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Topic Attualità


Wanka84

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  • Amministratori

Perchè ovviamente l'ha scritta lui vero? :stelle:

Così ha stabilito la Cassazione.

A meno di non crede alla palla del deputato Pdl radiato dall'ordine dei giornalisti che casualmente spunta fuori il giorno dopo la sentenza.

In ogni caso, come direttore, è tenuto a scusarsi per aver pubblicato una notizia FALSA sul proprio giornale.

Perché non ha voluto rettificare di aver pubblicato una notizia FALSA?

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  • Amministratori

Il giudice tutelare di Torino, Giuseppe Cocilovo, si è sentito diffamato e ha reagito. Ieri il giudice ha spiegato: “L’unica cosa a cui tenevo è che fosse ristabilita la verità dei fatti ma il quotidano Libero non ha mai pubblicato neanche un trafiletto in cui si diceva che la notizia era infondata, uno sbaglio per cui chiedere scusa ai lettori. Io non ho proprio ordinato nessun aborto e il quotidiano non ha pubblicato nulla per ripristinare la mia dignità personale. Eppoi la proposta per rimettere la querela l’avevo fatta: avevo chiesto 20mila euro da devolvere in beneficenza all’associazione Save the Children, ma Sallusti ha rifiutato“.

La dignità del giudice Cocilovo vale meno di quella del giornalista Sallusti? Sarebbe arduo sostenerlo.

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1) mai nessuno ha fatto il nome di questo giudice, ragion per cui non era direttamente riferita a lui l'accusa di "omicidio".

2) perché i genitori della ragazza non hanno denunciato pure loro il giornalista?

3) visto che non mi hai risposto prima ti dico che la legge per la quale è stato condannato Sallusti è la numero 595 del codice penale, datata 1930. In piena epoca fascista.

4) non lamentiamoci se siamo il fanalino di coda europeo (e mondiale) per quanto riguarda la libertà di stampa, siamo indietro sia all'Iran (in questi giorni tra l'altro è successa una cosa simile) sia Corea del Nord

5) non ti dico per risparmiarti l'evidente imbarazzo la corte che ha definito i 14 mesi di reclusione (?!?) per Sallusti

6) la dignità del giudice Cocilovo e della corte giudicante è decisamente inferiore a quella del SIGNOR Sallusti e si avvicina di molto a coloro che hanno promulgato la legge 595 del codice penale.

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  • Amministratori

1) mai nessuno ha fatto il nome di questo giudice, ragion per cui non era direttamente riferita a lui l'accusa di "omicidio".

2) perché i genitori della ragazza non hanno denunciato pure loro il giornalista?

3) visto che non mi hai risposto prima ti dico che la legge per la quale è stato condannato Sallusti è la numero 595 del codice penale, datata 1930. In piena epoca fascista.

4) non lamentiamoci se siamo il fanalino di coda europeo (e mondiale) per quanto riguarda la libertà di stampa, siamo indietro sia all'Iran (in questi giorni tra l'altro è successa una cosa simile) sia Corea del Nord

5) non ti dico per risparmiarti l'evidente imbarazzo la corte che ha definito i 14 mesi di reclusione (?!?) per Sallusti

6) la dignità del giudice Cocilovo e della corte giudicante è decisamente inferiore a quella del SIGNOR Sallusti e si avvicina di molto a coloro che hanno promulgato la legge 595 del codice penale.

Siamo dietro all'Iran e alla Corea del Nord non perché questi vengono puniti, ma perché continuano a scrivere. Libertà di stampa non è libertà di diffamare. Legge del 1930? E allora? Vanno riviste tutte le leggi? La trovo una legge giusta.

Un giornalista che pubblica notizie false per professione con la coscienza di farlo e senza il dovere di rettificarla non va messo in cella, va radiato per fare in modo che non scriva più.

Libertà di stampa non è libertà di calunnia, se pubblichi il falso hai il dovere di rettifica. E lui una volta aver saputo di aver pubblicato il falso non ha voluto rettificare, questa è la vergogna.

Perché i genitori non lo hanno denunciato? Francamente chissenefrega, non cambia il fatto che quella notizia era falsa e diffamatoria. Se domani uscisse su un giornale una notizia falsa riguardante la tua famiglia e lesiva della loro immagine tu diresti "fa niente, è libertà di stampa"?

Ah comunque colui che ha scritto l'articolo si è palesato,tardi come sempre. E' Renato Farina. Quindi la cassazione ha sbagliato,di nuovo!

La sua parola contro quella della cassazione. Se era veramente lui perché non è venuto fuori prima?

In ogni caso, anche se fosse stato Farina non poteva scrivere perché radiato.

Smentiamo una volta per tutte la cazzata: Sallusti non va in carcere per quella notizia. Sallusti va in carcere perché quella è l'ultima di una lunga serie e perché si è rifiutato prima di rettificare, poi di indennizzare. In carcere comunque non ci andrà perché incensurato.

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  • Amministratori

Aggiungo che una pena detentiva se la cosa è ripetuta ci vuole perché altrimenti uno potrebbe diffamare tranquillamente su ordinazione di qualche potente (tanto poi le eventuali rettifiche finiscono a pagina 40 in piccolo) come già accaduto sulla casa di Montecarlo di Fini dove alla fine non era vero niente, ma sappiamo tutti il momento in cui ciò è avvenuto e che quindi andava sputtanato. Tanto siamo in un paese dove la gente come pecoroni fa la fila davanti ai negozi per gli iPhone 5 e guarda il grande Fratello e quindi crede ai titoloni dei giornali piuttosto che informarsi e appurare ciò che veramente accade.

Una legge del genere non ha senso dove non ci sono giornalisti che non scrivono il falso per professione come Sallusti, Feltri e i loro giornali. Purtroppo siamo in Italia e c'è chi usa i media non per informare ma come strumento di potere per condizionare le masse.

