché ho bisogno del vostro aiuto per inventare un evento a grande impatto mediatico che cambi il volto a questo ciclismo.

Voi mi sembrate delle persone adatte per far ciò, prima, però, ditemi subito se avete intenzione di collaborare se no, quella è la porta"

Dicendo queste parole, Pat, indicò la grande porta a vetri.

Il primo a parlare fu Lance: "Yes sir, I'm available"

Poi continuò Bruyneel:"Me too"

Poi fu la volta di Bulbarelli:"Si"

Cipollini:"Non posso tirarmi indietro"

e infine Jalabert:"Je vuol etre disponible"

Pat sorrise e i suoi nervi si distesero notevolmente, poi sorseggio un po d'acqua.

to be continued...

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Atto VII

Pat riprese a parlare:

"Bene, il motivo per cui vi ho fatti venire è per trovare una buona idea che ridia splendore e popolarità al ciclismo. Avete già qualche proposta?"

"Io, io - disse Bulbarelli - propongo la saga del cotechino"

Pat:"Bell' idea ma non fa per noi"

Bulbarelli:"Allora quella della piadina"

Pat:"Sarà per un' altra volta"

Lance:"Propongo una grande manifestazione contro il cancro oppure una pedalata di 5000mila uomini"

Pat:"Beh, per la pedalata non va bene perché serve qualche evento professionistico, per il canrco, apprezzo lo sforzo, ma, come sai, non attirerebbe molte persone"

Bruyneel:"Mmmm.. passaparola"

Jalabert:"Propongo una grande competizione, cioè una serie di gare sul pavee... per uomini duri"

Pat:"Troppo complicato"

Cipollini:"Sfilata di moda?"

Pat:"Ahhahah... No"

Bulbarelli:"C'e' l'ho, c'e' l'ho.... UN GRANDE EVENTO SU PISTA"

Pat:"Ma si..."

Jalabert:"Magnifique"

Cipollini:"Preferivo la sfilata di moda..."

Lance:"Wonderful"

Bulbarelli:"Merito mio..."

Pat:"Complimenti Auro... ora passeremo alla fase organizzativa."

to be continued...

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