L'unica vergogna di quella legge è che dopo aver diffamato gente coscienziosamente in prima pagina ce la si possa cavare con una semplice rettifica a pagina 40 che non viene nemmeno letta e notata. Saremo un paese progredito quando sulla stampa ci saranno più Gomez e Travaglio e meno Feltri, Sallusti e Belpietro.

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Anche incarcerando Feltri, Sallusti e Belpietro non cambierai la stampa italiana. Verranno sostituiti da loro pari. O gente che si comporterà come loro. Devi poter cambiare il lettore, non censurare una stampa di bassa qualità, perché è comunque censura.

Per fare un paragone letterario, non censurerei un libro di Fabio Volo o di Moccia, mi limiterei a non metterlo nella sezione "letteratura" di una libreria. Nel caso vedo qualcosa di simile nella sezione letteratura mi riesce spontaneo uscire dalla libreria senza comprare niente.

Però la libertà di espressione esiste e definire fascista la legge in questione è quantomai accurato. Quindi bisogna educare i lettori per evitare giornalisti indegni del mestiere. Sia per incapacità sia per volontà loro. E questo lo si deve fare a scuola, insegnando un po' di spirito critico, spiegando come leggere un giornale, come capire una notizia, come leggere un testo.

Qui ho già riportato alcuni studi di De Mauro in merito all'analfabetismo, resta dunque il fatto che moltissimi italiani leggono solo il titolo degli articoli, facendosi un'idea e un'opinione solo su questo. Quindi, ripeto, la soluzione è cambiare gli italiani. Una soluzione fascista ed elitista, almeno in questo campo, non è assolutamente funzionale. (E lo dice un elitista, per continuare su un piano non politico)

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  • Amministratori

Anche incarcerando Feltri, Sallusti e Belpietro non cambierai la stampa italiana. Verranno sostituiti da loro pari. O gente che si comporterà come loro. Devi poter cambiare il lettore, non censurare una stampa di bassa qualità, perché è comunque censura.

Per fare un paragone letterario, non censurerei un libro di Fabio Volo o di Moccia, mi limiterei a non metterlo nella sezione "letteratura" di una libreria. Nel caso vedo qualcosa di simile nella sezione letteratura mi riesce spontaneo uscire dalla libreria senza comprare niente.

Però la libertà di espressione esiste e definire fascista la legge in questione è quantomai accurato. Quindi bisogna educare i lettori per evitare giornalisti indegni del mestiere. Sia per incapacità sia per volontà loro. E questo lo si deve fare a scuola, insegnando un po' di spirito critico, spiegando come leggere un giornale, come capire una notizia, come leggere un testo.

Qui ho già riportato alcuni studi di De Mauro in merito all'analfabetismo, resta dunque il fatto che moltissimi italiani leggono solo il titolo degli articoli, facendosi un'idea e un'opinione solo su questo. Quindi, ripeto, la soluzione è cambiare gli italiani. Una soluzione fascista ed elitista, almeno in questo campo, non è assolutamente funzionale. (E lo dice un elitista, per continuare su un piano non politico)

Qui non si tratta di censura, l'articolo è rimasto. Anzi chi ha censurato è stato proprio Sallusti che non ha pubblicato la rettifica, eh.

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  • Amministratori

Perché imprigionare un giornalista non è un deterrente, senza contare che un carcerato riesce bene a svolgere il proprio lavoro...

E allora qual è la pena giusta per chi scrive coscientemente il falso a ripetizione diffamando? :dubbio: :dubbio:

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Sospensione dall'ordine a tempo determinato, se fatto intenzionalmente con obbligo di rettifica a pari pagina. Se invece si tratta di indiscrezioni che poi si rivelano false non è da punire, anche se non è il massimo del giornalismo. In questo caso si tratta di un editoriale che si basa su un caso rivelatosi falso, la veridicità del caso iniziale è solo di marginale importanza.

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  • Amministratori

Sospensione dall'ordine a tempo determinato, se fatto intenzionalmente con obbligo di rettifica a pari pagina. Se invece si tratta di indiscrezioni che poi si rivelano false non è da punire, anche se non è il massimo del giornalismo. In questo caso si tratta di un editoriale che si basa su un caso rivelatosi falso, la veridicità del caso iniziale è solo di marginale importanza.

C'è già sia la prima che la seconda (vedi Feltri).

Il problema è che si è rifiutato di pubblicare la rettifica, questo ha portato all'aggravante

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  • 3 weeks later...
"Ho detto varie volte e continuo a dirlo alle massaie del mercato rionale, dove vado tutte le mattine: "C'avete ragione, tutti i telegiornali, nei primi venti minuti vi torturano in una lingua sconosciuta, che sembra turco, i giornali poi fate bene a non comprarli perché scrivono addirittura in lingua cuneiforme e gli ospiti di Porta a Porta parlano in sanscrito!". Però voglio spiegare a tutti i vostri lettori anziani, in maniera chiara quale sarà il vostro futuro: userò il mio italiano rozzo, poco brillante, ma spero comprensibile.

I capi manipolo parlano solo dei giovani: "Ci occuperemo soprattutto dei giovani" promettono! E i vecchi? Ve lo dico io la loro sorte: quelli che hanno ereditato nonni disonesti, politici grandi ladri o mafiosi a Natale e a Ferragosto e il giorno del loro compleanno, sono circondati da branchi di nipotini festanti che sono più allegri e vi abbracciano con affetto teatrale perché siete vicini alla morte. Se siete poveri per il compleanno vi lasceranno soli, se siete molto poveri ad agosto vi legheranno in autostrada con i cani.

Quindi, se voi poveri credete nelle promesse della Chiesa, non chiedete aiuto al Padreterno o alla Colomba che son troppo indaffarati, mandate all'indirizzo email di Padre Pio e chiedete di farvi mandare un grosso prestito in dollari americani per sopravvivere almeno dignitosamente. Se anche lassù c'è una crisi come quaggiù, chiedete la possibilità di morire subito sotto un tram, perché su, in Direzione Generale, non accettano eutanasie o soprattutto suicidi.

Per quanto riguarda i giovani non credono più nei miracoli e soprattutto alle promesse dei politici. Il benessere nel quale sono cresciuti li ha viziati: vogliono vivere come i calciatori ricchi, sono pieni di tatuaggi, con la cresta colorata, rasati da una parte o alla Balotelli, pieni di piercing e di orecchini, vogliono dormire con una velina diversa per sera, fare i vincitori dell'Isola dei famosi, vivere come gli amministratori delle Province italiane, sono presenzialisti, non vanno a cercare paradisi terrestri, ma ad agosto vanno a vedere i Vip nell'inferno di Ibiza.

Per quanto riguarda i vecchi che hanno lavorato lamentandosi tutta la vita e che hanno vissuto onestamente fingendo di essere buoni e che hanno invidiato i giovani ferocemente, scoprono di essere stati più felici alla loro età, ma addirittura di esserlo anche ora che sono vecchi. Purtroppo non riescono più a credere nelle truffe della Chiesa: nel Paradiso, nella resurrezione della carne, nel Giudizio Universale e nella famigerata vita eterna.

I giovani s'incazzano quando noi li chiamiamo con disprezzo "bamboccioni" e hanno ragione, così non li aiutiamo in questo momento difficile, però questi "bambini" fino a 35 o addirittura 40 anni vivono in casa della mamma, immobili anche perché "come fa le lasagne mia mamma non c'è nessuno in questo Paese che tutto il mondo ci invidia". Dicono in giro che la colpa di tutto è delle nostre generazioni, che Napoli è sepolta nella monnezza, che ci sono frane a destra e a manca, che i politici ruban tutto, che ormai in Italia comandano la mafia, la camorra, la 'ndrangheta ora anche al Nord.

Però la colpa è sempre di altri. Nel 1945 quando è finita la Seconda, tragica guerra mondiale con 30 milioni di morti, 6 milioni di ebrei bruciati vivi nei campi di sterminio, c'è stato nella generazione di allora un'euforia che non c'è all'Oktober fest di Monaco di Baviera, ma la felicità collettiva più grande degli ultimi 10 mila anni della storia.

ll Giappone era raso al suolo e colpito da 2 bombe atomiche, la Germania non c'era più, in Italia non c'erano più strade, ponti, ferrovie, ma soprattutto-una fame terrificante. La generazione dei vecchi ha fatto un miracolo senza l'aiuto del Padreterno: il Giappone è diventato in vent'anni la seconda potenza mondiale, la Germania la terza e l'Italia la quarta! Noi vi abbiamo portato a essere uno dei paesi più ricchi della terra.

Una domanda: quando siete subentrati voi che incolpate gli "altri" in generale, che vi lamentate sempre in un italiano perfetto, che organizzate tutti i sabati cortei simili al triste carnevale di Rio, dove cazzo eravate negli ultimi 10 anni! Voi dite: "Adesso è più difficile, è molto più difficile!". Avete forse ragione, ma sopravvivere alla guerra è stato difficile, ma dovete credermi rinascere dal dopoguerra è stato un miracolo di quelle generazioni che più che un miracolo economico, si sono costruite 50 anni di felicità. Voi dite in giro anche che siete infelici e che la colpa è di noi vecchi".

[Paolo Villaggio per il FattoQuotidiano]

Nonostante le idee di Paolo Villaggio evito a prescindere, vi propongo un discorso che mi trova, soprattutto nella parte in grassetto, completamente d'accordo.

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Spesso ci si lamenta e si manifesta non perché siamo ingrati, ma perché vorremmo di più. Non ci basta non essere in un regime totalitario in guerra. Preferiremmo altro, che maggiormente si dedichi al sociale, che non comprenda un'alta finanza scalzare l'economia reale, che non comprenda alienazione (sul lavoro), violenza (fisica come verbale), censura (digitale e mediatica). Uno stato presente, che non si faccia sostituto del padrone, che non sia il leviatano di Hobbes, che non affoghi nella corruzione, che difenda l'uomo dal totalitarismo finanziario o dal fascismo bianco. Perché siamo giovani, e qualcosa di così brutto non lo abbiamo visto mai. E anzi, spesso non riusciamo nemmeno a vederlo. Abbiamo dei mostri negli armadi che chiamiamo storia. Dei mostri da non dimenticare, ma abbiamo altri armadi da riempire, noi. E speriamo non di mostri. E sebbene non abbiamo fede, né politica né religiosa, siccome siamo disillusi, secondo lo stesso Villaggio, non ci resta che essere quello che siamo, nel provare fiducia in almeno noi stessi.

Quello che Villaggio non riesce a vedere è il prezzo del regalo che ci hanno fatto. Qualcuno preferiva non ricevere affatto quel regalo, come la Grecia insegna, altri preferivano non dover pagare il prezzo, altri ancora volevano un regalo diverso, quello per cui avevano combattuto. La vostra colpa è aver distrutto ogni idea. Di esservi venduti per un sogno americano, di non aver fatto niente perché in fondo, la "villetta sulla tangenziale" la volevate anche voi. Volevate un futuro migliore per noi, per i vostri figli. Ora potete anche lasciarlo a noi quel futuro. Non ci stiamo lamentando per quello che avete fatto, ma per come lo avete fatto. Perché il futuro lo volevate voi. Lo volete voi e probabilmente lo vorremmo anche noi fra 60 anni, se ancora ci saremo. Perché siamo umani.

Ci stiamo lamentando perché il passato e il presente di quel futuro sognato è quello che Villaggio descrive. Perché ci stiamo lamentando delle stesse identiche cose. Noi, o almeno i "noi" descritti da Villaggio non sono che vittime del regalo fattoci da voi. Quei presunti cinquant'anni di felicità cos'hanno portato? Questo. Ringraziamo per i 50 anni di felicità che vi siete goduti. "Io so" diceva Pasolini. Che Villaggio si rilegga quel Pasolini. E che capisca perché quei 50 anni di felicità non sono stati 50 anni di felicità, che capisca che il popolo italiano non è solo un popolo. È un'insieme di persone. Lo stato nello stato, descritto da Pasolini (nello stesso articolo citato) non è che una versione migliore e diversa di quello che siamo noi ora. Mancano giusto le idee e l'onestà, ma quelle, purtroppo mai le abbiamo conosciute.

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Sei sicuro che tutti quelli che nei giorni scorsi sono scesi in piazza abbiano le tue stesse idee? Andrei a chiedere a tutti quelli che hanno protestato il motivo del loro sciopero; sei sicuro che sarebbero in grado di darmi una risposta diversa da: la politica fa schifo, bisogna dare più spazio ai giovani... Sempre le stesse cose, invece di andare in piazza ad urlare i soliti quattro cori ripetuti ormai da 50 anni, tiratevi su le maniche e cominciate a darvi da fare. Io apprezzo chi ha un'idea decisa, ben delineata e con una coerenza come l'hai avuta te nello spiegare qual è il tuo pensiero.

Non accetto però l'incoerenza e l'ignoranza: così come condanno per esempio la Chiesa per predicare bene e razzolare male (vendere tutto il patrimonio ecclesiastico no vero?!?) non accetto che mi vengano a fare prediche e lezioni di vita quattro ragazzini (sono pure io un ragazzo eh... :mrgreen: ) che pretendono di poter cambiare il mondo con una filosofia di vita che in realtà nemmeno loro accettano.

La gente che vuole veramente cambiare il mondo non va in piazza semplicemente perchè è consapevole dell'inutilità di un gesto potenzialmente importante e decisivo ma che in realtà, se realizzato con la stessa incoerenza italiana, diventa una sterile manifestazione. Siamo stati abituati a vivere in un mondo il cui stile di vita era impossibile sostenere e ora, invece di cercare di rimediare ad errori di altri, continuiamo a puntare il dito contro l'uno e l'altro liberandoci più o meno indirettamente di una responsabilità che altrimenti ci apparterrebbe. I giovani sono infatti convinti di avere un qualche status divino per cui meritano di avere già tutto pronto e di non dover faticare per raggiungere qualcosa. Il fenomeno dei bamboccioni non è una conseguenza della disoccupazione giovanile ma è una causa. Vorrei vedere quanti vecchi di oggi alla "nostra età" rimanevano a casa perchè "come fa le lasagne mia mamma nessuno le fa"; alla nostra età loro stavano ricostruendo un'Italia distrutta, qui in Veneto la gente andava avanti con più di un lavoro al giorno e di certo nemmeno negli anni 50 le aziende ti suonavano a casa per chiedere se ti andava di lavorare con loro...

In questo momento ti sta "parlando" uno che appartiene a questa generazione ma che in realtà non si sente parte integrante di essa, non perchè io abbia chissà quale voglia di lavorare o di faticare bensì perchè ho voglia di emergere con idee mie, non le stesse cose ripetute da 20 anni; oggi bisogna puntare sull'innovazione e sulla creatività per cercare di mantenere in vita un paese che sta lentamente morendo.

Non sopporto chi dice ciò che non va senza proporre soluzioni realmente realizzabili.

Chiedo scusa per la differenza di qualità tra i due post ma con il mio 6 tirato in italiano non posso di certo pretendere di scrivere nello stesso modo di uno studente universitario di letteratura italiana... :mrgreen:

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Ma figurati, ti sei espresso benissimo. Anzi ho pure notato qualche errore di punteggiatura nel mio. :sad2:

Io ci ho messo solo un po' di inutile retorica in più. :D

Sono d'accordo in parte con quel che dici. Solo che lui commette lo stesso errore che predica di non fare, generalizza. E ci sono persone che non si aggrappano all'antipolitca, che si organizzano o che almeno ne parlino. Ha incluso loro nella generazione. Ma probabilmente sia loro, sia me, sia te, ci consideriamo tutti fuori generazione. Ma quello che mi interessava prima era la causa di questa generazione. Ed è quello che Villaggio non vede. La causa di esser così sono i nostri genitori (generazionali). La morte delle idee, il liberismo economico (ma non solo), la supremazia dell'economia su tutto e via dicendo. Questa generazione è figlia di quella precedente. La generazione che Villaggio difende. E la difende dicendo, sostanzialmente, "non hanno diritto a criticarci" e descrivendo negativamente la nostra generazione. Ma così facendo non fa che darci ragione, ragione di essere arrabbiati con quelli che dovrebbero essere i difesi. Perché fondamentalmente è colpa loro. Non che non si siano impegnati, infatti assolutamente concordo con la prima affermazione. Ci hanno provato, alcuni hanno fallito, altri si sono accontentati, altri ne hanno approfittato. Ma è proprio questi errori a cui si da la colpa. O almeno quello a cui noi (ma solo alcuni di noi) diamo la colpa. Per quello mi sembra paradossale la difesa di Villaggio, e che fondamentalmente sposta il discorso a come siamo noi giovani. Facendo emergere anche la parte che vale della generazione.

Dubito di essermi spiegato bene...:(

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Assolutamente, io infatti ho scritto che di errori c'è ne sono stati, e pure tanti in passato, ma non per questo bisogna continuare a guardare sempre e solo il passato trovando ciò che non va ma non il modo per cambiarlo. Villaggio ha voluto, credo in maniera del tutto intenzionale, estremizzare per rendere più evidente un concetto che altrimenti sarebbe rimasto senza argomentazioni.

Se te non ti spieghi bene io sono analfabeta... :banghead:

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  • Amministratori

Per come la vedo io, partiamo da un presupposto. L'istruzione non è per tutti, è per chi è in grado di riceverla.

In Italia, invece, si stanno sempre più allargando le fasce alte. Negli anni 70-80 il Liceo era per pochi. Oggi non solo i licei sono "per tutti" ma questo ha portato anche a trasformare i vecchi istituti tecnici nei licei tecnologici o similari - di fatto licei finti data l'assenza del latino. Questo non solo, di fatto, abbassa la media della cultura liceale ma svilisce pure le professioni tecniche, altrettanto importanti nell'economia di una nazione.

Gli istituti tecnici sono, di fatto, sviliti a diplomifici che nella maggior parte dei casi (almeno, nelle grandi città) accolgono gli scarti dei primi anni di liceo e dove chi va non va lì a studiare con la mentalità di chi è lì pensando di non studiare solamente perché non è un liceo. E ovviamente meno liceali vuol dire anche meno universitari con la conseguenza che, avendo meno studenti nel punto più alto della piramide, le risorse verrebbero meglio ripartite.

Protesta studenti: la motivazione è sempre la stessa. Mantenere i propri diritti - leggasi quelli di fare il meno possibile. Il governo ha giustamente abolito le assemblee di istituto dato che queste non vengono mai (dicasi mai) utilizzate come si deve. L'assemblea di istituto è un organismo con il quale i rappresentanti di istituto dovrebbero discutere con chi li ha eletti i provvedimenti da poi portare in consiglio di istituto o, eventualmente, mettere a votazione delle proposte su cui discutere. Non certo quello che viene fatto nel 99,9% delle scuole italiane, ovvero divisione in gruppetti e cazzeggio vario tra cineforum, dibattiti ecc... poi ci sono la cogestione, l'occupazione e l'autogestione cose che in un paese civile non dovrebbero nemmeno esistere e se fossi io preside di una scuola chiamerei immediatamente i carabinieri e farei sgombrare tutto. "Sì ma a scuola bisognerebbe anche approfondire altri temi non legati alle materie della didattica" dicono - benissimo. Lo fai nel pomeriggio o comunque fuori dalle ore di lezione e vediamo quanti vengono perché realmente interessati.

Ormai le manifestazioni in Italia sono lo sport nazionale. Servono a... niente (avete mai visto una manifestazione per sciopero che fa cambiare qualcosa?) non si sanno mai le motivazioni o sono spesso pretestuose. Il classico esempio è lo sciopero dei trasporti che avviene puntualmente un venerdì a caso del mese così, per farsi un week-end lungo. All'ultimo giro sciopero nazionale per non aver ricevuto un aumento di 30 euro sul contratto - cosa che in un periodo in cui il 30% in Italia è a casa senza lavoro bisognerebbe avere la decenza di evitare: purtroppo lo sciopero in Italia non è un diritto, è un abuso. In Italia pensiamo solo al nostro portafoglio personale e non alla collettività: non a caso alle elezioni per anni si è votato chi prometteva di abbassare le tasse pur non potendoselo permettere finanziariamente cosa che ha portato alla situazione di oggi.

Questione lavoro: in Italia il proprio lavoro è visto non come un diritto ma come un privilegio da mantenere. Uno stipendio fisso da portare a casa senza però lavorare effettivamente le otto ore lavorative. Le aziende hanno poca difesa contro questo - vi faccio un piccolo esempio: mia madre è responsabile amministrativa di una piccola azienda del milanese, due anni fa aveva assunto prima a tempo determinato poi a tempo indeterminato una persona che gli doveva fare da assistente/segretaria. Questa si è rilevata totalmente inefficiente e svogliata una volta ottenuto il "posto fisso" e - dato che con le leggi attuali non poteva essere licenziata hanno dovuto aspettare che si trasferisse col conseguente fatto che l'azienda non poteva assumere altre persone e mia madre si è ritrovata a fare il doppio del lavoro. Ecco il punto è forse questo: agli italiani manca umiltà (i lavori più umili oggi sono fatti tutti da immigrati in nero e sottopagati) e i sindacati invece di difendere chi ha diritto al lavoro difendono principalmente i fannulloni vogliosi non di mantenere il proprio lavoro ma il privilegio di averlo (e in quest'ottica ha forse ragione Monti a dire che il posto fisso è monotono). A proposito di questo trovo esilaranti le proteste degli insegnanti per lavorare 24 ore settimanali (media di 4,20 ore al giorno) invece delle attuali 18 (media di 3,6 ore al giorno) quando una persona normale di ore al giorno ne lavora otto.

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Non ci credo, sono d'accordo su ogni tua affermazione. L'unica cosa che non condivido è la tua opinione sugli istituti tecnici; premetto che io sono uno studente di Ragioneria (istituto tecnico commerciale o economico, tanto cambiano praticamente ogni anno) per cui il mio giudizio potrebbe essere leggermente di parte. Non è vero che gli istituti tecnici accolgono gli scarti dei licei, sinceramente non mi sento uno scarto; uno che ha la passione per l'economia, la finanza e il marketing come me che scuola dovbbe fare? Per carità il livello degli insegnanti negli istituti tecnici a volte è imbarazzante (ho avuto certi professori che definire incapaci è tanto(sapevo davvero più io di loro)) però io ho avuto la fortuna di avere uno dei migliori professori (e non sto assolutamente esagerando) dell'intera città.

Sai, la scuola e l'insegnamento non è tutto; sono 3 anni che ho la media più alta di tutto l'istituto e nonostante questo continuo a credere che la mia non sia una scuola di fannulloni: è vero si studia di meno (ho scelto ragioneria proprio per questo motivo :mrgreen: ) ma se io avessi un'attività non prenderei mai per esempio uno studente del liceo classico. Lo studio è importante fino ad un certo punto, l'importante è capire ciò che si studia. E poi scusa mi potresti spiegare l'utilità del latino?

Ora sono leggermente impegnato per cui la seconda parte del mio discorso la scriverò domani oppure questa sera; chiedo scusa se spezzetto un post ma dopo mi ho paura di dimenticarmi di quello che voglio scrivere :lol:

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Per come la vedo io, partiamo da un presupposto. L'istruzione non è per tutti, è per chi è in grado di riceverla.

In Italia, invece, si stanno sempre più allargando le fasce alte. Negli anni 70-80 il Liceo era per pochi. Oggi non solo i licei sono "per tutti" ma questo ha portato anche a trasformare i vecchi istituti tecnici nei licei tecnologici o similari - di fatto licei finti data l'assenza del latino. Questo non solo, di fatto, abbassa la media della cultura liceale ma svilisce pure le professioni tecniche, altrettanto importanti nell'economia di una nazione.

Gli istituti tecnici sono, di fatto, sviliti a diplomifici che nella maggior parte dei casi (almeno, nelle grandi città) accolgono gli scarti dei primi anni di liceo e dove chi va non va lì a studiare con la mentalità di chi è lì pensando di non studiare solamente perché non è un liceo. E ovviamente meno liceali vuol dire anche meno universitari con la conseguenza che, avendo meno studenti nel punto più alto della piramide, le risorse verrebbero meglio ripartite.

Sbagli ad identificare il problema. Tu selezioneresti per classe sociale anziché per le capacità.

Protesta studenti: la motivazione è sempre la stessa. Mantenere i propri diritti - leggasi quelli di fare il meno possibile. Il governo ha giustamente abolito le assemblee di istituto dato che queste non vengono mai (dicasi mai) utilizzate come si deve. L'assemblea di istituto è un organismo con il quale i rappresentanti di istituto dovrebbero discutere con chi li ha eletti i provvedimenti da poi portare in consiglio di istituto o, eventualmente, mettere a votazione delle proposte su cui discutere. Non certo quello che viene fatto nel 99,9% delle scuole italiane, ovvero divisione in gruppetti e cazzeggio vario tra cineforum, dibattiti ecc... poi ci sono la cogestione, l'occupazione e l'autogestione cose che in un paese civile non dovrebbero nemmeno esistere e se fossi io preside di una scuola chiamerei immediatamente i carabinieri e farei sgombrare tutto. "Sì ma a scuola bisognerebbe anche approfondire altri temi non legati alle materie della didattica" dicono - benissimo. Lo fai nel pomeriggio o comunque fuori dalle ore di lezione e vediamo quanti vengono perché realmente interessati.

È un luogo comune quello che stai sbandierando. E se hai già provato a interessarti di attualità, politica, economica e sociale, non tralasciare l'arte, avere un lavoro studiare all'uni e magari nel tempo libero una vita sociale capirai meglio.

il 70% degli studenti (uni) svizzeri ha un lavoro. Giusto per rendere l'idea e far presente che l'uni non da una formazione completa in lettere. Quindi è necessario farsi una cultura à coté. E ne vedi comunque, di persone che lavorano, venire a sentire conferenze, dibattiti, approfondimenti culturali e via dicendo. Poche, ma ci sono, e vanno incentivate, non bastonate.

Ormai le manifestazioni in Italia sono lo sport nazionale. Servono a... niente (avete mai visto una manifestazione per sciopero che fa cambiare qualcosa?) non si sanno mai le motivazioni o sono spesso pretestuose. Il classico esempio è lo sciopero dei trasporti che avviene puntualmente un venerdì a caso del mese così, per farsi un week-end lungo. All'ultimo giro sciopero nazionale per non aver ricevuto un aumento di 30 euro sul contratto - cosa che in un periodo in cui il 30% in Italia è a casa senza lavoro bisognerebbe avere la decenza di evitare: purtroppo lo sciopero in Italia non è un diritto, è un abuso. In Italia pensiamo solo al nostro portafoglio personale e non alla collettività: non a caso alle elezioni per anni si è votato chi prometteva di abbassare le tasse pur non potendoselo permettere finanziariamente cosa che ha portato alla situazione di oggi.

Infatti l'amministrazione sindacale è piena di egoisti, arrivisti e amici del cugino del fratello della moglie dell'amico di nonno che non hanno una visione d'intenti comune.

Questione lavoro: in Italia il proprio lavoro è visto non come un diritto ma come un privilegio da mantenere. Uno stipendio fisso da portare a casa senza però lavorare effettivamente le otto ore lavorative. Le aziende hanno poca difesa contro questo - vi faccio un piccolo esempio: mia madre è responsabile amministrativa di una piccola azienda del milanese, due anni fa aveva assunto prima a tempo determinato poi a tempo indeterminato una persona che gli doveva fare da assistente/segretaria. Questa si è rilevata totalmente inefficiente e svogliata una volta ottenuto il "posto fisso" e - dato che con le leggi attuali non poteva essere licenziata hanno dovuto aspettare che si trasferisse col conseguente fatto che l'azienda non poteva assumere altre persone e mia madre si è ritrovata a fare il doppio del lavoro. Ecco il punto è forse questo: agli italiani manca umiltà (i lavori più umili oggi sono fatti tutti da immigrati in nero e sottopagati) e i sindacati invece di difendere chi ha diritto al lavoro difendono principalmente i fannulloni vogliosi non di mantenere il proprio lavoro ma il privilegio di averlo (e in quest'ottica ha forse ragione Monti a dire che il posto fisso è monotono). A proposito di questo trovo esilaranti le proteste degli insegnanti per lavorare 24 ore settimanali (media di 4,20 ore al giorno) invece delle attuali 18 (media di 3,6 ore al giorno) quando una persona normale di ore al giorno ne lavora otto.

Difatti gli insegnanti lavorano solo le ore lezione... (comunque da noi è già 24h lezione)

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  • Amministratori

Io non seleziono per classe sociale, seleziono per capacità. E' diverso. Non puoi avere solamente dirigenti - chi non ha le capacità per fare il dirigente è giusto che valorizzi le proprie. Se troppi fanno l'università non solo le lauree perdono di valore ma i titoli tecnici non contano più.

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  • Amministratori

Non ci credo, sono d'accordo su ogni tua affermazione. L'unica cosa che non condivido è la tua opinione sugli istituti tecnici; premetto che io sono uno studente di Ragioneria (istituto tecnico commerciale o economico, tanto cambiano praticamente ogni anno) per cui il mio giudizio potrebbe essere leggermente di parte. Non è vero che gli istituti tecnici accolgono gli scarti dei licei, sinceramente non mi sento uno scarto; uno che ha la passione per l'economia, la finanza e il marketing come me che scuola dovbbe fare? Per carità il livello degli insegnanti negli istituti tecnici a volte è imbarazzante (ho avuto certi professori che definire incapaci è tanto(sapevo davvero più io di loro)) però io ho avuto la fortuna di avere uno dei migliori professori (e non sto assolutamente esagerando) dell'intera città.

Sai, la scuola e l'insegnamento non è tutto; sono 3 anni che ho la media più alta di tutto l'istituto e nonostante questo continuo a credere che la mia non sia una scuola di fannulloni: è vero si studia di meno (ho scelto ragioneria proprio per questo motivo :mrgreen: ) ma se io avessi un'attività non prenderei mai per esempio uno studente del liceo classico. Lo studio è importante fino ad un certo punto, l'importante è capire ciò che si studia. E poi scusa mi potresti spiegare l'utilità del latino?

Ora sono leggermente impegnato per cui la seconda parte del mio discorso la scriverò domani oppure questa sera; chiedo scusa se spezzetto un post ma dopo mi ho paura di dimenticarmi di quello che voglio scrivere :lol:

Dipende dalla realtà in cui vivi. Non nego che ci siano alcuni tecnici fatti bene, il problema è che dovrebbe essere la regola e non l'eccezione altrimenti il diploma del diplomificio vale come quello della scuola seria e quindi va a svalutarlo.

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  • Amministratori

@T-x

Secondo me università e lavoro restano due realtà che devono essere separate. Il lavoro dovrebbe essere fatto solamente se necessario a portare avanti gli studi, altrimenti dovrebbe essere evitato. Il rischio concreto è, infatti, di fare male sia gli uni che l'altro.

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Io non seleziono per classe sociale, seleziono per capacità. E' diverso. Non puoi avere solamente dirigenti - chi non ha le capacità per fare il dirigente è giusto che valorizzi le proprie. Se troppi fanno l'università non solo le lauree perdono di valore ma i titoli tecnici non contano più.

Infatti, così si seleziona per classe sociale. Non è che il 70% degli Svizzeri lavora perché gli fa comodo. La maggioranza ne ha bisogno. Per cui se togli questa possibilità a chi fa l'uni finirà che ad entrarci saranno, ancora una volta, i figli della borghesia e qualche fortunato.

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  • Amministratori

Infatti, così si seleziona per classe sociale. Non è che il 70% degli Svizzeri lavora perché gli fa comodo. La maggioranza ne ha bisogno. Per cui se togli questa possibilità a chi fa l'uni finirà che ad entrarci saranno, ancora una volta, i figli della borghesia e qualche fortunato.

Ma infatti bisognerebbe andare per capacità. Le borse di studio servono a quello. Se non hai disponibilità economiche ma hai la media del 27, per dire, è giusto che tu possa studiare gratis se no vai a fare altro. Poi ovvio che chi ha più disponibilità economica ma non vi è una eccellenza riuscirà lo stesso ad accedervi e a terminare gli studi nel doppio del tempo con un voto inferiore e non puoi far nulla per evitarlo, ma, francamente, più laureati ci sono più il titolo di laurea si svaluta.

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Protesta studenti: la motivazione è sempre la stessa. Mantenere i propri diritti - leggasi quelli di fare il meno possibile. Il governo ha giustamente abolito le assemblee di istituto dato che queste non vengono mai (dicasi mai) utilizzate come si deve. L'assemblea di istituto è un organismo con il quale i rappresentanti di istituto dovrebbero discutere con chi li ha eletti i provvedimenti da poi portare in consiglio di istituto o, eventualmente, mettere a votazione delle proposte su cui discutere. Non certo quello che viene fatto nel 99,9% delle scuole italiane, ovvero divisione in gruppetti e cazzeggio vario tra cineforum, dibattiti ecc... poi ci sono la cogestione, l'occupazione e l'autogestione cose che in un paese civile non dovrebbero nemmeno esistere e se fossi io preside di una scuola chiamerei immediatamente i carabinieri e farei sgombrare tutto. "Sì ma a scuola bisognerebbe anche approfondire altri temi non legati alle materie della didattica" dicono - benissimo. Lo fai nel pomeriggio o comunque fuori dalle ore di lezione e vediamo quanti vengono perché realmente interessati.

Ormai le manifestazioni in Italia sono lo sport nazionale. Servono a... niente (avete mai visto una manifestazione per sciopero che fa cambiare qualcosa?) non si sanno mai le motivazioni o sono spesso pretestuose. Il classico esempio è lo sciopero dei trasporti che avviene puntualmente un venerdì a caso del mese così, per farsi un week-end lungo. All'ultimo giro sciopero nazionale per non aver ricevuto un aumento di 30 euro sul contratto - cosa che in un periodo in cui il 30% in Italia è a casa senza lavoro bisognerebbe avere la decenza di evitare: purtroppo lo sciopero in Italia non è un diritto, è un abuso. In Italia pensiamo solo al nostro portafoglio personale e non alla collettività: non a caso alle elezioni per anni si è votato chi prometteva di abbassare le tasse pur non potendoselo permettere finanziariamente cosa che ha portato alla situazione di oggi.

Questione lavoro: in Italia il proprio lavoro è visto non come un diritto ma come un privilegio da mantenere. Uno stipendio fisso da portare a casa senza però lavorare effettivamente le otto ore lavorative. Le aziende hanno poca difesa contro questo - vi faccio un piccolo esempio: mia madre è responsabile amministrativa di una piccola azienda del milanese, due anni fa aveva assunto prima a tempo determinato poi a tempo indeterminato una persona che gli doveva fare da assistente/segretaria. Questa si è rilevata totalmente inefficiente e svogliata una volta ottenuto il "posto fisso" e - dato che con le leggi attuali non poteva essere licenziata hanno dovuto aspettare che si trasferisse col conseguente fatto che l'azienda non poteva assumere altre persone e mia madre si è ritrovata a fare il doppio del lavoro. Ecco il punto è forse questo: agli italiani manca umiltà (i lavori più umili oggi sono fatti tutti da immigrati in nero e sottopagati) e i sindacati invece di difendere chi ha diritto al lavoro difendono principalmente i fannulloni vogliosi non di mantenere il proprio lavoro ma il privilegio di averlo (e in quest'ottica ha forse ragione Monti a dire che il posto fisso è monotono). A proposito di questo trovo esilaranti le proteste degli insegnanti per lavorare 24 ore settimanali (media di 4,20 ore al giorno) invece delle attuali 18 (media di 3,6 ore al giorno) quando una persona normale di ore al giorno ne lavora otto.

Il mantenimento delle assemblee di istituto non è stato il punto cardine delle ultime proteste,ma bensì l'ennesimo taglio alla scuola publica;per ultimo l'aumento delle ore settimanali per professore da 18 a 24(ciò comporta più classi comtemporaneamente per prof. ,che ne consegue un peggioramento dell'istruzione e la diminuzione delle cattedre).

Protestare non servirà a nulla? può darsi... ma sempre meglio dell'indifferenza; e qui cito Gramsci :"Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti".

Le occupazioni e le autogestioni sono atti di protesta(anche se non le condivido),mica per approfondire le materie extra-scolastiche.

Riguardo agli scioperi,mi sembra il solito discorso qualunquista e fatto su luoghi comuni.

Gli scioperi per allungare i week end?

Forse non sai che oltre a non ricevere lo stipendio giornaliero,si paga anche una penale;chi sciopera quindi perde circa 100€...

Per 30€ in più di stipendio... non so dove hai preso questa informazione.

La causa ufficiale è il mancato rinnovo del contratto generale dal 2007! <fonte>

Chi veramente pensa al proprio portafoglio e sicuramente non all'Italia,sono gli imprenditori che hanno spostato i posti di lavoro e la liquidità dall'Italia alla Cina,alla Thalandia,nell'Europa dell est...

Sulla umiltà nel lavoro,i lavori umili li fanno gli immigrati perchè questi fanno una concorrenza sleale,non perchè non ci sono italiani disposti a farlo.

Sulla flessibilità:

a parte che i contratti a tempo determinato servono proprio per valutare le capacità...(anche se in realtà sono utilizzati per diminuire i salari...)

Senza l'articolo 18 ci sarebbero licenziamenti sistematici,con conseguenza l'abbassamento del costo della manodopera e la perdita dei diritti sul lavoro.

Un massacro sociale.

Un regresso di 50 anni.

La colpa della crisi è proprio del liberismo,con la globalizzazione e le speculazioni con i mutui subprime,non certo dei sindacati.

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Il mantenimento delle assemblee di istituto non è stato il punto cardine delle ultime proteste,ma bensì l'ennesimo taglio alla scuola publica;per ultimo l'aumento delle ore settimanali per professore da 18 a 24(ciò comporta più classi comtemporaneamente per prof. ,che ne consegue un peggioramento dell'istruzione e la diminuzione delle cattedre).

Protestare non servirà a nulla? può darsi... ma sempre meglio dell'indifferenza; e qui cito Gramsci :"Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti".

Le occupazioni e le autogestioni sono atti di protesta(anche se non le condivido),mica per approfondire le materie extra-scolastiche.

Riguardo agli scioperi,mi sembra il solito discorso qualunquista e fatto su luoghi comuni.

Gli scioperi per allungare i week end?

Forse non sai che oltre a non ricevere lo stipendio giornaliero,si paga anche una penale;chi sciopera quindi perde circa 100€...

Per 30€ in più di stipendio... non so dove hai preso questa informazione.

La causa ufficiale è il mancato rinnovo del contratto generale dal 2007! <fonte>

Chi veramente pensa al proprio portafoglio e sicuramente non all'Italia,sono gli imprenditori che hanno spostato i posti di lavoro e la liquidità dall'Italia alla Cina,alla Thalandia,nell'Europa dell est...

Sulla umiltà nel lavoro,i lavori umili li fanno gli immigrati perchè questi fanno una concorrenza sleale,non perchè non ci sono italiani disposti a farlo.

Sulla flessibilità:

a parte che i contratti a tempo determinato servono proprio per valutare le capacità...(anche se in realtà sono utilizzati per diminuire i salari...)

Senza l'articolo 18 ci sarebbero licenziamenti sistematici,con conseguenza l'abbassamento del costo della manodopera e la perdita dei diritti sul lavoro.

Un massacro sociale.

Un regresso di 50 anni.

La colpa della crisi è proprio del liberismo,con la globalizzazione e le speculazioni con i mutui subprime,non certo dei sindacati.

Quoto.

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  • Amministratori

Lo so che è il contratto generale, e il rinnovo gli portava 30 € in più.

Sono anni che in tutte le professioni i contratti generali non vengono rinnovati e si va avanti lo stesso.

C'è veramente bisogno dei contratti generali? Ognuno ha comunque il suo individuale...

Io non voglio licenziamenti sistematici. Io voglio licenziamenti di chi il lavoro lo vive come un privilegio e non come un diritto. I fannulloni fuori dalle palle e largo ai meritevoli. Oggi, in Italia, questo non è possibile.

Gli imprenditori che spostano i posti di lavoro fanno bene: la manodopera va spostata dove costa meno. E' eventualmente il governo che dovrebbe intervenire con azioni protezionistiche.

Perché più classi per prof. dovrebbe portare ad un peggioramento dell'istruzione? Non trovo il nesso. Come uno studente può fare 25 ore di lezione settimanali perché non può farle un professore?

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